Trasferte, Donne e Guai per lo
Shohoku
Salve a tutti !!
Ebbene si, finalmente ce l'ho fatta a scrivere qualcosa
di nuovo
e a questo proposito vorrei scusarmi con
tutti voi per la lunga attesa. Purtroppo ultimamente sono
molto impegnata e i miei ritmi di produzione, già un po'
lenti in verità, hanno subìto un vero e proprio
tracollo
però spero di farmi perdonare con questo
capitolone dedicato ai fan di Ryota e Ayako.
Devo amettere che mi sono lasciata prendere un po' la
mano con questi due, dandogli uno spazio maggiore di
quello preventivato, ma non ho saputo resistere
come
si fa a non interessarsi ai progressi di quel folle di
Ryo-chan e di quella testa dura di Ayako ? E' peggio di
una telenovela ! Per il prossimo capitolo sui
protagonisti 'ufficiali', invece, ci sarà da aspettare
un altro pochino, ma sono già al lavoro quindi
abbiate
fede ! Vorrei comunque ringraziare Sara e Milena per il
sostegno che mi hanno dato e per aver pazientemente
sopportato tutte le mie crisi
grazie ragazze, siete
insostituibili !!!
E ora
buona lettura ! ^___^
Daniela
Capitolo 24
Una passeggiata nel parco
Mentre il povero Hanamichi subiva la sfuriata del
capitano, gli altri due 'fuggitivi' avevano raggiunto la
quiete di un boschetto di ciliegi, nella parte più a
nord del giardino. In effetti, più che un giardino, il
terreno intorno al ryokan era un vero e proprio parco,
comprendente un ruscello che usciva dal laghetto e lo
attraversava tutto e un'illuminazione composta dalle
tradizionali lanterne giapponesi in pietra. La
disposizione delle piante, dei sentierini in ghiaia e
perfino delle rocce del ruscello era studiatissima e
denotava un'infinita pazienza e una grande passione.
Naturalmente era il proprietario del ryokan che se ne
occupava e la bellezza del risultato rispecchiava
pienamente la vita di attenzioni che vi aveva dedicato.
Il sommesso gorgogliare dell'acqua fu però coperto dal
rumore di passi affrettati sulla ghiaia e dal suono
squillante di una voce femminile quando, ad un tratto,
Ayako si fermò in mezzo al sentiero e si lasciò cadere
su un sedile di pietra.
"Basta, non ce la faccio più ! Tu sei troppo veloce
per me e io non sono abbastanza allenata da riuscire a
starti dietro
e poi non credo che Akagi ci
seguirebbe fino a questo punto !" protestò,
cercando di riprendere fiato. Ma Ryota, per niente
convinto delle parole della ragazza, continuò a guardare
verso la direzione dalla quale erano venuti con
un'espressione preoccupata.
"Scusami Aya, non volevo farti fare questa specie di
maratona
ma quando il capitano è in quello stato
è capace di tutto ! Non mi sorprenderei di vederlo
sbucare da dietro un sasso da un momento all'altro"
rispose poi.
Con un'occasione come quella ci sarebbe mancato soltanto
che quel gorilla si fosse messo a rompergli le uova nel
paniere proprio nel momento meno adatto, quindi era
fondamentale assicurarsi di essere veramente solo con lei.
Quando però i suoni intorno a loro tornarono ad essere
soltanto quelli sommessi e rilassanti dell'acqua tra le
rocce, Ryota si rilassò e si sedette accanto ad Ayako
concentrando la sua attenzione su di lei. La sua mente
infatti iniziò immediatamente a lavorare a pieno ritmo
per cercare di dire qualcosa che creasse un'atmosfera
adatta, magari qualcosa di romantico che facesse molto
effetto
Sfortunatamente, però, non gli venne in mente nulla.
