INTRECCI - Spiegazioni e Discussioni
Qual è la verità?

- Non devi accompagnarmi, se non vuoi. Puoi anche tornare indietro -
- No, mi fa piacere fare due passi - rispose lei.
Mark Landers annuì silenziosamente
- Ma se tu vuoi, tornerò indietro. Però io credo, Mark, che dovremmo parlare -
- Come preferisci, Sally. Ma non so di cosa tu voglia parlare. Non c'è nulla da dire -

La ragazza si fermò. - Nulla, Mark? Per te è stato questo, nulla? -
- Sally… -
- No, guardami in faccia quando parlo, Mark! - disse la ragazza, afferrandolo per un braccio e facendolo voltare. - Per te… Non è contato nulla, è così? -
- Io… -
- Dannazione, Mark, rispondi! - esclamò lei, guardandolo dritto negli occhi.

Era arrabbiata, ma non solo. Delusa. E lui non voleva deluderla…. Non voleva che le lacrime che stavano spuntando dai suoi occhi, le rigassero le guance. Ma… Voleva bene a Maki, gli piaceva. E poi… Non era così coinvolgente, com'era sempre stato con Sally. Era molto diverso… Con Maki poteva essere… Tranquillo e sereno. Sally invece … Con lei perdeva sempre la cognizione del mondo che lo circondava. Si perdeva, e non riusciva ad essere se stesso… Si perdeva in lei… E anche l'altro giorno… Era con lei, e non era riuscito a trattenersi. Non avrebbe dovuto, perché ora, il loro legame era ancora più forte. Ma non riusciva ad esserne scontento o anche semplicemente a non pensarci… Era stato così bello e perfetto che…

Abbassò il capo - Mi dispiace - rispose soltanto - Io non… -

La tigre. Era questa, la tigre? Con lei… Non c'era mai riuscito. Era una persona completamente diversa. Con lei… Con lei… Era tutto diverso. Non poteva permettere che lo influenzasse di nuovo così tanto!

- Come puoi… Pensare una cosa del genere? Io… - era sconvolta. Come aveva potuto lasciarle intendere che per lui non era significato nulla, stare con lei… Stare con lei la prima volta?

Sally voltò il capo, per non guardarlo in volto… Sì, era sconvolta. Profondamente. Aveva creduto… Che per lui fosse stato… Importante quanto lo era stato per lei. Profondo, quanto lo era stato per lei. E invece… Invece… Come aveva potuto sbagliarsi fino a questo punto su di lui? Si era innamorata di lui… E aveva sempre sperato che, un giorno, Mark sarebbe stato pronto per un rapporto di coppia. E quel giorno, avrebbe cercato lei. Invece, le cose erano andate diversamente. Poteva anche farsene una ragione, ma… Dopo quello che era successo tra loro… No, non era possibile farsene una ragione. Si sentiva… Usata.
Sì, usata… Era il primo pensiero che le veniva in mente…
Non voleva che fosse questa, la prima emozione al ricordo di quelle sensazioni, eppure… Come aveva potuto credere che lui fosse sincero?


Sospirò. Sapeva cosa fare, ora. Lottare, e allontanarlo. Anzi, scacciarlo. Era l'unico modo, non ce n'era nessun altro… Lottare, con rabbia, come aveva sempre fatto con i suoi genitori e sua sorella, e con la maggior parte delle persone che non erano riuscite a capirla…
Credeva che Mark fosse diverso. Che l'avesse capita…

- Spero che almeno tu ti sia divertito, Mark Landers - era arrabbiata, molto arrabbiata. Era come… un fiume in piena che non riusciva a bloccare…
Si voltò, per andarsene, lasciandolo a bocca aperta.

