SCENA
I
HOKKAIDO
INIZIO PRIMAVERA
Marzo era ormai quasi alla fine, la primavera era
arrivata portando con sé il primo sole. La neve aveva
cominciato a sciogliersi nella fredda regione di Hokkaido
dove l'inverno certe voltesembrava non finire mai
Qua e là cominciavano a scorgersi chiazze di verde tra i
campi coperti fino a poche settimane prima da un soffice
manto bianco che ora scivolava via lasciando solo un
ultimo residuo acquoso.
Un pallido sole illuminava il panorama tutt'intorno e
quella debole luce faceva brillare gli ultimi stracci di
neve sui tetti delle case ; i bambini avevano messo in
cantina gli slittini , presto li avrebbero dimenticati
fino al prossimo inverno, troppo occupati a riscoprire la
bellezza di giocare di nuovo all'aperto senza che le
madri li richiamassero in continuazione per paura del
troppo freddo.
Quella domenica pomeriggio la cittadina sembrava
risvegliarsi dal lungo letargo, gruppi di ragazzi di
tutte le età e giovani coppie erano finalmente usciti
dalle loro case , abbandonando il calore del fuoco dei
camini per festeggiare il primo sole passeggiando nel
parco
I fidanzati camminavano mano nella mano per i vialetti
del parco scorgendo un mondo fantastico nei prati coperti
da una poltiglia acquosa e biancastra , i ragazzi più
giovani si rincorrevano gettandosi le ultime palle di
neve della stagione, qua e là si sentivano risate e voci
che chiamavano
All'ingresso del parco Philip aspettava
Ansioso, le mani in tasca , un piede che batteva
nervosamente sul terreno , lo sguardo agitato che si
spostava di qua e di là tradendo la sua impazienza
.
Aspettava
.
Aspettava finalmente di veder comparire all'orizzonte,
all'inizio della strada che portava a scuola e che ora
era illuminata a pieno dal sole pomeridiano , un volto
noto.
Quel volto che aveva invano sperato di vedersi comparire
davanti all'improvviso in quei tre anni anche se sapeva
che era impossibile, gli Stati Uniti non sono certo a due
passi
Ma ora la sua non era più un'illusione, non era fantasia
Jenny era tornata.
Aveva ancora in tasca la lettera che annunciava il suo
ritorno , l'aveva portata con sé forse per avere
qualcosa di reale , qualcosa da poter toccare aspettando
Qualcosa che lo riportasse alla realtà se gli
fosse tornato il dubbio di trovarsi solo in uno dei suoi
sogni ricorrenti
Ma non stava sognando, di lì a poco i suoi occhi
avrebbero di nuovo incrociato lo sguardo dolcissimo della
ragazza che per quei tre anni era stato il suo pensiero
ricorrente ed insieme il suo rammarico più grande : se
lui non fosse stato così ottuso, così stupidamente
concentrato solo sul calcio avrebbe capito prima
Avrebbe capito i sentimenti di Jenny , l'avrebbe guardata
in modo diverso, come era accaduto dopo la semifinale
contro la New-Team
Non avrebbe avuto bisogno di leggerlo sulla fascetta
ricamata da lei per capirlo
Per capire che anche lui l'amava, e che non poteva
lasciarla partire così
Allora avrebbero potuto fare qualcosa, avere del tempo
per
Non avrebbe impedito la partenza di Jenny, ma
avrebbe permesso a tutti e due di costruire dei bei
ricordi, dolci immagini da richiamare alla memoria
quando, in piena notte, la lontananza diventava un dolore
insopportabile.
Qualcosa di più di un addio all'aeroporto con
l'altoparlante che chiamava il volo che avrebbe portato
Jenny lontano e con sua madre che non faceva altro che
metterle fretta.
Ma ora l'attesa era finita e Jenny era di nuovo lì.
