- Opening -
(Hibi no Hon - Il libro dei giorni)
One day, one night one moment
my dreams could be tomorrow
One step one fall one falter
east or west, over earth or by ocean
One way to be my journey
this way could be my book of days
One day, one night one moment,
with a dream to believe in
One step, one fall one falter
and a new world across a wide ocean
This way became my journey
This day begins together : Far and away
This day ends together: Far and away.
- End of Opening -
CLAMP Fanfiction
Yubiwa no Densetsu
(La leggenda dell'anello)
Episodio 2:
Pioggia come lacrime del cuore
" Ci ha separato il
tempo;
il tuo passato...
Ci ha separato il tuo amore
non ricambiato...
Dopo quella luce,
e quel labirinto di eventi
In cui mi son persa
e quando ti ho visto
Non mi sono accorta d'amarti...
ma ora... ora che t'amo;
Ora che la luce
che ti portava via da me
si è spenta,
ma tu non la scordi
ancora non l'hai scordata, forse
e non m'hai ancora visto,
lume, io, che ti può scaldare...
puoi
avresti potuto...
se ora
questa luce che poteva unirci
non fosse svanita nel nulla,
se ora
non posso piu' parlarti...
sapere
se ci sei, dove sei, come stai
se hai dimenticato
e ti sei accorto di me...
Spero di poterti parlare presto
e spero tu mi possa sentire,
e magari
sentire
e ricambiare...
questo sentimento
che mi unisce a te.
Ci unirà?
Tokyo - Giorno 2, mattina
"/Buon Mattino, Umichan./
"/Buon Mattino, Fuuchan."
"Dormito bene?"
"Insomma, ho dormito pochissimo"
"Anche io poco..."
"Hai fame?" "Un po'."
"Hikaru quando tornerà?" "Penso che
richiamera' quando si sveglia."
"Bene. Chissà se avrà rifatto di quei sogni... di
quegli orribili sogni."
"Mi rattrista dirlo, ma il suo amore sembra
destinato a non essere mai felice."
"Non voglio pensarlo... Non mi piace pensarlo..."
"Era già impossibile prima che lui morisse... poi
lei ha sperato... e poi, se prima era lontano nel cuore,
ora è anche lontano dagli occhi... " "Quindi
pensi che dovrebbe dimenticarlo?" "Vorrei, per
il suo bene. Lui avrà molto bisogno di stare da solo...
" "E poi chissà cos'è successo la'..."
"Questo sta cercando di scoprirlo Hikaru. E vorrei
saperlo anche io, visto che Ferio... Ferio mi manca."
"Anche a me manca Ascot, purtroppo."
"A proposito, quando arriverà Hikaru, dobbiamo
dinuovo incontrare la ragazza che ci ha aiutato finora."
"Quella di Tomoeda?" "Esatto. /YanagisawaSan/
E' lei che ci ha messo in contatto con l'Onmyoji più
potente del giappone. O almeno cosi' ci ha detto."
"E ora dobbiamo provare col ragazzo Inglese, vero?"
"Esatto. Ricordami che dopo che arriverà Hikaru
dobbiamo chiamarla" "La chiameremo alla
stazione, no?" "Sarebbe l'ideale. Cosi' magari
ripartiamo subito per Tomoeda."
"Scusami, torno subito..." disse
Umi uscendo dalla cucina. Si diresse verso camera sua.
Aveva chiesto a Fuu di stare a casa sua la notte prima,
perchè in questo periodo era meglio che stessero unite.
I genitori di Umi erano fuori per alcuni giorni. Entrata
in camera, chiuse la porta, e si appoggiò ad essa. La
camera era ancora buia. Non aveva ancora aperto le
finestre per far entrare il sole. Si avvicino' alla sua
piccola scrivania, e accese la piccola lampada.
