Capitolo
II
Giappone
"-Gentili telespettatori, siamo qui al palazzetto
dello sport di Tokyo, dove si sta svolgendo la finale del
campionato per le scuole medie tra la Nankatsu del
distretto di Shizuoka e la Toho di Tokyo. Entrambe le
squadre in questo campionato, si sono fatte onore, e tra
esse di sicuro i giocatori di maggiore spicco sono stati
Oozora Tsubasa e Kojiro Hiyuga. In questo momento, si
stanno giocando gli ultimi minuti dei tempi
supplementari, poiché i novanta minuti regolari sono
finiti in parità, ma Tsubasa-kun il capitano della
Nankatsu é a terra da oramai più di un minuto..sembra
svenuto..-"
" Era buio, molto buio
Dove sono? Ma... in che strano posto mi trovo?
-Tsubasa! Tsubasa! Rialzati la partita non é ancora
finita!-
Un uomo con degli occhiali da sole scuri stava incitando
il ragazzo.
-Roberto..non ce la faccio io..volevo veramente vincere..volevo
farlo per te, per il Brasile..per...
D'un tratto ci fu un raggio di luce.
-Tsubasa-kun realizza il tuo sogno..promettimelo realizza
il tuo sogno, diventa un campione!-
Una ragazzina sorridente gli tese la mano, portava una
tuta semplice azzurra , i capelli erano corti e castano
scuro, i suoi occhi erano stupendi, brillavano e
infondevano calore.
-Coraggio Tsubasa-kun, forza ce la puoi fare!-
Tsubasa guardava quella ragazzina ma non riusciva a
capire chi fosse..
-Ma tu..chi sei? Ti prego dimmelo...dove, dove ho già
sentito queste parole..dove?-
D'un tratto Tsubasa si trovò al campo di calcio comunale.
-Ehi ,ciao Anego senti non sai per caso dove sono i
ragazzi? Dovevamo vederci per gli allenamenti ma non c'è
ancora nessuno a quanto vedo..-
Una ragazzina con una fascetta sulla fronte e una
uniforme da maschio più grande di due taglie,si voltò e
gli sorrise.
-Ah Tsubasa-kun, mi spiace ma sono appena arrivata anche
io e non ho trovato nessuno...-
-Ah capisco..beh non ci resta che aspettare no?-
-Pare di si!-
Anego stava guardando per terra, sembrava strana.
-Ehm Anego, senti ... -
La ragazza lo guardò di scatto con un viso stranissimo.
-Sei sicura di stare bene? Mi sembri strana..-
Ora il suo volto aveva cambiato espressione- Mah che
strano -pensò lui.
-Ah....no, no Tsubasa-kun sto bene, veramente!-
Ci fu qualche minuto di silenzio poi lei prese a parlare.
-Senti Tsubasa-kun, posso chiederti io una cosa?-
-Ma certo!-
-Per te quale è la cosa più importante, come vedi il
tuo futuro da qui a tre o quattro anni? Quale é la cosa
che più speri accada?-
Il ragazzo ci pensò ,ma per poco , la risposta gli venne
naturale.
-Beh, spero di essere diventato un grande campione di
calcio e di essere andato in Brasile da Roberto!-
Il vento si era alzato, ma era solo una brezza dato che
era estate piena, una brezza sottile che muoveva
leggermente i capelli della ragazzina.
-Per te, il calcio é tutto vero? Non hai altri pensieri?-
-Eh? Anego che vuoi dire? Non capisco molto bene .-
Ora la ragazza aveva assunto una espressione sconsolata.
-Lascia stare Tsubasa-kun
-
Dopo qualche istante lei riprese a parlare.
- Senti, promettimi una cosa, promettimi che realizzerai
il tuo sogno! Promettimi che diventerai un campione!-
Questa frase, Anego la aveva detta con una tale fiducia
nelle sue parole, che Tsubasa non poté fare a meno di
voltarsi a guardarla, accidenti che strano era parlare
con lei così, senza nessuno che li prendesse in giro
era molto piacevole, una sensazione che non aveva mai
provato prima..
-Si Anego, giuro che diventerò un campione, vincerò
tutti i campionati che sosterrò e porterò la Nazionale
Giapponese a vincere la coppa del mondo!!-
Anego stava sorridendo anzi, quasi ridendo..
