L'Ombra e la Speranza

5. Parole sotto il sole e la luna





Vardarantir tornò presto a Bosco Atro, e con lui tornarono le voci e la sottile paura del Male oscuro che serpeggiava nella Terra di Mezzo. Le incursioni degli Orchi erano sempre più frequenti, ma le guardie erano state preparate a quell'evenienza ed erano riuscite a sbaragliarli senza difficoltà. Ma il Re sapeva perfettamente che quegli attacchi non erano casuali ed erano i segnali di una guerra imminente, e nonostante la vita tra gli elfi continuasse a scorrere apparentemente imperturbabile, come se essi fossero convinti che nulla avrebbe potuto sopraffarli, i soldati del Bosco Atro erano pronti a combattere.
Le ferite di Grainne guarirono completamente, e la ragazza ricominciò a frequentare il laboratorio del Maestro dei guaritori. Vardarantir ora la trattava con maggior rispetto per via del rimprovero di Legolas, ma la sua freddezza, così come quella degli altri apprendisti, era rimasta invariata.

Grainne, però, si curava poco di questo, ora che era riuscita a guadagnarsi l'amicizia del bel principe elfo e dello scontroso Ramingo, i quali trascorrevano con lei la maggior parte del loro tempo libero.
Legolas, in particolare, amava la compagnia della ragazza, perchè le sue inesauribili chiacchiere e la sua spensieratezza lo mettevano di buonumore ; quindi ogni scusa era buona per andare da lei, anche solo per sdraiarsi su un prato sotto gli alberi a sentirla ciarlare. Era perfino riuscito a convincere suo padre a lasciare che lei lo seguisse in brevi missioni di ricognizione, cosa di cui la giovane e battagliera fanciulla era particolarmente felice. Con Aragorn, poi, la piccola compagnia era al completo, ma di tanto in tanto il Ramingo scompariva per intere giornate, e Grainne non riusciva a farsene una ragione.
- Nonostante il suo lignaggio è pur sempre un Ramingo - rispose Legolas alle insistenti domande della ragazza - E i Raminghi non amano restare a lungo fermi nello stesso luogo, sebbene incantevole. Portano nel sangue l'istinto a spostarsi continuamente. -
- Sarà anche così - disse Grainne - Ma c'è sicuramente dell'altro. Quell'uomo ha qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che...non so, non riesco a definirlo. Andiamo, Legolas, tu lo conosci bene, parlami di lui ! -
- Ti ho già detto anche troppo. - rispose l'elfo - Tu sai qualcosa che non dovresti nemmeno sapere...e che farai meglio a non rivelare a nessuno ! -

Grainne sbuffò. - La mia bocca è un portone sbarrato, ormai dovresti conoscermi ! -
- Ma la tua lingua ne è la chiave ! E ti conosco abbastanza da sapere che non la trattieni facilmente ! -
Grainne lo guardò imbronciata, mettendosi le mani sui fianchi. Legolas sogghignò, divertito.
- Piuttosto, come mai tante attenzioni per il nostro comune amico ? Non ti sarai innamorata di lui, dopo averlo insultato all'inverosimile ? -
Grainne arrossì vistosamente e spalancò la bocca. - Ma che stai dicendo ? ! Sono solo...curiosa, ecco tutto. E' così misterioso, è apparso all'improvviso e scompare in continuazione... -
- Anche tu sei apparsa all'improvviso, ma nessuno ha continuato a tempestarti di domande, quando abbiamo capito che non ci avresti mai dato delle risposte. -
Grainne diede un calcio alla terra. - Niente più domande dirette, forse...continue allusioni, questo è certo. Non sono io l'unica a morire di curiosità, vero, Legolas ? -
L'elfo non rispose, ma si sdraiò sul prato ed estrasse dalla tasca il piccolo oggetto che stava lavorando quando aveva incontrato Grainne per la prima volta, e lo girò un momento tra le dita, osservandolo con attenzione.
- Credo che la tua pausa sia finita. - le disse, senza alzare gli occhi su di lei - Vardarantir ti sta aspettando. -
Grainne si voltò verso il laboratorio e vide che, effettivamente, il suo Maestro si trovava sulla soglia a braccia conserte, e la stava osservando con impazienza e irritazione.
- La mia pausa finisce qui, Legolas - disse la ragazza correndo via - Ma la nostra discussione no. Riparleremo di tutto questo, Principe ! -
Mentre la ragazza si allontanava, l'elfo sorrise impercettibilmente.


