Capitolo
III
La giornata era bellissima, il sole era alto e nel cielo
non si vedeva neanche una nuvola...soffiava un vento
leggero che rendeva il caldo della afosa giornata di
Agosto molto sopportabile.
Alla S Julianne , c'era molto fermento,anche se le
lezioni sarebbero ricominciate tra più di un mese, tutti
i membri dei vari club si stavano allenando in prossimità
dei campionati estivi.
Solo il club di calcio non era fra questi, i suoi membri
infatti avevano partecipato al torneo nel mese di Luglio
e ora, si godevano il loro meritato riposo.
Tuttavia nella sede vuota, c'erano tre ragazze intente a
parlare:
-Wow Sanae ma allora rivedrai il tuo primo amore???-
chiese una ragazza bionda dai capelli lunghi e con due
occhi castano-verdi pieni di curiosità.
-Si Chantal, rivedrò Tsubasa-kun, non immaginavo neanche
che avrei mai potuto avere una possibilità del genere..-
Sanae aveva ancora lo sguardo sognante, la notte passata
non era riuscita a chiudere occhio perché troppo
emozionata al solo pensiero di rivedere Tsubasa, anche
se, sapeva benissimo che non doveva aspettarsi nulla da
lui dato che sicuramente era il solito tonto che pensava
solo al pallone.
- Sanae, io capisco tutto questo, la tua emozione, il tuo
batticuore ma...tu ora non sei la fidanzata del nostro
capitano? Come la metterai con lui?-
Stavolta aveva preso la parola una ragazza dai capelli
ricci e nerissimi.
Sanae trasalì.
-Ma che cosa dici Marie! Tra me e Taro non c'è quel tipo
di rapporto che credete voi..-
Le due ragazze si misero a ridere ..
-Avanti Sanae non negarlo, lo sanno tutti a scuola che
state insieme!- rispose Chantal tirando una piccola
gomitata all'amica.
-Ragazze veramente..- ribatté Sanae - tra me e Taro c'è
una forte amicizia , un legame importante sì, ma non
quel tipo di legame che pensate !-
-Ma il capitano è innamorato di te, se ne sono accorti
tutti in squadra! Non puoi negare questo! State sempre
insieme, siete molto intimi!- Marie continuava ad
insistere.
- Marie, credimi, Taro mi é molto affezionato, ci
conosciamo da tanto, ma anche lui non innamorato di me!-
Sanae si stava innervosendo, sapeva che giravano voci su
una storia tra lei e Taro ma non pensava che ci avrebbero
creduto anche le sue due migliori amiche.
-Ragazze, credetemi, anche se Taro é la persona più
dolce del mondo, io non lo ho mai visto come un
potenziale ragazzo..Taro é il mio migliore amico, tutto
qui. -
Le due amiche la guardarono deluse.
All'improvviso la porta si aprì.
-Buongiorno a tutti!-
Un bel ragazzo in pantaloncini e maglietta, era appena
entrato nella sede del club.
-Salve capitano!- Salutarono le due ragazze.
-Taro, ma, che ci fai qui oggi? Non c'è l'allenamento..-
Sanae lo guardava stupita.
Il ragazzo sorrise:
-Sono venuto a fare una cosa qui a scuola, passavo da
queste parti e ho fatto un salto per salutarvi. Vedo che
avete finito presto oggi, Sanae che ne diresti se
tornassimo a casa insieme?-
-Si per me va bene!-
Cercando di ignorare le risatine della sue due amiche,
Sanae si avviò verso l'uscita seguita dal ragazzo,
qualsiasi diceria girasse per la scuola infatti, non la
preoccupava più di tanto, non aveva mai neanche pensato
alla remota possibilità di mettersi con Taro, ed era più
che certa che la stessa cosa valesse per lui.
Tsubasa si era svegliato molto presto quel giorno e,
fortunatamente, tutti i suoi compagni di squadra erano
ancora immersi nel mondo dei sogni a causa della
stanchezza per il lungo viaggio; ma lui aveva passato la
notte in bianco, non vedeva l'ora che arrivasse la
mattina per uscire dall' hotel e andare a cercare Anego.
Di soppiatto si vestì e usci dalla sua camera, si avviò
verso la reception del magnifico albergo dove
alloggiavano e chiese al receptionist un elenco
telefonico.
Il giorno prima aveva chiesto al signor Katagiri il nome
della scuola di Taro, sperava di scoprire dove fosse. (wow
si sta facendo intelligente il ragazzo ndA)Dopo vari
tentativi e aiutato infine addirittura dal receptionist
stesso, riuscì ad avere questo indirizzo e prese un taxi.
