Tornare a Volare
-IL
RICORDO RITROVATO -
Erano passati ormai cinque giorni, ma
Jessie ancora non ricordava l'identità dello sconosciuto
eppure se lo sentiva, per lei, quel ricordo
significava qualcosa d'importante.
Le mattinate passate a scuola e gli allenamenti, non
riuscivano a distogliere il suo pensiero dai morbidi
lineamenti e dal luminoso sorriso di quel ragazzo.
Decise così di parlare delle sue angosce a Lucy, sua
compagna di classe, di squadra e migliore amica da tempo
immemorabile.
Quando quella mattina si riunirono durante l'intervallo
con le altre compagne, per parlare delle tattiche da
adottare nella prossima partita, Lucy notò una foto su
un giornale portato da una delle ragazze. In quel momento
si voltò di scatto verso Jessie "Ehi Jes, ma quel
ragazzo seduto alla destra di Hutton
"disse,
indicandole la foto sul quotidiano sportivo che recava il
titolo: < La nazionale giapponese a Fujisawa: eccoli,
i nostri campioni! "
Non somiglia per caso al
ragazzo con cui ti sei scontrata circa una settimana fa?"
"Come hai detto?
Fatemi vedere!" esclamò
strappando letteralmente di mano alla proprietaria, la
pagina in questione.
"Sembrerebbe proprio lui
" "Ehi
Jessie !" sussultò Lucy "qui c'è scritto che
si chiama
Tom Becker!" "Questo nome ha
qualcosa di familiare, ma
"pensava Jessie,
"Non ti rendi conto?" continuò l'amica "
E' il ragazzo che insieme ad Hutton formava la "coppia
d'oro" del campionato giovanile di sette anni fa,
non ricordi?"
A quelle parole Jessie fu trasportata dal suo pensiero
indietro nel tempo
Era una mattina soleggiata
vedeva il campo da
calcio della scuola
dei ragazzi stavano giocando
era
la Nankatsu di Hutton, che indossava come sempre la
maglia numero dieci
non era un normale allenamento
ma una partita
la 1°; partita ufficiale a cui
Hutton partecipava nella Nankatsu
nell'annuale sfida
con la Shutetsu.
Allo scadere del secondo tempo un giocatore, Bruce
Arper, s'infortunò per permettere al capitano di segnare
il goal del pareggio
si andava così ai
supplementari
Ma alla squadra mancavano le riserve,
come avrebbero fatto? Un misterioso ragazzo indossò la
maglia numero undici ed entrò in campo.
Nessuno sapeva chi fosse
nessuno l'aveva mai visto
prima, anche il capo dei sostenitori, una certa Patty,
cercava notizie sul nuovo arrivato.
Ma i dubbi di tutti si sciolsero, non appena il ragazzo
dette prova della propria abilità
In più, lui ed
Hutton sembravano capirsi al volo
"Mai visto
uno spettacolo del genere! "pensava la Jessie di
allora
"Jes?
Ehi Jes! Ti sei stranita? Ma cos'hai?"
le domandò Lucy tirandole la manica della maglietta.
Queste parole riportarono la ragazza al presente."Eh?"disse,
subito dopo esclamò tenendo le mani dell'amica: "Lu
è Becker
è tornato per partecipare ai mondiali
e
magari per restare a Fujisava!"poi la lasciò
e uscì, trotterellando, dall'aula. Lucy e le altre non
poterono far altro che guardarsi stupite, una di loro
disse: "Ma che le è preso?" "Beh
si
vede
che adesso se lo ricorda!" le rispose
Lucy, "Jessie, sei strana in questi giorni
che
ti è successo
" pensava guardando la porta con
aria preoccupata.
L'aver ricordato aveva portato Jessie in uno stato fisico
e mentale euforico.
Il giornaliero allenamento pomeridiano stava andando a
meraviglia, persino Meg non aveva avuto niente da
rimproverarle, come invece era solita fare.
L'energia che aveva ritrovato, era tale da renderla
inarrestabile a centro campo, sia nei dribbling che nei
tiri in porta. Era da tempo che voleva perfezionare un
tiro ad effetto che, secondo lei, sarebbe stato
imprendibile una volta completato; "Oggi è arrivato
il momento di provarlo!"pensò Jessie, facendosi
largo tra le compagne.
Effettuò il tiro da fuori area
la palla prese una
traiettoria che sembrava dirigersi verso l'angolo in alto
a destra della porta, ma quando il portiere saltò sicuro
per bloccarlo, il pallone cambiò direzione e s'insaccò
alle sue spalle, dalla parte opposta, senza che potesse
evitarlo.
"Siiiiiiiiii!" urlò Jessie a gran voce; in
realtà, l'effetto che aveva fatto prendere alla palla
era quello di una parabola che improvvisamente si
trasformava in una spirale, questo permetteva alla sfera
di cambiare direzione, il tutto in una frazione
infinitesimale di tempo.
Alla vista del potente e veloce tiro del loro capitano,
le compagne di Jessie, comprese Meg e Lucy, rimasero a
bocca aperta. Intanto Jessie saltava dalla gioia per la
riuscita del tiro. Una volta che le sue amiche ebbero
rimesso a posto le loro mascelle (licenza poetica ^_ - ),
le furono addosso, e Meg le chiese: "Come hai fatto
a sviluppare questo tiro portentoso?Era per questo che
eri sempre così assente
scusami per averti sempre
sgridata
ma
non potevo immaginare
oh Jes!
Sei grande!!!" ed in un attimo fu in groppa
all'amica e così fecero anche le altre.
Terminato l'allenamento Jessie si diresse
verso casa, che quel pomeriggio le sembrò più bella del
solito. Con il vialetto alberato, ed il giardino che le
girava tutt'intorno. La prima persona che incontrò,
varcando la soglia di casa fu sua sorella maggiore Kate
"Ciao sorellona!" esclamò balzandole al collo
e schioccandole un enorme bacio sulla guancia sinistra,
"Ciao Jes
"disse sorpresa la ragazza dai
corti capelli color prugna e dagli occhi di un azzurro-grigio
intenso, (tutte belle in questa famiglia eh? ^_^' )
"Sono contenta per questa manifestazione d'affetto,
ma
"Jessie allora la guardò un po' stupita"
ma
ricordati" continuò Kate, "che tra noi c'è
solo un anno di differenza!" disse ammiccandole.
"Hai ragione mia giovane sorellona
ma io non mi
riferivo all'età" "Ecco adesso va
come
hai detto? Solo perché sei una sportiva questo non
significa
se ti prendo ti strozzo!!! Jessica White
fermatiiii!". Jessie venne rincorsa dalla sorella in
ogni stanza, per tutta la casa; tanto che la madre, stufa
di quel vocio, "Kathrine! Jessica! Smettetela di
fare le bambine
Ho detto
Adesso BASTAAA!".
CONTINUA...
|