La Leggenda dei Saiyan


-Secondo Capitolo-



Intanto, nelle prigioni del palazzo di Re Gulter…

-AH! Dannazione! Sono più dure dell'amianto queste stramaledette catene!- Imprecò irritato un giovane saiyan incatenato ad un muro di metallo.
-Reva, calmati…! Non sarà maledicendo queste catene che riusciremo a liberarci!- Cercò di calmarlo un'altra saiyan nelle stesse condizioni.
-Tu fai presto a parlare, Jana! A te non vanno stretti questi aggeggi infernali!- Si lamentò ancora il ragazzo.
-Smettila, non sei l'unico ad essere in catene qui dentro!- S'intromise un altro saiyan.
-Ah! Perfetto! Ora ti ci metti anche tu a darmi contro, Toma?!- Continuò spazientito il giovane.
-Ora smettetela! Tutti quanti!- Ordinò una voce austera uscendo dall'ombra in cui era incatenata.
-Siddan…! Io non centro! Hanno cominciato loro!- Esclamò Reva rivolto al figlio della principessa Veki.
-REVA!- Si stizzì Jana guardando il giovane amico. -Che schifo! Marciremo qua dentro! Sempre che il nostro benamato sovrano Gulter non ci faccia sgozzare prima!- Esclamò Toma con aria tristemente sarcastica.
-Non devi neanche pensarlo!- Lo interruppe brusco Siddan. -Syra verrà a salvarci, ne sono sicuro!- Ribatté deciso il saiyan.
-Syra… Ah!… Probabilmente gli uomini del Re l'avranno già mandata all'altro mondo! Non farti troppe illusioni, Siddan! A quest'ora l'anima di Syra riposerà accanto a quella di Broli nell'Ade!-
Siddan, in uno scatto di rabbia, cercò di alzarsi, trattenuto dalle catene, perdendo il controllo della sua aura. -NON DIRLO! Non osare mai più dire una cosa del genere, Toma! SYRA NON È MORTA! LEI CI SALVERÀ!-
-Hey, hey, hey! Tempo! Frenate un attimo!- S'intromise confuso Reva.
-Broli…? Che diavolo c'entra l'anima del Super Saiyan della Leggenda con quella della nostra Syra…?-
Gli altri tre saiyan abbassarono lo sguardo iniziando a spiegare la vera identità della giovane e comune amica. -Syra non lo sa… La principessa ha preferito tenerglielo nascosto perché Broli era in lotta con suo fratello Vegeta e temeva per la sua incolumità. Rammenti la voglia che Syra porta sul braccio destro?- Spiegò Jana.
Il ragazzo ci pensò un attimo poi ricordò. -Oh, sì. Quello strano simbolo con una mezzaluna sormontata da un tridente, giusto?-
Siddan annuì continuando il discorso lasciato incompleto dall'amica. -Proprio quello, Reva. Quello che tu chiami "mezzaluna sormontata da un tridente" è l'antico simbolo della nostra razza, l'emblema regale della stirpe saiyan.-
-L'emblema regale…? Ma che diavolo dici? Che accidenti ci fa sul braccio di Syra…? Non vorrete farmi credere che la nostra piccola guerriera è sul serio figlia della principessa Veki, vero?- Domandò ironico Reva.
-Infatti non è così.- Concluse Siddan lasciando poi la parola a Toma che continuò la frase. -Tu non puoi saperlo perché eri appena nato, ma noi lo ricordiamo bene anche se eravamo tutti fanciulli… Syra aveva appena un anno quando sua madre morì durante una delle battaglie contro gli uomini di Gulter, lei e Veki erano molto amiche e, in punto di morte, la madre di Syra fece promettere alla principessa di occuparsi della piccola. La voglia che Syra porta sul braccio è la testimonianza delle sue origini. Sì, Syra è la figlia di Broli, anche se non lo ha mai conosciuto… Crede che entrambi i suoi genitori siano morti in battaglia. Prima che Syra nascesse, Broli fu portato via da suo padre per cercare Vegeta, il fratello della principessa Veki, e vendicarsi, ma da allora nessuno ha più notizie di loro. Né di Broli, né di suo padre Paragass, né di Vegeta. Supponiamo che siano morti.- Poi Siddan terminò. -Mia madre mantenne fede alla promessa fatta crescendo Syra come una figlia senza però mai rivelarle che cosa stesse a significare la sua voglia. Il perché proprio lei e, magari non io o mia madre, ha il simbolo dei Saiyan sul braccio. Purtroppo però Gulter scoprì chi era Syra e preso dalla paura che potesse essere forte quanto il padre, fece ordinare di trovare la bambina con l'emblema saiyan sul braccio e di ucciderla. Da allora Syra è costretta a nascondere il simbolo senza nemmeno saperne la vera ragione, sapendo soltanto che da quella voglia dipende la sua vita o la sua morte…- Concluse Siddan chinando il capo.
Reva guardò verso l'unica piccola finestra da cui un timido sole riusciva a penetrare e disse sfuggente. -Spero che la Leggenda si avveri con Syra…-
I tre saiyan guardarono sbigottiti l'amico e dopo, Jana, azzardò una frase. -Reva… Non starai parlando della Leggenda dei Saiyan?-
Reva si voltò verso gli amici, poi di nuovo verso la lieve luce che filtrava leggera dalla finestra. Jana guardò confusa Siddan che rispose soltanto.
-Lo spero, Jana… con tutto il cuore…-
Ad un tratto il portone metallico della loro cella si aprì ed entrò Re Gulter scortato da otto guardie. -Bene, bene, bene! Ecco i famigerati ribelli Capitano Toma e Generale Siddan delle Brigate del Silenzio! Quale onore! State comodi nei vostri nuovi alloggi?- Ironizzò il tiranno.
-Mai stati meglio, grazie!- Rispose di rimando Toma.
-Oh oh oh! Quanto poco rispetto per il vostro signore e padrone!- Continuò Gulter. -In ogni modo non è questo il motivo della mia visita, sono qui per fare due chiacchiere con voi.-
-Non ci caverai una parola di bocca, lurido codardo!- Sfidò Reva che fu subito zittito da una guardia con un intenso pugno nello stomaco.
-REVA!- Gridò Siddan poi, rivolto al malvagio Re, continuò. -LASCIATELO VIGLIACCHI! NON È LUI CHE VOLETE!-
-Già, ragazzo. Non è lui che stiamo cercando… e tu lo sai, non è così Principe Siddan?- Sussurrò il tiranno avvicinandosi al saiyan che lo guardò con sgomento. -Suvvia, non fare quella faccia. Non sono uno sprovveduto, conosco i miei nemici. So benissimo che sei il figlio della principessa Veki!-
Il saiyan volse lo sguardo asserendo. -Ti sbagli, non sono colui che credi.-
Signor Gulter indietreggiò stizzito poi, ricomponendosi, disse duro rivolto al ragazzo. -Continua pure la tua commedia, principino, e intanto che ti schiarisci le idee io e il tuo amico ci divertiremo un po'!-
Ad un gesto del Re, le guardie si avvicinarono a Toma e, tra calci e pugni, lo trascinarono via con loro.
-TOMA! NO, LASCIATELO!- Gridò Jana cercando di liberarsi dalle catene che la trattenevano. Reva imitò l'amica esclamando al colmo della rabbia. -NO TOMA! LASCIATELO VIGLIACCHI!-
Siddan guardò pieno di sgomento la scena mentre il crudele tiranno finiva il discorso tra le grida e le proteste degli altri saiyan trattenuti dalle catene e calmati a forza di percosse dai soldati.
-Hai tutto il tempo che vuoi, ragazzo. Peccato che per i tuoi amichetti non valga lo stesso discorso, ma puoi ancora salvarli… e tu sai come…-
Siddan fissò gli scuri e magnetici occhi sul malvagio sovrano, il suo sguardo era carico di un profondo e radicato disprezzo. Gulter ghignò leggermente alla vista di Toma che veniva portato via poi, tornando serio, si accostò al giovane principe terminando maligno il discorso. -… Dove si trova la Base delle Brigate del Silenzio? Dov'è la Regina Veki…?-
Il saiyan, colmo d'odio, guardò con aria di sfida lo spietato Signor Gulter e con tutta la rabbia e il disprezzo che aveva in corpo sputò in pieno volto al sovrano che, con un gesto improvviso, rivoltò la faccia del giovane.
-PAGHERAI CARO QUESTO AFFRONTO, SAIYAN!- E così dicendo lasciò irritato la prigione uscendo seguito dalle guardie.

* * * * * * * *

Nel frattempo, sulla Terra…

* * * * * * * *

Gohan sedeva pensieroso sul davanzale della finestra con la valigia ancora vuota, aperta sul letto. Quella doveva essere la sua grande serata, la sera in cui dimostrava a Videl tutto il suo amore invece, anziché renderla felice, era costretto a partire per un pianeta lontano e a combattere. Certo che come dichiarazione d'amore non era proprio il massimo. Si sentiva un completo fallito. Ma perché tutto quello che faceva era sempre un perenne disastro? Si chiedeva sconsolato il mezzo saiyan quando comparve davanti a lui il vecchio amico di Namecc. -Cos'hai?- Chiese Piccolo a braccia conserte volandogli vicino. Gohan lo guardò per un attimo, poi distogliendo lo sguardo dal namecciano mormorò in modo quasi impercettibile voltandosi piano verso l'amico. -È a causa di Videl…-
-Che c'è? Avete litigato?- Chiese Piccolo sedendosi di fianco al ragazzo.
-No, non è questo. Solo che… ho paura che lei non sia felice con me…- Disse Gohan chinando la testa. Piccolo lo guardava semi sorridendo, Gohan era cresciuto molto da quando lo allenava per sconfiggere Vegeta e Nappa. Il namecciano gli mise una mano sulla spalla e sorridendo gli disse. -Se il problema è solo questo non hai di che preoccuparti!- E, alzandosi in volo, si allontanò. Gohan continuò a guardare l'amico un po' confuso. -Beato lui che la pensa così!- Disse Gohan ritornando ai suoi crucci.
Vegeta e Goku erano al piano di sotto, nei dintorni della navicella che, insolitamente, parlavano. Era strano per entrambi ma l'eccitazione per l'imminente battaglia e la nuova avventura oscurava la mente di entrambi.
-Allora, Kakaroth, come vanno gli allenamenti?-
-Oh, bene, giusto ieri ho iniziato un nuovo allenamento!- Disse orgoglioso Goku ridacchiando.
Bulma era in salotto e stava dirigendosi verso il laboratorio quando sentì le voci dei due saiyan e si fermò ad ascoltare.
-Guarda che non sei l'unico!- Ringhiò Vegeta. -Io ieri mi sono impegnato così tanto che alla fine ero tutto un crampo!- Ammise il principe.
Goku sorrise aggiungendo. -Bhè, Vegeta, credimi, mai quanto me! Io ero così stanco che ho dormito fino alle dieci di mattina!- Sogghignò il saiyan.
A Bulma vennero i sudori freddi. Da quando in qua quei due si raccontavano fatti di vita privata?! Bulma era nel panico ripensando alla scommessa. "Oh no! Se Chichi lo viene a sapere perderò la scommessa!… Fino alle dieci di mattina…? Ma allora anche lei…! Oh, qui le cose si complicano…! Devo fare qualcosa!" Bulma uscì da dietro la porta e si diresse decisa verso Goku senza notare che anche Chichi marciava nella stessa direzione. Bulma guardò sorpresa e nervosa l'amica. "Ahh…! Ma che ci fa qui, Chichi?!" Pensò la moglie del principe. Vegeta e Goku le guardavano guardarsi, nessuno diceva più niente. Goku cercò di accennare una parola ma le mani di Bulma gli chiusero la bocca prima che potesse dire qualcosa.
-AHH! G-Goku! Da quanto tempo è che non facciamo una bella chiacchierata tu ed io, eh?- Balbettò la presidentessa della Capsule corp portando via di peso il saiyan che non ebbe nemmeno il tempo di protestare. Vegeta e Chichi continuarono a guardare i due allontanarsi e la moglie di Goku, rompendo il silenzio, domandò. -Ma cosa aveva?-
Il principe si limitò ad un duro -Bhà!- E poi si allontanò a sua volta nella direzione opposta ai due.
Chichi seguitò a scrutare sospettosa nella direzione in cui l'amica e il marito si erano allontanati. -Qui c'è qualcosa che non quadra, vediamo dove vanno!- E così dicendo s'incamminò dietro i due senza farsi notare.

-… Ora hai capito perché ti ho fermato?!- Spiegò nervosa Bulma guardando un Goku che, a stento, tratteneva le risate.
Chichi era appena arrivata e si era avvicinata il più possibile per sentire quello che il marito e Bulma si dicevano. -… Chichi non è una stupida, lo capirà. Ne sono sicuro!- Disse Goku rivolto alla moglie di Vegeta.
-Tu dici?! Oh no, che guaio!- Esclamò Bulma.
-Già, ed è meglio dirglielo prima che si arrabbi ancora di più per averglielo tenuto nascosto.-
Chichi si sentì mancare. Goku, il suo Goku e Bulma, la sua migliore amica… insieme! No, non era possibile! Non era vero! Come avevano potuto farle una cosa del genere?! Goku… e Bulma… avevano una relazione segreta…! Chichi si alzò da dietro il cespuglio dove era nascosta completamente sconvolta e con gli occhi carichi di amare lacrime di rabbia e delusione. Bulma e Goku si accorsero immediatamente di lei e la moglie di Vegeta, cercando di spiegare, esclamò. -CHICHI! Oh no, hai sentito tutto?! Chichi, ti giuro che volevo dirtelo ma- Bulma non fece nemmeno in tempo a finire la frase che l'amica era già corsa via in lacrime.
-NO! CHICHI! ASPETTA!- Urlò invano la donna.
-Urca! Non credevo che se la sarebbe presa tanto!- Rise Goku mettendosi una mano dietro la testa.
Bulma guardò un attimo l'amico senza dire una parola poi, frustrata dal suo atteggiamento superficiale, gli diede un sonoro pugno in testa e corse all'inseguimento dell'amica nella direzione in cui era fuggita.

