To Fall In Love

 

Capitolo 6


-Miki…- esordì mentre la ragazza, superato lo shock iniziale, lo guardava freddamente, quasi con odio.
-Cosa vuoi?- chiese lei, astiosa, cercando di liberarsi dalla sua stretta, che ancora le imprigionava il braccio
-non ti basta avermi presa in giro? Avermi umiliata? Ah!Auguri! So che stai per diventare padre!- terminò secca indicando Yui, che in disparte sorrideva, divertita dalla scena.
Anche Yuu, che prima era teso fino all’inverosimile, provò il forte impulso di ridere a crepapelle, ma non lo fece per non innervosire ulteriormente la sua compagna.
Certo che questa volta aveva esagerato! Va bene che era sempre stata il tipo da immaginarsi storie strambe ma addirittura questo! Sarebbe stato impossibile, per Yuu, concepire di avere un figlio da una donna diversa dalla sua Miki.
-Miki, lo vedi?Hai frainteso tutto!- disse, lasciandola libera, lei rimase ferma davanti a lui a guardarlo.
-Frainteso cosa?- chiese sprezzante
-Lei..- continuò Yuu indicando la pietra dello scandalo, ovvero yui (anzi, il suo ventre)
-è mia sorella…anzi, la mia sorellastra…-

Hi! Come va? (che domanda scema! Mica mi puoi rispondere T_T!) Poco fa mi ha chiamata Jack, per chiedermi di uscire.
Ho accettato.
Non per un mio egoistico bisogno di sentirmi bella perché ricercata dai ragazzi (ci può essere cosa più assurda di questa, mi chiedo?) e nemmeno per la troppa malinconia, nostalgia.
Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a dimenticare Otohiko, è questa la verità, perché sento di averlo perso.
Forse, anzi sicuramente, non è mai stato ‘mio’ ma sento, non so perché, si avere perso ogni sparanza, come se l’allontanarmi da lui fosse stato i più grosso errore della mia vita, perché sento che lui non mi ha certo aspettata (e, d’altra parte, come potevo pretendere una cosa simile? E’ pura follia!).
Sono sensazioni che non so spiegare, le provo e basta, come se fossi dotata di un senso speciale riguardo a questa ‘Cosa’.
Che vuoi farci, ormai credo davvero di essere pazza.
Ovviamente non voglio sfruttare Jack, e glie ne ho parlato, per telefono. Gli ho detto che mi seto legata a un altro e lui mi ha stupita, asserendo che già lo sapeva.
Quando gli ho chiesto come facesse a saperlo, mi ha risposto che quando pensavo al Giappone i miei occhi diveniva all’improvviso tristi.
Ho pensato al Giappone, allora, e sono diventata triste.
Lui lo ha percepito.
-Non ti preoccupare Suki- mi ha detto –te lo faccio dimenticare io quello!-
e ho riso.
Ho riso senza saperne il perché, ho riso come ridono i bambini quando sentono un nuovo suono, che per loro non ha significato!
Dimenticare Otohiko per me è come dimenticare chi sono.
Perché Otohiko sono io, anzi, Otohiko è la mia vita.
Non è un di quelle frasacce ad effetto, dette e ridette in tutte le salse.
E’ semplicemente la verità, la triste verità. Io non posso più pensare a me stessa senza mettere in cantiere Otohiko, anche se è lontano, anche se pensa che sia una scema. Fa parte del mio Dna, non mi abbandonerà mai.
Ciò non mi rende triste, anzi, mi fa pensare che, quando sarò vecchia, non soffrirò di solitudine, poiché Otohiko sarà sempre con me, in me.
Semplicemente pensare alla mia vita senza di lui, anche solo come amico, è pensare al nulla…
Che tristezza…sarò pazza davvero?!

