Trasferte, Donne e Guai per lo Shohoku

Salve a tutti !!
Ebbene si, finalmente ce l'ho fatta a scrivere qualcosa di nuovo…e a questo proposito vorrei scusarmi con tutti voi per la lunga attesa. Purtroppo ultimamente sono molto impegnata e i miei ritmi di produzione, già un po' lenti in verità, hanno subìto un vero e proprio tracollo…però spero di farmi perdonare con questo capitolone dedicato ai fan di Ryota e Ayako.
Devo amettere che mi sono lasciata prendere un po' la mano con questi due, dandogli uno spazio maggiore di quello preventivato, ma non ho saputo resistere…come si fa a non interessarsi ai progressi di quel folle di Ryo-chan e di quella testa dura di Ayako ? E' peggio di una telenovela ! Per il prossimo capitolo sui protagonisti 'ufficiali', invece, ci sarà da aspettare un altro pochino, ma sono già al lavoro quindi…abbiate fede ! Vorrei comunque ringraziare Sara e Milena per il sostegno che mi hanno dato e per aver pazientemente sopportato tutte le mie crisi…grazie ragazze, siete insostituibili !!!
E ora…buona lettura ! ^___^


Daniela

Capitolo 24
Una passeggiata nel parco


Mentre il povero Hanamichi subiva la sfuriata del capitano, gli altri due 'fuggitivi' avevano raggiunto la quiete di un boschetto di ciliegi, nella parte più a nord del giardino. In effetti, più che un giardino, il terreno intorno al ryokan era un vero e proprio parco, comprendente un ruscello che usciva dal laghetto e lo attraversava tutto e un'illuminazione composta dalle tradizionali lanterne giapponesi in pietra. La disposizione delle piante, dei sentierini in ghiaia e perfino delle rocce del ruscello era studiatissima e denotava un'infinita pazienza e una grande passione. Naturalmente era il proprietario del ryokan che se ne occupava e la bellezza del risultato rispecchiava pienamente la vita di attenzioni che vi aveva dedicato.
Il sommesso gorgogliare dell'acqua fu però coperto dal rumore di passi affrettati sulla ghiaia e dal suono squillante di una voce femminile quando, ad un tratto, Ayako si fermò in mezzo al sentiero e si lasciò cadere su un sedile di pietra.
"Basta, non ce la faccio più ! Tu sei troppo veloce per me e io non sono abbastanza allenata da riuscire a starti dietro…e poi non credo che Akagi ci seguirebbe fino a questo punto !" protestò, cercando di riprendere fiato. Ma Ryota, per niente convinto delle parole della ragazza, continuò a guardare verso la direzione dalla quale erano venuti con un'espressione preoccupata.
"Scusami Aya, non volevo farti fare questa specie di maratona… ma quando il capitano è in quello stato è capace di tutto ! Non mi sorprenderei di vederlo sbucare da dietro un sasso da un momento all'altro" rispose poi.
Con un'occasione come quella ci sarebbe mancato soltanto che quel gorilla si fosse messo a rompergli le uova nel paniere proprio nel momento meno adatto, quindi era fondamentale assicurarsi di essere veramente solo con lei. Quando però i suoni intorno a loro tornarono ad essere soltanto quelli sommessi e rilassanti dell'acqua tra le rocce, Ryota si rilassò e si sedette accanto ad Ayako concentrando la sua attenzione su di lei. La sua mente infatti iniziò immediatamente a lavorare a pieno ritmo per cercare di dire qualcosa che creasse un'atmosfera adatta, magari qualcosa di romantico che facesse molto effetto…
Sfortunatamente, però, non gli venne in mente nulla.
Era assurdo, perché si era immaginato quella scena talmente tante volte che ormai avrebbe dovuto sapere a memoria almeno una decina di possibili "copioni", invece aveva un vuoto totale in testa. L'immagine di Ayako seduta vicino a lui riempiva tutta la sua visuale e lo faceva sentire strano, confuso ed emozionato. In verità aveva desiderato così tanto quella situazione che adesso gli sembrava ancora un sogno. Cercò di uscire da quello stato di confusione ; doveva cercare di approfittare il più possibile di quell'insperata opportunità… non era quello il momento di perdersi nella contemplazione della sua amata, né tanto meno di farsi bloccare dalla timidezza !
