AMORE& ORGOGLIO
CAPITOLO 3

Quella sera i quattro ragazzi arrivarono verso le nove alla piazzetta. C'era già molta gente in giro. I turisti si divertivano con il lancio degli anelli o il tiro a segno, mentre i bambini erano tutti intorno alle vasche con i pesci rossi. L'aria era impregnata d'odori diversi, ma tutti invitanti e stuzzicavano l'appetito di chi ancora non aveva cenato.
Michael e Satoshi furono subito consapevoli delle occhiate che tutti i ragazzi lanciavano alle loro accompagnatrici.
Satoshi prese dolcemente la mano di Meiko tra le sue, e lei lo ricompensò con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il ragazzo doveva ammettere che quella sera la sua Meiko era veramente bellissima. Con quel kimono tradizionale azzurro e bianco sembrava un vero angelo…poteva comprendere gli sguardi d'invidia di tutti gli uomini presenti…
Però quegli sguardi non erano solo per lei…Suzu non passava certo inosservata. Anche lei aveva indossato un kimono, rosso con fantasie rosa, che le stava a pennello. Camminava con grazia passando tra la gente con sguardo sereno e gli occhi che le brillavano d'eccitazione repressa.
- Guardate! - esclamò all'improvviso lei…
- Cosa? - chiese Satoshi.
Suzu corse verso una bancarella di dolci.
- Io gli adoro! Ehi Michael…vieni ad assaggiarli! Ti assicuro che sono la fine del mondo!
Mentre il ragazzo si avvicinava incuriosito a Suzu, Meiko trascinò all'improvviso Satoshi lontano da lì.
- Ehi…Meiko…
- Sssttt!! Abbassa la voce!
- Ma dove stiamo andando così di corsa?
- Oh…ma come! Non hai capito? Non hai visto? E' meglio lasciarli soli…
- Non vorrai passare la serata a controllarli da lontano come dei guardoni?
Meiko rise.
- …veramente io non la metterei così! Pensavo di passare la serata a controllarli da lontano come "degli angeli custodi"!
- Sul fatto che tu sia un angelo…nessuno lo può mettere in dubbio! - disse lui abbracciandola.
- Davvero?
- Ma…veramente io avevo un'altra idea su come passare la serata…
Meiko lo fissò negli occhi.
- Ah si? E…potrei sapere che cosa avevi in mente?
Il ragazzo non rispose, preferì passare ai fatti e dimostrarglielo.

