MATCH A TRE
CAPITOLO 2
CAMBIATI , CAMBIARE …


SCENA II


HOKKAIDO


Philip non riusciva ancora a capacitarsene.
Seduta di fronte a lui al tavolo della sala da thè c'era Jenny.
Ed era tutto così… Nuovo per lui .
Perché , be' … Lui e Jenny non erano mai stati soli… Non come in un vero appuntamento… Prima della sua partenza i loro incontri avevano riguardato principalmente affari di calcio… Ma questo era prima , si disse , ora…
Mentre era lì fermo ad aspettare la ragazza aveva temuto di non sapere… Sì, insomma , di non sapere nemmeno di cosa parlare con lei , di rimanere senza parole per la troppa emozione…. E di trovarsela di fronte con quel suo sorriso timido , quell'aria da ragazzina timida che amava anche se era proprio ciò che gli aveva impedito di capire….
Ma i suoi dubbi erano svaniti appena si erano seduti a quel tavolino in un angolo del locale.

Jenny era cambiata , dovette ammettere , era un'altra.

E questo non c'entrava niente con il suo aspetto fisico , col look diverso , con i capelli lunghi dal taglio rimodernato , o col trucco appena accennato che metteva in risalto i suoi splendidi occhi scuri.
Era qualcosa che veniva da dentro… La vera essenza di lei sembrava trasparire da ogni piccolo gesto, si muoveva con sicurezza , e sorrideva senza timore ormai. … E parlava , chiacchierava animata e allegra, gli raccontava del viaggio , gli chiedeva notizie su tutti i loro amici… La timida Jenny era diventata una ragazza spigliata e brillante. Conversare con lei si rivelò una piacevole sorpresa per Philip , era divertente e …

Philip sorrideva guardandola parlare, deliziato dal suono della sua voce e divertito dalla sua parlata ancora un po' stramba , parole inglesi facevano capolino nel bel mezzo dei suoi discorsi mentre lei si scusava " Sono ancora un po' sfasata, sai ,il fuso orario…" .

E mentre poi le raccontava di lui sentiva su di sé il suo sguardo attento e felice , la osservava giocherellare con le maniche del maglioncino nero o rigirare l'anello che portava al dito , di tanto in tanto si scostava i capelli dal viso, sistemandoli dietro le orecchie proprio come faceva un tempo…
Questi piccoli particolari lo intenerivano ancora di più, per quanto fosse cambiata, era sempre la ragazza di cui era innamorato….




Sorpresa.
Jenny era stata davvero sorpresa dalla facilità con la quale avevano superato il primo attimo di imbarazzo totale.
Quando , poco prima , Philip aveva stentato a riconoscerla aveva avuto una paura tremenda e … L'impulso di fuggire via si era fatto sempre più forte… Lo aveva detto lei che non sarebbe stato tutto rose e fiori… Invece poi , dopo solo pochi secondi , Philip l'aveva guardata come non lo aveva mai visto fare…
I suoi occhi neri , quegli stessi occhi che l'avevano incantata anni prima si erano illuminati di luce nuova ed il suo sorriso era più bello che mai.

E poi l'aveva stretta a sé…. Per la prima volta erano riusciti a vincere l'imbarazzo del primo contatto , e si erano finalmente lasciati andare… Sentirsi tra le sue braccia era una sensazione così dolce … Se la sentiva ancora addosso, aveva tante volte immaginato di rivederlo… Ma la realtà era decisamente più coinvolgente… Nei sogni non c'era nessun calore , nessun odore anche solo lontanamente paragonabile al piacere di un vero contatto…

Tra le sue braccia , il viso affondato nella sua giacca , aspirando il suo profumo Jenny aveva capito…

Che nonostante le distanze loro si appartenevano…

Lo sentiva , ed era felice per questo.

Tornare era stata la scelta migliore…
Non tornare in Giappone, non fisicamente almeno….
Tornare da lui…
Mesi prima …
Tornare dal luogo in cui si era smarrita tra i dubbi e i sogni inseguiti in preda alla follia….

Ma questo era il passato.

Ora doveva pensare al futuro.

E il futuro… Era Philip.

Ed era questo quello che desiderava, che voleva con tutta sé stessa.
Voleva perdersi in lui , diventare una cosa sola e potergli dare finalmente… Tutto l'amore che le riempiva il cuore ora che era lì , gli occhi riflessi nei suoi , così profondi , magnetici…
Tutto sarebbe stato splendido d'ora in avanti… Lo sentiva.