"Questo posto è veramente bello…tu l'avresti detto che il giardino era in realtà un parco così grande ? Io non ne avevo proprio idea" disse guardandosi intorno. Forse era meglio partire con un argomento neutro…aveva la sensazione che se avesse provato ad allungare una mano, Ayako si sarebbe dissolta come una visione.
"Si, lo sapevo…dopotutto sono stata io a scegliere questo posto e ad organizzare tutto, quindi conosco tutte le sue attrattive. Sai che si svolgono anche delle competizioni sui giardini ? Credo che il proprietario ne abbia vinta una per questo" rispose lei.
Ryota fece fatica a reprimere un istintivo sorrisino di soddisfazione. Quindi lei sapeva già di quei sentierini solitari quando era venuta per invitarlo a fare una passeggiata…significava forse che voleva stare da sola con lui ? Sembrava proprio di si, visto l'iniziativa che aveva dimostrato. Però era strano…non avrebbe mai immaginato che Aya fosse stata un tipo così deciso in quelle situazioni. Si rilassò un poco. In quel caso non avrebbe dovuto far altro che aspettare un segnale da parte sua…e allora avrebbe iniziato ad escogitare un piano d'azione.
"Deve averci dedicato tutta la sua vita per ottenere un risultato del genere…in effetti questi alberi hanno proprio l'aria di ricambiare tutto l'amore che gli è stato donato" disse appoggiando la schena al tronco del grosso ciliegio dietro di lui e guardando verso i rami.
Ayako lo guardò, un po' stupita. "E come fai a dire una cosa del genere ? Sei entrato in comunicazione con gli spiriti della natura ?" gli chiese punzecchiandolo.
Lui sorrise lievemente "No, ma basta guardarsi intorno. Non credo che le piante sarebbero così perfette e rigogliose se non avvertissero in qualche modo le vibrazioni positive di chi le cura con tutto il suo cuore. Credo che l'amore verso le piante e la natura sia uno dei sentimenti più alti dell'animo umano, un donare senza chiedere nulla in cambio…e sono sicuro che la risposta a tanta devozione può essere soltanto questa" rispose lentamente, assorto nella contemplazione della fioritura notturna di un rampicante lì vicino.
"E' un pensiero molto bello Ryota"
Il tono sommesso e dolce di Ayako lo fece girare verso di lei e Ryota si riscosse dallo strano attimo di torpore in cui era caduto con aria un po' imbarazzata. Ayako però, vedendolo così confuso, sorrise ancora.
"Mi sembra che tu conosca bene l'argomento. Stavi pensando a qualcuno in particolare ?" chiese poi. Lui sembrò ancora più a disagio e ci mise un po' prima di rispondere.
"Si, a mio nonno" ammise infine "Viveva in una villetta in campagna e aveva una serra con delle piante bellissime. Non so quante volte gliel'ho distrutta allenandomi a palleggiare, ma ogni volta le piante tornavano a fiorire…sembrava lo facessero apposta per lui. Quando è morto non siamo riusciti a farne sopravvivere nemmeno una" disse pensieroso.
"Mi dispiace, dovevi essergli molto affezionato. Quando è stato ?"
"Due mesi fa"
Ryota si diede mentalmente dello stupido. Che cosa diavolo c'entrava la storia di suo nonno in quel momento ? Perché era finito su un argomento del genere ? Va bene che doveva soltanto aspettare, ma così si era distratto un po' troppo ! Voleva cercare di conquistarla e invece stava facendo la figura di un ragazzino in cerca di consolazione ! Si alzò in piedi, irritato con se stesso, e fece qualche passo per calmarsi. Poi fece un gran respiro e si voltò a guardarla sorridendo.
"Scusa Aya, non volevo annoiarti con questi discorsi pallosi. E' solo che…sai quando vedi una cosa e ti viene in mente un'intera valanga di altre cose collegate a quella ? Bè a me è successo più o meno così. Mi ricordo che una volta stavo…" iniziò ma Ayako non lo lasciò finire, interrompendo quell'agitato fiume di parole.
"Ryota" disse e lui si bloccò istantaneamente.
"Uhm…si ?" rispose, deglutendo nervosamente.
"Non mi stavo annoiando. Ci conosciamo da due anni e fino ad un minuto fa non sapevo neanche che tu avessi un nonno a cui eri affezionato. Invece è bello sapere queste cose…è un lato di te che mostri raramente" gli disse lei con un sorriso talmente dolce che lui si sentì quasi mancare.
