L'Ombra e la Speranza

17. Lotta sull'Acquaneve





- Sto morendo di fame. -
Grainne e Legolas, stupefatti, si voltarono a guardare il guerriero dai capelli rossi, che si stava massaggiando il ventre con una mano.
- Beretar...siamo partiti da tre ore...non posso credere che tu sia già affamato ! - disse Grainne.
- E invece lo sono ! - ribattè Beretar - Stamattina sono uscito molto presto, con la ferma intenzione di andarmene per i fatti miei, e non ho nemmeno fatto colazione per evitare di incontrarvi... -
- Evidentemente, però, la tua coscienza deve averti parlato... - disse Legolas.
- Umph ! Diciamo solo che ho riflettuto un po'...e penso di aver preso la decisione più giusta. Più giusta per me, però, non per il mio stomaco ! -
Grainne e Legolas risero, sentendo il ventre di Beretar protestare vivacemente alla mancanza di cibo.
- Temo che dovrai aspettare che arriviamo ad Edoras per mangiare. Nemmeno noi abbiamo provviste, e perderemmo troppo tempo, fermandoci adesso. - disse la ragazza.
- E chi ve lo dice ? - Beretar fermò il suo cavallo e ne affidò le redini a Grainne. - Sarò di ritorno fra un attimo. -
Sbigottita, Grainne guardò l'uomo sparire di corsa tra gli alberi.
- E adesso che facciamo ? - domandò.
- E' evidente. Ci fermiamo anche noi. - disse Legolas scendendo da cavallo.
Grainne lo guardò perplessa. - Ma non eri tu quello che voleva arrivare ad Edoras il più presto possibile ? -
- A stomaco vuoto non arriveremo da nessuna parte, Grainne. Non mangiamo da ieri pomeriggio. Io posso resistere ancora, ma voi due...credo proprio di no. -
- Un altro punto a sfavore della razza umana... - disse ironicamente Grainne smontando di sella e avvicinandosi a Legolas - Penso proprio che comincerò a detestare gli Elfi... -
- Ne sei sicura ? - disse Legolas sorridendo e chinandosi a baciare la ragazza.
I due legarono i cavalli ad un albero, poi Grainne si sedette sull'erba mentre Legolas si guardava intorno.
- Magnifico ! - esclamò ad un tratto l'elfo arrampicandosi agilmente su una pianta che si trovava accanto a Grainne e scomparendo tra i suoi rami.
- Legolas ! Cosa... ? Oh ! - La ragazza si scansò velocemente da sotto l'albero, mentre dai suoi verdi rami piombarono a terra numerosi frutti rossi, simili a mele, l'ultimo dei quali fu seguito da Legolas, che con un balzo si lasciò cadere dal ramo più alto.
- Questi ci toglieranno fame e sete per un po'. - disse Legolas chinandosi a raccogliere i frutti con l'aiuto di Grainne.
- La toglieranno ai cavalli, forse. -
Beretar apparve improvvisamente dal fitto della boscaglia, con un'espressione soddisfatta dipinta sul viso. Al suo fianco pendeva una bisaccia rigonfia.
- Le erbacce sono per gli animali ! Questo è cibo ! - disse poi sedendosi sull'erba e svuotando il contenuto della bisaccia, che consisteva in pane e carne essiccata. L'elfo e la ragazza si guardarono sorpresi, poi guardarono il guerriero con aria sospettosa.
- ...Dove hai preso queste cose ? - domandò Grainne.
Beretar sbuffò. - Le ho trovate - rispose - C'è forse qualche problema ? Abbiamo bisogno di energie, e quella stupida frutta non sarà sufficiente a saziarci per tutto il viaggio. -
- Beretar, questo è pane ! - sbottò Grainne.
- Lo vedo. -
- Beh, non mi risulta che il pane cresca sugli alberi o la carne sottoterra... - disse Legolas incrociando le braccia.
Beretar spostò altrove lo sguardo. - Insomma, l'ho solo...preso in prestito, ecco ! -
- Ah, sì ? E come pensavi di restituirlo ? Masticato ? - disse Legolas.
