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Capitolo 3: La festa ~
"Ma cosa si stavano dicendo?" chiese Pipino a
Frodo, tenendo la voce bassa "Frodo..?"
"Non
credo
si stavano salutando Pipino
"
sussurrò l'hobbit con gli occhi fissi su Aragorn, non
riusciva ad immaginare che cosa stesse provando il
ramingo in quel momento ma sapeva che non esistevano
parole per attenuare il suo dolore. Era in piedi, le
braccia lungo i fianchi e lo sguardo perso tra gli
alberi, come se, nonostante la distanza, riuscisse ancora
a vederlo
Frodo sentì sulla spalla la mano di Sam
"Padron Frodo dovremmo seguire gli altri, oramai
Legolas e Gimli se ne sono andati
"
"Lo so Sam
" sussurrò senza distogliere
lo sguardo dall'uomo, lo vide fare un passo in avanti per
poi fermarsi di nuovo stringendo i pugni.
"Ma cosa fa?" bisbigliò Pipino. Frodo si girò
verso di lui aprendo la bocca per dirgli di stare zitto
ma la voce di Aragorn lo precedette
"Andiamo signori
.raggiungiamo il gruppo"
e detto ciò salì a cavallo, teneva gli occhi fissi
davanti a sé e quando sentì gli zoccoli degli altri
cavalli, spronò il suo avviandosi lungo il sentiero.
Giunsero così alla Breccia di Rohan dove si dissero
addio, Aragorn scese allora da cavallo e salutò Pipino,
Merry e Sam, per ultimo si rivolse a Frodo
"E difficile dire addio a tutte le persone che ami
in pochi giorni
" disse l'uomo sorridendo
"Ti auguro un buon ritorno a casa"
"Ed io auguro a te la felicità" disse Frodo
sorridendo a sua volta "Ti ho conosciuto come
ramingo e ti lascio come re, affronterai anche questa
tempesta come hai sempre fatto e sono sicuro che tra non
molto ritornerà il sereno
Grazie per avermi salvato
la vita
"
"Potrei dire lo stesso mio piccolo amico
"
sussurrò il ramingo.
Tutti rimontarono in sella e l'ultima a parlare fu
Galadriel
"Hai ottenuto tutto ciò che desideravi, Gemma
Elfica, adopera bene i tuoi giorni. Non lasciare che il
tuo cuore s'inaridisca come un terreno privo di pioggia,
la serenità tornerà presto.
Dovrai affrontare ancora il male che si cela sotto
spoglie amiche, ma ricorda, l'amore e la fiducia sono la
chiave della verità"
E con quelle parole la Dama si allontanò insieme a
Gandalf, gli hobbit e tutti gli elfi, lasciando il re di
Gondor e i suoi cavalieri.
"Torniamo!" gridò Aragorn e partì al galoppo
seguito dai suoi uomini. Correva, sempre più forte,
spronando il cavallo ad aumentare la velocità, ora si
era allontanato dagli altri ma non rallentò, come se il
vento sul volto, tra i capelli, fosse l'unico modo per
portare via la tristezza che sentiva nel cuore ma no
non
poteva, l'unica cosa che era in grado di fare era
asciugare le lacrime che stavano scorrendo sulle sue
guance
quelle lacrime che era riuscito a trattenere
quando Legolas si era allontanato da lui. Lacrime...da
quando si era accorto di amarlo aveva pianto spesso, ma
non era una debolezza no, era una dimostrazione di
quell'amore, con lui si sentiva forte, poteva affrontare
ogni cosa e grazie a questo sentimento avrebbe superato
anche la lontananza, il tempo
Giorni
mesi
anni
il tempo, quel tempo che
sembrava essere infinito passò
l'autunno,
l'inverno, la primavera, l'estate
un anno
Un
anno durante il quale Gondor risorse a nuova vita, in
tutto il regno si tessevano le lodi per il re e la regina
che avevano portato gioia e prosperità, per il loro
amore eterno che era da esempio per tutti ma non sempre
le cose sono come appaiono. Sì, Aragorn e Arwen si
volevano bene ed insieme prendevano le decisioni che
riguardavano i popoli di entrambi ma la felicità, quella
non sempre regnava nei loro cuori. Aragorn spesso si
allontanava, passeggiando solo nel giardino oppure
sedendo per ore sul suo trono nel Salone dei Re, anche se
nessuna sentenza doveva essere pronunciata. Arwen non
sapeva più cosa fare, i primi mesi erano stati facili da
affrontare ma più il tempo passava, più era difficile
vederlo sorridere, nonostante ciò, non faceva mancare
niente al suo popolo, era sempre pronto ad aiutare
chiunque avesse avuto bisogno, era un vero re, sotto ogni
aspetto
A volte rimanevano soli a parlare ma quando per errore
l'argomento sfiorava Legolas, sul viso dell'uomo calava
di nuovo il velo della tristezza. In quei momenti aveva
paura, paura che il suo sposo si lasciasse andare al
dolore, ma era forte, e tanto doveva esserlo lei ogni
volta che i Consiglieri Reali le chiedevano cosa turbava
il loro re, doveva trovare delle continue scuse senza
infondere sospetti nelle loro menti
loro, infatti,
secondo le nuovi leggi, avrebbero potuto privarlo di ogni
potere se ci fossero stati dei buoni motivi per non
ritenerlo più un re saggio e giusto.