Ryota rimase completamente spiazzato da quelle parole, tanto che si lasciò nuovamente cadere sul sedile accanto a lei senza dire niente. Ayako…era contenta di sapere… quelle cose ? Era felice del fatto che lui gli avesse confidato i suoi pensieri e i suoi sentimenti per suo nonno ? Aveva sempre pensato che le ragazze fossero maggiormente affascinate da chi si comportava in modo sciolto e sicuro, senza mostrare debolezze…però, ora che ci ripensava, era da quando la conosceva che cercava di conquistarla basandosi su quel principio e cercando di impressionarla con atteggiamenti spavaldi ; i risultati erano stati disastrosi, ma lui non aveva mai pensato che l'errore di fondo potesse essere proprio una cosa del genere. Praticamente era come arrivare in cima ad una ripidissima salita e scoprire di aver sbagliato strada. Il problema era che non aveva nessunissima idea di quale fosse quest'altra strada .
"Bè, non credevo che ti interessasse sapere queste cose" rispose un po' esitante. Cosa doveva fare ? Si sentiva un completo imbecille e quel che era peggio, si stava comportando davanti a lei come uno scolaretto delle elementari. Non poteva sprecare un'occasione del genere non facendo assolutamente niente, ma se essere troppo aggressivi o troppo miti non andava bene, che altro gli rimaneva da fare ? Essere naturale ? Una parola !
"Aya, perché mi hai invitato ?" le chiese di getto. Era inutile farsi tutti quei problemi se prima non si chiariva quel semplice punto. Una volta forse le sarebbe saltato addosso senza pensarci due volte, ma ora voleva capire bene i suoi sentimenti, proprio perché teneva molto a lei. Aveva già capito che c'era qualcosa di diverso nell'aria e adesso voleva sapere quanto fosse reale la possibilità di iniziare qualcosa di concreto : se quell'incontro era stato pensato soltanto per divertirsi un po' alle sue spalle, allora avrebbe potuto comportarsi nel solito modo scanzonato, ma se lei si aspettava un risultato diverso…
Per la prima volta, da quando erano arrivati, Ayako sembrò essere seriamente imbarazzata. La domanda doveva averla colta di sopresa e questa volta fu il suo turno di alzarsi dal sedile ed osservare con troppa attenzione un ramoscello sopra la sua testa.
"Non lo so, Ryota. Devi credermi…non l'ho fatto per…per prenderti in giro o cose del genere. E' solo che volevo chiaccherare un po' con te, tutto qui" terminò a voce bassissima.
Una risposta così evasiva, però, non risolse i dubbi di Ryota, anche se lui sapeva bene che Ayako, quando ci si metteva, sapeva essere l'incarnazione della vaghezza.
"Scusami se insisto, ma non riesco ancora a capire…perché proprio adesso ? Dopo tutte le volte che ti ho invitato ad uscire per conoscerci meglio e che tu hai rifiutato, perché ora ?"
"Bè, se ti dispiace tanto possiamo finirla subito, questa tortura" rispose lei con una punta di acidità nella voce, incrociando le braccia con fare battagliero e Ryota sorrise. Quella era proprio la sua amata Ayako, sempre pronta alla baruffa. Strano che non si fosse portata dietro il suo inseparabile programma degli allenamenti per picchiarlo in caso di necessità.
"No, alt, frena" disse materializzandosi accanto a lei nel timore che se ne andasse. "non ho detto che non sono felice di questa cosa, anzi. Sai troppo bene quello che provo per te per poter pensare una cosa simile" le disse guardandola con un sorriso. Ma i suoi occhi erano seri e Ayako arrossì sotto quello sguardo.
"E' solo che…" iniziò lui, interrompendosi subito dopo per cercare le parole giuste. Fu molto tentato di ricordarle che solo il giorno prima in palestra aveva ammesso di non essere così sfavorevole alle sue attenzioni, ma gli sembrò un po' troppo presuntuoso in un momento del genere. "…vorrei soltanto sapere se è cambiato qualcosa" disse alla fine, preferendo prendere la cosa alla larga.
Ayako distolse gli occhi da lui, pensierosa, e si allontanò di qualche passo. Con le mani intrecciate dietro la schiena, come una bambina timida, gli diede le spalle.
