AMORE&ORGOGLIO
CAPITOLO 4
Suzu aveva continuato a sfogliare riviste
per altri dieci minuti. Annoiata le lasciò sul tavolo e
si diresse verso la cucina.
Le era venuto un leggero languorino. Ridacchiò tra sé.
Il mare non le faceva affatto bene
le veniva fame in
continuazione! Fortunatamente aveva un metabolismo
fantastico
poteva mangiare qualunque cosa senza mai
doversi preoccupare per la linea.
Aprì il frigorifero e controllò minuziosamente il suo
contenuto.
Prese uno yogurt alla frutta e si sedette a gustarlo.
- Accipicchia
che noia! - sbuffò Suzu - Forse avrei
fatto meglio ad andare con Michael
All'improvviso le venne un'idea.
Si alzò di scatto e frugò per la dispensa parlottando
tra sé
Quando finalmente finì di rovistare apparve un sorriso
soddisfatto sulle sue labbra. Prese carta penna e
scribacchiò velocemente alcune cose. Poi posò la matita
e si rimise a mangiare lo yogurt.
Visto che qualche giorno prima Michael aveva insistito
per preparare una delle sue famose "cene americane",
forse poteva ricambiare il favore preparando una cenetta
con i piatti giapponesi preferiti dal ragazzo
aveva
già tutti gli ingredienti necessari
le mancavano
solo un paio di cosette.
Una volta finito di mangiare si diresse nella sua stanza,
prese con sé un cappello di paglia per proteggersi dai
violenti raggi del sole e uscì fischiettando.
Ormai era arrivata nella zona dei negozi
Sapeva che molto probabilmente Michael era andato al
piccolo supermarket che stava verso la fine del lungomare
ma
visto che la cena doveva essere una sorpresa, Suzu decise
di recarsi al negozietto dietro la posta. Era un po' più
lontano ma almeno di sicuro non lo avrebbe incontrato.
Suzu sorrise al pensiero della cena
Michael sarebbe
stato così contento
ne era certa!
Arrivata al negozietto acquistò velocemente l'occorrente
e poi uscì nuovamente al caldo torrido di quel
pomeriggio estivo.
Purtroppo la pressione le giocò nuovamente un brutto
scherzo. Ebbe un capogiro e così prima di tornare a casa
decise di fermarsi a riposare un po'. Adocchiò un
piccolo bar dall'altro lato della strada e una volta al
sicuro sotto l'effetto dell'aria condizionata, si sedette
ad un tavolino del terrazzino che dava sulla spiaggia.
Il proprietario si avvicinò con un sorriso cordiale sul
volto.
- Buongiorno signorina
desidera?
- Salve
- rispose Suzu - potrei avere un bicchiere
di limonata fresca per favore?
- Ma certo! Gliela porto subito!
La ragazza gli restituì il sorriso poi si voltò a
fissare il mare.
Nonostante tutto non riusciva ancora a smettere di
pensare a Michael
i suoi occhi, il suo sguardo, il
tocco delle sue labbra la sera della festa
il loro
ricordo era ben vivo in lei
Quando riaprì gli occhi che aveva socchiuso al pensiero
del ragazzo, il suo sguardo tornò a concentrarsi sulla
spiaggia.
Vagava tra le persone, tra l'altro poche a quell'ora del
pomeriggio, che passeggiavano tranquillamente per la
strada con i loro costumi dai colori sgargianti.
Poi fu come se qualcuno le avesse sferrato un violento
pugno nello stomaco. Il respiro le si mozzò in gola. Il
cuore prese a battere sempre più rapidamente. La sua
mano si strinse violentemente al bordo del tavolo
Quel ragazzo non poteva essere Michael
Sbatté più volte le palpebre come per accertarsi che
quello che stava vedendo fosse solo un'allucinazione
uno
scherzo provocato dal troppo caldo
ma l'immagine era
sempre lì
nitida
fissa
Si portò l'altra mano alla bocca per evitare che le
uscisse un singhiozzo
.non poteva mettersi a
piangere! Non lì davanti a tutti
e poi perché
doveva mettersi a piangere? Solo perché Michael si stava
baciando appassionatamente con un'affascinante
sconosciuta?