La luce soffusa della lampada illuminava
un libro scolastico posto nel piano della scrivania. Con
la mano, sedendosi sulla sedia, aprì il libro. Sfogliò
le prime pagine, fino a fermarsi su qualcosa di estraneo
tra i fogli del libro: era la foto del suo ragazzo, quel
ragazzo di un altro mondo che ora tanto amava... La
strinse al cuore, e pianse, pianse spegnendo la luce
della lampada. "Perchè sento di amarti così tanto
adesso? Perchè non posso dirtelo, quanto ti amo, ora?"
"Umi..."
Sentì una mano toccarle la spalla, e poi,
l'altra, abbracciarle il collo, e due lacrime caderle
sulla fronte, lacrime di un'amica che, per l'ennesima
volta, condivideva un'esperienza dolorosa, con lei. Il
loro pianto, nel buio di quella stanza, si alimentava da
solo, e alimentava la tristezza nel loro cuore, tanto
che, forse, solo la stanchezza avrebbe potuto fermarlo...
Se non fosse che, ecco, qualcosa ruppe il rumoroso,
silenzio, di quel pianto condiviso.
"Hikaru... è Hikaru al telefono..."
disse Fuu, sentendo lo squillo del telefono in lontananza.
Le amiche si alzarono, e di corsa si precipitarono,
ancora piangenti, verso il corridoio....
"Pronto..." "Fuu... sono io..."
"/Hikaru... stai bene?/
"/sto bene/
"Com'è andato l'incontro con l'onmyoji?"
"Non capisco... Non capisco proprio... " disse
piangendo, "All'improvviso... all'improvviso è
scappato, lasciandomi li' sola, e senza la possibilità
di continuare a spiegargli cosa era successo e il perchè
fossimo interessate a tornare a..."
"Basta. Basta piangere... Yanagizawa aveva detto che
era una persona strana, che non sapeva quanto avrebbe
potuto aiutarci. Oggi abbiamo l'appuntamento con il
ragazzo inglese a Tomoeda. Aspettaci, ora veniamo a
prenderti alla stazione..." "Okay, grazie Fuu.
Salutami Umi..."
"Cos'ha detto? " chiese la
ragazza dai capelli blu... "Non ci ha potuto aiutare...
L'onmyoji più potente del giappone non ci ha potuto
aiutare... Beh ora non pensiamoci, diamo un colpo di
telefono a Yanagizawasan, e andiamo a prendere Hikaru
alla stazione...
Le ragazze scesero le scale e arrivarono
in giardino... aprirono il cancello e videro che il
cielo, quella mattina, era leggermente nuvoloso. Non
avrebbe di certo piovuto, ma quel tempo non le avrebbe
comunque aiutate a mettere da parte la malinconia, anzi,
l'avrebbe accentuata ulteriormente.
Fuu entrò dal lato del guidatore. "Guido
io" disse. "Ti vedo troppo scossa per andare in
auto."
"Chi è questo ragazzo inglese?" Chiese Umi.
" Pare sia un grande esperto di Magia, metà cinese,
e metà inglese." "Certo che
Yanagizawasan deve prendere molti spunti da tutta sta
gente strana che conosce, per scrivere i suoi libri...
" "L'importante è che vendano, no? E speriamo
che questa volta il ragazzo inglese ci aiuti."
"Spero non faccia come l'onmyoji... ma perchè non
ci ha potuto aiutare?" "Sinceramente non l'ho
capito neanche io. Hikaru ha detto che è scappato, ad un
certo punto... e che non ha potuto spiegargli bene tutta
la situazione."
In poco tempo erano davanti alla stazione.
La gente era tanta, ed il treno era già arrivato da due
minuti esatti.
"Il treno è già arrivato... cerchiamo Hikaru...
" disse Umi. Lo sguardo delle ragazze fissava
l'enorme folla della stazione... tra tutta quella gente,
ecco finalmente staccarsi una ragazza dai capelli rossi,
eccola era lei: Hikaru.