Era assurdo, perché si era immaginato quella scena
talmente tante volte che ormai avrebbe dovuto sapere a
memoria almeno una decina di possibili "copioni",
invece aveva un vuoto totale in testa. L'immagine di
Ayako seduta vicino a lui riempiva tutta la sua visuale e
lo faceva sentire strano, confuso ed emozionato. In verità
aveva desiderato così tanto quella situazione che adesso
gli sembrava ancora un sogno. Cercò di uscire da quello
stato di confusione ; doveva cercare di approfittare il
più possibile di quell'insperata opportunità
non
era quello il momento di perdersi nella contemplazione
della sua amata, né tanto meno di farsi bloccare dalla
timidezza !
"Questo posto è veramente bello
tu l'avresti
detto che il giardino era in realtà un parco così
grande ? Io non ne avevo proprio idea" disse
guardandosi intorno. Forse era meglio partire con un
argomento neutro
aveva la sensazione che se avesse
provato ad allungare una mano, Ayako si sarebbe dissolta
come una visione.
"Si, lo sapevo
dopotutto sono stata io a
scegliere questo posto e ad organizzare tutto, quindi
conosco tutte le sue attrattive. Sai che si svolgono
anche delle competizioni sui giardini ? Credo che il
proprietario ne abbia vinta una per questo" rispose
lei.
Ryota fece fatica a reprimere un istintivo sorrisino di
soddisfazione. Quindi lei sapeva già di quei sentierini
solitari quando era venuta per invitarlo a fare una
passeggiata
significava forse che voleva stare da
sola con lui ? Sembrava proprio di si, visto l'iniziativa
che aveva dimostrato. Però era strano
non avrebbe
mai immaginato che Aya fosse stata un tipo così deciso
in quelle situazioni. Si rilassò un poco. In quel caso
non avrebbe dovuto far altro che aspettare un segnale da
parte sua
e allora avrebbe iniziato ad escogitare un
piano d'azione.
"Deve averci dedicato tutta la sua vita per ottenere
un risultato del genere
in effetti questi alberi
hanno proprio l'aria di ricambiare tutto l'amore che gli
è stato donato" disse appoggiando la schena al
tronco del grosso ciliegio dietro di lui e guardando
verso i rami.
Ayako lo guardò, un po' stupita. "E come fai a dire
una cosa del genere ? Sei entrato in comunicazione con
gli spiriti della natura ?" gli chiese
punzecchiandolo.
Lui sorrise lievemente "No, ma basta guardarsi
intorno. Non credo che le piante sarebbero così perfette
e rigogliose se non avvertissero in qualche modo le
vibrazioni positive di chi le cura con tutto il suo cuore.
Credo che l'amore verso le piante e la natura sia uno dei
sentimenti più alti dell'animo umano, un donare senza
chiedere nulla in cambio
e sono sicuro che la
risposta a tanta devozione può essere soltanto questa"
rispose lentamente, assorto nella contemplazione della
fioritura notturna di un rampicante lì vicino.
"E' un pensiero molto bello Ryota"
Il tono sommesso e dolce di Ayako lo fece girare verso di
lei e Ryota si riscosse dallo strano attimo di torpore in
cui era caduto con aria un po' imbarazzata. Ayako però,
vedendolo così confuso, sorrise ancora.
"Mi sembra che tu conosca bene l'argomento. Stavi
pensando a qualcuno in particolare ?" chiese poi.
Lui sembrò ancora più a disagio e ci mise un po' prima
di rispondere.
"Si, a mio nonno" ammise infine "Viveva in
una villetta in campagna e aveva una serra con delle
piante bellissime. Non so quante volte gliel'ho distrutta
allenandomi a palleggiare, ma ogni volta le piante
tornavano a fiorire
sembrava lo facessero apposta
per lui. Quando è morto non siamo riusciti a farne
sopravvivere nemmeno una" disse pensieroso.
"Mi dispiace, dovevi essergli molto affezionato.
Quando è stato ?"