- Ho lasciato un guerriero e ritrovo un buffone ! - disse Grainne dando un rabbioso calcio alla terra - Beretar, dimmi subito dove hai preso tutto questo cibo ! -
Il guerriero sospirò. - Ricordate quel viandante che abbiamo incrociato poco prima di fermarci qui ? Beh... -
- Non credo alle mie orecchie ! - sbottò Grainne - Beretar, come hai potuto derubare quel poveretto ? ! -
- Oh, non se la passava tanto male, fidati... - disse Beretar estraendo dalla tasca un sacchetto pieno di monete tintinnanti.
Grainne e Legolas guardarono l'uomo, esterrefatti. - Sei...sei un ladro ! Sei diventato un volgarissimo ladro ! - esclamò Grainne.
- Diciamo che rubo ai ricchi per dare ai poveri... -
- Certamente...e scommetto che il povero sei tu... - disse Legolas.
- Come hai fatto a indovinare ? - rispose Beretar con aria innocente.
- Beretar, riporta subito questa roba al suo proprietario, sempre che tu non...non...oh, grande Eru, non voglio nemmeno immaginarlo ! ! - disse Grainne portandosi una mano al viso.
- Calma, calma, Capitano - disse Beretar con voce seria - Sono un ladro, non un assassino. E poi il "poveretto" non era altro che un ricco e sprovveduto mercante di Edoras che viaggiava in incognito. Non ha perso molto, credimi. Anzi, non credo nemmeno che mi abbia notato. Aveva legato la borsa al suo cavallo, ho agito in tutta tranquillità mentre si abbeverava nell'Acquaneve. - disse poi indicando il fiume che scorreva poco lontano da loro.
Grainne lo guardò, furibonda. - Sei il disonore dei Cavalieri di Rohan, ecco cosa sei ! ! -
- I cavalieri di Rohan sono già abbastanza disonorati senza il mio contributo, Capitano ! - ribattè Beretar mettendosi faccia a faccia con Grainne, le mani sui fianchi.
- Grainne... - sussurrò Legolas afferrando il braccio della ragazza e guardandosi intorno con aria inquieta. Grainne non gli prestò attenzione.
- Non chiamarmi "Capitano" con quel tono, Beretar ! - disse agitando un dito davanti al guerriero.
- Ascoltate... - tentò nuovamente Legolas camminando intorno ai due con circospezione, sempre più agitato.
- Perché, cosa succederà altrimenti ? - rispose Beretar in modo arrogante.
All'improvviso, un'enorme clava di pietra si abbattè accanto ai tre compagni di viaggio, facendoli sobbalzare dallo spavento. Dagli alberi comparve poi un'orribile creatura alta il doppio di un uomo, con il corpo interamente ricoperto di scaglie verdi, che, ruggendo, fece roteare la clava attorno alla sua testa.
- Olog-hai ! - gridò Legolas - Fuggiamo ! -
Beretar e Grainne riuscirono appena a scansarsi quando la pesante clava del mostro si abbattè nuovamente accanto a loro.
- Ma che cos'è ? ! ? - esclamò Beretar, incapace di muoversi.
Prima che qualcuno potesse rispondergli, la creatura lanciò un altro ruggito di rabbia e sollevò la sua arma per abbatterla sul guerriero. Con un balzo felino, Legolas si lanciò contro Beretar e lo gettò di lato, evitandogli di finire schiacciato.
- E' un Olog-hai ! - esclamò l'elfo - Un Troll dei boschi ! -
- Chiunque sia, noi non saremo il suo pasto ! - disse Grainne rialzandosi e sguainando la spada. Poi si chinò di scatto e colpì l'Olog-hai alla caviglia. Il Troll urlò di dolore.
Legolas incoccò velocemente una freccia e la sganciò, mirando alla fronte del mostro, ma questo, con una rapidissima mossa, bloccò la freccia a mezz'aria.
- Credevo che i Troll fossero tutti incommensurabilmente stupidi ! - esclamò Beretar.
- Non questo ! - rispose Legolas centrando un occhio della creatura, la quale si contorse gridando e si strappò il dardo dall'occhio ormai accecato.
- E' fatta ! - gridò Grainne - Ai cavalli, presto ! -
Ma, come un vortice, il Troll abbattè con un colpo orizzontale gli alberi che si trovavano accanto ai tre, i quali caddero a terra mentre i loro cavalli, ormai liberi, fuggivano al galoppo.
