MATCH A TRE
CAPITOLO 2
CAMBIATI , CAMBIARE …

SCENA I

HOKKAIDO
INIZIO PRIMAVERA


Marzo era ormai quasi alla fine, la primavera era arrivata portando con sé il primo sole. La neve aveva cominciato a sciogliersi nella fredda regione di Hokkaido dove l'inverno certe voltesembrava non finire mai …
Qua e là cominciavano a scorgersi chiazze di verde tra i campi coperti fino a poche settimane prima da un soffice manto bianco che ora scivolava via lasciando solo un ultimo residuo acquoso.
Un pallido sole illuminava il panorama tutt'intorno e quella debole luce faceva brillare gli ultimi stracci di neve sui tetti delle case ; i bambini avevano messo in cantina gli slittini , presto li avrebbero dimenticati fino al prossimo inverno, troppo occupati a riscoprire la bellezza di giocare di nuovo all'aperto senza che le madri li richiamassero in continuazione per paura del troppo freddo.

Quella domenica pomeriggio la cittadina sembrava risvegliarsi dal lungo letargo, gruppi di ragazzi di tutte le età e giovani coppie erano finalmente usciti dalle loro case , abbandonando il calore del fuoco dei camini per festeggiare il primo sole passeggiando nel parco…
I fidanzati camminavano mano nella mano per i vialetti del parco scorgendo un mondo fantastico nei prati coperti da una poltiglia acquosa e biancastra , i ragazzi più giovani si rincorrevano gettandosi le ultime palle di neve della stagione, qua e là si sentivano risate e voci che chiamavano…

All'ingresso del parco Philip aspettava…
Ansioso, le mani in tasca , un piede che batteva nervosamente sul terreno , lo sguardo agitato che si spostava di qua e di là tradendo la sua impazienza….
Aspettava….

Aspettava finalmente di veder comparire all'orizzonte, all'inizio della strada che portava a scuola e che ora era illuminata a pieno dal sole pomeridiano , un volto noto.

Quel volto che aveva invano sperato di vedersi comparire davanti all'improvviso in quei tre anni anche se sapeva che era impossibile, gli Stati Uniti non sono certo a due passi …
Ma ora la sua non era più un'illusione, non era fantasia…
Jenny era tornata.

Aveva ancora in tasca la lettera che annunciava il suo ritorno , l'aveva portata con sé forse per avere qualcosa di reale , qualcosa da poter toccare aspettando … Qualcosa che lo riportasse alla realtà se gli fosse tornato il dubbio di trovarsi solo in uno dei suoi sogni ricorrenti…
Ma non stava sognando, di lì a poco i suoi occhi avrebbero di nuovo incrociato lo sguardo dolcissimo della ragazza che per quei tre anni era stato il suo pensiero ricorrente ed insieme il suo rammarico più grande : se lui non fosse stato così ottuso, così stupidamente concentrato solo sul calcio avrebbe capito prima…
Avrebbe capito i sentimenti di Jenny , l'avrebbe guardata in modo diverso, come era accaduto dopo la semifinale contro la New-Team…

Non avrebbe avuto bisogno di leggerlo sulla fascetta ricamata da lei per capirlo…

Per capire che anche lui l'amava, e che non poteva lasciarla partire così…

Allora avrebbero potuto fare qualcosa, avere del tempo per… Non avrebbe impedito la partenza di Jenny, ma avrebbe permesso a tutti e due di costruire dei bei ricordi, dolci immagini da richiamare alla memoria quando, in piena notte, la lontananza diventava un dolore insopportabile.
Qualcosa di più di un addio all'aeroporto con l'altoparlante che chiamava il volo che avrebbe portato Jenny lontano e con sua madre che non faceva altro che metterle fretta.

Ma ora l'attesa era finita e Jenny era di nuovo lì.
Questo voleva dire basta lettere e telefonate centellinate, voleva dire andare avanti e magari…

Attesa, era lì da quasi mezz'ora…
Dubbio : era quello il giorno giusto ? Ma certo, non aveva bisogno di rileggere le righe che gli avevano annunciato il ritorno di Jenny, conosceva quella lettera a memoria… L'aveva letta e riletta per convincersi di quello che stava per succedere…

" Caro Philip,
se sapessi quanto sono emozionata per quello che sto per scriverti…
Finalmente sto per tornare in Giappone!!!!Non so ancora di preciso il giorno del mio arrivo, ma sarà di sicuro la prossima settimana, non sto più nella pelle! "

Poi andava avanti spiegando che sua madre si era finalmente decisa a lasciarla partire da sola e gli assicurava che si sarebbe fatta viva appena arrivata…
E così era stato , appena atterrata Jenny lo aveva chiamato dicendo che sarebbe arrivata il giorno dopo…
Appuntamento all'ingresso del parco alle quattro.
" Ma come, capitano, e gli allenamenti? " aveva ironizzato lei con quella sua voce dall'accento un po' strano… Come poteva anche solo pensarci agli allenamenti? Lei stava per tornare… Cos'era il calcio, la sua squadra, la sua vita, rispetto alla voglia di poterla finalmente stringere a sé ?