La lezione si concluse prima del previsto.
- Potete andare, ora. - disse Vardarantir battendo due volte le mani - In via del tutto eccezionale vi autorizzo a tornare alle vostre case e prepararvi. Come ben sapete ci sarà grande festa stasera. -
Grainne spalancò gli occhi, sorpresa. Festa ? Lei non ne sapeva assolutamente nulla. E di certo non avrebbe chiesto informazioni al suo Maestro.
A passi spediti e facendosi largo tra gli altri eccitati allievi, occupati a parlare tra loro di quel misterioso evento, Grainne si precipitò alla ricerca di Legolas, e lo trovò esattamente dove l'aveva lasciato, sempre intento ad intagliare lo strano, minuscolo oggetto di legno.
- Perché non mi hai detto dei festeggiamenti di stasera ? - gli disse senza nemmeno salutarlo.
- Semplicemente perché me n'ero dimenticato anch'io ! - esclamò Legolas cadendo dalle nuvole e alzandosi velocemente. - Anzi, ti ringrazio per avermelo ricordato. Ma tu come l'hai saputo ? Te l'ha detto Vardarantir ? -
- L'ha detto lui, ma non a me. - rispose Grainne in tono sarcastico - Non direttamente, almeno. Qualunque cosa sia, non penso di essere un'ospite gradita, visto che nessuno mi ha informata. A parte questo, non so nemmeno cosa succederà di tanto importante... -
- Non potevi saperlo perché era stato deciso prima del tuo arrivo. - rispose Legolas raccogliendo le sue cose - Attendiamo la visita di Re Elrond e dei suoi figli... -
- Elrond ? ! - esclamò Grainne.
- ...Per suggellare ancora una volta l'alleanza tra il Bosco Atro e Gran Burrone. - continuò Legolas.
Grainne fece un passo indietro, a bocca spalancata. - ...Stai parlando di Elrond di Rivendell ? ! - disse, incurante delle parole dell'elfo.
- E' quello che ho detto. Qualcosa non va ? -
Di male in peggio, pensò Grainne, lo sguardo fisso nel vuoto. Se Elrond l'avesse vista, sicuramente si sarebbe ricordato di lei, e la ragazza non avrebbe avuto la possibilità di eludere le sue domande. No, niente doveva tornare a galla. Lei non lo voleva. Ormai non era più quella che Elrond ricordava, né sarebbe tornata ad esserlo.
- Grainne ? - disse Legolas toccando una spalla alla ragazza per farla tornare in sé.
La ragazza si scosse. - E...e così è questo il motivo di tanta agitazione... - disse, facendo finta di niente.
- Precisamente. Posso occuparmi personalmente del tuo invito, dato che ci tieni tanto. Mio padre ne sarà felice, e quanto a Vardarantir... -
- No ! - lo interruppe Grainne alzando di scatto una mano - Lascia perdere ! Cioè...io...non amo gli eventi mondani... - disse poi, fingendosi più tranquilla ma lasciando comunque trasparire tutto il suo nervosismo.
- Oh, nemmeno io - disse Legolas - Ma non ti devi preoccupare troppo, anche Aragorn sarà con noi...in tre si è in compagnia ! -
- No, ti ringrazio davvero. Mi sentirei solo a disagio. Una selvaggia ragazza del Mark tra i Re degli Elfi... - disse Grainne ridacchiando, ma sempre più tesa - Non è il caso, credimi... -
- Ma Grainne... - replicò Legolas, un po' preoccupato per la strana reazione della ragazza.
- No, Legolas, non verrò - lo interruppe la ragazza - Per favore, non prendertela. Sai come sono fatta. Senza volerlo potrebbe sfuggirmi qualche frase poco gentile, e credo che preferiate tutti evitarlo... - Detto questo, si allontanò, lasciando l'elfo sbigottito e senza parole.
Mi dispiace per te, Legolas, ma il mio segreto deve rimanere tale, pensò la ragazza.
Pochissimi erano al corrente di ciò che Grainne nascondeva, e Thranduil era uno di questi. Sì, doveva parlare subito con il Re. Doveva farlo, se voleva conservare quel poco di serenità che aveva trovato. In fin dei conti si trattava solo di una sciocchezza, e nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, per una volta. A parte Legolas, forse.



Legolas uscì dalla grande sala da ballo e si recò sulla terrazza, stordito dalla musica e dalla folla che gli aveva volteggiato intorno fino ad un momento prima. Si appoggiò alla balaustra, respirando profondamente, allentandosi il collo dell'elegante tunica cremisi finemente ricamata, degna del suo rango. Gli girava la testa e si sentiva quasi soffocare.
La delegazione di Gran Burrone aveva ricevuto un'accoglienza estremamente calorosa, con sontuosi festeggiamenti, musica e balli che avevano alleggerito dalla preoccupazione gli animi dei partecipanti, ma non quello del principe, la cui estrema sensibilità avvertiva comunque il timore che si era insinuato nei cuori degli ospiti.
Chiuse un momento gli occhi per liberare la mente dalla confusione e ordinare i ricordi degli attimi che avevano preceduto la sua uscita di scena. Il primo di essi fu quello dell'arrivo di Elrond, la figura esile eppure al tempo stesso imponente ed autoritaria, seguito dai figli Elladan ed Elrohir, i quali avevano rivolto cortesi parole di saluto a lui e, prima ancora, a suo padre. Poi si era chinata al loro cospetto la figlia prediletta di Elrond, Arwen Undòmiel, la Stella del Vespro.
Arwen...
Quella sera la principessa era ancora più bella, addirittura perfetta nel suo lungo abito viola e i capelli corvini intrecciati dietro la testa cinta da un sottile cerchio d'argento, attirando su di sè gli sguardi incantati di tutti gli ospiti. Ma lei cercava solo uno di quegli sguardi, quello del Ramingo al quale aveva promesso il cuore e che non osava avvicinarsi a lei...
Con l'aiuto dello stesso Legolas, e approfittando della distrazione dei suoi custodi, la fanciulla era riuscita a raggiungere Aragorn, e insieme se n'erano andati, mano nella mano, sotto la luce della luna e lo sguardo sorridente del principe elfo, unici testimoni del profondo sentimento che li univa.
Legolas riaprì gli occhi abbandonando quel pensiero, unica nota positiva in quella serata pesante, e improvvisamente scoprì, con suo grande stupore, di sentire la mancanza di Grainne, o meglio delle sue chiacchiere, delle quali avrebbe goduto molto più che della frivola e inopportuna mondanità dei festeggiamenti ai quali era costretto a presenziare. Non riusciva ancora a capire per quale motivo la giovane guaritrice avesse rifiutato di presentarsi a corte, e ne fu molto dispiaciuto ; ad ogni modo aveva rispettato la sua decisione e non aveva insistito, anche perché lui stesso aveva partecipato a quelle celebrazioni con estrema malavoglia, non sopportandone più la confusione.
Gettò un rapido sguardo nella sala, in cui gli ospiti erano impegnati nelle danze ancora aperte. Dopo averli cercati con gli occhi, vide che Elrond e Thranduil erano seduti e stavano conversando con espressione piuttosto grave, probabilmente riguardo alla situazione contingente. Il principe, quindi, pensò che nessuno avrebbe potuto lamentarsi per la sua assenza, ammesso che qualcuno se ne accorgesse ; con la consueta agilità balzò oltre la balaustra e ricadde, accucciato sulle gambe, qualche piede più in basso. Poi si rialzò e scese lungo il lieve pendio al di sotto della terrazza e si incamminò verso un luogo in cui sicuramente avrebbe trovato la tranquillità che desiderava.