Chichi correva più veloce che poteva, si sentiva completamente vuota e senza forze in corpo. Come avevano potuto tenerle nascosto che avevano una relazione?! Chichi correva e correva attraverso gli immensi corridoi di casa Brief, non voleva restare un minuto di più in quella casa quando si scontrò contro qualcuno. Non rimase nemmeno per scusarsi o, comunque, vedere chi era, corse solo via.
Videl guardò Chichi scappare chiedendosi cos'aveva. "Eh…? Chichi…? Chissà cos'è successo? Non l'avevo mai vista così!" Pensò la ragazza salendo al piano di sopra dove c'era il marito. Videl entrando in camera trovò il marito seduto sul davanzale della finestra con aria molto pensierosa.
-Gohan, tesoro. Sono io. Ma… Non hai ancora preparato niente? Lo sai che partirete tra poco! Che cosa aspetti?- Chiese la ragazza guardando la valigia vuota. Il marito guardò a sua volta i bagagli spogli, poi si voltò nuovamente verso la finestra.
Videl osservò un momento il mezzo saiyan poi disse. -Gohan… Ma cosa c'è che non va? È da un po' di tempo che ti comporti in modo strano…-
Il ragazzo la guardò e scese dalla finestra dirigendosi verso di lei. -Videl… Io… Non volevo partire…!-
-Ma che dici? Sei impazzito?! Hanno bisogno di te! Vuoi tirarti indietro?!- Chiese la ragazza incredula alla risposta del marito.
-NO! No… Io… Non intendevo questo…- Rispose Gohan abbassando la testa. Videl continuava a guardarlo, non si spiegava l'atteggiamento del marito.
-Gohan…- Iniziò la ragazza avvicinandosi. -Non devi avere scrupoli per me o per la piccola Pan. Sappiamo bene che sei in gamba!" E, abbracciandolo, continuò. -Ci basta solo che torni a casa sano e salvo, va bene?- Gohan guardò il viso sereno della moglie e, accennando un lieve sorriso iniziò a fare i bagagli per la partenza.

Goten e Marron erano entrambi seduti sulla scrivania in camera di Trunks impegnato a chiudere lo zaino per il viaggio.
-Hey, Trunks… Tu come te lo immagini Kiton?- Chiese Marron guardando in alto verso un punto imprecisato della stanza e masticando un chewing-gum. Trunks smise un istante di riempire la sacca per pensare e rispondere.
-Bhè… Non lo so… Come tutti gli altri pianeti suppongo.- Ipotizzò il mezzo saiyan infilando dei panini nello zaino.
-In ogni modo Trunks, se vedi una bella ragazza aliena ricorda di salutarla da parte mia!- Disse Goten bevendo un'aranciata dalla bottiglietta. Trunks sorrise mentre Marron diede un pugno in testa al mezzo saiyan a cui andò di traverso la bevanda. -Ecco! Così impari, Goten!- Ridacchiava la figlia di Crilin mentre Goten si strozzava ai suoi piedi.
Syra osservava la scena da lontano avvolta nel suo mantello, era incredibile quanto quei ragazzi fossero simili a lei ed ai suoi amici. Le apparivano alla mente immagini sconnesse di lei, Nemes, Reva, Siddan, Jana e Toma mentre scherzavano e ridevano sulla torre di pattuglia, immagini di lei e Nemes che combattevano spalla a spalla, la saggezza e la generosità di Siddan, l'impeto di Reva, la tenerezza di Jana e Toma… In quel momento provò una grandissima nostalgia di casa, una casa che, nonostante logorata dalla guerra, era piena d'amore ed amicizia… Syra giocherellava col medaglione che le aveva donato il saggio Hain-shu, le era molto caro. Non avrebbe mai dimenticato quell'essere così magnanimo, saggio e gentile. Ad un tratto, però, il suo solitario riflettere fu interrotto da una voce.
-È molto bello…!- Disse Trunks avvicinandosi alla ragazza con le gambe penzoloni fuori dalla finestra.
Syra ritornò alla realtà in modo piuttosto confuso balbettando. -S-scusa… Come hai detto?- Chiese la giovane scendendo dalle nuvole.
-Io… Ho detto che è molto bello… il medaglione che hai in mano…- Disse timidamente il ragazzo.
Syra guardò il ciondolo e accennò un lieve sorriso. -È un regalo…-
-Chi te lo ha regalato doveva tenerci molto a te, sembra molto prezioso!- Sorrise Trunks guardando la ragazza. Syra voltò lo sguardo ripensando a Hain-shu, era quasi mattina e le sembrava che fosse passata un'eternità da quando era partita da Kiton in fin di vita. Trunks la guardava, quella ragazza nascondeva qualcosa di incredibilmente irreale in sé che lo attirava. Era la prima volta che conosceva una ragazza saiyan di pura razza. Il giovane si avvicinò e si sedette accanto a lei sulla finestra guardando il cielo. Syra lo guardò un attimo poi appoggiò indietro la testa contro il vetro con stanchezza, il ragazzo sospirò e, continuando a scrutare l'orizzonte, disse. -Li salveremo… Libereremo il nostro popolo…-
Syra alzò lo sguardo verso Trunks, gli strinse la mano ritirandola finita la breve e quasi impercettibile frase. -Grazie…- E si appoggiò di nuovo al vetro immergendosi nei suoi pensieri.

Crilin e C18 erano seduti sul divano del salotto di Bulma a guardare la tv, più che aspettare non potevano fare poi gran chè. La donna era semi addormentata tra le braccia del marito che, pigramente e svogliatamente, faceva lo zapping tra i canali televisivi.
-Puah…!- Si lamentò Crilin spegnendo il televisore. -A quest'ora in tv non c'è niente di decente! Dovremmo protestare!- Ad un tratto una voce acuta e familiare ruppe la tranquillità del salotto.
-CHICHI! CHICHI! Dove sei?!- Urlava Bulma correndo fuori dal laboratorio.
-Bulma? BULMA! Fermati un attimo! Ma che hai da gridare tanto?!- Chiese confuso Crilin fermando l'amica.
-Crilin! Hai visto Chichi?- Esclamò la donna. Il terrestre fece cenno di no con la testa quando la moglie, dalla comoda posizione rilassata, indicò con la mano l'uscita della casa. Bulma guardò nella direzione mostratale e il suo volto si fece più scuro quando notò che la macchina dei Son era scomparsa. "Oh no, Chichi…! Ma perché fai così?" Si domandò la moglie di Vegeta tornando indietro al laboratorio.

Chichi guidava con le guance solcate dalle lacrime, non riusciva a pensare ad altri che a Bulma e Goku insieme. Come aveva potuto non accorgersene? Le gelide parole di Goku continuavano ad echeggiarle in testa. "È meglio dirglielo prima che si arrabbi ancora di più… È meglio dirglielo… Dirglielo… Dirglielo…" Quelle parole non le davano tregua. Non era arrabbiata con loro quanto con se stessa. Era arrabbiata perché non era riuscita a vedere le cose per come stavano realmente, era arrabbiata perché non era riuscita a far funzionare il suo matrimonio, era arrabbiata perché aveva permesso che Goku si allontanasse da lei senza nemmeno impedirlo. Cosa non avrebbe dato perché le cose tornassero esattamente come prima?!

La partenza per Kiton era ormai questione di pochi minuti e quasi tutti erano pronti vicino alla navicella. C'era praticamente tutta la banda, tranne una persona. Bulma si guardava intorno nervosa, nella vana speranza di veder apparire da un momento all'altro l'amica Chichi. Goku si avvicinò alla donna. -Vedrai che le passa! Dopotutto è soltanto una stupida scommessa, no?!- Bulma guardò il vecchio amico e accennò un sorriso; ma sì, Goku aveva ragione, le sarebbe passata! -Goku…- Mormorò poi la donna. -Non è che potresti farmi un favore prima di partire?- Goku la guardò sorpreso e poi disse. -Certo. Di che favore si tratta?-

Syra si infilò nella sua armatura e, con la sacca in spalla, uscì dalla sua stanza, dove incrociò Marron. -Hey Syra!- Sorrise la ragazza.
-Ciao Marron…- Rispose stanca la saiyan.
-Ti cercavo. Volevo chiederti scusa per la coda, ma non sapevamo che altro fare…!- Disse chinando il capo dalla vergogna la figlia di Crilin. Syra le mise una mano sulla spalla sorridendo gentile. -Non dovete preoccuparvi, quella ricrescerà! Che altro avreste potuto fare? Sarei io, piuttosto a dovermi scusare. Vi ho quasi uccisi!-
Marron sorrise poi continuò. -Certo che il vostro modo di vestire è molto diverso da quello di noi terrestri e, in ogni caso, da quello dei saiyan che abbiamo conosciuto…!- Syra guardò la sua armatura… Che aveva di tanto strano? Andò davanti allo specchio seguita da Marron, osservò gli stivali colore del deserto che le andavano un po' larghi e che le arrivavano alle ginocchia, poi i pantaloncini chiari coperti da una specie di gonna corta in cuoio, la grossa cintura che, prima che l'arma le si rompesse in battaglia, portava la guaina con la spada, i guanti dello stesso colore degli stivali, l'armatura scura in cuoio e una particolare lega che si trovava su Kiton, i lunghi capelli neri raccolti in una coda dietro la nuca ed infine la tremenda voglia che portava in mostra sul braccio.
-Cos'è quello?- Chiese Marron incuriosita dalla strana figura che l'amica tentava di nascondere.
-Niente! Non è niente!- Divagò la saiyan cercando di sorridere mentre lo copriva rapidamente con un drappo vermiglio. Marron lasciò perdere e, dirigendosi verso la porta, disse. -Come vuoi, io ti aspetto di sotto, ok?-
Syra, si accertò che l'amica se ne fosse andata poi continuò a guardare preoccupata il braccio stretto nella stoffa rossa. "Maledizione…!" Pensò tra sé la giovane. "La benda dev'essermi caduta nella foga di lasciare Kiton! Spero soltanto che nessuno l'abbia visto…" E, massaggiandosi il braccio, prese la fascia di cuoio poggiata sul letto, la legò intorno alla fronte e si guardò allo specchio un'ultima volta. Dopo scosse la testa e le spalle, quasi, con quel gesto, potesse allontanare quei pensieri dalla mente, poi prese la sacca e scese di sotto.

Vegeta sedeva sugli scalini della navicella, pronta alla partenza, più imbronciato del solito. Guardando Goku e Bulma ringhiò qualcosa tra i denti poi, alzandosi, si diresse nella direzione della moglie e dell'eterno nemico-amico. Si piazzò imbronciato in mezzo ai due senza dire una parola e Bulma e Goku, zittiti dalla sua presenza, lo guardavano.
-Hai bisogno di qualcosa, caro?- Azzardò Bulma rivolta al compagno. Vegeta grugnì poi Goku prese la parola. -Va bene. Vado, parlerò io con Chichi. Non preoccuparti, vedrai che si risolverà tutto. Ciao Bulma, ciao Vegeta!- E, così dicendo, si teletrasportò da Chichi.
Vegeta guardò la moglie con aria brusca e fredda. Sembrava più accigliato del solito. -Oh no! Si può sapere che cosa diavolo hai adesso?!- Sbuffò Bulma mettendosi le mani sui fianchi.
-Niente, donna!- Ringhiò il principe cercando di allontanarsi.
-Ah no! Non me la dai a bere! Tu hai qualcosa!- Disse Bulma trattenendolo. Vegeta si girò brusco mentre la donna lo osservava meglio.
-Vegeta… NOO! NOOO! AH AH AH! Non ci credo!- Rise la donna guardando con più attenzione il marito che si voltò di scatto ringhiando qualcosa.
-Vegeta! Questa è gelosia! Sei geloso di me e Goku!- Continuò a ridere la presidentessa della Capsule corp. Vegeta era sempre più irritato dal comportamento poco rispettoso della compagna, come osava ridere di lui?! Il principe dei saiyan?! Vegeta si girò ancora verso Bulma. -Io non sono affatto geloso, chiaro?!- Ringhiò il saiyan dando di nuovo le spalle alla donna e allontanandosi. Bulma sogghignò furba e prima di andarsene disse. -Pensala come vuoi, caro il mio principe dei saiyan, ma tu sei geloso!-
Vegeta si voltò verso la compagna e la sua espressione si fece ancora più crucciata poi, grugnendo, andò a sedersi nuovamente sui gradini.

Goku si ritrovò in un bosco nei pressi di un laghetto, si guardò intorno in cerca della moglie. "Che strano… Eppure ero sicuro di aver percepito l'aura di Chichi!" Rimase in silenzio per un attimo poi sentì un pianto soffocato venire dalla riva del fiume. "Dev'essere lei…"
Goku si avvicinò senza fare rumore quando, fermandosi dietro un albero, intravide la moglie raggomitolata a terra in lacrime. Il saiyan sorrise poi si avvicinò piano sedendosi di fianco alla donna che, naturalmente, si era già accorta della sua presenza. -Perché non me l'hai detto, Goku? Dimmi perché, io… io voglio saperlo…- Singhiozzò Chichi senza mostrare il viso sepolto tra le braccia.
Goku sospirò poi disse piano. -Chichi, sono cose vostre e io non volevo mettermi troppo in mezzo, poi non è certo la fine del mondo!-
A quelle parole Chichi si alzò in piedi di scatto, con gli occhi ancora pieni di lacrime, guardando dura il marito. -Come puoi dire una cosa simile?! Erano cose vostre?! Non volevo mettermi in mezzo?! Non è la fine del mondo?! IN MEZZO C'ERI GIÀ, GOKU! NON LO CAPISCI?!- Gli gridò contro la donna.
Goku si alzò a sua volta con aria calma. -Tesoro, io non capisco perché te la prendi tanto per una simile sciocchezza!- Sorrise il saiyan mettendo le mani sulle spalle della compagna.
Chichi le spostò con un gesto brusco. Era completamente sconvolta e quelle parole non avevano fatto che peggiorare la situazione.
-NON TOCCARMI! Come puoi ancora chiamarmi "tesoro"…? MA PROPRIO NON TI INTERESSA QUELLO CHE È SUCCESSO?!-
Goku guardò la moglie, davvero non capiva perché reagisse così. -Ma Chichi io…- La donna gli diede le spalle, non riusciva a sostenere lo sguardo pieno di compassione che Goku le rivolgeva.
-Chichi, io devo partire ora. Non vuoi nemmeno venire a salutar-
-NO!- Lo interruppe brusca la moglie. -No… io…- Poi voltandosi verso il marito continuò. -VATTENE! Sparisci dalla mia vista, Goku! VA' VIA!-
Goku guardò Chichi. Possibile che non volesse nemmeno salutarlo prima della partenza? Il saiyan si preparò al teletrasporto e, guardando ancora una volta il viso della moglie, disse. -A presto, Chichi.- Poi scomparve davanti agli occhi colmi di lacrime della donna. -Addio, Goku…-