Il suo cuore batteva all'impazzata, non vedeva l'ora di
arrivare, si immaginava già la faccia stupita di Misaki-kun
e Anego...beh..forse ora avrebbe potuto chiamarla Sanae-chan,
in fondo non erano più dei ragazzini..le guance
d'improvviso diventarono di un rosso paonazzo e le mani
cominciarono a sudare mentre al contrario, la gola era
diventata secca; decise, dato che voleva fare ai suoi due
amici una sorpresa, di farsi lasciare dal tassista poco
prima del cancello d'ingresso, ma, colpito dalla bellezza
della Senna, volle fermarsi lì; mancavano oramai poche
centinaia di metri alla scuola, e voleva farli a piedi
cercando di calmarsi un po'.. così scese dal taxi e si
avviò all'istituto costeggiando il fiume.
Sanae e Taro stavano accingendosi a tornare a casa, lei
aveva il solito sguardo sognante che oramai la
accompagnava da quando aveva saputo dell'arrivo di
Tsubasa.
-Taro..manca poco oramai, ah come sono felice rivedrò
Tsubasa-kun.-
Gli occhi le brillavano di una luce che Taro non aveva
mai visto, si capiva benissimo che non stava più nella
pelle; il vento le muoveva i lunghi capelli; accidenti,
doveva ammetterlo: in tre anni Sanae era sbocciata, non
era più quel maschiaccio urlante che aveva conosciuto in
Giappone, ma una ragazza molto bella e inconsapevole di
ciò che scatenava nella gente che la guardava.
Già...Sanae era una della più ammirate ragazze di tutto
l'istituto, e proprio quella sua ingenuità e quella sua
freschezza senza nessun accorgimento particolare, la
rendevano unica..speciale..soprattutto per lui.
No, anche se Tsubasa era il suo migliore amico, non
poteva perderla così, gli rimaneva ancora poco tempo,
decise di non indugiare oltre.
Oramai erano sulla via che costeggiava la Senna, anche di
giorno la vista che si aveva del fiume toglieva il fiato.
D'un tratto Taro si fermò, la guardò serio e cominciò:
- Sanae
ecco vedi io.. c'è una cosa che vorrei
dirti da molto, molto tempo..-
La ragazza si voltò improvvisamente, molto incuriosita
dalle parole di Taro, i suoi occhi vivaci lo mettevano in
agitazione più del dovuto.
-Io
io...da molto oramai ..mi sono innamorato di te!
Il battello stava passando in quel momento, il suo
fischio rimbombava nelle orecchie di Sanae ma..le parole
di Taro, sebbene pronunciate a voce bassa, superavano il
rumore del battello nella sua testa... lunghi istanti
passarono nel silenzio più totale.
Poi d'un tratto, la sua espressione cambio; scoppiò a
ridere.
- Aahahaha Taro dai, smettila per poco non ci credevo,
senti, é un po' tardi per il pesce d'Aprile, su andiamo
a casa o i nostri genitori si preoccuperanno.
La ragazza fece per muoversi,quando si sentì prendere
per il braccio e si ritrovo a due centimetri dalla faccia
di Taro.
- Sanae, io non sto scherzando- disse in tono serissimo-
ci conosciamo da molto, abbiamo passato tanti momenti
insieme, ci siamo aiutati, sorretti, io..non volevo
rovinare la nostra amicizia rivelandoti i miei sentimenti
ma, ora sta arrivando Tsubasa-kun, e io...io, non ti
voglio lasciare a lui sebbene sia il mio migliore amico!Io
ti amo Sanae!
La ragazza era sconvolta, tra le braccia di Taro..sentiva
il cuore di lui battere all'impazzata, il suo fiato
sfiorarle le labbra, era immobilizzata, non sapeva come
reagire, non sapeva cosa fare..
Taro, dal canto suo, la teneva stretta continuando a
guardarla negli occhi e imprimendosi nella mente ogni
particolare del suo stupendo viso, gli occhi dal colore
caldo e avvolgente, il naso, la sua bocca, le sue labbra.
Sapeva che era un errore, sapeva che non se lo sarebbe
mai perdonato, ma sapeva anche che quella era la sua
unica possibilità. Prese il coraggio a quattro mani e la
baciò d'impulso, con passione, con forza, come se fosse
l'ultima cosa che faceva al mondo, come se per lui non ci
fosse più null'altro che contasse, come se temesse di
vederla scomparire da un momento all'altro.