Spesso Arwen si allontanava per giorni da palazzo, a
volte di nascosto e a volte con la scusa di dover portare
dei messaggi per conto del re, in ogni caso viaggiava
sempre sola; era stato proprio Aragorn ad ordinare alle
sue guardie di non seguirla ed era lui l'unico a
conoscenza della sua destinazione.
Venne poi di nuovo l'autunno, l'inverno, ancora la
primavera ed infine l'estate
un altro anno
Quell'anno faceva molto più caldo, ad Arwen ricordò la
prima estate passata a Minas Tirith, quando si era
sposata ma anche quando per la prima volta lo aveva visto
gli
aveva parlato e, di nascosto nel bosco si erano baciati,
poi era venuto l'inverno, quando si potevano vedere poco
a causa del maltempo ma le volte che riusciva a
raggiungerlo al suo palazzo restavano giorni insieme, in
una stanza isolata, a fare l'amore
era stato lui il
primo uomo a toccarla
ancora ricordava le sue mani,
le sue labbra, i suoi lunghi capelli che le sfioravano la
pelle ad ogni movimento
E poi i loro discorsi, amava
parlare con lui, si sentiva libera di esprimere ogni
cosa, e ne aveva bisogno, negli ultimi tempi con Aragorn
aveva paura ogni volta di ferirlo con qualche parola,
invece con lui era diverso
però non gli aveva detto
tutto
no, non tutta la verità, lui sapeva che
Aragorn era al corrente della loro relazione e la
accettava, quella volta era stato difficile fargli
credere che era vero, ma alla fine c'era riuscita. Anche
lui comunque sapeva dei problemi che potevano crearsi se
la cosa si fosse venuta a sapere e quindi cercava di
mantenere le sue visite a Minas Tirith segrete. L'altra
cosa però non gliela aveva rivelata, non sapeva perché,
si fidava di lui ma non voleva farlo
nel suo cuore
sentiva che non era ancora giunto il momento per
parlargli di Legolas
Come sempre, anche quel pomeriggio, il sole risplendeva
alto nel cielo, Arwen stava cavalcando nel bosco vicino
al palazzo, i capelli sciolti sulle spalle e il volto
radioso. Si sentiva felice, per la sera seguente aveva
organizzato una festa in maschera e molti ospiti erano
giunti a Gondor per parteciparvi e ovviamente l'uomo che
amava era tra questi. Aragorn aveva acconsentito anche se
con entusiasmo moderato, non voleva vedere gente, per lui
ciò significava già dover indossare una maschera per
celare il dolore che gli riempiva il cuore.
Arwen tirò le redini e si fermò guardandosi attorno,
aveva avvertito una presenza, qualcuno si stava
avvicinando ma non era un cavallo al trotto come si
aspettava
chiuse gli occhi cercando di percepire da
dove venisse il rumore
erano zoccoli ma più leggeri
come
se a montare l'animale fosse un
"Una regina non dovrebbe cavalcare tutta sola nel
bosco
" la voce proveniva dalle sue spalle
quella
voce
"Dimmi che non sto sognando
" disse Arwen
senza voltarsi, un sorrise apparve sulle sue labbra
"Ho pregato, non sai quanto
ho desiderato con
tutto il cuore che questo momento arrivasse
e alla
fine
" sentì dei passi avvicinarsi e scese
anche lei da cavallo, poi finalmente si voltò e incontrò
due occhi blu "
sei tornato
" e gli
si avvicinò abbracciandolo.