Michael continuava a salterellare da una bancarella all'altra, entusiasta come un bambino. In fondo, non era stato a molte feste tradizionali, e quell'atmosfera così particolare gli piaceva moltissimo. Inoltre Suzu era perfetta. Si entusiasmavano per le stesse cose, e si contendevano tutti gli oggettini graziosi che trovavano, ma naturalmente alla fine il ragazzo glieli cedeva sempre…
Lei gli sembrava molto più allegra del solito, e si sentiva molto meglio.
"Adoro queste feste…non c'è assolutamente posto per la tristezza! Mi diverto sempre un sacco" pensava la ragazza. Mentre camminava, precedendo Michael di qualche metro, attirava lo sguardo di molti uomini, e non solo dei single…
Il ragazzo se n'era accorto, e la cosa non gli piaceva affatto.
"Accidenti, sto iniziando anche ad essere geloso di lei! Sono proprio nei guai fino al collo!" pensò.
Dopo l'ennesimo sguardo ammirato di un uomo di mezza età distinto ed elegante, il viso di Michael assunse un'aria decisamente imbronciata, anche se il ragazzo non se ne rese conto. Ma il broncio si tramutò in un'espressione di sorpresa quando Suzu si voltò verso di lui, si avvicinò e lo prese a braccetto sorridendo.
- Eheh, così penseranno che stiamo insieme e la smetteranno di guardarmi - sorrise con aria maliziosa la ragazza.
- Razza di sfruttatrice! - farfugliò Michael, per non mostrare che l'atteggiamento di lei lo aveva davvero sorpreso e confuso.
I due continuarono a camminare sottobraccio, fino quando una visione paradisiaca li fece fermare all'improvviso. Si guardarono un attimo in viso con aria di complicità, poi Michael si lanciò in avanti gridando:
- Quello zucchero filato sarà miooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!
- Ehi, tu, aspettami! Prima le signore, no?! - gridò Suzu correndogli dietro.
In pochi secondi si ritrovarono davanti alla bancarella ad osservare con occhi sgranati le prodezze del proprietario, che da pochi cucchiai di zucchero faceva nascere delle enormi nuvolette bianche e candide che si riflettevano negli occhi brillanti dei fortunati bambini a cui erano destinate.
- Accidenti, ma questo è davvero il Paradiso! - esclamò Suzu estasiata, ammirando le meravigliose creazioni del signore.
L'uomo la guardò ammirato.
- Signorina, vuole dello zucchero filato? - chiese.
- Sì! Certo! - esclamò lei, battendo le mani come una bambina.
- Benissimo! Glielo preparo subito!
- Mi scusi…ci sarei anch'io… - intervenne Michael, alzando la mano come se fosse a scuola.
Il proprietario della bancarella sorrise.
- D'accordo! Allora due razioni speciali in omaggio alla bellezza della sua fidanzata! E tranquilli, offre la casa! - disse a gran voce.
- Wooooooooooow!!! Grazie mille!! - esclamò Suzu.
- Di niente, signorina. E' sempre bello vedere dei giovani innamorati come voi - continuò il signore, mentre Suzu arrossiva leggermente e Michael si guardava le scarpe senza replicare.
Pochi istanti dopo, con due enormi porzioni di zucchero filato in mano, ridendo, scherzando e mangiando, ricominciarono a camminare fianco a fianco.
Ma in breve spazzolarono via tutto, e si ritrovarono tra le mani soltanto le bacchette di legno che sostenevano il loro "dolce" preferito.
- Accidenti, era una vita che non mangiavo dello zucchero filato! - esclamò Michael soddisfatto.
- Già, lo stesso vale per me! - fece Suzu allegramente, voltandosi verso di lui.
Il ragazzo scoppiò in una risata irrefrenabile.
- Ehi, cosa c'è? Perché cavolo stai ridendo così? - chiese stupefatta.
- Dovresti vederti! - riuscì a dire Michael, tra una risata e l'altra.
- Insomma, Michael! Vuoi dirmi cos'ho di tanto divertente?
- Zucchero filato dappertutto! - rise il ragazzo.
Suzu si portò una mano alla faccia.
- Accidenti, è mai possibile che io non impari mai! Mi è successo anche l'ultima volta! - disse con voce lamentosa.
- Ma dai, sei troppo carina! Lascia, faccio io - sorrise il ragazzo, che delicatamente tolse via dalla fronte e dalle guance della ragazza i residui della leccornia appena gustata.
La pelle di Suzu era così liscia e morbida, e quel contatto gli procurava delle sensazioni fortissime, quasi impossibili da controllare. Vide il colore salirle alle guance.
Ormai non c'erano più tracce di zucchero filato, ma la mano di lui era ancora sul viso di lei. Non poteva più fermarsi. Lentamente, dolcemente, la accarezzò. Poi avvicinò il suo volto a quello di lei. Le loro bocche si sfiorarono un istante, per poi tornare a cercarsi nuovamente, più profondamente.
Michael sentiva il sapore dello zucchero misto a quello dolcissimo delle labbra di lei, e un calore improvviso gli invase tutto il corpo. Sapeva che se non avesse smesso subito, dopo sarebbe stato ancora più difficile. Si ritrasse.
- Scusami…non avrei dovuto. Mi dispiace, è colpa mia - disse lui spostando lo sguardo.
- No…è colpa mia…è tutta la sera che mi sono comportata in maniera ambigua… - e Suzu iniziò a mordicchiarsi l'unghia del pollice.
L'imbarazzo regnava incontrastato.
- Ascolta…perdonami, se puoi…e facciamo finta che non sia successo niente, ok? - propose Michael.
La ragazza annuì.
- Ok…ma non c'è niente di cui tu debba scusarti.
Ricominciarono a camminare, in silenzio.

Naturalmente la scena non era sfuggita agli sguardi attenti di Meiko e Satoshi. I due ragazzi li fissavano con gli occhi pieni d'eccitazione. Meiko specialmente era molto soddisfatta di sé.
- Visto? Lo sapevo! Ero certa che prima o poi avrebbero capito di essersi innamorati…
- Aspetta a cantar vittoria! - le rispose Satoshi più calmo.
- Lo so che questo è solo l'inizio…ma non è male! Ora devono solo imparare a convivere con il loro nuovo sentimento!
Satoshi la circondò con le braccia.
- Sei convinta che d'ora in avanti andrà tutto bene?
- Perché dici così? Non essere pessimista! Vedrai…
- Forse hai ragione…
Il ragazzo la strinse tra le braccia. Non riusciva a capirne il motivo ma non era tranquillo. Fissò di nuovo Michael e Suzu che ancora in silenzio stavano andando verso le bancarelle sul fondo della piazza.
"Spero davvero che almeno loro non debbano soffrire come Meiko e me all'inizio…"
All'improvviso Meiko si staccò da lui.
- Forza! - gli disse sorridendo - Credo che ora possiamo tornare da loro! Altrimenti cominceranno a chiedersi dove siamo finiti!
- Ok! Andiamo!

