Capitolo 1
Come sempre
il solo vederlo le provocò quella strana marea di
sensazioni che, in realtà, avrebbe dovuto conoscere
molto bene ma, alla fine, non conosceva per niente, tanto
la coglieva di sorpresa prendendola e inondandola fino a
farle dimenticare tutto il resto. Lui camminava spedito e
parlava con il suo migliore amico, ridendo, inconsapevole
di provocare quel tumulto impetuoso che agitava il cuore
di Suki.
Otohiko, si chiamava, e a lei sembrava bello come il sole
che sorge la mattina, come i raggi che bucano le nuvole e
irradiano la terra, come le mille sfumature del tramonto.
Lo aveva notato qualche mese addietro, assieme allinseparabile
Satoshi, mentre andava in biblioteca, e sulle prime non
le aveva fatto quelleffetto. Poi, piano piano,
vedendolo tutti i giorni, aveva cominciato dapprima ad
aspettare con impazienza il momento in cui lui, per forza
di cose, sarebbe passato davanti alla sua classe, in
seguito ad augurarsi che i rari momenti in cui si
trovavano nello stesso posto non finissero mai. Ma solo
quando per la prima volta la sua vista le provocò quella
marea capì di essere innamorata, e non ne fu
felice, perché dal primo istante era consapevole di non
avere speranze. Lei, Suki Kanzai, non era bella, e
nemmeno carina, secondo lei. Prova ne era il fatto che
non aveva mai avuto un ragazzo, solo qualche storia di
breve durata. Si era sempre sentita diversa, strana,
sgraziata, come un brutto anatroccolo, soprattutto nel
periodo in cui, per motivi di famiglia, era stata
costretta a trasferirsi a Londra. Si chiese se non fosse
stata quella la sua rovina. Era molto piccola e a scuola
tutti la prendevano in giro per i suoi occhi a mandorla,
per il colore della sua pelle
per la sua diversità.
Aveva solo unamica, allepoca, che si chiamava
Jane, ed era scura di pelle
forse stava con lei solo
perché era nella stessa situazione
ma la sua
amicizia non sembrava falsa
e comunque Suki le
voleva bene lo stesso. Ma quel bene non era bastato, e
aveva cominciato a mangiare dapprima, per sfogare le sue
frustrazioni, poi a fumare.
Ingrassava ed ingrassava ed i genitori, preoccupati, lavevano
portata da un medico, e poi da uno psicologo. Da qui la
decisione, un anno addietro, di rimandarla in Giappone, a
vivere con la nonna, per non farla sentire tanto diversa
dagli altri, per non farla scivolare ancora di più nel
baratro.
Era dimagrita di qualche chilo, ma non quanto bastava a
farla ritornare del suo peso forma, anche se adesso non
ingrassava più e mangiava molto meno rispetto a prima.
Ma quella sensazioni di diversità non era scomparsa del
tutto
si era solo affievolita nel suo cuore ed ora
la marea laveva riportata su, laveva fatta
riemergere come un vulcano sottacqua che da un
momento allaltro torna in attività e distrugge
tutto quello che lo circonda.
Così Suki, sapendo bene che con Otohiko speranze non ne
aveva, aveva avuto più volte la tentazione di rimettersi
a mangiare
fino adesso era riuscita a trattenersi ma
non
sapeva se sarebbe bastato.
Scosse la testa per ricacciare indietro tutti i pensieri,
per farli uscire dalla sua mente, per ritornare libera di
muoversi senza sentire una mole enorme di tristezza
accompagnarla, e tornò in classe.
Miki, sorridendo come sempre quando pensava a Yuu, sincamminò
verso i bagni e non si accorse della ragazza che veniva
verso di lei, quindi si scontrarono.
-Scusami!Ero sovrappensiero!- disse, poi si fermò quando
vide il viso della ragazza, spento e triste
-e stata colpa mia- disse questa come sempre
pensò.
Strana ragazza! disse Miki fra se e se, poi
continuò per la sua strada.
Non si sentiva libera nemmeno di passeggiare
era
stata di certo colpa sua se aveva urtato quella ragazza
prima
era stata colpa sua perché era grassa, e lei
lo sapeva.
