Light
and obscurity
CAPITOLO
SPECIALE
A
Past and Future Secrets
And
the story ends
-Sei molto più speciale di quello che tutti possano
immaginare-
-Chi è?-
-I miei fratelli credono che sia solo una fissazione-
-Chi è che parla?-
-Ma io so che non è così-
Keifer aprì gli occhi ma la visuale che aveva a palpebre
chiuse non era differente da quella ad occhi aperti
Tutto era nero intorno a lui
Era avvolto dall'oscurità e si sentiva come galleggiare
nel vuoto
-Io so chi sei, io so il tuo potenziale, e tu
diventerai mio-
-Chi sei? dove sono? mi ci hai portato tu qui?-
Una risata argentina si udì
Poteva sembrare la voce gaia di un'elfa ma qualcosa in
quella risata faceva gelare il sangue.
Qualcosa di non udibile ad orecchio.
Una sensazione.
Una luce violetta, appena percettibile , comparve di
fronte al bambino.
Keifer si mise a sedere anche se brancolò con le mani
nel vuoto, stava davvero aleggiando, non sentiva nulla
sotto di se
dove diavolo era finito?
Dalla luce comparve una giovane donna dalla carnagione
abbronzata e dai lunghi capelli biondi ondulati
-Chi sei?-
La donna sorrise
-Io sono Zelas Metallium-
Si portò la mano al viso per scostare una ciocca bionda
Il bambino sorrise, era molto bella quella donna, e in
qualche modo gli dava un senso di familiarità
-io sono Keifer Di Samirien, piacere di conoscerla
signora Metallium-
Il sopracciglio della donna guizzò sul signora
Poi sorrise e infine rise appena percettibilmente
-Già, sono vecchia in confronto a te-
Keifer capì l'errore
-Oh no!, non volevo essere scortese, dovevo chiamarla
signorina, si vede che è giovane lei ^^-
Zelas sorrise nuovamente
-Sei ben educato Keifer.-
-Dove sono?-
Il bambino si guardò intorno
-Non c'è nulla qui-
-Ti ci ho portato io .-
-Davvero?-
Il bambino riportò l'attenzione sulla giovane donna che
aleggiava di fronte a lui
-Perchè?-
La donna inclinò leggermente il capo
-Piccolino...tu sei morto.-
Keifer prese un bel respiro
-Cosa.....?-
-Si mio caro. Hai preso una brutta botta in testa...-
-Mai io...io non...non posso...cioè...come-
Zelas sorrise tranquillizzandolo
-Non ti preoccupare, ho fermato io la tua anima e la
restituirò al tuo corpo, ma devi farmi una promessa-
-Una promessa?-
-Si. Devi promettermi che quando sarai grande mi servirai.-
-Io servirla?...ma..-
Keifer si zittì
-Lei è un demone?-
Disse dopo un'attimo di esitazione
-Conosci i demoni?-
-ho letto qualcosa, ma quei libri che parlano di demoni
sono molto pesanti e mi è difficile toglierli dalla
libreria..-
Zelas rise di nuovo
-Però...intelligente, un bambino di sette anni che ha già
letto dei tomi così difficili-
Keifer si grattò la testa
-Mbhè...mi piace leggere...ma non mi ha risposto-
-Vero. Si, sono una demone.-
Keifer aggrottò le sopracciglia
-la mamma dice che i demoni sono gli esseri più odiosi e
orribili di questo mondo-
Zelas inclinò un pò il capo, pensierosa
-La mamma non ha tutti i torti direi.-
-ma se lei è una demone come fà ad essere così bella?-
Zelas sorrise
Quel bambino le piaceva sempre di più
-ti ringrazio. Allora? accetti la mia proposta?-
Il bambino divenne pensieroso
-Non lo so, io non voglio diventare un demone, i demoni
sono crudeli, uccidono senza un perchè, sono esseri
abbietti-
Zelas rimase in silenzio, guardandolo
Non voleva costringerlo, voleva averlo come subordinato
ma con il suo consenso, senza sarebbe stato inutile.
-Facciamo così. Pensaci, ora io restituisco la tua anima
al tuo corpo e ti terrò d'occhio, quando avrai bisogno
di me chiamami, se sarai solo io comparirò. Non parlare
a nessuno di me, nemmeno alla tua mamma. Ricordati che ti
stò facendo un grande favore.-
Keifer guardò di nuovo la demone, questa volta negli
occhi, dei bellissimi occhi blu , che avevano un che di
felino.
-I demoni non fanno niente per niente . -
-ma quando promettono, anche se non lo fanno mai,
mantengono le loro promesse. Ed io ti prometto che non
chiederò nulla in cambio. Tu mi piaci Keifer, saresti
un'ottimo demone al mio fianco, ma voglio la tua fiducia.
E' per questo che ti faccio questo favore.-
-Daccordo, io in cambio prometto che penserò alla sua
proposta, ma non le assicuro nulla.-
-Bene, così sia, mi basta.-
Zendaru non aveva mai smesso di piangere, era passata
ormai un'ora da quando Keifer aveva perso conoscenza e i
medici del regno non facevano altro che , intorno a suo
fratello, squotere il capo.
