Light
and obscurity
CAPITOLO
SPECIALE
A
Past and Future Secrets
Il pubblico nel teatro vocifera a bassa voce sino a
quando le luci si abbassano lentamente, a quel punto il
silenzio cala nel salone e lo sguardo di tutti è fisso
al palco. Dopo pochi secondi un rifletore si accende ed
illumina una ragazza, la narratrice, che entra in scena
con un lungo vestito bianco di stoffa leggera, con
strascico e larghe maniche ai polsi. Sopra di questo
indossa un mantello con un cappuccio , di un'azzurro
cielo che-
VOCE: LAZIALE!!!!
*gocciolone dei presenti*
Tutti si voltano verso la persona che ha parlato...
Xel si fà piccolo piccolo
XEL: ahem....
La narratrice squote la testa e srotola una lunga
pergamena che ha in mano. Le luci si fanno più soffuse e
la rappresentazione ha inizio.
Nightfall in
Samirien
-Volevi volare eh?????-
Kei si era alzato in levitazione afferrando per il
colletto anche Zen
-ARGH! Kei!!! lasciami!! non così!!HO PAURA!!!!!-
L'anziano re se la rideva della grossa, Kei stava facendo
volteggiare suo fratello molto velocemente e Zen aveva
una paura del diavolo
Ad un certo punto Zen scalciò più forte e Kei perse
l'equilibrio, lo stava facendo volteggiare su se stesso e
finì per perdere sia equilibrio che concentrazione.
Finirono entrambi in un cespuglio vicino alle mura del
castello....con gli occhi a spirale.....
-Sei u...un'imbecille-
Disse Zen
-Si.....silenzio.....che se ti sente la tata ...ti mette
in castigo...-
In quel momento la porticina che dava al giardino interno
si aprì violentemente sbattendo sul muro. Due guardie
passarono l'uscio, una si mise sul lato destro della
porta e una sul lato sinistro. Kei si mise ad osservare
cosa succedeva, sempre rimanendo nascosto dietro al
cespuglio, Zen invece non aveva ancora ripreso la
cognizione dello spazio.
Una volta che le due guardie si furono posizionate entrò
nel giardino il principe Eltas
Kei si abbassò di più per non essere visto.
L'uomo passò l'uscio con calma, con uno strano sorriso
sul viso e giocherellando con la mano sinistra con l'elsa
della spada.
Re Eriol si alzò lentamente in piedi, suo figlio era
l'ultima persona che voleva vedere.
Quando il principe fù entrato nel giardino parlocchiò
sottovoce con una terza guardia, questa fece un cenno col
capo e venne seguita da un'altra dozzina di soldati che
si diramarono per tutto il giardino.
Zendaru si alzò a sedere tenendosi la testa
-gira ancora tutto..-
Keifer gli mise una mano sulla bocca , tenendo d'occhio
la guardia loro più vicina, poggiata ad una piccola
porticina che dava alle cantine del castello.
Zen capì e rimase in silenzio, poi si mise in ginocchio
e guardò dov'era suo nonno.
Il principe Eltas si avvicinò con calma al padre,
guardandosi intorno e sempre sorridendo, quando gli fu
davanti fece un'affrettato inchino canzonatorio e gli
parlò
-Buongiorno padre.....Sono lieto di sapere che siete
ancora abbastanza in forze per scorrazzare in giardino-
-Sono anziano, questo è vero, ma ancora in gamba per la
mia età-
-Oh....-
Il principe si voltò verso due guardie poco lontane da
lui
-Avete sentito?...il qui presente re di Samirien è
ancora un giovincello....-
Si voltò di scatto e afferrò il padre per il colletto,
il suo sorriso si trasformò in un ghigno
-Perchè sono appena venuto a conoscenza di un testamento
firmato di tuo pugno!-
L'anziano boccheggiò e portò le mani su quelle del
figlio
-Non...non sono cose che ti riguardano queste..-
Zendaru, appena il padre aveva afferrato il nonno, era
balzato in piedi ma Kei lo aveva tirato a forza verso il
terreno, non potevano farsi vedere, almeno non ancora, se
avesse tentato di più allora sarebbe intervenuto anche
lui, per quanto potessero fare due bambini contro una
ventina di guardie armate....
