Trasferte, Donne e Guai per lo Shohoku

Capitolo 14
Offerta di pace


Quando la porta della camera si chiuse dietro di loro - o meglio quando Akagi, incurante delle loro tetre espressioni e delle proteste di Hanamichi, la chiuse - Ryota e Mitsui rimasero a fissarsi in cagnesco al centro della stanza.
"Non ci posso credere…dormire con te ! Akagi questa volta ha proprio passato il limite ! Come diavolo si permette di fare una cosa del genere ?" sbottò il secondo con aria oltraggiata e Ryota sbuffò.
"Se lo permette eccome ! E ora piantala di brontolare…non ho intenzione di passare la notte a sentire i tuoi lamenti !" gli disse posando la sua roba vicino ad una finestra e aprendo l'armadio per tirare fuori un futon *.
"Ti ricordo che è colpa tua se ci troviamo in questo stato, quindi faccio quello che mi pare…" rispose poco diplomaticamente Mitsui. A quelle parole Ryota gli si piazzò davanti e i due si fronteggiarono nuovamente, pronti per continuare lo scontro iniziato poco prima. Quando la tensione sembrò raggiungere il culmine però, Mitsui tutto d'un tratto si tirò indietro e si rilassò impercettibilmente, voltando le spalle all'altro.
"Tks. Sarebbe inutile. Scommetto che quel gorilla starà con l'orecchio attaccato al muro, pronto per beccarci sul fatto !" mugugnò, chinandosi a sistemare le proprie cose.
Dopo un attimo di stupore anche Ryota si rilassò un po'.
"Già. Magari non ci butta fuori dalla squadra, ma sarebbe capace di non farci giocare dopodomani…quel bestione ha il coltello dalla parte del manico" rispose poi.
Per un po' nessuno dei due fiatò mentre, ignorandosi a vicenda, si preparavano per la notte. Poi Ryota, che non era certo il tipo capace di restarsene zitto per più di venti minuti, pur di spezzare quel noiosissimo silenzio decise di piantarla con quello stupido atteggiamento e di cercare di far conversazione.
Per farlo però, era necessario ritornare su alcune sue posizioni. Ripensando a quello che era stato il suo rapporto con Mitsui fino a quel momento, Ryota comprese che, in effetti, Akagi aveva ragione : era ora di sotterrare l'ascia di guerra. Dato che il commento infelice sul passato da teppista del compagno era partito da lui, era pure logico che i tentativi di pacificazione fossero a carico suo. Così Ryota inghiottì l'orgoglio e si rivolse a Mitsui per cercare di sistemare le cose tra loro una volta per tutte. Al diavolo, almeno lui ci provava !
"Ehi, Mitchi, mi dispiace per prima. Non volevo paragonarti a quegli scarti umani là fuori" disse e Mitsui si girò a guardarlo con un'espressione sinceramente stupita dipinta sul viso. L'ultima cosa che si sarebbe aspettato da Ryota in quel momento, infatti, era che lui si scusasse e in un attimo una serie di emozioni gli passarono negli occhi : sorpresa, sospetto, rabbia e infine ironia. Le cose erano tre : o qualcuno gli aveva dato un pugno un po' troppo forte, rendendolo momentaneamente scemo, o stava cercando di prenderlo in giro, oppure quell'offerta di pace era sincera. Riflettendoci un attimo quell'ultima cosa gli sembrava un po' assurda, ma dato che non aveva voglia di continuare a litigare, decise di provare a fidarsi. Se non altro per vedere come sarebbe continuata la faccenda.
"Ti ringrazio di aver notato la differenza." rispose con tono brusco.
Nonostante le sue buone intenzioni, quel commento gli era uscito un po' troppo sarcastico, così Mitsui cercò di alleggerire l'atmosfera cambiando argomento.
"Oltretutto io non ho mai fatto cose del genere. Circondare in sette tre ragazze…bah ! Quegli idioti dovevano proprio essere disperati" disse e Ryota lo guardò stupito.
"Davvero non hai mai infastidito le ragazze ? Pensavo che con un tipo come Tetsuo…" cominciò interrompendosi poi a metà frase e dandosi mentalmente dello stupido. Come diavolo gli era venuto in mente di fargli una domanda come quella, proprio quando stava cercando di fare una normale conversazione ? Infatti, come era ovvio, l'accenno al teppista di cui una volta era amico, rese Mitsui estremamente nervoso.
"Io non sono mai stato come lui e non ero certo il suo schiavetto ! Se non volevo fare una cosa, non la facevo e basta !" disse con tono tagliente e Ryota si affrettò a dargli ragione.
