...VI DICHIARO MARITO E MOGLIE

DISCLAIMER: Tutti i personaggi sono proprieta' di Tsukasa Hojo,Sunrise, JumpComics,Star Comics e degli aventi diritto.
Jack Durrix, Seto & Satoshi Ayase e Meiko Kamigi sono invece proprietà della sottoscritta!
RATING: PG-15 (violenza,, qualche paroluccia, horror, e chi ne ha più ne metta ^___-)

Aggiungo anche che mi scuso se ci sono delle parti un po' inverosimili... Perdonatemi, ma non sono un medico e non me ne intendo! Per cui, ve ne prego, passatemele per buone! ovviamente, si accettano suggerimenti!

CAPITOLO 6

IL RISVEGLIO
(OVVERO: Quando Kaori finalmente si risveglia dopo un lungo sonno, e quando i non-morti si risvegliano dalla morte)


Sentiva freddo, molto. Ma non era soltanto un freddo fisico, che le aumentava il mal di testa che la stava facendo risvegliare, era un freddo più profondo, più mentale, psichico... Cercò di alzarsi, prima di aprire gli occhi, ma il malditesta glielo impedì. Allora, aprì lentamente un occhio. Era buio, molto. Era svenuta? Ma dove? Chi?

- Oh mio...- disse, mettendosi a sedere di scatto, e aumentando così il dolore al capo di botto. Si prese la testa tra le mani, le faceva molto male. Una lacrima le scese, per il dolore, il freddo, la stanchezza.

- Kaori piange, triste?- chiese una voce, alla sua destra, o così le sembrava.

Quando finalemnte riuscì a focalizzare lo sguardo, lo vide. Era un uomo, o così doveva essere stato, ingobbito dal tempo e da chissà cos'altro, sporco, le vesti lacere e scure, i capelli grigi lunghi, e così la barba, ma non riusciva a scorgergli il volto, nascosto sotto la frangia e troppo lontano... Vide le mani, lunghe, le dita affusolate, erano ricoperte da cicatrici, vesciche... Di coporatura media, sembrava però troppo magro, come sfinito dalla fame.

Sembrava un mostro delle fiabe.

Ma non era cattivo.

Kaori lo sentiva, era come un'aura che poteva percepire attorno a quell'essere. Non era cattivo, non era pericoloso. Almeno al momento.

- No, ho solo male al capo- rispose lei, cercando di non sembrare troppo impaurita - vieni qua - aggiunse - vieni da me, Seto.-


Stava cercando di restare calmo, ma era praticamente impossibile, per lui. Sparita. Kaori era SPARITA! Quel bastardo! L'avrebbe ammazzato, fatto a pezzetti, preso a calci, se l'avesse toccata solo con un dito, anzi con mezzo dito!

Doveva avvisare Saeko. Ed in fretta, anche.

Scivolò velocemente nel guardaroba e, senza esitazioni, prese l'abito da sposa di Kaori, e ne strappò l'orlo semplice. Kaori non ne sarebbe stata molto felice, osservò. Trovò il micro-trasmettitore in pochi istanti, lo accese, e se lo mise nell'orecchio. Mentre cercava di comunicare, stracciò la fodera della propria giacca matrimoniale, e ne estrasse la pistola, prima di sentire un rumore provenire dalla stanza principale.

"Ci siamo" pensò Ryo, respirando a fondo. Stava per aprire la porta della stanza, ma poi si fermò, e si voltò, a guardare l'abito da sposa di Kaori, della *sua* Kaori. La rivide mentre giungeva all'altare accompagnata da Mick, e cercò di imprimersi quell'immagine nella mente. Sperando non fosse davvero l'ultima che avrebbe visto prima di morire.


- Detective?-
- Cosa c'è, agente?-
- Il micro-trasmettitore è acceso. Non trasmette, ma è acceso.-

Osservando il proprio riflesso chiaro, spettrale, alla finestra, la donna sorrise, un sorriso amaro.

- Prima del previsto- mormorò.
- Sì, detective Nogami-
- Non era una domanda, agente- rispose lei, senza cambiare tono di voce, il tono piatto e sicuro con una vena autoritaria era l'unico che funzionasse, quando si era una donna nella polizia.
- Andiamo- aggiunse - Chiami TUTTI, e nel minor tempo possibile. E' chiaro?-
- Sì, detective.-
- Bene- rispose lei, allontanandosi dalla finestra e raggiungendo la porta. In corridoio, tre figure aspettavano, due donne ed un uomo, seduti su poltrone trasportate lì in malo modo e solo per l'occasione.
- Andiamo - ripetè di nuovo - I giochi sono iniziati-


In realtà, non voleva vedere il volto di Seto. Aveva troppa paura...
Durante il sogno, aveva capito che il direttore attuale della HoneyMoon non era Seto, ma Satoshi. Avrebbe dovuto capirlo subito, ma non ci era riuscita. Forse erano tuti quegli anni di distanza dall'ultima volta che li aveva visti, forse non aveva voluto vederlo, forse era troppo presa da Ryo... Sorrise, al pensiero di lui... Ryo... Almeno, se fosse morta, non avrebbe avuto rimpianti.... Si era fatto anche l'ultima donna sulla faccia della terra...

Satoshi aveva preso il posto del fratello dopo l'incidente. Ne era probabilmente uscito illeso, mentre Seto sfigurato. L'aveva nascosto da tutti, perché facesse i suoi comodi... Ma chi fosse l'assassino, non poteva ancora dirlo... Al mosaico mancavano molti pezzi, troppi, e lei non sapeva come muoversi... Guardarsi da Seto o farselo amico?