Avvolta nel suo lungo mantello, Grainne passeggiava per gli splendidi giardini di corte. La notte era fresca, e la luna illuminava di luce pallida il suo cammino. In lontananza, la fanciulla sentì la musica proveniente dal palazzo ; dentro di sé ringraziò Thranduil non tanto per averle concesso di ritirarsi anziché partecipare alla festa, richiesta più che legittima, quanto per non aver rivelato ai Signori di Gran Burrone la sua presenza a palazzo. Ricordava benissimo Elrond Mezzelfo e i suoi figli ; era stata numerose volte a Gran Burrone e aveva sempre apprezzato la franchezza del Re nei suoi confronti. L'aveva sempre giudicato un buon sovrano per il suo paese, e i suoi figli non sarebbero certamente stati da meno. L'unica figura che per lei rimaneva un mistero era Arwen...l'estrema gentilezza e il costante sorriso erano

due caratteristiche peculiari della giovane principessa, eppure nei suoi occhi Grainne aveva
sempre visto un vuoto incolmabile, come se desiderasse qualcosa che non avrebbe mai potuto avere. Sembrava quasi che si sentisse costretta a recitare uno stretto ruolo che le era stato imposto dal destino e che aveva dovuto rassegnarsi ad accettare. Grainne sicuramente l'avrebbe potuta capire, perché più volte aveva provato le sue sensazioni. La ragazza sospirò e si strinse nelle spalle mentre usciva dal sentiero e avanzava tra gli alberi ; chissà, forse in una situazione diversa lei e Arwen avrebbero anche potuto diventare amiche, ognuna con i suoi segreti, i suoi misteri...avrebbero potuto confidarsi l'una con l'altra e alleviare un po' i loro cuori dai fardelli che portavano. Da quando aveva fatto la sua scelta, Grainne era rimasta completamente sola...e ora le sembrava un sogno aver trovato Legolas e Aragorn, due amicizie così strane, eppure, ne era certa, così sincere...
Nel pensare al principe elfo, la ragazza sorrise involontariamente tra sé e sé, immaginandolo solo alla festa, in una situazione che detestava e circondato da persone che detestava ancora di più. Si domandò se avesse mai chiesto a suo padre delle informazioni su di lei, e si disse che probabilmente non l'aveva mai fatto, forse per il rapporto così distaccato che aveva con il Re, forse per rispetto verso di lei.

Rispetto.
Ecco una parola di cui Grainne aveva quasi scordato il senso. Improvvisamente le tornò alla mente quella notte, la notte in cui la sua vita era stata completamente stravolta. Sentì l'odio e il rancore, sopiti in fondo alla sua anima, crescere dentro di lei come fiamme su cui soffiava il vento. Poi, all'improvviso, lo sentì.
Enedore...
Un sussurro suadente, invitante.
Enedore...
Si chiuse entrambe le orecchie con le mani, imponendosi di non ascoltare.
Lasciati andare, figlia della notte...
La ragazza, portandosi una mano alla fronte, si appoggiò barcollante al tronco di un albero.
Non mi avrai, maledetto...si disse, raccogliendo tutte le sue forze per combattere contro quella presenza invisibile.
Enedore !
La voce divenne sempre più insistente ed imperiosa, e la ragazza temette di non riuscire ad affrontarla. Come in preda ad un atroce dolore, si aggrappò al tronco, fino a quando un filo di fumo si alzò dal punto in cui aveva fatto presa.
NON MI AVRAI, MALEDETTO !
La corteccia sembrò bruciare per un istante, mentre Grainne si opponeva al suo nemico.
A poco a poco la voce nella sua mente si spense, e la ragazza si accasciò a terra, il fiato pesante come se avesse dovuto sostenere uno sforzo immane.

