L'Ombra e la Speranza

6. L'incontro con Mithrandir



Quella notte Grainne dormì un sonno agitato. In sogno vide nuovamente la nera torre di Barad Dûr ; la fanciulla non riusciva a staccare gli occhi dalla luce fiammeggiante che usciva dalle sue finestre e che sembrava voler incendiare da un momento all'altro le aride terre circostanti. Un forte rullo di tamburi spezzava il mortale silenzio che si stendeva su Mordor ; ad un tratto la luce ipnotica uscì dalla cima della torre, in un vortice di fuoco, e si diresse verso Grainne, che continuava a fissarla ipnotizzata. Mentre si avvicinava sempre di più, la spirale luminosa assunse piano la forma di un terribile occhio fiammeggiante. La ragazza sentì di non potersi muovere, paralizzata dal terrore.
Enedore...sussurrò la solita voce suadente.
Grainne si agitò nel letto, muovendo le braccia come per scacciare quell'orrenda presenza.
So dove sei, figlia della notte...
- Vattene ! - bisbigliò la ragazza con la voce ancora impastata.
...E presto verrò a prenderti...
- NO ! ! ! -
Grainne si alzò di scatto dal letto ansimante, la fronte imperlata di sudore. Tremando, uscì dalle coperte e andò alla finestra. La notte era calma, ma il cielo si era rannuvolato e le stelle che splendevano fino a poche ore prima erano scomparse.
Passandosi una mano sul collo, la ragazza tornò a sdraiarsi, incapace di cacciare dalla sua mente il ricordo di quel sogno. Ma fino a quando sarebbe rimasto solo un sogno, un terribile incubo ?
Chiuse gli occhi e strinse forte le mani, sentendole avvampare di calore.
Io non ho paura di te, si disse. Un filo di fumo le uscì dai pugni chiusi.
Vieni pure. Questa volta non mi troverai impreparata.
Ma il suo ultimo pensiero, prima di abbandonarsi nuovamente al sonno, fu : ne sono veramente sicura ?