Sanae aveva gli occhi sbarrati, le labbra di Taro, questo
bacio, lui non si era mai comportato così e questo la
coglieva impreparata; nella sua mente rimbombavano ancora
le sue parole.."Ti amo Sanae"
Da lontano, una figura li guardava, era rimasta immobile
ed aveva visto tutta la scena, non aveva sentito cosa si
dicevano ma non gli importava.
Tsubasa provava un fortissimo dolore al cuore, come se
qualcuno gli avesse dato una pugnalata e continuasse a
tenere il coltello infilato nella ferita. Sentiva il
fiato mancargli, aveva riconosciuto subito Misaki, e
aveva sentito, quando lui aveva alzato un po' la voce,
che quella bellissima ragazza con lui si chiamava Sanae;
in quel momento aveva collegato tutto.
Lui la aveva chiamata per nome, ora si stavano baciando,
gli occhi di Tsubasa erano spenti, vuoti, senza pensarci
due volte corse via dal quel luogo, nella sua mente i
ricordi dei momenti passati con Sanae ritornavano tutti
insieme, perché..perché non si era accorto di quello
che provava quando lei era ancora in Giappone?
Sentiva una voglia immensa di urlare, di calciare il
pallone così forte da sfondare qualsiasi cosa, e sentiva
la rabbia crescergli dentro, non si accorse neanche che
la sua gamba, reduce da un infortunio, aveva ricominciato
a fargli male..
Né Taro, né Sanae si erano accorti della sua presenza,
poco dopo Taro lasciò libera la ragazza dal suo
abbraccio e si staccò da lei:
-Perdonami - disse- ma era l'unico modo che avevo per
farti capire..a domani..-
Detto questo corse via, non lasciando alla povera Sanae
neanche il tempo di rispondere.
Il suo cuore era in subbuglio, la mente annebbiata, non
realizzava ancora che cosa era successo eppure..Taro la
aveva baciata, era stato il suo primo bacio, quello che
lei aveva sempre sognato di dare a Tsubasa-kun..Tsubasa-kun..tra
poco meno di una settimana lo avrebbe rivisto, e ora..che
sarebbe successo??
Intanto all'albergo dove alloggiava la nazionale
giapponese era arrivato un irriconoscibile Tsubasa: teso,
rabbioso e nel contempo depresso.
"Eccoti qui Tsubasa, sei un imbecille! Tu, sempre a
pensare al calcio e mai ad altro, hai avuto un anno per
capire che cosa provavi per lei e lo hai realizzato solo
quando lei se ne è andata, non le hai mai scritto, né
una telefonata, aveva il diritto di farsi una vita, di
avere qualcun altro, di dimenticarsi di te che sei stato
così stupido da lasciarla andare via senza dirle nulla..
Bravo Tsubasa, sei grande, a che ti serve il calcio se
poi, non hai nessuno di speciale con cui condividere una
vittoria e che ti stia vicino quando subisci una
sconfitta?"
-Ehi Tsubasa ma dove eri andato? Sono ore che ti
cerchiamo..ma..cosa ti è successo?- Hishizaki e gli
altri ragazzi della nazionale erano tutti nella hall
dell'albergo, aspettando Tsubasa , pronti per andare a
fare una gita turistica per Parigi.
Tsubasa era stanco morto, aveva corso tantissimo prima di
prendere il taxi e la gamba cominciava a fargli veramente
molto male, ma non poteva dire nulla di tutto ciò che
gli era capitato..non avrebbero capito.
- Tsubasa, stiamo andando a fare un giro per Parigi,
allora vieni anche tu vero?- Matsuyama stavolta aveva
preso la parola, e anche lui guardava Tsubasa con il
volto preoccupato.
-No ragazzi scusatemi, sono ancora stanco per il fuso
orario e il viaggio, credo che andrò in camera a
riposare..-
- Sempai rimango io con te se vuoi!!!- Kumi si era
affrettata ad occupare l'ormai solito posticino stretta
al braccio di Tsubasa, ma il ragazzo non se ne accorse
minimamente.
Si allontanò dai suoi compagni ignorandola e si diresse
verso l'ascensore cercando di non far notare che
zoppicava, anche se oramai non gli importava più niente
di niente.
Arrivato in camera sua, si distese sul letto e cominciò
a pensare: per la prima volta invita sua realizzò che, a
parte il pallone, lui non aveva nient'altro.
Perché si svegliava la mattina? Per andare ad allenarsi.