Il principe Eltas strinse la presa sul colletto della
veste del re, alzando l'anziano da terra con la forza
-So benissimo che non sono cose che mi riguardano!! ed è
proprio questo ad avermi fatto adirare!!!!-
Su queste parole lasciò di colpo il padre che ricadde a
terra seduto sull'erba picchiando la schiena sul sedile
della panchina ove poco prima era seduto.
Zendaru cominciò a piangere, ma strinse l'erba nei pugni
e non disse nulla.
-Cosa!!....dimmi ! che cosa ho fatto per meritarmi un
padre del genere??? forse un torto in un'altra vita??-
Il principe parlava gesticolando animatamente, come
stesse recitando in teatro, voltandosi verso le guardie
dislocate sulle varie entrare al giardino.
-E' vero, non sono molto presente in questo castello
ammuffito, vago per vari paesi, ma tutto ciò non è
nient'altro che per il bene del regno, io...io-
Disse avvicinandosi al padre con il viso e indicandosi
-Io vado a cercarmi amici , amici potenti, amici potenti
per questo schifoso regno -
Ancora una volta si mise a parlare verso le guardie
-un regno che una volta insediatosi secoli fà non si è
più mosso dai suoi confini! io voglio che tutti nel
mondo conoscano Samirien come il regno più vasto!! il più
forte e il più potente!!!-
Di nuovo si avvicinò all'anziano che gemeva ancora per
la botta ricevuta alla schiena
-Il regno di Samirien , il regno con il più grande
potente e crudele esercito del mondo, condotto dal grande
re Eltas!-
Si voltò di scatto verso le guardie
-RE!!!!! non credete che stia benissimo RE davanti al mio
nome!?!?-
-Fà schifo...-
Mormorò Keifer mentre osservava un pazzo esagitato...suo
padre...
Le guardie però, che sapevano pensare al proprio
interesse, come tutti al castello, assentirono.
Re Eltas per loro era perfetto .
-Re Eltas.....uhm...si, stà davvero benissimo.....Re...-
Si voltò ancora lentamente verso il padre, si inginocchiò
e gli parlò molto vicino al viso
-Mio caro padre...io saprei far diventare questo regno il
più vasto grande e potente del mondo...e tu non vuoi
cedermelo?....-
Questa volta aveva parlato con calma
L'anziano respirava faticosamente, era più che adirato
-Forse sapresti farlo diventare grande ed esteso, ma a
spese di migliaia di vite, sia di questo regno che di
altri! Samirien diventerebbe un regno squallido, povero e
insulso! -
Con uno scatto Il principe serrò la mano destra
sull'elsa della spada e la sguainò
Si alzò in piedi, fece un passo indietro e puntò la
spada contro suo padre
Kei strinse i pugni e Zen si coprì il viso con le mani,
cominciando a cullarsi avanti e indietro da solo.
-Benissimo, se questa è la tua opinione non penso che ci
siano modi cordiali per togliertela dalla testa, ad una
certa età si hanno delle fissazioni che sono impossibili
da togliere, ragion per cui, se tu morissi ora e nessuno
trovasse quel maledetto testamento la legge sarebbe dalla
mia parte e il regno e tutto il resto sarebbero miei...-
-LASCIA STARE IL NONNO!!!!!!!-
Keifer si era alzato in piedi comparendo dal cespuglio,
tutte le guardie si voltarono verso quel cespuglio,
misero la mano sulla loro spada ma non la sguainarono
riconoscendo il principino.
Il principe Eltas guardò incredulo il cespuglio,con
ancora la spada alzata
-No!.....perchè si è fatto vedere!-
mormorò re Eriol
Zendaru, da ancora dietro il cespuglio osservava il
fratello in piedi, poi prese coraggio, afferrò la sua
spada di legno e si tirò in piedi anche lui, sempre
stando però per una parte riparato dietro le spalle del
fratello.
Il principe Eltas rimise la spada apposto e fece cenno
alle guardie di calmarsi, poi si diresse camminando verso
il figlio
Kei deglutì
Si era messo in un bel guaio.....