Sgomenti, i tre compagni si rialzarono e corsero via il più velocemente possibile, mentre Legolas continuava a scagliare frecce nella direzione del Troll. Ma la sua pelle era estremamente dura, e i dardi rimbalzavano su di essa come sulla pietra.
- Andiamo verso l'Acquaneve ! - gridò Beretar.
I tre corsero all'impazzata, seguiti dal mostro che non aveva intenzione di desistere e si stava mostrando incredibilmente resistente e veloce. Girandosi indietro più volte, il piccolo gruppo corse senza nemmeno sapere in quale direzione si stesse muovendo, fino a quando si fermarono all'improvviso sul bordo di una cascata. A causa di quel brusco arresto, Beretar perse l'equilibrio e rischiò di cadere, ma Grainne e Legolas riuscirono a trattenerlo.
Ma quando si girarono di nuovo, videro che il Troll li aveva raggiunti e, sanguinante, stava sollevando di nuovo la sua clava.
Legolas si guardò rapidamente intorno ; vide la cascata, i massi umidi che la circondavano e l'Acquaneve che scorreva impetuoso. Troppe sterpaglie lungo la riva impedivano una corsa veloce lungo essa.
- E' finita ! - gridò - Non abbiamo altre vie di fuga ! -
Beretar rimase immobile per un istante, la mente in subbuglio, poi si voltò verso i due compagni. - No ! - disse - Una c'è ! -
In un attimo, srotolò dalla cintola una lunga frusta che scagliò verso un ramo pendente da un robusto albero che si trovava lungo la riva opposta, proprio al limite della cascata, avvolgendosi intorno ad esso.
- Tenetevi a me ! - gridò il guerriero.
- Sei pazzo ! - esclamò Grainne, obbedendo però a quell'ordine.
Appena prima che la clava del Troll si abbattesse sul gruppo, Beretar si lanciò attraverso il fiume, afferrando stretto il manico della frusta e lasciandosi andare con essa verso l'altra sponda. Grainne gridò, e Legolas chiuse gli occhi mentre si immergevano di colpo nelle fredde acque del fiume. Lottando contro la corrente, Beretar cercò di tirare se stesso e i compagni verso il ramo su cui la frusta era arrotolata, ma esso si piegava sempre di più per il peso che era costretto a sopportare.
- Non ce la faremo mai, Beretar ! - esclamò Grainne stringendosi al guerriero con tutte le sue forze.
- Ce la faremo, invece ! - rispose Beretar - L'importante è che il ramo non... - Improvvisamente si udì un sinistro scricchiolio. - ...ceda ! ! -
In men che non si dica, il ramo si spezzò e i tre vennero trascinati via dalla corrente verso la cascata, dalla quale precipitarono gridando di paura, e, dopo alcuni attimi interminabili, piombarono nell'acqua molti piedi più in basso.
Dopo aver percorso sott'acqua una distanza indefinibile, Legolas, annaspando, riuscì ad emergere in superficie, e si trascinò faticosamente a riva afferrandosi ad una radice sporgente. L'elfo si buttò sulla sponda dell'Acquaneve, ansimando, e, dopo aver tossito tutta l'acqua che aveva ingerito, si appoggiò sui gomiti, guardandosi intorno. La sua spada e l'arco erano stati portati a riva e giacevano poco distanti da lui ; tastandosi la cintura, sentì che, fortunatamente, il pugnale e la borsa erano ancora al loro posto. Le uniche perdite evidenti erano le sue frecce. Rialzandosi, cercò con lo sguardo i suoi compagni, convinto che non fossero affatto lontani. Poco più in là, infatti, Beretar si stava strizzando il mantello. Con il cuore in tumulto, Legolas lo raggiunse.
- Hai visto, Elfo ? - disse il guerriero togliendosi uno stivale per farne uscire l'acqua - Non è andata come prevedevo, ma siamo comunque riusciti a liberarci di quel dannato Troll... -
Legolas non gli prestò la minima attenzione e continuò a guardarsi intorno con espressione sgomenta, i capelli fradici incollati sul viso.
- No... - disse.
- Qualcosa non va ? - chiese Beretar avvicinandosi a lui, con espressione preoccupata.