"Due mesi fa"
Ryota si diede mentalmente dello stupido. Che cosa
diavolo c'entrava la storia di suo nonno in quel momento
? Perché era finito su un argomento del genere ? Va bene
che doveva soltanto aspettare, ma così si era distratto
un po' troppo ! Voleva cercare di conquistarla e invece
stava facendo la figura di un ragazzino in cerca di
consolazione ! Si alzò in piedi, irritato con se stesso,
e fece qualche passo per calmarsi. Poi fece un gran
respiro e si voltò a guardarla sorridendo.
"Scusa Aya, non volevo annoiarti con questi discorsi
pallosi. E' solo che
sai quando vedi una cosa e ti
viene in mente un'intera valanga di altre cose collegate
a quella ? Bè a me è successo più o meno così. Mi
ricordo che una volta stavo
" iniziò ma Ayako
non lo lasciò finire, interrompendo quell'agitato fiume
di parole.
"Ryota" disse e lui si bloccò istantaneamente.
"Uhm
si ?" rispose, deglutendo
nervosamente.
"Non mi stavo annoiando. Ci conosciamo da due anni e
fino ad un minuto fa non sapevo neanche che tu avessi un
nonno a cui eri affezionato. Invece è bello sapere
queste cose
è un lato di te che mostri raramente"
gli disse lei con un sorriso talmente dolce che lui si
sentì quasi mancare.
Ryota rimase completamente spiazzato da quelle parole,
tanto che si lasciò nuovamente cadere sul sedile accanto
a lei senza dire niente. Ayako
era contenta di
sapere
quelle cose ? Era felice del fatto che lui
gli avesse confidato i suoi pensieri e i suoi sentimenti
per suo nonno ? Aveva sempre pensato che le ragazze
fossero maggiormente affascinate da chi si comportava in
modo sciolto e sicuro, senza mostrare debolezze
però,
ora che ci ripensava, era da quando la conosceva che
cercava di conquistarla basandosi su quel principio e
cercando di impressionarla con atteggiamenti spavaldi ; i
risultati erano stati disastrosi, ma lui non aveva mai
pensato che l'errore di fondo potesse essere proprio una
cosa del genere. Praticamente era come arrivare in cima
ad una ripidissima salita e scoprire di aver sbagliato
strada. Il problema era che non aveva nessunissima idea
di quale fosse quest'altra strada .
"Bè, non credevo che ti interessasse sapere queste
cose" rispose un po' esitante. Cosa doveva fare ? Si
sentiva un completo imbecille e quel che era peggio, si
stava comportando davanti a lei come uno scolaretto delle
elementari. Non poteva sprecare un'occasione del genere
non facendo assolutamente niente, ma se essere troppo
aggressivi o troppo miti non andava bene, che altro gli
rimaneva da fare ? Essere naturale ? Una parola !
"Aya, perché mi hai invitato ?" le chiese di
getto. Era inutile farsi tutti quei problemi se prima non
si chiariva quel semplice punto. Una volta forse le
sarebbe saltato addosso senza pensarci due volte, ma ora
voleva capire bene i suoi sentimenti, proprio perché
teneva molto a lei. Aveva già capito che c'era qualcosa
di diverso nell'aria e adesso voleva sapere quanto fosse
reale la possibilità di iniziare qualcosa di concreto :
se quell'incontro era stato pensato soltanto per
divertirsi un po' alle sue spalle, allora avrebbe potuto
comportarsi nel solito modo scanzonato, ma se lei si
aspettava un risultato diverso
Per la prima volta, da quando erano arrivati, Ayako sembrò
essere seriamente imbarazzata. La domanda doveva averla
colta di sopresa e questa volta fu il suo turno di
alzarsi dal sedile ed osservare con troppa attenzione un
ramoscello sopra la sua testa.
"Non lo so, Ryota. Devi credermi
non l'ho fatto
per
per prenderti in giro o cose del genere. E' solo
che volevo chiaccherare un po' con te, tutto qui"
terminò a voce bassissima.
Una risposta così evasiva, però, non risolse i dubbi di
Ryota, anche se lui sapeva bene che Ayako, quando ci si
metteva, sapeva essere l'incarnazione della vaghezza.