Molto bene, si disse ansimando, felice. Questa volta sono riuscita a sconfiggerti !
Poi si rialzò, con il solito, vago timore e il cuore che le batteva sempre più forte. Era vero ; questa volta ce l'aveva fatta, ma la prossima sarebbe di nuovo riuscita a controllarsi ?
Respirando profondamente per calmarsi, si rialzò, ma quando vide il tronco dell'albero che l'aveva sostenuta un freddo brivido le percorse la schiena. La corteccia portava l'impronta della sua mano, ancora fumante. Grainne si allontanò tremando, spaventata dall'idea che tutto quel potere si trovasse dentro di lei.
Senza sapere dove stava andando, si fece largo tra le fronde degli alberi fino ad una piccola radura in mezzo alla quale scorreva un pacifico ruscello attraversato da un ponte. Il suo primo istinto fu di avvicinarsi alla riva e bagnarsi il viso che ancora le bruciava, ma si bloccò dietro un albero quando vide sul ponte due figure, dritte una di fronte all'altra.
Un uomo alto e robusto e una fanciulla dai lunghi capelli...Grainne spalancò gli occhi e la bocca dalla sorpresa quando, dopo aver aguzzato la vista, riuscì finalmente ad identificarli.
- Non posso crederci... - disse tra sé e sé scuotendo la testa, senza spostare lo sguardo dalla coppia che ora si teneva per mano...Arwen Undòmiel, principessa di Gran Burrone, e Aragorn figlio di Arathorn !
Così era questo che l'ombroso Ramingo aspettava, quando trascorreva il suo tempo scrutando l'orizzonte...l'arrivo della padrona del suo cuore...

Grainne, sempre nascosta dietro l'albero, sorrise. Non poteva sentire ciò che i due sussurravano l'uno all'altra, ma era sicura che si trattasse di frasi piene di tutto l'amore che non avevano mai potuto confessarsi e di cui, forse, non avrebbero mai visto i frutti. Ora la ragazza capiva come mai Arwen fosse così triste e solitaria...com'era difficile vivere lontana dall'uomo che doveva amare in segreto ! Ma ora, anche se non riusciva a vederli in viso, era convinta che i due innamorati sorridessero l'uno all'altra con tutto il loro cuore, e pensassero solo alla felicità di quel momento, dimenticandosi della lontananza che li aveva separati.
Grainne decise che era meglio allontanarsi dal suo nascondiglio e tornare verso il palazzo. Ma, mentre indietreggiava, pestò inavvertitamente un ramoscello caduto che si spezzò sotto il suo piede con uno schiocco.
Aragorn si voltò di scatto. - Chi è là ? - disse. Arwen si guardò intorno spaventata, temendo di essere stata scoperta dalle guardie di suo padre. Grainne si portò istintivamente una mano alla bocca ma non si mosse, il cuore che le batteva velocemente.
Il Ramingo rassicurò la sua amata con dolci parole, poi si allontanò da lei sguainando la spada. A passi lenti attraversò il ponte e avanzò in direzione di Grainne.
- Chiunque tu sia, mostrati subito - ordinò - Altrimenti farò in modo che la mia lama beva il tuo sangue ! -
Senza pensare, la giovane guaritrice si voltò di scatto e corse via attraverso gli alberi.
- Fermati ! - gridò Aragorn.
Grainne continuò a correre, incurante delle parole dell'amico che ignorava l'identità di quell'ombra misteriosa e che poco dopo desistette dal suo inseguimento.
Grainne corse all'impazzata fino a quando uscì dal fitto della boscaglia. Solo allora si fermò e tese le orecchie per sentire se Aragorn si stesse avvicinando. Quando fu completamente sicura di aver seminato il Ramingo, Grainne cercò di riprendere fiato, piegata sulle ginocchia.