Le quattro e mezza.
Vabbe' si sa che le ragazze sono delle ritardatarie croniche…Soprattutto se devono prepararsi per incontrare il proprio ragazzo, che non vedono da tre anni per di più !

Ma l'agitazione cresceva… Dove poteva essere finita Jenny?!

Le quattro e tre quarti.
Cominciava a preoccuparsi e , soprattutto a pensare di nuovo… E non voleva proprio rovinarsi l'attesa torturandosi con dei dubbi che non avrebbero portato a nulla…

… Ma perché non arriva? Se non arriva subito rischio di impazzire… Il cuore sta già battendo come un tamburo, è da stamattina che ho questa strana ansia… Sono emozionato… Vorrei dirle tante di quelle cose… Vorrei che sapesse quanto l'ho pensata mentre era lontana… Ma è inutile negarlo, ho anche una paura tremenda!!!!!! Paura di cosa non lo so di preciso, ma sono passati pur sempre tre anni e di cose in tre anni ne succedono! E poi, se ci ripenso torno a chiedermi perché per un periodo non mi ha più scritto, né risposto alle mie lettere… Nemmeno me la passavano al telefono se provavo a chiamarla… Per sei mesi, non mi ha scritto nemmeno una parola…E poi , come se niente fosse è ricomparsa… Vorrei chiederle il perché, ma come se anche sua madre mi ha pregato di non chiederle spiegazioni????
E c'è qualcosa che mi spaventa ancora di più…. Io ci tengo a lei, tanto ,tantissimo, ma noi , ecco, noi non siamo mai stati insieme, e non ne abbiamo mai nemmeno parlato…Do per scontato che sia la mia ragazza, che tra noi ci sia qualcosa di speciale… Ma in realtà non so nemmeno se sia vero, se lei dovesse essere cambiata e non provare più per me le stesse cose?
E come mi devo comportare con lei ? Dico che vorrei abbracciarla… Ma la verità è che a stento le ho tenuto la mano… Mi sembra tutto così difficile… Ma adesso non devo pensare a queste cose, l'importante è che lei sia qui… Il resto verrà da sé….





Jenny camminava verso il parco, percorreva con passo affrettato le strade familiari che ricordava perfettamente nonostante gli anni di lontananza.
Era in ritardo, lo sapeva, doveva affrettarsi o il suo tanto sospirato primo incontro con Philip rischiava di essere rovinato dai malumori…

Era tornata nella sua città , ce l'aveva fatta , finalmente.
Aveva dovuto insistere un po' , ma alla fine sua madre aveva ceduto : poteva partire con un paio di settimane di anticipo e precederli ad Hokkaido .
Meno male che c'era sua sorella , pensò, se lei non fosse tornata in Giappone per sposarsi lei ora non sarebbe stata lì…E convincere i suoi della necessità di raggiungerla era stato facile ora che c'era di mezzo una cerimonia da organizzare…
E così era salita su quell'aereo ed ora era lì…
Presto avrebbe messo in atto il suo piano : chiedere a sua sorella di intercedere presso la madre perché le desse il permesso di restare a vivere con lei ad Hokkaido.

Jenny sapeva che per Kate questa era un'impresa facilissima… Era la beniamina dei suoi e loro l'ascoltavano qualunque cosa chiedesse… E non era lei la pazza irresponsabile che li aveva fatti morire di spavento qualche tempo prima…
Ma anche grazie a quella storia passata Jenny sentiva che sua madre avrebbe ceduto più facilmente sulla questione Giappone: allontanarla da San Diego non era una cattiva idea , avrebbe sicuramente pensato.

Ma ora questi pensieri non dovevano distrarla… Stava per rincontrare Philip!
Dopo anni, mesi giorni e ore passate ad immaginare di ritrovarsi di fronte al suo adorato capitano… Il momento era arrivato e lei si sentiva come non mai.