"Scusami se insisto, ma non riesco ancora a capire
perché
proprio adesso ? Dopo tutte le volte che ti ho invitato
ad uscire per conoscerci meglio e che tu hai rifiutato,
perché ora ?"
"Bè, se ti dispiace tanto possiamo finirla subito,
questa tortura" rispose lei con una punta di acidità
nella voce, incrociando le braccia con fare battagliero e
Ryota sorrise. Quella era proprio la sua amata Ayako,
sempre pronta alla baruffa. Strano che non si fosse
portata dietro il suo inseparabile programma degli
allenamenti per picchiarlo in caso di necessità.
"No, alt, frena" disse materializzandosi
accanto a lei nel timore che se ne andasse. "non ho
detto che non sono felice di questa cosa, anzi. Sai
troppo bene quello che provo per te per poter pensare una
cosa simile" le disse guardandola con un sorriso. Ma
i suoi occhi erano seri e Ayako arrossì sotto quello
sguardo.
"E' solo che
" iniziò lui,
interrompendosi subito dopo per cercare le parole giuste.
Fu molto tentato di ricordarle che solo il giorno prima
in palestra aveva ammesso di non essere così sfavorevole
alle sue attenzioni, ma gli sembrò un po' troppo
presuntuoso in un momento del genere. "
vorrei
soltanto sapere se è cambiato qualcosa" disse alla
fine, preferendo prendere la cosa alla larga.
Ayako distolse gli occhi da lui, pensierosa, e si
allontanò di qualche passo. Con le mani intrecciate
dietro la schiena, come una bambina timida, gli diede le
spalle.
"Si, qualcosa è cambiato" rispose guardando
altrove. "Tu sei cambiato. Anche se rimani
sempre un attagabrighe spaccone e presuntuoso, ora hai
anche una sensibilità e una maturità che prima non
avevi. Forse è soltanto perché sto imparando a
conoscerti meglio, ma mi sto accorgendo che c'è del
buono dietro tutti quei tuoi insulsi ragionamenti e forse
varrebbe la pena di tentare di tirarlo fuori da quella
testaccia dura. In fondo, quando non fai l'idiota, non
sei poi così tanto male
" disse, pronunciando
quelle ultime parole con un tono di voce talmente basso
che lui credette quasi di averle sognate.
Seguì un momento di silenzio assoluto, durante il quale
Ryota non riuscì quasi neanche a respirare dalla
sorpresa. Il suo cervello si era clamorosamente
ingrippato per lo shock, ma quando alla fine riprese a
fare il suo dovere, una risata riecheggiò nel silenzioso
paesaggio notturno del parco.
"Aya-chan sei incredibile ! Solo tu riesci a
mischiare le carte così bene da non far capire se stai
insultando o adulando una persona !" rise lui
avvicinandosi e Ayako gli lanciò un'occhiataccia. Fece
per ribattere ma Ryota le prese il mento, guardandola
intensamente, e la frase piccata le morì sulle labbra.
"E soprattutto sei l'unica che riesce a mascherare
così bene un'ammissione di interesse" aggiunse poi
con un tono più caldo, avvicinando sempre di più i loro
visi.
"Quale interesse ?" scattò lei in risposta,
realizzando troppo tardi di avergli concesso qualcosa di
più del beneficio del dubbio. Nelle sue intenzioni
quella domanda avrebbe dovuto essere un valido tentativo
di fuga, ma il risultato fu seriamente compromesso dal
fatto che non riuscì a dirlo con la giusta convinzione.
Lui sorrise di nuovo e Ayako iniziò a sentirsi girare un
po' la testa.
"Andiamo Aya
come tu stai imparando a
conoscermi anche io sto facendo lo stesso con te, quindi
non cercare di sviarmi. Hai appena detto che mi consideri
una persona interessante e sensibile e che stai bene
insieme a me quando ci troviamo da soli. Se questa non è
una prova della tua attrazione verso di me, che cos'altro
potrebbe essere ?" chiese con una punta di malizia
nella voce.