Avrebbe voluto morire in momenti come quello
si
chiese se la morte non fosse lultima soluzione.
Arrivata in classe notò qualcosa di strano
cera
un banco in più
Dopo qualche minuto, assieme alla prof, entrò una
bellissima ragazza, che si presentò come Eriko Ayama.
Una nuova studentessa. Si mise nel banco accanto al suo e
sorridendo le disse
-Piacere, io mi chiamo Eriko!-
Suki non la udiva però
si sentiva così meschina
riusciva
solo ad invidiarla, lei però sembrava non avvedersene.
Suki una cosa non poteva saperla, altrimenti lavrebbe
invidiata ancora di più.
Lei era la cugina di Satoshi Miwa
Eriko, stesa sul suo letto, ripensava alla prima giornata
di scuola
e alla sua compagna di banco
le era
sembrata così strana, così
così
infinitamente
piccola e chiusa nei suoi problemi. Sembrava quasi
rassegnata
aveva uno sguardo spento.
Lo squillo del telefono la scosse, rispose
-Pronto!?-
-pronto Eriko, sono Satoshi, certo che non ti sei fatta
proprio vedere oggi!-
-Beh scusa ma ho avuto da fare!!!Ma lo sai che il mondo
non gira attorno a te, mio caro?- rispose lei con tono
sarcastico, poi rise.
-usciamo assieme oggi pomeriggio?- chiese al cugino.
Suki chiuse la porta dell sua cameretta dietro di se e si
sedette a terra. Come sempre il suo pensiero andò ad
Otohiko
comera bello
e comera
brutta lei.
Si guardò allo specchio, cercando almeno qualche cosa
che si potesse definire bella ma non trovò
nulla.
Nessuno le aveva mai detto che i suoi occhi verdi erano
molto belli, né che i suoi capelli nero corvino
incorniciavano un visino molto grazioso. Nessuno glielo
aveva mai detto perché tutti, in lei, vedevano solo la
mole, solo quel suo corpo tanto sgraziato.
E, di coseguenza, nemmeno lei riusciva a vedere (o
voleva vedere) queste graziosità che la
contraddistinguevano.
E ogni sera, nella sua camera, piangeva.
Non devo, non devo mangiare, non devo si
ripeteva, ormai sempre più spesso.
Si era davvero divertita quella sera, gli amici di
Satoshi erano molto simpatici, non tutti ovviamente. Quel
Dan, davvero non lo sopportava, sembrava così noioso!
Uno in particolare aveva attirato la sua attenzione, ed
era Otohiko
le sembrava davvero molto maturo, e poi
in lui aveva visto qualcosa che le aveva ricordato la sua
comagna di classe
come si chiamava?Giusto, Suki.
Chissà se si conoscono?- pensò.
Si ritrovò, più tardi, e ripensare a Suki. Da quel che
aveva capito lei, le sembrava molto sola, e la capiva
la
capiva bene. Di sicuro non era ben vista perché era
robusta. Ne conosceva di persone così, fragili, che si
chiudevano ancora di più in se stesse per paura di dire
o fare qualche cosa di sbagliato con la gente normale.
Eriko odiava la parola normale, perché non
aveva senso. Nessuno è normale, nessuno è diverso,
tutti però sono simili e differenti insieme. E
odiava chi, nella sua boriosa presunzione, credeva di
avere il diritto di prendere in giro tutti, non
rendendosi conto del male che faceva. Come i bambini
piccoli, che non sanno, quando prendono in giro un
compagno, quanto dolore, quanta rabbia provocano. Decise
che voleva diventare amica di Suki.
-Ehi Kanzai!- si sentì chiamare Suki durante la
ricreazione. Lei non portava il pranzo, per non mangiare
troppo, ma non riusciva a vedere gli altri banchettare, e
di solito si isolava e andava in terrazzo.
Quel giorno la nuova, Eriko, laveva seguita.
-Che ci fai qui?- le chiese sorridendo. Suki la guardò
torvamente per qualche attimo
che voleva da
lei???Prenderla in giro, come gli altri?
-Niente, sto
.- rispose in un soffio sedendosi. La
ragazza si sedette accanto a lei.
