City Hunter's Round Robin Story 1
BUBY


"Quando c'e' da fare Ryo e' sempre irreperibile: non cambiera' mai!"
Kaori mugugnava tra se' e se' cercando di di non andare a sbattere contro
qualche palo della luce: la pila di pacchi della spesa che teneva in braccio
la superava di quasi una testa.
"E per fortuna che l'ultimo incarico ha dato i suoi frutti, senno' come
l'organizzavo la festa per Sayuri?"
Era felicissima all'idea di trascorrere una ricorrenza tanto importante in
compagnia della sorella: l'indomani Sayuri avrebbe compiuto 30 anni.
Ormai erano passati mesi dal loro ultimo incontro e, al solo pensiero di
accoglierla con una festa a sorpresa e una montagna di regali, non stava
piu' nella pelle.
Una leggera folata di vento la distolse dai suoi pensieri, avvolgendola
dolcemente. Kaori non pote' fare a meno di fermarsi ad osservare ammirata lo
spettacolo che le si stagliava di fronte: a maggio, con i ciliegi in fiore,
passeggiare per le strade di Tokyo era uno spettacolo.
"Sayuri si rinfreschera' un po' le idee: dopo tutto a New York e' quasi
sempre sola... lavora decisamente troppo, a differenza di qualcuno che
conosco..."
Un rapido sorriso le si delineo' sulle labbra al ricordo di Ryo che
borbottava nel sonno frasi sconnesse perche' non voleva alzarsi: quella
mattina si era sentita troppo felice per prendersela seriamente con lui ed
obbligarlo ad accompagnarla a far compere.
"Gli uomini..."
Non fece in tempo a formulare quest'ultimo pensiero che il cammino le fu
improvvisamente sbarrato da un'imponente figura maschile che sembrava uscita
dal nulla.
"Ma che diamine??..." esclamo' Kaori cercando inutilmente di mantenere l'
equilibrio: in men che non si dica, il contenuto di buona meta' dei suoi
pacchi si sparse a terra in modo non proprio pittoresco.
"Mi scusi signorina, sono davvero mortificato: stavo correndo per fermare un
taxi e ho svoltato l'angolo senza prestare la dovuta attenzione"
Una coloritissima serie di imprecazioni morė miseramente sulle labbra della
ragazza alla vista del giovane che la stava delicatamente aiutando ad
alzarsi: un fisico alto e slanciato avvolto in un lungo spolverino nero e
due splendidi occhi blu accompagnati da un caldo, quanto abbagliante,
sorriso.
"Guarda un po' cosa hai combinato: sei proprio un impiastro Pat!"
Kaori non riuscė a trattenere un'allegra risata alla vista di quell'uomo
bello ed elegante tanto preso dalla sua operazione di recupero delle arance
cadute a terra da non accorgersi nemmeno di pensare ad alta voce.
"Non si preoccupi, non e' la prima volta che mi capita di veder sparsa la
spesa sul marciapiede" fece Kaori con un sorriso unendosi alla raccolta
delle arance, "sono piuttosto imbranata."
Il giovane ricambio' lo sguardo cercando di celare un poco il proprio
imbarazzo. "Ma in questo caso sono stato io a combinare un bel guaio, sono
desolato."
"Non si preoccupi, davvero: non e' successo nulla di grave" cerco' di
tranquillizzarlo Kaori rimettendo in piedi l'ultimo sacchetto.
"Se mi da del 'lei' mi fa sentire sentire un vecchietto pero'" esclamo' lui
con un sorriso disarmante. "Vorrei presentarmi, sperando di non apparire
troppo invadente: mi chiamo Patrick, Patrick Shannon."
"Kaori Makimura" si presento' a sua volta Kaori ricambiando la calorosa
stretta di mano del giovane.
"Kaori... un bellissimo nome" mormoro' Patrick a bassa voce mentre lasciava
andare la mano della ragazza (che piacione!! NdB ^__^).
"Grazie" fece Kaori arrossendo suo malgrado.
"Cavolo, il mio taxi!" esclamo' lui tutto d'un tratto, "se non mi sbrigo
arrivero' tardi alla riunione!"
Kaori lo guardo' per un attimo sbigottita: si era quasi scordata di dove
fossero. I rumori delle strade di Shinjuku che sembravano scomparsi come per
magia ripresero vita e, con un pizzico di dispiacere, la ragazza si rese
conto che quell'incontro singolare stava per giungere al suo epilogo.
"E' stato un piacere Kaori". La morbida voce di lui fu sovrastata per un
attimo dall'assordante clacson di un pullman colmo di turisti.
"E' stato un piacere anche per me" fece lei mentre Patrick l'aiutava a
raccogliere tutti i suoi pacchi e pacchettini.
"Chissa' che il destino non ci faccia... scontrare di nuovo" la saluto' lui
con fare enigmatico mentre attraversava di corsa la strada prima che il
semaforo pedonale diventasse rosso.
Per un attimo Kaori rimase immobile, quasi non sapendo che fare... ma fu
solo un momento: il suo acuto senso del dovere prese il sopravvento. Fece
spallucce e s'incammino' a passo svelto verso casa: doveva fare ancora un
sacco di cose, e l'aereo di Sayuri era previsto per le 19:55.