L'essere, che lei non riusciva comunque a riconoscere come l'amico del liceo, si avvicinò lentamente a lei, il capo chino, si sedette sulla sponda della brandina su cui era distesa Kaori. La stanza non era illuminata se non da qualche torcia, tre per l'esattezza, e non era grandissima. Quel tanto da contenere il letto della sua stanza matrimoniale, però.

Il modo in cui Seto chinava il capo, come pudico e vergognoso, la colpì molto. Sembrava un bambino spaurito, che cerca la sua mamma.

- Non devi aver paura di me, Seto- disse, anche se avrebbe voluto sentirle da lui, quelle parole.- Mostrami il tuo volto, ti prego-
- Seto... brutto - rispose, come gli fosse difficile parlare. Forse a causa dell'incidente, oppure per quella prigionia?
- Io non credo- rispose Kaori, cercando di restare calma, e di sorridere gentilmente.

Seto alzò il capo, e la ragazza, gli tolse i capelli dal volto. Non era preparata a tanto.

Dire che era sfigurato, era nulla... Del suo volto erano rimasti soltanto gli occhi azzurri, che erano comunque opachi, uno notevolmente più piccolo dell'altro, per le pieghe della pelle maciulata, bruciata, raggrinzita. Perché? Perché non l'avevano aiutato? La sua famiglia era ricchissima, perché non l'avevano curato, non avevano chiamato i migliori chirurghi plastici del mondo? Kaori gli accarezzò dolcemente la guancia, mentre iniziava a piangere, il mal di testa che non le dava più troppi problemi. Mai quanto il senso opprimente di dolore che le pesava sul petto.

- Kaori piange, triste?-
- No, sono felice di rivederti, Seto-


Aprì lentamente la porta della stanza-guardaroba, cercando di non fare rumore, e scorse Seto Ayase che osservava con un certo sguardo sadico il letto dove, fino a poco tempo prima, era sdraiata Kaori. Sembrava disarmato, se non per quel suo sorrisino da porco incallito (NdJ: ^^; senti chi parla, Ryo!). Saeba nascose la pistola sotto la giacca, e aprì completamente la porta.

- Non l'ho sentita bussare, signor Ayase- esordì brusco.

L'uomo, come se colto di sorpresa, alzò lo sguardo di scatto, cambiando espressione.

- Davvero? Eppure l'ho fatto, signor Ogura. Probabilmente non ha sentito, avendo la porta chiusa.
- Mi pare improbabile-
- Come preferisce lei-
- Cosa vuole?-
- Pensavo volesse lei, qualcosa da me- rispose lui, con un tono pacato ma con una punta appena distinguibile di sarcasmo.
- A cosa si riferisce, signor Ayase?- domandò Ryo con una certa nonchalance nella voce, appoggiandosi ad uno dei pilastrini in legno del baldacchino proprio di fronte all'uomo, guardandolo direttamente negli occhi. Seto sorrise.
- Kaori - rispose semplicemente, allargando il proprio sorriso.

Ryo sbiancò, non si aspettava una risposta così diretta. Cercò di riconporsi subito, ma gli risultò molto difficile. Seto aveva colto immediatamente il suo sgomento.

- Il signor Durrix, a quest'ora, mi aveva già puntato la pistola contro.-

Ryo lo guardò con freddezza... quell'uomo stava parlando di quelle cose restando nel contempo fermo a guardarlo, tranquillamente, come stessero parlando del più e del meno... Aspettava forse che fosse lui a fare la prima mossa?

- Jack è sempre stato un tipo impaziente- rispose Ryo, sorridendo, cercando di sembrare tranquillo quanto l'altro uomo, analizzando la situazione senza capire cosa fare.
- Anche lei un poliziotto, signor Ogura?-
- No - rispose Ryo - uno sweeper-

Seto sorrise ampiamente sollevando un sopracciglio.

- Interessante. Non ho mai violentato la donna di uno sweeper, prima d'ora-
- Dubito che arriverà vivo a farlo- rispose Ryo, cercando di usare lo stesso tono di voce pacato di Seto. Poi, in pochi secondi, lo afferrò per il bavero della camicia e lo buttò violentemente contro il muro, sollevandolo di almeno venti centimetri da terra.
- Ora dimmi dov'è Kaori, bastardo-
- Anche lei è molto impulsivo, signor Ogura- mormorò Seto, quasi senza fiato - Mi delude -

Ryo lo sollevò violentemente di ancora qualche centimetro premendo su di lui con il proprio corpo.

- Non ti conviene sprecare il fiato! DIMMI dov'è Kaori, o ti ammazzo su....-

Cadde a terra violentemente, lasciando libero l'altro uomo, che osservò attentamente la sua opera.

- Troppo in alto, peccato, avrei potuto tranciartelo in un colpo solo. Sarebbe stato meno indolore, non trovi?- sogghignò, guardando l'uomo accasciato per terra con un pugnale conficcato nella schiena, all'altezza dei reni.