Suki


-tua…tua sorella?- chiese Miki boccheggiando
-c-come tua sorella!?-
-esatto Miki, lei è mia sorella e si chiama Yui…oh Yui, mi spiace che tu abbia dovuto conoscere Miki in queste circostanze, nella veste di donna super gelosona…- disse Yuu, accarezzando con un dito il viso di Miki e guardandola teneramente negli occhi.
Questa tenerezza’ pensò Miki ‘è quella tipica dell’amore…lui mi ama…adesso ne sono certa…come ho potuto dubitarne?’
Un pensierò la fulminò: non era la prima volta che si pentiva di avere dubitato di lui…
Dio com’era meschina…
Yui la richiamò al presente con la sua voce vellutata
-Oh non importa Yuu- disse –fa benissimo a difendere il suo territorio! Adesso credo sia meglio lasciarvi soli!-
Detto questo la ragazza s’incamminò per il marciapiede, ma dopo ualche passo si fermò di botto e tornò indietro.
Un volta arrivata davanti a Miki le sussurrò
-Scusami se ti ho creato problemi…lo faccio sempre…sono un’impiastra! Vorrei diventare tua amica, se per te va bene…e non dubitare mai più dell’amore di Yuu…non sai com’è stato male senza di te!- terminò, lanciando alla ragazza no sguardo complice.
Era davvero una ragazza molto dolce…
Quando vide Miki annuire, Yui andò via mandando un bacino a Yuu
-ciao ciao fratellino, la prossima volta porta anche lei, così cominciate ad abituarvi!^,^-
urlò quando era ormai dall’altra parte della strada, agitando la mano.
Yuu arrossì e rise, poi si volse dinuovo verso Miki
-So che avrai un milione di domande come minimo- disse prendendola teneramente per mano
-ti spiego tutto a casa, vuoi?-
Miki annuì e lo seguì, senza sciogliere quel contatto che, come tante altre volte in passato, adesso la rendeva più sicura…e più felice.

Arimi si accoccolò fra le braccia di Ginta e lo vide sorridere.
-Sai, ho visto Yuu e Miki mano per la mano poco fa- disse raggiante
-credo abbiano fatto la pace!-
-benissimo- rispose lui –così quella rompiscatole di Miki almeno ci ha lasciato la casa libera…-
seguì un sorrisetto malizioso da parte di lui, a cui Arimi rispose con una risatina.
-Suvvia, quanto sei cattivo!- disse scostandosi da lui –sono toi amici! Dovresti essere felice per loro!-
Ginta la guardò ancora
-lo sono- disse –ma adesso e un’altra la cosa che mi preoccupa un po’-
-cosa?-
-oggi ho visto Eriko e Otohiko al parco…-
-e allora?-
-si stavano baciando…-
-Oh Dio! Davvero!? Quei due si sono messi insieme?-
-così pare!-
-non so come la prenderà Suki…-
-Suki adesso è lontana…cosa può pretendere da Otohiko? O da Eriko? Se loro si vogliono bene è giusto che vivano il loro amore…-
-oh questo lo so, la penso come te…ma il cuore di una donna è uno scrigno che nasconde molte sorprese, non tutte felici. Abbiamo già visto cosa Suki sia stata in grado di fare per amore…non oso pensare a che farà quando scoprirà che la sua migliore amica si è messa con il ragazzo che lei ama alla follia…-
-Suki non è stupida Arimi…-
-Ginta, la stupidità non c’entra niente, anche io so che Suki, dopo qualche tempo, capirà tutto. Nma è la reazione d’impatto che mi spaventa…perché d’impulso si posso fare mille cose che normalmente non sogneremmo nemmeno di fare…-
-questo è vero…sei una vecchia saggia amore mio, sai?-
-Mhm…e noi qui seduti a parlare dei problemi degli altri sembramo due pettegoli!-
-mhm e non sai la novità miglioreeee…-
Arimi strabuzzò gli occhi e lo guardò…cos’altro c’era?
-dimmi…-
-ahhh non voglio fare la figura del pettegolo!-
-OHHHHH Ginta non puoi essere così cattivo!-
-Lo sono…-
-Umpf…allora ti caccio di casa stanotte…-
-no per carità!!!Vabene, te lo dico, ma adesso la pettegola sei tu! Sai che meiko e Satoshi si sono messi insieme?-
-Davvero? Chi te lo ha detto?-
-Satoshi mi ha chiamato poco fa…era raggiante…-
-ci credo…era il suo sogno ma…-
-Basta adesso signorina…voglio un premio per le mie informazioni…- mormorò Ginta spingendo Arimi sotto di lui.
-sempre il solito…- sussurrò lei cominciando a baciargli il collo…

