Trasferte, Donne e Guai per lo
Shohoku
Capitolo 4
Invito a cena
"Vieni, ti accompagno al telefono"
Quella innocente frase sembrava davvero minacciosa detta
da lui, ma Yuki sorrise facendo buon viso a cattivo gioco.
Speriamo almeno che non se la prenda con me pensò
seguendolo. Ma, proprio come aveva previsto, non appena
furono abbastanza lontani Mitsui si rivolse subito verso
di lei.
"Perché diavolo hai accettato ?" l'apostrofò
sottovoce e Yuki si difese con lo stesso tono.
"Mi ha praticamente incastrato ! Avrei fatto una
figuraccia terribile se mi fossi rifiutata dopo quello
che mi ha detto. Piuttosto, io mi chiamo Yuki."
disse allungando la mano. La stretta salda e forte di lui
le diede un piccolo brivido.
"Hisashi, piacere. Senti, mi dispiace per tutto
questo...non immaginavo che ti si sarebbe attaccata in
questo modo !". Mentre parlava lui si era avvicinato
per non farsi sentire dalla madre e senza accorgersene
l'aveva stretta contro un muro.
Improvvisamente, sovrastata dalla sua statura, Yuki si
rese conto di quanto fossero vicini e divenne un po'
nervosa. Aveva ammirato quel fisico in palestra poco più
di un ora e mezza prima e ritrovarselo adesso così
vicino cominciava a farle un brutto effetto. Si schiarì
la voce.
"Um...bè, ormai è fatta. Cosa ci inventiamo, però
?" gli chiese guardandolo. Fu un errore, perché
fissarlo negli occhi così da vicino le fece quasi venire
le vertigini e rese la loro posizione ancora più intima.
"Cosa...ci inventiamo?" ripetè lui. Strano a
dirsi, anche Mitsui sembrava un po' distratto. "Non
lo so. Decideremo sul momento" le disse poi.
Rimasero per un momento immobili in quella posizione
finché la signora Hinako non si affacciò sul corridoio
e non li sorprese così.
"Allora, avete fatto ? La cena è servita !"
disse facendoli letteralmente sobbalzare.
Mentre lui cercava di far finta di niente Yuki si affrettò
a raggiungere il telefono, bruciando di vergogna e
cercando di non notare che la madre si allontanava
sorridendo.
Parlò brevemente con i suoi genitori, faticando perfino
per trovare una scusa plausibile. Non riesco a credere
che mi stia capitando tutto questo pensò nel frattempo.
Continuò a pensarlo anche quando si ritrovò seduta a
tavola con tutta la famiglia Mitsui al completo : padre,
madre e un unico figlio. Yuki si sentiva più nervosa che
davanti ad una commissione d'esame e a furia di cercare
di sorridere in modo naturale le si stavano irrigidendo i
muscoli della mascella. Per cercare di rilassarsi, osservò
il padre di Mitsui, che era seduto di fronte a lei. Era
un bell'uomo, anche lui dal fisico asciutto e dalla
statura notevole, anche se le rughe sul suo volto e le
tempie quasi bianche rivelavano la sua età. Nel
complesso poteva benissimo rappresentare Hisashi da
adulto, tanto gli somigliava. Ora che vedeva entrambi i
genitori da vicino Yuki si accorse che in effetti della
madre lui aveva ripreso solo gli occhi e il naso, perché
tutto il resto era uguale al padre.
"Anche tu frequenti lo Shohoku, Yuki ? Che classe
fai ?" si informò gentilmente il signor Mitsui.
"Si, frequento la seconda liceo. Ayako, la General
Manager della squadra, è una mia grande amica dai tempi
delle elementari. E' stato tramite lei che ho conosciuto...um...i
membri del club di basket" rispose Yuki lanciando
una fuggevole occhiata a Mitsui. Per fortuna lui accolse
quella informazione sconosciuta senza nessuna apparente
sorpresa.