* * * * * * * * *

Intanto nella Base delle Brigate del Silenzio…

* * * * * * * * *
-Forza, figliola, coraggio. Oramai le tue ferite non sono più così preoccupanti!- Sorrise la principessa Veki terminando di fasciare un braccio di Nemes. -Grazie, principessa.- Rispose mesta la ragazza.
-Nemes…- Disse seria la principessa guardando la saiyan. -Smettila di crucciarti così, non è stata colpa tua se Jana, Toma e tuo fratello Reva sono stati catturati. -Nemes voltò lo sguardo verso la donna. -Principessa… Insomma io ero là, loro erano là e io non ho fatto niente per aiutarli!- Esclamò la ragazza colpevolizzandosi.
-Cara, hai salvato la tua vita. Ti sembra poco questo? E poi non devi preoccuparti, se conosco bene Gulter non li ucciderà prima di arrivare qui.-
Nemes guardò la donna -Sì… E poi Syra verrà a liberarci. Su di lei si può contare. Syra tornerà con l'aiuto che ci occorre, vedrà!-
La principessa sorrise. -Rimettiti in fretta, mia giovane guerriera, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto per questa sciocca battaglia!- E così dicendo si allontanò appoggiandosi ad un bastone di legno lavorato.
La principessa si sedette sola e pensierosa nella stanza di monitoraggio. "Syra, torna presto. Qui non possiamo resistere ancora a lungo da soli!"
La saiyan era immersa nei suoi pensieri quando qualcuno la chiamò a gran voce. -PRINCIPESSA!! PRINCIPESSA VEKI! Principessa…! Grazie al cielo vi ho trovata! HO UNA NOTIZIA SENSAZIONALE, PRINCIPESSA!- Esclamò un giovane entrando come una furia dalla porta e fermandosi affannato davanti alla sorridente regina saiyan.
-Oh quanta fretta Kikoth…! Calmati ragazzo mio o rischi di sentirti male! Ora fa un bel respiro e dimmi che cosa è successo!- Sorrise la principessa.
Il ragazzo ansimava e, tirando un profondo respirando, esclamò. -Syra…! SYRA…! È arrivato un messaggio di Syra!… Ha trovato aiuto! STA TORNANDO SU KITON!- Disse pieno d'entusiasmo il ragazzo.
Gli occhi della principessa Veki si sbarrarono. -Syra…?! SYRA HA DATO SUE NOTIZIE?! Portami subito a vedere…!- Ordinò ancora incredula.
-Subito, principessa! Mi segua!- Rispose con un gran sorriso il ragazzo.

La principessa si fece largo tra i vari saiyan che attorniavano un vecchio ricevitore. La voce di Syra usciva fievole da altoparlanti molto malridotti.
-Qui parl- Syra… piane-a Terra-… trovato aiuto-… TROVAT-… AIUTO-… guerrieri m-lto potenti-… Stiamo tornando su Kit-… aspettateci-…!- Erano le poche parole che si riuscivano a stento a comprendere.
-Non c'è niente da fare! Il segnale non è chiaro, devono esserci delle interferenze… Non credo proprio sia colpa l'apparecchio.- Disse un saiyan controllando più volte il ricevitore.
-ACCIDENTI! CE L'HA FATTA!-
-È PAZZESCO!-
-HA TROVATO AIUTO!- I saiyan presenti non riuscivano a contenere la gioia per le tanto attese buone notizie, la principessa Veki si sedette stanca ma felice su di una sedia. Alcuni saiyan si avvicinarono alla donna.
-Principessa… Si sente bene?- Chiese preoccupato un saiyan osservando meglio la principessa che sembrava molto provata.
-Sto bene, ragazzi… Non preoccupatevi per me…!- Sorrise debole la donna.
I saiyan presenti le sorrisero a loro volta riacquistando così l'allegria di poco prima. Una sorridente ragazza interruppe l'esultanza dei compagni chiedendo. -Da dove diavolo sta chiamando quella piccola delinquente?!-
Il ragazzo davanti al vecchio apparecchio studiò alcuni fogli poi sentenziò. -Non ne sono sicuro ma… Oh mio Kami…-
La principessa Veki si alzò in piedi e un po' preoccupata guardò il ragazzo domandando. -Cosa c'è…? Dov'è Syra…?
-Pri-principessa Veki… Syra è… Syra è finita dall'altra parte dell'universo…! È NELLA GALASSIA DEL NORD…!-
Lo stupore si lesse sul volto di tutti i presenti quando la principessa accennò piano una frase mentre, stanca, si appoggiava con una mano allo schienale della sedia. -Nella… Galassia Del Nord…! Mio Kami… Quanto ha viaggiato…!- Mormorò la donna. Ma subito i saiyan presenti furono ripresi dalla gioia per la bella notizia e iniziarono a fare propizie previsioni.
-Per Re Gulter e i suoi questa volta non ci sarà scampo!-
-Già! Sono spacciati!-
-Presto saremo nuovamente liberi!-
-Sì! È solo questione di tempo!-
-Quando Syra tornerà distruggeremo quel tiranno di Re Gulter!- Ridevano felici tutti i ragazzi presenti. Finalmente una ventata di speranza era giunta a rassicurare i cuori dei saiyan ribelli. Dopo che Toma, Jana e Reva erano stati catturati dagli uomini del Re e Siddan scomparso nel nulla, il morale era sceso ai limiti massimi. Come avrebbero potuto contrastare ancora gli attacchi di Gulter senza il Capitano Toma, il Generale e Principe Siddan, le cure mediche di Jana e Reva… il giovane Reva…? Questo era ciò che si chiedevano tutti da alcuni giorni. Poi il messaggio di Syra. Quella notizia era stata una vera benedizione. Nei cuori, ora rinfrancati, dei saiyan ribelli v'era finalmente una rinnovata luce di speranza. La stessa luce che sapevano li avrebbe condotti alla tanto sospirata libertà.
La principessa Veki accennò un fiero sorriso sulle labbra mentre guardava i ragazzi. La donna fece per andarsene quando, voltandosi verso l'uscita, vide Nemes. La ragazza le sorrise, ancora debole per le ferite, appoggiata allo stipite di legno della porta poi orgogliosa disse. -Gliel'avevo detto che Syra non ci avrebbe delusi…!-

* * * * * * * *

Nel frattempo, alla reggia di Re Gulter…

* * * * * * * *

-MALEDIZIONE!- Imprecò l'ombra distruggendo con un pugno un vecchio apparecchio ricevitore.
Signor Gulter entrò proprio in quel momento e, sorpreso, disse. -Sei più nervoso del solito oggi, eh Dreinos?-
-STA TORNANDO!- Esclamò l'oscura figura uscendo con impeto e rabbia dalle fittissime tende vermiglie.
-Chi, di grazia?- Domandò calmo Signor Gulter sedendosi comodamente sulla poltrona rossa e assaporando uva nera.
-QUELLA PICCOLA STREGA! STA TORNANDO COI RINFORZI…!- Rispose seccata e inquieta l'ombra, quella notizia non era per niente rassicurante e aveva agitato lo spettro non poco.
-Oh… Parli ancora della giovane erede di Broli dunque. Non credi di stare esagerando? Dopotutto chi mai potrebbe aver trovato come appoggio?- Sorrise beffardo Gulter.
L'ombra guardò turbata l'alieno dicendo. -Come sei stolto, Gulter. Non hai la minima idea di cosa possa fare un saiyan…-
Il sovrano alzò le spalle. -Forse, ma è soltanto una ragazzina! Il grande Dreinos trema davanti ad una mocciosa…?- Chiese con un ghigno il Re.
-Il grande Dreinos non trema davanti a niente, chiaro?- Rispose irritata l'ombra. -Piuttosto,- Continuò Dreinos con tono più calmo. -Hai scoperto dov'è la Base delle Brigate del Silenzio?-
-Non ancora, ma vedrai che non ci vorrà molto. Il principino Siddan non sopporta vedere soffrire i suoi amichetti, ci dirà tutto…!- Disse sicuro il malvagio Re Gulter.
-Hai detto Siddan? Il figlio della principessa Veki dunque…?!- Esclamò sorpreso Dreinos guardando Signor Gulter sorridere. -In persona, mio buon amico! Questa volta abbiamo un pesce grosso nella rete…!- Sogghignò il Re. -Neanche la figlia del Super Saiyan potrà fermarci! Ah ah ah!-
Dreinos guardò l'amico alzarsi e allontanarsi dicendo che non c'era proprio nulla di cui preoccuparsi. L'ombra tornò dietro ai velluti scarlatti.
-Non ne posso davvero più di quell'idiota incompetente! Ma non importa…-
Dreinos si avvicinò con un leggero sorriso ad una piccola impalcatura ornata di velari e tende che reggeva una spada nera coperta da alcuni veli scuri.
-Appena la Sacra Spada di Diamanti sarà mia niente potrà fermare l'invincibile Dreinos! Nemmeno la cara piccola Syra…!-
L'ombra contemplò con ammirazione l'arma ancora per un momento poi si avvicinò per impugnarla, ma appena l'ebbe tra le mani una forza incredibile e oscura scaraventò l'uomo da una parte della stanza e la spada dall'altra.
Dreinos si alzò frastornato per vedere la Spada poggiata al suolo lontano da lui. -DANNAZIONE!- Poi si avvicinò alla spada, la ripose delicatamente sull'impalcatura e si allontanò.

* * * * * * * *

Intanto, sulla Terra…

* * * * * * * *

Tutto era pronto per la partenza e l'intero equipaggio era già all'interno della navicella che stava per decollare. Goku guardò per un'ultima volta fuori dalla finestrella dell'astronave nella vana speranza di scorgere la moglie. Vegeta guardò il saiyan. -Cosa c'è, Kakaroth?- Chiese il principe.
-Oh, niente, Vegeta! Sono solo un po' in ansia per il viaggio!- Sorrise Goku, Vegeta non era affatto convinto di ciò che aveva detto il suo eterno amico e rivale ma preferì lasciare perdere.
Syra stringeva tra le mani il medaglione del saggio Hain-shu ripensando alle parole del maestro. "… Tienilo con te. Potresti averne bisogno. Ora va', giovane guerriera, e salva il tuo popolo…" La ragazza osservò ancora il ciondolo poi se lo mise intorno al collo. Sì… Ce l'avrebbe fatta, l'avrebbe fatto per lei e per la sua gente, e anche per il buon Hain-shu.
Trunks e Gohan erano seduti l'uno accanto all'altro, entrambi intenti a salutare amici e parenti. Gohan salutava Videl, Pan e Piccolo mentre Trunks salutava Bulma, Bra, e gli amici Goten e Marron. Vegeta si voltò verso Syra. -Sei certa che il tuo messaggio gli sia arrivato?-
-Non lo so, spero di sì. È da molto tempo che non sono più usati quegli apparecchi, ma sono fiduciosa. Io credo che abbiamo intercettato il segnale.- Vegeta voltò lo sguardo -Lo spero.-
I motori della navicella si accesero e il vento tiepido dei propulsori investì gli amici rimasti a terra. Con un gran rumore l'astronave si alzò in volo e, con un'improvvisa accelerata, si inoltrò nello spazio iniziando il suo viaggio verso Kiton nella lontana Galassia del Sud.