MATSUDA


Mark aprì gli occhi , la luce del mattino era così forte da farglieli richiudere subito ; il ragazzo si portò un braccio sul viso per darsi il tempo di riabituare la vista al sole…

Ma quanto ho dormito? Il sole è già alto …. E mi sono addormentato poco dopo il tramonto…
Be', se non altro ho recuperato le energie ed ora sono pronto a cominciare…
Che giorno è ? Ah , si , è domenica… A quest'ora i miei compagni staranno per cominciare l'allenamento mattutino…
… Ma cosa ci faccio qui, a mille miglia di distanza? Dovrei essere a Tokyo , con i miei compagni , ad allenarmi con loro per realizzare il nostro sogno… Allora perché sono fuggito ?
Sono scappato da tutto … Da tutti… Per non vedere, per non pensare… Per non tornare a chiedermi…Cosa sta succedendo…
In realtà vorrei ignorarlo… Non voglio più avere questa confusione in testa…
Ma come sempre, come le altre volte… Le distanze non bastano a mettere a tacere certe cose…
Ti seguono dovunque… Voglio solo capire… O capisco, o smetto di pensarci, perché così non si può andare avanti…

CHE STA SUCCEDENDO AGLI ALTRI ?

CHE STA SUCCEDENDO A ME ????!!!

Cosa cavolo voleva dire Ed con quel discorso? Che vuol dire non bisogna avere paura di cambiare… Io non ho paura di cambiare, io non ho paura di niente figuriamoci se mi spaventano i cambiamenti…

FORSE TI SPAVENTA DI PIU' CHE TUTTO RESTI COSI'…

Un pensiero ancora senza voce..
NON VUOI ESSERE FERMO IN UN FLUSSO INARRESTABILE DI CAMBIAMENTI …

Che voleva dire dicendo che non posso illudermi che tutto intorno a me resti uguale , che le mie priorità possono essere diverse da quelle di un tempo… Che tutti stiamo cambiando…
Le mie priorità… Il calcio…Non è questa l'unica cosa che conta?

DEVE ESSERE COSI' !!!

A me di quello che è successo a quei pazzi dei miei compagni non interessa niente… Fino a quando le loro teste continuano a fare il loro dovere in campo va tutto bene, il resto non conta…

BALLE.

Vedere gli altri in quello stato PIETOSO …Per due sciacquette , poi… E' stato… Alquanto sconvolgente.
E poi , la faccia di Ed quando l'ho incontrato con quella… Come ha detto che si chiama? Nemmeno mi ricordo… Qualcosa tipo Nathalie … Com'è che l'ha chiamata ? Ah ,sì, Tale, Nathalie Morrison, quella dell'altra sezione…
Non credo di aver visto mai Ed con una simile espressione… Non in campo , non con noi…. A guardarlo con quella sembrava che fosse l'unica cosa importante per lui… Con quella là il cocciuto Warner che credevo di conoscere bene sembrava un altro…. Sereno , felice , soddisfatto..Come al riparo da tutto..
E cos'è che ha detto ? Lei è la parte migliore di me… Qualcosa del genere… Ma che cosa si è messo a blaterare? E' diventato più sdolcinato di quel patetico di Callaghan…Il che è tutto dire.
Come sarebbe che non è sufficiente contare solo su noi stessi? Sciocchezze…"Non si può restare per sempre da soli"… "Verrà il momento in cui anche tu capirai che hai bisogno degli altri" …. "Da solo non mi basto , ho bisogno di lei per essere davvero quello che sento di volere essere" …
Ma cosa diamine vuol dire?

IO MI BASTO , ECCOME!!!!!

Non ho bisogno di nessuna sciocca ragazza accanto per sapere cosa voglio dalla vita!!!!!!

Allora perché… Ci sto ancora pensando????????

Sono venuto qui apposta per allontanarmi da queste chiacchiere senza senso … La tigre non ha tempo per queste idiozie!!!!!!


Più che un pensiero fondato….
Un tentativo di autoconvincimento….
Ma avrebbe avuto vita breve…

Mark si alzò , era ancora vestito. Si era buttato sul letto la sera prima così com'era…E non si era mosso. Esausto.

Si cambiò e scese a correre palla al piede.
Correva senza una meta precisa…. Non conosceva neppure la zona… Istintivamente imboccò la lunga strada che scendeva verso la spiaggia … La giornata era serena e piena di sole , calda per essere solo a Marzo…
Con i pantaloncini corti , aderenti , i muscoli scattanti messi in tensione dalla corsa , la maglietta stretta, le maniche risvoltate a scoprire i suoi bicipiti scolpiti , correva a ritmo sostenuto, senza perdere il controllo della sfera.
La pelle scura della fronte imperlata da goccioline di sudore e i capelli raccolti sulla nuca in un codino , correva , senza farsi distrarre da nulla, paesaggio, gente intorno… Correva… Solo, silenzio assoluto nella sua mente…
Correva, concentrato sul ritmo, sul pallone , su tutto ciò che gli veniva in mente pur di non pensare…
Ma più si sforzava , più la sua mente tornava ai soliti interrogativi….
E rivedeva quelle scene strane da cui tutto aveva avuto origine….
Nonostante i chilometri che lo separavano dal suo mondo non poteva impedirsi di risentire quelle parole….