Questo voleva dire basta lettere e telefonate
centellinate, voleva dire andare avanti e magari
Attesa, era lì da quasi mezz'ora
Dubbio : era quello il giorno giusto ? Ma certo, non
aveva bisogno di rileggere le righe che gli avevano
annunciato il ritorno di Jenny, conosceva quella lettera
a memoria
L'aveva letta e riletta per convincersi
di quello che stava per succedere
" Caro Philip,
se sapessi quanto sono emozionata per quello che sto per
scriverti
Finalmente sto per tornare in Giappone!!!!Non so ancora
di preciso il giorno del mio arrivo, ma sarà di sicuro
la prossima settimana, non sto più nella pelle! "
Poi andava avanti spiegando che sua madre si era
finalmente decisa a lasciarla partire da sola e gli
assicurava che si sarebbe fatta viva appena arrivata
E così era stato , appena atterrata Jenny lo aveva
chiamato dicendo che sarebbe arrivata il giorno dopo
Appuntamento all'ingresso del parco alle quattro.
" Ma come, capitano, e gli allenamenti? " aveva
ironizzato lei con quella sua voce dall'accento un po'
strano
Come poteva anche solo pensarci agli
allenamenti? Lei stava per tornare
Cos'era il
calcio, la sua squadra, la sua vita, rispetto alla voglia
di poterla finalmente stringere a sé ?
Le quattro e mezza.
Vabbe' si sa che le ragazze sono delle ritardatarie
croniche
Soprattutto se devono prepararsi per
incontrare il proprio ragazzo, che non vedono da tre anni
per di più !
Ma l'agitazione cresceva
Dove poteva essere finita
Jenny?!
Le quattro e tre quarti.
Cominciava a preoccuparsi e , soprattutto a pensare di
nuovo
E non voleva proprio rovinarsi l'attesa
torturandosi con dei dubbi che non avrebbero portato a
nulla
Ma perché non arriva? Se non arriva subito
rischio di impazzire
Il cuore sta già battendo
come un tamburo, è da stamattina che ho questa strana
ansia
Sono emozionato
Vorrei dirle tante di
quelle cose
Vorrei che sapesse quanto l'ho pensata
mentre era lontana
Ma è inutile negarlo, ho anche
una paura tremenda!!!!!! Paura di cosa non lo so di
preciso, ma sono passati pur sempre tre anni e di cose in
tre anni ne succedono! E poi, se ci ripenso torno a
chiedermi perché per un periodo non mi ha più scritto,
né risposto alle mie lettere
Nemmeno me la
passavano al telefono se provavo a chiamarla
Per
sei mesi, non mi ha scritto nemmeno una parola
E poi
, come se niente fosse è ricomparsa
Vorrei
chiederle il perché, ma come se anche sua madre mi ha
pregato di non chiederle spiegazioni????
E c'è qualcosa che mi spaventa ancora di più
. Io
ci tengo a lei, tanto ,tantissimo, ma noi , ecco, noi non
siamo mai stati insieme, e non ne abbiamo mai nemmeno
parlato
Do per scontato che sia la mia ragazza, che
tra noi ci sia qualcosa di speciale
Ma in realtà
non so nemmeno se sia vero, se lei dovesse essere
cambiata e non provare più per me le stesse cose?
E come mi devo comportare con lei ? Dico che vorrei
abbracciarla
Ma la verità è che a stento le ho
tenuto la mano
Mi sembra tutto così difficile
Ma adesso non devo pensare a queste cose, l'importante è
che lei sia qui
Il resto verrà da sé
.
Jenny camminava verso il parco, percorreva con passo
affrettato le strade familiari che ricordava
perfettamente nonostante gli anni di lontananza.
Era in ritardo, lo sapeva, doveva affrettarsi o il suo
tanto sospirato primo incontro con Philip rischiava di
essere rovinato dai malumori
Era tornata nella sua città , ce l'aveva fatta ,
finalmente.
Aveva dovuto insistere un po' , ma alla fine sua madre
aveva ceduto : poteva partire con un paio di settimane di
anticipo e precederli ad Hokkaido .