Emozionata? Certo.

Preoccupata? Anche

Spaventata? Da morire!

Aveva certo paura di scoprire negli occhi di lui un velo di sospetto per come si era comportata qualche mese prima, ma ancor di più aveva paura di dover spiegare….
E poi , ritrovarsi non voleva certo dire rose e fiori assicurati! Sapeva che la situazione che entrambi avevano vissuto in quei tre anni era tutt'altro che normale… E se qualcosa di reale doveva esserci dovevano cominciare a costruirlo ora… Se , però , lui voleva davvero averla accanto senza sapere…

Cercò di ricostruire mentalmente l'ultima immagine di Philip che aveva negli occhi: l'aeroporto, lui in divisa che aveva corso fin lì col ginocchio ferito…
Ma questo era stato tre anni fa!!!
!Come sarebbe stato Philip ora ?
Lo aveva lasciato che era un ragazzetto di quattordici anni e ora ne aveva quasi diciassette…
Sorrise pensando a quanto il ragazzo doveva essere cambiato ormai… Che sciocchi, si disse, non ci siamo mai nemmeno scambiati una foto…

Pensava a queste cose per costringersi a non fare i conti con una questione di ben maggiore peso…

LEI , quanto era cambiata in quegli anni?

Si sentiva addosso il passare del tempo che aveva agito su una timida ragazzina goffa ed insicura , sentiva tutti i cambiamenti che il suo corpo aveva conosciuto e tutti i piccoli eventi che giorno dopo giorno l'avevano aiutata a scoprirsi….
Un'altra.
Sapeva che la vecchia Jenny doveva esistere ancora da qualche parte nella sua memoria, ma oramai era poco più che un ricordo sbiadito…
La ragazza che si avvicinava con passo sicuro al ragazzo per il quale aveva spasimato in silenzio per mesi non era più la ragazzina imbranata che non aveva saputo fare altro che ricamare quell' " I love you " sulla sua fascetta…

Ma presa dall'emozione la ragazza non aveva considerato un particolare….

Quella era la sola Jenny che fino a quel momento Philip aveva conosciuto.




Le cinque. Ormai, non verrà più.
Philip era semplicemente terrorizzato all'idea.
Che le sarà successo?!
Continuava a chiedersi guardandosi nervosamente attorno… Eppure sapeva perfettamente qual'era la direzione dalla quale Jenny doveva arrivare….
I suoi occhi neri scrutavano impazientemente il viale illuminato in pieno dal sole rossastro che già cominciava a scendere , cercavano tra i volti che si avvicinavano quello familiare della sua Jenny, ma i minuti passavano e la ragazza non arrivava.

Era ormai in piena crisi di panico, incerto se precipitarsi o no alla prima cabina telefonica e chiamare la sorella di Jenny oppure restare lì ed aspettare ancora un po'…

Una sagoma femminile comparve finalmente all'inizio del viale .
Da lontano Philip non riusciva a scorgere il suo viso , non era facile nemmeno distinguere i contorni di quella figura che col sole alle spalle avanzava con passo sicuro verso l'ingresso del parco.
Il ragazzo lì per lì non prestò nemmeno attenzione alla sconosciuta che si avvicinava , avvolta in un lungo cappotto scuro , i capelli lunghi che ondeggiavano seguendo la cadenza del suo incedere, un lieve movimento del capo riportava indietro le ciocche che le ricadevano sugli occhi.
Distrattamente Philip gettò uno sguardo sulla sagoma dai contorni poco nitidi che si avvicinava , la sua vista era offuscata dal sole che rifletteva il suo bagliore rossastro nei suoi occhi inquieti…

Ma dove sarà finita Jenny…
Ormai sono qui da più di un'ora…


E la sconosciuta dal passo flessuoso continuava ad avvicinarsi…

Sembrava sorridere…

Ma Jenny perché ritarda!?

- Hi, Philip!-

La sua voce. Quella voce dolce che con gli anni aveva preso quell'accento strano , una cadenza forse un po' cantilenante, ma che Philip adorava…

Il ragazzo si voltò in direzione della voce…

La sconosciuta che con la sua camminata sicura aveva per un attimo distratto i suoi pensieri, quella che percorreva il viale illuminata alle spalle dalla calda luce del sole di Marzo…

Era Jenny…

La sua Jenny era finalmente tornata.