Il principe Eltas camminò lentamente sino a fronteggiare
il figlio, con uno strano sorrisino sul viso, poi si
inginocchiò lentamente per arrivare con il viso alla
stessa altezza di quello del figlio.
-Buongiorno.......Keifer?...si, giusto, quello più
grande si chiama Keifer e quello piccolo.....-
Ci fù una pausa di silenzio
-Mbhè, ha poca importanza come si chiama...-
Il principe sospirò
-Che cosa ci fate nel giardino?-
Il principe cambiò espressione, diventando più severo
-Spiavate?-
-NOI NON SPIAMO! LA MAMMA DICE CHE SPIARE E' UNA COSA
BRUTTA!-
Kei fece cenno al fratello di stare zitto, continuando a
fissare il padre negli occhi. Mai in quei momenti il suo
sguardo vaccillò, da severo e puntato negli occhi del
padre com'era.
-Eravamo qui a giocare dietro questo cespuglio quando voi
siete arrivato, e per non interrompervi mentre parlavate
non abbiamo svelato la nostra presenza-
Keifer soppesava le parole ad una ad una, attaccare
verbalmente il padre in quella situazione, o in altre..,
sarebbe stato controproducente.
Il padre annuì, con quel sorriso che abbonda sul volto
degli stolti, canzonatorio e sicuro di se stesso. Un
bambino di 7 anni gli stava tenendo perfettamente testa...a
parole...
-Bene, vedo che dagli insegnanti del castello hai
imparato come rivolgerti a chi è più potente di te. -
Poi volse lo sguardo al figlio più piccolo
-mentre da vostra madre avete appreso solo stupidaggini!-
Il principe si alzò in piedi
-ma daltronde da una donna del genere non ci si può
aspettare altro!-
Zen serrò i pugni sulla maglia di Kei, Kei sentì la sua
rabbia.
-Almeno da nostra madre abbiamo appreso qualcosa, dato
che ci ha cresciuti a differenza di altri.-
Zen a queste parole si nascose più dietro al fratello
mentre il principe sgranò gli occhi.
velocemente una grossa mano adulta sferrò uno schiaffo
smisurato al bambino che aveva di fronte.
Keifer volò di lato per un buon metro per poi ricadere
pesantemente a terra.
Zen corse verso di lui
-IO HO ALTRO DA FARE CHE ALLEVARE DEGLI STUPIDI MOCCIOSI!-
Keifer rimase a terra, Zen lo scosse un paio di volte.
Gli occhi gli bruciavano sotto le lacrime che
continuavano a scendere compiose, ma se non fosse stato
per quelle lacrime, non si sarebbe detto che stava
piangendo. Aveva lo sguardo impaurito , si , ma serio, e
non un singhiozzo usciva dalla sua bocca.
-Vattene! Via dalla mia vista!-
Re Eriol si era rialzato in piedi e si stava dirigendo
barcollando leggermente verso il figlio.
-Vattene lontano, domani stesso devi partire da Samirien,
vattene dove vuoi! da uno dei tuoi "amici" dei
regni vicini! ma vattene!-
L'anziano re si scagliava in controluce i raggi del
tramonto.
Il principe Eltas sorrise leggermente, spavaldo, poi con
un cenno richiamò le guardie che si ritirarono
velocemente passando dalla porta da cui erano venuti. il
principe sferrò un'ultimo sguardo al padre. Poi si
prodigò in uno dei suoi soliti inchini canzonatori
-Domani stesso me ne andrò da Samirien per non tornarci
più, padre.....sempre che questioni urgenti non mi
impediscano di partire-
Sorrise e se ne andò
Il re lo osservò sino a quando non venne richiamato da
un singhiozzo.
Zen stava piangendo più forte
Continuava a scuotere leggermente il fratello e a
chiamarlo, ma lui non accennava a muoversi.
Zen si portò leggermente indietro e, da inginocchiato
che era, cadde seduto sull'erba, osservando innoridito la
sua stessa mano....intrisa del sangue del fratello.
Il re si inginocchiò da parte al nipote
Cadendo Keifer aveva battuto violentemente la testa
contro un grosso sasso appuntito.
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