- Ci è mancato davvero poco... - si disse.
Dopo essersi calmata, si alzò e si guardò intorno. Nella sua fuga precipitosa non aveva fatto caso alla direzione che aveva preso, e ora si trovava in un luogo che non aveva mai visto prima. Sembrava un enorme parco estremamente ben curato, con cespugli potati con attenzione e fiori che, durante il giorno, dovevano rivelare tutta la loro bellezza. Splendidi alberi, alcuni più grandi e robusti ed altri più giovani e sottili, erano disposti tutt'intorno con regolarità.
Nell'ammirare quel meraviglioso giardino, Grainne si sentì avvolta da una sensazione di pace e tranquillità che non aveva mai provato prima.
- E'...è bellissimo... - disse tra sé e sé, ammirando incantata quel capolavoro creato dalla natura e dalle abili mani degli Elfi.
La ragazza si avvicinò ad uno degli alberi, una betulla dal tronco bianco e sottile, e ne ammirò i rami perfetti e le foglie splendenti sotto la luce delle stelle. Ai suoi piedi uno stuolo di primule mostrava i boccioli multicolori pronti ad aprirsi l'indomani mattina. La ragazza, quasi ipnotizzata da quella visione, allungò una mano verso un ramo dell'albero, come per accertarsi che fosse realtà.
- Grainne ! Cosa stai facendo qui ? -
Sobbalzando per lo spavento, la ragazza ritrasse di scatto la mano e si voltò verso la figura, ormai famigliare, che le aveva parlato.
- Maledizione, Legolas ! - esclamò la ragazza portandosi una mano al petto - Ci tieni così tanto a farmi morire di paura ? ! Sai bene che detesto queste sorprese ! -
- Veramente sei tu ad essere sempre una sorpresa ! - rispose l'elfo, piuttosto seccato - Come hai fatto a trovare questo posto ? -
La ragazza squadrò da capo a piedi il principe che la guardava accigliato, le mani sui fianchi e un piede che batteva nervosamente il terreno, e nonostante lei fosse infuriata per lo spavento che le aveva provocato, non riusciva a togliergli lo sguardo di dosso. Era come se lo vedesse per la prima volta ; alto, bello e nobile, con gli occhi scintillanti di quella fierezza che non aveva mai mostrato, nascosta dalla gioia e dalla curiosità che caratterizzavano la sua specie. Così diverso da lei, eppure così affine...
- Come hai fatto a trovare questo posto ? - ripetè Legolas inarcando un sopracciglio.
Grainne si scosse un momento. - Per...per puro caso. Stavo passeggiando, ed ero...assorta nei miei pensieri... - ridacchiò nervosamente - Non so come ho fatto ad arrivare qui... -
Legolas scosse lievemente la testa, facendo comparire uno sfuggente sorriso sulle sue labbra.
- Sai qual è il tuo difetto peggiore, Grainne Skylark ? - le disse - Quello di essere una pessima bugiarda. -
- Come osi... ? ! - esclamò Grainne esterrefatta. Ma l'eloquente sguardo dell'elfo le fece capire che era il caso di rivelargli la verità.
- Sono stata inseguita. - disse. Legolas lasciò cadere le braccia e spalancò gli occhi, facendo un passo verso di lei. Notando il cambiamento nell'espressione dell'elfo, Grainne sorrise dentro di sé, gustandosi quella piccola vendetta.
- Inseguita ? E da chi ? -

- Da Aragorn. - rispose Grainne sogghignando.
- Aragorn ? ! - esclamò Legolas - E per quale motivo avrebbe dovuto inseguirti fin qui ? -
Sentendosi più spavalda, la ragazza fece qualche passo in direzione della betulla. - Oh, diciamo semplicemente che...ho visto qualcosa che non avrei dovuto vedere. - rispose, allungando nuovamente una mano verso una foglia che pendeva da un ramo basso.
- Non toccarla. - Grainne sentì una morsa allo stomaco per la freddezza con cui Legolas le aveva dato quell'ordine. Lentamente, ritrasse la mano.
- Voglio sapere cos'è che non avresti dovuto vedere e soprattutto perché non avresti dovuto vederlo. E voglio saperlo ora. -
Deglutendo, Grainne capì che non era affatto il caso di scherzare con lui, e che, oltretutto, stava rischiando di cacciare il Ramingo in grossi guai.
Con un tono di voce molto più umile, la ragazza disse :
- Lui...lui...oh, credimi, ti prego, non è affatto come pensi tu ! Non stava facendo nulla di male ! Io... -
- Rispondi alla mia domanda. - la interruppe Legolas scandendo lentamente le parole.
Grainne si sentì perduta. - Aragorn...si trovava con la principessa di Gran Burrone, Arwen Undòmiel. -
- Hai visto Aragorn e Arwen insieme ? ! - esclamò Legolas.
- Stavano solo parlando ! - lo interruppe Grainne con sguardo supplichevole - Parlavano tenendosi per mano ! Aragorn si è accorto della mia presenza, io sono scappata e lui mi ha inseguita ! Loro si amano, Legolas, non c'è niente di sbagliato in questo, ti prego, non punirli ! Loro... -
Legolas scoppiò a ridere. - Punirli ? Perché mai dovrei ? -
Grainne aggrottò la fronte, non capendo le parole dell'elfo. - Ma... -
- Se quello che mi dici è vero, e sento che lo è, può solo rendermi felice ! So benissimo cosa provano l'uno per l'altra, non ti preoccupare, e non sarò di certo io ad ostacolarli ! Ciò che conta è che nessun altro lo scopra. Spero di potermi fidare della tua discrezione... -
Grainne si portò una mano alla bocca. - Tu...sapevi ? -
- Certo. Ho sempre saputo tutto da quando Aragorn mi confidò di essere perdutamente innamorato della Stella del Vespro, anni fa. Credimi, fu uno strazio vedere il mio più grande amico soffrire per un amore perduto ancora sul nascere...soprattutto quando seppi che la fanciulla per cui viveva doveva diventare la mia sposa... -
- Cosa ? ! - esclamò Grainne, incredula.