- Ehi, Sally, aspetta un minuto - urlò, ricorrendola, e, come poco prima aveva fatto lei, tirandola violentemente per un braccio e facendola girare - Non penserai di me davvero quello che hai detto? -
- Sì - rispose lei, guardandolo negli occhi in segno di sfida e cercando di non far trasparire il dolore che provava al braccio che lui stava ancora stringendo con forza - Non mi hai dato altre impressioni, se non sbaglio - terminò, guardandolo con odio. Ma non ci riusciva. I suoi occhi scuri lasciavano trasparire … Il vero Mark, quello che solo lei riusciva a tirare fuori. E lui lo sapeva, lo sapeva bene. Non riusciva ad odiarlo. Lo capiva troppo bene per farlo.
- Sai che non è vero, Sally - disse lui, tentando di sembrare ancora arrabbiato. Ma quando fissava troppo i suoi occhi verdi, il mondo smetteva di girare, attorno a lui.
- Dimostramelo - rispose lei, in tono di sfida. Non avrebbe ceduto, non questa volta. L'aveva già fatto quattro anni prima. Quantomeno, doveva farlo sentire in colpa.

D'impeto, senza sapere neppure quello che faceva, Mark Landers la avvicinò a sé e la baciò


Camminavano in silenzio. Da quando avevano lasciato Holly e gli altri, non si erano più detti nulla. Avrebbe preferito restare sola, ma Tom aveva insistito per accompagnarla a casa. E comunque, la sua figura accanto a lei, era tranquillizzante. Lo guardò per un attimo di sottecchi… Tom Becker… Il suo amico Tom… Amico? Era davvero solo questo per lei? Tom… Aveva desiderato tanto rincontrarlo, e ora…
Tom e Kim… Perché non riusciva a spazzare quel pensiero dalla mente? Kim… Aveva parlato solo di Alex, o anche di sé?
Non riusciva a capire… La differenza tra amore e amicizia era così sottile? Alex e Benji avevano uno strano rapporto, di quelli che non potrai mai capire neppure se ci rifletti per secoli, perché neppure loro lo capiscono davvero. Ma Tom e Kim? Sembravano amici ma… Legati da qualcosa di diverso… Come lei e Tom? Oppure no?
Che ne era del suo amico? Aveva deciso d'essere forte e indipendente. Forse Tom… L'avrebbe lasciata per sempre sola, ora? Forse era solo questo, che si considerava? Un'ancora di salvezza ora inutile?
E per Kim, cos'era lui? E lei? Forse, avrebbe potuto chiederlo. Amici per caso, a Parigi.

Soltanto questo?

E' davvero soltanto questo il motivo per cui Kim è così diversa? La morte di sua sorella… Josie… Non l' aveva vista che una volta, ma era davvero dolcissima. Assomigliava a Kim. Almeno, alla vecchia Kim.
La perdita di Josie poteva essere la causa del comportamento delle due sorelle, ma… Non l'unica causa. C'era qualcos'altro, ne era sicuro. Forse dopodomani l'avrebbe saputo… La mostra di quadri di Kim…
Lei gli era sempre stata vicina, sempre. E lui, invece, proprio quando lei aveva più bisogno, era stato troppo assorto dal calcio, oppure da Kris… Se solo si fosse preoccupato di più… Ma aveva preferito fuggire da Kim, e da quello che significava per lui, perché… Era troppo complicato. Quello che provava per Kris, invece… Era molto più semplice ed immediato… Era… dolcezza, sentimento, trasporto… E molto altro. Però riusciva a capire questo suo sentimento. Quello che provava per Kim, invece, non riusciva assolutamente a comprenderlo, non c'era mai riuscito.


- Le hai detto davvero questo, Kim? -
- Sì, certo. Cosa pensavi le avrei detto, Jen? - rispose la ragazza, senza distogliere lo sguardo dal mare, appoggiata alla porta scorrevole in vetro. Cosa avrei dovuto dirle?
- Per un certo verso, ti sei rovinata da sola, così - sentenziò l'amica.
- No, ti sbagli. Non avevo nulla da perdere - rispose, freddamente, appoggiando la guancia sul vetro freddo.
- Tom - disse semplicemente l'amica - Potresti perdere Tom -
- Io non lo amo - Era vero. Non lo amava. Non più. O almeno, ci provava. E non era poi così difficile, bastava non pensarci. Tenersi occupata… Pensare ad altro. Lo stesso che per… quello che era accaduto a sua sorella. Era sufficiente non pensarci. Svagarsi, divertirsi.
- Sai che non è vero. Lo dici come potrei dirlo io di Philip. Per cercare di fingere che sia così -
- E' diverso, Jen. Tu e Philip siete stati insieme, tra di voi c'è stato qualcosa. Io e Tom siamo solo amici, ed è quello che saremo sempre. - Perché sembrava quasi che non stesse parlando lei, ma qualcun altro attraverso la sua voce?
- Come preferisci - rispose l'amica - Ma non credo che buttare Kris tra le sue braccia sia in ogni caso la soluzione migliore -

Non ci fu risposta. Kimberly fissava il mare, e non aveva intenzione di essere disturbata.
Jennifer si alzò scotendo il capo e posando sul tavolo il bicchiere di succo di pompelmo che aveva tenuto in mano fino a pochi istanti prima.
Tutta quella farsa… Era rischiosa.
La cena era stata solo l'inizio. Ma poi?