Legolas sorrise e la strinse a sé
"Come stai? Vedo una nuova luce sul tuo viso, dimmi
"
"Io sto benissimo
ora
ma non parliamo di
me
" lo interruppe Arwen "Tu piuttosto?
Hai incontrato delle difficoltà? Tuo padre? Il tuo
popolo?"
"No, va tutto bene, mio padre voleva che rimanessi
un po' con lui prima di ripartire di nuovo per
portare
gli aiuti che avevo promesso a Gondor, gli ho detto che
avevate bisogno di alcuni consigli
" rispose
l'elfo.
"Ed è vero Legolas
nonostante tutto abbiamo
bisogno dei tuoi consigli ma soprattutto di te
"
sussurrò Arwen stringendogli le mani. "Non mi
sembra vero
"
Legolas abbassò lo sguardo per attimo poi lo rialzò
guardandola
"Come
come sta lui?" sussurrò.
"Non posso dirti bene
è stato difficile,
molto, nei primi mesi sembrava sopportarlo ma poi, col
passare del tempo il suo sorriso è sparito, voleva
sempre più spesso rimanere solo e la notte
certe
notti sono entrata nella sua stanza, mi sono sdraiata
accanto a lui e l'ho sentito piangere
nel sonno
pronunciava il tuo nome
" Arwen abbassò lo
sguardo "Oh Legolas era straziante vederlo soffrire
e non poter fare niente
.Ora però
" alzò
gli occhi sorridendo "Ora sei qui, basta parlare del
passato
"
"Dov'è adesso?" chiese l'elfo "Voglio
andare da lui
"
"No aspetta
domani
aspetta fino a domani,
domani sera ci sarà una festa in maschera a palazzo, non
immagino situazione migliore per potervi incontrare di
nuovo
Ti prego
"
"Arwen
un altro giorno
io
"
Legolas sospirò, erano passati due anni, due anni senza
vedere il suo volto ed ora che gli era così vicino
doveva aspettare ancora "Non so se
e va bene
"
disse sorridendo "Credo di riuscire a resistere
ma
se qualcuno mi vedesse a palazzo?"
"Potresti restare nel giardino, per una notte, solo
io ed Aragorn possiamo accederci ma raramente lui ci
mette piede ora, nessuno ti vedrà
Dimmi di sì
"
"Va bene
ma non sai cosa mi stai chiedendo
"
sussurrò Legolas accarezzandogli i capelli.
All'improvviso sentirono una voce e un cavallo galoppare
verso di loro.
"Arwen
finalmente ti ho ritrovata
non vale
"
ma l'uomo si fermò e si avvicinò in silenzio.
"Eomer
ti ricordi di Legolas, principe di Bosco
Atro?" disse Arwen indicando l'elfo al suo fianco.
"Sì certo, ben tornato
sei venuto per la
festa?" chiese il cavaliere guardando Arwen con
sguardo interrogativo.
"Veramente sono venuto per restare a Gondor se
se
il re me lo permetterà
" rispose Legolas
sorridendo.
"Bene, torniamo a palazzo ora
" disse
Arwen, poi fissando intensamente Eomer "Vorrei che
nessuno venisse a sapere dell'arrivo di Legolas
"
Il re di Rohan annuì sorridendo poi tutti e tre
partirono al galoppo.
Arwen e Legolas cavalcavano affiancati, scambiandosi
alcuni pensieri.
"Non vorrei essere invadente ma
cosa fai a
cavallo col re di Rohan?"
"Lo amo
"
"Cosa?"