Legolas si diresse verso una panca in legno lavorato, invitando la ragazza a seguirlo, e continuò il suo racconto.
- Arwen Undòmiel è forse la fanciulla più bella di tutta la Terra di Mezzo. Molti cuori sono stati infranti da un suo rifiuto. E proprio io che non l'amavo ero destinato a prenderla in moglie, mentre lei si struggeva per l'unico uomo che non avrebbe mai potuto avere. -
- Così eri promesso ad Arwen...ma perché non l'hai ancora sposata ? - domandò Grainne.
- Elrond Mezzelfo e mio padre credevano che un matrimonio avrebbe avuto lo stesso significato di un'alleanza, che tra l'altro esiste già ed è molto forte, tra i nostri regni. Ma raramente chi stipula questi patti pensa alle conseguenze che dovrà subire chi ne è direttamente interessato... Quando Aragorn seppe di questo, venne da me e mi confessò tutto, implorandomi di concedergli un po' di tempo in più da trascorrere con la fanciulla che amava. Non mi chiese di lasciargliela, bada bene...il suo senso dell'onore era estremamente forte anche allora. Come avrei potuto spezzargli il cuore in quel modo ? Finora ho fatto tutto il possibile per evitare di separarli...e in cuor mio sono convinto che sia ciò che desideri anche Elrond...per la felicità di Arwen, intendo. Ma temo che presto o tardi giungerà il momento in cui Aragorn e la Stella del Vespro dovranno dirsi addio. -
Grainne non riusciva a credere alle proprie orecchie. - Mi stai dicendo che...tu hai rinunciato alla gemma più preziosa della Terra di Mezzo per la felicità di un amico ? -
- Non solo per quello, a dire il vero. - rispose Legolas - Come vedi, è bastato così poco per rendere felici tre persone... -
- Tre... ? -
- Aragorn, Arwen...e il sottoscritto. Ma la gioia non è destinata a durare in eterno, né per loro né per me. -
- Non ti capisco. - disse Grainne.
Legolas si alzò e si mise di fronte alla ragazza. - E' presto detto. Arwen sarà costretta ad unirsi in matrimonio con qualcuno che non ama affatto, e Aragorn si struggerà dal dolore. -
- E tu... ? -

- A me toccherà lo stesso destino della Stella del Vespro, se non riuscirò a frenare la volontà di mio padre. E voglio farlo, credimi. Ma devo ancora trovare colei che avrà il mio cuore prima di tutto...l'unica fanciulla degna di portare il pegno del mio amore. -
Dopo aver detto queste parole, l'elfo estrasse dalla tasca il solito, piccolo oggetto di legno chiaro dal quale non si separava mai, e lo tenne sul palmo della mano, osservandolo pensieroso.
- E' quello il pegno del tuo amore ? - domandò Grainne incuriosita - Potrei vederlo ? -
Legolas annuì e porse alla ragazza il minuscolo oggetto, che si rivelò essere un anello di legno di betulla. La ragazza lo prese con due dita e lo alzò per ammirarlo meglio alla pallida luce lunare ; la sua fattura era squisita, anche se la lavorazione non era stata ancora ultimata. Grainne rimase stupita nel notare la perfetta simmetria e la cura che era stata dedicata agli intagli, un lavoro minuzioso ed estremamente complesso viste le ridottissime dimensioni dell'oggetto. Era ancora parzialmente grezzo, ma Grainne era certa che, una volta portato a termine, sarebbe stato bellissimo.
- Chiunque sia la fanciulla che lo avrà, sarà fortunata a portare un anello come questo... - disse la ragazza porgendo l'anello a Legolas che, sorridendo, lo prese e lo ripose in tasca.
- Sai...una notte ho fatto un sogno. - disse il principe, tornando a sedersi accanto a Grainne - Mia madre era seduta esattamente dove sei tu ora ; io ero inginocchiato ai suoi piedi e le tenevo la testa in grembo, come facevo da bambino, e lei mi accarezzava i capelli. Ad un tratto lei si alzò e mi disse : "Figlio mio, ricordi quella betulla che cresce nel Giardino dei Galadhrim, alta e leggiadra, le cui foglie non si staccano né con il vento né con la tempesta ? Prendi il suo ramo più sottile, intagliane un anello che porti i simboli del Bosco Atro e donalo al tuo Vero Amore." Allora io le dissi : "Madre, ma come farò a riconoscere il Vero Amore ?" E lei mi rispose : "Quando avrai terminato l'anello lo scoprirai." - Legolas si alzò di nuovo e si diresse a passi lenti verso la betulla che aveva attirato l'attenzione di Grainne, e appoggiò delicatamente la mano contro il suo tronco bianco.
- Quando mi svegliai venni in questo giardino, il Giardino dei Galadhrim, e feci quello che mia madre mi aveva detto. L'anello non è ancora terminato. Quando lo sarà, aspetterò. -

L'elfo si voltò a guardare Grainne, che aveva ascoltato incantata le sue parole.
- E tu hai trovato il tuo amore ? - le disse, sorridendo.
- No - gli rispose la ragazza con rammarico - Ma mi piacerebbe ritrovare mio padre e mia madre, almeno nei miei sogni, per sentire le loro parole di conforto. Invece sembra che abbiano deciso di tacere per sempre, da quando li ho perduti. -
- Ma non li hai perduti, credimi. - disse Legolas - Coloro che se ne vanno non ci abbandonano mai per sempre. Apri il tuo cuore e li potrai sentire. Io rivedo mia madre ogni volta che lo desidero, non solo in sogno. Se sento che la mia anima è pesante, vengo a sedermi all'ombra di questa betulla, la sua betulla, e la sento ancora accanto a me, a sussurrarmi parole di saggezza. -
Il tono dell'elfo si fece più pacato, mentre si inginocchiava accanto all'albero bianco. L'espressione di Grainne si fece allo stesso tempo triste e sorpresa. - Così tua madre è morta... - disse - Io...ignoravo che gli Elfi potessero morire. -
- Possiamo farlo, invece. - rispose Legolas - Non per vecchiaia o malattia, ma in qualsiasi altro modo. Per nostra mano o per quella del nemico, in battaglia...o di crepacuore. -
- Come accadrà ad Arwen ? - sussurrò Grainne.
L'elfo tacque, tenendo gli occhi bassi.
- Come è morta tua madre ? - domandò poi la ragazza.
- Cadendo da cavallo. - rispose Legolas sospirando - Una fine assurda e inaspettata... -
- Devi aver sofferto molto... -