-Wow Tsubasa-kun accidenti, miri in alto vero?-
-Ma certo! E farò di tutto per realizzare il mio sogno
.-
-Ti auguro di realizzarlo, sei un campione già ora,
sicuramente ce la farai..-
-Grazie! sei un'amica!-
Rimasero lì per un altro pò a parlare, ed era veramente
bello, finché i guastafeste non arrivarono e
cominciarono a fare le loro solite battutine.
A questo punto la scena cambiò di nuovo, ora Tsubasa si
trovava a scuola, era l'intervallo e lui stava leggendo
un giornale sportivo.
D'un tratto Hishizaki entrò di corsa nella classe
insieme a Manabu.
-Ehi ragazzi, ma voi lo sapevate che Anego sta per
partire? -
Tsubasa alzò di scatto la testa.
-Che cosa? Che cosa hai detto Hishizaki??-
-Accidenti Tsubasa ma che sei sordo? Pare che la tua
ammiratrice più fedele parta a causa del trasferimento
di suo padre e vada a vivere in Francia. -
Tsubasa non ci poteva credere, non capiva perché ma la
notizia non gli faceva affatto piacere - già certo è
normale - pensò - in fondo è una mia amica che parte,
un pò come quando è partito Misaki..- ma stavolta c'era
qualcosa di diverso, non sapeva spiegare cosa, ma era
diverso, la sensazione che provava, i sentimenti che
questa notizia aveva risvegliato in lui, erano diversi da
quelli provati per la partenza di Misaki.
Gli ritornavano in mente i momenti passati con lei quel
giorno al campo..quella serenità e tranquillità provate
mentre parlavano..
Di nuovo cambio di scena..ora Tsubasa si trovava all'
aeroporto insieme ai ragazzi della Nankatsu.
Stavano tutti aspettando Anego che ancora non era
arrivata.
D'un tratto sentirono Hishizaki esclamare.
-Oh mio Dio..-
Si voltarono di scatto e videro che cosa aveva sorpreso
così tanto il loro amico.
Una ragazzina si avviava verso di loro, aveva un
vestitino leggero bianco senza maniche e un paio di
sandali aperti legati con dei laccetti alla caviglia; di
per sé, non era qualcosa di speciale, una come tante
altre, se non fosse che questa ragazzina non era una
sconosciuta...era Anego!
Tutti rimasero a bocca aperta, insieme a lei c'erano suo
padre, sua madre e il suo fratellino più piccolo.
-Ragazzi ma..che ci fate qui?-
La ragazzina li guardò con il viso sorpreso.
Nessuno era capace di dire qualcosa, ad un tratto
Hishizaki parlò:
-Ehi tu chi sei? Che ne hai fatto di Anego?
-Ma sentitelo, che ti è successo Hishizaki adesso non
riesci più neanche a riconoscermi? Stai cominciando a
perdere colpi sai?-
-Ehi maschiaccio come ti permetti?-
Lei sorrise.
-Sai Hishizaki, credo che mi mancheranno i nostri
battibecchi, in fondo mi ci divertivo..-
il ragazzo ricambiò il sorriso.
-Mancheranno anche a me. -
Tutti la salutarono, tutti tranne uno, Tsubasa era
rimasto in disparte, non se la sentiva di salutarla,
aveva un groppo allo stomaco ma non capiva perché dato
che non aveva neanche fatto colazione quella mattina(mamma
mia cocco di casa sei proprio tontooooooooooooo !!ndA); e
poi..dopo averla vista così..qualcosa non andava, il suo
cuore sembrava uscirgli dal petto e temeva che qualcuno
si accorgesse del suo stato. Nella sua mente c'erano due
parole che, non ne capiva il motivo, ma stavano lì a
rimbombare come un tamburo:
"-Non andare
.-"
Lei si avvicinò e lo guardò:
-Mi raccomando Tsubasa-kun, ricordati la tua promessa,
devi realizzare il tuo sogno. -
Non riusciva a guardarla, non ce la faceva;avrebbe voluto
fare qualcosa ma non ci riusciva, era bloccato lì come
un ebete.
"-Non andare
-"
Ancora quella frase, era l'unica cosa a cui sapesse
pensare.. per la prima volta si chiese se veramente il
calcio per lui fosse l'unica cosa per cui vale la pena
lottare..