- Ma come diavolo...-
- Non sprechi il suo fiato, signor Ogura. Sa come si dice? Nessuno è più veloce di un pazzo! E forse non lo sa, ma io SONO pazzo. No.. non si tolga il pugnale, signor Ogura. Le danneggerà qualche organo, e mio fratello non avrà il piacere di terminarla a modo suo.- aggiunse, sempre sogghignando, ad un centimetro dal viso di Ryo.
- Fra... tello?-
- Sì, signor Ogura. Mio fratello Seto. Non gliel'avevo ancora detto che il mio vero nome è Satoshi? No? che peccato! Ma ora lo sa... Mio fratello sarà qua tra poco... Intanto il veleno nel pugnale farà il suo effetto, non si preoccupi! Se sarà fortunato, sarà ormai in fin di vita quando Seto le farà... diciamo..la sua piccola operazione chirurgica. Non so si mi spiego.- si alzò, sempre sogghignando e si diresse verso la porta - Arriverà a momenti. Si diverta, signor Ogura, come io mi divertirò con sua moglie- aggiunse poi, richiudendo la porta dietro di sé a chiave e dirigendosi verso la porta a fianco aprendola con la stessa chiave e richiudendola verso di sé.


- Felice?-
- Sì, felice. E' tanto tempo che non ci vediamo, Seto. Tanto tempo.-
- Anche Seto, felice- mormorà la creatura (e come altro definirla?) producendo quello che sembrava molto un sorriso.

Poi, d'un tratto, si sentì un forte rumore, e sembrava che il muro tremasse. Seto si alzò in piedi di scatto, e con sguardo terrorizzato guardò la parete opposta a dove si scorgeva la fenditura grande quanto il letto nella stanza. L'afferrò per un braccio e prima che Kaori potesse dire qualcosa, la trascinò verso l'apertura dalla quale era venuto.

Si abbattè contro la porta in pietra, richiudendola con un tonfo. Poi correndo velocemente ma in un modo stranissimo, come un topo spaurito, prese un mobile dall'apparenza pensantissimo, e lo poggiò senza fatica contro la porta.

- Lui arriva. Lui arriva. Lui arriva- ripetè terrorizato.
- Chi Seto, chi?-
- Sato!- rispose guardandola con le lacrime agli occhi. - Sato- ripetè. - Arriva e vuole Kaori-

Kaori sospirò profondamente cercando di riguadagnare un po' di lucidità e tranquillità. Cosa doveva fare? Oltretutto aveva solo un lenzuolo a coprirla.... Un niente... Seto continuava a respirare affannosamente per la paura.

- Seto. Mi porti via di qui?- chiese lei, cercando di sembrare gentile. - Mi porti via di qui e mi dai qualcosa per vestirmi?-
Seto la guardò attentamente come un cucciolo smarrito. Poi annuì e le indicò una direzione con il dito scarno, dirigendovisi.
Proprio in quel momento qualcuno iniziò a sbattere contro la porta, cercando di spingerla, di aprirla. Seto sobbalzò, ed iniziò a tremare.

- Brutta bestia che non sei altro! Esci subito o ti ammazzo davvero questa volta! Idiota, cretino, apri! Apri immediatamente! O ti porto in mezzo alle altre persone. Ti faccio vedere alla tua amata Yoshi, bestia! C'è l'uomo che te l'ha portata via, di là, devi ammazzarlo! Come lui ha cercato di fare con te, deficiente! COsa aspetti! Apri ora!!!!!-

Lo sguardo di Seto si fece vuoto tutto d'un tratto, a quelle parole, un sorriso maligno gli si dipense in volto e si diresse nuovamente verso il mobile per spostarlo.

- Portata via...portata via...morire... ammazzare... portata via...mia...mia...-

Stava per uscire... Lasciare la strada libera per Satoshi... E andare ad uccidere Ryo? Cosa doveva fare lei?
Strinse il lenzuolo a sé.

- Seto... Seto, aspetta!-

L'uomo si bloccò, e Kaori vide lacrime che gli scendevano dagli occhi del tutto spenti, come se fosse diventato un altro contro la sua volontà.

- Seto, sono io, Kaori. La tua amica Kaori. Sato ti vuole fare del male! Se esci ti farà del male!-

Seto si allontanò dal mobile e la guardò.

- ... male?-
- Sì, Seto, male. Tanto. Ti fidi di me, Seto? Dimmi che ti fidi di me, ti prego!-
- Fidare?-
- Sì, fidare. Io ti voglio bene, Seto, sono tua amica. ANdremo via insieme, e ti aiuterò appena saremo lontani.-
- Aiutare?-
- Sì, aiutare. Aiuti me, ora?-
- Sì-
- Andiamo via, vero?-
- morire...mi ha portato via...- cercò di dire, come preso da un attacco di isterismo, come sconvolto da quello che aveva appena sentito ma nel contempo ancora sicuro sulla sua idea iniziale.
I colpi si fecero più potenti, come se ora usasse un oggetto per muovere la porta.

- Seto... L'uomo che Satoshi ti ha detto di uccidere, NON è l'uomo che ti ha portato via Yoshi!-
- No?-
- No! L'uomo che ti ha portato via Yoshi è Robert... Ti ricordi di Robert?-
- Robert.. sì-
- Quest'uomo è molto diverso da Robert, Seto, molto! Mi credi? Andiamo via?-

Nella porta c'era una fessura. Satoshi stava per arrivare... A prenderla.

- Diverso?-
- Sì, diverso-
- Via?-
- Sì. Via. Per favore.-
- Andiamo... via- disse, tornando completamente in sè, indicando nuovamente con il dito. Aprì una pesante porta in metallo con una chiava appesa ad una torcia spenta lì a fianco, e la tenne aperta per lei. Kaori entrò velocemente, e l'uomo la richiuse dietro di sè, chiudendo e lasciando poi la chiave nella serratura. C'era un lunghissimo corridoio nelle tenebre, davanti a loro, che sembrava gradatamente scendere.

