Kaori VS Miki!!
Il duello!^_^

6° capitolo

6° capitolo

Mister Togarashi non sapeva più che pesci pigliare. Seduto davanti al telefono, con la testa fra le mani, rifletteva su quella situazione surreale… non era ancora riuscito a contattare Falco!! Dei dubbi cominciavano a fluttuargli nella testa pelata… aveva forse sbagliato bar? Impossibile…
Poi gli venne un’altra idea. Era un po’ rischioso, ma… poteva funzionare. Se avesse liberato l’altra ragazza, ordinandole di tornare sul luogo del “delitto”? Dopotutto, a loro sarebbe rimasto comunque un ostaggio… e con qualche minaccia, avrebbero senz’altro convinto la sventurata ad evitare la polizia. Sì, poteva andare… l’ometto sospirò, aprendosi in un sorrisetto rilassato. Poi si versò del whisky, aspettando che i suoi sgherri tornassero a far rapporto… del tutto ignaro di ciò che stava succedendo nell’atrio della villa!
“Tra un minuto andrò a dare istruzioni agli altri… poi me la vedrò con la donzella!”


-Kaori, attenta alle spalle!! E tu, prendi questo! Ya-haa!- *Crash, stud, sbonk…* un omaccione crollò a terra; -Grazie Miki!- Rispose allegramente la giovane, assestando una poderosa martellata ad un altro yakuza. Balzando di lato per schivare un colpo, Kaori si asciugò il sudore… ormai combattevano da un buon quarto d’ora, ma i nemici sembravano non finire mai!! Con un calcio ne mandò un altro a tappeto: -Eh eh…sembra un videogioco…- Nonostante la situazione grottesca, le scappava da ridere! -Ehi, Miki! E’ molto meglio della palestra! Chissà quante calorie staremo bruciando!!- La barista la guardò incredula: -Kaori…ti senti bene?- A vederla, stava benissimo. Menava colpi a destra e a manca, aiutandosi con un martello nei momenti difficili, e non sembrava per niente spaventata. Lanciava soprammobili, rovesciava tavoli… sembrava Ryo durante le risse!
“Accipicchia. La vicinanza con Saeba ha dato i suoi frutti… chissà se Ryo si è reso conto di averle insegnato così tanto?” Distratta da questo pensiero, Miki si ritrovò una manona sulla spalla… senza lasciarsi sorprendere, però, atterrò l’aggressore con una perfetta mossa di karate.
“Ce la stiamo cavando bene… per fortuna non si sono ancora messi a sparare; finchè siamo in mezzo al mucchio, non lo faranno. L’importante è restare al centro.” Sperava ardentemente che Kaori l’avesse intuito… al momento non sembrava preoccuparsi troppo, ma la situazione poteva peggiorare rapidamente!!

Quando finalmente Umi spense il motore, Ryo saltò giù dalla jeep senza esitare. Fortunatamente, avevano dalla loro l’effetto sorpresa… i due sweeper si scambiarono un’occhiata, poi strinsero le pistole e si introdussero cautamente nel giardino. “Ci saranno delle guardie… dobbiamo stare attenti!”

Kaori iniziava a sentire la stanchezza: gli uomini si erano dimezzati, ma ce n’erano ancora tanti… e cominciavano a farsi avanti a gruppi… di due, di tre… per quanto tempo ancora sarebbe riuscita a tenerli a bada? Spostandosi verso una porta laterale, cercò con lo sguardo Miki.
La ragazza era dalla parte opposta della stanza, e atterrava un malintenzionato dopo l’altro: si accorse dell’occhiata di Kaori, vide che stava abbandonando il centro dell’atrio… -Kaori!!- gridò, -Non andare da quella parte!- E si slanciò in avanti, nel tentativo di raggiungerla… purtroppo qualcuno l’afferrò per un braccio, immobilizzandola. Poco dopo avvertì il freddo di una pistola contro la sua tempia destra… “No…”
-Adesso basta, bambine.- La minacciò una voce profonda. -Ci avete dato del filo da torcere, ma il gioco è finito. Hai capito, tu? Posa quel martello!-
Fu una questione di secondi. Kaori e gli altri yakuza si voltarono di scatto… la ragazza vide Miki, serissima, minacciata da un energumeno armato… gettò il martello, spaventata ma ancora lucida… la porta di fianco a lei si aprì, lasciando entrare un uomo calvo ed elegante, che vedendo la scena sgranò gli occhi…
…poi tutto fu come un sogno, per Kaori. Con una determinazione e una rapidità che non avrebbe mai creduto di possedere, sfoderò la pistola, saltò di lato e con un braccio circondò la gola dell’ometto di mezz’età. Gli puntò l’arma alla testa, e sorrise.