Lei allora, dopo essersi sentita chiamare dai genitori e,
vedendo che i ragazzi si stavano allontanando, d'un
tratto coprì la poca distanza che c'era tra loro e gli
diede un piccolo bacio sulla guancia.
Lui riprese il controllo di sé e la guardò sorpreso;
lei stava sorridendo anche se aveva gli occhi lucidi:
-Gambare Tsubasa-kun, io farò sempre il tifo per te. -
-A..Anego..-
"-Non andare
-"
-Tsubasa-kun il mio nome é Sanae, non Anego, la prossima
volta che ci vedremo non dimenticartelo. -
Detto questo gli fece l'occhiolino, si voltò, e corse
via verso l'uscita dell'imbarco.
Tsubasa era rimasto immobile, non sapeva più che cosa
provava, era la prima volta che accadeva una cosa del
genere, l'unica cosa che riuscì a fare fu guardarla
sparire sulle scale mobili, e la promessa di diventare un
campione ora non capiva il perché,(ah ragazzo mio o ti
svegli o mi costringi ad usare le maniere forti
ndA)
ma aveva più valore di prima."
-Tsubasa, ehi Tsubasa rialzati , svegliati abbiamo
bisogno di te! Capitano ti prego!-
Il ragazzo aprì gli occhi, la prima cosa che vide furono
gli sguardi preoccupati di Hishizaki e del dottore.
-Ehi ma che cosa è successo? Ah la partita! Che cosa è
successo è finita? Ragazzi devo tornare in campo!-
Il dottore lo guardò con aria severa:
-Non ci provare Tsubasa-kun ,sei infortunato alla gamba,
non ti permetto di rientrare, siamo ancora in parità e
mancano 4 minuti alla fine ma tu non rientrerai!-
Tsubasa, incurante delle parole del suo medico si alzò
dal letto:
-No! Io finirò la partita dottore. Ci sono molte persone
che credono in me , i miei compagni, la mia famiglia e ho
fatto una promessa ad una persona, devo vincere questo
torneo a tutti i costi.-
Hishizaki prese la parola:
-Tsubasa, vorremmo tutti che tu rientrassi, ma
rischieresti di compromettere la tua carriera calcistica.
Ehi non lo starai mica facendo per fare bella figura con
qualche ragazza vero? -
Tsubasa lo guardò, per un istante, avrebbe voluto dirgli
- Ma cosa stai dicendo Hishizaki? - però non lo fece, al
contrario sorrise al suo amico e disse:
-Sai Hishizaki, credo che stavolta tu abbia ragione, non
lo sto facendo solo per me, o per Roberto ,o per voi, lo
sto facendo anche perché ho fatto una promessa a una
persona che per me è importante, anche se mi sono reso
conto solo dopo averla persa, di quanto indispensabile mi
fosse. -
Era vero, da quando Sanae era partita, Tsubasa non
giocava più con lo stesso slancio di prima, sì, era un
campione, era il migliore, ma mancava qualcosa.. e ogni
volta che si girava a guardare le ragazzine che urlavano
per lui, ne mancava sempre una, con una fascetta sulla
fronte e una bandiera fatta da lei; la persona che più
avrebbe voluto lì non c'era, ed aver perso il suo
sostegno gli pesava enormemente. Era anche per lei che
doveva rientrare, perché voleva che se mai si fossero
rivisti, lei fosse stata fiera di come lui aveva
rispettato la loro promessa e di che grande campione
fosse diventato.
Prese la sua maglia ed entrò in campo.
I ragazzi lo guardarono tornare e i sorrisi si dipinsero
sui loro volti, l'unico perplesso era Hishizaki che
voleva a tutti i costi capire chi fosse la persona più
importante per Tsubasa:
-Accidenti ,e io che credevo che lui pensasse solo al
calcio, valle a scoprire ste cose, tra un po' mi veniva
un attacco di cuore a vederlo parlare così seriamente,
che finalmente sia entrato anche lui nella vita reale?-(magari..
tireremmo tutti un sospiro di sollievo^^;; ndA)
-Cari telespettatori, dal suo rientro in campo Tsubasa-kun
non ha fatto altro che attaccare, la difesa della Toho
non sa più come bloccarlo, neanche Hiyuga riesce
prendergli palla ed ecco che carica il tiro, il suo
famoso tiro ad effetto, Wakashima si butta ma non riesce
a pararlo ed è goal!