Una volta arrivati a casa Miki si gettò sul divano, sprofondandovi.
-Allora…sono tutt’orecchi- disse, cercando di avere un tono arrabbiato, ma era troppo, troppo felice.
Yuu la guardò…malgrado tutto era lì con lui, e questo voleva dire che aveva ancora fiducia nel loro rapporto…dopotutto era Miki…e lui l’amava per questo!
-Allora…un po’ prima della festa di Satoshi…direi qualche giorno prima, ricevetti una strana telefonata di una donna…era Yui- cominciò il ragazzo, che si era seduto accanto a Miki, l’aveva abbracciata e le accarezzava i capelli
-Yui mi disse di essere mia sorella, anzi, la mia sorellastra, poiché era nata dall’unione di mio padre e della sua nuova moglie. Io, come puoi immaginare, all’inizio la presi male, decisi di non dirti nulla perché volevo…restare solo nel mio dolore…-
-so che sei sempre stato un masochista…- asserì Miki dandogli un bacio lieve sulle labbra.
Yuu sorrise
-già…Cmq la incontrai e quando la vidi incinta…beh puoi capire come mi sentii! Cosa voleva da me? Lei mi disse che aveva bisogno di aiuto, perché non conosceva nessuno in Giappone, essendo sempre vissuta in Germania. Mi sembrava onesta e gentile, e accettai di darle una mano. Il giorno della festa l’accompagnai per la prima volta all’ospedale, per fare un’ecografia…ero emozionato…dopotutto quel piccolo è mio nipote!-
-Ho capito Yuu ma…come mai ha chiesto aiuto proprio a te? Quel bimbo avrà un padre!-
Yuu si rabbuiò all’improvviso
-E’ la stessa domanda che le ho fatto anche io…mi ha raccontato che il padre del bambino lei non lo conosce…è stata violentata…-
-Oh mio dio…-
-e in seguito a questo è scappata di casa ed è venuta qui, perché sapeva della mia esistenza. Non voleva più rivedere i posti che le facevano rivivere ogni giorno più trucemente la sua tragedia. La capisco…-
Miki tacque e si avvicinò di più a lui
-anche a me è sembrata una brava ragazza…- disse, lui la strinse più forte a sé e le baciò il capo
-ne ero certo, amore mio…e cmq non devi dire quel bimbo…lei è al 5 mese…e aspetta due gemellini- mormorò prima di darle un lungo, appassionato bacio.

…4 mesi dopo…

Mhm credo che sarà tristissimo rivedere tutti…sigh sigh! però non vedo l’ora. Jack è venuto a salutarmi all’aereoporto
-mi arrendo- ha detto dopo avermi baciata –tu ami troppo quel tizio perché qualcuno possa fartelo scordare!-
-consolati! Voglio così bene a te che nessuno potrebbe indurmi a dimenticarti!-
Jack ha sorriso e poi mi ha lasciata, credo che però si sentisse un po’ triste, l’ho capito da come mi ha guardata…c’era una venatura malinconica nei suoi bellissimi occhi verdi.
-Mi dispiace…- ho mormorato, più a me stessa che a lui, visto che ormai non poteva più sentirmi.
Ma adesso tornerò da Otohiko…e verdò se le mie sensazioni erano esatte.
E riverdò Eriko…mi è sembrata strana al telefono, per circa due mesi non mi ha chiamata e quando l’ho fatto io è stata evasiva e mi ha quasi chiuso il telefono in faccia…che sta succedendo?
Ah..sono completamente guarita! Adesso mangio come mi pare, quanto mi pare, ma senza esagerare. La mia linea è P-E-R-F-E-T-T-A!!!Che bello! Sembro un figurino! Sarà merito anche della palestra, appena arrivo devo iscrivermi a quella vicino casa mia!
Sai che è successa una cosa strana? Una sera io e Jack eravamo in una birreria, e avevamo bevuto un po’…io ho cominciato a cantare e un tizio mi si è avvicinato e mi ha dato un numero di cellulare…Jack ha detto (io non lo ricordavo^^’’) che anche io gli ho deto il mio…poco male, tanto adesso non funziona più! Spero non sia stato un maniaco…inoltre ho anche perso il suo numero!
Chissà chi era! Beh adesso devo lasciarti…l’aereo sta per partire.
L’aereo che mi riporterà in Giappone