Il mattino successivo la giovane guaritrice assistette alla lezione di Vardarantir con più attenzione del solito, un po' anche per cercare di non pensare agli eventi della notte precedente.
Il suo umore era pessimo, e sperò ardentemente di non incontrare né Legolas né Aragorn, per evitare di trattarli peggio del solito e senza motivo. Inoltre provava ancora un certo imbarazzo nei confronti del Ramingo per la scena a cui aveva assistito, ed era estremamente combattuta tra il desiderio di chiedergli scusa e quello di non essere costretta a fornire spiegazioni.
Quindi, appena uscì dal laboratorio, si guardò intorno con attenzione per vedere se gli amici fossero per caso nei paraggi ; poi sfrecciò attraverso i giardini, seguendo una scorciatoia che l'avrebbe portata dritta a palazzo.
Quando vi fu giunta, percorse velocemente i corridoi che conducevano alla sua stanza. Dinnanzi all'uscio, trasse un profondo respiro, e si preparò mentalmente ad un lungo riposo ristoratore, sperando che le portasse consiglio. Ma quando spalancò la porta, vide con sorpresa che accanto al suo letto, seduto su una sedia a dondolo, si trovava un vecchio dagli abiti grigi, che fumava tranquillamente una lunga pipa.
- Grainne Skylark - disse il vecchio alzandosi dalla sedia e sorridendo alla fanciulla - Sono passati diversi anni dal nostro ultimo incontro, ma vedo che non sei affatto cambiata ! -
Grainne, per un istante, non seppe che dire. - Nemmeno tu sei cambiato, Gandalf. - balbettò poi, cercando di mantenere la sua solita freddezza - Non hai ancora perso il vizio di presentarti dove non sei desiderato ! -
Il vecchio stregone, senza mai abbandonare il sorriso, spense la pipa e la pose sul letto della giovane guaritrice, accanto al suo cappello ricurvo.
- Ti sarei grata se spostassi quella pipa puzzolente dal mio letto. - continuò Grainne.
- Bada, bambina - disse Gandalf in tono quasi paterno, facendosi incontro a Grainne e agitando l'indice davanti a lei - Se tu non fossi quella che sei, ti avrei già sculacciato da un bel pezzo ! Sei cresciuta, eppure la tua insolenza è rimasta quella di un tempo... -
Grainne non si mosse. - Come sapevi che mi trovavo qui ? -
- Voci portate dal vento... - rispose lo stregone, accarezzandosi la lunga barba grigia - Il vento ti ha sempre accompagnato ovunque, lo sai. E' nel tuo nome, Enedore...o preferisci forse che ti chiami con il titolo che ti spetta ? -
- Non ho più nessun titolo. - rispose la ragazza scuotendo il capo - Sono e sarò sempre Grainne Skylark. E ora dimmi cosa vuoi. -
Gandalf si chinò a raccogliere il bastone dal pavimento. - Ho parlato con Thranduil - le disse. - E anche con Legolas. Mi hanno detto che ti sei rifiutata di incontrare Elrond di Rivendell. Perché, Grainne ? -
Scostandosi dallo stregone, la ragazza si diresse verso la finestra e guardò fuori.
- Perché avrei dovuto ? Per mostrargli cos'è rimasto di me ? -
- Ti disprezzi fino a questo punto ? - domandò Gandalf avvicinandosi a lei.
Grainne si voltò verso lo stregone, gli occhi verdi colmi di tristezza e di rancore. - Tu non puoi capire quello che sto provando, Gandalf. Tutto ciò che desidero è dimenticare, ma non mi sarà mai possibile. Da quel giorno rabbrividisco al solo guardarmi allo specchio, perché non sono più io quella che vedo. Vorrei tanto poter tornare ad essere ciò che ero prima... -
- Nessuno può giudicare quello che è successo, nemmeno tu lo puoi. - disse Gandalf posandole una mano sulla spalla - E non devi temere ciò che sei...qualsiasi cosa tu dica di essere diventata. -
- Credi ? - disse Grainne - Dimmi, Gandalf, cosa pensi di sapere di me ? -
- Conosco solo ciò che tu hai voluto dirmi riguardo alla tua partenza da Rohan, e sappi che non ti ho mai creduta...o forse solo in parte. E mi sono chiesto spesso perché tu non abbia mai voluto dirmi nulla di più. Nessuno ha mai voluto dirmi nulla di più, in verità. -
- Non sei molto amato a Rohan, Grigio Pellegrino. - ribattè Grainne con una risata di scherno - Pensavo lo sapessi. -
- Oh, lo so benissimo. Qualcuno ha colto l'occasione per dipingermi come un volgare ladro di cavalli da quando ho preso con me Ombromanto, nonostante fossi l'unica persona in grado di cavalcarlo, e ne ha approfittato per cacciare questa idea nella testa del povero, vecchio re Theoden... -
- Non permetterti mai più di insultare Theoden Re, vecchio corvaccio del malaugurio ! - esclamò Grainne, infuriata.
- E tu porta più rispetto per chi un tempo ti ha protetta, piccola impertinente ! - ribattè Gandalf spalancando le braccia ed ergendosi in tutta la sua statura davanti alla giovane guaritrice che lo osservò spaventata per quell'improvviso scatto d'ira.
- Cosa vuoi, Gandalf ? - disse Grainne allontanandosi dallo stregone - Perché sei di nuovo qui a tormentarmi ? Non ti dirò nulla, lo sai. Il mio segreto se ne andrà con me. -
- Ti sbagli. -
Gandalf lasciò andare il bastone e con un movimento fulmineo prese la mano sinistra della ragazza e se la portò al petto. Poi, con l'altra mano, le afferrò il collo.
- Io posso scoprire ciò che voglio, Grainne Skylark...e te lo dimostrerò subito ! -
All'improvviso, i due vennero pervasi da un'ondata di energia che scaturì dalla mano dello stregone, paralizzando Grainne, che cercava di lottare per liberarsi. Gandalf vide un turbinio di immagini confuse provenire dalla mente della ragazza, mentre il suo cuore fu sopraffatto dalla sensazione più violenta che avesse mai provato in tutta la sua vita, un insieme di rabbia, paura, dolore e disperazione...sentì un groviglio di forze che si combattevano a vicenda senza sosta, senza poter essere sconfitte le une dalle altre. E, sopra tutto, una disperata richiesta d'aiuto...
Proprio quando stava per crollare sotto il peso di quel terribile potere, Gandalf mollò di colpo la presa dal collo e dalla mano della ragazza e si appoggiò barcollando al muro, cingendosi la fronte con una mano, mentre Grainne si abbattè sul pavimento, sfinita.
- Perché l'hai fatto, Gandalf... ? - sussurrò la ragazza con un filo di voce, gli occhi colmi di lacrime di dolore - Che bisogno c'era di farmi rivivere tutto questo ? -
Il vecchio stregone, ancora sconvolto da ciò che aveva visto e sentito, raccolse il suo bastone e si chinò verso la ragazza.
- Io voglio solo aiutarti, Grainne... - le disse dolcemente, porgendole una mano - Ma non potrò farlo finchè non mi aprirai la tua mente. Come puoi sopportare da sola un tale peso ? -
La ragazza afferrò la mano del vecchio e si rialzò. - Ho sempre fatto tutto da sola, Gandalf. - rispose - E non ho mai avuto nessuno che cercasse di togliermi questo fardello dalle spalle. Non voglio essere aiutata da nessuno, tantomeno da te. Ora vattene, ti prego... -
Il vecchio stregone annuì, convinto in cuor suo che la ragazza desiderasse il contrario di quanto diceva, ma non se la sentì di contrastare il suo orgoglio e, dopo aver preso la sua pipa e il suo cappello, obbedì a quell'ordine.
Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, Gandalf rimase un momento ad ascoltare gli impercettibili singhiozzi che scuotevano la ragazza ormai sola nella sua stanza, addolorato per non essere in grado né di consolarla né di sostenerla in alcun modo.
- Mithrandir. -
Voltandosi, lo stregone vide Legolas che, con espressione preoccupata, lo osservava dal fondo del corridoio.
- Le hai parlato ? - gli disse.
- Non mi sbagliavo - rispose lo stregone facendoglisi incontro - Quella ragazza è cambiata da quando l'ho vista l'ultima volta, quando era... -
- Non mi interessa sapere cos'era - lo interruppe Legolas - Né cos'è diventata. Se lei non vuole rendermelo noto, allora non voglio venirne a conoscenza. Ma soffre, e non capisco perché. Cos'è che la tormenta, Mithrandir ? -
- Temo che non potrai mai saperlo, Legolas. - rispose Gandalf - Ciò che Grainne porta dentro di sé va oltre l'immaginabile. Un male senza nome e una volontà altrettanto forte di combatterlo...ecco cos'ho sentito. -
I due rimasero in silenzio fino a quando uscirono dal palazzo. Quindi Gandalf parlò di nuovo.
- E' sincera, Legolas - disse - I suoi sentimenti sono puri, questo ho potuto percepirlo. Ma stai attento, Principe ; per lei potresti rischiare di perdere te stesso. -
Con queste parole, Gandalf si allontanò, lasciando Legolas con i suoi dubbi. Ma tra essi, il principe aveva una sola certezza : lui teneva alla sua nuova amica e, presto o tardi, avrebbe trovato il modo di aiutarla.


Continua...