Meno male che c'era sua sorella , pensò, se lei non
fosse tornata in Giappone per sposarsi lei ora non
sarebbe stata lì
E convincere i suoi della necessità
di raggiungerla era stato facile ora che c'era di mezzo
una cerimonia da organizzare
E così era salita su quell'aereo ed ora era lì
Presto avrebbe messo in atto il suo piano : chiedere a
sua sorella di intercedere presso la madre perché le
desse il permesso di restare a vivere con lei ad Hokkaido.
Jenny sapeva che per Kate questa era un'impresa
facilissima
Era la beniamina dei suoi e loro
l'ascoltavano qualunque cosa chiedesse
E non era
lei la pazza irresponsabile che li aveva fatti morire di
spavento qualche tempo prima
Ma anche grazie a quella storia passata Jenny sentiva che
sua madre avrebbe ceduto più facilmente sulla questione
Giappone: allontanarla da San Diego non era una cattiva
idea , avrebbe sicuramente pensato.
Ma ora questi pensieri non dovevano distrarla
Stava
per rincontrare Philip!
Dopo anni, mesi giorni e ore passate ad immaginare di
ritrovarsi di fronte al suo adorato capitano
Il
momento era arrivato e lei si sentiva come non mai.
Emozionata? Certo.
Preoccupata? Anche
Spaventata? Da morire!
Aveva certo paura di scoprire negli occhi di lui un velo
di sospetto per come si era comportata qualche mese
prima, ma ancor di più aveva paura di dover spiegare
.
E poi , ritrovarsi non voleva certo dire rose e fiori
assicurati! Sapeva che la situazione che entrambi avevano
vissuto in quei tre anni era tutt'altro che normale
E se qualcosa di reale doveva esserci dovevano cominciare
a costruirlo ora
Se , però , lui voleva davvero
averla accanto senza sapere
Cercò di ricostruire mentalmente l'ultima immagine di
Philip che aveva negli occhi: l'aeroporto, lui in divisa
che aveva corso fin lì col ginocchio ferito
Ma questo era stato tre anni fa!!!
!Come sarebbe stato Philip ora ?
Lo aveva lasciato che era un ragazzetto di quattordici
anni e ora ne aveva quasi diciassette
Sorrise pensando a quanto il ragazzo doveva essere
cambiato ormai
Che sciocchi, si disse, non ci siamo
mai nemmeno scambiati una foto
Pensava a queste cose per costringersi a non fare i conti
con una questione di ben maggiore peso
LEI , quanto era cambiata in quegli anni?
Si sentiva addosso il passare del tempo che aveva agito
su una timida ragazzina goffa ed insicura , sentiva tutti
i cambiamenti che il suo corpo aveva conosciuto e tutti i
piccoli eventi che giorno dopo giorno l'avevano aiutata a
scoprirsi
.
Un'altra.
Sapeva che la vecchia Jenny doveva esistere ancora da
qualche parte nella sua memoria, ma oramai era poco più
che un ricordo sbiadito
La ragazza che si avvicinava con passo sicuro al ragazzo
per il quale aveva spasimato in silenzio per mesi non era
più la ragazzina imbranata che non aveva saputo fare
altro che ricamare quell' " I love you " sulla
sua fascetta
Ma presa dall'emozione la ragazza non aveva considerato
un particolare
.
Quella era la sola Jenny che fino a quel momento Philip
aveva conosciuto.
Le cinque. Ormai, non verrà più.
Philip era semplicemente terrorizzato all'idea.
Che le sarà successo?!
Continuava a chiedersi guardandosi nervosamente attorno
Eppure sapeva perfettamente qual'era la direzione dalla
quale Jenny doveva arrivare
.
I suoi occhi neri scrutavano impazientemente il viale
illuminato in pieno dal sole rossastro che già
cominciava a scendere , cercavano tra i volti che si
avvicinavano quello familiare della sua Jenny, ma i
minuti passavano e la ragazza non arrivava.