-Che strano!! Come mai non c’è nessuno qua fuori? Va bene l’imprudenza, ma questo mi sembra troppo!!- Ryo avanzava tra i cespugli, stupito di non aver incontrato anima viva. A poca distanza veniva Umibozu, silenzioso… non c’erano allarmi, non c’erano -almeno apparentemente - trappole, nessuno controllava l’esterno della grande villa. Il silenzio era rotto soltanto dai fischi allegri dei merli che popolavano il giardino. Lo sweeper, con la Python in pugno in mezzo a quel paradiso, si sentiva uno stupido…
“Questo posto è come il cuore di Kaori. A cosa ti servono tante difese? Non c’è nulla da temere… dovresti solo lasciarti andare…” Questo pensiero si era infiltrato, fulmineo, nella mente del giovane, prima che lui potesse cancellarlo. “Ma che diavolo c’entra adesso?? Kaori è in pericolo!” protestò tra se’ e se’, scuotendo la testa… ma quelle frasi non accennavano ad andarsene, e solo l’intervento di Umibozu convinse lo sweeper ad accantonarle e ad avanzare ancora.
“Cribbio, ma allora è vero… non riesco più a pensare ad altro… sono così esasperato?”

In un attimo la situazione si era ribaltata. “E’ buffo… in genere faccio la parte della vittima. E invece no… stavolta la criminale sono io! Minaccio e do ordini… potrei essere considerata una donna pericolosa…ah, se mi vedesse Ryo!” Kaori respirò profondamente per calmarsi. Il cuore le batteva talmente forte da farle male. Questa volta, la vita di una persona era nelle sue mani… cercò di non pensarci. Ora doveva salvare Miki.
- E adesso come la mettiamo?- Chiese con voce ferma. La ragazza si spaventò… era stata lei a parlare? Non si riconosceva più… all’esterno sembrava fredda e determinata, ma dentro di se’ si sentiva morire…
“No… calma… calma… Kaori, calmati. Tu sei la socia di City Hunter. Prima o poi sarebbe successo… è una specie di esame… quindi…nervi saldi, e vai avanti!”
Non poteva vedere in faccia l’uomo che stava tenendo in ostaggio, ma percepiva la sua tensione. Si guardò attorno… tutti gli yakuza si erano immobilizzati di colpo! Anche quello che stringeva Miki aveva allentato la presa. La donna, dal canto suo, aveva avuto un attimo di smarrimento… non si sarebbe mai aspettata un comportamento simile da Kaori! Ma la confusione era durata soltanto un attimo: ora guardava l’amica con occhi pieni di fiducia e orgoglio. Quest’ultima, spronata da quello sguardo, prese coraggio: -Ok… adesso gettate le armi. Tutti. Anzi…- si corresse poi, pensando alla propria esperienza con il compagno: -Prima scaricatele… togliete tutti i proiettili!-
Togarashi non sapeva che pesci pigliare… sentiva la pistola di quella donna premere contro il suo capo, e si sentiva ribollire di rabbia e di paura… era stato giocato! E la colpa era solo di quegli incompetenti… -Avete sentito, branco di idioti?- gridò con astio; -Fate come vi ha detto! Non vedete in che situazione mi trovo?- Cercò di divincolarsi, ma la presa della ragazza era salda. Lui era la sua carta vincente, se ne rendeva conto perfettamente!
Udendo gli ordini del capo, seppure a malincuore, gli uomini scaricarono le loro pistole, per poi buttarle per terra insieme alle munizioni; appena fu libera, Miki prese la propria e, sorridendo, si avvicinò a Kaori…

Ryo e Umi si trovavano davanti all’imponente portone della villa. Finalmente, con loro grande soddisfazione, avevano incontrato un paio di guardie… che naturalmente erano state messe fuori gioco in pochi secondi! -Bah… ma che razza di accoglienza…- brontolò Falco; -Uno sweeper del mio livello avrebbe meritato almeno un esercito privato!- -Saranno tutti dentro!- gli rispose Ryo… -Ed ora andiamo a divertirci un po’!- aggiunse poi, lanciando uno sguardo in tralice alla serratura della porta.

