MATCH A TRE

CAPITOLO 1

DIETRO LE APPARENZE

SCENA III

TOKYO


Amy chiuse la porta della sua stanza dietro di sé e serrò le palpebre .
Sola.
Era finalmente a casa, nel suo mondo dorato dove nessun problema avrebbe potuto sfiorarla….
Ma il silenzio non l'aiutava a distrarsi , non poteva fuggire senza sentirsi intorno i suoni e l'atmosfera di casa…
Ma dov'erano tutti? Ah, ricordò, sua madre era andata a fare spese con un'amica, suo padre doveva ancora rientrare dal suo viaggio e anche i suoi fratelli dovevano essere ancora in giro, presi dalle varie attività extra-scolastiche.

Scosse la testa e si ravviò i capelli con la mano nel suo gesto solito, sbuffò, proprio quando aveva bisogno di sentirsi attorno un po' del consueto caos familiare non c'era nessuno ad aiutarla… Niente vociare per le scale, niente litigate, nessun rumore dalla cucina, niente telefono che squillava in continuazione, niente urlare fuori alla porta della stanza di suo fratello per sovrastare la musica rock che ascoltava a tutto volume per passargli l'ennesima telefonata di un'altra ragazzina innamorata…

Amy cominciò a spogliarsi buttando i vestiti sul letto, si sentiva così stanca, stanca, stanca….
Intorno a lei la sua stanza sembrava chiudersi per proteggerla, le sorrideva cercando di richiamarla ai tempi spensierati della sua infanzia…
La sua stanza: Amy si guardò intorno come se dopo tanto tempo la rivedesse per la prima volta ; quella camera rappresentava la realizzazione dei suoi sogni di bambina, l'avevano arredata così per accontentarla nel suo desiderio di veder trionfare il rosa dovunque, come per rimarcare la sua femminilità. Lei che era la terza di quattro figli, tutti maschi, voleva che almeno tra le sue quattro mura non ci fossero dubbi: tutto le apparteneva, era suo, e lei era diversa da quei maschiacci dei suoi fratelli, lo testimoniavano ancora le sue vecchie bambole sulla poltroncina e le sue scarpette da ballo appese accanto al letto…

Intorno a lei tutto parlava della bambina che era stata, quella che aveva personalmente scelto tutti i particolari della sua nuova stanza,a partire dalla tinta dominante : rosa le pareti tappezzate di foto e quadri dalle tinte delicate, rosa la trapunta sul letto, rosa i rivestimenti della poltroncina e della sedia accanto alla scrivania, rosa le cornici degli specchi, quello della toeletta accanto al letto e quello lungo, tra la finestra e l'anta dell'armadio a muro, rosa il delicato motivo floreale della tenda,rosa le maniglie dei mobili laccati…

Ma cosa ci faceva lei, col suo umore grigio, i suoi pensieri bui e i suoi dubbi senza soluzione in quel tripudio di rosa ?

Quel mondo a tinte pastello contrastava inevitabilmente con la nuova Amy e lei lo sapeva… Era solo un particolare, diceva tra sé e sè, non era il colore della sua stanza che avrebbe migliorato le cose, ma era sempre un passo : doveva ammettere di essere cambiata… Non era più la bambina delle elementari che, tornata da scuola, si chiudeva a chiave nel suo piccolo regno e accendeva la radio ; le note riempivano la stanza mentre lei ballava sul letto cercando di imitare i passi di Madonna, cantando a squarciagola le sue canzoni in un improbabile misto di inglese e giapponese improvvisato, fino a quando, sfinita, si lasciava cadere pesantemente tra i cuscini e restava lì ansimante cercando di riprendere fiato osservando le stelline colorate sopra il suo letto, il suo piccolo planetario che s'illuminava al buio, suo padre le aveva portato quelle stelle da un suo viaggio negli Stati Uniti… Ma questo era stato prima che…