Perché si allenava? Perché voleva migliorare ed andare
in Brasile da Roberto. Perché voleva andare in Brasile?
Per diventare il miglior giocatore del mondo e vincere i
mondiali. Perché in tutto ciò che immaginava per il suo
futuro appariva solo Roberto come unico altro essere
umano? Oltretutto Roberto se ne era andato senza di lui..
Il calcio era stato tutta la sua vita. Grazie ad esso
aveva conosciuto tutti i suoi amici , grazie ad esso
aveva conosciuto lei..e ora..ora che la aveva persa..non
sapeva che fare; neanche i suoi sogni avevano più senso,
perché si accorse che, anche in quelli, in realtà si
ritrovava solo come un cane.
"Tonto cretino che non sei altro! Tu non la hai
persa..non si può perdere ciò che non si è mai avuto.."
Assorto in questi pensieri, si addormentò, la tensione
per l'incontro con Sanae e Taro, il viaggio, il fuso
orario, si abbatterono su di lui e in un istante sprofondò
in un lungo sonno.
Sanae era ritornata a casa sua, a stento in realtà, la
sua mente non riusciva a connettere, non era capace di
far uscire dalla sua gola neanche un suono, se ne stava lì,
distesa sulla moquette della sua camera con gli occhi
persi nel vuoto quando sentì il telefono squillare.
Si alzò di scatto voltandosi verso l'apparecchio..e se
fosse stato Taro?
Che cosa gli avrebbe detto? Come avrebbe dovuto
parlargli?
Ci vollero ben dieci squilli per convincerla a rispondere:
-Pronto, qui parla Nakazawa-
-Buonasera sto cercando la signorina Sanae, è in casa?-
La ragazza riconobbe in quella voce, Monsieru De Clavert
e si ricompose in un istante.
-Signor preside, sono io mi dica, in che cosa posso
essere utile?-
-Ah buonasera signorina Nakazawa, volevo avvertirla che
mi ha telefonato il signor Katagiri della federazione
calcio giovanile giapponese; mi ha messo al corrente che
la rappresentativa è arrivata ieri, e che hanno bisogno
sia di lei che di Misaki, quindi domani mattina alle 9
precise, si faccia trovare all' hotel De Paris: (che
fantasia eh?^^;; ndA) deve accompagnare la
rappresentativa a fare una visita per la città, pare che
oggi siano andati da soli ma non si siano trovati molto
bene. Ah dimenticavo, prepari anche una piccola valigia:
per il periodo nel quale la nazionale si troverà qui lei
alloggerà con loro. -
Il cuore di Sanae saltò un battito.
-Ah..sì..sì Signor preside, va bene alle 9 in punto sarò
lì. -
-Molto bene signorina Nakazawa, mi raccomando tenga alto
l'onore della scuola. Arrivederci-
- Arrivederci. -
Posò il ricevitore..il cuore, che durante la telefonata
sembrava aver cessato di battere, ora aveva ripreso con
un ritmo alquanto accelerato, aveva persino difficoltà a
respirare.
"E ora..che faccio? Domani rivedrò Tsubasa-kun,
dopo tre anni, e ci sarà anche Taro
che cosa devo
fare?? Come mi devo comportare???"
Meccanicamente preparò una borsa nella quale mise alcuni
vestiti , alcune tute da ginnastica e un pigiama.
Si distese sul letto, dal piano di sotto sua madre la
chiamava per la cena, ma non se la sentiva proprio di
scendere, tanto non avrebbe toccato cibo, così chiuse
gli occhi,e si addormentò profondamente..la aspettava
una prova difficile l'indomani.
-Taro? Taro? Mi senti?-
-Ah..si papà scusami ero un attimo distratto..mi stavi
dicendo qualcosa?-
Il ragazzo si voltò a guardare il padre che lo stava
osservando con una faccia perplessa.
-Figliolo che succede? E' da quando sei tornato da scuola
che sei strano..hai dei problemi?-
Taro sorrise tristemente, non voleva far preoccupare suo
padre.
-No papà ti assicuro..é solo che sono un po' agitato
per questa storia della nazionale giovanile giapponese-
Il padre lo guardò con affetto, poi riprese.
-Ah già la nazionale, dimenticavo..poco fa ha chiamato
il preside della tua scuola e mi ha detto che i tuoi
amici sono già arrivati a Parigi, domani tu e Sanae
dovete andare all'albergo De Paris, ti ho già preparato
la borsa, mi ha detto Monsieru De Clavert che starai lì
con loro perché dovrete allenarvi, comunque anche la tua
amica Sanae alloggerà con voi. -
Taro ebbe un sussulto, lui, Sanae e..Tsubasa-kun!