"Philip vorrà delle spiegazioni", pensò, sospirando, mentre, prima di salire le scale, si voltava un'ultima volta a fissare Kim, ancora assorta. "Ed io, cosa gli dirò? Ormai… Non c'è nulla che non sappia già. Magari mi odia. Se è così, non sarà un problema. Ma… Nei suoi occhi non c'era odio, stasera. Solo tristezza e delusione. Erano freddi. Proprio come i miei"


- Siete state gentili ad accompagnarci ragazze, grazie -
- Figurati Philip, è un piacere - rispose Evelyn sorridendo.
- Magari avresti preferito accompagnare Bruce però! - rispose il ragazzo, sorridendo.
- Oh, no! Io e Bruce non ci frequentiamo più da tanto! Non è un problema, davvero! -

Philip annuì, tornando silenzioso. Solo Evelyn, ogni tanto parlava. Amy e Julian restavano in silenzio, senza dirsi una parola.
Come lui e Jenny avevano fatto per tutta la serata, del resto.
Jenny…
Perché tutto tornava sempre a lei? La amava ancora… La amava ancora tantissimo. Però… Lei non gli aveva mai raccontato la verità, non era stata sincera con lui. E alla fine, aveva scelto di seguire Patricia, non di stare con lui. Ma forse, come lei gli aveva detto, era lui che non poteva capire… Quello che le legava. Quello che era successo ormai quasi dieci anni prima. Si era mai sforzato di capire? O si era sempre fermato alla "Jenny" che conosceva, e non era mai andato oltre?
Eppure… Sentiva … Di amarle entrambe… Sia Jenny… Che Jen.
E forse, si poteva provare… Almeno ad essere amici. Forse ne valeva la pena.

- Sentite ragazzi, io torno indietro un attimo. Tanto, il mio treno è tra un'ora! Evelyn, mi accompagni tu? - chiese, sorridendo. Doveva tornare… tornare e parlarle.
- Ma…. -
- Dai, andiamo! - esclamò lui, afferrandola per un braccio, ed iniziando a correre nella direzione da cu arrivavano.
- Philip asp - iniziò a dire Julian, ma l'amico era già lontano. Sorrise. Probabilmente voleva parlare con Jenny. Faceva bene.
- Speriamo Jen sia di buon umore - mormorò Amy sorridendo fra sé. L'amica aveva un carattere tutt'altro che facile. Si era stupita di come fosse diversa quando stava con Philip, quattro anni prima. Ma presto, ognuna di loro era tornata se stessa. Jen non aveva fatto eccezione.
- Proseguiamo? - le chiese timidamente Julian, indicando il resto del percorso che mancava loro per arrivare alla stazione. Amily annuì, sorridendo. Incrociò le braccia al petto, e continuò a camminare accanto in silenzio.
- Come stai? - chiese poi, all'improvviso.
- Intendi... Di salute o psicologicamente? -
- Di salute -
- Bene. Molto bene, direi -
- E psicologicamente? - lo sorprese lei.
- Lo vuoi davvero sapere? -

Amily annuì. Sì, lo voleva sapere.

- Sto bene. Quando non ti vedo -
- Mi dispiace - rispose soltanto lei. Restarono in silenzio per il resto della strada.