Rimasta in sottoveste si fermò a raccogliere sulla testa i suoi lunghi capelli biondo ramato e gettò uno sguardo distratto allo specchio.
Lo specchio le restituì l'immagine di una ragazza di sedici anni , abbastanza alta , slanciata , magra, molto magra, un po' troppo, dovette ammettere, quel periodo non era stato certo rilassante, doveva avere più cura di sé… Le gambe snelle, lunghe ed affusolate, i fianchi femminili messi in risalto dalla sua linea sottile, la vita piccola, tanto da renderle sempre difficile trovare la taglia giusta …E il seno alto, che spiccava nel busto esile pur non essendo particolarmente prosperoso, il viso dai lineamenti regolari e nel quale spiccavano gli occhi grandi, color nocciola, occhi da cerbiatta contorniati da lunghe ciglia scure e lunghe, occhi che parlavano di un'adolescenza non vissuta a pieno nella sua spensieratezza, e di una scelta forse troppo importante da portare avanti da sola.

Amy s'immerse nell'acqua calda della vasca, un bel bagno caldo l'avrebbe aiutata a rilassarsi, averebbe sciolto la stanchezza che intorpidiva il suo corpo e le impediva di reagire.
Sola , contorniata da una schiuma bianca e profumata poteva finalmente perdersi nei suoi pensieri e dimenticare…
Rimase immobile a lungo, fino a quando non cominciò a notare che la luce era diminuita nella stanza da bagno, era ormai quasi buio e presto la casa si sarebbe rianimata, fece per alzarsi e solo allora si accorse di quanto l'acqua si fosse raffreddata, le estremità del suo corpo erano quasi bianche per il freddo, con tutto quel pensare, come sempre, finiva col farsi del male, l'ultima cosa che ci voleva per il suo fisico già abbastanza debilitato era un'influenza causata dallo starsene troppo in ammollo.

Ancora in accappatoio e con i capelli raccolti tornò in camera, la casa era ancora troppo silenziosa e insolitamente tranquilla… Rumore, pensava Amy, ho bisogno delle voci familiari di quei pazzi dei miei fratelli… Sapeva che di lì a poco quella atmosfera strana si sarebbe dissolta e la casa sarebbe tornata alla vita: sua madre sarebbe tornata trafelata, scusandosi per il ritardo, e avrebbe cominciato a cucinare canticchiando le sue solite canzoni, suo fratello Matt, di diciassette anni, sarebbe rientrato stanco come sempre dopo gli allenamenti con la squadra di football, anche il piccolo della combriccola, Jason , stava per rientrare, giocava nella Mambo, frequentava l'ultimo anno delle elementari ed impazziva per il calcio, come sempre intorno a lei c'era qualcuno patito per quello sport… Il maggiore dei suoi fratelli, Nick, abitava ormai per conto suo: studiava medicina all'università di Tokyo e aveva preferito affittare un monolocale accanto all'università per poter seguire con più facilità le lezioni. Suo padre invece sarebbe tornato in Giappone solo a fine settimana, era all'estero per uno dei suoi soliti viaggi d'affari e spesso era costretto a trascorrere dei perodi lontano da casa e dalla sua famiglia.

Pensando a queste cose si sedette al tavolino da toeletta e prese una limetta per le unghie, per ingannare il tempo non c'era niente di meglio che dedicarsi un po' alla cura del proprio corpo… Poi, mentre il suo sguardo vagava distrattamente per la stanza, si soffermò ad osservare le tante fotografie che aveva attaccato alla parete di sughero colorato tagliato secondo la forma dello specchio : a destra c'erano le foto più recenti, soprattutto immagini della squadra della Mambo, quando ancora faceva la manager, e poi foto di lei accanto a Julian dal primo campionato nazionale fino alla sua ultima partita… E poi c'era quell'immagine a lei tanto cara, una delle sue preferite : la foto della nazionale giovanile scattata in occasione della partita di esordio giocata in Giappone prima che tutti partissero per i mondiali di Parigi …
Quanto era stato divertente il ritiro prima della partita , ricordò Amy , lei era sempre stata l'unica manager della sua squadra e , trovarsi insieme a Patty, Susie ed Evelyne era stata un'esperienza nuova , avevano legato subito e lei aveva passato quasi tutta la notte prima della partita a parlare con Patty dei loro capitani : lei l'eterna ancella di Julian e Patty , la sempre allegra manager della New Team, che spasimava senza sosta per Oliver…

E chi avrebbe detto che le cose sarebbero andate in quel modo?