Kaori si strinse ancora di più nel lenzuolo per il freddo, mentre Seto le passava davanti. Perché non accendere una fiaccola, si chiese. Ma poi si disse che, forse, l'uomo poteva aver paura del fuoco, dopo l'incidente che aveva subito. Iniziò a seguirlo, posando una mano sul muro. Stava gelando... Svestita e a piedi nudi... Ma una polmonite era il minimo che potesse venirle.


Osservò fuori dalla finestra della stanza adiacente a quella degli Ogura. La polizia aveva appena circondato l'edificio con almeno dieci automobili. E quell'idiota ... quella bestia, non avrebbe ucciso l'uomo. Non poteva farlo lui, dato che la polizia sarebbe arrivata nella stanza entro pochi secondi. Non aveva tempo da perdere in riflessioni. Richiuse con violenza la tenda e si diresse verso un punto del muro, lo sfiorò e si aprì silenziosamente un passaggio. Ovunque fosse andata, avrebbe trovato quella donna.


Non riusciva a muoversi... Era un dolore incalcolabile. Rimaneva lì disteso, accasciato a terra senza riuscire a muoversi, senza poter fare nulla per Kaori... Tra le mani di quelle due bestie... Cercò soltanto di puntellare le mani, ma non vi riuscì per il dolore... Come poteva essere così silenzioso e veloce quell'uomo? Come aveva potuto? O era stato proprio lui a dargliene l'occasione, scaldandosi tanto e non restando freddo e insensibile alle provocazioni?

Posò il capo per terra, cercando di respirare, ma anche quello gli procurava un dolore insopportabile. Chiuse gli occhi... Morire così... non poteva... non poteva... Kaori...

La porta si spalancò.

- O mio Dio, Ryo!- sentì la voce di Saeko in lontananza.
- Saeba... Saeba!- questa era Miki... Degli angeli erano venuti a portarlo via?

Voleva dire qualcosa di divertente, vedere le loro facce... Ma non riusciva ad alzarsi, neppure ad alzare il capo. Era la fine.

- Cosa dobbiamo fare?- tentò di chiedergli Umibozu chinandosi in ginocchio vicino a lui - Ryo, mi senti?-
- Il medico? Dov'è un medico quando serve? Dannazione!-
- Sono qua, sono qua!- esclamò una voce trafelata e ansante - O mamma...-

La scena non era delle migliori. L'uomo era sdraiato con la faccia contro terra, immobile. Uno stiletto all'altezza dei reni, il sangue che trasudava dalla giacca.

- Ryo? Ryo? Chi?- tentò di chiedergli la poliziotta, chinandosi accanto a lui di fianco ad Umibozu, mentre il medico si avvicinava alla ferita e si infilava i guanti di lattice.

Ryo cercò di trovare la forza dentro di sè per poter dire loro qualcosa.

- S..a...to e... seto.. ve...le...no....- mormorò in un rantolo.
- Non capisco!- esclamò Saeko innervosendosi maggiormente.
- Ha detto... Sato e Seto, e poi ha aggiunto "veleno"- intervenne l'omone, restando sempre inginocchiato accanto all'altro sweeper. La perdita di vista l'aveva portato a valorizzare maggiormente e restanti quattro sensi.

Saeko si alzò di scatto, dirigendosi fuori dalla porta, e Reika prese il suo posto accanto al capo di Ryo.

- Allora? Avete trovato il signor Ayase?-
- No, detective!-
- E allora trovatelo! E' anche un sospetto assassino. La voglio qua in meno di cinque minuti. E' chiaro?-
- Sissignore!- rispose in coro un manipolo di soldati prima di correre a fare quello che era stato comandato loro.
- Perdonami, perdonami, Ryo!- mormorava tra le lacrime Reika, accarezzandogli i capelli imperlati di sudore.
- Detective Nogami, quest'uomo deve andare immediatamente in ospedale. Per fortuna, lo stiletto non è entrato completamente nel rene, ma l'ha solo sfiorato. Ma così non posso comunque toglierlo, rischierei di toccare altri organi vitali. E dall'odore, quello che lui ha chiamato "veleno" è solo un potente tranquillante... Di quelli usati per gli animali di grandi dimensioni, però! Rischia di lasciargli problemi permanenti. Ha bisogno di essere operato, ed al più presto!-

Saeko fissò prima il dottore e poi l'uomo accasciato a terra praticamente ai suoi piedi. Sospirò e annuì.

- Chiamate immediatamente un'autoambulanza.- rispose, rivolgendosi agli agenti rimasti accanto alla porta della stanza.
- N..oo!- sentì però una voce, come proveniente dall'oltretomba, richiamarla. Gli agenti si bloccarono.
- Andate comunque- ordinò lei parentoria, poi tornò accanto a Ryo, chinandosi di fianco a Umibozu.
- Ryo. Tu non puoi..-
- K...a..o...r...i-
- Penseremo noi, a lei-
- No..o-
- Ryo!-
- U..m..i-
- Cosa vuoi da me, Saeba?-
- A..sa..ki... K..a..t...A..s..a..k.i-
- Vuo iche ti faccia quello che ho fatto a Kat quando eravamo in guerra?-
- S..ì-
- E' molto pericoloso-
- Lo... so...Fa..l..lo!-
- Cosa vuole Umi-chan?- chiese Miki chinandosi su Umibozu.
- Kat Asaki era un compagno durante la guerriglia. Un giorno, durante un assalto ad un nostro campo-base, lo colpirono con un coltello avvelenato proprio all'altezza dei reni. Rimanemmo solo Kat Ryo ed io. Trasportammo Kat per un buon pezzo di strada a spalla. Finché, nel mezzo della foresta, incontrammo un uomo stranissimo. Quello che io chiamo "lo sciamano"... Si avvicinò a Kat, lo curò e questi riuscì a riprendere a parlare e a muoversi. Dopo tre ore però, collassò e morì. Ryo, se ora ti faccio questo, tra due ore dovrai essere di nuovo qua, lo sai, no?-

Trattennero tutti il fiato.

