Trasferte, Donne e Guai per lo
Shohoku
Capitolo 19
Hanamichi alla riscossa
Naturalmente anche Haruko aveva i suoi
problemi nell'avvicinare Hanamichi : non tanto per
l'imbarazzo di parlare con lui - dopotutto ci aveva
sempre chiaccherato molto volentieri - quanto per lo
strano effetto che le parole di Ayako le avevano fatto la
sera prima.
Hanamichi era venuto solo per lei ? Doveva accorgersi
dell'affetto di persone che le erano sempre accanto?
Questi pensieri avevano continuato a girarle per la testa
durante tutta la notte e l'avevano confusa tanto. Lei non
aveva mai pensato di poter interessare a qualcuno
si riteneva troppo timida e impacciata per poter attirare
l'attenzione di un ragazzo, specialmente di uno come
Rukawa che aveva schiere di fans agguerritissime. Ma
forse
forse in tutto quel tempo si era sbagliata,
continuando a sognare cose impossibili senza pensare ad
alternative più semplici. Se davvero le cose stavano
come avevano detto Ayako e Yuki
ma come avrebbe
potuto capirlo ? Era sempre stata così imbranata in
quelle situazioni ! Decise di non stare a pensarci
troppo, l'importante era fare qualcosa e così si mise in
fila insieme agli altri per ricevere il pranzo. Mentre
era in fila cercò con gli occhi Rukawa e lo trovò quasi
subito, esattamente nel posto dove si aspettava di
trovarlo : in un angolo della palestra dove non c'era
nessuno. Aveva finito già di mangiare e adesso stava
contemplando il cielo azzurro fuori dalla finestra.
Haruko sospirò. Era dalle medie che sperava che
accadesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma non era mai
cambiato nulla : lui continuava la sua vita e la sua
brillante carriera da sportivo e lei
lei continuava
ad amarlo da lontano, anno dopo anno. E in tutto quel
tempo non era mai riuscita a fare in modo che quella
situazione si sbloccasse. Scosse la testa. Forse Ayako
aveva ragione : stava perdendo tempo continuando a
coltivare quella sterile sparanza
se voleva essere
felice doveva avere il coraggio di tentare nuove strade e
forse proprio una di queste le si stava aprendo davanti
in quel momento. Non sapeva se fosse veramente quella
giusta ma a quel punto valeva la pena di tentare . Così,
quando venne il suo turno di ricevere il pranzo e uscì
dalla fila osservò cosa facevano Yuki e Ayako : entrambe
si erano dirette verso il proprio 'salvatore' e avevano
cominciato a mangiare insieme a lui e Ayako decise di
fare lo stesso. Doveva solo capire dove si era cacciato
Hanamichi
"Ehm
Haruko ?".
Lei sobbalzò per la sorpresa, girandosi verso la voce
che l'aveva chiamata e si trovò davanti proprio
Hanamichi, che stringeva il suo pranzo tra le mani con
aria piuttosto concentrata.
"V
volevo chiederti se ti va di
"
iniziò esitante ma Haruko non lo lasciò finire.
"Pranzare con te ? Ma certo ! Vieni cerchiamo un
angolo tranquillo" disse prendendolo per un braccio
e dirigendosi verso un punto della palestra quasi deserto.
Era l'angolo esattamente opposto da dove si trovava
Rukawa.
"Huh ? Cosa ?" riuscì solamente ad articolare
Hanamichi, completamente spiazzato da quel comportamento
che fino a quel momento aveva soltanto sognato, ma Haruko
sembrò non fare caso alla sua confusione e si sedette
tranquillamente a terra, sorridendo.
"Accidenti, hai visto quanto è concentrato mio
fratello ? E' una partita particolarmente difficile
quella di domani ? Sembra proprio di si da come vi sta
spremendo ! Ma
cosa stai facendo ?" chiese
tutto d'un fiato ad Hanamichi, il quale non si era ancora
ripreso dallo stupore e stava ripetutamente dandosi
pizzicotti per assicurarsi di essere sveglio.