Nella foto tutti sorridevano con aria sicura, anche loro, le quattro ragazze, erano riuscite ad intrufolarsi nella foto, reclamando il diritto di essere immortalate accanto ai giocatori di cui si prendevano cura incessantemente…Dopo le prime proteste da parte di Landers l'avevano spuntata, si era detto che senza di loro, le colonne femminili della squadra e senza i loro manicaretti la squadra non sarebbe stata la stessa…
A quel punto tra le risate generali le ragazze si erano fatte largo tra i giocatori ed i loro visi sorridenti ora la guardavano dall'immagine patinata: lei e Patty erano semplicemente raggianti, avevano conquistao i posti d'onore, accanto ai loro beniamini ; Patty sorrideva accanto ad Oliver, i suoi occhi nerissimi illuminati, il viso un po'arrossato chissà se dal sole preso il giorno prima o dall'emozione… Aveva compiuto la mossa "azzardata" mettendo un braccio intorno a quello del suo amato capitano. Amy ricordava perfettamente la scena: Oliver si era voltato verso Patty stupito, poi aveva guardato la compagna ricambiando affettuosamente il sorriso… Infatti nella foto Oliver non guardava verso l'obiettivo, ma osservava la ragazza ; un po' più in là Susie, che si era accorta della mossa dell'amica , osservava i due con aria di disappunto, la si vedeva imbronciata tra Callaghan e Mellow . Evelyne invece era stata ritratta accanto a Bruce che aveva posato una mano sulla sua spalla , lei non si era scomposta, troppo concentrata ad osservare Holly e Patty, un largo sorriso le illuminava il viso, si vedeva che doveva essere davvero molto affezionata all'amica… Lei e Julian vicini vicini si guardavano di sottecchi, entrambi stranamente agitati, del resto solo la sera prima per la prima volta lui era mostrato particolarmente attento nei suoi confronti….
Per tutti questi motivi Amy amava quella foto, le sembrava così vera…
Eppure il fotografo l'aveva subito scartata, scattandone un'altra nella quale tutti apparivano composti e sorridenti, secondo l'immagine che il paese voleve dare della sua squadra.
Ma lei amava quell'immagine che mostrava i sentimenti che legavano i ragazzi gli uni agli altri e sapeva che anche Patty ne aveva una copia che teneva incorniciata sulla sua scrivania…

Allo stesso modo amava quella foto della sua infanzia, quella che la ritraeva accanto ai suoi migliori amici di allora: alla fine di una gita in montagna suo padre aveva scattato quell'istantanea che ora lei osservava con affetto, ricordando… Lei , bambina di sette anni, i capelli lunghi raccolti in due codini, seduta per terra , i gomiti poggiati sulle gambe incrociate, si protendeva verso l'obiettivo con l'aria stanca,ma felice , le guance ancora arrossate per le corse di quella giornata… Alla sua sinistra un bambino della stessa età sorrideva, il suo sorriso aperto e gentile era uno dei ricordi più cari dell'infanzia di Amy , gli occhi e i capelli nerissimi , le braccia attorno alle ginocchia piegate,
un pallone da calcio tra i piedi …Allora, come sempre… Dall'altro lato una bambina dai capelli di un nero lucente, tagliati a caschetto , guardava l'obiettivo con i suoi luminosi occhi azzurri, sul viso grazioso un'espressione furba e birichina, le fossette agli angoli della bocca messe in risalto dalla sua risata allegra… Ma adesso, si chiese Amy osservando il volto della bambina , chissà dove sarà…