Quel pensiero le provocò nuovamente una fitta allo
stomaco
non poteva restare lì
non ce la faceva
più
Si alzò di scatto rovesciando la sedia sulla quale era
seduta.
Senza guardare dove andava iniziò a correre a perdifiato.
Il padrone del bar che le stava portando la bibita si
dovette scostare bruscamente per non essere investito
dalla sua corsa
- Ehi
signorina
- le urlò l'uomo, molto
sorpreso.
Ma Suzu non sentiva nulla. Continuava a correre spinta
solo dal dolore e dal desiderio di cancellare dalla sua
mente l'immagine del ragazzo che amava mentre baciava
un'altra
Era veramente ridicola! Come poteva dire "il ragazzo
che amava" quando tra di loro non c'era stato
praticamente nulla e fino al giorno prima non sapeva
nemmeno di provare dei sentimenti particolari per lui
Eppure
in quel momento
Suzu
si sentiva
come una persona che aveva appena perso la cosa più
importante della sua vita
Quando riuscì finalmente a riaprire gli occhi si accorse
di essere quasi arrivata a casa.
Corse oltre il cancello, aprì la porta d'entrata più
velocemente che poté e senza guardarsi intorno arrivò
nella sua stanza, chiuse a chiave la porta e si lasciò
andare sul letto dove finalmente poté dar libero sfogo
alle sue lacrime.
"Che tipa!" pensò Michael scuotendo il capo,
mentre si dirigeva verso casa. E lui si era fatto
rimorchiare come un ragazzino alle prime armi. Shiori gli
aveva confessato avere diciassette anni e di essere
l'unica rampolla di una ricca famiglia che l'aveva
spedita in quel paesino sperduto per le vacanze.
Purtroppo non conosceva nessuno, e passava le giornate da
sola sulla spiaggia a prendere il sole. Ma la noia si era
fatta sentire presto, e approfittando di un momento di
distrazione della domestica che l'accompagnava
continuamente, se l'era svignata per andare a fare un
giro in santa pace. Certo che per essere una liceale ne
aveva di esperienza, pensò il ragazzo, ripensando al
bacio mozzafiato che Shiori gli aveva dato. L'aveva preso
completamente alla sprovvista
La bambina viziata l'aveva scambiato per uno dei suoi
tanti giocattoli. Ah, Michael, possibile che tu ti sia
fatto mettere nel sacco da una ragazzina?
Non era certo la prima volta che gli capitava una cosa
del genere, una donna che voleva solo divertirsi
ma
mai così giovane, e così abile nell'ingannarlo! Gli
aveva fatto credere di essere una persona molto sola che
cercava soltanto qualcuno con cui scambiare due
chiacchiere
e lui ci era cascato come un pesce lesso!
Quando, dopo averlo baciato, gli aveva proposto di andare
ad affittare una camera in albergo, gli era sembrato di
cadere dalle nuvole. Incredibile
Eppure, anche se gli era già capitato di trovarsi in una
situazione simile, si sentì invadere dalla rabbia. Perché
di nuovo, perché a lui? Quando avrebbe finalmente
trovato una donna che lo amasse davvero? In fondo, non
era una richiesta così insolita
Non stava
chiedendo una carriera folgorante, o una montagna di
soldi
Soltanto qualcuno che lo amasse per com'era
dentro, e non per il suo aspetto.
Inevitabilmente, il suo pensiero corse a Suzu
al
bacio che si erano dati la sera della festa
al suo
viso coperto dallo zucchero filato
Sorrise, e
quegli istanti sfilarono lentamente, dolcemente nella sua
memoria, mentre il suo cuore era invaso dalla tenerezza.