"Si, qualcosa è cambiato" rispose guardando altrove. "Tu sei cambiato. Anche se rimani sempre un attagabrighe spaccone e presuntuoso, ora hai anche una sensibilità e una maturità che prima non avevi. Forse è soltanto perché sto imparando a conoscerti meglio, ma mi sto accorgendo che c'è del buono dietro tutti quei tuoi insulsi ragionamenti e forse varrebbe la pena di tentare di tirarlo fuori da quella testaccia dura. In fondo, quando non fai l'idiota, non sei poi così tanto male… " disse, pronunciando quelle ultime parole con un tono di voce talmente basso che lui credette quasi di averle sognate.
Seguì un momento di silenzio assoluto, durante il quale Ryota non riuscì quasi neanche a respirare dalla sorpresa. Il suo cervello si era clamorosamente ingrippato per lo shock, ma quando alla fine riprese a fare il suo dovere, una risata riecheggiò nel silenzioso paesaggio notturno del parco.
"Aya-chan sei incredibile ! Solo tu riesci a mischiare le carte così bene da non far capire se stai insultando o adulando una persona !" rise lui avvicinandosi e Ayako gli lanciò un'occhiataccia. Fece per ribattere ma Ryota le prese il mento, guardandola intensamente, e la frase piccata le morì sulle labbra.
"E soprattutto sei l'unica che riesce a mascherare così bene un'ammissione di interesse" aggiunse poi con un tono più caldo, avvicinando sempre di più i loro visi.
"Quale interesse ?" scattò lei in risposta, realizzando troppo tardi di avergli concesso qualcosa di più del beneficio del dubbio. Nelle sue intenzioni quella domanda avrebbe dovuto essere un valido tentativo di fuga, ma il risultato fu seriamente compromesso dal fatto che non riuscì a dirlo con la giusta convinzione.
Lui sorrise di nuovo e Ayako iniziò a sentirsi girare un po' la testa.
"Andiamo Aya…come tu stai imparando a conoscermi anche io sto facendo lo stesso con te, quindi non cercare di sviarmi. Hai appena detto che mi consideri una persona interessante e sensibile e che stai bene insieme a me quando ci troviamo da soli. Se questa non è una prova della tua attrazione verso di me, che cos'altro potrebbe essere ?" chiese con una punta di malizia nella voce.
"Attrazione ? Chi ha parlato di attrazione ? Stai interpretando male come al solito ! Io volevo solo dire che…bè…sei migliorato come persona e…ehm…sono contenta per te. La nostra amicizia ne trarrà sicuramente dei vantaggi" rispose Ayako un po' nervosamente. Per sfuggire alla vicinanza con Ryota era indietreggiata sempre di più, ma ora che aveva toccato con la schiena un tronco d'albero si era accorta che non era stata affatto una buona idea. Adesso si trovava ancora più in trappola di prima e la cosa la innervosiva parecchio…anche perché l'esitante risposta che gli aveva dato non conteneva un grammo di verità.
E lui lo sapeva benissimo.
"Amicizia, eh ? Non provi nessuna attrazione per me, vero ? Neanche un pochino. Quindi se ti dovessi baciare adesso tu rimarresti perfettamente indifferente…" disse avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra. Ormai, stretta tra il suo corpo e il tronco d'albero, lei non avrebbe potuto più sfuggirgli e Ryota sfruttò quella posizione di predominio per tentare il tutto per tutto.
Ayako lo stava guardando con gli occhi sgranati e lui intuì che dentro di se stava combattendo una silenziosa battaglia tra l'incredulità, la certezza che non avrebbe osato e la sicurezza che ora vedeva nei suoi occhi. Alla fine però, quando finalmente comprese che lui non stava scherzando e stava veramente per baciarla, si fece prendere dal panico.
"Ryota !"
"Si ?" rispose lui continuando a restare ad un centimetro dalla sua bocca, per niente turbato dal tono per metà allarmato e per metà stupito con cui Ayako l'aveva chiamato.
"Io…va bene, hai vinto ! Ammetto che…ultimamente ti sto trovando più…interessante" disse con fatica lei con le guance in fiamme e il respiro corto. Sembrava piuttosto turbata e Ryota lo constatò con una certa sorpresa, perchè non avrebbe mai immaginato che il suo stratagemma avesse potuto funzionare veramente.