- Siamo quasi arrivati, Kris. Vuoi che me ne vada? -
Kristine assentì - Ho detto ad Alex che ero a cena da Jude. E' meglio che non ti senta -
- Già, meglio così -
- Buonanotte allora, e a domani - disse la ragazza, allontanandosi. Voleva solo altro tempo per riflettere…
- Senti Kris… Come ti è parsa la serata? - chiese lui, facendola ritornare sui suoi passi.
- Piacevole. A parte il finale - disse, ma non era esattamente quello che le passava per la testa.
- Capisco. Mi spiace. Io… Non lo sapevo -
- Ma tu e Kim siete amici, no? - chiese lei, coprendosi subito la bocca con la mano. Non avrebbe dovuto impicciarsi … - Scusami, non sono affari miei -
- No, hai ragione, siamo amici. Ma da quando… Diciamo… Lei ha seguito Patricia, non ci siamo tenuti più molto in contatto. Ha stupito però anche me questa cosa… Probabilmente era troppo sconvolta per ricordarsi di avvisarmi -
- Vi conoscete da molto? -
- Da quando avevamo … Dodici anni. Sono sette anni, ormai. Ci siamo incontrati a Parigi, e per puro caso. Ci siamo conosciuti poche ore prima che i nostri padri ci presentassero - spiegò, appoggiandosi ad un muretto con la schiena. - Da allora, fino a quando Kim non ha ricominciato a giocare, siamo sempre stati abbastanza inseparabili -

Certo, l'aveva incontrata un paio d'anni dopo che si erano conosciuti loro… Ma perché non gliene aveva mai parlato in quel periodo?

- Ma avete litigato?-
- No, non proprio… Perché? - chiese, incuriosito.
- Beh, perché… Tu non mi hai mai parlato di lei, così pensavo, che era perché non volessi parlarne, ecco tutto -
- Oh, per questo… Ecco, io ho sempre cercato di evitare di pensare troppo a Kim perché… Beh, non abbiamo litigato, ma non ci siamo neppure lasciati … Bene, ecco. E non ti ho mai parlato di lei perché … Non c'è stata l'occasione, e comunque… Non avrei saputo cosa dirti -

"Non potevo dirti che … Ho pensato per diverso tempo… Di essermi di nuovo innamorato di una mia carissima amica…"

- Lo capisco bene, hai ragione e scusami, non volevo essere inopportuna. E' solo che… Beh, in questi giorni ho avuto una grande confusione in mente … Non capivo cosa stesse accadendo -
- No, non preoccuparti, è colpa mia, avrei dovuto spiegarti. E in ogni modo te ne volevo già parlare io… Vedi, circa quattro anni fa, le ragazze si sono ritrovate. Erano molti anni che non si vedevano, così passavano tutto il tempo insieme, e noi con loro. Diventammo un gruppo molto affiatato, ma poi, successe qualcosa, e ci dividemmo. Loro decisero di tornare a giocare a pallavolo, e noi ragazzi tornammo a dedicarci completamente al calcio -
Kris annuì, sorridendo al ragazzo- Grazie per la spiegazione, Tom -
- Figurati. In fondo, d'ora in avanti avrai a che fare con noi, temo -
- Penso anch'io sia così… Ma tu sai perché hanno invitato anche me? -
- Credo sia perché Alex ha accettato di allenarti. Automaticamente un conoscente di una di loro diventa conoscente di tutte… Sono come una grande famiglia di sole sorelle. -
Non aveva avuto risposte sicure, ma soltanto vaghe. Era già un inizio. Ora restava da scoprire, cos'era accaduto di tanto grave da dividere un gruppo di amici ben affiatato…

E da dividere Kim da Tom … E se questa cosa, era talmente grave da dividerli per sempre oppure…


- Eccoci qua - esclamò Bruce - Ci vediamo domani agli allenamenti, ragazzi! - Salutò Benji e Holly, ed entrò in casa.
I due ragazzi proseguirono la strada verso la casa di Benji.
- La conoscevi bene…? -
- La sorella di Alex e Kim? -
Holly annuì. - Direi di sì. Spesso veniva in Germania da Alex e dalla madre -
- Erano molto legate, vero? -
- Sì …-
- Per questo sembrano così sconvolte?-
- Penso lo siano molto più di quello che immaginiamo -

Holly annuì nuovamente.