"Cos
ah niente, non farci caso. Comunque la
partita di domani sarà uno scherzo. Con me nella squadra
la vittoria è assicurata ! Hai visto che bei passaggi
che riesco a fare ora ?" rispose Hanamichi mettendo
su le penne come un galletto. "Peccato che il Gor
ehm
tuo
fratello, non sia mai contento
come al solito ci sta
facendo sudare come se fosse la finale dell'NBA !"
continuò poi e Haruko sgranò gli occhi.
"Davvero è sempre così prima delle partite ?"
chiese stupita e lui assentì.
"A volte è anche peggio" bofonchiò,
ripensando a tutti gli allenamenti speciali che il
capitano gli aveva imposto di fare, ma subito dopo si
riprese. "Ma a me non pesa affatto, credimi. In
quanto grande atleta sono perfettamente in grado di
sopportare questo ed altro !" disse poi per cercare
di aggirare il fatto che si stesse effettivamente
lamentando.
Haruko però sembrava un po' distratta. Infatti stava
osservando quello che stava facendo Yuki per poter trarre
qualche modello di comportamento : anche se in fondo non
aveva bisogno di suggerimenti esterni per parlare ad
Hanamichi, era comunque un po' nervosa, sempre per via di
tutti i discorsi di Ayako. E poi rimaneva da affrontare
il famoso discorso dei ringraziamenti
come avrebbe
potuto chiedergli se lui era veramente venuto apposta per
lei ? Più ci pensava, più non riusciva a trovare una
soluzione. Non era certo una cosa da buttargli là come
niente fosse
"Ehm
Haruko, c'è qualcosa che non va ?"
La domanda esitante di Hanamichi la riportò bruscamente
alla realtà e Haruko si rese conto che tutti i suoi
diverbi mentali le avevano fatto passare troppo tempo in
silenzio.
"Ah
scusa ! Mi ero distratta un attimo a
pensare
e mi sono ricordata che volevo farti una
domanda" rispose sorridendo.
Il cuore di Hanamichi, a quella frase, perse un battito.
"Si ?" fece, cercando di assumere l'espressione
più calma possibile.
"Ti va di mangiare anche il mio riso ? Io non credo
proprio di riuscire a mangiarlo tutto e visto che gli
allenamenti sono così intensi
" fece lei
porgendogli il suo cestino del pranzo.
Hanamichi si diede mentalmente dell'idiota e accettò con
molto entusiasmo l'offerta della ragazza. In fondo, anche
se con quella premessa si era aspettato ben altro, Haruko
era sempre così dolce e gentile con lui
si
preoccupava anche della sua salute !
Osservandolo mangiare Haruko si rilassò un poco. Quello
era sempre il solito Hanamichi, allegro e mangione. Non
doveva pensare troppo a quello che sarebbe potuto
accadere
se qualcosa c'era, un giorno
sarebbe venuto alla luce e quel giorno ci avrebbe pensato
meglio. Ma per il momento avrebbe continuato così,
magari solo con un pizzico di attenzione in più verso
certi particolari, senza inutili timori.
"Volevo anche ringraziarti per ieri sera, Hanamici,
anche da parte di Ayako e Yuki. Siete stati davvero
grandiosi !" disse poi, guardandolo
Hanamichi rimase per un attimo paralizzato, poi,
finalmente, tutta la voglia di fare la sua bella figura
da grande eroe davanti a lei trovò soddisfazione.
"BWA, HA HA ! Ma che dici
erano solo dei poveri
idioti ! Avrei potuto tranquillamente batterli da solo,
ma sai
Ryota e gli altri ci tenevano così tanto a
fare bella figura !" disse, mettendosi in posa
plastica, con tanto di sorrisino magnanimo.
"E poi, Haruko, sappi che se un giorno ti troverai
ancora nei guai, io sarò lì a proteggerti !"
aggiunse. Sprizzava soddisfazione da tutti i pori e vari
ragazzi si voltarono a guardarlo, scuotendo la testa. Ma
ormai il "Sakuragi Show" era iniziato e nessuno
avrebbe più potuto fermarlo.
O quasi.