Lui sorrise e si allontanò di un passo da lei, lasciandola libera. In realtà era stato solo un bluff, una di quelle abili finte che così tante volte sul campo gli avevano permesso di vincere un contrasto con un altro giocatore : quasi senza pensare aveva applicato quel metodo anche con lei, ma in verità non avrebbe mai potuto o voluto approfittare di quella situazione per strapparle un bacio, perchè in quel modo non avrebbe avuto alcun valore. Ma voleva che almeno lei si rendesse perfettamente conto dei suoi sentimenti.
Effettivamente non avrebbe mai immaginato di riuscire ad essere così disinvolto in una situazione come quella… specialmente sopo il blocco di timidezza allucinante che gli era venuto all'inizio. Quando, però, Aya gli aveva detto che 'in fondo non era poi così male', lui aveva finalmente realizzato che lei ora lo stava guardando con occhi diversi e tutta la tensione e l'insicurezza se ne erano andate come per magia . Così, scacciati tutti quegli inutili timori, gli era rimasto in testa solo il fermo proposito di farle ammettere che qualcosa c'era. Dopotutto era stata proprio quella frase a dargli il segnale che stava aspettando fin dall'inizio di quell'incontro… e poiché la conosceva molto bene, sapeva anche che l'unico modo per ottenere una risposta chiara era quello di metterla sotto pressione, anche se la cosa contrastava con la precedente decisione di cercare di conquistarla con metodi meno violenti.
"Non preoccuparti Aya, non avevo intenzione di forzarti a fare una cosa che non vuoi…anche se in effetti non sono molto convinto che tu non lo voglia veramente" disse con un sorriso assassino ad una sempre più frastornata Ayako.
"Che ne dici di rientrare, ora ? Scommetto che quel Gorilla starà facendo la ronda davanti alla mia camera solo per il gusto di beccarmi in ritardo !" fece, stiracchiandosi con indolenza.
Ma Ayako, recuperata la completa padronanza di se, non sembrava disposta a chiudere in quel modo la serata.
"Ryota Miyagi ! Come diavolo hai potuto approfittare in quel modo dell'attimo di debolezza di una ragazza ? Soltanto una specie di mostro avrebbe…' iniziò con fare battagliero, ma lui la interruppe, sospirando.
"…fatto cosa ? Ti avrebbe baciato contro la tua volontà ? Ti avrebbe messo le mani addosso ? Non mi risulta di aver fatto qualcosa del genere" disse con una punta di ironia nella voce . Aveva immaginato che lei avrebbe reagito in qualche modo alla pressione che le aveva fatto, ma non aveva previsto che se la prendesse talmente tanto da aver voglia di litigare .
"Mi hai praticamente estorto una…bè…quello che ho detto ! Che cosa sarebbe questa…una specie di tattica ? Prima reciti la parte dell'introspettivo assorto nella contemplazione della natura e poi mi stringi contro un albero solo per il gusto di mettermi in imbarazzo…che cosa dovrei pensare, secondo te ?" rispose Ayako incrociando le braccia e guardando da un'altra parte. Approfittando di quel movimento Ryota la osservò meglio, studiando la sua espressione. A dispetto delle cose che gli stava dicendo non sembrava veramente arrabbiata…più che altro lui aveva la sensazione che stesse facendo quella sceneggiata per giustificare o passare sotto silenzio il fatto che aveva confessato di trovarlo 'interessante'. Ma questa volta, anziché riderci sopra, Ryota iniziò a trovare quell'atteggiamento decisamente irritante. Per quale motivo non riusciva ad essere sincera con lui ?
"Dovresti pensare che sono innamorato di te !" le rispose con tono un po' duro.
"E dovresti anche capire che quando, dopo due anni di attese, finalmente riesco ad ottenere un minimo segno di incoraggiamento da parte tua, è piuttosto logico che mi aspetti almeno un po' di sincerità nei miei confronti. E visto che tu proprio non ci riesci, metterti sotto pressione mi è sembrato l'unico modo per cercare di sbloccare questa situazione… insomma Ayako, prima mi inviti in un posto che sembra fatto apposta per le coppiette e poi ti lamenti perché ho approfittato di questa opportunità ! Allora che cosa devo fare ? Guardarti da lontano fino a quando non avrai deciso di impegnarti ed accontertarmi dei pochi segni che mi lanci ogni tanto ? Io ce la sto mettendo tutta per conquistarti, ma se tu non vuoi essere conquistata allora dimmelo chiaramente e non pensiamoci più !"