Suki


Otohiko chiuse gli occhi, in preda al forte mal di testa…
-che mi sta succedendo?- si chiese, ripensando all’ultimo appuntamento con Eriko.
L’aveva trattata malissimo, anche se lei, dal canto suo, l’aveva aggredito in tutti i modi…ormai non facevano altro che litigare, per qualsiasi stupidaggine, non sembravano nemmeno fidanzati.
Certo, di momenti belli ne avevano passati, ma adesso che ci ripensava si rendeva conto che non erano momenti d’amore ma…d’amicizia…pura e semplice amicizia…
-A questo punto- si chiese –il dubbio è:io l’amo?-
Non seppe rispondere…
Si alzò dal letto e prese una foto, che era sulla scrivania. C’erano lui, Eriko Satoshi e Suki
-Suki..- mormorò

-Eh così domani partite eh?- chiese Eriko a Satoshi, che le sorrideva gaio abbracciando Meiko.
-già già!- disse gongolandosi
Eriko li guardò…stavano davvero bene insieme.
Cosa che non poteva dire di lei ed Otohiko…mettersi con lui era stato un grossissimo errore, perché si era resa conto di non amarlo.
Per questo si era innervosita, ma invece di prendersela con se stessa scaricava la sua rabbia su di lui, che si arrabbiava.
Meiko captò i suoi pensieri
-come va con Otohiko…?- chiese
-benissimo…non lo amo e ci lasceremo presto- rispose Eriko, sorprendendosi perché quelle parole non l’avevano ferita come aveva immaginato.

L’indomani la giornata era bellissima, il sole splendeva.
Meiko e Satoshi, circondati dai loro amici, sembravano il prototipo della coppia perfetta, belli, felici e simpatici.
Tutti si prodigarono per salutarli, Key improvvisò addirittura un piccolo concerto in aereoporto, correndo il rischio di essere cacciato.
Gli unici a non sorridere erano Eriko e Otohiko.
-Dai non fate quei musi…- gli disse Meiko una volta rimasti soli
-non bisogna essere tristi! Oggi vi liberate di Satoshi!-
-Ehi!- disse l’interpellato, fingendosi offeso, Meiko rise
-non è colpa vostra se non ha funzionato, non potete biasimarvi di nulla…eravate così amici…tornate ad esserlo…forse non siete fatti per stare insieme!-
Eriko annuì, poi guardò Otohiko…era arrivato il momento di lasciarsi.
La voce metallica, dall’altoparlante, richiamò coloro i quali dovevano imbarcarsi per Parigi.
-Tocca a noi!- disse Satoshi spingendo via Meiko.
-mi raccomando- urlò quest’ultima.
Otohiko e Eriko si guardarono negli occhi.
-Adesso?- mormorò lui
-perché aspettare- sussurrò lei senza alzare gli occhi dal pavimento.

-Satoshi forse non dovevamo lasciarli soli…- disse Meiko una volta allontanatasi
Si stavano lentamente avvicinando all’uscita, dove li aspettava…l’aereo che li avrebbe portati a Parigi…
-credo sia meglio che risolvano da soli il loro problema invece…-
Meiko annuì, sentì Satoshi irrigidirsi
-che succede?- chiese, poi seguì lo sguardo di lui
-Quella…-
SUKI!
La hostess li spinse dentro…

-mi spiace Eriko…ma credo anche io di non amarti…forse abbiamo semplicemente sbagliato…- terminò Otohiko, dopo averle spiegato i perché del suo recente comportamento.
Eriko lo guardò…era bellissimo ma non lo amava
-Già…- disse –allora amici come prima…-
-Ok…un ultimo bacio lo merito almeno?-
Eriko sorrise, lo abbracciò e lo baciò sulle labbra

-come fanno a sapere che sono arrivata oggi?- mormorò Suki, quando scorse Eriko e Otohiko davanti a sé. Loro non sembravano averla notata, presi com’erano nel parlare.Era a pochi passi da loro…
Suki si sentiva a disagio, senza saperne il motivo.
Poi Eriko si alzò lievemente e…
LO STAVA BACIANDO?

Le caddero le valigie, provocando un certo fracasso.
Otohiko si voltò di scatto e la riconobbe subito.
-Suki…- mormorò, lei scappò via, piangendo.
-maledizione- imprecò Eriko seguendola






CONTINUA...