La Nankatsu per il terzo anno consecutivo è diventata
campione! Complimenti a questi ragazzi e al loro capitano
Oozora Tsubasa!-
Era finita, finalmente era finita, Tsubasa era esausto ma
felice, Kojiro sebbene fosse molto dispiaciuto, dimostrò
un grande spirito sportivo andandogli a stringere la
mano; in quei tre anni passati i due ragazzi non erano
diventati amici questo no, ma avevano imparato a
rispettarsi a vicenda, e si comportavano sempre in
maniera corretta durante le partite che li vedevano
contro.
La giornata era stata delle migliori ma Tsubasa era
esausto e, subito dopo la premiazione, svenne.
Erano passati alcuni giorni dalla finale, tutti erano in
vacanza, ma si sarebbero potuti godere il dolce far
niente ancora per poco.
Alla federazione Giapponese del calcio giovanile infatti,
si stava decidendo chi mandare dei nuovi campioni
emergenti nel campionato tra le scuole, in Europa come
rappresentativa per partecipare ad un torneo che avrebbe
visto opposte le più forti squadre del mondo.
I nomi erano stati fatti e la squadra comprendeva tutti i
campioni più forti:
Hiyuga, Matsuyama, Misugi ,i gemelli Tachibana,
Wakashimazu, Wakabayashi,che sebbene in Germania, vi
avrebbe partecipato e, naturalmente, la coppia d'oro del
calcio giapponese: Misaki Taro e Oozora Tsubasa.
Al campo comunale di Fujisawa, i ragazzi della Nankatsu
stavano parlando delle scelte effettuate, tra i nomi
della rosa c'erano come riserve anche molti dei loro,
persino Hishizaki stesso che trotterellava, felice per
essere stato scelto.
-Ehi ragazzi ma che state facendo lì?-
Tsubasa stava avanzando verso di loro, ancora non poteva
correre, il medico glielo aveva proibito.
-Toh ecco il nostro campione, ehi ciao Tsubasa.-
-Kyaaaa salve Tsubasa-sempai!!-
A parlare era stata una ragazzina con le codine, il suo
nome era Kumi Sugimoto, era lei insieme ad un altra
ragazza Yukari Nishimoto ,la manager del club di calcio,e
non solo, la ragazzina era anche una grande fan di
Tsubasa.
Il ragazzo salutò tutti e la piccola Kumi si appiccicò
a lui stile sanguisuga, ma oramai Tsubasa ci era abituato
quindi la lasciò stare, tanto parlarle non sarebbe
servito.
-Sentito Tsubasa i nomi dei convocati per la
rappresentativa?-
-Ah sì Hishizaki,li ho letti, sei contento tu vero?-
-Aahahahah ma certo! Comunque la chiamata me la
aspettavo, un campione come me non poteva certo rimanere
fuori!-
-Si come no Hishizaki, l'importante è crederci- Aveva
replicato Kisugi, e tutti si misero a ridere.
-A proposito Tsubasa hai visto? Rivedremo Misaki e
Wakabayashi non è stupendo? Andremo a giocare in
Francia, ah che bello Parigi eheheh chissà se le ragazze
francesi sono carine. -
La Francia, ogni volta che qualcuno nominava quel paese,
Tsubasa sentiva il suo cuore accelerarsi..chissà se la
avrebbe rivista, se fosse stato per lui ne sarebbe stato
ben felice ma lei, chissà se sapeva che stavano per
partire proprio per giocare lì.
Parigi.
Una ragazza dai lunghi capelli castani, stava camminando
lungo le rive della Senna, ed era talmente assorta nei
suoi pensieri da non rendersi conto che stava facendo
buio e che cominciava a tirare un'aria fredda.
Erano passati tre anni da quando si era trasferita,
oramai si era abituata fin troppo a quel paese, le
persone le stavano simpatiche e aveva fatto anche molte
amicizie, soprattutto con le ragazze che come lei erano
manager del club di calcio; e poi c'era Taro che per lei
era diventato un amico indispensabile, una persona su cui
contare e con la quale parlare quando aveva dei problemi.