"Lo amo Legolas, siamo innamorati, credo di amarlo
più di quanto abbia mai amato Aragorn
"
"E quando è successo? Il mio cuore si rallegra nel
sentirlo
"
"Dalla prima volta che ci siamo incontrati
Aragorn
n'è al corrente e dice di essere felice per me
ed
ora che anche tu sei qui
sembra tutto così perfetto
ho
imparato a diffidare delle cose troppo belle e ora inizio
a temere che possa succedere
"
"Arwen
non succederà niente
i Valar hanno
voluto la gioia per tutti noi...accettiamolo senza
chiederci altro
"
Giunse la sera, nel vedere finalmente le stelle Legolas
tirò un sospiro di sollievo, mancava poco
poche ore
lo separavano da lui. Si sdraiò ai piedi di un albero,
aveva cercato di allontanarsi il più possibile dalle
mura, qualcuno poteva uscire sul balcone e vederlo, quel
balcone
Alzò la testa e rimase a contemplare la
luna, la stessa luna che vedeva da Bosco Atro quando, la
notte s'isolava per pensare a lui
quant'era
difficile resistere alla tentazione di salire a cavallo e
tornare indietro
e poi finalmente quel giorno,
quando suo padre lo fece chiamare e gli disse che poteva
partire per tornare a Gondor, per far sapere al re che il
reame di Bosco Atro era pronto ad aiutarlo
poi però
pronunciò quelle parole
"Vai Legolas, resta a Gondor tutto il tempo che
occorre ma sappi che un giorno dovrai tornare, dovrai
prendere il mio posto, sposarti e avere dei figli
Come
ho fatto io, e come ha fatto mio padre prima di me,
dobbiamo assicurare al nostro popolo una guida
Queste
parole, Legolas, sono le stesse che mi disse mio padre
tempo prima di essere ucciso dal male, e ora io le dico a
te
spero solo che tu possa trovare una compagna con
la stessa luce che aveva tua madre
"
Legolas chiuse gli occhi
quello era il futuro
questo
è il presente
ed era adesso che doveva vivere.
Ad un tratto sentì dei rumori, dei passi
velocemente
si alzò in piedi e si nascose come meglio poteva dietro
a un cespuglio. Chiunque fosse, non era diretto verso di
lui per fortuna, così uscì lentamente dal suo
nascondiglio, fece qualche passo, doveva stare attento,
nessuno doveva vederlo, ma la curiosità
Vide
qualcuno, vicino alla fontana, ma, nonostante la sua
vista era ancora troppo lontano per scorgerne il volto,
avanzò ancora fermandosi dietro ad un albero e allora il
suo cuore iniziò a battere, forte, come non gli
succedeva da molto tempo
era lui
non era
cambiato minimamente, anche se era un Uomo, la sua stirpe
invecchiava molto più lentamente
tranne
il suo
viso, un'ombra lo oscurava, un velo di tristezza nei suoi
occhi. Legolas strinse i pugni, la prima cosa che gli
passò per la mente era correre da lui ma
l'aveva
promesso ad Arwen
doveva aspettare, rimase immobile
senza fare il minimo rumore anche se sapeva di essere
abbastanza lontano
forse avrebbe dovuto andare via
ma non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Era in
piedi, appoggiato al tronco di un albero, gli occhi
chiusi e la testa alzata verso il cielo, indossava una
tunica nera sopra i pantaloni dello stesso colore, i
primi lacci erano aperti lasciando intravedere il petto,
doveva essere molto leggera perché la brezza notturna
che si era alzata la muoveva con facilità. Dopo un
momento lo vide sorridere
Aragorn respirò profondamente come se solo in quel posto
potesse trovare l'aria, non riusciva a dormire, come
succedeva spesso, troppi pensieri occupavano la sua mente
ed uno su tutti si imponeva
Legolas. Cercava di
concentrarsi su altro ma non ci riusciva, una volta
andava da Arwen e rimanevano a parlare per ore ma adesso
da
quando Eomer era giunto da Rohan la sua sposa aveva altre
priorità la notte e poteva capirla
una sera era
passato per caso davanti alla sua stanza, quella che
usava per gli incontri segreti, e li aveva sentiti
Si passò le mani tra i capelli, gli tornarono alla mente
i suoi incontri con Legolas nel bosco di Lothlòrien,
quando passeggiavano e ad un tratto lui lo spingeva con
forza contro il primo albero baciandolo con passione per
poi inginocchiarsi
la sua bocca, il suo calore
quando
abbassava lo sguardo e vedeva le labbra dell'elfo
muoversi su di lui
sorrise
tutti quei ricordi
erano vividi, le sensazioni che provava
quanto
avrebbe voluto stringerlo in quel momento, sentire le sue
labbra
toccarlo
sentire quelle mani sul suo
corpo
Il suo abito si muoveva nel vento e la stoffa
sottile gli sfiorava la pelle, provocandogli dei brividi
in tutto il corpo nonostante il caldo della nottata
senza
pensare si fece scivolare una mano lungo il petto fino al
ventre, iniziò a muoverla, accarezzandosi attraverso la
stoffa dei pantaloni
appoggiò di nuovo la testa al
tronco e le sue labbra si aprirono in un sospiro
Legolas
L'elfo spalancò gli occhi
aveva pronunciato il suo
nome e i suoi movimenti
un calore improvviso lo
pervase quando vide che Aragorn si stava slacciando i
pantaloni
Il ramingo mise una mano sul tronco mentre muoveva
l'altra su di sé, lentamente
continuava a pensare a
lui, alle sue labbra, alle sue mani che ogni volta lo
portavano oltre ogni limite
"
sì
Legolas
così
"
L'elfo chiuse gli occhi, i suoi sospiri, lo sentiva
gemere il suo nome
avrebbe voluto andare da lui,
stringerlo, toccarlo ma non poteva
sentiva
l'eccitazione crescere sempre di più ad ogni suono che
proveniva dalle labbra dell'uomo
quando alzò di
nuovo lo sguardo su di lui vide che si stava lasciando
cadere in ginocchio, una mano appoggiata a terra
nell'erba, l'altra sempre su di lui, si muoveva più
velocemente.