- Grainne ! - esclamò rabbiosamente Legolas avventandosi contro il guerriero e afferrandolo per il collo della tunica - Stupido bestione ! Abbiamo perso Grainne ! ! -



- Non può essere lontana - disse Legolas che, con il cuore in gola, correva lungo la sponda del fiume cercando febbrilmente Grainne, seguito da Beretar - La corrente non era molto forte. Forse, più a valle... -
Dopo aver percorso un tratto abbastanza lungo, si fermò a riprendere fiato.
- Non la troveremo - disse l'uomo ansimando - Non la troveremo più... -
L'elfo non badò alle sue parole.
- Legolas... - disse Beretar, preoccupato, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Con uno scatto, il principe scostò la mano del guerriero e lo fissò negli occhi.
- Non parlare ! - gridò - Non dire una sola parola ! -
- Legolas, stiamo solo perdendo tempo...se l'acqua non l'ha ancora portata a riva per tutto questo tratto, significa che... -
- No ! - L'elfo si portò entrambe le mani alla testa. Poi, furioso, puntò un dito contro il petto di Beretar.
- Stammi bene a sentire ! - disse - Se vuoi andartene, sei libero di farlo. Nessuno ti trattiene. Ma io, senza Grainne, non andrò da nessuna parte ! Continuerò a cercarla, dovessi correre fino alla foce di questo maledetto fiume ! Ma se non dovessi più trovarla... - Il suo sguardo, dapprima duro e freddo come il ghiaccio, diventò triste e disperato.
- Tu la ami. - disse Beretar.
- Più della mia vita. - rispose Legolas
Il guerriero dai capelli rossi tacque, volgendo lo sguardo verso l'Acquaneve che scorreva ormai tranquillo.
- Anche se sono diventato un volgare ladro - disse - Dentro di me resto sempre un Rohirrim...e un vero Rohirrim serve il suo Capitano a costo della vita. -
Legolas sorrise, come per ringraziare Beretar per la solidarietà che gli stava mostrando.
- Andiamo, Legolas - gli disse, battendogli una mano sulla spalla - Cerchiamo il Capitano. -



Mentre la corrente la trascinava sempre più lontano, Grainne, che aveva cercato disperatamente di tenersi a galla, sentì le forze venirle meno. Perdendo conoscenza, la ragazza si lasciò trasportare dai flutti, mentre il suo pensiero inevitabilmente si rivolgeva al suo amore.
Perdonami, Legolas...devo nuovamente dirti addio...
Chiudendo gli occhi, provò un'indescrivibile sensazione di leggerezza, come se il suo spirito fosse uscito dal corpo e stesse volteggiando in un cielo dai mille colori.
Dunque è questo che si prova...ogni volta che il nemico cade sotto i miei colpi, io gli dono...la serenità...
Ad un tratto, le apparve in lontananza una figura nota. Colma di felicità, la ragazza cercò di raggiungerla, ma un ostacolo invisibile la fece fermare a pochi passi di distanza da essa.
Il cielo multicolore si trasformò in un mare d'erba, e lei si trovò a posare delicatamente i piedi su un enorme prato fiorito.
- Padre ! - gridò alla figura che la guardava sorridendo - Sei venuto a prendermi ? -
L'uomo sorrise. - Quel momento è ancora lontano, figlia mia. - le rispose.
Gli occhi di Grainne si riempirono di tristezza. - Ti prego, padre mio, non mi lasciare...mi sento così debole...una forza terribile mi sta soverchiando, e temo che presto soccomberò... -
- In te ci sono vita e morte, Grainne...trova la vita e con essa combatti la morte. -
- Sto già combattendo, padre, ma da sola non posso farcela ! Ti prego, non mi abbandonare...non mi abbandonare... - disse Grainne, supplichevole.
L'uomo scosse la testa. - Io non ti ho abbandonata, figlia...sono sempre con te, ma non sono io quello che può aiutarti. Devi credere in te stessa, ora che hai trovato qualcuno che crede in te e sarà sempre al tuo fianco. Ricorda che sarai solo tu a dover combattere. Sei una guerriera, figlia mia, questo è il tuo destino...non cedere mai...non cedere... -
La figura dell'uomo iniziò a dissolversi, e insieme a lui anche il mare d'erba scomparve, e all'improvviso sembrò calare l'oscurità.
- Padre ! - gridò la ragazza allungando un braccio davanti a lei.