I passeggeri si alzarono dai loro posti e Gohan si diresse verso il quadro dei comandi. -Bene, è tutto a posto. Fra meno di due giorni atterreremo sul pianeta Kiton!- Disse il mezzo saiyan rivolto a Syra.
-Perfetto!- Sorrise la ragazza. Dopodiché, i cinque saiyan, si radunarono intorno ad un tavolo. -Bene, Syra, devi dirci tutto quello che sai su questo Re Gulter, sulle Brigate del Silenzio e sul livello di combattimento dei nemici che incontreremo.- Disse serio Goku.
La ragazza lo guardò un po' confusa, non sapeva da dove cominciare.
-Dunque… I kitoniani hanno un livello di forza molto elevato e in pochi riescono a contrastarli. Non sono imbattibili, fin'ora abbiamo sempre avuto la peggio perché loro sono in troppi e noi troppo pochi ma questo non ha importanza. Hanno attacchi molto potenti ma non sono molto veloci, né troppo intelligenti. Loro non saranno un problema. Il palazzo di Re Gulter, però, è protetto da speciali guardie. Sono molto più forti di un qualunque altro soldato kitoniano che incontreremo, non sottovalutateli. Io e Siddan ci siamo già scontrati con uno di loro e per poco non ci ha eliminati entrambi. Certo, è stato molto tempo fa e sia il mio livello di forza che quello di Siddan sono molto aumentati, ma non corriamo inutili rischi, ok?-
La ragazza parlava e i quattro saiyan ascoltavano pieni di interesse i particolari riguardanti questi nuovi potenti nemici.
-Domanda…- Intervenne Trunks pensieroso. -Posso sapere chi è questo Siddan? Lo nomini molto spesso.- Disse il mezzo saiyan.
-Siddan, dici? Bhè, se tu sei il figlio di Vegeta… Siddan era tuo cugino, Trunks.- Terminò Syra guardando il ragazzo. Vegeta sembrava sorpreso.
-Non ci avevi detto che Veki aveva un figlio. E poi perché "era"?- Grugnì Vegeta rivolto alla saiyan.
-Non me l'avete mai chiesto e poi Siddan non c'è più… Si è sacrificato per salvare il nostro popolo…- Un momento di silenzio attraversò la stanza poi Syra si riprese e continuò. -Basta ora… Stavamo discutendo di altre cose. Le guardie di cui vi parlavo sono molto in gamba, proteggono Signor Gulter e sono chiamati i Generali del Re. Sono quattro e tutti quanti hanno tecniche diverse e molto, molto efficaci. Non sarà per niente facile liberarci di loro…- Continuò Syra pensierosa.
-A loro penseremo noi, non c'è da preoccuparsi.- Disse Goku. -Piuttosto, parlaci di Re Gulter? Una volta sconfitti i Generali dovremo vedercela con il più pericoloso, se ho capito bene.-
-Sì, Goku, hai capito bene. Come vi ho già detto tutti quelli che si dice abbiano affrontato Gulter non sono più tornati indietro. Anche il fratello di mia madre, uno zio che non ho mai conosciuto, provò ad affrontarlo ma non è mai tornato…- Disse Syra.
-Questo Gulter deve essere molto forte… Bene!- Esclamò Vegeta. -Ci sarà da divertirsi! E ora basta battere la fiacca, andiamo ad allenarci un po'. Voi due non siete molto in forma!- Concluse il principe guardando Trunks e Gohan che diventarono di un'insolita tonalità di rosso.
Vegeta azionò il dispositivo di modifica della gravità e nell'astronave di diffuse una forza d'attrazione non indifferente. Syra era in difficoltà ma non fece una piega, si sarebbe allenata per sconfiggere Gulter! Gohan e Goku si allenavano insieme, Vegeta si allenava in disparte per conto suo e Trunks pure. Syra ci mise un po' per abituarsi alla gravità della navicella, non era abituata ad allenarsi così ma, una volta presa confidenza con l'ambiente, lo trovò piuttosto divertente.
Trunks si avvicinò alla ragazza. -Non te la cavi niente male per non esserti mai allenata in una Gravity room!-
-Grazie! Ti va di allenarti con me?- Chiese Syra fermandosi un attimo per parlare. Trunks sorrise con un sorriso rubato al padre e disse interessato.
-Con molto piacere… Vediamo cosa sai fare…!- Syra sorrise a sua volta e si mise in posizione di attacco. Trunks fece lo stesso. I due si studiavano a vicenda, il ragazzo guardò la saiyan. Syra sorrise e poi, con una velocità notevole comparve di fianco a Trunks con un potente calcio. Il mezzo saiyan lo evitò saltando indietro, ma nel salto perse di vista l'avversaria che con agilità lo sorprese da dietro con una spallata.
Il ragazzo fu scaraventato dall'altra parte dell'astronave e quando si rialzò esitò ad attaccare. "È veloce. Ha una tecnica davvero niente male, è un nemico da temere."
Syra si avventò nuovamente su Trunks che però non si fece ingannare dalla tattica della ragazza. Avanzò anche lui e parò gli innumerevoli attacchi che la saiyan gli rivolgeva. Syra capì che non serviva a niente attaccare a quel modo, Trunks avrebbe sempre respinto i suoi colpi. Con un balzo all'indietro si allontanò dal ragazzo, ma prima che potesse toccare il pavimento con i piedi fu sorpresa da un ki di Trunks che la colpì in pieno gettandola a terra. Syra si rialzò subito ma non sufficientemente in fretta, Trunks le era già addosso. Il ragazzo iniziò una serie di attacchi velocissimi dando pugni, calci, ginocchiate. "Maledizione! È troppo… troppo veloce! Non-non riesco a liberarmi!" Balbettò la ragazza tra sé.
Trunks si fermò una frazione di secondo per caricare un Burning Attack.
"È IL MOMENTO!" Pensò Syra. Si allontanò velocemente dal ragazzo che lanciò il colpo. Mentre indietreggiava veloce, Syra poteva vedere il raggio di Trunks rincorrerla fino a raggiungerla. La saiyan trattenne con le mani l'onda di Trunks mentre arretrava velocemente sotto la forza del colpo. Syra si fermò facendo leva sui piedi e scaraventò via l'onda dell'amico. Tutto ciò in una manciata di secondi.
Gli altri saiyan presenti si fermarono a vedere lo scontro. -Urca! Non pensavo fosse così in gamba!- Esclamò Goku guardando l'azione della ragazza. Trunks e Syra si guardarono a vicenda poi la saiyan disse. -Direi che abbiamo finito col riscaldamento. Che ne dici di fare sul serio?-
Il ragazzo sorrise in modo molto simile al padre e rispose combattivo.
-Non vedevo l'ora!-
I due ragazzi attaccarono contemporaneamente. Il calcio di Trunks fu parato da una ginocchiata della ragazza che, con una capriola in aria, si trovò sopra il mezzo saiyan che evitò per poco un calcio rovesciato di Syra. Il ragazzo scomparve e riapparve lontano dalla saiyan cercando confonderla muovendosi alla massima velocità.
-È vecchio questo giochetto, Trunks!- Disse beffarda la ragazza.
Syra chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi. Trunks, ancora impegnato nel cercare di confondere la ragazza, prestò maggiore attenzione all'avversaria, sapeva che aveva in mente qualcosa. Syra si isolò da tutto, cercò l'aura del mezzo saiyan, un'aura molto potente che si muoveva a grandissima velocità in quella stanza.
-… TI HO TROVATO…!- Gridò la ragazza girandosi dietro di lei e sparando un'onda verso Trunks che, colto di sorpresa, fu costretto a incassare.
Il ragazzo si fermò per osservare il sorrisetto beffardo che Syra aveva stampato in faccia. -Ah sì?! Vedremo!- Disse il ragazzo continuando a guardare l'amica. "È inutile, Trunks… Orami ho capito la tua tecnica… Non mi sorprendi più!" Pensò sorridendo la saiyan mentre, con un cenno della mano, invitava il ragazzo a farsi sotto.
Il mezzo saiyan si avventò sulla ragazza, scomparve davanti a lei e, velocissimo, le riapparve dietro tentando un calcio basso. La saiyan fece un doppio salto in avanti aiutandosi con le mani. Trunks non le diede tregua e le ricomparve dietro in aria tentando di colpirla con un pugno. Syra roteò sopra il ragazzo e si posizionò a testa in giù dietro di lui girata dalla parte opposta. Le ginocchia della saiyan si piegarono sulle spalle di Trunks che venne intrappolato alla gola dalle gambe della ragazza. Syra afferrò con le mani le caviglie del mezzo saiyan e, lasciando la presa con le gambe, scaraventò a terra il ragazzo. Trunks si rialzò massaggiandosi la testa.
-No…! Non mi faccio battere da una ragazzina…!- E, alzandosi in volo attaccò la saiyan, ma Syra evitava con facilità tutti i colpi che il ragazzo le indirizzava.
-Sta sbagliando…- Disse calmo Goku osservando il combattimento.
-Come dici, papà?- Chiese Gohan guardando il volto del padre intento a seguire lo scontro.
-Trunks sta facendo un errore ad attaccare così direttamente Syra. Lei ha capito la sua tecnica e prevede le sue mosse. Deve cambiare tattica se vuole vincere…- Gohan osservò il padre che non aveva staccato gli occhi dai due ragazzi. Era un magnifico combattimento, Trunks e Syra stavano dando il massimo.
-ORA BASTA!- Gridò il mezzo saiyan preparandosi ad un Burning Attack tra i più potenti.
Syra sorrise ed espanse la sua aura fino a caricare un'onda in grado di contrastare quella di Trunks. I due scagliarono le onde di energia che si scontrarono con un'enorme intensità, l'onda di Trunks era incredibilmente potente ma quella di Syra non era da meno.
Nessuno dei due riusciva ad avere la meglio, Trunks incrementò la sua aura caricando di nuova e più potente energia la sua onda che fece indietreggiare la saiyan. "Devo farcela!! Io sono una Saiyan! NON POSSO PERDERE!" Pensò la ragazza tra sé.
-AHHHH!- Gridò Syra che, con un ultimo sforzo, raggiunse il livello massimo della sua aura e scaraventò Trunks a terra sotto l'incredibile potenza della sua onda.
Tutti i presenti rimasero a bocca aperta. Nessuno di loro immaginava che la ragazza fosse così forte. Vegeta guardò Trunks rialzarsi un po' scombussolato, quella saiyan aveva messo al tappeto suo figlio! Era molto in gamba, però! Il mezzo saiyan si avvicinò serio alla ragazza che lo guardò con diffidenza. -È stato un combattimento fantastico! Sei davvero molto forte!- Sorrise infine Trunks stringendo la mano all'amica.
Syra lo guardò quasi incredula poi disse. -A-ah… N-no, il vero vincitore sei tu, Trunks… Avresti potuto trasformarti in super saiyan e annientarmi in meno di un secondo se solo avessi voluto, ma non lo hai fatto… Sei un leale avversario, sono felice di essermi misurata con te!- Sorrise la ragazza.
Trunks allargò un gran sorriso e poi guardò gli altri saiyan presenti.
-Possiamo allenarci anche noi ora?!- Chiese Vegeta con aria scontrosa.
I due ragazzi sorrisero esitanti con una gocciolina sulla testa poi, in contemporanea dissero ridendo -… Ehm… Certo…!- E scoppiò una sonora risata di gruppo che, naturalmente escluse Vegeta.

* * * * * * *

Nel frattempo, su Yardrat…

* * * * * * *

Un folto gruppo di persone era riunito di fronte ad una tenda, molto preoccupati. -È da quando la saiyan è partita che non mangia più niente!- Parlottava una donna.
-È in preghiera da quasi due giorni. Non si è mosso dalla sua tenda.-
-Secondo me sta esagerando, in fin dei conti quella ragazza non deve certo salvare tutto l'universo!- Borbottavano alcuni discepoli e amici fuori dalla tenda del maestro Hain-shu. Improvvisamente il velo che sigillava l'entrata della tenda dell'anziano capo si scostò e uscì il maestro. Tutti i presenti smisero immediatamente di parlare indietreggiando per far posto al saggio. Il vecchio capo alzò lo sguardo al cielo, poi guardò i suoi discepoli. Tutti erano in assoluto silenzio in attesa che il saggio Hain-shu parlasse. Il maestro guardò nuovamente verso il cielo terso della sera.
-Il momento è giunto…!-
Le persone presenti guardarono il saggio. Che cosa voleva dire?
Un coraggioso si fece avanti. -Maestro… Saggio Hain-shu, cosa intende dire con "il momento è giunto"?-
Hain-shu volse lentamente lo sguardo verso il discepolo con tono rincuorato. -La ragazza. Sta tornando. Ha trovato il Super Saiyan.-
I presenti guardarono smarriti l'anziano saggio. Possibile parlasse ancora della saiyan? Hain-shu si diresse verso la parete che tempo prima aveva mostrato alla ragazza per indicarle il cammino da seguire. Il vecchio capo osservò un momento lo scuro e rude graffito poi iniziò a modificarlo. Disegnò l'arrivo della ragazza proveniente da un lontano pianeta nella Galassia del Sud, tracciò la rotta che le aveva indicato per raggiungere la Terra e Goku, il Super Saiyan. Ad un tratto il saggio venne interrotto da un ragazzo che, sconcertato, disse. -Maestro… Ma che fa?! Quella parete è sacra…! Come può usarla per ritrarre quella saiyan…?!-
L'anziano saggio si fermò voltandosi lentamente verso il discepolo impietrito dallo sguardo gelido del maestro. -Zitto, insolente!-
Il ragazzo indietreggiò, nessuno aveva mai sentito il saggio capo parlare a quel modo. -Non hai nemmeno idea di quali assurdità stai dicendo! Abbiamo usato la parete per illustrarvi il Leggendario Super Saiyan che è stato qui e ora la useremo per la ragazza! Sta per iniziare una nuova guerra che non vedrà coinvolto solo il pianeta Kiton, ma tutta la Galassia! L'intero universo sarà in pericolo e l'unica speranza di questo nostro mondo sono la ragazza e il Super Saiyan!- I volti dei presenti si velarono di paura. Com'era possibile che tutto l'universo fosse in pericolo? Hain-shu diede le spalle ai discepoli e continuò la sua opera, nessuno osò più disturbarlo.

* * * * * *

Intanto su Kiton…

* * * * * *

-SVELTI! SVELTI! DATEVI UNA MOSSA SCANSAFATICHE! IL NOSTRO RE VUOLE CHE PATTUGLIAMO L'INTERO PIANETA, DOBBIAMO ESSERE PRONTI PER RICEVERE VISITE! E NON SARANNO VISITE DI PIACERE! DATEVI UNA MOSSA!- Ordinò un caporale kitoniano mentre i soldati si allineavano veloci di fronte a lui.
Nell'area di esercitazione militare nel palazzo di Signor Gulter c'era un incredibile viavai di guardie e soldati. Il Re guardava soddisfatto i suoi uomini dall'ampia e sfarzosa finestra della Sala del Trono.
-Niente male! Davvero niente male! Sembrano proprio in forma i nostri soldati, voi che ne dite, Hitios?- Chiese Gulter guardando un kitoniano in posizione di attenti di fianco al trono.
-Sissignore, sono pronti per la missione. I saiyan non ci sfuggiranno.-Rispose austero l'alieno.
-Bene. Mi fido di voi. Non possiamo permettere che i rinforzi che stanno arrivando raggiungano la Base delle Brigate del Silenzio…-
-Cosa dobbiamo farne dei prigionieri una volta catturati?- Chiese il kitoniano rivolto a Re Gulter.
Il monarca si avvicinò lentamente e con calma e freddezza sussurrò.
-Ucciderli…-
Il soldato rimase un po' disorientato all'ordine così spietato e freddo del Re poi, ritrovata la solita calma rispose. -È stato molto chiaro, signore.- E, dopo aver eseguito il saluto militare, il soldato si allontanò e uscì dal grande portone dorato.
-Ma che simpatico giovanotto!- Irrise Dreinos comparendo da dietro una colonna in pregiato marmo bianco.
-Oh, sei tu. Mi hai quasi fatto paura Dreinos!- Disse Gulter avvicinandosi con calma all'uomo che, sedendosi sprezzante e scomposto sul trono proseguì. -Allora, mio buon amico, come procede il comitato di accoglienza per i visitatori terrestri?-
-Vedo che ti è tornato il buon umore, a cosa dobbiamo questo gioioso cambiamento? All'imminente battaglia?- Sorrise Gulter.
Dreinos saltò giù, elettrizzato, dal trono. -AHH! ESATTO, VECCHIO MIO! Ho passato troppo tempo ad aspettare di scoprire la tana di quelle fecce umane! È TEMPO DI COMBATTERE! E questo è lo scontro finale… Presto potrò finalmente stringere tra queste mani la leggendaria Spada di Diamanti!- Esclamò l'ombra alzando le mani al cielo.
-Vedo che sei piuttosto impaziente, Dreinos! Ma non temere, amico mio, presto potrai impugnare la spada… la cara principessa Veki è come se fosse già nelle tue mani, ragazzo! Ah ah ah!- Re Gulter scoppiò in una fragorosa risata seguito poi da Dreinos.