- Lo feci, e così mio padre, nonostante la grande festa che ci fu in onore della sua sepoltura. -
- Festa ? ! - esclamò Grainne - Come si può gioire per un lutto ? -
- Forse per voi è difficile da capire - disse Legolas - Ma noi Elfi, sebbene parzialmente immortali, riteniamo che la vita sia comunque un dono...e quanto più essa è lunga e felice, tanto più grande è stato quel dono. Gli Dei fecero in modo che mia madre avesse questa fortuna. Io e mio padre la amavamo molto, e così anche il nostro popolo. Quando la seppellimmo qui, nel Giardino dei Galadhrim, i nostri cuori erano pesanti perché non l'avevamo più accanto a noi, ma ringraziammo gli Dei per quanto avevano concesso a noi e a lei. Il suo ricordo non ci abbandonerà mai. Lei non ci abbandonerà mai, anche se ora ha trovato la pace, quella pace che cerco ogni volta che vengo qui. -
Grainne sorrise. - Così devo dedurre che sei fuggito dalla festa in onore di Elrond... -
- Festa... - Legolas scosse la testa con disgusto. - Solo un'altra espressione del pessimo gusto di mio padre. Come può esserci festa quando nell'aria si respira l'odore delle fiamme e si sente il clangore delle armi ? -
- La guerra... - sussurrò Grainne alzandosi e andando verso Legolas - Allora la minaccia invisibile si sta avvicinando... -
Legolas le si fece incontro, guardando verso il cielo. - Il nemico sta prendendo forma. La sua mano è sempre più lunga e presto si stenderà su tutti noi...già si vocifera del tradimento dell'Alleanza da parte degli Haradrim. Venti di guerra stanno soffiando dalle terre del Sud ; il conflitto è ormai incipiente. -
Grainne rise nervosamente. - Così nemmeno qui possiamo trovare la pace che tanto desideriamo ? -
- La quiete non è la pace, Grainne. Se il nostro destino è di lottare per allontanare il male dalla Terra di Mezzo, allora così sia. Ma non dobbiamo lasciare che la paura ci sconfigga prima ancora di iniziare a combatterla. - rispose Legolas.
L'elfo rimase in silenzio, guardandosi intorno, come se stesse ascoltando i suoni della notte, il frinire dei grilli e il lieve soffio del vento che agitava le fronde degli alberi. - Qui siamo lontani dal palazzo. - disse - Il frastuono della festa non giunge più alle mie orecchie. E alle tue ? -

Grainne scosse il capo. - Come potrebbe ? -
- Vieni. - disse l'elfo con un cenno della mano - Voglio mostrarti una cosa. -
Legolas corse tra gli alberi seguito da Grainne, imboccando con sicurezza sentieri che la ragazza non avrebbe mai saputo ritrovare, giungendo infine ad un'altura che si gettava a strapiombo sul resto della foresta. Legolas si fermò lontano dal precipizio, e guardò Grainne, che ansimava al suo fianco. - Dove...dove siamo ? - domandò la ragazza.
L'elfo non rispose, ma la guardò di nuovo negli occhi allargando il sorriso che aveva sulle labbra, e scoprendo i denti bianchissimi e perfetti. Poi, senza dire una parola, scattò in avanti di corsa e, spiccando un lungo salto, si gettò dal precipizio.
- Legolas ! - gridò la ragazza, terrorizzata, correndo verso il bordo dello strapiombo.
Ma quando si sporse in basso, tremando all'idea di quello che poteva trovare, tirò un lungo sospiro di sollievo nel vedere che l'elfo era in piedi su una seconda sporgenza erbosa, e la guardava senza smettere di sorridere, con le mani sui fianchi.
- Tu mi farai davvero morire, Principe ! - esclamò Grainne.
- Avanti, salta ! - la incitò Legolas, ignorando le sue parole.
- Saltare ? Sei impazzito ? ! Mi romperò l'osso del collo ! -
- Non aver paura, non è così alto ! -
- Questo lo dici tu ! Saranno almeno dieci piedi ! -
- Grainne...fidati di me e salta ! - disse Legolas allargando le braccia verso di lei - Ti decidi o devo venirti a prendere ? -
La ragazza alzò gli occhi al cielo, sospirando. - E va bene...spero che tu abbia una buona presa ! -
Tentennando, Grainne si sedette prima sul bordo del costone, lasciando penzolare le gambe verso l'elfo che continuava ad incitarla a saltare. Poi, chiudendo gli occhi si lanciò di sotto, finendo dritta nelle braccia del principe.
- Hai visto che non era tanto difficile ? - le disse Legolas. A queste parole Grainne riaprì gli occhi e arrossì, rendendosi conto di essere ancora stretta a lui. Per un istante rimase in quella posizione, le braccia al collo dell'elfo e la testa appoggiata al suo petto. Sentiva il suo respiro regolare e il battito del suo cuore, e pensò che se lui non l'avesse lasciata andare, avrebbe potuto rimanere così per l'eternità. Poi, quando lui lasciò la presa, lei si ritrasse di scatto, vergognandosi quasi dei suoi pensieri.
- Ebbene ? - gli disse bruscamente come al solito.