Aragorn strinse il pugno nell'erba quando sentì il
momento avvicinarsi e si lasciò andare
respirava
velocemente e il cuore batteva ma
solo il suo corpo
era stato soddisfatto, la sua anima ancora aspettava
voleva
lui
"Dove sei Legolas
" sussurrò
"Ho bisogno di te
"
Legolas sentiva il cuore battere prepotentemente, vedeva
il corpo del ramingo che tremava ma non più per il
piacere come poco prima, ma per i singhiozzi, stava
piangendo, lo sentiva dal modo in cui pronunciava le
parole.
"Torna qui
ti prego
"
"Torna da me
"
"Mi manchi
non ce la faccio più
"
Aragorn cercò di alzare la voce per lasciare uscire il
dolore che doveva tenere sempre nascosto ma non ci
riusciva
"Legolas!" doveva essere un grido ma le lacrime
lo soffocarono.
L'elfo si girò appoggiando la schiena all'albero e
chiuse gli occhi
non voleva vederlo così, era
troppo difficile da sopportare
"Aragorn
" quel nome uscì dalle sue
labbra senza volerlo, come un sospiro, un soffio.
Il ramingo alzò la testa, aveva sentito
gli
sembrava di aver udito una voce, qualcuno pronunciare il
suo nome ma non poteva essere, era solo in quel giardino,
probabilmente era stata solo la sua mente
si mise di
nuovo in piedi, riallacciandosi i pantaloni e si avvicinò
alla fontana, immerse le mani nell'acqua fredda e poi se
la gettò sul viso, lasciandola scivolare lungo il collo
e sul petto, dopo poco si incamminò lentamente verso il
cancello.
La notte passò e anche gran parte della giornata
successiva, era già pieno pomeriggio quando sentì la
voce di Arwen che lo chiamava
"Legolas
è il momento
dobbiamo andare
Aragorn
è nel Salone dei Re con i suoi Consiglieri e ci rimarrà
per diverse ore
"
"E' il momento per cosa?" disse l'elfo
avvicinandosi a lei.
"Per mascherarti
" gli rispose Arwen
sorridendo e prendendolo per una mano lo portò in una
stanza. Quando entrarono lei richiuse la porta
velocemente.
"Per fortuna nessuno ci ha visti altrimenti
niente
sorpresa
" disse Arwen.
Legolas si guardò attorno, c'era un grande specchio e
sul letto erano appoggiati tre vestiti con altrettante
maschere.
"Bene, indossa l'abito blu e la maschera e non ti
muovere da qui!" continuò lei prendendo l'abito
rosso "Vado a vestirmi e ritorno
" si
avvicinò alla porta aprendola ma prima di uscire sussurrò
sorridendo "Ah
e non ti avvicinare troppo
all'abito di Aragorn
sarebbe capace di riconoscere
il tuo profumo
" e se ne andò.
Legolas sorrise e si avvicinò al letto
l'abito che
avrebbe indossato Aragorn
lo sfiorò con le dita
cercando di memorizzarlo per la serata, era bianco con
delle piccole stelle argentate ricamate sulle maniche,
dal primo laccio partiva su ogni lato un risvolto rigido
che rimaneva rialzato dietro al collo, dello stesso
colore erano i pantaloni e gli stivali
che strano,
non aveva mai visto l'uomo indossare abiti di quel tipo
quando
però il suo sguardo cadde sull'abito che doveva mettersi
spalancò gli occhi
Dopo quasi un'ora Arwen tornò con il suo abito rosso
fuoco e i capelli intrecciati che ricadevano su una
spalla, in mano aveva la maschera.
"Allora
è della tua misura?" disse
guardando sorridendo l'elfo.