MATSUDA ( paesino al sud del Giappone )
INIZIO PRIMAVERA


L'autobus ripartì sbuffando col suo carico di passeggeri e scomparve presto dietro la curva.
Il ragazzo lo seguì con lo sguardo, fino a quando il vecchio catorcio non sparì dalla sua vista
- Mah …. Che razza di posto! - borbottò perplesso

Lasciò cadere pesantemente il borsone a terra e si guardò intorno passandosi una mano tra i lunghi capelli neri.

Ma dov'era finito?

I suoi occhi neri dal taglio allungato cercavano di trovare la direzione giusta , sembravano aspettare nervosamente un segno, qualcosa che gli facesse capire dove dirigersi…. Ma come ci era finito in quello strano posto?

Sbuffò cercando di capire da che parte doveva andare per incontrare un'anima alla quale chiedere informazioni… Ma in giro non c'era nessuno .
Respirò a pieno l'aria che sapeva di mare e osservò alla sua destra la distesa azzurra che se ne stava più a valle , oltre lo strapiombo roccioso alla fine di quella che sembrava una fitta foresta.

Strana vista ! Commentò il giovane bruno osservando il particolare accostamento di colori e paesaggi offerti da quello scorcio di panorama.

Si stiracchiò cercando di sgranchirsi le ossa dopo essere rimasto seduto tanto a lungo , infossato in quel sediolino scomodissimo sul quale aveva fatto tutto il viaggio.

Tornò a guardarsi intorno .
Certo che almeno un paio di indicazioni per un povero straniero potevano metterle!
La fermata dell'autobus era appena fuori città , o almeno così sembrava , visto che intorno a lui c'era il niente più assoluto ! Alla sua sinistra invece… Dopo una breve salita sembravano scorgersi delle case… Se non altro lì avrebbe trovato qualcuno a cui chiedere…

Mark non riusciva a spiegarsi cosa lo aveva portato fin lì, tantomeno voleva ammettere che forse allontanarsi da Tokyo,dalla sua squadra e dalla sua famiglia era forse la cosa più insensata che potesse fare tra le tante alternativa possibili.

Eppure, si disse , era partito convinto di quello che stava per fare.

Solitudine e duro allenamento.

Solo così avrebbe potuto rafforzare la tigre che dentro di lui sembrava essersi assopita… Affilare gli artigli e tornare a lottare… Più forte che mai.

Certo che quella cittadina dalla aria placida e assonnata sembrava un posto ben poco stimolante, dovette ammettere, chissà perché Jeff gli aveva consigliato di andare fin lì…
Be' ad essere sinceri non era a Matsuda che doveva arrivare…
Sarebbe dovuto scendere una cinquantina di chilometri prima, in un paesino arroccato sul mare… Ed invece…
Tutta colpa di quell'interminabile tragitto dentro un autobus sgangerato con la vecchia signora seduta accanto a lui che lo aveva intontito con le sue chiacchiere sui nipotini che stava andando a trovare e lui che per non essere troppo maleducato aveva finto di ascoltare…
Sperando che almeno quel fiume incessante di racconti servisse a distrarlo da pensieri di tutt'altro genere… Pensieri che avevano cominciato a tormentarlo dall'ultimo ritiro con la nazionale, a Tokyo, qualche mese prima…
Sembravano tutti presi da un pensiero superiore… I compagni che in quegli anni si era illuso di conoscere….Ora non si riconoscevano più…

Crescere , Mark non si rendeva ancora conto dell'inevitabile trasformazione incontro alla quale tutto e tutti stavano andando… Senza potersi frenare…

Lui , Landers , la tigre, sembrava spaesato di fronte a quei cambiamenti e , mentre il pullman lo portava verso il luogo prescelto per l'isolamento, la sua mente non aveva potuto impedire di partire per un ultimo viaggio in quel mare di dubbi…

Ecco cosa ci si guadagna a cedere ai sentimentalismi, pensava Mark , si sbaglia fermata e ci si ritrova a Matsuda !
Vabbe', ormai era lì e allora, tanto valeva adattarsi e cercarsi subito un alloggio , un comodo alloggio … Economico soprattutto! Non aveva mica tempo per trovarsi un lavoro ! Era andato lì per allenarsi e doveva farsi bastare i soldi che aveva messo da parte!

Allenamento , duro lavoro e solitudine…era andato via per questo , no?
Be' si, ufficialmente almeno.

Appunto … Ufficialmente.

L'allenatore della Toho gli aveva straordinariamente concesso il permesso di assentarsi dagli allenamenti con la squadra per qualche settimana, convinto che con questo viaggio Mark intendesse fortificarsi e tornare più agguerrito che mai…

In realtà il suo viaggio aveva poco a che fare col calcio…

Somigliava più ad una fuga.