Già..quanta strada fatta in tre anni, ne avevano passate
di tutti i colori dal giorno in cui si era trasferita
nella nuova scuola!
"-Signor preside la prego ci ascolti! Sono tre
giorni che le chiediamo un incontro e non ce lo vuole mai
accordare!
Sanae e Taro erano da Monsieur De Clavert, e stavano
cercando di convincerlo a dare loro la possibilità di
fondare un club di calcio.
-Ragazzi, come ve lo devo dire? Non avrete mai il mio
permesso di fondare un club di calcio, non possiamo
permetterci di mettere a rischio la fama della scuola per
un vostro capriccio!-
Taro stavolta non si sarebbe dato pervinto, ora c'era
Sanae al suo fianco e si sentiva più forte..
-No la prego signor preside, ci dia una possibilità! Per
me il calcio è tutto, non posso, non voglio rinunciarvi!-
Il preside lo guardò con aria delusa.
-Misaki , tu sei già impegnato con il club del baseball
come faresti a tener testa a tutti e due? No, no e poi no!
Non posso rischiare di mettere in discussione il buon
nome della scuola!-
Sanae, che era rimasta molto più calma rispetto a Taro,
ebbe allora un'idea.
-Senta signor preside, facciamo così, le propongo un
accordo: lei ci permette di fondare il club, se la
squadra perde anche una sola partita nel giro di sei mesi
il club verrà sciolto e non ne riparleremo più! La
prego solo sei mesi, ci dia sei mesi di prova! Oltretutto
,se poi andasse bene, la nostra scuola avrebbe un altro
sport di cui vantarsi e per cui potrebbe diventare anche
più prestigiosa, potremmo vincere tornei e non essere più
considerati dal punto di vista calcistico una nullità,
che ne dice?-
Monsieur De Clavert ci pensò su e alla fine, un po' per
mettere alla prova i due, un po' perché stimolato
dall'idea di avere un altro sport in cui la scuola
eccelleva, accettò la proposta della ragazzina.
Taro e Sanae erano al colmo della felicità, sapevano che
non sarebbe stato facile ma si sarebbero impegnati a
fondo per realizzare ciò in cui credevano."
-Ah quanti problemi da allora. Ragazzi quante ne abbiamo
passate!-
Anche oggi si era fatto tardi, dato che gli allenamenti
la avevano tenuta a scuola più del previsto, e pensare
che tre anni prima nessuno, nessuno voleva entrare nel
club di calcio e invece ora, molti del club di baseball
erano passati nella loro squadra, persino Jean si era
unito a loro e in realtà ,se la cavava anche molto bene
a giocare.
Avevano vinto per tre anni di seguito il torneo
organizzato tra le scuole, e tra poco sarebbero
cominciate le superiori, il che voleva dire nuove
selezioni, nuove entrate e lavoro in più.
Meno male che le sue due colleghe Marie e Chantal la
aiutavano!
Il preside era stato entusiasta del loro lavoro e oramai
non ostacolava più il club, dato che le iscrizioni alla
scuola si erano triplicate, proprio per la fama della
loro squadra di calcio.
Ora sarebbero cominciate le vacanze estive, finalmente un
po' di pausa erano tutti sfiniti dall'ultimo campionato.
Era il tramonto e sulla Senna stava passando il solito
battello che portava i turisti, la ragazza, guardava il
battello passare e , per la prima volta dopo qualche
mese, cominciò a pensare ad una persona che era sempre
rimasta nel suo cuore, ma che oramai non vedeva da molto.
-Tsubasa-kun, chissà che cosa sta succedendo in
Giappone, chissà se stai bene, non ho più avuto notizie
di nessuno da quando sono partita, quanto vorrei
rivederlo, chissà come è diventato..sarà cresciuto, già
sarà diventato più maturo e magari..ah ma che penso?
Sicuramente sarà il solito ragazzino con il pallone ai
piedi che non capisce un tubo dei sentimenti di una
ragazza, perché illudersi? Però..magari potessi
rivederlo..-
-Sanae! Sanae aspetta!-
La ragazza si voltò di scatto verso di lei correva un
bel ragazzo(io direi un gran tocco di figliolo^^;; ndA)
con una uniforme scolastica, aveva un pallone ai piedi e
in mano una giacca.