Gli sembrò quasi di sentire ancora, sotto la sua mano,
la morbidezza vellutata della pelle di lei, di vedere i
suoi occhi vivaci, il suo sorriso
Però
era
troppo presto
Per questo si era scusato, anche se
lei non era sembrata arrabbiata
Voleva che tutto
fosse perfetto
Ma, anche se le aveva detto di
fingere che non fosse successo niente, lui non ci
riusciva
Non poteva dimenticare quegli istanti
Decise di affrettarsi. Non vedeva l'ora di stare un po'
insieme a lei, magari prima che Satoshi e Meiko
tornassero
Non che avesse intenzione di dire o fare
qualcosa
Voleva soltanto godere della sua
compagnia, e ammirare ancora una volta il suo sorriso.
Le lacrime continuavano a scendere copiose dalle sue
guance, ma Suzu non singhiozzava più
non ne aveva
più la forza. Si era disperata per un tempo
interminabile e ora si sentiva spossata
svuotata
completamente da ogni emozione che non fosse il
lancinante dolore che le aveva invaso l'anima e il corpo!
Com'era potuto succedere? Come aveva fatto ad innamorarsi
di lui fino a quel punto? Non poteva essere vero! Si alzò
lentamente dal letto e andò a specchiarsi. Aveva gli
occhi rossi e gonfi, lo sguardo spento e un'angoscia
negli occhi che era impossibile da nascondere.
Si tirò indietro i lunghi capelli con una mano pensando
a come avrebbe fatto a presentarsi agli altri quella sera
No!
Non poteva farsi vedere in quello stato! Si sarebbe
scatenato un putiferio
meglio non rivelare niente a
nessuno
in fondo
nessuno era a conoscenza del
suo segreto. E nessuno mai lo sarebbe stato! Non voleva
confrontarsi con Satoshi o Meiko
ma nemmeno con
Michael
non ne avrebbe mai avuto il coraggio! Non
poteva
non sarebbe mai stata in grado di affrontarlo!
Michael entrò in casa con un sorriso sulle labbra. La
prospettiva di vedere Suzu gli aveva fatto dimenticare
almeno per un attimo la sua piccola "disavventura"
con Shiori.
- Ehi Suzu! Sono tornato! Scusa se ci ho messo così
tanto!
La casa però rimase silenziosa.
- Che strano! Dove sarà?
Il ragazzo fece un rapido giro al pianterreno, ma della
ragazza neanche l'ombra
provò ad uscire in terrazza
ma
la sdraia era vuota
dov'era Suzu?
Salì rapidamente le scale e si fermò davanti alla
camera della ragazza.
Bussò leggermente.
Al quel suono Suzu si bloccò come paralizzata. Michael
- Suzu? - la chiamò da dietro la porta - sei in camera?
La ragazza era nel panico
si guardava intorno
freneticamente come per cercare un rifugio.
Doveva fare qualcosa
Cercando di non far tremare la voce gli rispose:
- Si! Sono qui!
- Scusa se ci ho messo tanto! Come mai sei in camera? Dai
scendiamo a fare un giro
La ragazza si portò nuovamente le mani alla bocca per
sopprimere un singulto. No, no dannazione! Non poteva
lasciarsi andare di nuovo!
- No, ti ringrazio! Mi è tornato mal di testa, per
stasera è meglio se mi riposo. Per favore puoi dire tu a
mio cugino e a Meiko che non scenderò per cena? Ho solo
voglia di andare a riposare
Il tono di voce del ragazzo si fece preoccupato.
- Non ti senti ancora bene? Non sarebbe meglio chiamare
un medico?
- No! - rispose forse con troppa foga la ragazza - Sto
bene! Mi basterà solo un po' di riposo
credimi!
Quando quella sera Meiko e Satoshi rientrarono dal loro
giro in barca era quasi buio.
La casa era silenziosa e Meiko ebbe uno strano
presentimento
I due ragazzi trovarono Michael in cucina attaccato ai
fornelli e intento a preparare la cena.
- Michael
ma che stai facendo? - chiese Satoshi
sorpreso.
- Cucino! Non si vede?
Meiko rise sotto i baffi
quel ragazzo era troppo
simpatico!
- Ma Suzu dov'è? - riprese Satoshi dopo aver lanciato a
Meiko un'occhiata assassina che la fece ridere di nuovo.