"Oh, anche tu giochi a basket ?" chiese la
signora Hinako. Nelle loro domande non c'era una
particolare sete di notizie e lei cominciò un po' a
rilassarsi. Sembravano persone molto gentili che
cercavano di fare una semplice, normale conversazione con
un'amica del figlio, non con una probabile fidanzata e
Yuki sperò che fosse davvero così. Certo, non le
sarebbe dispiaciuto essere la sua ragazza...ma poi
cancellò quel pensiero. Cosa andava a pensare proprio
davanti ai genitori ?.
"No, veramente faccio parte di una squadra di volley"
rispose, sperando di non aver fatto attendere troppo i
suoi interlocutori con i suoi diverbi mentali.
"Davvero ? Ma guarda...siete tutti e due degli
sportivi" disse la madre e lei lanciò
un'occhiataccia a Mitsui per fargli capire di non fare
quella faccia stupita. Cosa si aspettava, che girasse con
una borsa sportiva per puro divertimento ? Perché era
così sorpreso ?
"Hisashi non sembra pensare ad altro...anche per te
è così ?" le chiese poi.
Lei cercò di non notare la lieve inflessione di tono
sulla parola sembra e rispose : "Bè, gli
allenamenti sono intensi e non lasciano molto spazio ad
altre attività, però quando ho tempo mi piace molto
cucinare".
Se avesse detto di essere la campionessa nazionale di
danza tradizionale giapponese o di ikebana, non avrebbe
impressionato favorevolmente neanche un grammo di più la
signora, dopo quella frase.
"Oh, che meraviglia ! Le ragazze di oggi sembrano
non saper più distinguere una padella da un forno a
microonde...sono contenta di sapere che non è così per
tutte !" le disse con gli occhi che le brillavano e
Yuki fece un sorriso un po' tirato. L'entusiasmo con cui
la signora aveva preso la notizia le pareva un po'
sospetto e ancora più sospetta sembrava quella occhiata
che la donna aveva lanciato al figlio. Come a dire 'non
fartela sfuggire', insomma.
"E dimmi, conosci anche Akagi dunque..."
continuò Hinako, ma per fortuna questa volta Mitsui
venne in suo aiuto.
"Yuki ha visto gli altri qualche volta, ma non si
ricorda bene i nomi di tutti. D'altra parte siamo sempre
impegnati con gli allenamenti e le partite..." disse
alla madre per distoglierla dall'argomento, ma questa non
si lasciò fuorviare così facilmente.
"E come mai voi due vi conoscete, allora ?"
chiese.
Ci fu un attimo di puro terrore per Yuki e Mitsui,
durante il quale i due si guardarono, completamente
spiazzati. Poi Yuki ebbe una geniale intuizione.
"Bè, abitiamo nella stessa via e così..."
fece lei incrociando le dita sotto il tavolo.
"Già facevamo la stessa strada e ci siamo
incrociati un paio di volte" rincarò Mitsui. Hinako
sembrò ancora più contenta di quella notizia.
"Fantastico, così potrai venirci a trovare spesso,
vero caro ?"
"Ma certo, torna pure quando vuoi. Ci fa sempre
piacere conoscere persone gentili e simpatiche come te"
rispose l'uomo con un sorriso.
"Oh...um...grazie per i complimenti. E grazie per
l'ottima cena" disse Yuki con un inchino profondo,
visto che avevano finito di mangiare. Quando si alzarono
la signora la guardò quasi commossa.
"E' meraviglioso...le ragazze sono così tranquille
e beneducate ! Con due uomini in casa, a volte sento
tanto la mancanza di una presenza femminile. Bè, spero
che a questo penserai tu, Hisashi"
"Si è fatto tardi...vieni, Yuki, ti accompagno a
casa" disse il ragazzo, ignorando volutamente
l'accenno della madre e anche lei sospirò di sollievo.
Le frecciate stavano diventando missili terra-aria.
CONTINUA...
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