DETUSCHE MATCH

Capitolo 3
L'inizio di un'amicizia

 

Terry aveva pensato e ripensato quel pomeriggio, e aveva capito. Aveva capito quello che era successo.
Genzo aveva cercato di non pensarci, riflettendo solo sul fatto che era proprio destino che non dovesse succedere niente tra loro. Ma, come al solito, i pensieri non seguivano nessun comando. Alla fine anche lui aveva capito che cos'era successo.


Novembre era iniziato da pochi giorni, e Genzo continuava i suoi allenamenti sempre con grinta ed entusiasmo. Tu sei GIA' titolare.
"Mi allenerò come se dovessi ancora conquistarmelo, questo traguardo."
- Genzo, ieri mi sei sembrato un po' in difficoltà sui colpi di testa. Che ne dici oggi di giocare contro di me, in allenamento? - propose Kirk.
- Certo capitano. Mi hai anticipato, te l'avrei chiesto io. -
- Allora ragazzi! - disse il signor Malthus - Sette contro sette, giochiamo venti minuti con intervalli di cinque. Solite squadre, solo Genzo e Oskar si scambiano. -
- Ok, mister! - risposero i ragazzi in coro all'allenatore. Tutti i ragazzi, tranne uno.
Oskar Kush.
"In allenamento, solo il portiere titolare gioca contro Kirk. Anche a me, appena diventai titolare,
mi misero a giocare contro il capitano, in allenamento. Wakabayashi, la sfida è appena cominciata." Tutto sommato non era antipatico come sembrava.
- Aspetta, mister. E' meglio fare così: squadra A: Derek, Anton, Georg, Adrian, Paul, Lorenz e Genzo. Squadra B: Darius, Eduard, Gregor, Marcus, Oskar, io e Terry. Derek deve giocare nell'altra squadra per rafforzarla un po', e mi servono i cross perfetti di Terry per allenare Genzo sui colpi di testa. - il mister sembrava perplesso, ma annuì.
- Ok... Ragazzi, fate come dice Kirk. - i ragazzi erano perplessi quanto il mister.
- Terry? -
- Ma chi, quella ragazza? -
- Capitano, ma che dici? - Evidentemente non tutti conoscevano Terry. Neanche Oskar, che la osservò. In tutto questo, Terry era all'esterno della recinzione, ignara di tutto.
- Terry cara!! Vorresti cambiarti e venire qui a giocare, tesoruccio? - Le urlò Kirk mieloso
- Eh? -
- Eddai, ti prego ti prego ti prego..!! - Kirk si aggrappò alla recinzione come un disperato, fingendo di supplicarla - Dai, è per allenare Genzo! - le sussurrò. Terry divenne tutta rossa.
- Ok. - si diresse verso lo spogliatoio - Comunque, Kirk - disse voltandosi - non hai capito niente! -
No, Kirk non aveva capito niente. Ma lui non sapeva che lei... che lui...