-Ti capisco
- cominciò capisco quello che
provi, ti senti diversa è vero? Lho capito da come
ti comporti, da come guardi gli altri
da come sei
triste. Mi piacerebbe aiutarti
davvero.- concluse,
poi le sorrise dolcemente.
Suki era pronta a qualsiasi discorso paranoico sul cibo,
sulla bulimia, sulla normalità, ma non era pronta a quel
sorriso sincero, e allora cominciò a piangere.
Tornarono in classe al suono della campana, ridendo. Suki
aveva ancora gli occhi un po rossi, ma nessuno
sembrò accorgersene.
Poco dopo, sulla porta, si fermò Otohiko, salutò Eriko
ed entrò.
La marea pervase Suki portandola al largo, affogandola
quasi, il cuore sembrava scoppiarle
non laveva
mai visto da così vicino. Si fermò accanto al suo banco.
-Ciao Eriko! Io e Satoshi pensavamo, se ti va, di andare
in pizzeria stasera!Ci stai?-
Eriko sorrise al ragazzo
-Mi spiace ma ho un impegno con la mia amica Suki stasera
dobbiamo
andare al cinema insieme!-
Suki sobbalzò
era vero che dovevano andare al
cinema ma
Eriko stava rifiutando un invito a cena
per lei?
-Non preoccuparti!Ci andrò da sola!- esclamò
imbarazzata come sempre finì in un soffio,
in modo che nessuno la udisse. Soprendendo entrambe
Otohiko disse
-No!Perché!?Vieni anche tu!-
Panico
non voleva
che la vedesse mangiare
-Non è il caso
-
Eriko, pensando che quella fosse una buona occasione per
farla uscire dal suo guscio, insistette fino a quando,
dopo qualche minuto, Suki capitolò
Quel pomeriggio, insieme, andarono a fare compere, e
parlarono tanto.
Suki comprò qualche maglietta e un paio di pantaloni,
dietro consiglio di Eriko, che le stavano davvero bene,
anche se lei non poteva, anzi non voleva accorgersene.
Non sapeva se dirle o meno del suo amore per Otohiko,
anche se, alla fine, quel pomeriggio parlò sempre di lui.
Per la prima volta dopo tanto tempo, rideva senza pensare
a niente di triste, rideva con unamica
per la
prima volta dopo tanto tempo, aveva unamica.
Incontrarono anche Satoshi, che si fermò con loro per
qualche ora, e assieme si divertirono molto. Fu uno dei
momenti più felici per Suki.
La sera arrivò in un lampo, e i quattro andarono in
pizzeria. Sfortuna volle che, nello stesso locale,
cenassero anche Meiko e il suo ragazzo Nimura, un prof
che aveva conosciuto a scuola. Eriko aveva spiegato a
Suki la storia di Satoshi, per cui adesso il ragazzo era
torvo e nessuno osava rivolgergli la parola.
Quella che però preoccupava di più Eriko era Suki.
Conosceva Satoshi e sapeva che, presto, si sarebbe
ripreso, ma la ragazza, al contrario di quel pomeriggio,
stava zitta e non sembrava a suo agio
cominciava a
chiedersi perché.
Furono raggiunti, sul tardi, da Miki Yuu e Arimi, venuti
a trovare Meiko ma rimasti con loro per non disturbare i
due piccioncini.
Latmosfera si fece molto più rilassata, anche se
Suki continuava a tacere imbarazzata, e sorrideva solo a
volte, e mai davvero, Eriko ne era certa.
Anche Miki, che ricordava il suo precedente incontro con
la ragzza, capì che qualche cosa non andava.
La cena finì poco dopo, Otohiko e Satoshi accompagnarono
Suki a casa assieme ad Eriko, a poi si allontanarono nelloscurità.
-che serata di merda!- pensò Suki.
Il giorno dopo Eriko la rimproverò aspramente
-Ma che ti è preso ieri!? Non sei stata molto di
compagnia devo dire!- urlò quasi.
-Beh ecco io
- cercò di biascicare Suki, ma un
fiume di parole (& Parolacce!) la invase.
-Basta!Siamo state invitate ad una festa fra due
settimane a casa di Satoshi!Vedi di essere più
amichevole!- esclamò la ragazza, poi sorrise ed abbracciò
lamica
-Non devi più fare così- sussurrò.