"Arwen io non so
" sussurrò. Era in piedi
davanti allo specchio e fissava la sua immagine riflessa
come se non si riconoscesse. La tunica era di un leggero
velluto blu, molto intenso, gli arrivava poco sopra alle
ginocchia. Il primo laccio era posizionato molto in basso
lasciando scoperto una parte del petto, dietro al collo
passava un risvolto rigido alto che arrivava fino al
primo laccio congiungendosi a questo formando una
mezzaluna, le maniche partivano strette per poi
allargarsi dai gomiti ai polsi. I pantaloni erano di
pelle nera e lo stesso gli stivali. Una maschera blu gli
ricopriva la metà superiore del volto, scendendo anche
sulla guancia sinistra sempre formando una mezzaluna, due
nastri la tenevano stretta alla testa ricoprendo le
piccole trecce dietro alle sue orecchie. Due ciocche di
capelli biondi gli scendevano sul petto creando un forte
contrasto con l'abito.
"Sei perfetto
" sussurrò Arwen "Non
ti riconoscerà mai
certo, finché non vorrai farti
riconoscere
"
"Ma
questo non sono io
non ho mai
indossato
e poi questi pantaloni sono così stretti
"
si lamentò l'elfo continuando a guardarsi allo specchio.
"E' per questo che l'ho scelto, perché tu non
l'avresti mai messo e lo stesso pensa Aragorn, forse potrà
intuire qualcosa dalla tua voce o dai tuoi occhi ma una
volta visto il tuo abito
i suoi dubbi lo lasceranno
Ora
andiamo
tra poco arriverà lui
"
Aragorn era seduto sul letto, aveva indossato il suo
abito per la festa ma non aveva la minima voglia di
scendere e vedere tutta quella gente, il solo pensiero di
dover parlare con tutte quelle persone lo deprimeva
era
sicuro che comunque prima o poi Arwen sarebbe venuta a
cercarlo ed infatti
"Sei ancora qui?
Avanti la festa è già
iniziata
" disse Arwen entrando dalla porta.
"Lo so
torna dagli altri, Eomer ti starà
aspettando
" sussurrò il ramingo guardandola,
stava veramente bene con quel vestito anche se la
maschera copriva il suo bel viso.
"Può aspettare ancora qualche momento
Ora
metti questa maschera ed esci di qui
"continuò
lei mettendogli la maschera sul volto e legando i nastri
dietro la sua testa, con le dita gli sistemò i capelli
facendoli ricadere sulla fronte.
"Arwen
non credo sia il caso di
"
iniziò l'uomo ma quando vide il suo sguardo deciso si
alzò e uscì dalla porta "Come vuoi
"
sapeva che era inutile discutere di questa cosa, e poi
poteva benissimo andare nel Salone e poi allontanarsi da
tutta quella gente, rimanere solo.
Entrò nella grande sala e vide che nessuno si era
voltato verso di lui inginocchiandosi come sempre,
sorrise, nessuno sapeva che era il re e la cosa lo
divertiva. Passò vicino a diversi gruppi di persone che
parlavano tra loro, scherzando, altri ballavano
Elfi
e Uomini, era difficile riconoscere gli uni e gli altri a
causa dei costumi e delle maschere, molti dei primi però
erano traditi dai lunghi capelli biondi, tipici di molte
popolazioni elfiche. Aragorn respirò, ogni volta che ne
vedeva uno il suo cuore aveva un sussulto
ma sapeva
che non poteva essere lui, doveva calmarsi e
allontanarsi
da tutti, aveva bisogno d'aria. Si incamminò verso il
corridoio che portava fuori, sul balcone
notò che
alcuni degli ospiti si erano voltati verso di lui per un
momento per poi tornare di nuovo ai loro discorsi, si
guardò ancora intorno e incrociò lo sguardo di una
donna
doveva essere Eowyn, sapeva che anche lei e
Faramir erano arrivati anche se non aveva ancora avuto
modo di incontrarli, si girò facendo ancora qualche
passo e vide che un uomo lo stava fissando
no, non
un Uomo, era sicuramente un Elfo, indossava un abito
color del cielo notturno e i capelli dorati risplendevano
come la luna
era molto attraente
sentì di
nuovo il cuore battere più forte
"No, basta
"
si disse, doveva uscire da quella stanza altrimenti
sarebbe impazzito, ogni Elfo gli ricordava Legolas
Uscì finalmente sul balcone e accostò la porta, guardò
il cielo, la luna che risplendeva e poi girò la testa e
vide il tavolo di marmo
non riuscì a trattenere una
risata
aveva scelto proprio il posto giusto per non
pensare a lui
All'improvviso sentì la porta chiudersi e si girò di
scatto
vide l'elfo che poco prima aveva attratto la
sua attenzione. Lo fissò per un momento con uno sguardo
interrogativo, lo conosceva? Forse sì, conosceva molti
Elfi di Lothlòrien
eppure aveva qualcosa di strano
Legolas rimase in silenzio, fino a pochi attimi prima
voleva togliersi la maschera ed abbracciarlo ma adesso
la
situazione giocava a sua favore
quegli occhi azzurri
però
aveva incontrato di nuovo il suo sguardo.