- Amy!- chiamò una voce maschile dal corridoio - Ci sei? -

Tornò alla realtà bruscamente, strappata lontano dal suo viaggio nel passato

- Sì, Matt, sono in camera! Vieni pure!- rispose chiudendo meglio l'apertura dell'accappatoio. Pochi secondi dopo un ragazzo alto, dai capelli un po' lunghi e lievemente ondulati, biondi come quelli della sorella entrò nella stanza
- Meno male, almeno qualcuno è in casa! Mi stavo chiedendo dove foste finiti tutti!- esordì il ragazzo col suo solito sorriso aperto
- Be' di sicuro mamma starà per tornare… E tu , ti sei allenato fino a quest'ora?-
- Già… Ma che hai? Hai l'aria distrutta…-

Si era fatto serio all'improvviso, preoccupato dalla stranezza della sorella, Amy sorrise cercando di risollevarsi il morale, ma anche così non poteva ingannare Matt: a dispetto del suo aspetto, il viso dai lineamenti regolari, ma forti e decisamente maschili, il fisico imponente, dalle spalle larghe e forti, la muscolatura scolpita da anni ed anni di sport , era un ragazzo estremamente sensibile, soprattutto per ciò che riguardava la sua adorata sorellina. Anche se aveva solo tredici mesi più di Amy, Matt amava sentirsi responsabile per lei e giocare il ruolo del premuroso fratello maggiore, era un ruolo che sentiva suo più di quello , comunque gradito, di capitano della squadra di football della squadra acclamato da ragazze e tifosi.
Amy era ugualmente affezionata a suo fratello, tra i tre Matt era quello col quale aveva stabilito un rapporto speciale, c'era un legame molto forte tra loro, si capivano senza nemmeno bisogno di chiedersi spiegazioni e, d'istinto, sapevano sempre qual'era la cosa migliore da fare, se parlare o tacere, o semplicemente stringersi e lasciare passare un brutto momento.

- Sto bene, Matt, davvero.- rispose sorridendo - Stavo solo ricordando…-
- La solita nostalgica!- commentò Matt posandole una mano sulla testa - Dovresti rendere il tuo presente più interessante del passato, o non riuscirai ad andare avanti.-

Colpita! Come sempre Matt era andato dritto al centro della questione…

- Mi sento solo un po' strana… Sai, oggi Julian è stato dimesso…-
- Ed è per questo che invece che essere da lui a festeggiare sei qui in accappatoio con l'aria da zombie?-

Di nuovo! Amy sorrise scuotendo la testa, non sapeva nemmeno spiegare a sé stessa il perché si sentiva in quel modo, figuriamoci se riusciva a parlarne a qualcun altro…

- Non m'inganni, sorellina, tu hai qualche altro problema per la testa… Perché non mi dici cos'è?-
- Non ho problemi, Matt, sono solo un po' stanca… E' stato un periodo stressante, ho bisogno solo di recuperare…-

Non era poi del tutto falso e Matt lo capì: capì che sua sorella aveva scelto un modo delicato per dire quanto si sentiva depressa in quel periodo e quanto bisogno aveva di essere capita ed aiutata ad uscirne

- Sai, stavo pensando di dare una rimodernata a questa stanza… - cambiò argomento la ragazza tornando a guardarsi intorno, Matt la scrutò serio
- Per dare una volta per tutte un taglio col passato e rifiutarti di riconsiderare le tue scelte?-

Amy abbassò lo sguardo sospirando, il ragazzo continuò a parlare

.- Guarda che non è cambiando i mobili che ti sentirai meglio! Non puoi pensare che basti chiudere gli occhi e non vedere perché certe cose spariscano dalla tua mente! Devi essere convinta di quello che stai diventando, perché solo se le tue scelte rispecchiano veramente ciò che desideri ritroverai l'equilibrio!-

