DETUSCHE
MATCH
Capitolo
3
L'inizio
di un'amicizia
Terry aveva pensato e ripensato quel
pomeriggio, e aveva capito. Aveva capito quello che era
successo.
Genzo aveva cercato di non pensarci, riflettendo solo sul
fatto che era proprio destino che non dovesse succedere
niente tra loro. Ma, come al solito, i pensieri non
seguivano nessun comando. Alla fine anche lui aveva
capito che cos'era successo.
Novembre era iniziato da pochi giorni, e
Genzo continuava i suoi allenamenti sempre con grinta ed
entusiasmo. Tu sei GIA' titolare.
"Mi allenerò come se dovessi ancora conquistarmelo,
questo traguardo."
- Genzo, ieri mi sei sembrato un po' in difficoltà sui
colpi di testa. Che ne dici oggi di giocare contro di me,
in allenamento? - propose Kirk.
- Certo capitano. Mi hai anticipato, te l'avrei chiesto
io. -
- Allora ragazzi! - disse il signor Malthus - Sette
contro sette, giochiamo venti minuti con intervalli di
cinque. Solite squadre, solo Genzo e Oskar si scambiano.
-
- Ok, mister! - risposero i ragazzi in coro
all'allenatore. Tutti i ragazzi, tranne uno.
Oskar Kush.
"In allenamento, solo il portiere titolare gioca
contro Kirk. Anche a me, appena diventai titolare,
mi misero a giocare contro il capitano, in allenamento.
Wakabayashi, la sfida è appena cominciata." Tutto
sommato non era antipatico come sembrava.
- Aspetta, mister. E' meglio fare così: squadra A:
Derek, Anton, Georg, Adrian, Paul, Lorenz e Genzo.
Squadra B: Darius, Eduard, Gregor, Marcus, Oskar, io e
Terry. Derek deve giocare nell'altra squadra per
rafforzarla un po', e mi servono i cross perfetti di
Terry per allenare Genzo sui colpi di testa. - il mister
sembrava perplesso, ma annuì.
- Ok... Ragazzi, fate come dice Kirk. - i ragazzi erano
perplessi quanto il mister.
- Terry? -
- Ma chi, quella ragazza? -
- Capitano, ma che dici? - Evidentemente non tutti
conoscevano Terry. Neanche Oskar, che la osservò. In
tutto questo, Terry era all'esterno della recinzione,
ignara di tutto.
- Terry cara!! Vorresti cambiarti e venire qui a giocare,
tesoruccio? - Le urlò Kirk mieloso
- Eh? -
- Eddai, ti prego ti prego ti prego..!! - Kirk si aggrappò
alla recinzione come un disperato, fingendo di
supplicarla - Dai, è per allenare Genzo! - le sussurrò.
Terry divenne tutta rossa.
- Ok. - si diresse verso lo spogliatoio - Comunque, Kirk
- disse voltandosi - non hai capito niente! -
No, Kirk non aveva capito niente. Ma lui non sapeva che
lei... che lui...
- Sono pronta! - disse lei, tornando al campo. Indossava
una divisa a maniche lunghe (un po' troppo lunghe, pensò
Gen) e dei pantaloncini neri che le arrivavano fin sotto
le ginocchia. Sui pantaloncini c'era il numero 9, mentre
sula schiena c'era il 10. Kirk arrossì.
- Ehi, Ter... quelli sono i MIEI pantaloncini? -
- Certo che sono i TUOI pantaloncini. - gli rispose
imitando il suo tono di voce - Di chi potrebbe essere il
numero 9? - c'era un leggero tono sfottente nella sua
voce. Alcuni componenti della squadra la guardarono male,
sentendosi offesi.
- Ma chi si crede di essere, quella ragazzina? - disse
Adrian Burleigh, un difensore. Terry sentì il commento,
ma fece finta di niente e sorrise. "Ti farò vedere
chi sono, quando piangerai dopo che ti avrò umiliato.
Non aggiungere altre parole, sei persino un difensore
della squadra avversaria. Troppo facile umiliarti, troppo
facile..."
- Ok Kirk, io mi metto a destra, poi nel secondo tempo a
sinistra. Eduard, io sono dietro di te, tu scambi con
Kirk e io mi sovrappongo per i cross. Non facciamo cose
complicate, questo è un allenamento solo per Genzo,
quindi non impegnatevi troppo a fermarmi. - disse
autoritaria rivolta ai difensori avversari, ben sapendo
che avrebbero cercato di fare esattamente il contrario.
