L'Ombra e la Speranza

7. Non più sola



Nella sua stanza, Grainne si asciugò le lacrime che le avevano rigato le guance. Tirando un profondo respiro, si alzò dal letto e si diresse verso il tavolo su cui si trovava la sua spada, avvolta nel fodero marrone. Rimase un attimo ad osservarla, con gli occhi ormai asciutti ma duri e freddi come il cristallo. Poi, lentamente, allungò le mani verso essa, la estrasse dal fodero e la tenne dritta davanti a sé, impugnandola per l'elsa.
Ripensò a suo padre, tenendo gli occhi fissi sulla spada che un tempo gli era appartenuta e che lei aveva ereditato dopo la sua morte. Lui l'aveva forgiata con le sue stesse mani, e, nonostante l'avesse fatto molti anni prima, quell'arma non sembrava portare su di sé i segni del tempo. Grainne fece scorrere un dito lungo la lama tagliente e tanto lucida che la ragazza riusciva a specchiarvisi ; poi accarezzò l'elsa finemente lavorata, che aveva la forma di un drago con due teste, il cui corpo formava l'impugnatura.
La ragazza tenne ancora la spada davanti a sé, e una lacrima le scese di nuovo sul volto impassibile.
- Ho fallito, padre. - disse - Perdonami. -
In quel momento la porta si aprì.
- Fermati ! - gridò Legolas correndo verso Grainne - Che stai facendo ? ! -
La ragazza, sorpresa, si voltò verso l'elfo che, in un baleno, le strappò la spada di mano.
- Sei impazzito ? Ridammela ! - esclamò Grainne avventandosi su di lui.
- Nemmeno per sogno ! - rispose Legolas lottando per impedire che la ragazza si impadronisse di nuovo della sua spada - Si può sapere cosa credevi di fare ? Pensavi forse che dandoti la morte avresti risolto i tuoi problemi ? -
- Non voglio affatto uccidermi, idiota ! - Con un violento strattone, Grainne portò via la spada a Legolas, che perse l'equilibrio e sbattè contro il muro. Senza rivolgergli il minimo sguardo, la ragazza rimise con cura la spada nel fodero e la strinse a sé, accucciandosi in un angolo, gli occhi persi nel vuoto.
- Sarebbe troppo facile... - sussurrò - Tanto facile che non ne ho nemmeno il coraggio... -
Legolas, portandosi una mano alla testa, ancora stordito dal colpo, le si avvicinò.
- Grainne... -
La ragazza alzò lo sguardo colmo di rabbia su di lui.
- Cos'hai detto a Gandalf ? - gli disse.
- Io... -
- Non voglio più vederlo, chiaro ? ! Nessuno deve impicciarsi dei miei affari ! Nemmeno tu ! - sbottò Grainne rialzandosi e puntando un dito contro l'elfo, che la guardava sconvolto, senza sapere cosa dire. Poi, senza lasciare la sua spada, andò alla finestra.
- Forse dovrei tornare a Minas Tirith - disse - Anche là non ero niente, ma almeno mi hanno accolta senza farmi domande... -
- Ma cosa stai dicendo... ? -
Grainne non fece caso alle sue parole. - Non ero niente...non sono mai stata niente per nessuno. Ho vissuto a corte per tre anni, ed era come se non esistessi. Forse è così, forse non esisto davvero...sono solo un fantasma che si ostina a voler vivere una vita che non ha... -
- Ma non è vero, Grainne ! -
- Andiamo, Legolas ! - sbottò la ragazza voltandosi verso di lui e aprendo le braccia. La spada le cadde ai piedi con un tonfo sordo, attutito dal pesante fodero di cuoio. - Guarda in faccia la verità ! Sono completamente sola ! A chi mai dovrebbe importare di una stupida ragazzina che gioca a fare la guaritrice ? -
- A me - disse Legolas prendendo dolcemente Grainne per le spalle e guardandola negli occhi vuoti - A me importa. -
Gli occhi della ragazza si strinsero e si riempirono di lacrime mentre l'elfo la abbracciava e sentiva il suo corpo sussultare dai singhiozzi.
- E anche ad Aragorn...e a Gandalf...ho voluto che ti parlasse solo perché io non sapevo cosa fare...da vero sciocco credevo di poterti aiutare senza nemmeno sapere cosa ti affliggeva, e ho sbagliato, me ne rendo conto. Perdonami, ti prego...il tuo passato non ha importanza, è il presente che conta, adesso...e se anche tu tieni a noi, ti prego, non fare sciocchezze... -
Grainne si strinse forte a Legolas, sentendo che non avrebbe mai potuto dimenticare il calore di quell'abbraccio, in cui il suo esile corpo da uccellino si perdeva.
- Mi dispiace, Legolas... - gli disse - Mi dispiace tanto... -
Legolas chiuse gli occhi e sorrise. - E' tutto dimenticato. Vorrei solo poterti dare un po' di serenità in questo momento, ma come posso farlo se tu non mi aiuti ? I tuoi silenzi mi rendono completamente impotente... -
- Le cose cambieranno, te lo prometto. Ma non lasciarmi...non lasciatemi sola. -
Ad un tratto, la voce di Aragorn risuonò nella stanza. - Legolas...è tutto a posto ? -
L'elfo e la ragazza volsero gli occhi al Ramingo che li guardava con aria interrogativa.
- Le vostre voci si sentivano fin giù, nel giardino...temevo fosse successo qualcosa. State bene ? -
- Sì - disse Grainne asciugandosi gli occhi - Ora sì. -
Aragorn sorrise, quasi intenerito a quella vista. - Bene. Sapete, credo che la mia spada si stia addormentando nel fodero, e che abbia voglia di incrociare le vostre...un po' di sano esercizio tornerà utile a tutti, non credete ? -
- Siamo d'accordo, vero Grainne ? - disse Legolas alla fanciulla che lo guardò sorridendo.
- Certo. Preparatevi ad una sonora sconfitta...il Vento tra le Foglie vi darà una bella lezione ! - Grainne raccolse la sua spada e la estrasse dal fodero, puntandola contro il Ramingo. Egli, a sua volta, estrasse la propria e la incrociò con quella della giovane guaritrice.
- Lo vedremo. - disse Aragorn recandosi fuori dalla stanza - Vi aspetto nel Giardino. -
Grainne e Legolas ascoltarono i pesanti passi del Ramingo che si allontanava lungo il corridoio.
- Hai visto, piccola guerriera ? - disse dolcemente il principe alla ragazza - Non ti lasceremo mai sola. -
- Anche se non me l'avessi detto ne avrei comunque avuto la certezza, ora. - rispose Grainne, sentendo, in cuor suo, che quella era la verità.


Continua...