Tutto d'un fiato le aveva detto ciò che pensava, non aveva mai approvato l'eccessiva dedizione con la quale sua sorella si occupava di Julian, la capiva , certo, ma non condivideva quella scelta che stava soffocando una ragazza dal potenziale infinito relegandola ad un ruolo di eterna ancella.
Non aveva particolare simpatia per Julian e non ne aveva mai fatto mistero, ma non era quello il punto; da quando lo aveva conosciuto Amy sembrava essersi spenta a poco a poco, fino a trasformarsi, ad abbandonare tutto ciò che la caratterizzava, che la distingueva dalla massa di ragazzine insignificanti che lui si vedeva attorno ogni giorno.
Non aveva fatto nulla di particolare per allontanare la sorella da un rapporto così strano e frustrante, aveva troppo rispetto di lei per non considerarla perfettamente in grado di prendere da sola le sue decisioni, ma quando l'aveva vista rifiorire, tempo prima, non aveva potuto impedirsi di pensare che se solo Amy si fosse allontanata da quel ragazzo sarebbe tornata quella di un tempo…

- Matt, te l'ho detto e ridetto, questa è la mia vita e scelgo io come viverla!- replicò lei seccata, sapeva della ostilità di suo fratello nei confronti di Julian e le dispiaceva che, in quel caso, non riuscisse a capire i suoi sentimenti… O forse le dispiaceva di più che Matt avesse capito QUEI sentimenti, quelli che si stava sforzando di reprimere ed ignorare, quelli che non voleva affrontare, quelli che nemmeno voleva ammettere di provare…
- Contenta tu…. Ma c'è un'altra cosa di cui volevo parlarti.-
Amy fissò gli occhi seri del fratello con aria interrogativa
- Ha telefonato il tuo insegnate di musica…-
Sul viso di Amy comparve un'espressione sorpresa e terrorizzata assieme, Matt si affrettò a tranquillizzarla
- Ho risposto io, non preoccuparti, non ne ho parlato con la mamma… Ma è lo stesso, Amy, non mi piace quello che ho sentito!-
La ragazza tornò ad abbassare lo sguardo giocherellando con la limetta ancora tra le sue mani
- Il sig.Conrad chiedeva se per caso avessi deciso cosa fare e se … La tua pausa dal pianoforte durerà ancora per molto… Amy, come hai potuto arrivare a tanto? Il piano è sempre stato la tua prima passione! Come hai potuto abbandonarlo così, senza dire niente a nessuno poi!-
- Ho dovuto, Matt! - ribattè lei energica - Ho dovuto farlo perché dovevo occuparmi di qualcosa di più importante e nessuno avrebbe capito… -
- Che cosa c'è da capire? Cosa se non che sei pazza e stai rinunciando a tutto per quello lì!? Prima la danza, poi il teatro, ma il piano… Se rinunci anche alla musica cosa pensi di fare di te? Non puoi vivere solo per Julian! Se ti ha chiesto di fare una cosa del genere è solo un egoista e non merita un simile sacrificio!-
- Lui non mi ha mai chiesto niente! E' stata una mia scelta e se vuoi saperlo lui non ne sa nulla!!!! Perciò invece di esprimere giudizi, se vuoi proprio aiutarmi , tieniti per te questa storia… Io riprenderò presto, appena lui starà meglio…-
- Certo, Amy, com'è stato le altre volte… Io ti voglio troppo bene per vederti così…-
- Anch'io ti voglio bene, Matt, ma sento che sto facendo la cosa giusta… Almeno tu non ostacolarmi, ti prego.-

Il ragazzò annuì e strinse tra le sue mani grandi e solide quelle della sorella, quelle stesse mani che sapevano dare vita a melodie spendide e che forse avevano smesso per sempre di danzare sui tasti del pianoforte che troneggiava al centro del salone di casa.
Cercò comunque di mascherare la sua preoccupazione e decise di lasciarle il tempo di capire da sola la cosa migliore per lei.
Appena il fratello fu uscito dalla sua stanza Amy si rivestì sospirando, si sentiva così confusa… Perché Matt sapeva sempre esattamente cosa dire o fare per costringerla a riflettere?