Nelle prigioni del Palazzo, intanto…

Due guardie entrarono rumorosamente nella cella dei saiyan prigionieri con un carico sulle spalle.
-OH MIO KAMI! Toma! TOMA! Che gli avete fatto, maledetti?!- Gridava Jana mentre i soldati incatenavano al muro il ragazzo.
-Tranquilla, saiyan, sopravviverà… almeno credo!- Risero di gusto le guardie uscendo dalla cella e chiudendo a chiave.
La ragazza cercò di avvicinarsi al saiyan semi-svenuto incatenato alla parete. -Toma! TOMA! Mi senti? Ti prego, Toma, RISPONDIMI!-
Il ragazzo non dava segni.
-Lascialo riposare, Jana. Non vedi com'è ridotto?- Disse Reva rivolto all'amica che, guardandolo, chinò il capo.
-Mi dispiace ragazzi. È tutta colpa mia, forse farei meglio a parlare…- Disse sconsolato Siddan.
-Non dirlo nemmeno per scherzo! Se Gulter e i suoi uomini dovessero trovare la Base delle Brigate sarebbe la fine non solo per noi, ma anche per tutti gli altri!- Esclamò Jana rivolta al saiyan.
-Giusto! Jana ha ragione! Non penserai forse che quel cane di Gulter ci lascerà andare dopo che gli avrai detto quello che vuole sapere?! Quello è solo un vile codardo, ci ucciderebbe comunque!- Continuò sicuro Reva.
-Ragazzi, io…- Cercò di parlare Siddan con un magone in gola mentre veniva interrotto debolmente da Toma che aveva da poco ripreso i sensi.
-Non abbiamo paura di morire per la nostra gente, principe Siddan… Se la mia morte può servire a salvare quello che rimane del nostro popolo non mi tirerò indietro…-
-Nemmeno io…!- Esclamò Jana guardando Toma e dopo Reva che però non sembrava accennare parola. La saiyan continuò a fissare il giovane amico che trasalì e, facendo finta di cadere dalle nuvole, disse col suo solito tono ironico e sprezzante. -Hey! Non penserete che vi lasci da soli spero!-
Reva sogghignò guardando Siddan che a stento tratteneva le lacrime. Il figlio della principessa cancellò il pianto dal suo volto poi alzò la testa come si compete ad un vero principe guerriero saiyan. -Non ci sarà bisogno del vostro e sacrificio, amici miei. I nostri compagni verranno a liberarci… con o senza Syra…-

* * * * * * * *

Intanto sull'astronave…

* * * * * * * *

I cinque saiyan diretti su Kiton avevano appena finito di cenare e ognuno era intento nelle sue cose. Gohan era sdraiato sul letto, da quasi mezz'ora fissava la fotografia di Videl e della piccola Pan. Non riusciva a pensare ad altro, non gli importava altro. Nemmeno l'imminente battaglia gli interessava. Goku notò il figlio depresso sul letto e gli si avvicinò.
-Gohan…-
Il ragazzo sussultò. -Papà! Sei tu…- Disse il mezzo saiyan nascondendo la foto della famiglia.
-Figliolo, cosa stavi facendo?- Domandò Goku guardando il primogenito.
-Niente, papà. Pensavo…
-Gohan, puoi ingannare chi vuoi, ma non puoi ingannare il tuo vecchio!- Esclamò il saiyan sorridendo e spettinando energicamente i capelli del figlio. Il ragazzo sorrise poi Goku continuò. -Avanti, cos'è che ti turba? Non è la battaglia, quindi non cercare scuse!- Sorrise il saiyan prima che Gohan avesse il tempo di rispondere.
-Papà, tu… hai mai avuto la sensazione che la mamma potesse stancarsi di te?- Chiese mesto il ragazzo.
Goku lo guardò un attimo poi, con tono serio e sincero, rispose.
-Ogni attimo della mia vita…-
Gohan alzò lo sguardo verso il padre. -Davvero?- Chiese un po' sfiduciato.
Goku si stese di fianco al figlio e cominciò. -Ti ricordi il pic-nic che facemmo io, te e tua madre nei dieci giorni prima del Cell Game?-
Gohan pensò un attimo poi chiese. -Parli di quando io e te ci allenavamo rimanendo trasformati in super saiyan?-
-Sì, esatto.-
Il ragazzo scavò nella memoria fino a quando il ricordo di quel giorno gli fu perfettamente chiaro. -Ahh! Sì, mi ricordo! Tu avevi quella buffa giacca arancione con le maniche nere, ora ricordo! La mamma continuò a dire che era alla moda finché non ti convinse a comprarla! Eh eh!- Sorrise Gohan ricordando i giorni della sua infanzia.
-Eh eh! Già! E tu avevi quella casacca bianca con l'allacciatura sul collo! Tua madre la comprò per festeggiare il tuo compleanno, quello che hai passato nella Stanza dello Spirito e del Tempo!-
-Ahh, papà… Quanto tempo è passato! Che belle giornate…! Ma non mi hai ancora detto perché hai tirato fuori questa storia del pic-nic!- Esclamò il mezzo saiyan voltandosi verso il padre sdraiato accanto a lui.
-Bhè, Chichi aveva preparato un cesto enorme con panini di ogni genere. Urca! Se ci penso ho ancora l'acquolina in bocca! Ti ricordi di quel tipo che stava esibendo i suoi muscoli un po' più in là?-
-Ah! No, dai…! Non posso crederci…! Non vorrai per caso dirmi che eri geloso di quel bell'imbusto?! Il suo cervello equivaleva a una nocciolina! Te lo ricordi? "Modestamente signorina, io sono tra gli uomini più forti di questo pianeta dopo, naturalmente, il maestro Satan!"- Rise il ragazzo imitando l'uomo. -Oh Kami era ridicolo! E tu hai davvero pensato che quel… che quello potesse piacere alla mamma?!-
-Eh eh! Hai ragione, era davvero comico! Però è proprio così, ero davvero geloso! Ma sai una cosa, Gohan? Non ho mai dubitato del mio amore per tua madre, figliolo. Mai. E in fondo ho sempre saputo che anche per Chichi era lo stesso!- Sorrise Goku.
Gohan distolse per un momento lo sguardo dal padre pensando. "Chissà, forse anche Videl…"
Il saiyan guardò il figlio perso nei suoi pensieri e, sorridendo, disse. -Sono certo che anche per Videl è così!- Gohan alzò gli occhi verso il genitore e, sul suo volto, apparve un leggero sorriso.
-Hey Gohan… Ti ricordi di quella volta, quando eri piccolo, che andammo a pescare senza dirlo a tua madre?! Urca! Quanto si era arrabbiata! Eh eh! Pensava che ti avessero rapito o chissà chè! Non mi rivolse la parola per due giorni!- Il ragazzo ascoltava Goku e gli sembrava di essere tornato bambino. Lì, steso accanto a suo padre, si addormentò tranquillo come non faceva da ormai molto tempo.
Vegeta si avvicinò a Syra intenta a rammendare, senza successo, un angolo del suo stivale che, durante la lotta con Trunks, le si era rotto.
-AHH! Stupido ago…!- Imprecò la saiyan mettendosi in bocca il dito ferito.
Il principe si fermò di fianco alla ragazza e iniziò a parlare. -Se devo essere sincero non ti credevo così forte.-
La saiyan guardò l'uomo in piedi di fianco a lei. -Bhè, è stata più fortuna che altro!- Ridacchiò Syra con una gocciolina sulla testa.
-No, non è stata fortuna. Col tuo livello di combattimento mi sorprende sapere che non sei una super saiyan.- Borbottò Vegeta. -I tuoi genitori dovevano essere molto forti, chi ti ha insegnato a combattere?-
Syra guardò sorpresa il principe e poi disse. -Nessuno mi ha insegnato! Io, come tutti sul mio pianeta, ho imparato a combattere sul campo di battaglia. Di allenamenti ne ho fatti pochi nella mia vita. Eravamo quasi sempre impegnati con le Brigate e non ne avevamo un eccessivo bisogno!- Sogghignò la ragazza rimettendosi lo stivale.
Vegeta non era affatto convinto delle parole della giovane. "Non può essere. Questa ragazza nasconde qualcosa. È troppo potente per essere una saiyan qualunque." Pensò tra sé il principe. -Bhà… Rimane il fatto che hai sconfitto mio figlio con molta facilità nonostante tu non sia una super saiyan…- Grugnì Vegeta. Syra guardò il principe.
-Non significa niente… Io, contro Gulter, non avrei la benché minima speranza mentre voi altri sono quasi certa che potreste perfino batterlo!- Il saiyan sorrise con uno dei suoi soliti mezzi sorrisi e voltandosi si allontanò. -Sei molto più forte di quanto vuoi credere! Riposati, domani pomeriggio saremo su Kiton, vedi di essere pronta alla battaglia.-
Syra guardò, con aria un po' offesa, il principe allontanarsi.
-Non assomiglia per niente alla principessa Veki!- E così dicendo si avviò verso il letto per dormire.

* * * * * * * * *

Nel frattempo, sulla Terra…

* * * * * * * * *

In tutta casa Brief c'era molta agitazione, il nuovo pericolo aveva preso tutti e ognuno dava il suo contributo. L'intero equipaggio della seconda astronave era molto impegnato ad allenarsi… bhè… più o meno tutto…

-GOTEN! GOTEN!! Maledizione, ragazzo! Giuro che non ho mai visto nessuno più sfaticato di te! MUOVITI!- Brontolò Piccolo portando a forza un Goten urlante ad allenarsi.
-NO! Non puoi costringermi! NON CI VENGO! Papà e gli altri se la caveranno benissimo anche senza di noi, vedrai! LASCIAMI, PICCOLO!-
Crilin smise di dare calci contro un nemico immaginario e, scendendo a terra con una gocciolina sulla testa, disse. -Andiamo, Goten! Non si sa mai cosa potrebbe succedere. Se Goku e gli altri avessero bisogno di noi dobbiamo essere pronti e non sarà certo stando a mangiucchiare patatine sul divano che saremo in forma per il combattimento!- Esclamò Crilin con un ghigno canzonatorio in faccia. Sulle teste dei presenti apparve una gocciolina e Goten abbassò lo sguardo arreso. -E VA BENE! E va bene!… Mi allenerò…- Disse il mezzo saiyan con tono rassegnato.
Piccolo e Crilin sorrisero e, mentre il namecciano si dirigeva ad allenarsi da solo, il vecchio amico di Goku attaccò il ragazzo seduto a terra.
-AHH! CRILIN?! Ma sei impazzito?!- Esclamò Goten evitando per pochissimo un calcio dell'amico che gli sfiorò i capelli scompigliandoglieli.
-Avanti, perdigiorno! Sei qui per allenarti, ricordi?! DATTI UNA MOSSA, GOTEN!- Rise Crilin colpendo con un pugno il naso del ragazzo che venne scaraventato via.
Da una delle grandi finestre della Capsule corp Marron guardava Goten evitare molto goffamente i colpi del padre.
-Ahh! È patetico! Ma guarda come si difende! Io sono molto meglio di lui…!- Grugnì Marron costatando l'allenamento tra Crilin e il mezzo saiyan.
-Non credete anche voi?! Insomma, guardatelo! Non ha nemmeno un po' di stile!- Borbottò la ragazza a Pan e Bra che si rincorrevano da una parte all'altra della stanza. La sorella di Trunks si fermò all'improvviso per ascoltare la ragazza facendo sì che Pan la investisse in pieno.
-PAN! Accidenti! Vuoi fare attenzione?!- Esclamò Bra massaggiandosi la testa rivolta all'amichetta.
-Sei tu che ti sei fermata di colpo! Non è colpa mia!- Rispose scontrosa Pan. Bra si tolse l'amica di dosso e si avvicinò a Marron ancora intenta a brontolare contro il mezzo saiyan.
-Hey, Marron. Perché ce l'hai tanto con Goten?- Domandò la bambina saltando sulla finestra.
-Ma l'hai visto?! Non merita per niente di partire con la seconda navicella! Ma guardalo!! CHI DOVREBBE AIUTARE? NOI O IL NEMICO?!- Rispose decisa.
-Uhm… È perché vorresti partire anche tu, vero?!- Incalzò la sorella di Trunks con un ghigno dipinto sul volto.
Marron trasalì e, correndo ai ripari, esclamò. -Ma che dici?! Io?! Non mi interessa per niente andare su un pianeta in guerra a combattere con i miei amici… e mio padre… e Syra… e… BHÈ! IN TUTTI I MODI TI SBAGLI DI GROSSO, BRA!- Esclamò sicura Marron voltando lo sguardo.
La bambina sogghignò tornando da Pan e dicendo. -Se lo dici tu!-
Marron continuò ad urlarle che non era vero che voleva partire per Kiton mentre Bra era già intenta a combinarne un'altra delle sue con a seguito la figlia di Gohan.

Chichi guidava verso casa da quasi un'ora quando la macchina si fermò senza più accennare a voler ripartire.
-Dannazione! Sono rimasta a secco di benzina! Per fortuna sono arrivata…!- Si lagnò la donna scendendo dall'auto e raggiungendo la casa che distava appena un centinaio di metri.
Chichi entrò piano, attenta a non fare il minimo rumore. A quanto sembrava non c'era nessuno. "Goten deve essere rimasto a casa di Bulma…" Pensò tra sé la donna. Si diresse al piano di sopra dove c'erano le camere da letto, con la testa china entrò nella stanza sua e di Goku dove, da sopra l'armadio, si accinse a prendere una valigia. Aprì le ante del mobile e iniziò a riporre la maggior parte della sua roba nel bagaglio, quanti ricordi…
I neri capelli le scendevano davanti agli occhi, ormai troppo stanchi anche per piangere mentre riempiva la valigia con biancheria e vestiti vari, poi si diresse verso un comodino dove, nascosti nel doppiofondo di un cassetto, raccolse alcuni dei risparmi della famiglia. Scese con il bagaglio in spalla e la appoggiò su una sedia della cucina, prima di partire voleva almeno rinfrescarsi. Si diresse verso il bagno per farsi una doccia ristoratrice.
Chichi tentava di lasciare la mente sgombra di inutili e logoranti pensieri ma senza successo. Mentre l'acqua calda che le scivolava leggera sul corpo non riusciva a pensare ad altro che a tutta quella brutta situazione. Chissà se Vegeta ne era al corrente, pensò tra sé la donna giocherellando con alcuni fiocchi di soffice schiuma candida. Certamente no, il principe dei saiyan non avrebbe mai accettato un simile "oltraggio".
Pensava all'ultima volta che lei e Goku si erano visti, le parole del marito erano state più fredde del ghiaccio, era totalmente distaccato, sembrava quasi che la cosa non lo riguardasse. "Tesoro, io non capisco perché te la prendi tanto per una simile sciocchezza!" "Una sciocchezza" aveva detto avvicinandosi… Come aveva potuto parlare così? Sembrava quasi che quello che avevano vissuto insieme per così tanti anni, per lui, non avesse significato niente. Avrebbe voluto odiarlo, dirgli quanto era disgustoso e poi potersene andare senza più quell'insopportabile sofferenza e rancore. Sì, era proprio così che avrebbe voluto che andasse, ma lui era lontano e lei non riusciva a fare a meno di amarlo e di desiderare che la chiamasse ancora una volta "Tesoro" come solo lui diceva. Solo una volta, un'ultima volta per ricordare l'amore che era e che non sarebbe più stato.
Chichi smise di richiamare alla mente quei ricordi, non le faceva certo bene rimuginare su quelle cose. Uscì dalla doccia e, asciugandosi e cambiandosi d'abito, raggiunse la cucina. Prese un panino dal frigorifero, lo mise in un sacchetto e, con la valigia sulle spalle, uscì chiudendo la porta. Andò in garage dove prese una macchina incapsulata che le era stata regalata da Bulma, la aprì e si mise al volante lasciando quei luoghi così carichi di meravigliosi ricordi e tremende bugie.