"Attrazione ? Chi ha parlato di attrazione ? Stai
interpretando male come al solito ! Io volevo solo dire
che
bè
sei migliorato come persona e
ehm
sono
contenta per te. La nostra amicizia ne trarrà
sicuramente dei vantaggi" rispose Ayako un po'
nervosamente. Per sfuggire alla vicinanza con Ryota era
indietreggiata sempre di più, ma ora che aveva toccato
con la schiena un tronco d'albero si era accorta che non
era stata affatto una buona idea. Adesso si trovava
ancora più in trappola di prima e la cosa la innervosiva
parecchio
anche perché l'esitante risposta che gli
aveva dato non conteneva un grammo di verità.
E lui lo sapeva benissimo.
"Amicizia, eh ? Non provi nessuna attrazione per me,
vero ? Neanche un pochino. Quindi se ti dovessi baciare
adesso tu rimarresti perfettamente indifferente
"
disse avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra.
Ormai, stretta tra il suo corpo e il tronco d'albero, lei
non avrebbe potuto più sfuggirgli e Ryota sfruttò
quella posizione di predominio per tentare il tutto per
tutto.
Ayako lo stava guardando con gli occhi sgranati e lui
intuì che dentro di se stava combattendo una silenziosa
battaglia tra l'incredulità, la certezza che non avrebbe
osato e la sicurezza che ora vedeva nei suoi occhi. Alla
fine però, quando finalmente comprese che lui non stava
scherzando e stava veramente per baciarla, si fece
prendere dal panico.
"Ryota !"
"Si ?" rispose lui continuando a restare ad un
centimetro dalla sua bocca, per niente turbato dal tono
per metà allarmato e per metà stupito con cui Ayako
l'aveva chiamato.
"Io
va bene, hai vinto ! Ammetto che
ultimamente
ti sto trovando più
interessante" disse con
fatica lei con le guance in fiamme e il respiro corto.
Sembrava piuttosto turbata e Ryota lo constatò con una
certa sorpresa, perchè non avrebbe mai immaginato che il
suo stratagemma avesse potuto funzionare veramente.
Lui sorrise e si allontanò di un passo da lei,
lasciandola libera. In realtà era stato solo un bluff,
una di quelle abili finte che così tante volte sul campo
gli avevano permesso di vincere un contrasto con un altro
giocatore : quasi senza pensare aveva applicato quel
metodo anche con lei, ma in verità non avrebbe mai
potuto o voluto approfittare di quella situazione per
strapparle un bacio, perchè in quel modo non avrebbe
avuto alcun valore. Ma voleva che almeno lei si rendesse
perfettamente conto dei suoi sentimenti.
Effettivamente non avrebbe mai immaginato di riuscire ad
essere così disinvolto in una situazione come quella
specialmente sopo il blocco di timidezza allucinante che
gli era venuto all'inizio. Quando, però, Aya gli aveva
detto che 'in fondo non era poi così male', lui aveva
finalmente realizzato che lei ora lo stava guardando con
occhi diversi e tutta la tensione e l'insicurezza se ne
erano andate come per magia . Così, scacciati tutti
quegli inutili timori, gli era rimasto in testa solo il
fermo proposito di farle ammettere che qualcosa
c'era. Dopotutto era stata proprio quella frase a dargli
il segnale che stava aspettando fin dall'inizio di
quell'incontro
e poiché la conosceva molto bene,
sapeva anche che l'unico modo per ottenere una risposta
chiara era quello di metterla sotto pressione, anche se
la cosa contrastava con la precedente decisione di
cercare di conquistarla con metodi meno violenti.
"Non preoccuparti Aya, non avevo intenzione di
forzarti a fare una cosa che non vuoi
anche se in
effetti non sono molto convinto che tu non lo voglia
veramente" disse con un sorriso assassino ad una
sempre più frastornata Ayako.