"Non si vive di solo calcio, Mark, un'ora con lei è più importante di qualsiasi allenamento…"

Quello stupido di Ed , come se non fossero stati già abbastanza assurdi quegli altri…

" La Coppa del Mondo , la mia carriera… Sono cose a cui non potrei rinunciare , è la mia vita … Eppure , se le paragono al desiderio di rivedere Jenny niente riesce ad essere più importante… "

Callaghan , il re dei discorsi insensati… Da quando aveva perso la testa per quella… Se lo ricordava ancora a Parigi , un paio di anni prima…Con quell'espressione assente … C'aveva riso sopra allora…

" La mia malattia, non poter giocare più… Niente mi fa più paura che perdere lei… "

E che dire di quel principino di Ross? Il primo sdolcinato del gruppo! Loro erano nei guai per la sua assenza e lui si preoccupava per quella Amy ! Ma che non l'aveva ancora capito che quella stava con lui solo perché stava male????? Cieco, lo sapevano tutti come stavano le cose….

Che roba insensata…. Tutto tempo sottratto all'allenamento…

Allenamento… Come quella sera… Rientrando dalla corsa , a notte fonda… Pensava di aver visto l'assurdo più assurdo… Ma ci mancava la ciliegina sulla torta…

Affannato dopo un'intera serata passata a calciare quel pallone contro un albero , solo nel parco, ridendo al pensiero dei discorsi sentiti nel pomeriggio, era rientrato in albergo… E ,seduto sui gradini dell'ingresso , aveva visto Hutton… Sembrava fissare il vuoto da ore… Mark non ricordava di aver mai visto nessuno con un'espressione simile… Ah, alla fine allora i nodi erano venuti al pettine! Si era detto! Poi si era avvicinato…Quella scena sembrava senza senso…

"Hai forse perso il tuo amico pallone?"… Voleva dargli una smossa… Ma non aveva scelto le parole giuste a quanto pareva…Ricordava lo sguardo vacuo del compagno… Lo aveva fissato, ma senza nemmeno vederlo in realtà… E lui era rimasto là immobile con la testa confusa
Ma che succede?!
Il mondo si metterà a girare a rovescio…
Poi era arrivato Becker alle sue spalle…
" Lascia perdere, Mark , a quanto pare non puoi capire… Pensi solo alla tua carriera…." Aveva detto…

COME VOI , NO ? Si era chiesto.

Come voi prima di questa assurda METAMORFOSI…

Comunque le parole di Becker lo avevano fatto sentire totalmente stupido… Fuori dal mondo…
Come sarebbe a dire che non poteva capire?! Capiva benissimo, invece!!! Solo che non voleva… Che quella strana roba toccasse anche lui… Anzi voleva scappare il più lontano possibile…

Ma non aveva scelto la direzione giusta… Stava correndo incontro alla strana malattia dalla quale aveva paura di essere contagiato…

Inevitabile…

Toccava anche alla Tigre…


Era arrivato alla spiaggia finalmente.
L'aria salmastra gli riempì i polmoni.
Era affannato per la corsa e si fermò in riva al mare bagnandosi il viso con l'acqua salata.
Pace.
Quel luogo sembrava un'oasi di silenzio, il posto ideale per ritemprarsi…
Si guardò intorno, la spiaggia era piccola e sabbiosa, poco più che un quadrato tra le rocce .
E al di là delle rocce si sentiva uno strano suono. Come qualcosa che picchiava con insistenza…
Scavalcando gli scogli coperti da un lieve strato di sabbia dorata portato fin lì dal vento dei giorni passati Mark arrivò ad una piccola spiaggia gemella … E scoprì l'origine del suono…

Lì da sola , sola come lui , una ragazza si stava allenando …
Sembrava una palla da palla a mano quella che con costanza lanciava contro la parete rocciosa…
Concentrata….
Mark osservava la ragazza rapito dai suoi movimenti… Nonostante il fondo sabbioso riusciva a palleggiare agevolmente , mantenendo il controllo della sfera , per poi saltare e colpirla una volta, due , tre…E la sua elevazione…
Non riusciva a smettere di osservarla…
Mark non poteva scorgere l'espressione del suo volto, ma immaginava un volto serio, gli occhi fissi sulla palla , l'intero corpo in tensione per la prossima sequenza…
Ed era anche un corpo niente male…

.Ma che pensieri gli passavano per la mente?!

E soprattutto….

Cosa stava facendo lì!? Doveva pensare ai suoi di allenamenti, non spiare quelli di una sconosciuta…
Facendo commenti sul suo aspetto poi!!!!

Ma non riusciva ad andarsene… Qualcosa lo tratteneva…E mentre stava per forzarsi a tornare al lavoro….
… La sconosciuta si voltò…
Lo guardava incuriosita…Seria .
Ma poi, notando il suo imbarazzo la sua bocca si aprì in un largo sorriso…

Ecco

Quello che Mark aveva temuto.

La strana malattia stava per raggiungerlo anche a mille miglia di distanza…

Perché non si può fuggire dalla persona che entrerà nella tua vita per sconvolgerla…
E quando la incontri…
Istintivamente sai…
Che non importa se niente sarà più come prima.

FINE CAPITOLO 2