La stanza era buia, una fioca luce entrava da un'ampia finestra che dava
sulla baia di Tokyo. La luna, quasi sinistra nella sua vivida pienezza,
proiettava a terra l'ombra incerta di un uomo su di una sedia a rotelle.
Una serie di colpi alla porta ruppe improvvisamente il silenzio.
"Entra pure Patrick, la porta e' aperta" invito' l'uomo senza voltarsi.
"Non riusciro' mai a capire perche' il buio ti piaccia tanto" disse il
giovane chiudendosi la porta alle spalle.
"La luce artificiale ci rende ciechi: la luna perde di brillantezza, le
stelle scompaiono... non vedo l'ora di tornare a casa: questa citta' non mi
piace."
"Ci torneremo presto padre... non appena il mio piano avra' successo... non
appena Saeba sara' morto..."
"Hai visto la ragazza?"
"Naturalmente" Il ragazzo si avvicino' al padre e per un attimo resto'
amaliato dalla miriade di riflessi luminosi che, come lucciole,
risplendevano nella baia: a lui Tokyo piaceva... ma il potere gli piaceva di
piu', molto di piu'. "La microspia che Roberts le ha attaccato al
supermercato ha funzionato a meraviglia: ho potuto seguire ogni suo
movimento e...*sbam*, scontrarmi con lei in modo del tutto 'fortuito': credo
proprio di aver fatto colpo." (oltre che piacione, pure arrogante e
presuntoso...antipatiko! :P NdB)
"Hai preso da tua madre... nessun uomo ha mai resistito al suo fascino, me
compreso".
"Presto avremo Saeba in pugno: non appena Erika sara' pronta..."
"Proprio di questo volevo parlarti: ho una sorpresa per te Pat." L'uomo
preme' un comando della sua sedia e, con un sordo cigolio, il grande
specchio ottocentesco che ornava una delle pareti della stanza ruoto' di 90
gradi. Un medico, facilmente riconoscibile dal lungo camice bianco, e una
figura femminile con il viso ricoperto di bende fecero il loro ingresso.
"Non puo' essere: l'esito finale dell'operazione era previsto per la
prossima settimana!" escalmo' prontamente Patrick.
"Non dovrai aspettare tanto: il dottor Lanchester mi ha garantito ottimi
risultati in tempi soprendentemente brevi."
"Non avete che da giudicare con i vostri occhi" fece quest'ultimo con
estrema calma.
La ragazza rimase perfettamente immobile mentre, con religiosa delicatezza e
meticolosita', il dottore le toglieva le bende dal viso e poi giu' fino alla
base del collo.
Patrick rimase senza parole: di fronte a lui si trovava l'esatta copia di
Kaori Makimura, alias partner di City Hunter.
"Anche la voce e' la stessa" disse infine la ragazza con lo stesso timbro
allegro tipico di Kaori.
"La registrazione che abbiamo ottenuto mentre stamane le parlava e' stata
ottima: ci e' bastato sincronizzare le vibrazione delle corde vocali di Miss
Erika con quelle della Makimura" spiego' compiaciuto il dottor Lanchester
mentre Patrick osservava esterrefatto gli stupefacenti risultati ottenuti in
cosė poco tempo.
"E'... perfetta, assolutamente perfetta" concluse Patrick. "Mia cara
Erika...ora non ci resta che sostituirti all'originale: il resto sara' un
gioco da ragazzi per te. Ma ora andate: suppongo abbiate entrambi bisogno di
riposare" aggiunse quindi rivolto alla ragazza e al dottore che si
accomiatarono rapidamente.
"Hai deciso come procedere alla sostituzione Pat?"
"Optero' per l'incidente d'auto: e' senza dubbio la soluzione meno
rischiosa" rispose Patrick accendendosi una sigaretta (come il cattivo di
X-Files! ^_- NdB). "Mi bastera' reincontrarla 'per caso', assicurarmi
dell'assenza di Saeba, e i ragazzi faranno il resto: una volta all'ospedale
bastera' poi una finta diagnosi di amnesia perche' nessuno s'insospettisca
per una qualche -alquanto probabile- gaffe di Erika."
"Ricorda che Saeba e' piu' furbo di una volpe... e fin troppo ituitivo: se
Erika non agira' con la massima prudenza interi mesi di lavoro andranno in
fumo."
"Non temere padre... ti serviro' Saeba su di un piatto d'argento."

Continua...