Sorrise alla prospettiva. I ragazzi si sistemarono ai
propri posti. Alcuni erano molto impazienti di dare una
lezione a quella ragazzina sfrontata.
- Ok, cominciamo! - Kirk diede il calcio d'inizio,
passando a Eduard Luhan, che ripassò al capito. Kirk
avanzò, scartando Anton e ripassando ad Eduard, che
venne superato all'esterno sulla fascia da una Terry-freccia.
- Eddy, passa! - gridò lei, che subito si trovò il
pallone tra i piedi. Davanti a lei apparve Adrian
- Mica c'è solo il tuo amichetto giapponese, sai?
Anch'io voglio allenarmi. - sibilò ironico
- Eh già, in effetti ti farebbe bene un po' di
allenamento. - disse facendogli un tunnel con estrema
nonchalance - Ma mi sa che è tutto inutile! - lo schernì
correndo avanti e facendo un perfetto cross che si piazzò
esattamente sulla testa di Kirk, che staccò e fece gol,
nonostante il tentativo di opporsi di Genzo.
"Accidenti! Mi sono fatto infilare come un novellino!
Certo che Terry ha delle gambe... Idiota! Scemo! Punto
primo: che cavolo penso a fare a queste cose in un
momento del genere. Punto secondo: tra noi non ci sarà
mai niente quindi non ci devo pensare sennò mi complico
la vita." si sgridò da solo.
"Però... certo che non è brava solo a tirare. E'
un fenomeno. Ma sembra... Terry, quando giochi cambi
completamente. Non sei tu. Che fine ha fatto la ragazza
dolce e sensibile che mi ha consolato al parco una
settimana fa? Sei aggressiva e decisa, fin troppo, e
arrogante... E' questa la tua vera identità?"
- Genzo, non dormire..! - Kirk vide il portiere un po'
sovrappensiero, così gli calciò un pallone fortissimo,
intenzionalmente diretto verso lo stomaco. Genzo però
non era distratto del tutto, e riuscì a parare quel tiro
potentissimo. "Mi ricorda il tiro di Hiyuga, nella
finale del campionato Nazionale. Quello che mi scaraventò
nella rete."
"Ma ora... ora..."
- Genzo, non fare finta di dormire! Ehi, il pallone ci
serve! -
"Ora..."
- Genzo, mi senti? -
"... l'ho parato!"
- Ehi, tutto a posto? - gli si avvicinò il capitano. Il
portiere gli sorrise
- Mai stato meglio, capo. - disse rinviando lontano il
pallone.
La partita continuò così, tra le prodezze di Genzo,
Kirk e di Terry. Nel secondo tempo Terry cambiò
posizione, e Adrian, arrabbiatissimo, la seguì sulla
fascia sinistra. Negli ultimi minuti Terry levò la palla
dal piede di Derek e corse velocissima su tutta la
fascia, ma si trovò il solito Adrian appiccicato.
Lottando spalla a spalla, mentre il difensore cercava di
ostacolarla, le disse con una voce carica d'odio:
- Piccola arrogante e presuntuosa ragazzina! La devi
smettere di farmi fare queste figure di niente! Lo fai
apposta! - Terry lo guardò stupita, e senza una parola
si fermò all'improvviso e lo aggirò. Tagliò per Kirk,
che tirò di prima, ma Genzo si buttò con presa sicura
sulla sfera. Adrian, nell'azione, era caduto a terra, e
guardava Terry. Lei a sua volta lo guardò con occhi
inespressivi, poi gli tese la mano.
- Rialzati, e non fringnare più. - poi gli sorrise, e
questa sì, era di nuovo la solita Terry! - Che poi non
sei tanto malaccio! - e gli diede una pacca sulle spalle,
mentre si rimetteva al suo posto. - Allora, si
ricomincia? Gen mi sta diventando un po' antipatico,
continua a parare! -
- Sono venuto qui per questo, signorina! - scherzò lui.
- Lo sappiamo... - sorrise
Non la pensava così Oskar Kush.
Nello spogliatoio, alla fine
dell'allenamento, Genzo si stava vestendo. Non era stanco
come gli altri giorni, quando era veramente stremato.