Oh, Matt, Matt, io so che hai ragione, la parte più nascosta di me grida con tutte le sue forze e mi spinge a non compiere questo passo… Ma cosa sarà mai se smetto di studiare musica? Non vuol dire certo che la mia passione per il piano sia diminuita, ho solo bisogno di tempo per altre cose… Per occuparmi di Julian , certo, perché sento che ora lui è tutto ciò che conta per me, lui e la sua rinascita hanno la precedenza su tutto in questo momento.
E poi, io voglio essere con lui, e non solo perché gliel'ho promesso, è una cosa che sento dentro… Come potrei tirarmi indietro?
Cosa vuoi che sia perdere qualche mese di lezione rispetto alla felicità di una persona alla quale tengo tantissimo? Come posso sentirmi tanto male pensando ai miei stupidi problemi , come posso anche solo pensare di chiamarli problemi questi sciocchi pensieri dopo aver visto Julian che lottava per vivere con tanto coraggio? Sono solo una bambina stupida e viziata che non sa nemmeno quali siano i veri problemi! Eppure ho avuto modo di vederli da vicino… Sono un'egoista! E Julian si meriterebbe di più di una stupida che in un momento simile non può fare a meno di pensare solo a sé stessa…Dovrei essere lì con lui, felice a fare progetti per la stagione che sta per cominciare invece di piangermi addosso pensando a me, al pianoforte e alle scelte che ho preso…
Ma questa è l'ultima volta che mi comporto in modo tanto infantile, da domani ci sarà un'altra Amy, una ragazza che saprà finalmente dimostrare a tutti di esser convinta della sua decisione, andrò avanti senza rimpianti… Anche se…



Lo sguardò si posò di nuovo sulle foto accanto allo specchio della toeletta ed Amy sospirò osservando tra i visi delle persone che la osservavano dalle istantanee un ricordo al quale dire addio…
Si avvicinò alla finestra e osservò la luna alta nel cielo, una parte di vita finiva… Una nuova Amy nasceva, pronta a vivere con una forza nuova , senza debolezze.




FUJISAWA

La luna brillava alta nel cielo, la sua luce argentea si rifletteva nei grandi occhi neri di Patty.
Al buio, prima di andare a letto, la ragazza si era fermata ad osservare il cielo stellato.
Lo spettacolo della luna piena che illuminava il cielo col suo chiarore etereo l'aveva rapita ed ora, seduta sul davanzale Patty guardava in alto, scrutava l'orizzonte con attenzione, come se si aspettasse di vedere scritta tra le stelle la risposta ai suoi dubbi di sedicenne confusa…

Quel pomeriggio, solo poche ore prima, lei ed Oliver erano stati a lungo a chiacchierare sulla collina del grande albero, ed era stato così insolitamente… Rilassante, già .
Strano, non c'era stato né imbarazzo né tensione, avevano parlato del più e del meno, mangiando gli onigiri che lei aveva preparato per la squadra, scherzando sulla scena vista poco prima tra Benji e Cat… Era da tanto che non trascorrevano un po' di tempo insieme sentendosi così a loro agio… O forse non si era sentita mai così serena come in quel pomeriggio primaverile…
Eppure, solo poco prima, Holly le era sembrato così stranamente nervoso e distante…