- Mi ha detto che aveva ancora mal di testa e che
preferiva restare in camera a riposare! Mi ha anche
chiesto di avvertirvi che non sarebbe scesa per cena
Lo sguardo di Meiko si fece subito preoccupato. Che
diavolo era successo quel pomeriggio?
- Vado a vedere come si sente! - disse dirigendosi
velocemente su per le scale.
"Per stasera posso scamparla
ma non posso certo
chiudermi in questa stanza per tutta la durata della
vacanza! Come farò domattina?"
La giovane modella era ancora sdraiata sul letto e
guardava il soffitto.
- Suzu! Mi senti?
La ragazza si alzò di scatto
Meiko!
- Si! - rispose non troppo convinta
- Suzu? Che ti succede? Posso entrare?
- Meiko
ti prego
sono molto stanca
non
potremmo parlare domani?
- Come vuoi! - rispose Meiko sconfitta.
Dev'essere successo qualcosa
ma cosa?
La mattina successiva erano tutti a tavola per la
colazione, quando anche Suzu fece la sua apparizione.
I tre le sorrisero, ma lei non ricambiò. Il suo sguardo
era molto serio e dai suoi occhi non traspariva nessuna
emozione.
Satoshi la guardò sorpreso
non aveva mai visto
quell'espressione sul viso di sua cugina.
- Suzu
cos'hai? Non stai ancora bene?
La ragazza lo guardò freddamente.
- Sto benissimo! Ah
Meiko
oggi ho deciso che
andrò a trovare un amico che non abita molto distante da
qui
tornerò in serata, ma sul tardi credo, quindi
non
aspettatemi alzati!
La ragazza si alzò e si diresse verso la porta. Michael
ancora stupito la seguì.
Prima che riuscisse ad aprire l'uscio ormai l'aveva
raggiunta.
- Ehi Suzu! Ma che ti prende?
La ragazza non rispose ma lo fissò con quei suoi occhi
glaciali.
Michael stupito fece un passo indietro e lei ne approfittò
per aggirarlo e uscire dalla porta.
Quando fu sul treno Suzu iniziò a rilassarsi. Poi guardo
dal finestrino e il suo sguardo si fece nuovamente cupo.
Era stata una sciocca. Era scesa per fare colazione con
le migliori intenzioni, voleva apparire allegra
ma
appena l'aveva visto
tutti i suoi propositi erano
crollati come castelli di sabbia.
Come poteva di nuovo fidarsi di lui? Ogni volta che lo
fissava negli occhi l'immagine del bacio la tormentava.
Si sentiva tradita
ma era un comportamento
irrazionale
e lei lo sapeva!
Loro due non erano fidanzati
non erano nulla l'uno
per l'altra
ma allora perché lui l'aveva baciata?
Baciava forse ogni ragazza che incontrava? Era stato solo
uno scherzo? No
non voleva assolutamente crederci!
Eppure
questa volta
nonostante la sua
esperienza nel marcio mondo della moda
si era
lasciata coinvolgere
si era lasciata manipolare
e
ora
non le restava che il cuore spezzato.
- Che diavolo aveva Suzu? - chiese Satoshi con sguardo
preoccupato fissando Michael.
Il ragazzo scosse la testa - Non ne ho idea Satoshi!
Meiko si voltò e si diresse verso la porta-finestra che
permetteva l'accesso alla terrazza.
- Michael
non è successo nulla di strano ieri? - il
suo tono era serio.
L'americano la guardò stupito
qualcosa di strano?
Non gli sembrava
o meglio..niente che potesse
riguardare Suzu
l'unica cosa un po' particolare era
stato l'incontro con Shiori, ma quella era una cosa che
riguardava solo lui. Suzu non aveva niente a che fare con
questo
o no?
- Nulla Meiko! Sono uscito per un po' durante il
pomeriggio mentre Suzu ha preferito restare a casa
poi
quando sono tornato lei era in camera
il resto lo
conoscete
Meiko sospirò. Questo non l'aiutava per niente
Suzu. Cosa ti è accaduto?
CONTINUA...
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