-Accidenti Sanae , come mai non mi hai aspettato oggi? Ti
ho cercato dappertutto!-
-Scusami tanto Taro, ho cominciato a camminare e non mi
sono resa conto che stavo facendo la strada di casa!-
-Già, Distratta come al solito eh?-
-Ehi dovresti portarmi un po' più di rispetto sai? In
fondo sono la manager del club!-
-Aahahah sì, una manager distratta che si dimentica la
giacca della divisa a scuola, che è vuoi prenderti un
raffreddore?-
Taro le coprì le spalle con la giacca, era sempre molto
gentile con lei, stavano così bene insieme, oramai erano
diventati inseparabili, tre anni li avevano avvicinati
molto , entrambi ne erano consapevoli..
-A proposito, sono tornato a chiamarti perché il preside
ci vuole vedere ora nel suo ufficio! Dobbiamo tornare a
scuola!-
La ragazza si irrigidì:
-Che cosa? Il preside? Che vuole il preside?-
Questa storia non le piaceva per niente, il preside..che
cosa poteva volere da loro?
Arrivati in presidenza, Monsieur De Clavert accolse i due
ragazzi con molta gentilezza, cosa che i due proprio non
si aspettavano, ma in fondo non poteva essere altrimenti:
la stanza era tappezzata dei trofei che in quei tre anni
la loro squadra di calcio aveva vinto, era più che
naturale che lui fosse compiaciuto.
Così cominciò a parlare:
-Ragazzi vi ho fatto chiamare perché ho ricevuto proprio
oggi una telefonata che vi riguarda. -
I due si guardarono sorpresi; chi poteva telefonare al
preside della loro scuola?
-So già che vi state chiedendo chi può avermi
telefonato, ebbene non vi farò stare sulle spine, é
stato il signor Katagiri della Federazione Calcio
Giovanile Giapponese. -
Lo sguardo di Sanae e Taro era sempre più curioso..
-Il signor Katagiri mi ha informato che questa estate, si
svolgerà qui in Europa un torneo tra le rappresentative
calcistiche più forti del mondo e che la rappresentativa
giapponese ha convocato anche te Misaki. -
Taro non ci poteva credere, finalmente avrebbe rigiocato
al fianco dei suoi compagni! Gli sembrava un sogno,
avrebbe rivisto tutti i suoi amici, era al colmo della
felicità.
In quel momento si voltò a guardare Sanae , gli occhi
della ragazza brillavano.
Era evidente che fosse felice, guardò Taro e sussurrò
con un filo di voce:
-Tsubasa-kun, Tsubasa-kun viene in Francia.. potrò
rivederlo..Taro potrò rivedere Tsubasa-kun!!!-
Poi d'un tratto riprese il controllo di sé e assunse
un'aria più seria:
-Signor preside, capisco che volesse informare Taro di ciò
che sta per accadere, ma mi tolga una curiosità, che
centro io in tutto questo?-
Il preside sorrise:
-Semplice signorina Nakazawa, lei sarà l'accompagnatrice
ufficiale della squadra giapponese!-
Lo sguardo di Sanae si perse nel vuoto tanto era sorpresa.
-Da quanto vedo non si aspettava questa notizia vero?
Anche a me é parsa strana la cosa, ma quando ho detto al
signor Katagiri che c'era un altro studente giapponese
nella mia scuola, e che era una ragazza che eccelleva nei
suoi voti scolastici e nel suo lavoro di manager del club
di calcio, ha chiesto il permesso di poter avere anche
lei. Siete entrambi giapponesi, e lei Nakazawa parla
molto bene sia il tedesco che l'inglese oltre al francese
naturalmente, quindi é la persona più adatta; inoltre
so che conosce molti dei ragazzi che verranno, quindi sarà
una buona occasione per rivederli. Mi raccomando solo di
fare onore alla vostra scuola. E' tutto ragazzi potete
andare. -
Sanae era intontita, non si rendeva ancora conto della
situazione: in meno di una settimana avrebbe rivisto
Tsubasa-kun, il suo Tsubasa-kun.
Taro la guardava immersa nei suoi pensieri e non si
sentiva bene.
Tre anni...tre anni sempre insieme, tre anni passati a
sostenersi, incoraggiarsi, aiutarsi l'un l'altra, sapeva
di provare qualcosa per lei e sapeva che non era la
semplice amicizia, solo che ora, ora sarebbe riapparso
Tsubasa-kun e lui non sapeva che fare.