Non disse una parola... Corse verso le sue
due amiche e le abbracciò, e, piangendo, le trasmise il
suo terribile stato d'animo. Attorno, quella gente, era
come fosse solo ghiaccio, un contorno gelido,
indifferente ai sentimenti di quelle tre ragazze.
D'altronde tre ragazze chi sono? Cosa importa il
sentimento di tre persone?
Avranno avuto i loro problemi, li risolveranno.
Fu Fuu a interrompere quei minuti di
tristezza. "Continuare a piangere, qui, non serve.
Ci siamo sfogate, forse. Vi ricordo che abbiamo
appuntamento con Yanagizawasan, a Tomoeda. Andiamo,
ragazze... non dobbiamo perdere altro tempo."
"Hai ragione" disse Hikaru. "Forse è
meglio che facciamo qualcosa per ... cambiare questa
situazione."
"Andiamo" disse Umi.
"Al di la' di tutto, come ti è sembrata Kyoto?"
Chiese Umi.
"Una città bellissima" disse Hikaru, "una
città davvero molto bella... Tutti quei templi... poi..
ho visto la casa di quel Sumeragi... si vede che era di
una famiglia importante... però quel ragazzo era così
strano, sembrava così triste dentro... Non capisco
proprio perchè non mi abbia ascoltato..." "Hei,
Hikaruchan! Ti ho chiesto di parlarmi della città, mica
ancora di quel ragazzo!" "Scusami, ma mi
dispiace molto... a dir la verità si vedeva che non
poteva aiutarci per qualcosa che lo riguardava... Sentivo
che non stava bene... " "Non ti preoccupare.
Hai già abbastanza pensieri per la testa, come tutte
noi, no?" "Già. L'unica cosa che mi ha
lasciato, è il suo numero di telefono, nel caso magari
potremo..." "Ancora? Se è scappato così avrà
avuto i suoi buoni motivi" "Hai ragione, Fuu...
tanto ha anche il nostro numero di telefono, nel caso
cambiasse idea.. " "Allora non ti preoccupare.
Guarda, siamo quasi arrivati a Tomoeda."
Il cartello infatti segnalava l'uscita dalla città di
Tokyo e la svolta per la piccola cittadina di Tomoeda.
Tomoeda - Giorno 2, pomeriggio
"Yanagizawa ci aspetta a casa sua."
La strada ormai la conoscevano. Era ormai la terza volta
che si recavano dalla famosa scrittrice.
Nel frattempo il cielo si era ulteriormente annuvolato.
Si poteva guardare verso il sole tranquillamente senza
provare fastidio. Erano ormai davanti alla casa della
scrittrice. Videro un'auto targata straniera, prima
parcheggiata davanti alla casa, che stava andando via.
"Hei avete visto quell'auto?" disse Fuu.
"Si, l'ho vista. Cavoli, ha una targa non
giapponese, non è che è del ragazzo, e se ne sta
andando? "
"No" disse Hikaru. "C'era una persona dai
capelli lunghi e rossi, di sicuro non era un uomo, sarà
un caso. "
Fu Hikaru, dalla portiera posteriore, a
scendere per prima. Sentì una goccia di pioggia caderle
sulla testa. "Oddio ragazze, si sta per mettere a
piovere, dobbiamo sbrigarci!" disse. Le ragazze
scesero di corsa e chiusero l'auto. Suonarono subito il
campanello di quella casa, di certo non da ricchi, eppure
per una scrittrice avrebbero immaginato qualcosa di
completamente diverso. Dal citofono, nessuna parola. Il
piccolo cancello anteriore del giardino si aprì subito.
Era come se le stesse aspettando.
Aprì la porta. Le poche gocce di pioggia
divennero un forte acquazzone.
"/ Buonasera, Yanagizawasan /
/Buonasera, Shidosan. Buonasera, Ryuzakisan. Buonasera,
Hoojisan /
"Venite, accomodatevi". La ragazza sembrava
abbastanza calma. Sapeva di dovergli presentare una
persona molto, molto speciale, e forse abbastanza in
gamba da poterle aiutare. Il corridoio era in penombra.