Mr Satan girava da un po' per la casa di Bulma cercando la nipotina.
-Guarda, Pan…- Sussurrò una vocina da dietro un muro -Quella è la nostra prossima vittima…!- Sogghignò Bra portando avanti l'amichetta perché potesse vedere.
-Il mio nonnino…?- Chiese confusa Pan. La figlia di Vegeta ridacchiò e poi disse -Sì! Vedrai che risate ci faremo! Seguimi, vieni con me!- Pan ubbidì un po' riluttante.
-PAN, tesorino del nonno! DOVE SEI? PAN! Ma dove sei finita?!- Urlava il povero campione del mondo cercando la bambina.
Bra corse in modo molto furtivo in giardino con la piccola complice che, in modo un po' goffo, la seguiva a ruota. La figlia di Bulma si appostò dietro un albero senza perdere di vista la vittima prescelta.
-Ecco, Pan! Ci siamo quasi! Questa è l'occasione buona per provare questo nuovo gioiellino inventato dalla mamma! Ora ascoltami bene, il piano è questo…- E, avvicinandosi all'orecchio della bambina iniziò a spiegare il complotto. Pan annuì sorridendo e si diresse verso il nonno con fare tranquillo mentre lui le sorrideva allegro.
-PAN! Eccoti finalmente! Vieni dal tuo nonnino!- Disse Satan allargando le braccia, la bimbetta saltò in braccio al nonno e domandò con aria pacifica. -Nonnino, è vero che tu sei il più forte del mondo?-
Mr Satan trasalì nervoso, poi rispose fiero. -Ahh…! Devi sapere che tuo nonno è il campione mondiale di arti marziali! Ah ah ah!-
-E sei più forte anche dell'altro nonnino?- Continuò con tono innocente la piccola. Mr Satan era in evidente imbarazzo e balbettava frasi incomplete e senza senso.
-He eh! Brava Pan! Continua così!- Sogghignò Bra alzandosi in volo e allontanandosi verso la palestra di Satan.
-Nonnino, mi dai una dimostrazione della tua incredibile forza?- Aggiunse Pan guardando con aria tenera mr Satan.
Il campione del mondo rise rumorosamente dicendo. -Ma certo! Vedrai quanto è forte il tuo nonnino! Ah ah ah!-
-Che bello! Vieni con me, avanti!- Ridacchiò la bimba guidando il nonno per la mano.
Bra era intenta ad allestire il suo perfido scherzetto, la palestra di mr Satan era addobbata in maniera impeccabile. La bimba alzò lo sguardo orgogliosa del suo operato.
-È meglio che mi sbrighi! Pan sarà qui a momenti!- E così dicendo portò in fondo alla palestra pesanti sacchi verdastri.
Mr Satan guidò un'auto-volante della Capsule corp nella direzione stabilita da Pan e, in poco più di mezz'ora arrivarono a Satan City.
-Eccoci arrivati, nonnino!- Sorrise innocente Pan. Mr Satan guardò confuso la sua palestra e domandò. -Ma in cosa consiste questa prova di forza?-
-Vedrai, non è niente di speciale! Seguimi!- Trillò la piccola entrando saltellante. Mr Satan seguì la nipotina all'interno della stranamente buia e desertica palestra. -Ecco, nonnino! Devi vincere un avversario!-
Il campione sorrise e si diresse fiero verso il centro della sala, si fermò sprezzante con le mani sui fianchi dicendo a gran voce.
-IO SONO L'UNICO E FANTASTICO MR SATAN, IL CAMPIONE ASSOLUTO DI ARTI MARZIALI! CHI È IL PAZZO CHE VUOLE SFIDARMI?!-
La stanza fu attraversata da un momento di silenzio poi, nella luce fioca una voce terribilmente familiare parlò. -… IO…-
A mr Satan vennero i bollori freddi alla terrificante vista di un volto ben conosciuto. La creatura si portò sotto la tenue luce che filtrava, la statura eminente e l'aspetto mostruoso da insetto si intravidero imponenti negli occhi terrorizzati di mr Satan. -AHH! C-C-CE-CELL!!-
-Vedo che ricordi chi sono, buffone…!- Disse sdegnoso l'essere.
-P-PA-PAN!! D-DOVE SEI?! DOBBIAMO ANDARE VIA DI QUI, PRESTO!!- Gridò il campione correndo lontano dal vecchio nemico.
-Dove credi di andare?- Chiese il presunto Cell sparando un ki che sfiorò la testa del povero mr Satan.
Bra trafficava con vari macchinari mentre Pan spostava goffamente i sacchi rappresentanti le gambe e le braccia del mostro.
-Bra… sei proprio sicura che il mio nonnino non si farà male?- Chiese Pan guardando il nonno impietrito dal ki.
-Non preoccuparti! È solo un'allucinazione! Tuo nonno Satan crede soltanto di vedere Cell ma in realtà non c'è! La macchina delle allucinazioni funziona a meraviglia! Eh eh!- Sghignazzò beffarda la figlia del principe saiyan.
-Dai, Pan! Avvicinati!-
Mr Satan guardò impotente il nemico dirigersi con calma e insolenza verso di lui. -AHH! N-NO-NON AVVICINARTI!- Balbettò il campione del mondo indietreggiando e cadendo.
-È la tua fine…- Disse imperioso lo spietato essere allungando il braccio verso mr Satan pronto a lanciare il colpo decisivo.
-AHH! ADDIO MONDO CRUDLEEEE!!- Guaì disperato il povero Satan mentre le luci venivano riaccese e una voce arrabbiata spegneva vari macchinari.
-BRA! QUANTE VOLTE TI HO DETTO CHE NON DEVI GIOCARE CON LE MIE INVEZIONI?!- Sbraitò Bulma spegnendo gli svariati aggeggi spariti dal laboratorio della Capsule corp.
-Oh no…! Mamma…!- Sussurrò la figlia di Vegeta portandosi una mano alla fronte mentre la madre puntava verso di loro. -Ciao mammina, come stai?- Ridacchiò nervosa la bambina avvicinandosi a Pan e cercando di nascondere i sacchi usati per "creare" Cell.
-Che cosa stavate facendo voi due?!- Chiese severa la donna avvicinandosi alle bambine e ad un mr Satan impaurito e confuso steso a terra.
-Bhè… ecco… noi… stavamo soltanto giocando, mamma!- Esclamò Bra sorridendo poco convincente e lanciando occhiatine all'amichetta.
-Soltanto giocando?! E allora cosa ci fanno qui la mia macchina per le allucinazioni e quella per l'alterazione vocale?!- Domandò austera Bulma mostrando alle bambine i due marchingegni poco più grandi di una mano.
-Ma-ma mamma…! Noi non-
-NIENTE "MA" SIGNORINELLA! FILA SUBITO A CASA! DI CORSA! E ANCHE TU, PAN! ANDATE!- Ordinò la donna indicando l'uscita mentre, rimettendo in ordine le sue invenzioni, si allontanava borbottando qualcosa.
Mr Satan rimase al buio allibito a terra da solo. -Ma-ma cos'è successo?!-

* * * * * * * *

Intanto, sulla navicella (ormai su Kiton)…

* * * * * * * *

-PREGO I SIGNORI PASSEGGERI DI METTERSI SEDUTI COMODI SUI SEDILI E DI ALLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA. STIAMO ATTERRANDO!- Esclamò ironico Trunks accomodandosi al posto di guida. Tutti i presenti si sedettero e scossoni riempirono la navicella. Quando l'astronave si fu stabilizzata, Syra, guardò fuori dal finestrino contemplando commossa il paesaggio roccioso e desertico caratteristico di Kiton, il suo amato pianeta.
-… Casa…- Sussurrò con un lieve sorriso che ben presto si mutò in un'espressione di sbigottimento. -Oh no…!- Esclamò la saiyan.
-Cosa? Che c'è?- Chiese Goku rivolgendo lo sguardo alla ragazzina.
-KITONIANI! UN INTERO ESERCITO! Gulter deve avere intercettato il messaggio!- Esclamò Syra balzando giù dal sedile e correndo verso il portellone seguita a ruota da Goku, Vegeta e Gohan. Il portello si aprì mostrando ai saiyan un centinaio di soldati in rotta verso la loro navicella.
-Questa non ci voleva! Sanno che siamo qui…!- Grugnì Vegeta osservando lo squadrone alieno dirigersi verso di loro.
-Urca…! Sono davvero brutti questi kitoniani!- Esclamò Goku con ribrezzo.
Gli altri tre saiyan guardarono Goku con una gocciolina in testa poi si apprestarono al combattimento.
-Se potete evitare uno scontro diretto fatelo. Non possiamo permetterci di perdere tempo con loro e, soprattutto, non possiamo permetterci di rimanere feriti prima della battaglia con Gulter.- Disse seria Syra prima di scattare fuori dalla navicella con gli altri tre amici.
Dovevano intrattenere i kitoniani abbastanza a lungo per dare il tempo a Trunks di seminarli. I quattro saiyan non ebbero grossi problemi, i kitoniani erano molto potenti ma anche innegabilmente lenti.
-È incredibile! Nemmeno si muovono!- Esclamò Gohan schivando con facilità un'infinità di pugni di un avversario.
Vegeta non si stava neanche impegnando quando, ad un tratto, fu colpito da un ki blast alle sue spalle. Immediatamente lo respinse ma fu costretto ad indietreggiare sotto la potenza dei colpi.
-Maledizione! Possibile che questo sia solo un ki blast?!- Grugnì Vegeta aumentando la sua aura e respingendo poi facilmente l'attacco nemico.
Goku gli si affiancò e disse. -Già, i loro attacchi energetici sono molto più potenti dei nostri! Per fortuna non sono per niente veloci!- E così dicendo Goku schivò un calcio di un alieno e, con un pugno, lo scaraventò via.
Syra spazzò via alcuni alieni con un'onda molto simile al Final Flash ma poi fu bloccata alle spalle da un soldato che iniziò a parlare sdegnoso.
-È inutile! Signor Gulter è troppo potente e i Generali del Re sono già sulle vostre tracce… Potevi anche fare a meno di scomodarti a chiamare i rinforzi, non avete scampo! Siete solo dei poveri illusi! La vostra è una razza immonda e impura, è giusto che venga debellata dalla faccia dell'universo! PREPARATI A RAGGIUNGERE I TUOI AVI, SAIYAN!- Esclamò il kitoniano alzando un pugnale verso il cielo per poi rivolgerlo al cuore della ragazza. Syra intensificò la sua aura liberandosi così dalla stretta dell'alieno poi, caricando un'altra onda incredibilmente simile al colpo più potente di Vegeta esclamò. -SALUTA I MIEI AVI DA PARTE MIA, MISERABILE!-
E con quelle parole scagliò l'onda che colpì in pieno il kitoniano facendolo precipitare al suolo senza vita.
-Cominciano ad essere in troppi! Che facciamo?- Chiese Gohan avvicinandosi ai tre alleati saiyan.
-Dobbiamo seminarli! Dovremo dividerci, non c'è altra soluzione…!- Disse Syra sparando alcuni ki contro un alieno.
-Non ce ne sarà bisogno, Capitano Syra!- Intervenne un ragazzo saiyan con a seguito i rinforzi. Syra si voltò verso i saiyan e con un immenso sorriso gridò piena d'entusiasmo. -LE BRIGATE DEL SILENZIO!-
-Felice di rivederla sana e salva, Capitano Syra!- Disse il saiyan eseguendo un orgoglioso e appagato saluto militare guardando fiero prima Syra poi Goku, Vegeta e Gohan.
-KIKOTH! Anch'io sono felice di rivederti, amico! Ma come sapevate che eravamo arrivati?!- Chiese elettrizzata la ragazza mentre il soldato ribelle rispondeva con un largo sorriso.
-Quel ragazzo ci ha informati del vostro arrivo e che eravate stati attaccati da uno degli eserciti del Re.- Spiegò Kikoth indicando Trunks completamente preso dalla battaglia.
-TRUNKS!- Esclamarono in coro Goku, Syra e Gohan.
Il mezzo saiyan si liberò di un kitoniano con un calcio poi si diresse verso l'equipaggio della navicella. -Scusate il ritardo! Ho portato alcuni amici incontrati da poco, spero non vi dispiaccia!- Scherzò il ragazzo fermandosi di fronte agli amici e al fianco di Kikoth.
I kitoniani erano in difficoltà, ma anche i saiyan delle Brigate sembravano stanchi. Kikoth prese la parola e, avvicinandosi a Syra, disse a voce bassa. -Capitano, vada… Raggiunga la Base con gli aiuti, qui ci penseremo noi…-
Syra guardò il saiyan poi Goku, Gohan, Vegeta e Trunks. La ragazza mise una mano sulla spalla dell'amico e disse seria. -Mi raccomando, fate molta attenzione…!- Infine, rivolta al resto dell'equipaggio esclamò. -Seguitemi!- E si allontanarono velocemente volando.
Scesero in picchiata volando quasi raso terra ad una velocità notevole, una nube di polvere marcava il loro passaggio.
-Syra…! SYRA…! Dove siamo diretti?- Chiese Trunks accostandosi all'amica.
-Lo scoprirai presto. Ora rallentate, non dobbiamo farci sentire, non possiamo correre rischi…- Disse seria Syra diminuendo la velocità per poi scendere a terra. -Proseguiremo a piedi, azzerate le vostre aure.- Comandò la ragazza con tono straordinariamente autoritario.
I quattro saiyan a suo seguito ubbidirono senza fare troppe domande, era ovvio che il luogo in cui erano diretti doveva essere segreto e che tale doveva rimanere. Il paesaggio circostante era incredibilmente lugubre, nel cielo terso un torrido sole picchiava incessante sulla terra rossa e bruciata di una zona che pareva arida da tempo indefinito. Le sabbie di quel luogo erano di un fulvo così intenso che faceva quasi male agli occhi e le profonde crepe nel terreno erano a prova che non pioveva da parecchio tempo; non un prato, non un arbusto, non un ruscello, pareva che in quei luoghi così tetri e malinconici anche i fiori avessero rinunciato a sbocciare.
Una gola rocciosa apparve all'orizzonte, in lontananza, sembrava che quelle terre brulle non avessero mai fine.
-Siamo quasi arrivati, abbiate ancora un po' di pazienza…- Informò Syra voltando il capo dietro di sé per guardare i compagni di viaggio. Nessuno disse una parola, quella triste marcia in quelle terre sterili pareva sospesa tra spazio e tempo senza trovare una logica collocazione. Giunti alla gola Syra si fermò sicura e pregò i saiyan di indietreggiare. La ragazza staccò una spilla di metallo a forma di piuma dalla guaina della spada e la mise in una cavità nella roccia, l'incastro era assolutamente perfetto. A quel punto la gola si spostò aprendo un varco nella roccia e permettendo l'accesso ai cinque saiyan. La ragazza si addentrò per prima con a seguito gli amici, il passaggio era stretto e buio, stavano scendendo. Alla fine del cunicolo un'enorme porta scura lievemente illuminata da due torce ai lati si presentò imponente davanti a loro.
Syra si mise davanti al portone senza indugiare e pronunciò a voce alta e chiara. -SYRA. PRIMA BRIGATA DEL GENERALE SIDDAN.-
Una voce elettronica che sembrava uscire del nulla confermò le parole della saiyan, doveva essere un sistema a scansione vocale. -Esame vocale e di grado militare - completati e confermati. Bentornata Capitano Syra.-
Il portone si spalancò di fronte agli occhi attoniti dei terrestri presenti. Un'intera città sotterranea si innalzò maestosa e imponente davanti ai loro occhi che osservavano meravigliati.
-Benvenuti… alla Base delle Brigate del Silenzio…- Disse seria Syra scostandosi per permettere agli amici di entrare.