"Da questo momento il mio nome sarà Sakuragi il
Giustiziere, protettore delle fanciulle in difficoltà
e castigatore di loschi figuri ! E tu, Haruko, potrai
sempre contare su di
uh ?"
Un'ombra minacciosa interruppe il bel monologo del
novello supereroe e Hanamichi - sempre in posa plastica -
si girò lentamente per osservare cosa accadeva alle sue
spalle. L'ombra naturalmente apparteneva al capitano, ma
la sua espressione, oltre che essere arrabbiata, aveva
qualcosa di strano.
Sembrava si stesse trattenendo a fatica dallo scoppiare a
ridere.
Gettando un'occhiata anche agli altri Hanamichi vide che
erano tutti nella stessa condizione, anzi, pure peggio.
Alcuni stavano già lacrimando dalle risate .
"Bè, che ho detto ?" fece, girandosi e
incrociando le braccia.
L'intera palestra scoppiò di botto in una risata
roboante che, amplificata dalle pareti insonorizzate,
risuonò ancora più forte nelle orecchie del 'povero'
Hanamichi, che iniziò a considerare l'idea di essersi
allargato un po' troppo. Naturalmente quel pensiero, dopo
un fugace e timido passaggio nella sua mente, venne
subito spazzato via da un'ondata di furia e lui, rosso
come un peperone e con un'espressione tetra, iniziò
immediatamente a difendere la sua posizione.
"Ehi, come vi permettete ? State prendendo in giro
il vostro giocatore più indispensabile, per caso ? Colui
che
" iniziò ma Akagi, dopo essersi ripreso a
fatica e asciugandosi ancora le lacrime, lo interruppe.
"Salva le damigelle in pericolo ? Castiga i loschi
figuri ? Si, mi sa che è proprio lui . Comunque su una
cosa hai ragione, Sakuragi, sei proprio un giocatore
insostituibile : come buffone non hai rivali !"
terminò dandogli una poderosa pacca sulla spalla e
scoppiando ancora a ridere, imitato da tutti gli altri.
"Ma
" fece ancora Hanamichi, ma ancora una
volta il capitano non lo lasciò parlare.
"Forza, Giustiziere, al lavoro ! Muovi quel
tuo eroico didietro e vai ad allenarti insieme agli altri
!" ordinò e lui, mugugnando, cominciò ad avviarsi
verso il campo.
Ma dopo pochi passi, Haruko lo raggiunse.
"Non te la prendere, Hanamichi ! Sono sicura che mio
fratello ti apprezza più di chiunque altro, solo che ha
uno strano modo di dimostrartelo. E comunque, grazie
ancora
è bello sapere di avere qualcuno su cui
contare." disse sorridendo appoggiando una mano
sulla sua e stringendogliela leggermente.
"Bè, ora è meglio che vai a raggiungere gli altri.
Ciao e impegnati nell'allenamento !" disse
allontandosi e salutandolo con la mano.
Hanamichi però, rimase fermo in quel punto come una
statua di marmo.
Una piccola, minuscola lacrima di commozione gli solcò
il viso. Quel sorriso
quelle parole
quella
piccola ma significativa stretta di mano
volevano
forse dire che Haruko stava iniziando ad interessarsi a
lui ? Che c'era una possibilità ?
"YA-HOO, ragazzi ! Fuoco alle polveri ! Domani LI
DOBBIAMO STRACCIARE quei tizi, parola di Hanamichi
Sakuragi !" urlò entrando di corsa in campo. Haruko
gli aveva dato una tale carica con la dolcezza del suo
sorriso che lui avrebbe mosso mari e monti per non
deluderla.
"Chi, il Giustiziere ?" gli chiese
provocatoriamente Ryota con finto stupore e lui sorrise.
"Deficiente" rispose e l'altro gli ribattè con
lo stesso tono :
"Esibizionista"
Si scambiarono un'occhiata sorridendo e si capirono al
volo.
Per entrambi quei 'ringraziamenti' erano stati l'inizio
di qualcosa che fino a quel momento avevano soltanto
sognato.
CONTINUA...
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