Camminavano per la strada, entrambi silenziosi, la luce
del tramonto si stava affievolendo, l'aria si faceva più
fredda, il battello stava facendo scendere i turisti, per
poi riprendere il fiume e la notte stava lentamente
calando.
Arrivati al solito punto i due si salutarono, Sanae si
incamminò verso casa sua, Taro rimase lì a guardarla
allontanarsi,e nel suo cuore prese una decisione: le
avrebbe parlato..prima dell'arrivo di Tsubasa-kun, le
avrebbe rivelato ciò che provava, non poteva rischiare
di perderla, non voleva rischiare di perderla..
Con questo proposito, anche lui si diresse verso casa,
essendo rincuorato dal fatto che mancava ancora una
settimana all'arrivo di Tsubasa.
Quello stesso giorno, all'aereoporto Charles De Gaulle di
Parigi 22 ragazzi,4 ragazze e due uomini stavano
scendendo da un aereo proveniente dal Giappone.
-Allora ragazzi, siamo venuti qui in anticipo sui tempi
per farvi rilassare un po' prima del torneo e, nel
frattempo, dato che le rappresentative delle altre
nazioni sono già arrivate, avrete modo di vederle in
azione contro alcune squadre del posto in amichevoli; in
questo modo potrete studiare i loro schemi di gioco...-
Katagiri continuava a parlare, ma Tsubasa aveva la testa
altrove...
'Chissà se riuscirò a vederla..ma di cosa mi illudo, é
impossibile incontrare una persona a Parigi!'
-A proposito, avremmo dovuto avvertire il direttore della
scuola di Misaki del nostro arrivo, anche perchè lui non
sarà il solo ad essere chiamato..-
I ragazzi si incuriosirono:
-Come? Vuol dire che Misaki non sa che siamo qui?-
-No, nè lui ,nè la vostra accompagnatrice ufficiale. E
dovremo chiamarla dato che sarà lei a farci da guida..-
-Una accompagnatrice ufficiale? Ma se abbiamo già Yukari-chan
e Kumi-chan? E poi non dimentichiamoci di Yoshiko-chan e
Yayoi-chan!-
-Infatti ci siamo già noi!-
Replicò stizzita Kumi, non le andava proprio l'idea di
avere un'altra ragazza fra i piedi che potesse mettere le
grinfie sul suo Tsubasa. Lei e solo lei sarebbe diventata
la sua ragazza!
-Gia ragazze, ma voi siete qui come accompagnatrici non
rischieste, questa ragazza sarà la accompagnatrice
ufficiale perché conosce le lingue più parlate in
Europa ed è giapponese. -
-Giapponese???-
Tutti erano sorpresi e cominciavano a chiedersi come
fosse questa misteriosa accompagnatrice.
-Sì ragazzi, il suo nome dovrebbe essere Sanae Nakazawa,
frequenta la stessa scuola di Misaki ed inoltre è la
manager della squadra di calcio che ha vinto per ben tre
anni consecutivi il campionato interscolastico qui in
Francia, la stessa dove gioca il vostro amico. -
-Sanae Nakazawa ha detto? Uhm..ma dove è che ho già
sentito questo nome?-
-Gia anche a me non è nuovo
-
A parlare erano stati Izawa e Kisugi.
Tsubasa sgranò gli occhi, non ci poteva credere, non
poteva credere alle sue orecchie.
Non si ricordava il cognome di Sanae ma, quante ragazze
giapponesi della loro età ci potevano essere a Parigi
con quel nome e che erano interessate al calcio tanto
quanto loro?
Ancora non ci credeva certo, magari si sbagliava..magari
non era lei la loro accompagnatrice però..se fosse stato
così, la avrebbe rivista, non solo, avrebbe avuto la
possibilità di parlare con lei!
Non vedeva l'ora di vederla, degli altri nessuno aveva
collegato la cosa e in realtà era più che felice in
questo modo..ora sapeva anche dove la avrebbe trovata..
Sorrise incamminandosi verso il pullman, sarebbe andato
l'indomani stesso alla scuola di Misaki..
-Non posso crederci
finalmente..dopo tre anni
-
FINE
SECONDO CAPITOLO
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