"Desidererei rimanere solo se non ti dispiace
chiunque
tu sia
" disse Aragorn continuando a guardarlo.
"Come vuoi
mi chiedevo solo
" disse
l'elfo cercando di modificare più possibile il tono
della voce "
perché un uomo cerca la
solitudine rinunciando al divertimento che una festa come
questa può offrirgli
"
Il ramingo aprì la bocca per rispondere, voleva dirgli
che non erano affari suoi ma c'era qualcosa nella sua
voce
qualcosa che aveva abbassato tutte le sue
difese
"Come sai che sono un Uomo?" chiese Aragorn
anche se sapeva bene la risposta.
"Per prima cosa il tuo volto
" rispose
Legolas "Gli Elfi non hanno la barba
poi il tuo
portamento, non cammini e non ti muovi come un Elfo poi
"
"Va bene ho capito sconosciuto
" lo
interruppe l'uomo sorridendo "E dimmi
perché a
un Elfo interessano le mie azioni?"
"Come sai che sono un Elfo?" chiese Legolas
sorridendo a sua volta ma quando vide che il ramingo
stava per rispondere continuò "Mi chiedevo
solamente cos'è che turba il cuore di qualcuno a tal
punto
tanto da desiderare il silenzio piuttosto che
le risate
"
"Possono esserci molti motivi amico mio
"
iniziò Aragorn girandosi di nuovo verso il giardino
"Ma non credo che tu abbia voglia di ascoltare le
parole tristi di un uomo che soffre per amore
"
"Amore?
E' per questo che la tua anima è in
pena?" chiese l'elfo facendo qualche passo verso di
lui "Ami qualcuno che non ricambia il tuo amore?"
"No
" continuò il ramingo sorridendo
"Avevo l'amore
la mia vita era completa
ma
poi l'amore si è allontanato da me
le circostanze
avverse l'hanno portato lontano e non so quando tornerà
di nuovo
"
"Allora perché soffri? Devi solo attenderlo
"
sussurrò Legolas.
"Attendere
sembra facile, sono due anni che
attendo il suo ritorno ed altrettanti credo ne passeranno
prima di vederlo tornare
se ritornerà
"
Aragorn si fermò respirando profondamente, quel pensiero
si era fatto strada molte volte nella sua mente "
a
volte mi chiedo
se non tornasse
cosa farei
allora? Se trovasse qualcun altro a cui donare il suo
cuore, cosa farei? Forse anche adesso, mentre noi stiamo
parlando, lui stringe qualcun altro al mio posto
"
"Non è così
" disse Legolas alzando la
voce, poi si accorse di aver esagerato e la abbassò di
nuovo "Sono sicuro che non è così, non dovresti
dubitare del suo amore, lui
lui ti ama con tutto sé
stesso e non vivrebbe un solo giorno su questa terra
senza di te, per lui sei il sole, la luna, ogni cosa
bella che esiste
"
Aragorn si girò verso di lui fissandolo
"Parli come se lo conoscessi
" sussurrò,
ma cosa c'era in quell'elfo che lo spingeva ad aprire il
suo cuore come non aveva fatto con nessun altro in quei
giorni
"No, io
non posso conoscerlo
è solo che
so quello che stai passando perché anche io l'ho vissuto
mi
sono dovuto allontanare dalla persona che amavo e avevo i
tuoi stessi dubbi, le stesse insicurezze
"
disse l'elfo abbassando lo sguardo "Poi però ci
siamo ritrovati
"
Il ramingo fece qualche passo e si fermò di fronte a lui
sorridendo "Questa persona è molto fortunata ad
avere il tuo cuore
non sai quanto la invidio in
questo momento" sussurrò "Ora scusami ma è
meglio che vada
" e si avvicinò alla porta.