Il portone di chiuse alle loro spalle ed un folto gruppo di saiyan accerchiò Syra e i nuovi arrivati riempiendola di domande ed esclamazioni.
-SYRA! È TORNATA!-
-Oh, Syra! Sei stata grande!-
-Ce l'hai fatta! Bentornata!-
-Ora potremo finalmente riconquistare la nostra libertà!-
-Syra, Hai viaggiato molto?-
-Hai incontrato dei pericoli?-
-Non sei ferita, vero?- La assalirono gli amici entusiasti mentre la saiyan sorridendo rispondeva a monosillabi. Ad un tratto una voce più intensa delle altre interruppe la rimpatriata facendosi largo tra i vari saiyan presenti.
-HEY, HEY, LARGO! FATEMI PASSARE, GENTE! STA ARRIVANDO IL MEGLIO DEL MEGLIO, VALE A DIRE LA SOTTOSCRITTA…! FATEMELA VEDERE! VOGLIO VEDERLA CON I MIEI OCCHI QUESTA BRUTTA FIGLIA DI UN SAIYAN RIBELLE CHE HA ATTRAVERSATO L'INTERO UNIVERSO DA NORD A SUD! VIA VIA LARGO! PERMESSO! Accidenti Keran! Ho detto permesso…! Levatati dai piedi!- Disse sprezzante una saiyan mettendosi al centro dell'attenzione. Il gruppetto si sfoltì per lasciare che la figura snella e atletica di una vecchia amica si presentasse davanti ai nuovi arrivati. -Allora, dov'è?!- Chiese guardandosi intorno.
-NEMES!- Gridò Syra entusiasta.
-SYRA! Finalmente! Cominciavo a pensare che ti fossi persa, sai?!- Ironizzò Nemes abbracciando l'amica.
-Oh, Nemes! Sono così felice di rivederti! Vieni, ti presento dei saiyan che ho conosciuto sulla Terra. Sono fortissimi, SONO DEI SUPER SAIYAN!- Esclamò fiera Syra sotto gli occhi increduli di tutti mentre osservavano i saiyan della Terra.
-Ehm… Salve a tutti, come state?- Balbettò Goku con una gocciolina in testa sorridendo un po' imbarazzato per tutta quella silenziosa attenzione a loro rivolta. Syra sbloccò la situazione e, rivolta all'amica, disse seria.
-Nemes. Portaci dalla principessa Veki, non c'è un momento da perdere. Venite ragazzi!- Chiamò poi la saiyan rivolta all'equipaggio.

* * * * * * *

Intanto, al palazzo di Re Gulter…

* * * * * * *
-Non posso crederci! Ve li siete lasciati scappare…?!- Chiese sorpreso Re Gulter ad alcuni capitani kitoniani in ginocchio davanti a lui.
-Sì, signore… Quei terrestri erano molto più forti del previsto e inoltre un'armata delle Brigate del Silenzio è giunta in loro aiuto. Abbiamo subito perdite considerevoli, non abbiamo potuto fare altro che ritirarci o ci avrebbero annientati tutti.- Spiegò un comandante.
-Capisco…- Annuì assorto il Re. "… Questa storia a Dreinos non piacerà…" Pensò tra sé. -Bene, potete andare… Ora tornate là fuori e trovateli. È tutto.- I soldati salutarono militarmente e si allontanarono.
-Signore…- Chiamò una voce con tono servile.
-Signore, lasci tentare noi. Non la deluderemo…-
Re Gulter volse lo sguardo verso i suoi diletti. -Hitios. Generali. Voi qui?-
-Signore…- Prese la parola un alieno rivolto a Gulter. -Mio sovrano, lasci che ci occupiamo noi dei terrestri e della ragazzina… Vedrà che sarà soddisfatto del nostro operato…!-
Il Re sorrise poi disse. -Oh, Platen… Non lo metto in dubbio. Voi, miei Generali, siete il mio asso nella manica. Non temete, avrete anche voi l'occasione di dare una lezione ai saiyan ribelli! Agirete al momento che riterrò più opportuno.-
-Siamo ai vostri ordini, vostra maestà Re Gulter.- Così dicendo, i quattro generali si allontanarono. Il Re li osservò allontanarsi poi disse sospirando. -Quei ragazzi mi riempiranno di orgoglio! Con loro al mio fianco niente al mondo potrà mai fermarmi!- Sogghignava tra sé Gulter. -Nessuno può raggiungere il loro livello, Hitios e gli altri Generali sono troppo forti! NESSUNO FERMERÀ LA MIA CONQUISTA DELL'UNIVERSO! AH AH AH!-

-Io credo che il Re non si fidi abbastanza di noi!-
-È vero! Mirz ha ragione, se il sovrano Gulter si fidasse di noi saremmo già la fuori a dare la caccia a quei terrestri! Tu non credi, Hitios?- Chiese uno dei Generali volgendo lo sguardo verso il kitoniano assorto in meditazione nella penombra.
-Ahh! Lascialo perdere, Platen! Mio fratello non ama fare salotto come voi donnicciole!- Prese in giro Zurys entrando nel discorso.
-Io credo che Hitios sia abbastanza grande e grosso per difendersi da solo… senza bisogno dell'aiuto del suo caro fratellino!- Esclamò Mirz dando addosso a Zurys.
-Senti, non ho voglia di farti male. Vedi di non farmi innervosire, ok?- Disse incurante l'alieno.
-Guardalo come si atteggia! "Attenzione! Io sono Zurys, uno dei quattro Generali del Re nonché fratello del possente Hitios! Io sono il migliore! Non fatemi innervosire, capito?!"- Lo derise Mirz.
Il giovane fratello di Hitios fece finta di non dar peso alle parole del compagno continuando ad affilare la spada.
-Cosa c'è… Zurys?! Non dici niente?!- Continuò il Generale kitoniano.
-Adesso mi hai davvero stancato, Mirz. FINISCILA!- Ordinò Zurys.
-Perché dovrei… fratellino…? Ho per caso ferito il tuo orgoglio guerriero?- Chiese con voce sprezzante l'alieno avvicinandosi al Generale Zurys.
-Ora piantala, Mirz. Ti sei divertito abbastanza…! Smettila adesso…!- Cercò inutilmente di fermarlo Platen nonostante la scena fosse molto divertente. Mirz si avvicinò piano a Zurys fermandosi a pochi centimetri dall'alieno e, con un sorrisetto beffardo dipinto sul volto gli sussurrò.
-Coraggio… Generale dell'Ovest… fammi male…!-
Il giovane kitoniano non ci vide più e si avventò su Mirz iniziando una lotta rabbiosa. Platen stava ridendo di gusto, tra i due era noto ci fossero degli screzi ma, fino a quel giorno, non erano mai arrivati alle mani. Ad un tratto Hitios si alzò e, allungando il braccio verso i due litiganti, aprì lentamente il palmo della mano. Un'ondata di elettricità attraversò la stanza e l'aura di Hitios si liberò in modo spaventoso, dalla sua mano un'energia misteriosa si spinse veloce verso i due Generali, soltanto lo spostamento d'aria che provocava la rendeva visibile. Zurys e Mirz furono investiti dall'arcana onda di energia di Hitios che li scaraventò bruscamente contro il muro della stanza.
La parete si frantumò sotto la terrificante forza emanata dal Generale e i due kitoniani finirono impotenti dalla parte opposta della stanza accanto.
Hitios chinò la mano e, senza guardare i due alieni stesi doloranti al suolo disse freddo. -Mi hanno stancato le vostre sciocchezze…- Poi uscì calmo dalla porta e si allontanò.
Mirz e Zurys si alzarono piano da terra e, guardandosi con aria ostile si divisero senza dire una parola.

* * * * * *

Intanto, sulla Terra…

* * * * * *

Chichi raggiunse la casa di suo padre Juma, scese restia dall'auto e presentandosi di fronte alla grande porta della casa del genitore bussò.
-ARRIVO SUBITO!- Rispose una voce stentorea.
La porta si aprì e sulla soglia apparve massiccia e robusta la figura di Juma. -CHICHI! FIGLIOLA! Che bella sorpresa! Che cosa ci fai qui? Ma cosa fai lì sulla porta?! Entra avanti!- Sorrise benevolo il vecchio.
Chichi entrò senza accennare una parola mentre il padre continuava il suo incessante monologo. -Allora, cosa mi racconti? Non ci sono i ragazzi? E la mia bella bis-nipotina?! Ah ah! Ma Goku? Non è con te? Ahh, ho capito! Dev'essere ad un altro dei suoi soliti allenamenti, vero?! Ah ah! Quel ragazzo non cambierà mai! Ma tu, cara, a cosa devo la tua visita?- Chiese infine Juma. Chichi non disse nemmeno una sillaba, prese il suo bagaglio e lo appoggiò sul tavolo in bella vista.
Juma smise subito di ridere. -Ma… Chichi… Cosa significa questa valigia?- Chiese confuso. -Io e Goku abbiamo deciso di lasciarci. Lui è partito per una missione su un pianeta non so dove e io sono venuta da te. Posso rimanere qui per qualche tempo, papà?- Chiese Chichi con tono distaccato.
Juma era senza parole. Come lei e Goku si erano lasciati? Ma che cosa era accaduto? Il vecchio annuì energicamente. -Ma certo, puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi, cara! Ma cos'è successo con Goku, me lo vuoi dire?- Chichi distolse lo sguardo e spiegò al padre come stavano le cose. Della relazione segreta di Goku e Bulma e di tutto quello che era successo negli ultimi tre giorni.
-E i ragazzi? Loro sono già al corrente di questa decisione?- Domandò preoccupato il padre della donna.
-I ragazzi purtroppo non sanno ancora niente di questa faccenda ma conto di dirglielo il prima possibile, almeno a Goten. Spiegherò le cose a Gohan quando tornerà.- Juma non disse niente, prese il bagaglio di Chichi e lo sistemò nella vecchia stanza della donna.
-Vedrai che passerà, Chichi…!- E così dicendo il vecchio abbracciò la figlia che si strinse al padre senza dire una sola parola.

Videl era intenta a sgridare Pan. -MA COME TI È SALTATO IN MENTE DI FARE UNO SCHERZO COSÌ CATTIVO A TUO NONNO, EH?- Chiese severa la moglie di Gohan rivolta alla bimbetta desolata.
Pan guardava in basso in un punto imprecisato del pavimento.
-Pan, tesoro, tuo nonno non è più un ragazzino, poteva farsi molto male…!- Continuò Videl con tono più calmo mentre la piccola continuava a fissare il parquet della casa di Bulma. -Mi dispiace tanto, mamma… Noi non volevamo fare niente di male, davvero!- Disse dispiaciuta Pan volgendo lo sguardo alla madre che sospirò.
-Non ha importanza ora… Però promettimi che non farai mai più una cosa del genere, va bene?- Disse sorridendo Videl.
-Ok, lo prometto!- Esclamò Pan ricambiando il sorriso della madre.
-Su, vai fuori a giocare ora… E FAI LA BRAVA!- Le raccomandò la ragazza guardando saltellare via la piccola Pan.
-A volte sono insopportabili, vero?- Sorrise Piccolo entrando dalla porta.
-Già, ma sono bambini. Che cosa vuoi farci?" Rispose Videl porgendo un asciugamano a Piccolo reduce dall'allenamento con Crilin e Goten.
-Grazie…! Videl…- Chiamò la ragazza che si stava allontanando.
-Sì?- Rispose lei voltandosi.
-Videl, Gohan ti ha detto niente riguardo-
-Sì! So tutto! Gohan era preoccupato che io o la piccola potessimo non essere d'accordo sulla sua partenza ma l'ho rassicurato. Gli ho detto di non farsi scrupoli per me o per Pan perché a noi basta che torni a casa sano e salvo.- Spiegò Videl con un sorriso.
Piccolo la guardò e capì che la ragazza non sapeva niente dei tormenti del marito. -Videl… Non hai trovato un po' strano Gohan negli ultimi tempi?- Domandò il namecciano con aria distaccata, la ragazza lo guardò poi abbassando il capo rispose.
-Sì… Gohan sembra così diverso. Come se qualcosa lo stesse turbando ma fa finta di niente con me e anche con gli altri…- Disse la ragazza con tono sconsolato. Piccolo la guardò tentato dal pensiero di rivelarle la vera ragione dello strano comportamento di Gohan ma scartò l'idea, doveva essere il suo allievo a dire quelle cose a Videl e non lui anche se avrebbe davvero voluto farlo.
-Videl…- Iniziò il namecciano sedendosi. -Non devi pensare che Gohan non voglia bene a te o a Pan, anzi. Ma Gohan passa un momento in cui ha bisogno che le persone a lui care gli dimostrino che lo amano e che sappiano quanto lui li ama. Dagli tempo e non preoccuparti!-
Videl guardava il vecchio amico del marito. Non aveva mai parlato molto con Piccolo se non in presenza di Gohan. Videl accennò un sorriso e, osservando meglio il namecciano, disse. -Senti, Piccolo, ti andrebbe di andare a fare un giro?- Piccolo la guardò con aria stranita e, prima di poter replicare Videl lo prese sotto braccio e lo portò via.