- Fa...l...lo- rispose soltanto. Falco annuì. Si alzò e si spostò accanto al mendico, facendolo spostare. Ordinò a Miki di andare a recuperare acqua bollente, una tinozza e delle cannucce. Poi estrasse dalla borsa del dottore una forbice e tagliò la giacca e la maglia di Ryo in modo da lasciare il rettangolo della ferita, dove il sangue stava continuando ad uscire. Diede alcune brevi istruzione al medico che annuì paziente ed iniziò a frugare nella propria borsa in cerca di medicinali. Quando tornò Miki, assemblò le cannucce, e le chiese di restargli accanto con la baccinella alta. Poi, velocemente ma con precisione, afferrò lo stiletto e lo estrasse. Solo un mugolio venne da Ryo, e nient'altro. Umibozu afferrò la cannuccia e, la infilò al posto del coltello, iniziando a succhiaro delicatamente, e a far rovesciare il sangue nel catino quando arrivava a gocce. Si bloccava ogni tanto, e quando si accorse che il sangue non giungeva più in superfice da solo, come aveva fatto con il coltello, estrasse la cannuccia. Tenendo chiusa la ferita con le dita, vi passò sopra dell'acqua bollente mischiata con un qualche strano medicinale. Poi iniziò a fasciare molto stretto intorno a tutto il corpo di Ryo. Terminato, gli alzò il capo, e gli fece ingurgitare qualcosa. Rimaserò silenziosi per qualche minuto, anche se Saeko stava guardando Umibozu come volesse ucciderlo. Finché Ryo non iniziò a tossire un liquido scuro, riprendendo leggermente colore. Puntellò a terra con le mani, e riuscì lentamente ad alzarsi. Umibozu lo sorresse e lo mise a sedere sul letto. Poi iniziò a trafficare al proprio orologio.

- Parla, sbrigati. Hai 1 ora e 58- disse soltanto.

Ryo abbozzò un sorriso, per poi tornare serio.

- Sono vivi tutti e due- disse, con fatica.


Il muro era liscio e gelido, come il pavimento... Impercettibilmente, il corridoio continuava a scendere... Si chiese da quanto tempo ormai stesse camminando. Si sentiva sfinita. Ma forse, erano la tensione e l'incertezza a farle un brutto effetto... Vedeva la sagoma di Seto in lontananza. I suoi occhi si erano ormai abituati al buio.

All'improvviso, sentì il freddo aumentare, e il corridoio scendere bruscamente. Rallentò il passo, e posò il primo piede sul primo di una lunga serie, poteva dire, di scalini, scavati nel corridoio. Continuò ad appoggiarsi al muro mentre scendeva la ripida scala. Sentiva i passi di Seto rimbombare. Sospirò proprio quando il suo piede dolorante toccò l'ultimo scalino. Una sferzata di gelo la colpì all'improvviso, inaspettatamente. La stanza doveva essere enorme. Era ancora buio, e Kaori non riusciva neppure a vedere Seto. Iniziò a rabbrividire, e le scosse di brividi la fecero piegare in due e versare qualche lacrima. Si inginocchiò a terra stringendosi nel lenzuolo, singhiozzando. Non riusciva più a trattenersi.

- Kaori... piange? Triste?- sentì dire Seto, la sua voce gradualmente più vicina.
- No... non triste Seto... Ho... freddo... tanto freddo- mormorò, tra i singhiozzi, cercando di farsi capire. "Ryo , Ryo, Ryo, Ryo, Ryo", era il suo unico pensiero.
- Freddo?-
- Sì-
- Seto prende vestito per Kaori!- esclamò, quasi felice, l'uomo, allontanandosi da lei.

Kaori si asciugò lentamente le lacrime cercando di calmarsi. Ryo sarebbe arrivato presto a prenderla, a salvarla. Ma come, se non sapeva lei stessa dove si trovava?
Un nuovo attacco di pianto cercò di sopraffarla, ma questa volta Kaori fu più forte e riuscì a trattenersi. Percepì i passi di Seto e intravide una luce, come di una fiaccola.
Quando Seto fu più vicino, Kaori vide che portava una fiaccola nella mano sinistra, e qualcosa di bianco nella destra. SI avvicinò a lei e le porse l'oggetto bianco.

- No freddo Kaori adesso. No freddo- sillabò.