Non sapeva perché ma continuava a sentire il cuore
battere forte, forse erano state le parole di quello
sconosciuto, la passione con cui difendeva il suo amore
"No aspetta
perché dici così.." disse
Legolas mettendosi davanti a lui.
Aragorn lo fissò e si appoggiò al muro sospirando
"Perché
perché ora sei con la persona che
ami, ha il tuo amore e tu il suo
" rispose.
"E tu no?
" disse l'elfo avvicinandosi a
lui "Anche se è lontano sono sicuro che il suo
amore è forte come prima
"
"Ma non è qui
non posso stringerlo tra le
braccia quanto ne sento il bisogno, non posso ascoltare
la sua voce
forse voi Elfi non riuscite a capirlo ma
è difficile vivere in questo modo, l'amore da solo non
può bastare e
" si fermò di colpo l'aveva
guardato negli occhi e si era accorto che erano blu
un
blu intenso come quelli di Legolas
doveva andarsene
allontanarsi
da quello sconosciuto che era in grado di disorientarlo
"Lo ami ancora?" sussurrò l'elfo, aveva paura
dopo
quelle parole temeva la risposta.
"Non devo rivelarlo a te
" disse il
ramingo abbassando lo sguardo "Lasciami passare ora
"
e tentò di allontanarsi ma l'elfo lo spinse contro il
muro.
"Ma come osi
" disse Aragorn stupito per
il suo gesto.
"Lo ami ancora?
Come prima?" ripeté
fissandolo.
"Si
lo amo
più di prima, se è possibile
amare qualcuno più della vita stessa
" disse
l'uomo alzando la voce "Ed ora lasciami andare
"
ma le mani dello sconosciuto lo bloccarono di nuovo
contro al muro impedendogli di muoversi.
"Lasciarmi andare
" gridò Aragorn, l'elfo
era molto forte, forse più di lui, non doveva rivelare
la sua identità, non dopo quello che aveva detto ma era
l'unico modo per liberarsi "
io
io sono Re
Elassar di Gondor e ti ordino di lasciarmi andare
"
con una mano si slacciò la maschera facendola cadere a
terra. Lo sconosciuto non si allontanò, anzi, si avvicinò
di più a lui
"Hai capito ciò che ti ho detto?" ripeté il
ramingo divincolandosi, ma perché si comportava così?
Chiunque si sarebbe inginocchiato chiedendo perdono per
le proprie azioni
beh, forse non un Elfo, ma
comunque si sarebbe allontanato
invece
ma chi
era questo sconosciuto?
"Credevo non ci fosse nessun re quando siamo insieme
"
sussurrò l'elfo.
Aragorn si fermò, immobile per un lungo momento
la
sua voce
quelle parole
poi guardò di nuovo gli
occhi blu
no, non poteva essere lui, era impossibile
ma
quella frase
"Ma
chi sei tu?.." bisbigliò, il cuore
batteva all'impazzata e il respiro aumentava di velocità
"Qualcuno appena tornato da un lungo viaggio e
"
disse Legolas alzando una mano per slegare i lacci della
maschera, lasciandola poi cadere a terra "
per
il quale dovresti fare qualsiasi cosa se non ricordo male
"
Il ramingo spalancò gli occhi e un sorriso comparve
sulle sue labbra
non riusciva a crederci
gli
posò lentamente una mano sulla guancia
"
sei qui
" sussurrò "
sei
tornato da me...sei vero
non è un sogno
"
Legolas gli mise a sua volta una mano sulla guancia
accarezzandolo
"
ti ho spinto più volte contro il muro, se
fosse stato un sogno ti saresti già svegliato
"
bisbigliò sorridendo "
posso abbracciarti o
hai intenzione di chiamare le tue guardie se mi avvicino
"
Aragorn lo guardò per un attimo poi lo abbracciò,
stringendolo più che poteva, sentiva le lacrime agli
occhi per la felicità ma non voleva piangere ancora, il
tempo delle lacrime era finito
"Legolas
sei tornato
" disse "
sei
tornato
" avrebbe voluto dire molte cose ma
erano le uniche che riusciva a pronunciare in quel
momento.
L'elfo si allontanò un poco da lui e prese il suo volto
tra le mani
"E se lo permetti sono intenzionato a restare per un
lungo
lungo periodo
" poi avvicinò le
labbra alle sue e lo baciò teneramente, assaporando
quelle labbra come fosse la prima volta
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