"Che ne dici di rientrare, ora ? Scommetto che quel
Gorilla starà facendo la ronda davanti alla mia camera
solo per il gusto di beccarmi in ritardo !" fece,
stiracchiandosi con indolenza.
Ma Ayako, recuperata la completa padronanza di se, non
sembrava disposta a chiudere in quel modo la serata.
"Ryota Miyagi ! Come diavolo hai potuto approfittare
in quel modo dell'attimo di debolezza di una ragazza ?
Soltanto una specie di mostro avrebbe
' iniziò con
fare battagliero, ma lui la interruppe, sospirando.
"
fatto cosa ? Ti avrebbe baciato contro la tua
volontà ? Ti avrebbe messo le mani addosso ? Non mi
risulta di aver fatto qualcosa del genere" disse con
una punta di ironia nella voce . Aveva immaginato che lei
avrebbe reagito in qualche modo alla pressione che le
aveva fatto, ma non aveva previsto che se la prendesse
talmente tanto da aver voglia di litigare .
"Mi hai praticamente estorto una
bè
quello
che ho detto ! Che cosa sarebbe questa
una specie di
tattica ? Prima reciti la parte dell'introspettivo
assorto nella contemplazione della natura e poi mi
stringi contro un albero solo per il gusto di mettermi in
imbarazzo
che cosa dovrei pensare, secondo te ?"
rispose Ayako incrociando le braccia e guardando da
un'altra parte. Approfittando di quel movimento Ryota la
osservò meglio, studiando la sua espressione. A dispetto
delle cose che gli stava dicendo non sembrava veramente
arrabbiata
più che altro lui aveva la sensazione
che stesse facendo quella sceneggiata per giustificare o
passare sotto silenzio il fatto che aveva confessato di
trovarlo 'interessante'. Ma questa volta, anziché
riderci sopra, Ryota iniziò a trovare
quell'atteggiamento decisamente irritante. Per quale
motivo non riusciva ad essere sincera con lui ?
"Dovresti pensare che sono innamorato di te !"
le rispose con tono un po' duro.
"E dovresti anche capire che quando, dopo due anni
di attese, finalmente riesco ad ottenere un minimo segno
di incoraggiamento da parte tua, è piuttosto logico che
mi aspetti almeno un po' di sincerità nei miei confronti.
E visto che tu proprio non ci riesci, metterti sotto
pressione mi è sembrato l'unico modo per cercare di
sbloccare questa situazione
insomma Ayako, prima mi
inviti in un posto che sembra fatto apposta per le
coppiette e poi ti lamenti perché ho approfittato di
questa opportunità ! Allora che cosa devo fare ?
Guardarti da lontano fino a quando non avrai deciso di
impegnarti ed accontertarmi dei pochi segni che mi lanci
ogni tanto ? Io ce la sto mettendo tutta per
conquistarti, ma se tu non vuoi essere conquistata allora
dimmelo chiaramente e non pensiamoci più !"
Ayako lo stava fissando con gli occhi sgranati e soltanto
in quel momento Ryota si accorse che la stava tenendo per
le braccia, con il viso ad un centimetro dal suo. Ma
l'espressione della ragazza non era stupita e confusa
solo per quel motivo
era per quello che le aveva
detto. Non le aveva mai parlato così chiaramente e con
tanta fermezza e soprattutto non l'aveva mai messa così
tanto di fronte alla cruda realtà dei suoi confusi
atteggiamenti.
La ragazza abbassò gli occhi e lui la lasciò andare,
mettendosi le mani in tasca. Un pesante silenzio cadde
tra i due e per un po' si sentirono solo i placidi rumori
degli animali notturni intorno a loro e lo scorrere
distante dell'acqua tra le rocce. Poi Ryota ricominciò a
parlare.