Segno che si stava abituando al rigido ritmo di Kirk e
soci. Terry invece si stava facendo una corsetta intorno
al campo, aspettando che i ragazzi finissero di usare lo
spogliatoio. Ma quante energie aveva quella ragazza?
Kirk si stava complimentando con il neoportiere dei suoi
miglioramenti, quando Oskar gli si avvicinò.
- Wakabayashi. - esordì
- Wow, finalmente uno che riesce a pronunciare il cognome
di Genzo! - Kirk e Genzo non risero, invece: avevano
capito che cosa voleva Oskar.
- Sì, Oskar? - chiese. Domanda retorica, lo sapeva già.
- Volevo dirti che la sfida fra noi è appena cominciata.
Wakabayashi, - tese la mano - rivali? - Genzo gliela
strinse sorridendo determinato
- Rivali, ma amici. -
- Amici. - rispose il quasi ex-portiere titolare. Mentre
stava andando via, Kirk lo raggiunse proprio fuori la
porta.
- Corretto, Oskar, molto corretto. -
- Capitano... -
- Zitto. Io... ti devo le mie scuse, per averti sgridato
così pesantemente l'altro giorno. -
- Veramente... -
- Pensavo che avessi offeso perchè temevi per il tuo
posto di titolare, o per invidia, invece sei stato molto
corretto. -
- Capitano, io ce la metterò tutta. - Kirk sorrise
- Questa squadra ha bisogno di giocatori come te. -
- Lo spero. -
Povero Oskar, nè lui nè Kirk sapevano che Genzo se ne
sarebbe andato presto. Tanta preoccupazione per nulla! Bè,
non prorio per nulla, comunque. Le sfide fanno crescere,
fanno maturare, sia sul campo che fuori. E Oskar Kush si
preparava a combattere.
Terry correva quando Kirk e Oskar uscirono dallo
spogliatoio. Correva ancora quando uscirono tutti gli
altri.
- Allora, avete finito? -
- Ma stai correndo da quando siamo andati a cambiarci? -
chiese Derek
- Certo. -
- Dai, non fare l'atteggiata, ti devi essere fermata per
forza a un certo punto! -
- Mica sono una pappamolle come te! -
- Ah ah. Comunque lo spogliatoio è libero, c'è solo
Genzo che si sta mettendo le scarpe. -
- Allora vado. - le risatine allusive si sprecarono
- Continuate così e domani non uscirete vivi
dall'allenamento. -
- Gulp! Scusi, mia signora. -
- Ah ah! ciao Derek! -
- Ciao. - Terry entrò nello spogliatoio
- Gen, si può? - il ragazzo stava rimettendo i lacci a
una scarpa.
- Sì, entra pure. -
- Vabbè, aspetto che te ne vai per farti la doccia. -
disse sedendosi sulla panca.
- Come vuoi. -
- Senti... in questi giorni ho pensato molto a quello che
è successo la settimana scorsa. -
- Anch'io. E hai capito? -
- Sì. -
- Sai cos'è quello che è successo quel giorno al parco?
- Terry annuì
- Sì, Gen. E' l'inizio di un'amicizia. -
- Già. Spero una bella amicizia. - "Almeno quella."
- Lo spero anch'io. - sorrise - Ok, ora ti lascio alla
tua doccia. - si mise il giubbotto - Ciao, a domani! - la
salutò uscendo.
- Ciao. -
"L'inizio di un'amicizia." pensò
"E la fine di un amore."
7 novembre 1981
"Pffffff... I polinomi sono dei... dei...
dei gran rompiscatole, ecco che sono. Pufffa..."
- Professore, posso uscire un attimo? -
- Sì Genzo, vai pure. -
"Pffff, che noia..!! Scuola scuola e poi ancora
scuola..." Gironzolava per la scuola, affacciandosi
ogni tanto a una finestra. "Perchè oggi mi sento
così solo?" Mentre guardava fuori, una giornata
limpida e tersa, sentì rumori e urla provenire dalla
palestra. "Perchè no? Andiamo a vedere che si dice
in palestra." scese velocemente per le scale ed entrò
in palestra. Una partita di pallavolo maschile, ovvio, le
ragazze facevano danza e non sport come la pallavolo (nel
1981... non so la situazione tedesca, ma in Italia era
così, no? NdC) o, Genzo sorrise pensando a Terry, il
calcio. Si avvicinò ad un ragazzo sugli spalti.