- Sono pronta! - disse lei, tornando al campo. Indossava una divisa a maniche lunghe (un po' troppo lunghe, pensò Gen) e dei pantaloncini neri che le arrivavano fin sotto le ginocchia. Sui pantaloncini c'era il numero 9, mentre sula schiena c'era il 10. Kirk arrossì.
- Ehi, Ter... quelli sono i MIEI pantaloncini? -
- Certo che sono i TUOI pantaloncini. - gli rispose imitando il suo tono di voce - Di chi potrebbe essere il numero 9? - c'era un leggero tono sfottente nella sua voce. Alcuni componenti della squadra la guardarono male, sentendosi offesi.
- Ma chi si crede di essere, quella ragazzina? - disse Adrian Burleigh, un difensore. Terry sentì il commento, ma fece finta di niente e sorrise. "Ti farò vedere chi sono, quando piangerai dopo che ti avrò umiliato. Non aggiungere altre parole, sei persino un difensore della squadra avversaria. Troppo facile umiliarti, troppo facile..."
- Ok Kirk, io mi metto a destra, poi nel secondo tempo a sinistra. Eduard, io sono dietro di te, tu scambi con Kirk e io mi sovrappongo per i cross. Non facciamo cose complicate, questo è un allenamento solo per Genzo, quindi non impegnatevi troppo a fermarmi. - disse autoritaria rivolta ai difensori avversari, ben sapendo che avrebbero cercato di fare esattamente il contrario. Sorrise alla prospettiva. I ragazzi si sistemarono ai propri posti. Alcuni erano molto impazienti di dare una lezione a quella ragazzina sfrontata.
- Ok, cominciamo! - Kirk diede il calcio d'inizio, passando a Eduard Luhan, che ripassò al capito. Kirk avanzò, scartando Anton e ripassando ad Eduard, che venne superato all'esterno sulla fascia da una Terry-freccia.
- Eddy, passa! - gridò lei, che subito si trovò il pallone tra i piedi. Davanti a lei apparve Adrian
- Mica c'è solo il tuo amichetto giapponese, sai? Anch'io voglio allenarmi. - sibilò ironico
- Eh già, in effetti ti farebbe bene un po' di allenamento. - disse facendogli un tunnel con estrema nonchalance - Ma mi sa che è tutto inutile! - lo schernì correndo avanti e facendo un perfetto cross che si piazzò esattamente sulla testa di Kirk, che staccò e fece gol, nonostante il tentativo di opporsi di Genzo.
"Accidenti! Mi sono fatto infilare come un novellino! Certo che Terry ha delle gambe... Idiota! Scemo! Punto primo: che cavolo penso a fare a queste cose in un momento del genere. Punto secondo: tra noi non ci sarà mai niente quindi non ci devo pensare sennò mi complico la vita." si sgridò da solo.
"Però... certo che non è brava solo a tirare. E' un fenomeno. Ma sembra... Terry, quando giochi cambi completamente. Non sei tu. Che fine ha fatto la ragazza dolce e sensibile che mi ha consolato al parco una settimana fa? Sei aggressiva e decisa, fin troppo, e arrogante... E' questa la tua vera identità?"
- Genzo, non dormire..! - Kirk vide il portiere un po' sovrappensiero, così gli calciò un pallone fortissimo, intenzionalmente diretto verso lo stomaco. Genzo però non era distratto del tutto, e riuscì a parare quel tiro potentissimo. "Mi ricorda il tiro di Hiyuga, nella finale del campionato Nazionale. Quello che mi scaraventò nella rete."
"Ma ora... ora..."
- Genzo, non fare finta di dormire! Ehi, il pallone ci serve! -
"Ora..."
- Genzo, mi senti? -
"... l'ho parato!"
- Ehi, tutto a posto? - gli si avvicinò il capitano. Il portiere gli sorrise
- Mai stato meglio, capo. - disse rinviando lontano il pallone.
La partita continuò così, tra le prodezze di Genzo, Kirk e di Terry. Nel secondo tempo Terry cambiò posizione, e Adrian, arrabbiatissimo, la seguì sulla fascia sinistra. Negli ultimi minuti Terry levò la palla dal piede di Derek e corse velocissima su tutta la fascia, ma si trovò il solito Adrian appiccicato. Lottando spalla a spalla, mentre il difensore cercava di ostacolarla, le disse con una voce carica d'odio:
- Piccola arrogante e presuntuosa ragazzina! La devi smettere di farmi fare queste figure di niente! Lo fai apposta! - Terry lo guardò stupita, e senza una parola si fermò all'improvviso e lo aggirò. Tagliò per Kirk, che tirò di prima, ma Genzo si buttò con presa sicura sulla sfera. Adrian, nell'azione, era caduto a terra, e guardava Terry. Lei a sua volta lo guardò con occhi inespressivi, poi gli tese la mano.
- Rialzati, e non fringnare più. - poi gli sorrise, e questa sì, era di nuovo la solita Terry! - Che poi non sei tanto malaccio! - e gli diede una pacca sulle spalle, mentre si rimetteva al suo posto. - Allora, si ricomincia? Gen mi sta diventando un po' antipatico, continua a parare! -
- Sono venuto qui per questo, signorina! - scherzò lui.
- Lo sappiamo... - sorrise
Non la pensava così Oskar Kush.