Era ormai in piena crisi di panico, incerto se
precipitarsi o no alla prima cabina telefonica e chiamare
la sorella di Jenny oppure restare lì ed aspettare
ancora un po'
Una sagoma femminile comparve finalmente all'inizio del
viale .
Da lontano Philip non riusciva a scorgere il suo viso ,
non era facile nemmeno distinguere i contorni di quella
figura che col sole alle spalle avanzava con passo sicuro
verso l'ingresso del parco.
Il ragazzo lì per lì non prestò nemmeno attenzione
alla sconosciuta che si avvicinava , avvolta in un lungo
cappotto scuro , i capelli lunghi che ondeggiavano
seguendo la cadenza del suo incedere, un lieve movimento
del capo riportava indietro le ciocche che le ricadevano
sugli occhi.
Distrattamente Philip gettò uno sguardo sulla sagoma dai
contorni poco nitidi che si avvicinava , la sua vista era
offuscata dal sole che rifletteva il suo bagliore
rossastro nei suoi occhi inquieti
Ma dove sarà finita Jenny
Ormai sono qui da più di un'ora
E la sconosciuta dal passo flessuoso continuava ad
avvicinarsi
Sembrava sorridere
Ma Jenny perché ritarda!?
- Hi, Philip!-
La sua voce. Quella voce dolce che con gli anni aveva
preso quell'accento strano , una cadenza forse un po'
cantilenante, ma che Philip adorava
Il ragazzo si voltò in direzione della voce
La sconosciuta che con la sua camminata sicura aveva per
un attimo distratto i suoi pensieri, quella che
percorreva il viale illuminata alle spalle dalla calda
luce del sole di Marzo
Era Jenny
La sua Jenny era finalmente tornata.
MATSUDA ( paesino al sud del Giappone )
INIZIO PRIMAVERA
L'autobus ripartì sbuffando col suo carico di passeggeri
e scomparve presto dietro la curva.
Il ragazzo lo seguì con lo sguardo, fino a quando il
vecchio catorcio non sparì dalla sua vista
- Mah
. Che razza di posto! - borbottò perplesso
Lasciò cadere pesantemente il borsone a terra e si guardò
intorno passandosi una mano tra i lunghi capelli neri.
Ma dov'era finito?
I suoi occhi neri dal taglio allungato cercavano di
trovare la direzione giusta , sembravano aspettare
nervosamente un segno, qualcosa che gli facesse capire
dove dirigersi
. Ma come ci era finito in quello
strano posto?
Sbuffò cercando di capire da che parte doveva andare per
incontrare un'anima alla quale chiedere informazioni
Ma in giro non c'era nessuno .
Respirò a pieno l'aria che sapeva di mare e osservò
alla sua destra la distesa azzurra che se ne stava più a
valle , oltre lo strapiombo roccioso alla fine di quella
che sembrava una fitta foresta.
Strana vista ! Commentò il giovane bruno osservando il
particolare accostamento di colori e paesaggi offerti da
quello scorcio di panorama.
Si stiracchiò cercando di sgranchirsi le ossa dopo
essere rimasto seduto tanto a lungo , infossato in quel
sediolino scomodissimo sul quale aveva fatto tutto il
viaggio.
Tornò a guardarsi intorno .
Certo che almeno un paio di indicazioni per un povero
straniero potevano metterle!
La fermata dell'autobus era appena fuori città , o
almeno così sembrava , visto che intorno a lui c'era il
niente più assoluto ! Alla sua sinistra invece
Dopo una breve salita sembravano scorgersi delle case
Se non altro lì avrebbe trovato qualcuno a cui chiedere
Mark non riusciva a spiegarsi cosa lo aveva portato fin lì,
tantomeno voleva ammettere che forse allontanarsi da
Tokyo,dalla sua squadra e dalla sua famiglia era forse la
cosa più insensata che potesse fare tra le tante
alternativa possibili.
Eppure, si disse , era partito convinto di quello che
stava per fare.