Anzi, solo un'altra stanza della casa era illuminata,
probabilmente il salone. Si vedeva sia dall'esterno, a
lato della porta, che nel corridoio, e la luce illuminava
proprio un piccolo mobile davanti alla porta di quella
sala. "Sono Arrivate" disse Yanagizawa, la
scrittrice, "sono arrivate le ragazze di cui ti ho
parlato, che chiedono il tuo aiuto." Hikaru rimase
colpita in maniera indescrivibile dal suo sorriso....
quel ragazzo, quel suo aspetto da persona per bene,
gentile... forse immaginava una persona diversa...
"Hikaru... che hai, Hikaru?"
Umi stava scuotendo l'amica, rimasta tra le nuvole...
"Ti hanno presentato una persona che fai non
rispondi?"
In quel momento scese dalle nuvole."/ Scu... scusa,
mi chia...chiamo.. shi... shidou... hi...hikaru." La
scrittrice, a lato, fece per ridere, quando il ragazzo
inglese si inginocchiò davanti a lei e le baciò la mano.
"??????" / Piacere
di conoscerla /
" Prego accomodatevi " disse la scrittrice.
" Torno subito. Porto del the"
La scrittrice entrò nella piccola cucina, chiusa da un
muro in legno, attraverso una tendina. Una piccola luce
s'accese.
Le tre ragazze si sedettero sul lungo divano. Oltre
l'angolo, proprio a fianco alla finestra, la poltrona
dove in genere si sedeva la padrona di casa. Il mobile
sotto la finestra ospitava il telefono e qualche
manoscritto, forse di qualche suo nuovo libro. La piccola
lampada era staccata, e, cosa che Hikaru non aveva mai
notato, c'era una piccola candela vicino al telefono, e
non era un semplice soprammobile quanto era stata di
sicuro usata. Più in la', su un'altra poltrona, sedeva
il ragazzo inglese. Sul tavolino, davanti alle poltrone e
al divano, stavano dei strani libri. Non erano libri di
Yanagizawasan.
Nel frattempo, la scrittrice era tornata dalla piccola
cucina, con il the verde.
"Allora, che mi dite, cosa vi ha detto l'onmyojitsu?"
Rispose Fuu. "Niente di particolare... L'ha
incontrato Hikaru, ma dev'essere successo un
contrattempo, in quanto... forse è meglio che glielo
racconti direttamente tu, Hikaru..."
"Non capisco la sua reazione. Stavamo parlando,
tranquillamente, quando... quando è scappato via. A dir
la verità non ho potuto neanche spiegargli tutto nei
dettagli, e mi dispiace. Sembrava molto preoccupato, da
subito. "
" E' un tipo strano, non confidavo nel suo aiuto. Ma
non l'ha fatto per cattiveria. Un tempo vi avrebbe
aiutato subito... Purtroppo... purtroppo non è più come
una volta. "
Per poco tempo rimasero in silenzio.
" Ora però c'è qualcuno che vi può aiutare,
eccolo. "
Il ragazzo sorrise.
" Raccontate pure... " disse Yanagizawa.
" Io sono troppo stanca " disse Hikaru.
" Se volete possiamo farne a meno " disse il
ragazzo.
"Ah già, lui può direttamente leggere dalle vostre
menti. " fece la scrittrice, sorridendo.
"Davvero? E come?" disse Umi, un po' scettica.
/ Chiave che nascondi il potere
dell'oscurità, Rivelami la tua vera forma /
/ E' Eriol che te lo chiede, come da contratto. /
/ RELEASE /
Il ragazzo aveva preso in mano una piccola
chiave che teneva nella catenina, come un ciondolo. Come
iniziò a recitare quella formula magica, si fece oscuro
nella camera, si vedeva soltanto il suo viso e uno strano
cerchio magico che sprigionava una enorme forza
spirituale. Al pronunciare di quella parola straniera,
RELEASE, ecco che la chiave si trasformò in un grande
scettro con l'estremità a forma di sole, completamente
dorato.