- E tu, quanto sei sconvolto? - gli chiese poi Price, cogliendolo impreparato -
- Parli di Patty, vero? -
- Pensavo di avrebbe fatto un certo effetto rivederla -
- Beh, l'avevo già rivista un anno fa -
- Non ricordarmelo … - sbottò Benji - Non è stata una gran bella esperienza -
- Già… Ma sai, credo che mi abbia fatto bene. In fondo, sono io che l' ho allontanata -
- Sì, capisco… Ti piace ancora? -
- Ehi, da quando fai questi discorsi, Benji? -
- Così … E' perché ti vedo preoccupato, ecco tutto. Hai cercato di fare l'indifferente per tutta la serata, ma non ci sei riuscito neanche un po', sai? -
- Sono così trasparente? No, non rispondere, è meglio… Sì, mi piace ancora. Ma in un modo diverso, perché lei è diversa -
- Vuoi dire che ti piacciono sia Patty sia Patricia? -
- Più o meno è così. Penso di stimarla molto. Non è da tutti fare quello che è riuscita a fare lei. In qualche modo, sono orgoglioso. E l'idea di essere amico di un'olimpionica non è così male -

Benji annuì. Non capiva quello che provava Holly, ma era un po' preoccupato per l'amico. L'aveva visto davvero teso, in quei giorni. Non solo quella sera, ma anche agli allenamenti. Anche lui però, era preoccupato. Alexandra Lance… Non era la stessa di sempre. Certo, avevano litigato quasi come al solito ma… L'ultima litigata, non era stata affatto come le altre. Era stata davvero… cattiva. Aveva sbagliato tutto. Doveva immaginarsi che Alex fosse sconvolta. Le aveva viste insieme molte volte. Era duro ammetterlo, ma forse avrebbe dovuto chiederle scusa.

Ovviamente non per lei, ma per Josie.
E per Kristian. Freddy aveva ragione. Nonostante tutto, sarebbe stato molto meglio se l'avesse allenato Alex.
Ma solo perché lui aveva problemi alla gamba. Soltanto per quello.


- Non dovresti stare qui sola, fa freddo -
- Sto bene Patricia -
- Lo so, lo so - rispose la ragazza, appoggiando sulle spalle della cugina un maglione, per scaldarla. Si sedette accanto a lei sullo scoglio, le onde abbastanza violente, a pochi metri da loro.
- Anch'io lo credevo. L' ho creduto per cinque, lunghi anni -
- E' diverso, Patricia. E' diverso -
- Forse Al. O forse No. L'amore che provavi per Josie, era grandissimo. Hai perso una persona che amavi tanto. E non solo una. Hai perso anche Kim. Vi siete allontanate, rinchiudendovi nel vostro dolore - si strinse nell'enorme maglione rosso che portava, coprendosi anche le gambe.
- Non so… -
- Sicura? -
- Non sono più sicura di nulla, Patricia. -
- Ti capisco… Perfettamente -
- Quando ero là in alto, pronta a tuffarmi, mi dicevo che forse avrei potuto… Semplicemente lasciarmi cadere. Ma poi Josie, ho pensato, non sarebbe stata affatto felice di me. Lei voleva che io vincessi. Ed io volevo renderla orgogliosa. Ma ora che è finito tutto… Non so più dove… Trovare la forza per continuare -
- Non puoi lasciarti andare. Qualsiasi cosa accada, non puoi. Se no… Rischi di fare come ho fatto io… Di lasciar andare via cinque anni della tua vita. Ci siamo noi, Alex. Io sono qui per te, in qualunque momento vorrai… Io ci sarò. E anche Amily. E credo anche Jen, anche se a modo suo. E Sally. Anche lei sa… Cosa si prova a perdere una persona che ami. E poi c'è Kim… Lei ha bisogno di te, sai? Se voi non state di nuovo insieme… Non riuscirete a risolvere nulla -
- Patricia … Ti manca ancora molto? -
- Ogni istante che passa, lei mi manca. Ma nel contempo so, che ora mi è più vicina che mai, perché stata proprio … qua, accanto a me - si poggiò la mano sul cuore e sorrise, le lacrime agli occhi. - Anche Josie è lì, lo sai, vero? -
Alex annuì, scoppiando a piangere. Patricia la prese tra le braccia e la strinse forte.
- Vedrai, andrà tutto bene -
- Lo spero… Lo spero proprio - ma quello di Alex, fu solo un sussurro.

VUOI VEDERE COSA ACCADE tra JEN e PHILIP

O

Andare al primo allenamento di Alex, Benji e Kris?