Ma da cosa , Mark aveva ancora paura di ammetterlo….

Forse da tutti gli stupidi discorsi ai quali sembravano interessarsi ultimamente i suoi compagni…
Roba tremendamente sdolcinata… Ragazze, amore e storie simili….
Ma come si poteva perdere tempo così ?
Come ci si poteva lasciare distrarre da quelle stupide oche urlanti che li aspettavano fuori dagli spogliatoi ogni giorno…
C'era ben altro a cui pensare!
Un altro campionato stava per cominciare e Mark era stanco di essere l'eterno secondo… Quella che aveva davanti era forse l'ultima occasione per uscire vincitore assoluto dall'annuale scontro con Holly…
Però forse fuggiva anche da questo….
Da una normalità che anno dopo anno era diventata soffocante…
Da un pensiero sempre più insistente…..

TUTTO QUESTO CHE SENSO HA?

Ammetterlo gli era ancora impossibile….
Perché lui, freddamente concentrato sulla sua carriera , le sue priorità….Il suo SENSO DEL DOVERE…. Non riusciva ancora a capire…..
Che qualcosa lo spaventava…
Il non riconoscersi più.
Non riconosceva più sé stesso , il determinato Mark Landers , quello che lavorava duramente per raggiungere il suo scopo….. Non era più sicuro di niente.
E , cosa peggiore, aveva perso di vista la cosa più importante……
Non sapeva nemmeno più qual'era la cosa più importante !!!
E non era da lui….
Non sapeva ancora come aveva potuto lasciarsi turbare da quel mare di discorsi insensati …

Da quella storia dei CAMBIAMENTI…

Cercava di mettere a tacere ogni dubbio , dava la colpa agli altri che coi loro comportamenti lo avevano costretto a confrontarsi con quella parte di sé…
Ma non era ancora pronto per capire….
Banalizzava tutto…
Si diceva " Tutta colpa dei sentimentalismi"….
Si convinceva che..
Lui , la tigre , non era mica così idiota da mettere in pericolo la sua carriera per un paio di occhioni ammalianti!!!!

Ma in fondo ci credeva poco anche lui… Se Philip , Julian , perfino Holly , giocatori eccellenti , che amavano il calcio quanto lui …Anche Ed , il suo vecchio e storico compagno e amico Ed , aveva ceduto… lo aveva scoperto solo pochi giorni prima… Altro che accertamenti medici per la spalla ferita! Quando il loro portiere si assentava dagli allenamenti magari si recava allo studio medico ,sì , ma in dolce compagnia… E la cosa durava da almeno un anno ,gli aveva confessato dopo essere stato beccato in flagrante.

E così tornava a tentare di ricostruire quello che era successo, ma non ci capiva ancora niente in questo genere di questioni… Come si poteva cambiare così? E così in fretta poi! Tutti quegli stupidi discorsi dei suoi compagni lo avevano costretto a riflettere….

Si può vivere di solo calcio?

Sì, certo , si può, anzi ,si ripeteva Mark , nel mio caso… SI DEVE !!!!
Doveva concentrarsi solo sulla sua carriera, lo doveva a sua madre , per tutti i sacrifici che aveva fatto da sempre per lui , lo doveva ai suoi fratelli , che credevano in lui, e a suo padre , per la promessa che gli aveva fatto ….E a sé stesso , per dimostrare di essere il numero uno del paese…

Perciò, qualunque fosse quella strana epidemia che stava trasformando i più forti giocatori giapponesi in stupidi sentimentali… Lui non avrebbe ceduto.

E per questo era fuggito.
Per riacquistare il sangue freddo e la lucidità di cui aveva bisogno più che mai ora che si avvicinava un momento tanto importante…
Per ritrovare la testa e scegliere con coscienza , in modo coerente la sua strada….

Perciò si caricò in spalla il borsone e si avviò verso il centro della cittadina col passo deciso di chi è perfettamente sicuro di avere il pieno controllo della sua vita e sa che nulla potrà distoglierlo dallo scopo prefisso.