"Uno scettro?" disse Umi. "
Pazienta " disse la scrittrice, tutt'altro che
meravigliata.
Un rumore d'auto, vicino alla casa, distratte il ragazzo.
La pioggia, la' fuori, era ormai un temporale. " Sarà
tornata? " disse la scrittrice guardandolo negli
occhi. " Dev'essere lei. conosco il rumore dell'auto
" disse il ragazzo. " Allora vado, scusatemi,
prima che si bagni troppo! " disse Yanagizawasan.
" E' la mia ragazza " disse. " Aspettate
qualche secondo ".
"Si, era lei." disse, ritornando, la padrona di
casa, che andò a cercare qualcosa per asciugarla.
Una donna dai capelli rossi, che sembrava essere
leggermente più grande del ragazzo inglese, entrò nella
stanza. Era abbastanza bagnata dalla pioggia. "/Buonasera/,
disse, stando davanti alla porta, per non bagnare di più
la casa. " Il suo sorriso è simile a quello del suo
ragazzo " pensò Hikaru.
Il ragazzo inglese chiuse gli occhi, alzò leggermente in
alto quello splendido scettro e disse:
/atsusayo kawakimasu - caldo, asciuga!/
Dallo scettro uscì un'aurora calda che asciugò la donna.
" / Grazie, Eriol kun /
" Che sbadata, mi devo presentare " disse la
donna, avvicinandosi alle ragazze sedute nel divano.
/ Hajimemashite. Watashi ha Mizuki Kaho Desu. Douzo
Yoroshiku - Piacere (*) Sono Mizuki Kaho. Piacere di
conoscerti /
Le tre ragazze fecero altrettanto.
In quel momento entrò la scrittrice Yanagizawa con un
asciugamano in mano. Notando il fatto che la donna era già
asciutta, lo poggiò sul tavolo tra i libri. "Penso
che questo sia inutile, ormai. Mi dimentico sempre che ci
sono vie più semplici per risolvere questi problemi! ...
Si sieda " disse, mostrando la sedia dove prima si
era accomodata la padrona di casa,
"faccia con comodo e si riposi ".
La donna dai capelli rossi si portò i lunghi capelli
oltre l'orecchio, con un gesto lento ed estremamente
elegante, chiudendo contemporaneamente gli occhi e
sorridendo. Quindi riaprì gli occhi, e lesse lo stato
d'animo di Hikaru, che la fissava pur sembrando
incantata, e il suo sorriso si abbassò... l'espressione
del suo viso cambiò, ora sembrava pensierosa.
"Gradisce un po' di the, signora Mizuki?"
"Grazie, ne vorrei un po'." "Glielo porto
caldo, aspetti."
" Eriol " disse la donna, " dovrai passare
a trovare Sakurasan? "
"Penso di si, se avremo tempo"
"Hai già parlato con queste ragazze?"
"No, aspettiamo che torni Yanagizawasan. Ho pensato
di leggere direttamente nella loro mente. "
La donna sorrise ancora. Si avvicinò come per chiedere
qualcosa in segreto al suo ragazzo. Lui rispose a voce
alta con non curanza... "Tornerà presto... con
questa pioggia..."
Intanto la scrittrice era tornata con la teiera
nuovamente piena, e un'altra tazza per la signora Mizuki.
"Servitevi ancora, se ne volete... " disse,
rivolgendosi soprattutto alle tre ragazze.
La signora Mizuki versò il the per sé e per il suo
ragazzo. Bevettero quasi insieme un po' di quel the,
quando Eriol si alzò dalla poltrona e disse "Se
volete possiamo iniziare..."
Furono ancora interrotti dal suono del campanello.
Eriol, leggermente contrariato, forse immaginava chi
poteva essere.