Nello spogliatoio, alla fine dell'allenamento, Genzo si stava vestendo. Non era stanco come gli altri giorni, quando era veramente stremato. Segno che si stava abituando al rigido ritmo di Kirk e soci. Terry invece si stava facendo una corsetta intorno al campo, aspettando che i ragazzi finissero di usare lo spogliatoio. Ma quante energie aveva quella ragazza?
Kirk si stava complimentando con il neoportiere dei suoi miglioramenti, quando Oskar gli si avvicinò.
- Wakabayashi. - esordì
- Wow, finalmente uno che riesce a pronunciare il cognome di Genzo! - Kirk e Genzo non risero, invece: avevano capito che cosa voleva Oskar.
- Sì, Oskar? - chiese. Domanda retorica, lo sapeva già.
- Volevo dirti che la sfida fra noi è appena cominciata. Wakabayashi, - tese la mano - rivali? - Genzo gliela strinse sorridendo determinato
- Rivali, ma amici. -
- Amici. - rispose il quasi ex-portiere titolare. Mentre stava andando via, Kirk lo raggiunse proprio fuori la porta.
- Corretto, Oskar, molto corretto. -
- Capitano... -
- Zitto. Io... ti devo le mie scuse, per averti sgridato così pesantemente l'altro giorno. -
- Veramente... -
- Pensavo che avessi offeso perchè temevi per il tuo posto di titolare, o per invidia, invece sei stato molto corretto. -
- Capitano, io ce la metterò tutta. - Kirk sorrise
- Questa squadra ha bisogno di giocatori come te. -
- Lo spero. -
Povero Oskar, nè lui nè Kirk sapevano che Genzo se ne sarebbe andato presto. Tanta preoccupazione per nulla! Bè, non prorio per nulla, comunque. Le sfide fanno crescere, fanno maturare, sia sul campo che fuori. E Oskar Kush si preparava a combattere.


Terry correva quando Kirk e Oskar uscirono dallo spogliatoio. Correva ancora quando uscirono tutti gli altri.
- Allora, avete finito? -
- Ma stai correndo da quando siamo andati a cambiarci? - chiese Derek
- Certo. -
- Dai, non fare l'atteggiata, ti devi essere fermata per forza a un certo punto! -
- Mica sono una pappamolle come te! -
- Ah ah. Comunque lo spogliatoio è libero, c'è solo Genzo che si sta mettendo le scarpe. -
- Allora vado. - le risatine allusive si sprecarono
- Continuate così e domani non uscirete vivi dall'allenamento. -
- Gulp! Scusi, mia signora. -
- Ah ah! ciao Derek! -
- Ciao. - Terry entrò nello spogliatoio
- Gen, si può? - il ragazzo stava rimettendo i lacci a una scarpa.
- Sì, entra pure. -
- Vabbè, aspetto che te ne vai per farti la doccia. - disse sedendosi sulla panca.
- Come vuoi. -
- Senti... in questi giorni ho pensato molto a quello che è successo la settimana scorsa. -
- Anch'io. E hai capito? -
- Sì. -
- Sai cos'è quello che è successo quel giorno al parco? - Terry annuì
- Sì, Gen. E' l'inizio di un'amicizia. -
- Già. Spero una bella amicizia. - "Almeno quella."
- Lo spero anch'io. - sorrise - Ok, ora ti lascio alla tua doccia. - si mise il giubbotto - Ciao, a domani! - la salutò uscendo.
- Ciao. -
"L'inizio di un'amicizia." pensò
"E la fine di un amore."