Quello, Zen sapeva che non era buon segno.
Si aggrappò alla veste di suo nonno
-Nonno!!! che cos'ha Kei!! perchè non si sveglia!?!?!
perchè dorme così tanto!??!-
L'anziano guardò il piccolo bambino dai capelli azzurri
che aveva davanti
Non sapeva cosa dirgli...
I medici e le sacerdotesse del castello erano accorse
subito, appena il re aveva dato notizia dello svenimento
di Keifer. Lo avevano portato nella sua stanza e poggiato
supino sul letto ed ora,dopo la visita dei medici,
sembravano tutti così silenziosi e abbattuti.
Zen non riusciva a capire perchè, perchè se ne stavano
li tutti in silenzio senza fare nulla? suo fratello
perdeva sangue dalla testa, si doveva essere fatto tanto
male e addormentarsi così di colpo non era normale!
Sentì un vociare in corridoio , un vociare femminile,
sua madre stava arrivando, era sempre circodanata da
ancelle.
La porta si aprì velocemente e Zen vide il volto della
madre preoccupato come non mai
Zen si buttò verso sua madre e si aggrappò alla gonna,
ricominciando a piangere più forte.
La donna aveva lo sguardo fisso al letto dove giaceva
Keifer. Guardò Zen, lo prese in braccio e si avvicinò
al letto.
Guardò il piccolo volto del bambino, poi variò lo
sguardo sul capo dei medici.
Questo calò lo sguardo e scosse il capo.
Zen, sprofondato con il viso nel petto di sua madre, potè
sentire un respiro bloccarsi nei polmoni di lei. Poi un
singhiozzo.
Un gemito.
Zen aprì gli occhi fermandosi di piangere.
Si voltò di scatto verso il letto.
Un'altro gemito
Anche i medici alzarono lo sguardo, la madre si chinò su
Keifer e il re di Samirien si avvicnò al letto.
Keifer si portò la mano destra alla testa.
Gemette di nuovo
-KEIFER!!!!-
Zen letteralmente si gettò, dalle braccia della madre ,
sul letto del fratello e lo abbracciò così stretto da
bloccargli il respiro.
Keifer aprì gli occhi di colpo.
-Z..Zen?..-
-Zendaru! -
La madre si affrettò a chinarsi su di lui per togliere
il piccolo dal letto , ma quando cercò di alzarlo non vi
riuscì
Sarebbero venute via lenzuola, materasso e probabilmente
anche il letto....
Decise di lasciare perdere e di concentrarsi invece su
Keifer
Intanto i medici stavano già tastandogli il polso e
toccandogli la fronte.
-Keifer!! oh mio Dio, Keifer come stai!?-
-Bene mamma-
Il bambino sorrise
-E' vero che stai bene?-
-Si Zen, non lo vedi?-
Il piccolo guardò suo fratello.
Keifer era seduto nel letto, con in mano una tazza di
latte caldo.
I medici, dopo aver constatato che il piccolo, a parte un
bernoccolo dietro la testa, stava bene, se ne erano
andati. Sua madre era rimasta li per una mezzoretta e
anche suo nonno, poi un messaggero era venuto a chiamare
il nonno e anche sua madre se ne era andata. Non prima di
chiedere a Keifer un'ultima volta , se stava bene.
Ora erano solo loro due, nella loro camera.
Zen era inginocchiato per terra, sul tappeto, e
appoggiato con i gomiti al letto di Keifer.
Zendaru reclinò il capo a destra, sempre fissando Keifer
-Che c'è? ti vedo pensieroso, è strano...-
Zendaru non colse la frecciatina
-E' che è strano, anche se naturalmente sono contento,
ma la faccia che ho visto sul volto del nonno e degli
altri era uguale a quella di quando se ne è andato
Noltar-
Noltar era un cosigliere anziano, che fino ad un'anno
prima era il braccio destro del re. Era un'uomo buono e
giusto e Zen diceva che era davvero simpatico, gli aveva
costruito lui quella spada che usava per giocare.
L'anno prima si era spento sotto il peso dei suoi
numerosi anni.
Keifer guardò la sua tazza di latte caldo
Io so chi sei, io so il tuo potenziale, e tu
diventerai mio
-Che c'è Kei? non ti senti ancora bene?-
-uh?-
Keifer si svegliò dai suoi pensieri
Sorrise
-TI HO DETTO CHE STO' BENISSIMO E SMETTILA DI CHIEDERMELO!!!!-
Zen cadde sul tappeto per il volume, volutamente , usato
dal fratello.
Keifer rise
Calò la notte.
Samirien dormiva.
Elfi folletti e fate correvano allegri e silenziosi nei
boschi, attenti a non destare i loro nemici, Gli umani.
La notte era calda
L'aria pulita e calma.
Anche nel castello tutti dormivano sonni tranquilli.
Zendaru dormiva con la bocca spalancata, mezzo su e mezzo
giù dal letto, con le coperte raggomitolate in fondo.
