Trasferte, Donne e Guai per lo Shohoku

Capitolo 7
Una partita di volley

Circa una settimana dopo, Mitsui uscì di casa con l'intenzione di fare un po' di allenamento extra. Si diresse con tranquillità verso il campo dove si recava abitualmente, quando alzò per caso gli occhi al cielo e vide che il tempo stava peggiorando.
Sicuramente avrebbe piovuto così, borbottando imprecazioni, cambiò strada e si diresse verso la palestra comunale. Non ci andava spesso, perché era piuttosto affollata, ma in mancanza di altro sarebbe andata più che bene.
Quando entrò nell'ingresso principale, però, si accorse che c'era un po' troppa gente più del solito. Soprattutto più che degli sportivi sembravano tutti quanti dei tifosi e Mitsui si affacciò in una gradinata per vedere cosa stesse succedendo. Scoprì così che proprio quel giorno c'erano delle partite. Partite di volley, per di più.
La rete gli fece venire subito in mente Yuki. Non l'aveva più rivista dopo quella cena a casa sua e a scuola l'aveva incrociata solo da lontano. Aveva cercato di dirsi che era stato molto meglio così, soprattutto dopo la spaventosa figuraccia che la madre gli aveva fatto fare, però...Basta, è meglio andarsene da qui, decise. Tuttavia, quasi senza rendersene conto, sentì la propria voce chiedere un'informazione ad un ragazzo vicino a lui.
"Sai che squadre stanno per giocare ?"
"Certo, sono la squadra femminile dello Shohoku contro quella del Kainan"
Mitsui ebbe un brivido al ricordo della sua partita contro il Kainan e scosse la testa. E così Yuki avrebbe dovuto giocare contro la stessa scuola dei loro più grandi avversari...erano davvero incredibili le coincidenze che si verificavano. Era una settimana che cercava di non pensare a quella ragazza e ora si trovava per caso ad assistere proprio all'inizio di una sua partita.
"Sono forti ?" chiese sedendosi, spinto dalla curiosità.
"Il Kainan è molto forte, ma quest'anno lo Shohoku è quasi imbattibile. Ed è tutto merito della fantastica Nakayama ! Io sono un suo grande ammiratore, non mi perdo neanche una sua partita ! Spero solo che...oh, guarda, stanno entrando !"
In quel momento le due squadre entrarono in campo : il Kainan aveva la divisa nera, mentre quella dello Shohoku era bianca e verde. Mitsui alzò un sopracciglio, sorpreso, perché la divisa di quest'ultimo aveva, al posto dei tradizionali bloomers* sgambatissimi, dei semplici pantaloncini elasticizzati piuttosto corti. Sentì il ragazzo accanto a lui borbottare con delusione . "Accidenti, quanto detesto queste nuovi uniformi...non si vede niente !"
Mitsui aggrottò le sopracciglia, perplesso. "Eh ?" fece, poi gli venne un sospetto e diede un'occhiata più attenta alla folla che si preparava ad assistere alla partita.
Erano quasi tutti ragazzi.
In particolare notò che la maggior parte si era posizionata nei posti lungo la parte corta del campo, dove era anche lui. Erano dei posti non molto favorevoli se si voleva osservare bene il gioco delle due squadre, ma a questo punto Mitsui aveva ben chiaro il motivo di quella scelta : quella posizione offriva la visuale migliore per il fondoschiena delle giocatrici.
"Guarda, ecco Nakayama...è quella con il numero quattro" gli indicò il fomentatissimo tizio seduto accanto a lui e Mitsui la osservò fare il suo ingresso in campo. Yuki aveva un'espressione molto concentrata, ma ad un certo punto una sua compagna si avvicinò e le disse qualcosa ; evidentemente era una battuta per sciogliere la tensione, perché subito dopo lei sorrise e si rilassò un pochino, andando poi a posizionarsi sul campo. Era proprio nella metà davanti a loro e il suo fan fece un sospiro di soddisfazione.
"E' fantastica anche con questi pantaloncini...si, non c'è davvero nessun dubbio. Ha il più bel sedere di tutta la prefettura" concluse alla fine, con il tono di chi ha annunciato il verdetto di una giuria.
Quell'affermazione ebbe il potere di far istantaneamente saltare i nervi a Mitsui. Si girò a guardare il tizio e gli lanciò un'occhiata che di amichevole aveva ben poco .
"Tu vieni qui perché ti piace il volley, vero ? Perché se lo fai soltanto per vedere il culo delle giocatrici, allora ci sono tante riviste che fanno al caso tuo, senza che ti scomodi a venire fino qui" disse con voce tagliente. L'altro rimase semplicemente pietrificato di fronte a quella frase, che non solo aveva centrato in modo perfetto le sue vere intenzioni, ma aveva anche un tono talmente minaccioso da fargli venire il dubbio che forse aveva fatto il commento sbagliato alla persona sbagliata. Magari quello era proprio il ragazzo della Nakayama...