Solitudine e duro allenamento.
Solo così avrebbe potuto rafforzare la tigre che dentro
di lui sembrava essersi assopita
Affilare gli
artigli e tornare a lottare
Più forte che mai.
Certo che quella cittadina dalla aria placida e assonnata
sembrava un posto ben poco stimolante, dovette ammettere,
chissà perché Jeff gli aveva consigliato di andare fin
lì
Be' ad essere sinceri non era a Matsuda che doveva
arrivare
Sarebbe dovuto scendere una cinquantina di chilometri
prima, in un paesino arroccato sul mare
Ed invece
Tutta colpa di quell'interminabile tragitto dentro un
autobus sgangerato con la vecchia signora seduta accanto
a lui che lo aveva intontito con le sue chiacchiere sui
nipotini che stava andando a trovare e lui che per non
essere troppo maleducato aveva finto di ascoltare
Sperando che almeno quel fiume incessante di racconti
servisse a distrarlo da pensieri di tutt'altro genere
Pensieri che avevano cominciato a tormentarlo dall'ultimo
ritiro con la nazionale, a Tokyo, qualche mese prima
Sembravano tutti presi da un pensiero superiore
I
compagni che in quegli anni si era illuso di conoscere
.Ora
non si riconoscevano più
Crescere , Mark non si rendeva ancora conto
dell'inevitabile trasformazione incontro alla quale tutto
e tutti stavano andando
Senza potersi frenare
Lui , Landers , la tigre, sembrava spaesato di fronte a
quei cambiamenti e , mentre il pullman lo portava verso
il luogo prescelto per l'isolamento, la sua mente non
aveva potuto impedire di partire per un ultimo viaggio in
quel mare di dubbi
Ecco cosa ci si guadagna a cedere ai sentimentalismi,
pensava Mark , si sbaglia fermata e ci si ritrova a
Matsuda !
Vabbe', ormai era lì e allora, tanto valeva adattarsi e
cercarsi subito un alloggio , un comodo alloggio
Economico soprattutto! Non aveva mica tempo per trovarsi
un lavoro ! Era andato lì per allenarsi e doveva farsi
bastare i soldi che aveva messo da parte!
Allenamento , duro lavoro e solitudine
era andato
via per questo , no?
Be' si, ufficialmente almeno.
Appunto
Ufficialmente.
L'allenatore della Toho gli aveva straordinariamente
concesso il permesso di assentarsi dagli allenamenti con
la squadra per qualche settimana, convinto che con questo
viaggio Mark intendesse fortificarsi e tornare più
agguerrito che mai
In realtà il suo viaggio aveva poco a che fare col
calcio
Somigliava più ad una fuga.
Ma da cosa , Mark aveva ancora paura di ammetterlo
.
Forse da tutti gli stupidi discorsi ai quali sembravano
interessarsi ultimamente i suoi compagni
Roba tremendamente sdolcinata
Ragazze, amore e
storie simili
.
Ma come si poteva perdere tempo così ?
Come ci si poteva lasciare distrarre da quelle stupide
oche urlanti che li aspettavano fuori dagli spogliatoi
ogni giorno
C'era ben altro a cui pensare!
Un altro campionato stava per cominciare e Mark era
stanco di essere l'eterno secondo
Quella che aveva
davanti era forse l'ultima occasione per uscire vincitore
assoluto dall'annuale scontro con Holly
Però forse fuggiva anche da questo
.
Da una normalità che anno dopo anno era diventata
soffocante
Da un pensiero sempre più insistente
..
TUTTO QUESTO CHE SENSO HA?
Ammetterlo gli era ancora impossibile
.
Perché lui, freddamente concentrato sulla sua carriera ,
le sue priorità
.Il suo SENSO DEL DOVERE
. Non
riusciva ancora a capire
..
Che qualcosa lo spaventava
Il non riconoscersi più.