Keifer dormiva silenzioso nel suo letto, voltato su un
fianco.
Nei corridoi deserti l'unica cosa desta sembravano le
ombre disegnate sui muri dal fuoco delle fiaccole che li
illuminava.
ma alcune di quelle ombre appartenevano a qualcuno che
non dormiva.
-Cosa ci fai tu qui?-
La voce dell'anziano era sorpresa e strozzata dallo
spavento.
Non disse altro.
L'indomani mattina un grido femminile svegliò di
soprassalto tutto il corridoio da cui proveniva.
Kei e Zen avevano la loro stanza proprio in quel
corridoio.
Keifer si mise immediatamente a sedere nel letto,
guardando la porta della camera.
Zen cadde dal letto cozzando con la testa per terra.
-Cosa è successo?-
Disse il bambino più piccolo massaggiandosi il capo
-Non lo so-
Gli rispose Keifer alzandosi e dirigendosi verso la porta
della camera.
Keifer l'aprì e uscì nel corridoio
Zen potè vedere fuori dalla porta due donne , due
ancelle, correre verso destra.
Poi vide il fratello correre verso la stessa direzione.
Zen si alzò da terra e si fiondò anche lui in fondo al
corridoio.
Keifer cominciò davvero a preoccuparsi quando vide che
le ancelle si stavano dirigendo verso l'ultima stanza di
quel corridoio, gli appartamenti del re.
Keifer indietreggiò di un paio di passi, fissando con
occhi sgranati il letto dove giaceva il corpo di suo
nonno.
Non respirò non seppe per quanto tempo
Sentì appena Zen giungere alle sue spalle e bloccarsi li
dov'era, probabilmente con lo stesso sguardo, ma potè
solo supporre perchè non riusciva a distogliere nemmeno
il suo dalla scena raccapricciante che aveva di fronte.
Sangue
Molto sangue
Tanto quanto non ne aveva mai visto
nemmeno nei suoi incubi peggiori
Dalla sua prospettiva vedeva solo la mano bianca, anziana
e dalla pelle tirata. Non sapeva se per la vechiaia o
rimasta così dopo una cotrazione muscolare, atta a
liberarsi da qualcosa che lo bloccava contro la sua
volontà. Cadeva pallida e senza vita dalla sponda destra
del letto.
E poi, inesorabile, una spada, conficcata in mezzo al
talamo.
Non vedeva ma sapeva, non era conficcata nel materasso,
dall'altezza in cui si trovava probabilmente nel collo
Nel collo di suo nonno.
Lo risvegliò un'urlo
Zendaru
-E' stato lui!!!-
Keifer fissava vaquo il pavimento
Erano nella loro stanza, era passato parecchio tempo, era
quasi sera ormai.
-E' STATO LUI!!!!-
Zendaru piangeva
Keifer non sapeva che fare, cosa dire, se ne era stato in
silenzio tutto il giorno
Zen piangeva, lui no
Perchè?
Non lo sapeva, non aveva mai pianto, per quanto si
ricordasse almeno.
Zen afferrò le maniche del fratello
Keifer alzò lo sguardo al viso del fratello minore
-HA UCCISO LUI IL NONNO!!! PERCHE'!??!?!? ERA BUONO!!!
ERA TANTO BUONO!!!-
Kei , ancora una volta, non riuscì a dire nulla.
Sapeva che era stato lui
Suo padre
Loro padre
La scena a cui avevano assisitito il precedente giorno
era più che sufficiente, senza contare tutte le minacce
anche in pubblico che loro padre rivolgeva sempre al
nonno.
Ma naturalmente al castello nessuno aveva fiatato.
Tutti sapevano.
Nessuno parlava.
-E così il principe Eltas non è potuto partire-
-Certo che no, come avrebbe fatto? ora deve prendere il
posto di suo padre.-
L'ìnseriviente abbassò la voce e si rivolse alla
cameriera
-Ho sentito dire che ieri in giardino Re Eriol e il
principe Eltas hanno avuto una violenta discussione ...-
La cameriera si guardò in giro
-Zitto! -
Poi riprese il carrello di servizio su cui era poggiato
il servizio da the , facendo finta di sistemare le
tazzine sui piattini.
Keifer continuò a camminare per il corridoio e le passò
di fianco
-Buongiorno principino Keifer-
Keifer non si fermò, le lanciò un'occhiata a testa
bassa
La cameriera capì che aveva sentito
L'inserviente sorrise appena, un sorriso forzato
-Buongiorno principino-
Kei scorse lo sguardo, lo stesso sguardo anche su di lui,
e proseguì per il corridoio
Tutti sapevano.
Nessuno ammetteva.
L'indomani mattina ci fù il funerale del defunto re
Eriol e il pomeriggio stesso l'incoronazione del principe
Eltas
Samirien festeggiò l'incoronazione con una grande festa
al castello
Ci fù una grande partecipazione, tutti gioirono per il
nuovo re...
In apparenza
I seguenti anni sarebbero stati anni duri
Tutti sapevano.
Nessuno diceva nulla.
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