-Ora figliolo vieni, la cena è pronta, sù andiamo a
mangiare. -
-Papà se mi vuoi scusare..io sono troppo agitato, domani
rivedrò i miei amici, mi è passato l'appetito..-
Non era del tutto vero, ma non poteva certo spiegare al
padre quale era il vero motivo della sua agitazione!
- Aah capisco, va bene, come vuoi, allora mettiti e letto
e fa una bella dormita..buonanotte!-
-Buonanotte papà-
L'uomo usci dalla stanza lasciando Taro ai suoi pensieri,
il ragazzo, si buttò sul letto di peso.
-Domani
.-mormorò.
"Domani
"
Sanae si era alzata presto quel giorno, in realtà aveva
dormito malissimo, il suo sonno era stato popolato di
incubi, si era svegliata oppressa da un peso che, sapeva
molto bene, non sarebbe stato alleggerito molto presto.
La ragazza era veramente in crisi, Taro era il suo
migliore amico, Taro era stato vicino a lei per quei tre
lunghi anni nei quali ne avevano passate di tutti i
colori, aveva bisogno della sua sicurezza per affrontare
i piccoli problemi di ogni giorno; e ora
ora non
riusciva più neanche a pensare a lui senza provare una
stretta allo stomaco per quello che era successo il
giorno prima.
E poi..oggi avrebbe rivisto Tsubasa-kun, aspettava questo
momento da tre anni, lo aveva sognato, immaginato, ci
aveva fantasticato sopra mille volte, ma il suo cuore era
confuso; da una parte c'era lui e l'incertezza di sapere
se era ancora il ragazzino di sempre o era cambiato,
dall'altra, c'era il suo migliore amico che le aveva
confessato di amarla, e sul quale lei aveva sempre potuto
contare.
"Che cosa devo fare?"
Si chiese mentalmente, "Stupida per ora devi
vestirti, non vorrai mica arrivare in ritardo vero?"
Si vestì velocemente, indossò un semplice vestitino
azzurro, le arrivava fin sopra le ginocchia ed era senza
maniche, un vestito estremamente semplice, ma che su di
lei acquistava tutto un altro aspetto, lasciò i capelli
sciolti e non si truccò affatto: non le andava di
sentirsi dire da tutti che era diventata una persona che
si curava solo del suo aspetto, anche se in cuor suo,
aveva una grande curiosità di vedere le facce dei suoi
vecchi amici quando la avessero riconosciuta.
Usci di casa salutando i genitori e prese il primo taxi
che trovò.
Anche Taro quella mattina si era svegliato di buon ora,
anche lui aveva dormito malissimo e aveva sognato di
vedere Sanae e Tsubasa che si dichiaravano mentre a lui,
non rimaneva neanche la loro amicizia.
In cuor suo, un po' si era pentito della repentina
dichiarazione che aveva fatto alla ragazza il giorno
prima.
E se la avesse persa per sempre? Se lei d' ora in poi lo
avesse evitato e non lo avesse considerato più il suo
migliore amico?
Nella sua vita aveva sempre agito pensando prima almeno
dieci volte alle conseguenze di ciò che faceva;
stavolta, aveva agito d'istinto,d'impulso, e non era da
lui, e forse avrebbe perso la persona più importante per
questo.
Non riusciva a togliersi questo dubbio dalla testa..se
avesse aspettato sarebbe stato diverso?
Accorgendosi che stava facendo tardi, si preparò in un
lampo e uscì di casa correndo, se non si fosse sbrigato,
avrebbe fatto tardi.
- Tsubasa? Tsubasa svegliati è ora di alzarsi!
Misugi stava scuotendo il capitano della nazionale, che,
a quanto pare,non ne voleva sapere di svegliarsi.
-Uhm.. ma..che ore sono? Dove sono?-
-Ehi buongiorno capitano! Finalmente ti sei svegliato! E'
un'ora che ti sto chiamando. Sono le 8 e mezza, tra
mezz'ora abbiamo un meeting importante, avanti devi
muoverti. Io sto scendendo a fare colazione ti aspettiamo
giù ok?-
Detto questo, Jun Misugi usci dalla camera che divideva
con Tsubasa e Matsuyama, mentre si sentiva fuori dalla
porta la voce di Yayoi che lo chiamava incitandolo a
sbrigarsi.