"Ehm…certo, certo…" fece, poi tentò di riprendersi "Allora sei venuto con noi solo per questo ? Perché ti danno fastidio quelli che fanno così ?" chiese.
Mitsui questa volta lo guardò con aperta diffidenza.
"Perché, a te sono simpatici ? Che razza di domande mi fai ? Dove vuoi arrivare ?"
"Non è che l'hai fatto perché c'era anche quella ragazza…come si chiama ? Miki ?"
Di fronte a quella precisa domanda, che lo toccava proprio sul vivo, Mitsui si chiuse a riccio.
"Yuki. E comunque non sono affari tuoi ! Da quando in qua sei così in confidenza con me da potermi fare domande simili ?" rispose brusco e Ryota decise di tentare il tutto per tutto.
"Oh, andiamo Mitchi, che ne dici di seppellire l'ascia di guerra ? Non potremmo essere amici, per una volta ? Io non ho niente contro di te e mi sembra che ce le siamo date di santa ragione pure troppo…"
Un lungo silenzio accolse le sue parole e Ryota incrociò le dita. Il carattere del compagno era sempre stato piuttosto scontroso e poco incline alle amicizie…non ci sperava molto che accettasse la sua proposta. Ma Mitsui, invece, riflettè seriamente sulla cosa. Quello che Miyagi gli stava chiedendo avrebbe significato una chiusura definitiva con gli strascichi del suo passato ed era esattamente la cosa di cui lui aveva bisogno. Così, sorprendendo totalmente Ryota, accettò.
"Ok . Però non voglio parlare di Yuki" borbottò e l'altro alzò gli occhi al cielo.
"Ehi, non essere così entusiasta che mi commuovo ! Dai Mitchi, mettici un po' di buona volontà…ti ringrazio di avermi accordato la tua attenzione, ma non credi che un po' di fiducia aiuterebbe ?"
Mitsui sospirò. A quanto pare Ryota era seriamente intenzionato a cercare di stabilire tra loro un qualche tipo di rapporto e voleva farlo nel modo più ovvio, cioè raccontandosi i loro affari personali in modo da poter entrare in confidenza. Lui però era sempre stato un tipo molto poco portato a raccontare i suoi problemi e le sue aspirazioni ad altre persone, anche a quelle che conosceva da parecchio tempo, e quello che ora l'altro gli stava chiedendo gli sembrava assolutamente sconvolgente. Un conto era mettere una pietra sui contrasti del passato, un altro era esporsi completamente in quel modo al giudizio di altri !
"Non sono abituato a confidarmi così, come una macchinetta a gettoni !" protestò, cercando di dissuaderlo, ma Ryota non si lasciò smontare.
"Va bene, allora inizierò io, contento ? Bè, comunque la mia passione per Aya non è certo un mistero…sono passati due anni da quando me ne sono innamorato, ma lei ancora non vuol saperne di me. Sono stato anche con altre ragazze nel tentativo di dimenticarla ma, non chiedermi come, sono riuscito a fami scaricare anche da loro. Il fatto è che non riesco proprio a pensare a nessun'altra…c'è solo lei nel mio cuore. Eppure nonostante questo Aya non mi considera. Non riesco proprio a capire perché…"
Aveva un'aria così sconsolata e confusa che Mitsui, quasi senza rendersene conto, rispose :
"E' naturale visto che le stai continuamente con il fiato sul collo"
Ryota lo guardò con un barlume di speranza negli occhi, felice di essere riuscito a coinvolgerlo nei suoi problemi.
"Che cos'è, una critica o un suggerimento ?" chiese ma l'altro alzò le spalle.
"Non chiederlo a me. Sei tu che devi decidere come applicarlo"
Mitsui sembrava proprio non volersi sbottonare più di tanto, come se si fosse reso conto di star per cadere nella trappola di Ryota, tesa a farlo partecipare a quella conversazione di tipo personale .
"Dici che facendo l'indifferente Aya può essere stimolata a cercarmi ?" chiese ancora e Mitsui rispose con un'altra risposta telegrafica.
"Se non altro le darai un po' di respiro"
"Uhm…magari ci proverò. Bè, ora io la mia parte l'ho fatta. Queste cose le sapeva soltanto Hanamichi e adesso le sai anche tu. E' abbastanza per poterti fidare di me ?"
Mitsui lo guardò storto, chiaramente infastidito dalla sua insistenza. Il fatto che gli avesse indirettamente dato dei consigli non lo faceva affatto sentire in dovere di raccontargli i suoi affari, soprattutto per quello che riguardava Yuki. Però una cosa doveva ammetterla : fino a quel momento nessuno si era interessato dei suoi problemi e dei suoi sentimenti, preferendo rinunciare subito a superare la barriera di indifferenza di cui lui stesso si circondava. Ryota invece stava dimostrando una testardaggine notevole. Irritante, ma notevole. Così, alla fine, cedette.