-Bene! Adesso, buoni buonini, ve ne andate tutti in cantina… ma prima datemi le chiavi! Ecco, così… noi andiamo a farci quattro chiacchiere con questo signore!- L’energica barista aveva preso in pugno la situazione. Tra mormorii iracondi, i malviventi iniziarono ad obbedire… come un fiume nero e blu, s’infilarono nello stretto corridoio. Togarashi, invece, fissava con odio le due giovani donne: -Puah! Sconfitti da due ragazzine… ma chi diavolo siete??- Miki gli lanciò un’occhiataccia: -Veramente le domande dovremmo farle noi a lei… perché diavolo ci ha rapite? Non sapeva che…-
*Bang! Bang!* *STOMP!*
…la ragazza non riuscì a finire la frase: qualcuno aveva rotto la serratura del portone con due colpi di pistola, e un calcio aveva aperto l’uscio…
-Salve a tutti…- iniziò una voce ben nota… ma Kaori era già in allarme: -Fermi dove siete! Chi… -
Il proprietario della voce, stupito, era entrato nella villa… -Ryo?!- ansimò la partner, incredula.
-Falco!!- Esclamò Miki con gioia, appena il secondo uomo apparve nel vano della porta…
I due sweeper si guardarono attorno, sbalorditi: degli yakuza, sorvegliati da Kaori, stavano lasciando la sala; Miki teneva sotto tiro un uomo di mezz’età, calvo; per terra facevano bella mostra di se’ i resti di una battaglia… armi, proiettili, cocci di vetro, mobili rovesciati, occhiali scuri…
-Beh….? Che è successo qui?- balbettò Ryo, guardando Kaori con aria interrogativa; -Ehm… vedi… ci siamo date da fare per liberarci…- rispose lei, agitatissima. -Questo lo vedo…- commentò lui, sempre più sorpreso. In quella, però, intervenne l’ometto…
-Aaargh!! Ma tu… cosa ci fai qua? C-city Hunter? Io volevo sfidare Falco…- Togarashi era spaventatissimo… già si ritrovava perdente davanti al suo vecchio nemico… Ryo Saeba, poi, non ci voleva proprio!! Lo sweeper lo guardò con aria di compatimento: -Come? Rapisci la mia socia e ti stupisci se sono venuto a riprendermela? Mah… la gente…- borbottò, grattandosi la testa.
“La sua socia!!! Quella pazza scatenata è la socia di CH!!!!!” Il colore dell’uomo si avvicinava sempre più a quello di un lenzuolo… guardò Kaori con gli occhi fuori dalle orbite, poi tornò a voltarsi di colpo.
-Uhm! E così, volevi vedertela con me…- fece Umi, avvicinandosi; -Mister Togarashi, immagino… il tuo nome non mi diceva niente. - continuò, avanzando ancora; -Ma la tua voce non mi è affatto sconosciuta… sembra proprio quella di un certo Takamura, ex boss di una banda mafiosa…- Un brivido corse lungo la schiena dell’ometto; -Ci ho preso, vero?- Falco sorrise in modo preoccupante. -E così, dopo essere rimasto senza uomini, hai cambiato identità e ti sei messo in affari con i Kikujingumi… devi sporcarti le mani per forza, eh? Scommettiamo che sarà l’ultima volta?- terminò, togliendo la sicura alla Smith&Wesson…
Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.
Togarashi strinse gli occhi, pronto al colpo. Ma questo non venne: Miki aveva fermato il marito, sorridendogli. -Non c’è alcun bisogno di farlo. La cantina qua sotto è piena di yakuza… tutti pronti a testimoniare contro di lui. Non puoi fare una strage! Loro finiranno in galera… ma se uccidi quest’uomo, le indagini proseguiranno! Mandiamoli tutti davanti ad un tribunale, e fine della storia.- Umi si accigliò, seccato. Era anche una questione d’onore. Rimase per un po’ immobile, con la pistola pronta a sparare… ma poi l’abbassò, sbuffando. L’ometto svenne.

-E così… è tutto finito! Ci siamo persi il divertimento, cavoli…- borbottò Ryo, avvicinandosi a Kaori: -Non potevate aspettarci, da brave? Avete corso un bel rischio, e…- -Ryo!!- esclamò la ragazza, gettandogli le braccia al collo; -Che…che diavolo fai, Kaori?- fece lui, preso alla sprovvista; ma Kaori si strinse a lui, respirando a fondo… “Accidenti, sta tremando!” -Cos’è successo?- chiese poi, rivolto a Miki; lei sorrise: -Lasciala stare. E’ la tensione che si sta scaricando. Hai una partner davvero straordinaria, sai?- Lui non disse nulla, abbassando lo sguardo sulla testa della socia.
Lentamente, i quattro uscirono nel giardino, mentre il sole morente del tardo pomeriggio dava loro il bentornato nel mondo della realtà.


CONTINUA...