Non poteva sapere allora a cosa andava in contro…

Sennò avrebbe sentito una vocina dentro di lui che sghignazzava…

…LE ULTIME PAROLE FAMOSE…





HOKKAIDO


-Jenny?-

Incredulo Philip osservava la ragazza ferma a pochi passi da lui .
Possibile che Jenny fosse cambiata tanto da non riconoscerla da lontano?
Era riuscita ad avvicinarsi a lui senza che neppure la notasse… Che neppure sentisse che era lei…
Ora , dopo tutto quello che aveva sognato di fare una volta di fronte a lei , rimaneva lì , imbambolato a fissare quell'immagine poco distante senza capire cos'era quel turbine di emozioni che aveva trasformato un ragazzo sicuro come il capitano Callaghan in uno stoccafisso.
La vista di quella ragazza lo aveva totalmente spiazzato .

QUELLA era Jenny ??!!

I capelli castani, lisci, lunghi fino a metà schiena erano pettinati in un taglio sfilzato davanti , ad incorniciarle il viso dall'ovale perfetto. Indossava un cappotto scuro, lungo , un po' avvitato,sbottonato nella parte inferiore, una grossa sciarpa avvolta in più giri attorno al collo le copriva in parte il mento e celava il suo sorriso appena accennato. Le gambe fasciate in uno stretto pantalone di pelle bordeaux che marcava la sua linea mediterranea e ai piedi un paio di anfibi neri.
Continuava a restare immobile a pochi passi di lui , le mani in tasca, il sorriso un po' titubante di chi non si aspettava una simile reazione…

Ma i suoi occhi…

Philip non aveva dubbi…

Ritrovò in quegli occhi , scuri, che ora brillavano per l'emozione e dicevano tutto della timida ragazzina che era stata, la sua Jenny…

Allora il suo viso si rischiarò , illuminato da un sorriso che sciolse in un attimo l'imbarazzo che aveva bloccato entrambi .

Anche Jenny sorrise , finalmente sollevata… E la sua risata aperta spazzò via qualsiasi traccia di dubbio nella mente di Philip… Cosa voleva dire un aspetto diverso? Quella era indubbiamente la stessa Jenny che aveva amato in quegli anni…

- Sei qui finalmente… -

Allargò le braccia , in un goffo tentativo di manifestare la sua voglia di stringerla a sé…E lei capì… Perché quello era ciò che anche lei desiderava in quel momento .

Erano finalmente insieme, stretti l'uno all'altra nella luce pomeridiana di quella domenica di Marzo.
Non c'era più passato , niente più attese , i dubbi non avevano più voce .

Ora c'erano solo due ragazzi innamorati che si erano ritrovati.

Il resto , i cambiamenti , i segreti … Non contavano più .

Un abbraccio li aveva spazzati via in un attimo.

Philip , Jenny , il loro tanto desiderato incontro e il loro futuro.

C'era questo … Cosa contava di più?






MATSUDA



Se non altro trovare una sistemazione era stato facile.

Mark sistemò in fretta i suoi bagagli nella piccola stanza che aveva affittato in una locanda appena fuori città.
Sembrava un posto tranquillo , perfetto per il suo scopo.
La locanda era gestita da un'anziana coppia di coniugi, persone gentili , un po' troppo chiacchierone forse… Ma , come avevano ammesso , era piuttosto insolito incontrare un ragazzo in viaggio da solo , in quel periodo dell'anno poi … Era naturale che fossero curiosi . E poi il prezzo era buono , e il posto sembrava perfetto , non poteva lamentarsi.

Aprì la finestra sopra il letto. Dalla camera poteva godere di una vista invidiabile : il mare , la piccola spiaggia dorata , facevano capolino dietro la parete rocciosa , i colori del paesaggio messi in risalto dalla cornice di verde tutt'intorno… Be' in fondo Matsuda cominciava a piacergli… E poi non era mica lì in vacanza? Che cosa gliene importava del panorama e delle bellezze locali?

Si allontanò dalla finestra e tirò fuori dal borsone il suo speciale pallone per gli allenamenti…
Avrebbe fatto meglio a smetterla con tutte quelle sciocchezze e cominciare seriamente ad allenarsi… Anche se poi , guardando fuori , si accorse che era ormai il tramonto… Era inutile uscire a quell'ora e dopo quel viaggio poi!

Ancora incerto sul da farsi Mark si lasciò cadere pesantemente sul letto , si sdraiò osservando sulla sua testa il cielo che si tingeva di un rilassante colore rosato , il sole era ormai sceso , si poteva ancora vedere il suo bagliore rossastro sul mare… E poco a poco, nella tranquillità della sera appena cominciata la stanchezza ebbe la meglio e Mark si addormentò stremato dal viaggio e dall'incessante pensare.

Domani , si disse prima di scivolare nel sonno , domani comincerò a fare sul serio.


SEGUE….