Ayako lo stava fissando con gli occhi sgranati e soltanto in quel momento Ryota si accorse che la stava tenendo per le braccia, con il viso ad un centimetro dal suo. Ma l'espressione della ragazza non era stupita e confusa solo per quel motivo…era per quello che le aveva detto. Non le aveva mai parlato così chiaramente e con tanta fermezza e soprattutto non l'aveva mai messa così tanto di fronte alla cruda realtà dei suoi confusi atteggiamenti.
La ragazza abbassò gli occhi e lui la lasciò andare, mettendosi le mani in tasca. Un pesante silenzio cadde tra i due e per un po' si sentirono solo i placidi rumori degli animali notturni intorno a loro e lo scorrere distante dell'acqua tra le rocce. Poi Ryota ricominciò a parlare.
"Non capisco Aya…in questi giorni sei stata più gentile e disponibile con me che in questi ultimi due anni messi insieme. Mi hai detto che la mia presenza ti rassicurava. Mi hai descritto come una persona sensibile con cui ti trovi bene e con cui ti piace parlare. Alla fine hai anche ammesso di trovarmi interessante. Ho forse interpretato male queste frasi ? Oppure erano soltanto un modo per divertirti alle mie spalle ?" chiese, con la schiena rivolta verso di lei e senza mai voltarsi ad osservarla. Il suo tono di voce era calmo mentre continuava il suo discorso, guardando in alto verso i rami illuminati dalla luce della luna.
"Ho sempre pensato che ti avrei amata per sempre, ma ora mi sto accorgendo che anche all'amore disinteressato c'è un limite. Sono solo un uomo Aya…ed ho bisogno di sapere se sto imboccando una strada che non mi porterà da nessuna parte, inseguendo un'illusione. Perché se fosse così, allora dovrei mettermi l'anima in pace e non vederti più" disse, girandosi finalmente a guardarla.
Colpita forse da quello sguardo o da quelle parole, Ayako sussultò come se fosse stata colpita da una frustata ed abbassò nuovamente gli occhi. Rimase in silenzio per un po' con la testa china, come una bambina in punizione, poi un sorriso triste gli si disegnò sulle labbra, mentre alzava la testa per incontrare il suo sguardo.
"Che razza di ragazza ti sei andato a pescare Ryota…una stupida ragazzina talmente paurosa dei propri sentimenti da soffocarli nell'orgoglio pur di non farsi scoprire…credevo proprio che avessi gusti migliori" tentò di scherzare e lui sorrise, rilassandosi un poco, avendo capito subito che lei non aveva intenzione di rifiutarlo.
"Questo fallo decidere a me" rispose, invitandola a continuare con un cenno del capo. Ayako sospirò, iniziando a parlare come se stesse pensando a voce alta.
"Yuki ha perfettamente ragione quando mi dice che non sono onesta con me stessa…" mormorò, poi si girò a guardarlo.
"Ed anche tu hai ragione Ryota…non lo sono mai stata nemmeno con te. Mi dispiace moltissimo che a causa della mia codardia tu ne abbia sofferto ma, credimi, come ti ho già detto, non ho mai voluto prenderti in giro o divertirmi con te. Non è mia abitudine illudere qualcuno sapendo dei suoi sentimenti. E' solo che…bè, all'inizio pensavo che fosse normale per te provarci con ogni ragazza e non prendevo assolutamente sul serio l'interesse che mi dimostravi. Lo sai che detesto i playboy…e tu sembravi proprio un degno esponente della categoria, quindi era normale per me scacciarti, perché pensavo avessi altre…uhm…consolazioni, e così…."
"Ah, grazie della considerazione !" disse Ryota interrompendola e alzando gli occhi al cielo. Ayako gli lanciò un'occhiataccia .
"Fammi finire, ok ? Quando poi, conoscendoti meglio, ho capito che non eri quel tipo di ragazzo mi sono sentita sollevata, ma le tue attenzioni continuarono ad agitarmi un po', forse perché ora sapevo che c'era un'intenzione più seria dietro".
"E qui entra in scena il tuo caratteraccio" disse lui ed Ayako questa volta, anziché arrabbiarsi per l'interruzione e per il commento poco lusinghiero, sorrise.
"Già. Perché vedi…sono sempre troppo nervosa quando in giro ci sei tu e alla fine, non so come, anche se vorrei parlare tranquillamente con te, finisco sempre per dirti cose sgradevoli" disse avvicinandosi a lui.