La scrittrice lasciò il salone e si diresse verso la
porta di casa. "Venite, entrate" disse.
Ecco entrare nella stanza una ragazza con i capelli
lunghi pettinati a trecce, con una piccola borsa. Era
anche lei tutta bagnata. Salutò con un buonasera molto
allegro, quando vide le ragazze sedute a lato, sul lungo
divano.
Anziché salutare si diresse subito verso le tre e iniziò
a toccargli guance e capelli, facendo notare quanto le
trovava carine... le tre ragazze erano impietrite,
soprattutto perché l'acqua che bagnava la ragazza era
decisamente gelata.
"Nakuru" disse Eriol, il ragazzo inglese,
"stai bagnando le ospiti"
"Ops, scusatemi!" rispose, "ma siete
davvero carine!"
"Vediamo di rimediare..." disse Eriol, /atsusayo
kawakimasu - caldo, asciuga!/
In modo analogo a quanto fece per la sua donna, asciugò
la ragazza e le tre ospiti. La ragazza dalle lunghe
trecce si sedette in mezzo alle tre, sul divano,
ponendosi tra Hikaru e Umi.
"Che sbadata, non mi sono presentata", disse,
"Mi chiamo Akizuki Nakuru, potete chiamarmi Na-ku-ru"
scandendo bene le parole del suo nome. " Piacere di
conoscervi " "Il piacere è nostro "
rispose Fuu, a nome di tutte, leggermente imbarazzata.
"Ho come l'impressione di essermi dimenticata
qualcosa..." disse Nakuru, " hmmm... ma certo!"
Aprì la piccola borsa che teneva a tracolla e ne uscì
una specie di piccolo felino di color nero, che sembrava
essere vivo... infatti dava l'aria di aver sofferto di
claustrofobia, chiuso li' dentro... "Suppi!"
Il ragazzo inglese divenne ancora più contrariato.
"Scusatela" disse. In quel momento intervenne
Fuu. "Cos'è Suppi?" disse, indicando il felino
che stava rannicchiato nelle gambe di Nakuru, quando il
felino iniziò a parlare e disse "/Non sono Suppi,
Il mio nome è Spinel Sun/
"Spiegheremo tutto in un altro momento " disse
Eriol, "Prima vediamo di scoprire cos'è che vi
inquieta".
Quel momento per le tre ragazze
racchiudeva l'ultimo barlume di speranza. Si sarebbero
arrese se fosse andato male? Di sicuro si sentivano
davvero male, la tristezza era l'unico sentimento che le
permeava... Avrebbero mai immaginato che, in quella
stessa città, c'era una persona che stava di sicuro
peggio di loro e che, in qualche modo, sarebbe diventata
la chiave per risolvere il loro problema?
Tokyo - Giorno 2, sera
" Perché... perché proprio io...
come mi fa schifo questa città... mi ha sempre fatto
schifo..."
" E ora mi fa ancora più schifo... piove, piove,
piove! E ormai s'è fatto buio: guarda, neanche un cane
c'è per strada, solo tu e una massa di prostitute! Tu...
tu, i tuoi ricordi... e il tuo passato, e basta... Vorrei...
vorrei che succedesse ora, che si compisse ora, quello
che mi attende... cosa posso fare, ancora, cosa, cosa
posso desiderare, ora? Se desiderassi qualcosa, saprei di
doverla perdere.... presto... molto presto.. e per sempre...."
- Ending -
(Il domani è il mio desiderio)
Dawn breaks; there is blue in the sky.
Your face before me though I don't know why.
Thoughts disappearing like tears from the moon.
Now you're here; I can see your light,
this light that I must follow,
You -- you may take my life away
-- so far away.
Now I know; I must leave your spell
-- I want tomorrow.
- End of Ending -
--
Fine
Tutti i personaggi in questa ff sono (c)
CLAMP, o inventati da me.
Op & End sono copyright di Enya & WEA Recors.
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