- Lotta, Grainne...vinci su te stessa, figlia... - disse la voce dell'uomo, dissolvendosi nel buio.
Ad un tratto, Grainne si sentì soffocare, e, anche se non poteva vederlo, avvertì distintamente qualcuno afferrarla per le spalle.
- Grainne ! Grainne ! Puoi sentirmi ? - disse una voce confusa. La ragazza aprì piano gli occhi e intravide due sagome dai contorni sfuocati, chine su di lei. Un'altra voce risuonò nelle sue orecchie, ma non riuscì a capire le sue parole.
- Non così, sciocco ! Lascia fare a me ! -
Improvvisamente, Grainne sentì una forte pressione sull'addome, e, quasi involontariamente, si alzò a sedere di scatto, sputando tutta l'acqua che aveva nei polmoni.
- Grazie al cielo... -
- Vorrai dire grazie a me ! -
Tossendo convulsamente, la ragazza alzò piano la testa e si accorse di trovarsi fuori dall'acqua, in riva al fiume, sotto gli sguardi preoccupati di Legolas e Beretar.
- Sono...ancora viva... - disse, riprendendo fiato e scostandosi i capelli fradici dal viso.
Legolas la guardò con gli occhi colmi di lacrime di gioia. - Temevamo di non trovarti più... - disse stringendola a sè.
Beretar tossicchiò. - Veramente era lui che lo temeva...io ero più che certo che tu fossi viva e vegeta ! Hai sempre avuto una buona tempra, Capitano ! -
Legolas lanciò uno sguardo di disapprovazione al guerriero, ma non potè evitare di sorridere.
- Beretar, cerca della legna. - disse, sollevando la fanciulla tra le braccia - Abbiamo bisogno di un fuoco per asciugarci. -
L'uomo annuì e si mise alla ricerca di rami secchi da bruciare, mentre Legolas portava Grainne verso una piccola radura poco lontana dal fiume, nella quale avrebbero potuto accamparsi.
In breve, i tre si scaldarono davanti ad un bel fuoco ardente, e ciò fu per loro di enorme sollievo. Legolas si sedette accanto a Grainne, massaggiandole la schiena e le braccia infreddolite.
- La tua mossa avventata poteva costarci cara, Beretar. - disse Legolas con disapprovazione.
- Non essere troppo severo con lui, Legolas. In fin dei conti è merito suo se ci siamo salvati. - obiettò Grainne posando una mano sul braccio dell'elfo.
Beretar sorrise. - Legolas ha tutto il diritto di rimproverarmi. - disse - Ha rischiato di perdere ciò a cui teneva di più al mondo, Capitano. Non dimenticarlo. -
L'elfo e la fanciulla si guardarono sorridendo. Poi Legolas si rivolse a Beretar :
- No, ha ragione lei...sono io che devo chiederti perdono. - disse con voce sincera. Ad un tratto, l'elfo si accorse che Beretar, con aria sofferente, si stava stringendo il braccio sinistro.
- Cos'hai, Beretar... ? Sei ferito ? - domandò Legolas, preoccupato.
- Non è nulla. - mentì Beretar.
Sotto lo sguardo impensierito di Grainne, Legolas si diresse verso il guerriero e lo costrinse a mostrargli il braccio, e sussultò nel vedere il profondo taglio sanguinante che lo solcava di traverso.
- Grande Eru ! - esclamò Grainne, sgomenta - Beretar ! -
- Dev'essere successo quando siamo caduti nella cascata...non mi fa male, ma non vuol saperne di smettere di sanguinare... -
Legolas impallidì. - Mi dispiace...io...non me n'ero accorto, prima...dobbiamo fare qualcosa, stai perdendo troppo sangue, Beretar ! -
L'uomo accennò un sorriso sofferente, il viso pallido e sempre più tirato dal dolore. - Non sarebbe certo un modo onorevole per morire...ma per un ladro, tutto sommato, non è poi così grave... -
- Non dirlo nemmeno per scherzo ! - sbottò Legolas - Grainne, cosa... ? -
La ragazza non rispose ; nella sua mente continuavano a risuonare le parole che aveva sentito pronunciare dallo spirito di suo padre poco prima.
In te ci sono vita e morte...
Anche se avrebbe preferito trovare un'altra soluzione, non aveva scelta. L'aveva già fatto una volta, e l'avrebbe fatto di nuovo. Così come aveva salvato Legolas, avrebbe salvato anche Beretar.