Kaori annuì, e prese dalle mani dell'essere l'abito, aprendolo davanti a sè, alla luce della fiaccola. Rimase a bocca aperta. Era... Il vestito di nozze di Yoshi! Per la precisione, il vestito di nozze della famiglia Ayase, quello che per generazioni avevano portato le spose del primo uomo della famiglia che si sposava. Lei lo aveva invidiato a Yoshi. Yoshi l'aveva disprezzato e odiato. L'aveva trovato troppo anti-femminista, ridicolo e insensato per poterlo mettere. Kaori lo trovava semplicemente meraviglioso... Anche in quel momento, alla luce di una fiaccola... Non era bianco candido, ma bianco antico. La parte superiore era interamente ricamata di fiori, una grande scollatura sul retro e sul davanti bordata con raso bianco lungo almeno dieci centimetri che formava naturalmente piccole onde lungo tutta la scollatura. Le maniche scoprivano le spalle, ma erano molto lunghe, e coprivano anche una parte delle mani. All'altezza dell'ombelico si attaccava la parte inferiore. Era sempre dello stesso bianco e ricamata, ma meno fittamente che il corpetto e con un unico motivo ondeggiante che richiamava i fiori della parte duperiore. Era molto lungo. Vi era anche uno scialle di lino ricamato, e delle bellissime calzamaglie ricamate anch'esse. E, cosa che non vedeva ora Kaori, ma che ricordava perfettamente, un bellissimo velo che doveva coprire anche il volto della sposa e che era fermato da una splendida coroncina di diamanti.

- Lo posso-posso mettere?- chiese, titubante.
- Tuo.- rispose Seto. Kaori non voleva sapere cosa davvero volesse dire.
- E' buio- aggiunse soltanto, sperando che Seto andasse a prendere altre torce e la lasciasse cambiare.
- Seto va a d accendere la luce- rispose, e si allontanò, lasciando la fiaccola posata a terra poco lontano. Kaori pensò che si riferisse ad altre fiaccole, ed iniziò a cambiarsi in fretta, infilando dapprima il collant. Incredibilmente, le stava tutto alla perfezione. Rassettò un attimo il vestito. Stava meglio. Non era caldissimo, ma quantomeno era vestita. Se voleva scappare, però, le sarevve risultato difficile. L'abito era molto, troppo, lungo.

Sentì un leggero vibrare, come di lampade al neon, e pensò che, dopotutto, quando parlava di luce Seto si riferiva proprio a quella elettrica. La luce si diffuse pochi istanti dopo per tutta la stanza. Lei chiuse gli occhi per l'accecamento, e li tenne chiusi per parecchi secondi. Poi, uno alla volta, li riaprì, lo sguardo inspiegabilmente catturato verso l'alto. Dal soffitto, 27 bellissime ed eteree donne la osservavano sorridendo.


- Cosa è successo?-
- Kaori era scomparsa, ti ho chiamato ma poi ho sentito un rumore, nella stanza c'era Seto Ayase, che, dopo avermi colpito, ha ammesso di essere Satoshi, e che suo fratello sarebbe presto venuto a "finirmi". Ma non è venuto nessuno.-
- Dov'è Kaori?-
- Forse lo so. Ma non ne sono sicuro... Intanto, Saeko, fai svuotare il più in fretta possibile il laghetto.-
- Il laghetto?????-
- Sì, c'è qualcosa al fondo. Una porta metallica-
- Vado immediatamente. Ma voi?-
- Andremo nella stanza a fianco. Deve essere pieno di passaggi segreti, questo posto. Ma noi non ci preoccuperemo di scovarli. Un po' di danni alle murature, non faranno peggio agli Ayase che la fine che li aspetta quando li avrò trovati...

Ryo aveva parlato con difficoltà, e respirando profondamente dopo ogni frase. Ma era rapido e risoluto come sempre, nonostante il dolore. Doveva salvare Kaori.

- Bene, allora io vado.- mormorò infine Saeko uscendo di fretta dalla stanza, i suoi ordini udibili anche da una grande distanza.
- Anche noi andiamo, Ryo.- esclamò Reika, alzandosi decisa e dirigendosi verso la porta.
- Vengo anch'io- mormorò il giovane in risposta.
- No!- sbottò lei, girandosi nuovamente verso gli amici seduti sul grande letto.
- Sì- le disse guardandola negli occhi. Reika non trovò parole da dire.
- Ci sarai d'impaccio- gli fece presente Umibozu.
- Più di un cieco?- ironizzò, in risposta, Ryo.

L'unico commento, prima di sollevarlo, fu un "umph" da parte di Umi. Nessuno però sorrise al battibecco fra i due.

1.48


Era paralizzata. Non riusciva neppure a piangere, o a tremare. O a distogliere lo sguardo.
Appese al soffitto, 27 involucri di cristallo contenevano 27 bellissime donne in abito da sposa.
Sembravano bambole di porcellana identiche...Identiche a Yoshi.
Aveva visto le fotografie delle donne scomparse. Chiunque fosse stato aveva tagliato loro i capelli e messo loro il trucco esattamente nello stesso modo in cui... Yoshi avrebbe dovuto essere il giorno del matrimonio. Il vestito era uguale per tutte... Quello che portava lei... Ma il suo era originale... Anche da lontano, vedeva il bianco sgargiante degli abiti delle "bambole"... Sarebbe toccato presto anche a lei? Di essere... imbalsamata...

Non riusciva a capire... Seto era l'assassino dei mariti... Satoshi stuprava le donne... Ma questo? Era opera di Seto?

Aveva visto tante, tantissime cose strane, macabre e orribili in quegli anni passati con Ryo... Ma nulla era come questo. Nulla poteva essere paragonato a quella scena... Era un film horror. Uno di quelli che vedeva la sera perché non c'era nient'altro alla tv tardi... Quando aspettava Ryo alzata... Ed ora era lei la protagonista.

