Trasferte, Donne e Guai per lo
Shohoku
Capitolo 5
Speranze
"Non mi sono mai sentito tanto in
imbarazzo in vita mia !"
Mitsui sembrava davvero furioso e Yuki faceva fatica a
tenere il suo passo, mentre camminavano verso la sua casa.
Lui le stava portando la borsa, ma nonostante questo atto
di gentilezza, pareva proprio che non si ricordasse della
sua presenza, continuando a sfogare il suo malumore in
quella specie di maratona. Ed era pure veloce, tanto che
Yuki dovette prenderlo per una manica per farlo
rallentare.
"Ehi, se continui così arriverò a casa con il
fiatone !"
Lui si fermò in mezzo alla strada e la guardò, poi fece
un mezzo sorriso.
"Hai ragione, scusa. Che razza di serata che ti è
capitata, eh ? Prima vieni quasi costretta a restare a
cena da mia madre, poi subisci una specie di
interrogatorio dai miei genitori e alla fine sei forzata
a fare una maratona a causa della mia rabbia... scommetto
che non vedi l'ora che finisca tutto, vero ?". Il
cuore di Yuki fece una duplice capriola : una per quel
sorriso e un'altra per quelle parole.
Stava dicendo che...voleva stare ancora un po' con lei ?
No, non è possibile...pensò. "Bè, è stato un po'
strano e inaspettato. Ma non è stato poi così
terribile, i tuoi genitori sono delle persone molto
simpatiche. Si vede che si preoccupano per te" disse
sorridendo anche lei.
Inaspettatamente Mitsui fece un'espressione pensierosa
"Hum" bofonchiò in risposta, poi riprese a
camminare. Lei lo seguì perplessa. Aveva detto qualcosa
che non andava ? si chiese. Nel frattempo erano arrivati
davanti alla sua casa e Yuki si fermò, un po' a
malincuore.
"Ehm, io sono arrivata" disse fermandosi
davanti al cancello. Sentì un piccolo spasmo d'ansia
chiuderle lo stomaco. Cosa sarebbe successo adesso ?.
Mitsui osservò la casa, pensieroso, poi la fissò.
"Senti, volevo chiederti una cosa..." disse e
il cuore di Yuki ebbe una brusca accelerata.
"Si ?" riuscì ad articolare, sperando di non
lasciar trapelare l'emozione che la stava dominando.
"Come hai fatto a sapere il mio indirizzo ?"
chiese lui, dopo una pausa.
Cretina si apostrofò mentalmente Yuki torna con i piedi
per terra e pensa ad una soluzione. Non poteva certo
dirgli che aveva telefonato ad Ayako...per caso notò la
targhetta con il proprio nome sulla borsa e realizzò
improvvisamente che ce n'era una simile anche sulla borsa
di Mitsui. Si sentì incredibilmente stupida per non
averci pensato prima, coinvolgendo inutilmente l'amica.
Meno male che almeno la cosa le avrebbe fornito una buona
scusa.
"L'ho letto sulla targhetta della tua borsa"
disse. Per fortuna Mitsui fu soddisfatto da quella
risposta e Yuki non fu costretta a dargli ulteriori
spiegazioni . Poi, visto che la conversazione sembrava
languire, lei si rassegnò ad interrompere quell'assurdo
incontro. Era stata davvero una stupida ad illudersi su
un possibile diverso finale per una serata iniziata in
modo così strano...
"Allora, ti ringrazio di tutto. Scusami ancora per
lo scambio di borse e..." iniziò, ma lui
l'interruppe con una domanda a bruciapelo.
"Come facevi a sapere che ero nella squadra di
basket dello Shohoku ?" chiese e Yuki lo guardò
stupita.
"Forse non mi avrai notato, ma oggi pomeriggio sono
venuta a trovare Ayako in palestra. E poi lei è la mia
migliore amica, è logico che mi abbia parlato della
squadra di cui si occupa...in un certo senso vi conosco
di nome un po' tutti. Però oggi è stata la prima volta
che vi ho visto" gli disse. Non era del tutto vero,
ma in ogni caso le cose stavano più o meno così. Che
differenza avrebbe fatto dirgli che una volta li aveva
visti giocare ? In effetti in quella partita aveva notato
solo lui... era stato lì che l'aveva visto per la prima
volta. Incrociò le braccia e lo guardò. Visto che le
stava facendo tutte quelle domande le sembrava giusto che
anche lei potesse fargliene una.
"E tu perché hai fatto quella faccia stupita quando
ho detto che giocavo a volley ? Non mi sembra una borsa
qualsiasi quella" disse accennando con il capo alla
borsa che lui stava ancora portando.
"Mah, non so perché, ma pensavo praticassi il
basket anche tu" rispose lui e Yuki si mise a ridere
"No, non sono così alta da riuscire bene in questo
sport..." disse, ma la sua risata si smorzò
bruscamente quando Mitsui si avvicinò a lei, misurando
la propria altezza con la sua. La ragazza gli arrivava
alle spalle e anche un pochino oltre.
"Non è male per una donna...e poi non è essenziale
essere alti" disse. Yuki deglutì. Era nuovamente
vicino a lei, come poco prima davanti al suo telefono, e
la stava sovrastando ancora, facendole provare una
stranissima sensazione di...fragilità ? Debolezza ? Non
riusciva a capirlo...comunque era una cosa
incredibilmente intensa.
"Tu sei alto" disse un po' stupidamente. Il
cervello sembrava proprio non voler funzionare in quel
momento.
"Lo sono diventato dopo che ho cominciato a giocare,
alle medie" rispose lui, guardandola negli occhi.
"Bè, io non credo di poter crescere più di così"
rispose a fatica Yuki. Sotto quello sguardo intenso la
testa aveva cominciato a girarle e non riusciva più a
seguire il filo del discorso. Se continuava così gli
sarebbe svenuta ai piedi come una stupida e così decise
di darsi un contegno, ma il commento successivo di Mitsui
rischiò di farla vacillare ancora.
"Peccato" mormorò, allontanandosi un poco da
lei. "Avremmo potuto fare una bella sfida".
"Già" rispose lei, cercando di respirare
normalmente. Perché mi sta dicendo questo ? si chiese
stupita O meglio, perché si comporta così ? Sembra
quasi che...voglia provarci ! Lo osservò per un attimo,
ma lui aveva l'aria perfettamente tranquilla e Yuki
decise che era giunto il momento di finire quella tortura
una volta per tutte. Prese la borsa e si diresse verso il
portone della sua casa.
"Bé, allora buonanotte e grazie per avermi
accompagnato" disse e lui le fece un cenno di saluto.
"Grazie a te" mormorò, troppo piano perché
Yuki potesse sentire, poi si incamminò nel buio della
strada.
CONTINUA...
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