Tsubasa si rigirò nel letto, non aveva voglia di
alzarsi, non aveva voglia di stare lì, non aveva voglia
di affrontare la verità.
"Accidenti devo alzarmi, sono il capitano dovrei
dare il buon esempio però..però
non me la sento più.
In tre anni, sono sempre stato convinto che quando avrei
rivisto Sanae-chan, avrei finalmente potuto dirle ciò
che avevo capito, ciò che lei rappresentava per me. Lei
è stata l'unica a farmi capire che il calcio non è
tutto, anche se lo ha fatto inconsciamente. Ma ora , che
cosa dovrei fare? Ora ho aperto gli occhi, ora sono
pronto a vivere una vita che non si basa solo ed
esclusivamente sulle partite ma..volevo farlo con lei
accanto.
Non posso, non posso continuare ad essere così! Ci sono
altre cose importanti nella vita oltre al pallone.. d'ora
in poi cambierò. Sanae, non so che cosa mi riserva il
futuro, so solo che io lo affronterò e che..che tu per
me sei così importante
non posso, non voglio
assolutamente arrendermi, anche se è una battaglia persa
in partenza, ti dimostrerò che sono cambiato. Che non
penso più solo al calcio, è una promessa che faccio a
me stesso!"
Dopo aver riflettuto in questo modo, si alzò dal letto e
si preparò in tutta fretta, alle 9 avevano un meeting da
fare..non poteva mancare.
Sceso in tutta furia, si trovò nella hall dell'albergo,
dove i ragazzi si erano riuniti e stavano ascoltando il
signor Katagiri che parlava.
-Oh eccoti finalmente Tsubasa, ascolta, stamattina
rivedrete il vostro amico Misaki. Dovrebbe essere qui a
momenti, insieme a lui dovrebbe arrivare anche la vostra
accompagnatrice ufficiale.
Il cuore di Tsubasa cominciò a battere più velocemente
oggi
si sarebbero incontrati per davvero. Non sapeva come
comportarsi, voleva farle vedere che era cambiato, voleva
dimostrarle che era diverso, anche se nel suo cuore la
sola immagine del bacio al quale aveva assistito il
giorno prima continuava a provocargli quel dolore
lancinante.
No..si sarebbe sforzato, avrebbe finto, ma cascasse il
mondo voleva farle avere la più bella impressione
possibile dopo tre anni di lontananza.
E Misaki? Sebbene fosse lui ad avergli portato via Sanae,
non se la sentiva di odiarlo o ignorarlo, era pur sempre
suo amico, ma, come avrebbe fatto a comportarsi
normalmente con lui?
Mentre era assorto in questi pensieri non si accorse che
i ragazzi erano andati tutti incontro ad una figura
appena entrata.
-Ma..ma tu sei proprio Misaki???- esclamò la voce
incredula di Hishizaki.
-Salve a tutti ragazzi, mi fa molto piacere rivedervi!-
Disse il ragazzo sorridendo.
Misaki, accidenti quanto tempo è passato come stai??
Allora raccontaci un po' che cosa hai fatto in questi tre
anni!- stavolta a parlare era stato Hikaru Matsuyama, con
a fianco la sua inseparabile Yoshiko, con il quale Taro
aveva giocato per un po' di tempo nella squadra della
Furano.
-Beh..ho studiato , ho giocato a calcio..le solite cose!
Tsubasa era rimasto lì a guardare, pietrificato, in
realtà stava cercando il coraggio necessario per andare
da Misaki e salutarlo facendo finta di nulla.
-Misaki-kun, mi fa molto piacere rivederti!- esordì il
capitano della nazionale.
Misaki alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi.
"Come mi comporto ora? Beh come se nulla fosse, in
fondo Tsubasa non sa nulla di tutto ciò che è accaduto
in questi tre anni e
magari non si ricorda neanche
di Sanae."
- Tsubasa-kun, sono felice anche io di vederti qui!
Finalmente potremo di nuovo giocare insieme!.-
I due si guardarono per un attimo, poi si strinsero la
mano.
-Bene ragazzi, a quanto pare manca solo la vostra
accompagnatrice ufficiale..Misaki non è venuta con te?-
chiese Katagiri.
-Ecco no, ma penso sarà qui tra poco.
Infatti proprio in quell'attimo una ragazza stava facendo
il suo ingresso nella hall dell'albergo.
Taro si voltò a guardarla e con una voce che non tradiva
nessun sentimento disse:
-E' arrivata
FINE TERZO CAPITOLO
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