- Scusa, che classi sono? -
- Le prime. Sono bravi, guarda. -
- Bella schiacciata... ma... Derek! - mentre il ragazzo
che aveva fatto la schiacciata esultava, sentì chiamare
il proprio nome.
- Genzo! Non sapevo che stessi nella mia scuola! - Genzo
lo salutò con la mano. A un tratto il ragazzino biondo
sembrò ricordarsi qualcosa - Qualcuno mi dia il cambio,
è urgente! - e salì di corsa sui gradoni.
- Calmo! Che c'è di così urgente? - chiese il portiere.
- Anf... Ciao Gen... Volevo chiederti... Sai che giorno
è oggi? - Genzo lo guardò stupito.
- Certo che lo so. Oggi è sabato 7 novembre. Un giorno
totalmente inutile e noioso, visto che il prof insiste a
volermi far imparare l'algebra. -
- Sì, il 7. Da come ne parli, non sembri sapere che oggi
l'13° compleanno di Terry. -
- CHE COSA?? - Derek ridacchiò
- Sai che scuola frequenta Ter? No, eh? Hai presente il
bar dove siamo andati l'altroieri? -
- Aspetta... sì sì, ho capito. -
- Avanti! Dimmi come faresti senza di me! - Genzo mise
una mano sula spalla del ragazzo, e con aria frettolosa
gli disse:
- Grazie, sei un amico. - e senza aspettare una risposta
scappò in classe, appena in tempo per la fine dell'ora e
della giornata scolastica. Uscì per la strada scrutando
le vetrine di tutti i negozi. Fiori? Cioccolatini? Un
peluche? Un braccialetto? Naaa, che scemenze, Terry non
sembrava proprio il tipo... Pensando a cosa regalarle, si
avviò verso la scuola che frequentava la ragazza.
"Forse è meglio non regalarle niente. Ma sì, le
farò solo gli auguri, non mi sembra una che ci tiene
molto, ai regali..." Arrivò in pochi minuti davanti
alla scuola. Era un vecchio edificio, con un giardinetto
frontestante. Il cancello era rosso sbiadito, e Genzo
stava per varcarlo, quando si sentì mancare... no, non
era possibile... no... "No, Ter..." Non c'erano
molti ragazzi nel cortile. Fu facile individuare la
ragazza che stava cercando. Ma non era sola. C'era un
ragazzo con lei, un ragazzo alto e castano, e si stavano...
si stavano abbracciando.
Il ragazzo era Kirk.
"Perchè sono scappato come un
cretino? Sono un vero idiota. Insomma, io e Terry siamo
solo amici, perchè dovrei essere geloso? Però, vedo che
non perde tempo la ragazza... Ma che sto dicendo? Mi sto
contraddicendo... E poi perchè me la prendo con lei?
Oooh... questo fino a un mese fa non sarebbe mai successo!
Da quando sono diventato così vulnerabile? Mi sento
proprio uno stupido..."
"Sì, mi sento veramente uno stupido. SONO uno
stupido, uno stupido che mente a sè stesso. Perchè non
riesco ad accettare il fatto che sto cambiando?
Finalmente lo ammetto, ma non mi piace proprio quello che
sto diventando. Avrei voluto essere un ragazzo più
trasparente, meno indecifrabile, con meno barriere
intorno. Non uno sciocco ipersensibile e codardo, e
assillato da mille dubbi. Non un perdente. Se è questo
il rovescio della medaglia, non mi pesa più la
solitudine."
"Certo che sono proprio un cretino. Perchè, perchè
ho cominciato a comportarmi così? Non ne avevo certo
l'intenzione! Io volevo solo... un po' d'affetto!! E
guarda con cosa mi ritrovo: un amore che non c'è, un
amico e un'amica che ormai ho perso, una grande
solitudine e, volendo aggiungere qualche altra cosa
negativa, vado malissimo a scuola. Bel 'nuovo inizio',
non c'è che dire..! Come vorrei poter tornare indietro..!!
Purtroppo non si può... Persino in questo sono
peggiorato? Non è da me rispondere così debolmente a
una cosa negativa... Mi ero illuso che stessi diventando
una persona migliore, e invece mi accorgo di esere ancora
peggio di prima..."