"Stai dicendo che è colpa mia ?" chiese Ryota con un sorriso, facendo un passo in avanti per raggiungerla.
"Ecco, lo vedi ? Certo che anche tu sei bravo a complicare la situazione !" gli rispose lei con un'espressione tra il divertito e il seccato, ma poi tornò seria .
"Però Ryota…questo è il mio modo di comunicare. Lo so che è spiazzante e confuso, ma non credo che riuscirei mai ad essere dolce e svenevole come le altre ragazze. E' vero che a volte sono troppo aggressiva e mi arrabbio per ogni cosa che fai, ma…non sono mai stata veramente dura nei tuoi confronti, almeno credo " disse pensierosa e lui le accarezzò il viso.
"No, non l'hai mai fatto. Ma a volte una parolina d'incoraggiamento serve Aya-chan. Altrimenti…" iniziò ma lei lo interruppe, prendendogli la mano che le stava vicino al volto.
"Si, hai ragione. Questo l'ho capito proprio poco fa…non è giusto pretendere che siano gli altri ad interpretare come vorremmo le nostre azioni, senza dover intervenire e senza dover uscire allo scoperto. E' questa mia paura di espormi che ti ha ferito di più, vero ? E stava ferendo anche me…senza che me ne accorgessi. Quando, però, prima mi hai detto che ti saresti messo l'anima in pace e non mi avresti più vista, mi sono sentita all'improvviso tremendamente sola al pensiero che non ti avrei avuto più tra i piedi" disse sorridendo leggermente, poi sollevò lo sguardo e lo puntò dritto nei suoi occhi.
"Ed ad un tratto ho capito che non volevo lasciarti andare via " disse finalmente.
Restarono a guardarsi così per un momento, persi nello sguardo l'uno dell'altra, poi Ryota, con una punta di malizia, chiese:
"Perché ?"
Ayako, che tutto si aspettava dopo un momento topico come quello tranne che una domanda così brutale, sbattè un attimo gli occhi, confusa da quell'improvviso cambiamento di tono, che aveva portato la conversazione su binari un po'diversi da quelli che si era immaginata.
"C-come perché ?!?" fece, completamente spiazzata . Ma gli occhi di Ryota brillavano e lei ebbe la netta sensazione che stesse per incastrarla nuovamente in qualche modo.
"Su, avanti dillo… 'perché tu mi p…', forza, lo so che sei capace di farlo !" insistette lui, che ormai la stava apertamente prendendo in giro . Ayako diventò di tutti i colori, fino a che la sua carnagione si stabilizzò su un bel rosso acceso, ma non ebbe la forza di rifiutarsi.
"…piaci" mugugnò infine a denti stretti, guardandolo malissimo.
"Cosa ? Non ho capito bene…uhm…allora mi sa che tutto il bel discorso che mi hai appena fatto non funziona quando serve…" disse Ryota con una mano sul mento, mentre studiava da vicino l'espressione omicida della ragazza.
"E VA BENE !! MI PIACI ! Ti basta così o lo devo gridare fino a domani mattina ?" esplose lei, dopo alcuni minuti di silenziosa lotta interna .
Con un urlo selvaggio, che rischiò seriamente di svegliare tutta la squadra che dormiva a parecchie centinaia di metri di distanza, Ryota prese in braccio Ayako e la fece roteare in aria, come se fosse stata leggera come una piuma. Quando infine la ragazza tornò tra le sue braccia (un po' stordita in verità), Ayako si ritrovò sorretta per la schiena in precario equilibrio, con il viso di lui a due centimetri di distanza dal suo, in una perfetta posa da locandina di 'Via col Vento'.
"Ed ora che lo hai finalmente ammesso, Aya-chan, preparati per il bacio più sconvolgente della tua vita" sussurrò lui con voce profonda, in una mezza imitazione di Rhett Burtler.
Ma quando era ormai a pochissima distanza dalle sue labbra, un colpetto ben piazzato sul naso lo fece indietreggiare. Ayako, con un volantino arrotolato in mano, come un mini programma degli allenamenti, lo guardava da sotto in su, sorridendo divertita.
"Facciamo una cosa per volta, ok ?"
Ancora una volta due risate risuonarono sotto il cielo stellato delle campagne del Mikuni.

CONTINUA...