Trasferte, Donne e Guai per lo
Shohoku
Capitolo 3
Una madre intraprendente
Quando fu entrata dentro casa, Yuki si
appoggiò alla porta d'ingresso con il cuore in subbuglio.
Aveva perso una buona occasione per presentarsi, ma cosa
avrebbe potuto dirgli? "Piacere sono Yuki, ti avevo
già notato in palestra" ? Gli sarebbe sembrato che
era stata a guardarlo tutto il tempo ! Perché, non è
così ? sussurrò una voce maligna dentro di sé e lei
sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Tanto lo sapeva come
sarebbe andata a finire...nonostante i suoi atteggiamenti
disinvolti era sempre stata terribilmente timida
nell'avvicinare chi le piaceva. "Hmph, Ayako non è
l'unica ad avere qualche problema di comportamento con i
ragazzi" borbottò. Prese la borsa e si avviò verso
la sua camera, ma a metà strada si accorse che c'era
qualcosa di strano. Perché era così pesante ? Non
ricordava di aver portato da casa oggetti particolarmente
ingombranti come il phon o cose simili...che avesse per
sbaglio preso qualcosa di un'altra ragazza ? Quando si
chinò ad osservare meglio la borsa sportiva, ebbe un
tuffo al cuore. Quelle scritte...e quegli angoli rovinati...quella
non era la sua borsa !
"Oh no, possibile che..." mormorò aprendola e
sperando vivamente di sbagliarsi. Ma quando vide un paio
di immense scarpe da basket, capì che non c'era
possibilità di errore.
Quella era la borsa di Mitsui.
"Maledizione e ora come faccio ?!" gemette. Si
erano scambiati le borse nella caduta e lei non si era
neanche accorta di aver preso quella di lui, distratta
com'era stata da quell'incontro. E non sapeva neanche
dove abitasse ! Presumibilmente vicino, visto che l'aveva
incrociato proprio nella sua via, ma era solo una
supposizione. Magari era passato di lì solo per caso. Si
mordicchiò un labbro, pensierosa "Forse quando si
accorgerà che quella non è la sua borsa, mi verrà a
cercare. Dopotutto ha visto dove abito..." riflettè,
ma poi scosse la testa. Per quello che ne sapeva, lui
poteva benissimo accorgersene solamente molto più tardi,
quando l'avrebbe aperta per cambiare i vestiti prima di
andare a dormire o cose del genere. Il pensiero di Mitsui
che tirava fuori dalla sua borsa un paio di quegli
attilatissimi calzoncini da ginnastica che, in quanto
giocatrice di volley, lei usava normalmente come divisa,
la fece rabbrividire. "Devo impedirgli di metterci
le mani dentro !" mormorò sollevando la cornetta
del telefono.
Ayako per fortuna era a casa e quando Yuki le spiegò la
situazione, sembrò divertirsi parecchio.
"Che cosa ? E adesso vorresti andare a casa sua a
riprenderti la borsa ? Perché non aspetti che te la
riporti, scusa ? E' stato lui ad urtarti, mi sembra..."
Yuki sbuffò "Dentro ci sono i mei vestiti e i miei...insomma
le mie cose personali. Non voglio che in un eccesso di
curiosità la apra per dargli un'occhiata, tutto qui. E
poi prima ce le restituiamo e prima finirà il casino"
disse, poi andò subito al sodo :
"Mi potresti dare il suo indirizzo, per piacere ?"
"Non avrei mai immaginato che me lo avresti chiesto
così presto..." rise Ayako, facendole chiaramente
capire che si aspettava già una richiesta del genere da
parte sua e Yuki contò fino a dieci per calmarsi.
"A volte sei davvero impossibile, lo sai ?"
borbottò.
"Certo, me lo ripeti sempre. Aspetta vado a prendere
la sua scheda" rispose l'amica "Ecco, vediamo...ah
! Sei davvero fortunata Yuki ! Abita praticamente ad un
passo da casa tua, nella tua stessa via addirittura ! Sei
sicura di non averlo mai incontrato prima ? Sarebbe
piuttosto strano..."
Yuki aggrottò le sopracciglia, pensando. Forse quello
spiegava la sensazione di deja vu...
"Hm, magari abbiamo orari diversi" tagliò
corto "Allora a che numero sta ?" insistè e
quando Ayako glielo disse la salutò in fretta.
"Fammi sapere come è andata, poi !" le disse
l'amica prima che lei riattaccasse.
Un attimo dopo era già per strada, con la borsa di
Mitsui a tracolla. Che diavolo ci aveva messo dentro, per
renderla così pesante ? Possibile che un paio di scarpe
da ginnastica pesasse così tanto ? Era ancora intenta a
ipotizzarne il contenuto, che arrivò davanti alla casa
di Mitsui. Quando fu il momento di suonare alla porta,
però, un attacco indesiderato di timidezza la assalì.
Cosa poteva dirgli ? Doveva essere cordiale o scostante ?
In fondo era anche un po'colpa sua..."Oh, al diavolo"
borbottò, suonando il campanello.
Alcuni rumori si sentirono all'interno della casa, finchè
una chiara voce maschile declamò un "Vado io
!" che aveva la potenza di un do di petto. Fu
proprio Mistui ad aprire e la sua espressione di fronte
all'apparizione di Yuki sull'uscio della sua casa, non
avrebbe potuto essere più stupita.
"Cosa...ma tu sei..." incominciò, ma lei gli
mise davanti la borsa, attirando la sua attenzione verso
di essa.
"C'è stato uno scambio di borse, poco fa. Io ho
preso per errore la tua e tu dovresti avere la mia, spero.
Te l'ho riportata non appena me ne sono accorta"
disse. Seguì un attimo di silenzio, durante il quale lui
continuò a fissare la borsa come se la vedesse per la
prima volta.