7 novembre 1981
"Pffffff... I polinomi sono dei... dei... dei gran rompiscatole, ecco che sono. Pufffa..."
- Professore, posso uscire un attimo? -
- Sì Genzo, vai pure. -
"Pffff, che noia..!! Scuola scuola e poi ancora scuola..." Gironzolava per la scuola, affacciandosi ogni tanto a una finestra. "Perchè oggi mi sento così solo?" Mentre guardava fuori, una giornata limpida e tersa, sentì rumori e urla provenire dalla palestra. "Perchè no? Andiamo a vedere che si dice in palestra." scese velocemente per le scale ed entrò in palestra. Una partita di pallavolo maschile, ovvio, le ragazze facevano danza e non sport come la pallavolo (nel 1981... non so la situazione tedesca, ma in Italia era così, no? NdC) o, Genzo sorrise pensando a Terry, il calcio. Si avvicinò ad un ragazzo sugli spalti.
- Scusa, che classi sono? -
- Le prime. Sono bravi, guarda. -
- Bella schiacciata... ma... Derek! - mentre il ragazzo che aveva fatto la schiacciata esultava, sentì chiamare il proprio nome.
- Genzo! Non sapevo che stessi nella mia scuola! - Genzo lo salutò con la mano. A un tratto il ragazzino biondo sembrò ricordarsi qualcosa - Qualcuno mi dia il cambio, è urgente! - e salì di corsa sui gradoni.
- Calmo! Che c'è di così urgente? - chiese il portiere.
- Anf... Ciao Gen... Volevo chiederti... Sai che giorno è oggi? - Genzo lo guardò stupito.
- Certo che lo so. Oggi è sabato 7 novembre. Un giorno totalmente inutile e noioso, visto che il prof insiste a volermi far imparare l'algebra. -
- Sì, il 7. Da come ne parli, non sembri sapere che oggi l'13° compleanno di Terry. -
- CHE COSA?? - Derek ridacchiò
- Sai che scuola frequenta Ter? No, eh? Hai presente il bar dove siamo andati l'altroieri? -
- Aspetta... sì sì, ho capito. -
- Avanti! Dimmi come faresti senza di me! - Genzo mise una mano sula spalla del ragazzo, e con aria frettolosa gli disse:
- Grazie, sei un amico. - e senza aspettare una risposta scappò in classe, appena in tempo per la fine dell'ora e della giornata scolastica. Uscì per la strada scrutando le vetrine di tutti i negozi. Fiori? Cioccolatini? Un peluche? Un braccialetto? Naaa, che scemenze, Terry non sembrava proprio il tipo... Pensando a cosa regalarle, si avviò verso la scuola che frequentava la ragazza.
"Forse è meglio non regalarle niente. Ma sì, le farò solo gli auguri, non mi sembra una che ci tiene molto, ai regali..." Arrivò in pochi minuti davanti alla scuola. Era un vecchio edificio, con un giardinetto frontestante. Il cancello era rosso sbiadito, e Genzo stava per varcarlo, quando si sentì mancare... no, non era possibile... no... "No, Ter..." Non c'erano molti ragazzi nel cortile. Fu facile individuare la ragazza che stava cercando. Ma non era sola. C'era un ragazzo con lei, un ragazzo alto e castano, e si stavano... si stavano abbracciando.
Il ragazzo era Kirk.


"Perchè sono scappato come un cretino? Sono un vero idiota. Insomma, io e Terry siamo solo amici, perchè dovrei essere geloso? Però, vedo che non perde tempo la ragazza... Ma che sto dicendo? Mi sto contraddicendo... E poi perchè me la prendo con lei? Oooh... questo fino a un mese fa non sarebbe mai successo! Da quando sono diventato così vulnerabile? Mi sento proprio uno stupido..."
"Sì, mi sento veramente uno stupido. SONO uno stupido, uno stupido che mente a sè stesso. Perchè non riesco ad accettare il fatto che sto cambiando? Finalmente lo ammetto, ma non mi piace proprio quello che sto diventando. Avrei voluto essere un ragazzo più trasparente, meno indecifrabile, con meno barriere intorno. Non uno sciocco ipersensibile e codardo, e assillato da mille dubbi. Non un perdente. Se è questo il rovescio della medaglia, non mi pesa più la solitudine."
"Certo che sono proprio un cretino. Perchè, perchè ho cominciato a comportarmi così? Non ne avevo certo l'intenzione! Io volevo solo... un po' d'affetto!! E guarda con cosa mi ritrovo: un amore che non c'è, un amico e un'amica che ormai ho perso, una grande solitudine e, volendo aggiungere qualche altra cosa negativa, vado malissimo a scuola. Bel 'nuovo inizio', non c'è che dire..! Come vorrei poter tornare indietro..!! Purtroppo non si può... Persino in questo sono peggiorato? Non è da me rispondere così debolmente a una cosa negativa... Mi ero illuso che stessi diventando una persona migliore, e invece mi accorgo di esere ancora peggio di prima..."