Era passata una settimana. Una lunga e
lacerante settimana. Genzo aveva avuto tempo per pensare,
per capire. Niente era servito. Alla fine aveva preso
atto della cosa, e aveva cancellato Terry e Kirk dalla
sua mente. Chi erano? Lui non li conosceva.
Magari non li avesse mai conosciuti...
Era ferito. Una ferito profonda e dolorosa, che non si
sarebbe rimarginata tanto presto.
Kirk lo vedeva quasi tutti i giorni, agli allenamenti,
mente non vedeva Terry da QUEL giorno.
Meglio. Molto meglio.
"Terry e Kirk: per me non esistete più."
Indifferenza. E freddezza. Sì, era questo il modo per
dimenticarli, per dimenticare tutto.
- Para questo, se ci riesci! - Genzo,
senza una parola, si tuffò e agguantò la sfera calciata
da Derek.
- Ragazzo, stai migliorando molto. Farai strada. -
- Grazie, mister. -
- Ora tocca a me. - sorrise Kirk, sistemando il pallone
appena prima del dischetto.
"Come puoi sorridere? Come puoi, dopo quello che mi
hai fatto? Tu sapevi che lei mi piaceva.... Bastardo, la
pagherai."
- Pronto, Gen? -
"Per te sono Wakabayashi. Tira pure, vediamo di cosa
sei capace." Kirk tirò come suo solito, molto
preciso e incredibilmente potente. Genzo si tuffò e
trattenne senza troppi problemi. Il tutto con una calma,
una freddezza e un silenzio che spaventarono il tedesco.
- Complimenti! Parata eccezionale! - il portiere non
rispose. Gli rilanciò il pallone, calcandosi il berretto
ancora di più sul viso.
- Capitano - che sforzo dire quel parola! Lui, quel
traditore, il suo capitano? - cos'è, non riesci più a
farmi gol? I tuoi tiri, se permetti, sono un po'
debolucci. In questo ultimo periodo sei sempre distratto
e deconcentrato. Non è che hai altri pensieri per la
testa? - quelle parole, sbattute in faccia a Kirk con
quella freddezza disarmate, ebbero l'effetto contrario a
quello che il giapponese sperava. Lo sguardo
dell'attaccante si indurì.
- In effetti sì, Genzo. C'è qualcosa che devo dirti.
Dobbiamo parlare, dopo. -
"No... no, no, no. Io volevo solo provocarlo un po',
e lui... no, nossignore. Io non ne voglio sapere più
niente. Non voglio sapere assolutamente nulla della sua
storia con Terry. No, no categorico..."
Dobbiamo parlare.
Che parole insopportabili.
Genzo rientrò nello spogliatoio qualche
minuto prima dei suoi compagni, e si fece la doccia molto
velocemente.
"Non mi va proprio di sentire quello che Kirk ha da
dirmi..." a un tratto, però, si bloccò "No...
questo significherebbe scappare... non è da me."
così restò ad aspettare il suo capitano, cercando di
riordinare i suoi pensieri, più che mai confusi. E cercò
di capirci qualcosa.
Kirk entrò nello spogliatoio pochi minuti dopo, aprendo
la porta con decisione e guardandosi attorno. Il suo
sguardo incrociò quello di Genzo.
- Oh. Sei già qui. -
- Kirk, dimmi quello che devi, per favore. - non ce la
faceva ad aspettare oltre. Il ragazzo si sedette vicino a
lui, con lo sguardo fisso davanti a sè.
- Riguarda te. -
"Sì, ora farà la scenetta melodrammatica e mi dirà:
'scusa, mi dispiace, io non volevo ferirti bla bla bla...'"
Kirk si voltò verso di lui.
- Genzo... mi spieghi che cavolo hai in questi giorni?
Sei a dir poco insopportabile! Se c'è qualcosa che ti
preoccupa, sai che con me puoi parlarne... -
"CHE COSA?? E io che stavo quasi per accettare il
fatto che lui si sia messo con la ragazza che piace a me...
No, è assurdo. E io pensavo che fosse almeno un po'
dalla mia parte!"
- Non vuoi proprio capire, eh Dietrich? -
Dietrich.