Decisa, la ragazza si alzò e andò ad inginocchiarsi accanto al guerriero dai capelli rossi. Senza dire una parola, sotto lo sguardo preoccupato di Legolas, pose una mano sulla ferita di Beretar, che sussultò dal dolore, e con l'altra gli chiuse gli occhi, cercando di tranquillizzarlo.
- Non dite nulla. - disse, raccogliendo tutte le sue energie.
Come d'incanto, un tenue bagliore rosso si sprigionò dal palmo della sua mano, illuminando il braccio di Beretar.
- Cosa... ? ! - disse il guerriero, sorpreso. La ragazza non sembrò sentirlo e continuò a concentrarsi su quella strana luce.
Ad un tratto, Beretar avvertì uno strano pizzicore, come se una mano invisibile gli stesse lentamente ricucendo la pelle tagliata. Intimorito, alzò lo sguardo su Grainne, e gli sembrò che la fanciulla non fosse con loro se non con il suo corpo, mentre la sua mente doveva essere persa altrove...
Grainne chiuse gli occhi, e la luce si fece più intensa. Numerose gocce di sudore iniziarono ad imperlare la fronte della ragazza, che iniziava a mostrare segni di fatica, fino a quando, dopo aver raggiunto l'apice dello splendore, il bagliore si affievolì fino a scomparire del tutto.
Grainne si portò una mano alla fronte e si sentì mancare, ma fu prontamente sorretta da Legolas che la guardò, sbigottito.
- Grainne...questa... - L'elfo alzò gli occhi su Beretar, che, con sguardo incredulo, si stava passando una mano sul braccio ferito, e vide con stupore che il profondo taglio si era completamente chiuso, come se non fosse mai esistito. - Questa è magia... -
Grainne guardò i due con occhi stanchi. - Non so come sia possibile una cosa del genere - disse - So solo che avviene. E mi spaventa...ogni volta sento che le mie energie vengono prosciugate...ma un dono così grande vale pure qualche sacrificio, non credete ? -
- Ora capisco perché hai scelto di diventare una guaritrice. - disse Beretar.
Grainne scosse il capo. - Non sempre ne sono capace. Devo volerlo con tutte le mie forze. - Il suo sguardo si spostò su Legolas. - Non poter contare su questo potere è un limite troppo grosso per me. -
L'elfo sorrise. - Non è un limite restituire la vita. Se hai questo dono, significa che sei un essere speciale... - disse, abbracciandola - ...ma non avevamo bisogno di una dimostrazione per rendercene conto. -
Grainne sorrise a sua volta e chiuse gli occhi, restituendogli quell'abbraccio.
Beretar si avvicinò a loro e si aggiunse a quell'abbraccio collettivo. - Questo significa che sono in debito con te, Capitano. - disse - Maledizione, è davvero una disgrazia... -
I tre compagni di viaggio scoppiarono a ridere. Poi il gigante dai capelli rossi si rialzò, sgranchendosi il braccio come per provarne la ritrovata funzionalità.
- Direi che possiamo rimetterci in viaggio. - disse Grainne.
- No - replicò Beretar - Prima si mangia. Le mie gambe non mi reggeranno ancora per molto, se non metto qualcosa sotto i denti ! -
Legolas lo guardò con aria perplessa. - Beretar... - disse - Le provviste sono rimaste dall'altra parte del fiume... -
- Oh. - disse il guerriero lasciando cadere le braccia, sconsolato - Beh, vorrà dire che ci toccherà cercare qualcos'altro da mangiare. -
- O qualche altro viandante da derubare... - disse ironicamente Grainne.
Legolas sospirò e prese la borsa che gli pendeva al fianco, rovesciandone il contenuto davanti ai volti stupiti dei due compagni. Alcuni dei piccoli frutti rossi che aveva raccolto prima dell'assalto del Troll, rotolarono sull'erba.
- Per fortuna sono stato previdente ! - disse - Anche se forse Beretar non apprezzerà questi doni della natura... -
- Niente affatto ! - esclamò il guerriero addentando un frutto.
Ridendo, i tre consumarono quel piccolo pasto. Poi, ancora stanchi ma più sollevati, si rimisero in cammino alla volta di Edoras.


Continua...