"Non capisco Aya
in questi giorni sei stata più
gentile e disponibile con me che in questi ultimi due
anni messi insieme. Mi hai detto che la mia presenza ti
rassicurava. Mi hai descritto come una persona sensibile
con cui ti trovi bene e con cui ti piace parlare. Alla
fine hai anche ammesso di trovarmi interessante. Ho forse
interpretato male queste frasi ? Oppure erano soltanto un
modo per divertirti alle mie spalle ?" chiese, con
la schiena rivolta verso di lei e senza mai voltarsi ad
osservarla. Il suo tono di voce era calmo mentre
continuava il suo discorso, guardando in alto verso i
rami illuminati dalla luce della luna.
"Ho sempre pensato che ti avrei amata per sempre, ma
ora mi sto accorgendo che anche all'amore disinteressato
c'è un limite. Sono solo un uomo Aya
ed ho bisogno
di sapere se sto imboccando una strada che non mi porterà
da nessuna parte, inseguendo un'illusione. Perché se
fosse così, allora dovrei mettermi l'anima in pace e non
vederti più" disse, girandosi finalmente a
guardarla.
Colpita forse da quello sguardo o da quelle parole, Ayako
sussultò come se fosse stata colpita da una frustata ed
abbassò nuovamente gli occhi. Rimase in silenzio per un
po' con la testa china, come una bambina in punizione,
poi un sorriso triste gli si disegnò sulle labbra,
mentre alzava la testa per incontrare il suo sguardo.
"Che razza di ragazza ti sei andato a pescare Ryota
una
stupida ragazzina talmente paurosa dei propri sentimenti
da soffocarli nell'orgoglio pur di non farsi scoprire
credevo
proprio che avessi gusti migliori" tentò di
scherzare e lui sorrise, rilassandosi un poco, avendo
capito subito che lei non aveva intenzione di rifiutarlo.
"Questo fallo decidere a me" rispose,
invitandola a continuare con un cenno del capo. Ayako
sospirò, iniziando a parlare come se stesse pensando a
voce alta.
"Yuki ha perfettamente ragione quando mi dice che
non sono onesta con me stessa
" mormorò, poi
si girò a guardarlo.
"Ed anche tu hai ragione Ryota
non lo sono mai
stata nemmeno con te. Mi dispiace moltissimo che a causa
della mia codardia tu ne abbia sofferto ma, credimi, come
ti ho già detto, non ho mai voluto prenderti in giro o
divertirmi con te. Non è mia abitudine illudere qualcuno
sapendo dei suoi sentimenti. E' solo che
bè,
all'inizio pensavo che fosse normale per te provarci con
ogni ragazza e non prendevo assolutamente sul serio
l'interesse che mi dimostravi. Lo sai che detesto i
playboy
e tu sembravi proprio un degno esponente
della categoria, quindi era normale per me scacciarti,
perché pensavo avessi altre
uhm
consolazioni,
e così
."
"Ah, grazie della considerazione !" disse Ryota
interrompendola e alzando gli occhi al cielo. Ayako gli
lanciò un'occhiataccia .
"Fammi finire, ok ? Quando poi, conoscendoti meglio,
ho capito che non eri quel tipo di ragazzo mi sono
sentita sollevata, ma le tue attenzioni continuarono ad
agitarmi un po', forse perché ora sapevo che c'era
un'intenzione più seria dietro".
"E qui entra in scena il tuo caratteraccio"
disse lui ed Ayako questa volta, anziché arrabbiarsi per
l'interruzione e per il commento poco lusinghiero,
sorrise.
"Già. Perché vedi
sono sempre troppo nervosa
quando in giro ci sei tu e alla fine, non so come, anche
se vorrei parlare tranquillamente con te, finisco sempre
per dirti cose sgradevoli" disse avvicinandosi a lui.
"Stai dicendo che è colpa mia ?" chiese Ryota
con un sorriso, facendo un passo in avanti per
raggiungerla.
"Ecco, lo vedi ? Certo che anche tu sei bravo a
complicare la situazione !" gli rispose lei con
un'espressione tra il divertito e il seccato, ma poi tornò
seria .