Sapeva perfettamente che quel senso di disgusto non l'avrebbe più lasciata. E le espressioni di quei volti... Per fortuna non poteva vederli da vicino.

- Kaori...- sobbalzò al suono della voce di Seto, come se l'avesse risvegliata da un incantesimo...

Si voltò a guardarlo. Sorrideva felice e indicava le donne nelle bare di cristallo che ondeggiavano dal soffitto.

- ... Yoshi- disse, gongolante, entusiasta di poter mostrarle il proprio tesoro.

Aveva scambiato tutte quelle donne per Yoshi? Era possibile... Forse Satoshi gli aveva inculcato quell'idea per poterne approfittare. Ma lei era Kaori, nei ricordi di Seto. Forse non le avrebbe fatto del male.

- E' molto bella- mormorò Kaori, cercando di rendere sicura la propria posizione.
- E' mia- disse lui, in risposta.

Kaori sospirò... Solo quello voleva... Soltanto la donna che amava tanto e che l'aveva abbandonato e umiliato.
Povero Seto. Abbandonato anche dalla sua famiglia, sfruttato dal fratello dopo un incidente terribile, che forse l'aveva lasciato vivo per miracolo. No... Lei non poteva abbandonarlo.

- Seto... Tu non hai perdonato Yoshi?-

L'uomo la guardò spalancando gli occhi azzurri.

- Per..donato?-
- Sì, perdonato. Non le hai perdonato di aver sposato Robert?-
- Lei mia!-
- No Seto. Quella.. quelle... non sono Yoshi- mormorò, indicando le donne perfette nelle loro prigioni eterne.
- No?-
- No-
- Sato... detto...sì-
- Satoshi ti ha mentito, Seto. Lui ti ha mentito e ti ha usato perché voleva quelle donne. Non sono Yoshi. Yoshi è a casa sua, ora.-
- Mentito?-
- Sì- mormorò lei in risposta.
- No!- sbottò l'uomo, girandosi e dando le spalle a Kaori, scoppiò in lacrime.

Con gli occhi lucidi, lei si avvicinò a lui, gli girò attorno e iniziò ad accarezzargli il capo.

- Seto... Se tu vuoi davvero bene a Yoshi, devi perdonarla. Perché quando vogliamo davvero bene a qualcuno, dobbiamo essere felici per la sua felicità. Anche se per questa felicità dobbiamo rinunciare a loro... Capisci? Seto? Mi capisci?-
- Felicità?-
- Sì... La felicità della persona che amiamo, prima di ogni altra cosa-
- Yoshi... felice?-
- Sì. Yoshi è felice. E tu devi esserlo per lei...Hai capito?-
- Felice... per lei-
- Sì. Felice per lei... Non devi più cercarla, Seto. Lei è felice, e non tornerà. Vieni via con me, Seto. Io ti starò vicina.-
- Via?-
- Sì, via. Lontano da qui. Vieni?-

Asciugandosi gli occhi come un bambino, Seto la guardò a lungo. Poi sorrise, con quel suo sorriso strano e deforme ed esclamò:

- Sì!-
- Io non credo andrete da qualche parte.-


Umibozu appogiò Ryo al muro e afferrò un bazooka, distruggendo la porta in pietra e quello che la bloccava dall'interno. Penetrarono nella stanza in cui Kaori aveva convinto Seto ad aiutarla a fuggire e, vista la porta in metallo, distrusse anche quella, con un boato che rimbombò per il lunghissimo corridoio. Reika afferrò tre torce e le accese prontamente, dandone una a Miki e tenendone due in mano, entrando per prima nel corridoio per fare luce agli altri.

Iniziarono la discesa nell'inferno.

1.30


Sentì il boato coprire le parole di Satoshi e sorrise. "Ryo", pensò. Ryo stava venendo a salvarla.
Seto si ritrasse piagendo, al rumore. La testa fra le mani, si accucciò in un angolo singhiozzando e dondolandosi su se stesso.

- Dannazione- esclamò Satoshi, dirigendosi verso di lei. Kaori indietreggiò velocemente, fino a trovarsi letteralmente con le spalle al muro. Alla sua sinistra c'era un nuovo tunnel buio, ma non poteva addentrarvisi, era troppo rischioso. Satoshi, al contrario di lei, doveva conoscere bene quei luoghi.

L'uomo sogghignò mentre si avvicinava a lei.

- Finalmente ci rivediamo, piccola Kaori- sentenziò ridacchiando.
- Pensavo ci fossimo già rivisti quando fingevi di essere tuo fratello-
- Sai COSA intendevo- rispose, avvicinandosi bruscamente.

Kaori si schiacciò sempre più contro il muro, come se potesse darle un aiuto, lanciando uno sguardo implorante in direzione di Seto, che continuava però a piangere.
Satoshi la afferrò per un braccio e glielo strinse, l'altra mano sopra la testa di Kaori. Sorrise.

- Ora verrai con me, dolcezza. Ci divertiremo dopo-
- Lasciami andare, o finirai ammazzato-
- Io non credo proprio. Una volta nei cuniculi, non ci troverà più nessuno, mia cara.-

Kaori lo guardò glaciale. Doveva trovare il modo per restare lì fino a quando... Fino a quando non fosse arrivato Ryo.