Per Kirk quella fu una pugnalata. Abbassò lo sguardo, e
con una sfumatura di tristezza e paura nella voce gli
chiese:
- Gen, ma che ti ho fatto..? - Basta. Era giunto al
limite della sopportazione.
- Non intendo ascoltare una parola di più. - disse
arrabbiato, mentre si alzava - Gran bell'amico! - e se ne
andò sbattendo la porta alle sue spalle.
"Stavo quasi per accettare la cosa, perchè ci tengo...
ci tenevo alla nostra amicizia! Dopo tutto quello che ha
fatto per incoraggiarmi con Terry... Io non posso credere
che abbia fatto quello che mi ha fatto, e che poi mi
chieda persino che mi ha fatto! Come può..? Io credevo
di potermi fidare di lui, e invece è un traditore! Ma
poi, mi ha sempre incoraggiato a dichiararmi a Terry... E
io invece no, duro, 'ci tengo troppo, non posso mettermi
con lei e poi lasciarla dopo poche settimane..' Che
imbecille che sono..! E anche lei... mi sembrava
interessata a me! Non vuole fare qualcosa con me perchè
dice che tra un po' se ne andrà, e poi la trovo
avvinghiata a quel bellimbusto tedesco..! E non era certo
un semplice e innocente abbraccio...!! Mi ero quasi
rassegnato all'evidenza, e poi Kirk mi chiede 'che ti ho
fatto?' "
Genzo era incavolato nero. Camminava velocemente per la
strada senza una meta precisa, prendendo a calci tutto ciò
che che trovava sul suo cammino.
"Kirk, Terry... come avete potuto deludermi così?"
Non si era accorto che era arrivato nei pressi di
Hiroshima Park. Quando si accorse dove era finito, tirò
un sospiro, sopraffatto da molte emozioni.
"Possibile che le mie gambe mi abbiano portato
proprio qui? Non voglio andare in quel parco, mi fa
venire in mente solo cose che non voglio ricordare..."
Ma mentre pensava così aveva già varcato il cancello
d'entrata.
Percorse il vialetto che portava al lago dando calci alle
foglie cadute a terra. L'arrabbiatura era passata, ora
provava una grande tristezza e soprattutto una grande
nostalgia. Se avesse potuto tornare indietro, non avrebbe
dato importanza alla sua partenza imminente. Avrebbe
potuto...
- Lupo! - un grosso cane nero, forse un incrocio tra un
pastore tedesco e un husky, corse incontro a Genzo. Era
un bellissimo cane, e il nome Lupo era più che mai
appropriato. Si chinò ad accarezzargli la testa, e non
notò la padrona avvicinarsi.
- Scusa se... Genzo! - il ragazzo riconobbe subito la
voce. Ma perchè era lì?
- Terry! -
- Ehi, è un sacco di tempo che non ci si vede! Che fai
di bello qui? - lui evitò la domanda
- Bello questo cane, è tuo? -
- Sì. Cioè... no. L'ho trovato ieri proprio qui.
Sembrava abbandonato, così gli ho dato un po' di cibo, e
lui mi ha seguita fino a casa. Non è venuto nessuno a
cercarlo, quindi me lo tengo. -
- Lupo è molto azzeccato come nome. -
- Tu credi? - fece il suo solito sorriso dolcissimo, che
sciolse Genzo.
"No."
"Questa ragazza è veramente una doppiogiochista.
Avrei dovuto capirlo prima. Forse non avrei sofferto così
tanto. Ma io... io...
"Terry, io...
"Ti amo"
- Allora, come vanno gli allenamenti? - chiese Terry
- Mmh, bene... - rispose svogliato
- Kirk ti fa lavorare duramente, eh? -
- Kirk. - disse gelido
- Che c'è? E' successo qualcosa con lui? - intuì dal
tono di voce del ragazzo
- Sai benissimo quello che è successo. - Terry lo guardò
"Perchè anche tu mi fai questo, Ter? Perchè?"
- Scusa, mi spieghi... - Genzo la guardò supplicante.
- Terry, smettila! - poi con uno slancio la abbracciò.
- Smettila di parlare, smettila di farmi soffrire! - la
implorò, quasi singhiozzando.
- Io non voglio farti soffrire, Gen. Io... - appoggiò il
viso sul suo petto, mentre lui le accarezzava i capelli.
"Io ti amo."
CONTINUA...
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