"Sei sicura che sia la mia ?" fu la sua
soprendente domanda e Yuki lo guardò un po' male. Cos'è,
pensava forse che avesse organizzato tutta quella
sceneggiata solo per vederlo ?
"Be', le scarpe da ginnastica numero 44 che c'erano
dentro non sono esattamente della mia taglia, e poi sono
da basket" disse, pentendosene subito. Così gli
aveva rivelato che ci aveva guardato dentro ! Ma se lui
faceva domande del genere...Per fortuna Mitsui non sembrò
prendersela per tutto quello che implicava quel
riferimento al contenuto della sua borsa e lei sospirò
di sollievo quando le disse :
"Si, in effetti è proprio la mia. Bè, se aspetti
un attimo vado a prendere la tua borsa in camera..."
Yuki lo osservò sparire lungo delle scale che portavano
al piano superiore e restò diligentemente sulla soglia
ad aspettarlo.
Era un po' curiosa, però. Chissà com'era la famiglia di
Mitsui ? Non fece in tempo a finire di formulare il
pensiero che, quasi evocata dai suoi desideri, comparve
la madre del ragazzo.
Era una signora alta e slanciata, piuttosto giovanile,
con un viso molto grazioso. Sembrava che il figlio le
somigliasse molto vista così da lontano e Yuki fece del
suo meglio per non fissarla perché sarebbe stato
piuttosto scortese e sfacciato da parte sua. All'inizio
la signora non la notò, dato che stava cercando il
figlio, ma quando vide la porta di casa aperta si accorse
di lei e le venne incontro sorridendo.
"Buonasera, lei è un'amica di Hisashi ? Prego, si
accomodi pure !".
Yuki rimase letteralmente pietrificata sulla soglia, non
sapendo bene come reagire. Non si aspettava che la madre
fosse così ospitale nei suoi confronti...dopotutto non
l'aveva mai vista ! Come faceva a dirle che in realtà
neanche suo figlio la conosceva ? Decise di sorvolare su
quel punto.
"Bè...ecco...veramente sono venuta solo per...um...restituire
una cosa a suo figlio. Non voglio disturbarvi, dato che
è quasi ora di cena."
"Oh, non si preoccupi cara, tanto è tutto pronto.
Stavo per chiamare Hisashi, appunto. Anzi...vuole
fermarsi a cena con noi ?"* Questa volta Yuki non
riuscì a dissimulare la sorpresa. Le cose erano due : o
Mitsui aveva così pochi amici da far preoccupare i
genitori talmente tanto che questi avrebbero accolto a
braccia aperte chiunque o sua madre era una persona
veramente tanto ospitale. Al limite dell'incoscienza,
addirittura. Comunque fossero state le cose Yuki non se
la sentiva di portare avanti quella sceneggiata.
"Ma...signora, io non conosco Mitsui così bene da..."
cominciò, ma la donna non la fece finire.
"Bè, questo è un ottimo modo per conoscersi
meglio, non crede ? Oh, a proposito, non ci siamo
presentate...io sono Hinako Mitsui."
"Yuki Nakayama, piacere. Signora, la ringrazio
moltissimo dell'invito, ma..."
In quel momento ricomparve Mistui con la borsa di Yuki e
la madre si girò a guardarlo, sorridendo.
"Oh, Hisashi, eccoti qui. Ho appena invitato la tua
amica a cena, non sei contento ? Così potrete stare
insieme un po' più a lungo..."
Dietro di lei, Yuki sgranò gli occhi. Cominciava ad
avere il sospetto che la donna avesse completamente
frainteso il tipo di rapporto che c'era tra loro.
"Mamma, lascia stare...non vedi che stai mettendo in
imbarazzo..." cominciò lui. Poi si bloccò a metà
frase perché naturalmente non sapeva il suo nome e Yuki
intervenì precipitosamente per coprire quella lacuna.
"Davvero signora, non si distrubi per me. Anzi, io
stavo per andare via...i miei genitori mi staranno già
aspettando" disse con un sorriso.
L'argomento però, non ottenne l'effetto desiderato,
perché la signora Mitsui sembrava decisamente
intenzionata a trattenerla a tutti i costi . Alla fine la
donna sfoderò la sua arma vincente : si dimostrò
sinceramente e profondamente dispiaciuta.
"Oh" disse con tono deluso "Bè, capisco.
Mi dispiace aver insistito così tanto, ma Hisashi non ci
fa conoscere mai le sue amicizie...e lei sembra una
ragazza così simpatica e beneducata. Mi sarebbe piaciuto
conoscerla meglio, tutto qui."
Ci fu un attimo di profondo silenzio in cui si
susseguirono le varie reazioni dei presenti : la signora
sorrideva tranquilla, certa della sua vittoria ; Yuki si
sentì un verme, pur sapendo di essere vittima di
un'abile manovra, mentre Mitsui sembrava sul punto di
scoppiare dalla rabbia e dall'imbarazzo.
"Mamma !" urlò oltraggiato, con gli occhi che
mandavano lampi, ma non fu capace di aggiungere altro.
Dal punto di vista formale, quel discorso non faceva una
piega. In realtà dietro si nascondeva una
sofisticatissima trappola : dopo aver ricevuto tutti quei
complimenti e quelle eccellenti spiegazioni, sarebbe
stato quanto meno scortese da parte di Yuki rifiutare
ancora.
Così alla ragazza non rimase altro che accettare
l'invito con un profondo inchino.
(*) In effetti i Giapponesi sono persone estremamente
riservate e un invito del genere sarebbe normalmente
rarissimo, soprattutto se fatto ad una persona
sconosciuta. Ma qui ci sono dei motivi precisi per questo
comportamento, che si capiranno in seguito...
CONTINUA...
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