- Andiamo- disse, strattonandola con una forza brutale. Kaori non riuscì a fermarlo, solo a sospirare per il dolore e a sussurrare, in direzione dell'uomo accovacciato in lacrime un breve - Seto, aiutami-
Satoshi la trascinò di peso all'entrata del secondo corridoio. Era buio e sembrava che folate d'aria gelida provenissero dal fondo del tunnel. Dopo alcuni minuti, stufo di trascinarla per il braccio, Satoshi si voltò e la schiaffeggiò.

- O ti muovi, signorina o vedi cosa sono in grado di fare!- urlò, parentorio. Poi, silenzio. Kaori rimase immobile aspettandosi un secondo schiaffo o un altro strattone, ma nulla. Poi, un rumore soffocato, infine, rumore come di corpi che lottano, uno spinto dall'altro. Kaori riprese l'equilibrio e si diresse velocemente da dove era venuta. Seto, era stato Seto?
Vide la luce della grande sala, affrettò il passo, ma qualcuno la afferrò per il piede. Cadde, il gelo del pavimento la accolse.

- Dove credevi di andare?- le chiese, tagliente, la voce di Satoshi Ayase che ancora la tratteneva prepotentemente per la caviglia. Cercò di rialzarsi, ma Satoshi la tenne stretta, e ricadde ancora una volta.
- Lasciami!- gridò con la voce che ancora le restava.
- Idiota, che fai?- gridò Satoshi, lasciandole la caviglia.

Kaori sentì nuovamente rumore di corpi che lottavano. Cercò di alzarsi, e si scoprì la caviglia dolente. Si appoggiò al muro per alzarsi proprio mentre la lotta sembrava avere di nuovo fine. Trattenne il respiro. Chi...?

- Kaori sta bene?- chiese la voce rauca di Seto, senza fiato.
- Ora sì- rispose lei, tirando un forte sospiro di sollievo - Ma non riesco a camminare bene. aggiunse, sottovoce.
- A...appoggiati- rispose.

Kaori passò un braccio intorno alle spalle dell'uomo, e Seto la sostenne per la vita, mentre tornavano verso la sala illuminata.

La luce la accecò, e Kaori socchiuse gli occhi portandosi una mano alla fronte. "Ryo", pensò.

- Kaori!- sentì la voce di lui urlare, prima dello sparo.


Si protese in avanti e l'afferrò, ma caddero entrambi a terra. Lo sparo rieccheggiò nell'enorme stanza. Vi fu un attimo di silenzio, come se il tempo si fosse fermato. Poi, un tonfo. Uno sparo. Un tonfo. La strinse forte, anche se il dolore aumentava ogni istante e lo bloccava quasi... La botta ricevuta alla schiena quando era caduto con lei tra le braccia l'avrebbe pagata a caro prezzo. Emise un sospiro di dolore e riaprì gli occhi. Davanti a lui giacevano due cadaveri. Voltò il capo, e vide Reika con la pistola in mano e le lacrime che le sgorgavano copiose sulle guance. Miki le si avvicinò e la strinse, e Reika gettò la pistola a terra, e si lasciò stringere dall'amica.
Kaori si mosse. Spostò lo sguardo su di lei proprio quando aprì gli occhi.

- Ryo?- mormorò lei. Lui annuì sorridendo. Umibozu si avvicinò a loro e porse una mano a Kaori per farla alzare, e con l'altra sollevò Ryo.
- Tu sei ferito??!?!- domandò lei, preoccupata.
Ryo annuì - Ma non sono il solo - aggiunse, indicando dietro di loro.

Poco lontano da Satoshi Ayase, ucciso da Reika Nogami, stava prono il corpo di Seto... Corpo con il quale aveva fatto scudo a lei. Corpo con il quale l'aveva spinta lontano, tra le braccia di Ryo.
Sollevando i lembi del vestito, Kaori corse accanto a lui. Si sedette e girandolo, gli prese il capo sulle ginocchia.

- Seto...- mormorò tra le lacrime - Grazie Seto...-

L'uomo aprì gli occhi azzurri velati di grigio.

- Seto.. muore-
- No! Io ti aiuterò-
- No, Seto muore... Kaori...vestito di Kaori- mormorò, indicando l'abito che la donna indossava. Kaori annuì piangendo. Poi, pensando che non potesse magari vederla, bisbigliò un dolce:
- Sì, grazie- e gli posò un bacio sulla guancia - Lo terrò con cura-
- Kaori... vuole bene a Seto? Almeno Kaori...-

Le si strinse il cuore... Non era giusto... Non era giusto...

- Sì Seto, ti ho sempre, sempre voluto bene-

Seto sorrise. E richiuse gli occhi, il capo gli scivolò di lato.

Kaori scoppiò a piangere. Miki le si avvicnò e la tirò su, abbracciandola. Kaori si lasciò stringere.

- Dobbiamo andare- mormorò Umibozu, afficinandosi alle due donne sorreggendo Ryo che sembrava visibilmente peggiorato.

Una nuova ombra di preoccupazione si dipinse sul volto di Kaori mentre osservava Ryo accasciato contro la spalla di Umi-chan.

- Cosa è successo?- chiese, preoccupata.
- Le spiegazioni a dopo, ora usciamo di qua- rispose il gigante.

Stavano per avviarsi verso il corridoio, quando si sentì un fortissimo rumore di metallo provenire dal soffitto. Spostarono lo sguardo e videro le bare di cristallo sollevarsi e una luce provenire dalla'alto.

- Serve una scorciatoia?- domandò la voce di Saeko sopra di loro.

CONTINUA...