"Però Ryota
questo è il mio modo di
comunicare. Lo so che è spiazzante e confuso, ma non
credo che riuscirei mai ad essere dolce e svenevole come
le altre ragazze. E' vero che a volte sono troppo
aggressiva e mi arrabbio per ogni cosa che fai, ma
non
sono mai stata veramente dura nei tuoi confronti, almeno
credo " disse pensierosa e lui le accarezzò il viso.
"No, non l'hai mai fatto. Ma a volte una parolina
d'incoraggiamento serve Aya-chan. Altrimenti
"
iniziò ma lei lo interruppe, prendendogli la mano che le
stava vicino al volto.
"Si, hai ragione. Questo l'ho capito proprio poco fa
non
è giusto pretendere che siano gli altri ad interpretare
come vorremmo le nostre azioni, senza dover intervenire e
senza dover uscire allo scoperto. E' questa mia paura di
espormi che ti ha ferito di più, vero ? E stava ferendo
anche me
senza che me ne accorgessi. Quando, però,
prima mi hai detto che ti saresti messo l'anima in pace e
non mi avresti più vista, mi sono sentita all'improvviso
tremendamente sola al pensiero che non ti avrei avuto più
tra i piedi" disse sorridendo leggermente, poi
sollevò lo sguardo e lo puntò dritto nei suoi occhi.
"Ed ad un tratto ho capito che non volevo lasciarti
andare via " disse finalmente.
Restarono a guardarsi così per un momento, persi nello
sguardo l'uno dell'altra, poi Ryota, con una punta di
malizia, chiese:
"Perché ?"
Ayako, che tutto si aspettava dopo un momento topico come
quello tranne che una domanda così brutale, sbattè un
attimo gli occhi, confusa da quell'improvviso cambiamento
di tono, che aveva portato la conversazione su binari un
po'diversi da quelli che si era immaginata.
"C-come perché ?!?" fece, completamente
spiazzata . Ma gli occhi di Ryota brillavano e lei ebbe
la netta sensazione che stesse per incastrarla nuovamente
in qualche modo.
"Su, avanti dillo
'perché tu mi p
',
forza, lo so che sei capace di farlo !" insistette
lui, che ormai la stava apertamente prendendo in giro .
Ayako diventò di tutti i colori, fino a che la sua
carnagione si stabilizzò su un bel rosso acceso, ma non
ebbe la forza di rifiutarsi.
"
piaci" mugugnò infine a denti stretti,
guardandolo malissimo.
"Cosa ? Non ho capito bene
uhm
allora mi
sa che tutto il bel discorso che mi hai appena fatto non
funziona quando serve
" disse Ryota con una
mano sul mento, mentre studiava da vicino l'espressione
omicida della ragazza.
"E VA BENE !! MI PIACI ! Ti basta così o lo devo
gridare fino a domani mattina ?" esplose lei, dopo
alcuni minuti di silenziosa lotta interna .
Con un urlo selvaggio, che rischiò seriamente di
svegliare tutta la squadra che dormiva a parecchie
centinaia di metri di distanza, Ryota prese in braccio
Ayako e la fece roteare in aria, come se fosse stata
leggera come una piuma. Quando infine la ragazza tornò
tra le sue braccia (un po' stordita in verità), Ayako si
ritrovò sorretta per la schiena in precario equilibrio,
con il viso di lui a due centimetri di distanza dal suo,
in una perfetta posa da locandina di 'Via col Vento'.
"Ed ora che lo hai finalmente ammesso, Aya-chan,
preparati per il bacio più sconvolgente della tua vita"
sussurrò lui con voce profonda, in una mezza imitazione
di Rhett Burtler.
Ma quando era ormai a pochissima distanza dalle sue
labbra, un colpetto ben piazzato sul naso lo fece
indietreggiare. Ayako, con un volantino arrotolato in
mano, come un mini programma degli allenamenti, lo
guardava da sotto in su, sorridendo divertita.
"Facciamo una cosa per volta, ok ?"
Ancora una volta due risate risuonarono sotto il cielo
stellato delle campagne del Mikuni.
CONTINUA...
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