Non riconosceva più sé stesso , il determinato Mark
Landers , quello che lavorava duramente per raggiungere
il suo scopo
.. Non era più sicuro di niente.
E , cosa peggiore, aveva perso di vista la cosa più
importante
Non sapeva nemmeno più qual'era la cosa più importante
!!!
E non era da lui
.
Non sapeva ancora come aveva potuto lasciarsi turbare da
quel mare di discorsi insensati
Da quella storia dei CAMBIAMENTI
Cercava di mettere a tacere ogni dubbio , dava la colpa
agli altri che coi loro comportamenti lo avevano
costretto a confrontarsi con quella parte di sé
Ma non era ancora pronto per capire
.
Banalizzava tutto
Si diceva " Tutta colpa dei sentimentalismi"
.
Si convinceva che..
Lui , la tigre , non era mica così idiota da mettere in
pericolo la sua carriera per un paio di occhioni
ammalianti!!!!
Ma in fondo ci credeva poco anche lui
Se Philip ,
Julian , perfino Holly , giocatori eccellenti , che
amavano il calcio quanto lui
Anche Ed , il suo
vecchio e storico compagno e amico Ed , aveva ceduto
lo aveva scoperto solo pochi giorni prima
Altro che
accertamenti medici per la spalla ferita! Quando il loro
portiere si assentava dagli allenamenti magari si recava
allo studio medico ,sì , ma in dolce compagnia
E
la cosa durava da almeno un anno ,gli aveva confessato
dopo essere stato beccato in flagrante.
E così tornava a tentare di ricostruire quello che era
successo, ma non ci capiva ancora niente in questo genere
di questioni
Come si poteva cambiare così? E così
in fretta poi! Tutti quegli stupidi discorsi dei suoi
compagni lo avevano costretto a riflettere
.
Si può vivere di solo calcio?
Sì, certo , si può, anzi ,si ripeteva Mark , nel mio
caso
SI DEVE !!!!
Doveva concentrarsi solo sulla sua carriera, lo doveva a
sua madre , per tutti i sacrifici che aveva fatto da
sempre per lui , lo doveva ai suoi fratelli , che
credevano in lui, e a suo padre , per la promessa che gli
aveva fatto
.E a sé stesso , per dimostrare di
essere il numero uno del paese
Perciò, qualunque fosse quella strana epidemia che stava
trasformando i più forti giocatori giapponesi in stupidi
sentimentali
Lui non avrebbe ceduto.
E per questo era fuggito.
Per riacquistare il sangue freddo e la lucidità di cui
aveva bisogno più che mai ora che si avvicinava un
momento tanto importante
Per ritrovare la testa e scegliere con coscienza , in
modo coerente la sua strada
.
Perciò si caricò in spalla il borsone e si avviò verso
il centro della cittadina col passo deciso di chi è
perfettamente sicuro di avere il pieno controllo della
sua vita e sa che nulla potrà distoglierlo dallo scopo
prefisso.
Non poteva sapere allora a cosa andava in contro
Sennò avrebbe sentito una vocina dentro di lui che
sghignazzava
LE ULTIME PAROLE FAMOSE
HOKKAIDO
-Jenny?-
Incredulo Philip osservava la ragazza ferma a pochi passi
da lui .
Possibile che Jenny fosse cambiata tanto da non
riconoscerla da lontano?
Era riuscita ad avvicinarsi a lui senza che neppure la
notasse
Che neppure sentisse che era lei
Ora , dopo tutto quello che aveva sognato di fare una
volta di fronte a lei , rimaneva lì , imbambolato a
fissare quell'immagine poco distante senza capire cos'era
quel turbine di emozioni che aveva trasformato un ragazzo
sicuro come il capitano Callaghan in uno stoccafisso.
La vista di quella ragazza lo aveva totalmente spiazzato
.
QUELLA era Jenny ??!!