-ok- disse laltra.
Decise che avrebbe fatto una dieta
voleva essere
carina per il giorno della festa
carina e
desiderabile
solo per Otohiko
Una volta la sua amica le aveva consigliato un modo per
mangiare lo stesso ma non ingrassare anzi perdere peso
non
era molto
fine
ma andava bene lo
stesso.
Satoshi sopsirò infelice
così Meiko era tornata
con Namura
non cera proprio speranza per lui?
Eppure erano stato così vicini quella sera
ricordare,
lo sapeva, gli avrebbe fatto male, ma non se ne curò
-Ciao Satoshi!Che combinazione trovarti qui!- gli
disse sorridendo
già
una combinazione, il fatto che lui passasse
quasi due ore sotto casa di lei tutte le sere, nella
speranza di vederla uscire
-Cosa succede Meiko
hai gli occhi rossi
- le
disse lui posando un dito sotto il suo mento per farle
alzare la testa.
-Niente- rispose lei brusca, scostandosi di scatto.
Ma Satoshi aveva capito
lei aveva pianto
ancora
per colpa di quel Namura.
-Vieni con me a fare un giro?- le aveva proposto.
-ecco
io
ok- aveva alla fine detto Meiko
non
gli era mai sembrata così bella.
Erano andati in un parchetto accanto casa di lei, e si
erano seduti.
-Non puoi fingere ancora a lungo Meiko- aveva
improvvisamente detto Satoshi
-hai pianto
e per colpa di Namura..vero?-
Lei lo guardò smarrita, poi cominciò ancora a piangere
-Lui
lui
ha detto che non mi vuole più
che
sono
una bambina
- singhiozzò.
Come poteva lasciarsi scappare un angelo come Meiko? Come
poteva essere così ottuso? Satoshi gli avrebbe
volentieri spaccato con un pugno il setto nasale.
Invece abbracciò la ragazza più forte
-Non sei una bambina
sei meravigliosa
-
-Oh Satoshi
perché non minnamoro di te?-
chiese lei in un soffio perché non ci riesco?
-
-Non ci riesco?- ripetè lui
vuol dire che
che
ci stava provando?
-Suuuuki!- la chiamò Miki, correndo verso di lei.
Negli ultimi giorni erano diventate amiche, grazie anche
allintervento di Eriko, e spesso uscivano insieme,
quando ovviamente non cera Yuu!
-Da dietro non ti avevo riconosciuta!Ma quanto sei
dimagrita?-
-Qualche chilo
-
-Come hai fatto in così poco tempo Suki?- chiese seria
Miki.
-una dieta
una dieta miracolosa
- rispose laltra
impacciata, poi andò via.
Nessuno deve sapere, nessuno capirebbe, ne sono certa
e
mi obbligherebbero a tornare ad essere una cicciona
-Eriko
sono preoccupata per Suki- disse Miki,
appoggiata al tavolino del bar, guardando lamica
negli occhi.Arimi annuì e disse
-E dimagrita troppo e
troppo in fretta
non
vorrei che
-
-Su!Non siate così pessimiste!Si sarà messa sotto con
la dieta, ma niente di più! Non trovate stia meglio??-
-Oh, questo è sicuro ma
boh
avrai ragione
-
sussurrò Arimi.
La data della festa si andava avvcininando.
Era successo di nuovo
avevano di nuovo litigato.
Meiko si disse che ormai era impossibile continuare a
stare con Na-chan!
Era così
impossibile a volte! E nella sua mente,
prepotente, tornò limmagine di Satoshi
perché
non riusciva ad innamorarsi di lui? Lui era così diverso
da Namura
gentile e premuroso
e dolce
come
quella sera
-Oh Satoshi
perché non minnamoro di te?-
chiese lei in un soffio perché non ci riesco?
-
-Non ci riesco?- ripetè lui
-Io ci sto provando Satoshi
davvero!!!- ripetè lei
fra le lacrime.
Lui non disse niente. Le accarezzò la guancia e poi la
baciò.
E a lei quel bacio non dispiacque, per niente
CONTINUA...
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