Ormai erano passati due giorni da quando Michael l'aveva baciata. Ma lei non riusciva proprio a togliersi quell'immagine dalla mente. Entrambi non avevano mai accennato all'accaduto, ma tra loro era tornato a crearsi quello strano imbarazzo dei primi giorni. Ogni volta che Meiko e Satoshi erano presenti l'imbarazzo diminuiva e lei riusciva a comportarsi in modo normale, anche se con grande sforzo. Non voleva rovinare le vacanze a suo cugino, sperava che la sua esperienza come attrice l'aiutasse a dissimulare la sua pena interiore.
Ormai aveva cominciato ad accorgersi dei sentimenti che provava per Michael e questo oltre confonderla la rendeva insicura. Micheal non sembrava avere alcuna intenzione di parlare del bacio. Non voleva chiarire la loro situazione? Forse per lui non significava niente? Non poteva crederci! Il suo bacio era stato così tenero ed appassionato…aveva risvegliato una parte di lei che ancora non conosceva. Sapeva che lui era un tipo speciale…e da quando era tornato in Giappone lei ne aveva subito il fascino. Non poteva assolutamente credere di essersi innamorata in quel modo! E come aveva fatto a non accorgersene subito? Ma poi…quello che sentiva era veramente amore? Lei sapeva solo che il sentimento che le era nato nel cuore non aveva niente a che vedere con qualunque cosa avesse sperimentato in tutti quegli anni. Era un'emozione nuova che non lasciava spazio a nient'altro.
Suzu sospirò guardando i suoi amici divertirsi in spiaggia. Era seduta su uno degli sdraio che erano posizionati sulla veranda e sorseggiava una bibita fresca.
Aveva rifiutato di recarsi in spiaggia con loro a causa di un mancamento avuto la sera precedente. A causa del troppo caldo aveva avuto un forte abbassamento di pressione e anche se si sentiva meglio aveva deciso che per quel giorno era meglio non rischiare.
I tre ragazzi tornarono ridendo dalla spiaggia per preparare il pranzo. Così mentre Satoshi e Michael salivano al piano di sopra a cambiarsi, Meiko aiutava Suzu con la tavola e la cucina.
- Ti senti meglio oggi Suzu?
- Sì, grazie! Non mi gira più la testa, ma per oggi preferirei non strapazzarmi…non vorrei che mi capitasse di nuovo!
Meiko le sorrise comprensiva. Pochi istanti dopo Michael entrò in cucina e quasi andò a sbattere contro Suzu che stava portando le ultime cose in tavola.
I due si separarono bruscamente senza guardarsi negli occhi. Suzu si scusò brevemente e velocemente uscì dalla stanza.
Meiko aveva osservato la scena pensosa.
"Mi sa che qui ci vuole una buona scusa per lasciarli soli…"

Il pranzo fu abbastanza tranquillo anche se Suzu, ancora scossa, non partecipava molto alla conversazione.
Infine Meiko si decise….
- Satoshi!
- Si?
- Senti…che ne dici di andare a fare un giro in barca questo pomeriggio?
- In barca?
- Sì - sorrise entusiasticamente la ragazza - Potremmo noleggiare due motoscafi e farci un giretto lungo la costa…che ne dici?
Satoshi guardava la sua fidanzata con la confusione negli occhi. Da quando a Meiko piacevano queste cose? E perché poi addirittura DUE motoscafi? Non ne bastava uno per tutti e quattro? Poi all'improvviso capì!
"Ci sono! Certo che non si arrende mai…"
Satoshi ricambiò lo sguardo della ragazza.
- Che bella idea! Si, sono d'accordo! Noleggeremo un motoscafo per noi e uno per Michael e Suzu…
A quel punto Michael intervenne.
- Ma scusa, perché…
- In questo modo quando io e la mia Meiko vorremmo stare un po' da soli non vi disturberemo…
Meiko sorrise sorpresa. Doveva ammettere che Satoshi si stava facendo sempre più furbo.
Michael si zittì all'improvviso…non poteva certo obiettare!
Suzu stava sudando freddo. Non era ancora pronta per passare così tanto tempo sola con Michael..
- Scusatemi se faccio la guastafeste…ma non penso che una gita così possa farmi bene! Preferisco riposare oggi. Leggerò un libro nella mia stanza…
- Forse hai ragione Suzu! - le disse Meiko - Allora andremo solo io, Satoshi e Michael…
Il suo tono di voce era leggermente deluso. Michael si sentì subito preso in trappola. Non poteva certo andare con Meiko e Satoshi…non voleva fare da terzo incomodo! Doveva riuscire a sganciarsi…
- Forse è meglio che anch'io resti qui! Non è bene che Suzu stia a casa da sola…se dovesse avere nuovamente un calo di pressione potrei aiutarla. E comunque oggi ho troppo caldo…mi metterò a dormire all'ombra con una bella bibita fresca vicino…
Le scuse non erano affatto convincenti, ma Meiko e Satoshi avevano raggiunto il loro scopo! Quindi senza altre domande continuarono il loro pasto sperando che tutti i loro sforzi servissero almeno a qualcosa!