Era vero che l'umore dei ragazzi della loro età cambiava per un nonnulla…

E poi era successa quella cosa strana… Ancora adesso non riusciva a spiegarsi come si fosse creata quella situazione… Nemmeno era convinta che fosse una scena reale quella! Ricordava che ad un certo punto si erano ritrovati a guardare in su , ad osservare le nuvole rossastre che striavano il cielo sereno…
Ed era cominciato così il gioco che entrambi avevano detto di fare da bambini, riconoscendo nelle strane forme delle nuvole qualcosa di reale… E scherzando avevano trovato un pesce, una torta, un orso , il solito Brasile…
Patty rideva divertita mano a mano che le varie forme le venivano illustrate da Oliver, che steso sul prato le indicava la nuvola da decifrare… Lei rspondeva prontamente e dava la sua versione, fino a quando lui non le aveva detto di vedere in una nuvola tonda dall'aria buffa e apparentemente anonima la faccia di Bruce.
Tra le risate che le facevano addirittura uscire le lacrime, lei aveva confessato di non capire come potesse vedersi un viso in quella nuvola schiumosa , ma lui aveva insistito e allora lei, d'istinto si era stesa accanto a lui per provare a guardarla dalla sua posizione… Ed aveva dovuto ammettere che era vero! Ridendo come due bambini i due non si erano nemmeno accorti di quanto fossero vicini…

Patty chiuse gli occhi ricostruendo mentalmente la scena: lei che ridendo si volta verso di Holly e si ritrova col viso a pochi centimetri dal suo…
Non erano mai stati tanto vicini prima di quel momento e Patty si sentiva ancora emozionata …

Per un momento aveva letto negli occhi di lui il desiderio di superare anche quell'ultima distanza…

E lei si era scoperta a desiderare che accadesse proprio lì in quel momento…

E chissà cosa sarebbe successo se Evelyne non fosse arrivata all'improvviso chiamandola a gran voce per poi scappare via velocissima appena aveva visto le loro teste emergere dietro la curva della collinetta… Ma , ormai , il momento magico era passato…

Sulla strada di casa Patty aveva quasi desiderato uccidere l'amica che, seppur involontariamente, aveva finito con lo spezzare l'incanto di quel momento…

Dopo tutti quegli anni, si disse Patty, forse era arrivata la svolta…A meno che non si fosse trattato di un errore era chiaro che tra loro poteva esserci qualcosa… Ma che errore poi? Quale poteva essere stato l'errore? Più che errore magari si erano lasciati trasportare dalla situazione… Ma se fosse stato tutto vero, invece? Se era così che le cose doveveano andare, se entrambi avevano desiderato qualcosa di più allora…Allora voleva dire che non aveva passato gli ultimi anni della sua vita a costruire fantasie irrealizzabili, ciò che sentiva dentro era reale, anche lui, nonostante sembrasse indifferente poteva provare qualcosa per lei…

Al solo ripensare alla sensazione provata qualche ora prima Patty sentì dentro lo stesso calore provato quando , un anno prima la squadra era tornata dai mondiali .
Lei era così depressa perché Oliver era partito per il Brasile senza neppure poterla salutare… Era andata lo stesso a salutare i ragazzi all'aeroporto, da brava manager , ma poi , vedendo i loro visi familiari spuntare ad uno ad uno dall'uscita della sala degli arrivi, si era sentita tanto sola, per la prima volta la squadra rientrava senza il suo capitano…
Poi si era trovata davanti Tom, sorridendo il ragazzo le aveva messo tra le mani un pacchetto colorato ed una busta "Questo ti farà sorridere di nuovo" le aveva detto solo… E così era stato….