"Hmpf. E va bene, cosa vuoi sapere ?"
"Avevi già conosciuto Yuki, vero ? Dove ? E Kogure cosa c'entra in tutta questa storia ? E poi…" cominciò subito ad elencare Ryota e Mitsui lo interruppe, seccato.
"Ehi, cos'è, un interrogatorio ? Non ti allargare troppo, Miyagi !" disse, lanciandogli una occhiataccia e l'altro alzò le mani.
"Va bene, scusa…è che ci sono un sacco di cose poco chiare."
"Che intendi per cose poco chiare ? No, lascia perdere, altrimenti qui facciamo l'alba. Allora, ho conosciuto Yuki per caso ; abita nella mia stessa strada e una sera, scontrandoci, ci siamo scambiati le borse. Lei me l'ha riportata e abbiamo chiaccherato un po', tutto qui. Quanto a Kogure, ho l'impressione che voglia provarci con lei." disse. Naturalmente da quel racconto aveva estromesso quasi tutto, limitandosi a fare uno scarno resoconto dei fatti, ma a Ryota sembrò andare comunque bene.
"E questo a te non va giù, eh ? Perché non glielo dici ?" chiese e stavolta lui non riuscì a cavarsela con qualche giro di parole. Si grattò la testa, un po' imbarazzato.
"Perché non sono sicuro neanche io di quello che sto provando" ammise alla fine.
Ryota, invece, sembrava molto sicuro di saperlo al posto suo.
"Mi sembra ovvio che ti piace, altrimenti non ti saresti rifiutato di parlare di lei, prima. Il fatto che ti sia preoccupato per lei venendo a salvarla dai teppisti, poi, non lascia molti dubbi. Se non ci fosse stata Yuki non credo che… " iniziò ma Mitsui non lo lasciò finire.
"Per chi mi prendi ? Sarei venuto comunque !" ribattè offeso, ma il compagno lo guardò con aria scettica.
"Hm, bé in ogni caso non ti saresti scaldato tanto con il capo. Diavolo Mitchi, l'hai pestato come se fosse stato sul punto di violentarla !"
"Quello se l'è cercata. Nessun uomo sano di mente provocherebbe in quel modo un gruppo di ragazzi venuti apposta per riprendersi le loro…um…amiche."
"Però hai esagerato, ammettilo !"
"Sbaglio o eri tu quello che si lamentava perché 'avrebbe voluto pestarlo anche lui' ?"
L'ossevazione chiuse la bocca a Ryota, che non seppe assolutamente come rispondere e Mitsui, per la prima volta, sorrise .
"E' inutile che fai il santerellino e continui a farmi le prediche, Miyagi. Tu eri infuriato quanto me. Se io non ci avessi messo le mani per primo, l'avresti ridotto in quel modo anche tu" gli disse, provocatoriamente e Ryota, borbottando, fu costretto a dargli ragione.
"Sei bravo a cambiare discorso tu….va bene, è vero. Questo, però, prova che io e te stiamo sulla stessa barca. In altre parole tu ne sei inna…"
Un cuscino in pieno viso impedì a Ryota di terminare la frase. A quanto pare sia Mitsui che Yuki avevano almeno un punto in comune : non amavano sentire rivelati i propri sentimenti in modo così diretto da un'altra persona.
"Si è fatto tardi. Fa' riposare quella boccaccia e dormi, che domani ci aspetta una giornata d'allenamento piuttosto pesante" disse Mitsui sdraiandosi sul futon e dando le spalle a Ryota. Quest'ultimo lo fissò ancora per un attimo, poi fece altrettanto.
"Tks. Mi sembra di sentire Akagi…"
Dopo quell'ultimo commento borbottato spense la luce e i due ragazzi si misero a dormire. Era passato solo un quarto d'ora, però, quando la voce di Ryota si fece ancora sentire.
"Ehi, Mitchi"
"Hm ?"
Un silenzio accolse quella poco entusiasta reazione.
"Abbiamo stabilito qualcosa, con questa chiaccherata ?" chiese infine.
"Non farti illusioni, Miyagi, non ho gusti di quel tipo"
Di fronte a quell'inaspettata risposta, per un attimo Ryota rimase interdetto poi, sentendo Mitsui ridere, scosse la testa e sorrise nel buio, rimettendosi a dormire.
"Che razza di bastardo…" bofonchiò sorridendo a sua volta.
Il suo ultimo pensiero, però, prima di addormentarsi fu che quella sera, decisamente, quel qualcosa era stato stabilito.


(*) Il 'futon' è il tradizionale letto giapponese 'pieghevole' composto da un materassino e da una trapunta. Dato che tutto il ryokan è in stile tipico...solo la camera delle ragazze ha tre letti occidentali. Perché ? Mistero...^___^





 

CONTINUA...