- Mmmmmmmmmm! - sbadigliò Michael stiracchiandosi, dopo aver schiacciato un pisolino sdraiato sull'amaca che si trovava sulla grande terrazza della casa. Si sollevò leggermente, e scorse Suzu, seduta su una sdraio, che sfogliava distrattamente alcune riviste di moda, ma ogni tanto sollevava lo sguardo verso l'orizzonte e rimaneva qualche secondo a fissare il mare.
Sentendosi osservata, guardò in direzione di lui.
- Ehi, ben svegliato! - sorrise.
- Grazie! Mi sento ancora un po' rintontito…l'aria di mare è tremenda! Ma tu piuttosto, come stai? - chiese il ragazzo, alzandosi.
- Molto meglio, grazie. Qui c'è della limonata fresca, ne vuoi? - domandò la ragazza, accennando al tavolino che aveva affianco.
- Sì, grazie! Con questo caldo è proprio quello che ci vuole - rispose lui, avvicinandosi e versandosene un bicchiere, che bevve poi tutto d'un fiato.
- Sei peggio di un cammello! - rise Suzu.
Michael sorrise, contento di vederla finalmente abbastanza bene, poi si versò un altro bicchiere.
- Se continui di questo passo non ne rimarrà neanche una goccia per stasera! - lo prese in giro la ragazza.
- Mmm, hai ragione…quasi quasi faccio un salto in paese a comprarne un paio di bottiglie. Ho proprio voglia di sgranchirmi un po' le gambe, dopo aver dormito mezzo pomeriggio. Ti dispiace se ti lascio da sola una mezz'oretta? O magari te la senti di venire con me?
La proposta era allettante, pensò Suzu. Ma forse era meglio non rischiare…
- Vai pure, Michael, ti aspetto qui. Preferisco restare a casa, all'ombra - rispose la ragazza, incrociando per un istante lo sguardo dei limpidi occhi azzurri di lui.
- Ne sei sicura? Non è un problema per te restare da sola? - chiese lui con aria preoccupata.
- Tranquillo, è tutto a posto. E poi non devi andare mica al polo sud! - sorrise lei.
- D'accordo. Allora vado. Farò in fretta! - promise il ragazzo, correndo via.

Le strade erano calde a quell'ora del pomeriggio, e a parte qualche turista, non c'era molta gente in giro. Michael si diresse rapidamente verso il piccolo supermarket che aveva adocchiato, sperando che all'interno ci fosse l'aria condizionata, o almeno un ventilatore.
Dopo essersi guardato un po' intorno, avvistò il frigorifero con le bibite. Osservò le varie bottiglie, di marche per lui tra l'altro completamente ignote, e si decise a sceglierne un paio.
- Ehi, ma tu sei americano, vero? - chiese una voce alle sue spalle.
Michael si voltò, e si trovò davanti una ragazza abbastanza alta e snella, con i capelli lunghi e castani divisi in due grosse trecce, dalle quali sfuggivano delle ciocche ribelli che le incorniciavano il capo come un'aureola. Anche gli occhi erano castani, piuttosto grandi ma di taglio decisamente orientale. Il viso era ovale e assolutamente acqua e sapone, le guance erano un po' arrossate dal sole, e le labbra erano carnose e ben disegnate. Indossava un costume a pezzo intero giallo e un lungo pareo viola intorno ai fianchi, che lasciava scoperta la lunga e abbronzata gamba destra.
- Parlo con te! Capisci la mia lingua? Do you speak Japanese? - insisté lei sorridendo.
- Capisco perfettamente. Sì, sono americano - si decise infine a rispondere Michael, osservando la strana tipa.
- Benissimo! Piacere, io mi chiamo Shiori! Ti va di andare a fare quattro passi insieme? Ti mostro la città! - sorrise lei con aria birichina.
Michael la guardò dubbioso. Non le dava più di diciassette anni. Dal viso e dai modi sembrava una liceale, ma il suo corpo emanava una femminilità molto più adulta.
- Ascolta, veramente io… - cominciò, ma Shiori lo interruppe.
- Dai, non fare il guastafeste, ci divertiremo! Paga queste bibite e andiamo! - disse, afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso la cassa.



CONTINUA...