Marron gironzolava per le strade della Città dell'Ovest pensierosa, aveva lasciato lo stabilimento della Capsule corp da circa mezz'ora stomacata dalla vista dei tre amici allenarsi.
-Uffa!… Non è affatto giusto che solo papà, Piccolo e quello sfaticato scansafatiche di Goten possano partire con la seconda navicella… Anch'io sono forte! Perché non mi lasciano almeno provare?- Si chiese la ragazza calciando una lattina per terra.
Era ormai sera e i vicoli che Marron percorreva diventavano sempre più scuri e lugubri. La ragazza camminava e camminava senza rendersi conto di stare imboccando strade sempre più isolate e pericolose, le mura scure dei palazzi si levavano alte ai bordi stretti delle vie e i pensieri assillanti di Marron le impedivano di percepire il pericolo. Alcuni ragazzi di strada stavano seguendo da un po' la figlia di Crilin che, immersa nei suoi crucci non aveva badato ai quattro ragazzi che la seguivano. Poi uno di loro, probabilmente il capo, prese finalmente la parola. -Hey dolcezza! Che ne dici di fare un giro con noi?- Chiese con tono da duro uno dei ragazzi.
La giovane si girò distrattamente e, affatto impaurita dai teppisti rispose con tono indifferente. -No, grazie. Non ho voglia di sprecare il mio tempo con voi, scusate. Addio!- E così dicendo la figlia di Crilin diede le spalle ai quattro ragazzi proseguendo per la sua strada.
Il capo dei teppisti si indispettì alla risposta poco rispettosa di Marron e, afferrandola bruscamente per un braccio disse. -Sentimi bene ragazzina! Qui sei nel nostro territorio e nessuno può permettersi di prendersi gioco di me, chiaro?!- Esclamò aggressivo il ragazzo scrutando attentamente il volto di Marron. La ragazza guardò l'aggressore con aria distaccata e fredda. -Perché? Se no cosa fai?- Ironizzò la ragazza facendo diventare il bullo rosso di rabbia.
Il teppista tentò di dare un pugno a Marron ma lo evitò agilmente saltando sulla testa del ragazzo che, perdendo l'equilibrio, cadde con la faccia a terra. La figlia di Crilin atterrò dolcemente poco più in là sotto gli occhi, prima sbalorditi e poi arrabbiati dei compagni del teppista.
-ORA TI FACCIAMO VEDERE NOI COSA SUCCEDE A CHI SFIDA IL NOSTRO CAPO! SOTTO RAGAZZI!- Esclamò uno dei bulli caricando sulla ragazza.
Marron sogghignò ed evitò facilmente i pugni e i calci che i tre le destinavano. Lo scontro sembrava nettamente a favore della ragazza fino a quando il capo dei teppisti si rialzò e la afferrò alle spalle impedendole di muoversi. -Allora, bella signorina, chi è quella nei guai adesso?- Chiese con un ghigno il bullo. Marron era davvero nei pasticci, non riusciva a liberarsi dalla morsa dell'aggressore e la sua stretta al collo la stava soffocando.
-La-lasicmi!- Balbettò inerme la figlia di Crilin, il teppista dapprima strinse la stretta poi scaraventò la ragazza contro il muro. Marron venne colpita duramente allo stomaco e sul viso, non riusciva a reagire alle percosse.

Goten stava inutilmente cercando Marron da un po' per chiederle se le andava di andare al cinema a vedere un nuovo film di fantascienza.
-Uffa…! Ma dove accidenti si sarà cacciata? Non mi va di volare tutta la città prima di trovarla!- Sbuffò Goten guardandosi intorno invano.
Ad un tratto percepì un'aura conosciuta che lentamente si spegneva. Il mezzo saiyan si fermò di colpo. Non c'erano dubbi, era l'aura di Marron!
Goten scese in vicoli stretti e foschi, l'oscurità rendeva poco visibile il paesaggio. Il ragazzo sentì dei lamenti provenire da un viottolo buio e si addentrò per vedere Marron, circondata da quattro bulli, che inerme incassava pugni e calci.
-HEY!- Gridò Goten attirando l'attenzione dei teppisti.
-E tu chi diavolo sei, pivello?!- Ringhiò uno dei quattro aggressori lasciando libera Marron per un attimo.
-IO SONO SON GOTEN! COSA STATE FACENDO A MARRON?- Domandò aspro e ostile il mezzo saiyan.
-Niente che ti riguardi, pivello. Sparisci!-
-Voi state facendo del male alla mia amica e io non posso permetterlo! STATE IN GUARDIA!- Esclamò serio Goten mettendosi in posizione di attacco.
-A quanto pare vuoi farti male, non è vero? Bene, non mi tirerò certo indietro! Fatti sotto, pivello!- Sogghignò il capo dei teppisti facendosi scroccare le dita. Il bullo attaccò e Goten evitò agilmente il pugno del teppista poi, con un calcio rovesciato in aria scaraventò il malvivente contro il muro facendolo cadere a terra con gli occhi a girandola.
I tre tirapiedi del teppista aggredirono Goten che, con un pugno, un calcio e uno spintone mise knock out i tre bulli.
-Ben vi sta… SBRUFFONI!- Irrise duro Goten per poi avvicinarsi a Marron.
La ragazza era ridotta male ma non sembrava niente di grave. Goten la prese tra le braccia e la portò via volando lasciando i quattro bulli stesi a terra con tanti piccoli Goten che gli giravano intorno alla testa.

-IO NON POSSO CREDERCI! TI AVEVO DETTO DI TENERLA D'OCCHIO, DI NON FARLA ALLONTANARE, E TU ORA MI DICI CHE NON SAI DOV'È?!- Chiese C18 con tono infuriato a Crilin.
-Ehm… Eh… Cara… Io…-
-Non hai scuse, Crilin! PENSA SE LE FOSSE SUCCESSO QUALCOSA!- Continuò la donna sempre più irritata. Il povero Crilin non sapeva più che dire così disse l'unica cosa che mandò la moglie su tutte le furie. -Ah… Dai, tesoro, Marron è molto in gamba…! Se la saprà cavare, vedrai!- Sorrise Crilin con una gocciolina in testa e con tono nervosamente scherzoso alla moglie.
Un attimo di preoccupante silenzio attraversò la stanza prima che C18 mollasse un sonoro ceffone a Crilin che, impietrito con la guancia color semaforo fissava il vuoto.
-COME PUOI PARLARE COSÌ?! PREGA KAMI CHE RITORNI A CASA SANA E SALVA O TU SARAI IL PRIMO CHE VERRÒ A CERCARE!- Così dicendo se ne andò sbattendo la porta. Crilin rimase immobile con la guancia che lampeggiava.
Balbettò un -A-ahia…!- Poi cadde a terra freddato dal gesto della moglie.

Goten atterrò dolcemente sul tetto di un grattacielo con Marron in braccio. La appoggiò delicatamente a terra e reggendole la testa la chiamò.
-Marron! Hey Marron! Svegliati! Andiamo rispondimi, come stai?-
La ragazza aprì faticosamente gli occhi per vedere un Goten abbastanza preoccupato chiederle di svegliarsi.
-Go-Goten… Dove sono?- Chiese stordita Marron.
-Sei stata aggredita ma ci ho pensato io a dare una lezione che non dimenticheranno a quegli sbruffoni!- Esclamò Goten auto-complimentadosi per il lavoro svolto.
Marron avrebbe voluto ribattere con qualcosa di pungente per smontare la vanità dell'amico come faceva di solito ma le uniche parole che le uscirono dalla bocca furono completamente diverse.
-Goten, tu… tu mi hai salvata…!- Balbettò la ragazza guardando Goten dritto negli occhi. Il mezzo saiyan arrossì vistosamente per poi uscirne con una delle sue solite stupidaggini.
-Ehm… Ah ah ah! È ovvio! Super Son Goten non teme rivali! Ah ah ah!- Esclamò il figlio di Goku con aria da duro mentre sulla testa di Marron appariva una gocciolina.
La figlia di Crilin si soffermò a guardare il mezzo saiyan, lo vedeva sotto una nuova luce e gli sembrava incredibilmente attraente. Gli occhi di Goten incrociarono quelli di Marron che subito distolse lo sguardo arrossendo.
Il mezzo saiyan non ci fece troppo caso e, guardando la ragazza disse.
-Dai, Marron, ora è meglio andare a casa. I nostri saranno preoccupati!-
La figlia di Crilin annuì e, insieme a Goten si alzò in volo per raggiungere la Capsule corp dove i genitori li stavano ansiosamente aspettando.

* * * * * * * *

Intanto, nelle prigioni del palazzo di Re Gulter…

* * * * * * * *
La porta delle prigioni si spalancò bruscamente e Re Gulter entrò seguito da alcune guardie.
-Buona sera, miei cari ospiti! Come state oggi?- Domandò ironico il sovrano squadrando i prigionieri. Nessuno rispose e tutti abbassarono il capo distogliendo lo sguardo dal dittatore. Signor Gulter ignorò il gesto dei saiyan e si avvicinò a Siddan con aria tranquilla.
-Allora, principe Siddan, ti è tornata la memoria?- Sorrise il sovrano fermandosi di fronte al saiyan. La sola risposta del ragazzo fu un terribile sguardo deciso e pieno d'odio.
-Che cosa ti prende? Non mi rispondi nemmeno? Sei molto poco educato per essere un saiyan di sangue nobile!- Sogghignò Re Gulter.
-Non ti dirò mai dove si trova la Base dei Saiyan ribelli, Gulter! Preferirei la morte!- Esclamò con fermezza il ragazzo.
-A questo possiamo porre rimedio…- Sussurrò il tiranno continuando a scrutare l'intenso sguardo che il ragazzo gli rivolgeva.
-Intanto che ci pensi credo che porterò un altro dei tuoi amichetti a farsi un giro con i miei soldati, tu che cosa ne dici, principino?- Sorrise il bieco sovrano accarezzando i folti capelli nerissimi di Jana.
-NON LA TOCCARE, VISCIDO VERME!- Esclamò Toma tentando di liberarsi. Le scorte del Re si mobilitarono per impedire al saiyan di continuare ma furono fermati da un gesto muto di Gulter.
-Siamo pronti alla morte, Gulter. Non ho paura dei tuoi metodi…!- Proferì la ragazza guardando con occhi freddi il sovrano.
-Bene, meglio così allora!- E sorridendo ordinò alle guardie di liberare Jana dalle catene e di portarla via. Questa volta non un grido, non una parola, non un tentativo di liberarsi esplose dai saiyan prigionieri. La ragazza seguì le guardie senza opporre la minima resistenza pronta a tutto.
-GULTER…!- Chiamò aspro Siddan il Re che si voltò calmo verso il ragazzo.
-Me la pagherai…!-
E sorridendo il maligno sovrano rispose. -Vedremo, saiyan… Vedremo!- Poi chiuse la porta dietro di sé lasciando soli i tre giovani ribelli.

-La affido a voi. Se potete non uccidetela.- Ordinò Gulter alle guardie mentre un soldato rispondeva spingendo bruscamente la prigioniera in una stanza. -Agli ordini, Re Gulter!-
Gulter salì delle lugubri scale fermandosi poi di fronte ad una parete che, quando il Re tirò una leva, si spostò permettendogli l'accesso. Grazie al passaggio segreto Gulter raggiunse le stanze di Dreinos percorrendo il lungo e sfarzoso salone dove, in fondo alla stanza, si potevano vedere i fitti e altissimi veli scarlatti.
-SALVE, GULTER!- Esclamò Dreinos atterrando bruscamente proprio davanti all'alieno che sobbalzò dalla paura.
-Dreinos?! Che il diavolo ti porti! Mi hai fatto morire di paura!- Esclamò il monarca kitoniano portandosi una mano sul cuore. -Oh…! Per tutti i numi del firmamento…! Dove hai messo il tuo elmo? Non hai paura che qualcuno possa vederti?- Chiese sorpreso e sorridente Gulter guardandolo in volto.
Dreinos accennò un mezzo sorriso e, voltandosi per sedersi comodo su una poltrona, disse sospirando. -Ahh, Gulter, vecchio mio! Ormai non ho più bisogno dell'elmo! È giunto il momento che la Sacra Spada e la vendetta su quegli sporchi saiyan siano nelle mie mani e non c'è più ragione di nascondere il mio volto! Ah ah ah!- Re Gulter guardava stranito ma felice l'amico. -FINALMENTE, RAGAZZO, HAI CAPITO CHE NON C'È MOTIVO DI TEMERE I SAIYAN! Li abbiamo in pugno da molto tempo ormai, dobbiamo solo trovare il loro covo!- Sorrise il malvagio sovrano accomodandosi sull'altra poltrona.
L'uomo sogghignò crudele. -Già… e una volta scoperto il loro nascondiglio…- Dreinos estrasse il pugnale dalla guaina e con un colpo secco trafisse un insetto sul tavolo.



FINE SECONDO CAPITOLO