Era passata una settimana. Una lunga e lacerante settimana. Genzo aveva avuto tempo per pensare, per capire. Niente era servito. Alla fine aveva preso atto della cosa, e aveva cancellato Terry e Kirk dalla sua mente. Chi erano? Lui non li conosceva.
Magari non li avesse mai conosciuti...
Era ferito. Una ferito profonda e dolorosa, che non si sarebbe rimarginata tanto presto.
Kirk lo vedeva quasi tutti i giorni, agli allenamenti, mente non vedeva Terry da QUEL giorno.
Meglio. Molto meglio.
"Terry e Kirk: per me non esistete più."
Indifferenza. E freddezza. Sì, era questo il modo per dimenticarli, per dimenticare tutto.


- Para questo, se ci riesci! - Genzo, senza una parola, si tuffò e agguantò la sfera calciata da Derek.
- Ragazzo, stai migliorando molto. Farai strada. -
- Grazie, mister. -
- Ora tocca a me. - sorrise Kirk, sistemando il pallone appena prima del dischetto.
"Come puoi sorridere? Come puoi, dopo quello che mi hai fatto? Tu sapevi che lei mi piaceva.... Bastardo, la pagherai."
- Pronto, Gen? -
"Per te sono Wakabayashi. Tira pure, vediamo di cosa sei capace." Kirk tirò come suo solito, molto preciso e incredibilmente potente. Genzo si tuffò e trattenne senza troppi problemi. Il tutto con una calma, una freddezza e un silenzio che spaventarono il tedesco.
- Complimenti! Parata eccezionale! - il portiere non rispose. Gli rilanciò il pallone, calcandosi il berretto ancora di più sul viso.
- Capitano - che sforzo dire quel parola! Lui, quel traditore, il suo capitano? - cos'è, non riesci più a farmi gol? I tuoi tiri, se permetti, sono un po' debolucci. In questo ultimo periodo sei sempre distratto e deconcentrato. Non è che hai altri pensieri per la testa? - quelle parole, sbattute in faccia a Kirk con quella freddezza disarmate, ebbero l'effetto contrario a quello che il giapponese sperava. Lo sguardo dell'attaccante si indurì.
- In effetti sì, Genzo. C'è qualcosa che devo dirti. Dobbiamo parlare, dopo. -
"No... no, no, no. Io volevo solo provocarlo un po', e lui... no, nossignore. Io non ne voglio sapere più niente. Non voglio sapere assolutamente nulla della sua storia con Terry. No, no categorico..."
Dobbiamo parlare.
Che parole insopportabili.