Anche allora aveva creduto che le cose stessero finalmente cambiando… E aveva poi dovuto affrontare la delusione , quando , anche dopo il ritorno di Holly dal Brasile , tra loro non c'era stato nessun progresso, anzi, sembrava che lui fosse indifferente più che mai…
Ma cosa poteva mai essere successo mentre era lontano? Qualsiasi cosa fosse, Patty la temeva; per istinto sentiva che doveva combattere contro quel"qualcosa" che aveva in così poco tempo distrutto il fragile castello di sogni che aveva costruito in quegli anni…

Non posso permettere che succeda di nuovo… L'ho già passato una volta e non voglio ricaderci, ho paura… Non voglio soffrire per colpa di un attimo di illusione, voglio che stavolta sia tutto vero…Voglio che non ci siano più passi indietro, voglio andare avanti…
Perché tanto restare così è inutile, non farà crescere nessuno dei due e , se proprio deve andare male…. Voglio averla vissuta, voglio poter dire di aver messo in gioco me stessa, perché davvero non ne posso più di questa situazione. Resatare così è un inutile stillicidio e non ci porterà da nessuna parte… Perciò adesso basta con le paure : dovunque ci porti questa storia, io voglio andarci con le mie gambe…
L'indecisione non può aiutarmi, questa è la mia vita, la mia occasione e comunque vada…
Potrò dire di essermela cercata…






Lo stesso cielo , la stessa luna che brillava nel buio diffondendo attorno il suo chiarore argentato.
Oliver osservava il manto nero tempestato di piccole luci , ma non era lo splendore della luna piena ad incantarlo, in piedi, la spalla sinistra appoggiata al vetro guardava verso l'alto e pensava…. Da un'ora ormai cercava di capire…
Com'era successo quello che era successo?
Ma si poteva dire che davvero era successo qualcosa?!
O era uno strano sogno?
No, questo era sicuro, non era stato un sogno, quel pomeriggio, solo poche ore prima, senza capire come fosse successo, si era ritrovato il viso sorridente di Patty a pochi centimetri di distanza e …. Era così tremendamente carina, gli occhi lucidi per il gran ridere, il sorriso solare…
E lui si era ritrovato a desiderare di baciarla…
Per la prima volta aveva avvertito per Patty quella sensazione che apparteneva ad un altro mondo, ad una situazione diversa, ad una persona diversa…. Allora perché quella sensazione si era fatta sempre più forte ?
E se non fosse arrivata Evelyne… Sarebbe riuscito a controllarla o…

Mamma mia, se prima ero confuso adesso… Credevo che non fosse possibile, invece… Il mio cervello ormai sta per fondersi, non so nemmeno spiegarmi com'è saltata fuori questa storia… Insomma, solo stamattina mi sono alzato con quella meledetta canzone che mi ha fatto ricordare… Ed ero convinto del mio stato mentale piuttosto precario in verità…. E adesso questa storia di Patty si sta muovendo in modo incontrollabile! E' che sono stato così bene con lei… E lei ha sempre questo strano effetto su di me, mi dà pace, non so… Col suo sorriso è riuscita in un attimo a mettere a tacere i pensieri che mi stavano rovinando il cervello da stamattina, sono stato talmente bene con lei che… Devo ammetterlo, sono stato talmente bene da pensare che devo smetterla con tutti questi dubbi e lasciare che le cose vadano da sole e magari , perché no…

Patty, la sua immagine sorridente era ancora davanti agli occhi di Oliver, rivedeva il suo viso vicinissimo al suo e non poteva fare a meno di sentire il suo cuore partire a tutta velocità ripensando a quello che aveva desiderato fare…
Eppure perché, proprio mentre sembrava essere riuscito a chiarire i suoi sentimenti, vedeva accostarsi all'immagine di Patty un altro viso, un altro sorriso…
Forse aveva ancora un po' di strada da fare per capire davvero cosa provava .
Prima di tutto doveva assicurarsi che quello che era accaduto con Patty quel pomeriggio non fosse solo il prodotto di una suggestione data dalla particolare atmosfera … E dalle continue pressioni esercitate su di lui dai suoi compagni.
Eppure sembrava tutto così perfetto…

Ma se Evelyne fosse arrivata solo cinque minuti più tardi cosa sarebbe successo su quella collina, nella luce calda del tramonto ?

FINE CAP . 1


NB. La canzone citata è " Baby can I hold You " ( versione ) dei Boyzone !
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