"Ma no...io...è ovvio che mi piace per il suo gioco...dicevo così per dire..." farfugliò in risposta e Mitsui spostò la sua attenzione sulla partita con un sibilo sprezzante. Che razza di tipi che ci stanno in giro pensò. Venire a vedere le partite solo per fare i guardoni... Con un sospiro si concentrò sulla partita e in quel momento, per la prima volta, si rese conto di quanto fosse difficile il volley. Tutti i movimenti tra le giocatrici dovevano essere perfettamente coordinati e calcolati con precisione assoluta, forse anche di più che in una partita di basket. Ne era la prova l'attacco che stava vedendo ora e che rappresentava il risultato della precisa collaborazione e del grande sincronismo di tutta la squadra : era come se ogni ragazza sapesse istintivamente cosa stesse per fare l'altra...merito di massacranti e prolungati allenamenti, senza dubbio, ma comunque impressionante . Se solo ripensava al gioco di Rukawa, così individualistico, e a quello di Sakuragi, totalmente imprevedibile, si rendeva conto che in quanto ad affiatamento avevano ancora tutto da imparare. Proprio in quel momento Yuki fece un difficile recupero della palla davanti a lui e poi tornò subito a posizionarsi sottorete.
Osservandola correre, saltare e schiacciare Mitsui riconobbe che era proprio brava. Non a caso la sua squadra stava vincendo, anche se le avversarie gli davano filo da torcere. Tuttavia lui non riuscì a seguire molto bene l'andamento del gioco.
A causa delle parole di quell'idiota seduto accanto, infatti, non riusciva più a staccare gli occhi dal sedere di Yuki.
Era davvero umiliante dover dare ragione a quella specie di maniaco, ma effettivamente Mitsui dovette riconoscere di non aver mai visto un fondoschiena così bello e ben proporzionato come quello che aveva sotto gli occhi. E quei pantaloncini aderenti non facevano altro che sottolinearlo in maniera ancora più evidente...prima però che la sua immaginazione si mettesse a lavorare troppo in fretta, il pensiero che tutti gli altri ragazzi che erano lì stessero pensando la stessa cosa lo disturbò profondamente e lo fece alzare di scatto. Idiota si disse, voltando la schiena alla partita e andandosene pensa ad allenarti e non farti strane idee. Ma nonostante questo l'immagine sorridente di Yuki gli rimase a lungo impressa nella memoria, riportandolo ancora una volta a quando l'incontrava per strada, mentre correva tutta affannata verso casa, con la borsa a tracolla e i capelli corti ancora un po' umidi per la doccia che le ricadevano scomposti sul viso. Era più piccola, allora, e sembrava quasi l'immagine dell'entusiasmo giovanile. Mitsui pensava che giocasse a basket, forse perché in quel periodo ogni cosa sembrava ricordarglielo, ma stranamente non sentiva verso di lei lo stesso odio e la stessa invidia che lo facevano diventare violento con gli altri. Era vero che gli ricordava un po' se stesso ma, per qualche motivo, non gli faceva venire in mente il brillante giocatore che era stato eletto MVP e che aveva perso un grande avvenire, ma solo l'Hisashi Mitsui della prima media, tutto entusiasta solo per il fatto di poter giocare a basket. E a quel punto provava solo una grandissima, sconfinata tristezza.
Mitsui si fermò al centro del campo da basket deserto della palestra, aprì la borsa e tirò fuori la palla. Poi rimase per un attimo a fissarla, pensieroso. Ora quella tristezza era stata spazzata via e lui era tornato ad essere nuovamente tutt'uno con quello sport. Era la sua vita, la sua passione più grande e il suo destino e questa volta non avrebbe lasciato che un imprevisto lo allontanasse ancora da quella via. Quel periodo di sbandamento era ormai definitivamente chiuso e doveva cancellarlo senza esitazione dai suoi ricordi ; non c'era stato niente che lo avesse reso meritevole di essere ricordato.
Niente...tranne forse una ragazzina incontrata per caso. La sola e unica persona che in quella desolazione era riuscita con un semplice sorriso a farlo sentire ancora un essere umano.
Yuki.
Un urlo di gioia della folla risuonò per i corridoi della palestra e Mitsui sorrise, certo che a provocarlo era stata la vittoria dello Shohoku. Si immaginò Yuki raggiante, stanca ma felice, mentre abbracciava le compagne di squadra per festeggiare il loro successo. Lui sapeva bene come ci si sentiva e per un attimo condivise con lei quel fantastico senso di esaltazione che si poteva provare soltanto in occasioni come quelle. Era incredibile quanto si sentisse vicino a quella ragazza...pur avendole parlato pochissimo, si sentiva talmente a suo agio con lei che gli sembrava quasi di conoscerla da sempre .
Istintivamente decise di mandare al diavolo la sua abituale diffidenza. Come per il basket, gli era stata concessa una seconda occasione : l'occasione di poter conoscere da vicino una persona che era stata importante per lui e che l'aveva aiutato anche solo con la sua semplice presenza.
Mitsui avanzò di pochi passi, alzò le braccia e fece uno splendido tiro libero, elegante e precisissimo, poi sorrise.
Era riuscito a tornare il campione che era stato. Adesso non gli rimaneva che cogliere al volo anche quell'altra incredibile opportunità che gli si era di nuovo presentata.

* I 'bloomers' sono tipici pantaloncini da ginnastica femminili giapponesi molto aderenti, tanto che a me sembrano una specie di costume da bagno. Vengono usati anche in Europa dalle giocatrici di pallavvolo


CONTINUA...