Genzo rientrò nello spogliatoio qualche minuto prima dei suoi compagni, e si fece la doccia molto velocemente.
"Non mi va proprio di sentire quello che Kirk ha da dirmi..." a un tratto, però, si bloccò "No... questo significherebbe scappare... non è da me." così restò ad aspettare il suo capitano, cercando di riordinare i suoi pensieri, più che mai confusi. E cercò di capirci qualcosa.
Kirk entrò nello spogliatoio pochi minuti dopo, aprendo la porta con decisione e guardandosi attorno. Il suo sguardo incrociò quello di Genzo.
- Oh. Sei già qui. -
- Kirk, dimmi quello che devi, per favore. - non ce la faceva ad aspettare oltre. Il ragazzo si sedette vicino a lui, con lo sguardo fisso davanti a sè.
- Riguarda te. -
"Sì, ora farà la scenetta melodrammatica e mi dirà: 'scusa, mi dispiace, io non volevo ferirti bla bla bla...'"
Kirk si voltò verso di lui.
- Genzo... mi spieghi che cavolo hai in questi giorni? Sei a dir poco insopportabile! Se c'è qualcosa che ti preoccupa, sai che con me puoi parlarne... -
"CHE COSA?? E io che stavo quasi per accettare il fatto che lui si sia messo con la ragazza che piace a me... No, è assurdo. E io pensavo che fosse almeno un po' dalla mia parte!"
- Non vuoi proprio capire, eh Dietrich? -
Dietrich.
Per Kirk quella fu una pugnalata. Abbassò lo sguardo, e con una sfumatura di tristezza e paura nella voce gli chiese:
- Gen, ma che ti ho fatto..? - Basta. Era giunto al limite della sopportazione.
- Non intendo ascoltare una parola di più. - disse arrabbiato, mentre si alzava - Gran bell'amico! - e se ne andò sbattendo la porta alle sue spalle.
"Stavo quasi per accettare la cosa, perchè ci tengo... ci tenevo alla nostra amicizia! Dopo tutto quello che ha fatto per incoraggiarmi con Terry... Io non posso credere che abbia fatto quello che mi ha fatto, e che poi mi chieda persino che mi ha fatto! Come può..? Io credevo di potermi fidare di lui, e invece è un traditore! Ma poi, mi ha sempre incoraggiato a dichiararmi a Terry... E io invece no, duro, 'ci tengo troppo, non posso mettermi con lei e poi lasciarla dopo poche settimane..' Che imbecille che sono..! E anche lei... mi sembrava interessata a me! Non vuole fare qualcosa con me perchè dice che tra un po' se ne andrà, e poi la trovo avvinghiata a quel bellimbusto tedesco..! E non era certo un semplice e innocente abbraccio...!! Mi ero quasi rassegnato all'evidenza, e poi Kirk mi chiede 'che ti ho fatto?' "
Genzo era incavolato nero. Camminava velocemente per la strada senza una meta precisa, prendendo a calci tutto ciò che che trovava sul suo cammino.
"Kirk, Terry... come avete potuto deludermi così?"
Non si era accorto che era arrivato nei pressi di Hiroshima Park. Quando si accorse dove era finito, tirò un sospiro, sopraffatto da molte emozioni.
"Possibile che le mie gambe mi abbiano portato proprio qui? Non voglio andare in quel parco, mi fa venire in mente solo cose che non voglio ricordare..."
Ma mentre pensava così aveva già varcato il cancello d'entrata.
Percorse il vialetto che portava al lago dando calci alle foglie cadute a terra. L'arrabbiatura era passata, ora provava una grande tristezza e soprattutto una grande nostalgia. Se avesse potuto tornare indietro, non avrebbe dato importanza alla sua partenza imminente. Avrebbe potuto...
- Lupo! - un grosso cane nero, forse un incrocio tra un pastore tedesco e un husky, corse incontro a Genzo. Era un bellissimo cane, e il nome Lupo era più che mai appropriato. Si chinò ad accarezzargli la testa, e non notò la padrona avvicinarsi.
- Scusa se... Genzo! - il ragazzo riconobbe subito la voce. Ma perchè era lì?
- Terry! -
- Ehi, è un sacco di tempo che non ci si vede! Che fai di bello qui? - lui evitò la domanda
- Bello questo cane, è tuo? -
- Sì. Cioè... no. L'ho trovato ieri proprio qui. Sembrava abbandonato, così gli ho dato un po' di cibo, e lui mi ha seguita fino a casa. Non è venuto nessuno a cercarlo, quindi me lo tengo. -
- Lupo è molto azzeccato come nome. -
- Tu credi? - fece il suo solito sorriso dolcissimo, che sciolse Genzo.
"No."
"Questa ragazza è veramente una doppiogiochista. Avrei dovuto capirlo prima. Forse non avrei sofferto così tanto. Ma io... io...
"Terry, io...
"Ti amo"
- Allora, come vanno gli allenamenti? - chiese Terry
- Mmh, bene... - rispose svogliato
- Kirk ti fa lavorare duramente, eh? -
- Kirk. - disse gelido
- Che c'è? E' successo qualcosa con lui? - intuì dal tono di voce del ragazzo
- Sai benissimo quello che è successo. - Terry lo guardò
"Perchè anche tu mi fai questo, Ter? Perchè?"
- Scusa, mi spieghi... - Genzo la guardò supplicante.
- Terry, smettila! - poi con uno slancio la abbracciò.
- Smettila di parlare, smettila di farmi soffrire! - la implorò, quasi singhiozzando.
- Io non voglio farti soffrire, Gen. Io... - appoggiò il viso sul suo petto, mentre lui le accarezzava i capelli.
"Io ti amo."

 

CONTINUA...