I capelli castani, lisci, lunghi fino a metà schiena
erano pettinati in un taglio sfilzato davanti , ad
incorniciarle il viso dall'ovale perfetto. Indossava un
cappotto scuro, lungo , un po' avvitato,sbottonato nella
parte inferiore, una grossa sciarpa avvolta in più giri
attorno al collo le copriva in parte il mento e celava il
suo sorriso appena accennato. Le gambe fasciate in uno
stretto pantalone di pelle bordeaux che marcava la sua
linea mediterranea e ai piedi un paio di anfibi neri.
Continuava a restare immobile a pochi passi di lui , le
mani in tasca, il sorriso un po' titubante di chi non si
aspettava una simile reazione
Ma i suoi occhi
Philip non aveva dubbi
Ritrovò in quegli occhi , scuri, che ora brillavano per
l'emozione e dicevano tutto della timida ragazzina che
era stata, la sua Jenny
Allora il suo viso si rischiarò , illuminato da un
sorriso che sciolse in un attimo l'imbarazzo che aveva
bloccato entrambi .
Anche Jenny sorrise , finalmente sollevata
E la sua
risata aperta spazzò via qualsiasi traccia di dubbio
nella mente di Philip
Cosa voleva dire un aspetto
diverso? Quella era indubbiamente la stessa Jenny che
aveva amato in quegli anni
- Sei qui finalmente
-
Allargò le braccia , in un goffo tentativo di
manifestare la sua voglia di stringerla a sé
E lei
capì
Perché quello era ciò che anche lei
desiderava in quel momento .
Erano finalmente insieme, stretti l'uno all'altra nella
luce pomeridiana di quella domenica di Marzo.
Non c'era più passato , niente più attese , i dubbi non
avevano più voce .
Ora c'erano solo due ragazzi innamorati che si erano
ritrovati.
Il resto , i cambiamenti , i segreti
Non contavano
più .
Un abbraccio li aveva spazzati via in un attimo.
Philip , Jenny , il loro tanto desiderato incontro e il
loro futuro.
C'era questo
Cosa contava di più?
MATSUDA
Se non altro trovare una sistemazione era stato facile.
Mark sistemò in fretta i suoi bagagli nella piccola
stanza che aveva affittato in una locanda appena fuori
città.
Sembrava un posto tranquillo , perfetto per il suo scopo.
La locanda era gestita da un'anziana coppia di coniugi,
persone gentili , un po' troppo chiacchierone forse
Ma , come avevano ammesso , era piuttosto insolito
incontrare un ragazzo in viaggio da solo , in quel
periodo dell'anno poi
Era naturale che fossero
curiosi . E poi il prezzo era buono , e il posto sembrava
perfetto , non poteva lamentarsi.
Aprì la finestra sopra il letto. Dalla camera poteva
godere di una vista invidiabile : il mare , la piccola
spiaggia dorata , facevano capolino dietro la parete
rocciosa , i colori del paesaggio messi in risalto dalla
cornice di verde tutt'intorno
Be' in fondo Matsuda
cominciava a piacergli
E poi non era mica lì in
vacanza? Che cosa gliene importava del panorama e delle
bellezze locali?
Si allontanò dalla finestra e tirò fuori dal borsone il
suo speciale pallone per gli allenamenti
Avrebbe fatto meglio a smetterla con tutte quelle
sciocchezze e cominciare seriamente ad allenarsi
Anche se poi , guardando fuori , si accorse che era ormai
il tramonto
Era inutile uscire a quell'ora e dopo
quel viaggio poi!
Ancora incerto sul da farsi Mark si lasciò cadere
pesantemente sul letto , si sdraiò osservando sulla sua
testa il cielo che si tingeva di un rilassante colore
rosato , il sole era ormai sceso , si poteva ancora
vedere il suo bagliore rossastro sul mare
E poco a
poco, nella tranquillità della sera appena cominciata la
stanchezza ebbe la meglio e Mark si addormentò stremato
dal viaggio e dall'incessante pensare.
Domani , si disse prima di scivolare nel sonno , domani
comincerò a fare sul serio.
SEGUE
.
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