- Guarda. - rispose Legolas indicando un punto imprecisato alle spalle della ragazza.
Grainne si voltò e rimase senza fiato. Da quella terrazza naturale poteva vedere, per miglia e miglia, l'enorme distesa del Bosco Atro, avvolto da una leggera foschia, e, in lontananza, perfino il letto del grande fiume Anduin fino a quando si addentrò nella gola dell'Emyn Muil, che costeggiava sulla destra la grande piana di Dagorlad.
- Se guardi con attenzione ad ovest dell'Emyn Muil, riuscirai a vedere la pianura di Rohan...e le torri di Edoras. - disse Legolas alla ragazza che osservava incantata il paesaggio sottostante.
Gli occhi di Grainne divennero improvvisamente lucidi mentre volgeva il capo verso quella che un tempo era la sua città, e la sua voce si spezzò.
- Se mio padre fosse qui... - disse, cercando di trattenere le lacrime di commozione che quella vista le provocava - Lui diceva sempre che la nostra città era troppo grande perché gli occhi di un semplice uomo potessero comprenderla in tutto il suo splendore...Edoras era il suo orgoglio. Credo che, se avesse potuto, avrebbe scelto questo posto per morire...guardando la sua città sotto un manto di stelle... -
- Eri molto legata a tuo padre ? - le domandò Legolas.
Grainne si asciugò rapidamente una lacrima. - Sì, lo ero. Mia madre morì quando ero molto piccola, e lui diventò la mia famiglia, il mio maestro, il mio esempio. Tutto ciò che desideravo era diventare come lui...il più grande Maestro d'Armi di tutto il Mark. -
- Ora capisco da dove viene la tua abilità nell'usare la spada. - disse dolcemente Legolas.
- E' stato lui ad insegnarmi il mestiere delle armi. Morì di febbre quando avevo solo sedici anni. Anche se forse non lo voleva, mi ha avviato lui verso la strada che pensavo di aver scelto...e che poi ho abbandonato. -
Legolas non le disse nulla, ma pensò di aver capito quale fosse quella strada.
- Cosa ti ha spinto a diventare una guaritrice ? - le chiese poi.
La ragazza tacque per un istante, gli occhi fissi verso la grande foresta che si stendeva davanti a lei.
- Dimmi, Legolas - disse - Tu hai mai ucciso ? -
L'elfo la guardò, sbalordito da quella domanda. - Mi è successo - rispose - Ho fatto cadere molti nemici, in battaglia... -
Grainne gli prese la mano e glie la chiuse a pugno.
- E non hai mai provato il desiderio - disse aprendogli lentamente la mano, gli occhi verdi fissi in quelli dell'elfo - Dopo aver tanto dato la morte...di dare la vita ? -

Legolas non rispose ; il silenzio che aveva seguito le parole della fanciulla gli aveva quasi tolto il respiro.
Improvvisamente i due avvertirono una fragorosa esplosione, e nel cielo si accesero mille luci multicolori che presero forme diverse mentre saettavano tra le stelle.
- Fuochi artificiali - disse Legolas sorridendo, lo sguardo alto sopra di sé - Mithrandir dev'essere arrivato ! -
- Mithrandir...vuoi dire Gandalf lo stregone ? -
- Proprio lui...Mithrandir, il Grigio Pellegrino, come viene chiamato tra gli Elfi. Speravo arrivasse prima, è da tanto che desidero vederlo ! -
- Vedo che ama le apparizioni ad effetto... - disse Grainne in tono sarcastico - Comunque non mi piacciono i fuochi artificiali. Sono roba da Hobbit. Gandalf dev'essere caduto proprio in rovina per abbassarsi ad animare le feste dei sovrani degli elfi. -
- Lui è molto più potente di quanto tu non creda. - replicò Legolas - E non è qui in veste di prestigiatore...la sua saggezza è di grande sostegno per noi, soprattutto in questo momento. -
Grainne tacque, lo sguardo fisso in avanti e la mente persa in un vortice di pensieri.
- Si è fatto molto tardi - disse Legolas incamminandosi verso uno stretto sentiero scavato tra l'erba e la roccia - Vieni, è ora di andare. -
- Un momento - disse Grainne senza staccare gli occhi dall'orizzonte - Cos'è quel punto luminoso là in fondo, oltre la piana di Dagorlad ? Laggiù ci sono i Monti Cenere, se non sbaglio... -
Legolas rabbrividì. - Non sbagli affatto. - disse - Quella è Barad Dûr, la Torre Oscura...nelle terre di Mordor. E' da lì che il male sta risorgendo. -
Grainne sentì nuovamente il suo cuore accelerare il battito, e un freddo sudore scenderle dalla fronte. Con uno scatto, si diresse al limite della sporgenza su cui si trovava e urlò, con tutto il fiato che aveva in gola :
- Mi senti, maledetto ? Chiunque tu sia, non avrai mai la nostra terra...e non avrai nessuno di noi ! Ti combatterò fino alla fine dei miei giorni...te lo giuro, in nome di mio padre ! -


Continua...