La fine di una storia, l'inizio di
un amore
Erano tutti seduti in salotto: Benji, Eve, la signora e
il signor Lantimer. Nessuno parlava dopo la scenata della
signora avvenuta subito dopo aver scorto la figlia di
ritorno a casa mano nella mano con quel ragazzo. Fu la
stessa signora a parlare:
- Eve credo che tu ci debba delle spiegazioni
- Infatti - intervenne l'uomo - chi è questo ragazzo e
perché sei tanto in confidenza con lui?
- Io mi chiamo Benjiamin
- No! Lascia che lo faccia io. Papà, mamma, lui è il
ragazzo di cui sono innamorata. Si chiama
- Non mi importa chi è! - tuonò il padre - Tu sei già
fidanzata o te lo sei scordato?
- Io non mi voglio sposare con Jhonny! Avete deciso tutto
voi!
- Ricorda la promessa che ci hai fatto prima di partire.
Ogni promessa è debito.
- Eve, qual è la promessa? - Benji si stupì che Eve non
gli avesse detto di quella cosa così importante
- Se loro mi avrebbero fatto studiare qui, io avrei
accettato di sposare Jhonny.
Benji rimase colpito: che razza di genitori erano quelli,
capaci di venire a patti per farla andare in moglie al
primo che glielo propone? A quel punto il ragazzo iniziò
a urlare
- Ma che razza di persone siete???? La fate sposare solo
perché dovete mandare avanti la baracca? Voi non siete
delle persone normali, voi siete tutti matti!!!!!!!!!
- Come ti permetti? Insolente! - rispose la signora,
indignata dal comportamento del ragazzo.
- Mamma smettila subito!
- No, qui gli unici che devono smetterla siete voi con la
vostra pagliacciata! - urlò il padre al limite della
sopportazione - e adesso parliamo di cose serie, per
cortesia.
- Perché siete venuti?
- Ti abbiamo telefonato ieri. Qui dovevano essere più o
meno le 12 e 20 di notte. Perché non hai risposto? Ci
siamo preoccupati e siamo subito corsi qui.
A quelle parole i ragazzi si imbarazzarono un po' ma non
lo diedero a vedere. Era quasi ora di cena e Benji decise
di tornare a casa sua.
- Mi spiace averti creato dei problemi.
- I problemi c'erano già. Tu non hai colpa.
- Qualunque cosa succeda tu sarai sempre la mia ragazza.
Ti voglio bene. - un lieve bacio si posò sulle labbra di
Eve.
- Anch'io ti voglio bene Benji.
Aveva appena finito di lavare i piatti Eve si accorse di
alcune valigie nel salotto. Un dubbio si fece strada
nella sua mente: possibile che
? No, non ci voleva
credere! Andò nello studio e vide i genitori che si
stavano mettendo i cappotti.
- Eve vai a prendere il tuo cappotto, la valigia te l'ho
già fatta io.
- No! Per favore no!
- Tu vieni con noi signorinella! E niente storie.
Sulle guance della ragazza iniziarono a scendere calde
lacrime. Seguì i genitori. Sapeva che così sarebbe
stata sempre infelice, ma una forza più forte di lei le
impediva di ribellarsi.
Una grande macchina nera passò per le strade di Fujisawa.
Mark Lenders stava distribuendo i giornali quando, dal
finestrino della vettura, riconobbe Eve. Ma non era con
Benji? Chi erano quei signori? E perché si stavano
dirigendo verso l'aereoporto?
Senza pensarci due volte corse a casa di Benji e lo
avvertì della situazione. Il ragazzo si mise a correre
più veloce che poté.
Erano quasi le nove quando arrivò all'aeroporto. Aveva
preso un taxi e appena fermo davanti all'ingresso
dell'aeroscalo, si precipitò all'interno. Sempre
correndo andò verso l'uscita per il volo diretto a
Londra e lì la vide:
- Eve!!!!!
- Benji
Benji!!!!!!
Ormai era tardi. Eve aveva girato l'angolo
ma, cosa
succede? Ma
quella
è Eve!
- Benji! - urlò la ragazza, buttandogli le braccia al
collo - Benji, ti voglio bene, scusami.
- L'importante è che tu sei tornata da me. Anch'io ti
voglio bene. Ho avuto paura di perderti. Per fortuna Mark
ti ha vista e mi ha avvisato. Ricordami di ringraziarlo.
Ma come hai fatto a fuggire dai tuoi genitori?
- Non sono fuggita. Questa volta ho avuto il loro
permesso a rimanere con te.
- Davvero? E come mai? - Benji era sempre più perplesso
- Quando ho detto loro che io volevo rimanere con
Benjiamin Price loro si sono zittiti di colpo e poi mi
hanno dato il permesso di tornare da te. Anch'io non ho
capito il loro comportamento, ma non mi importa. Ora sto
con te e sono felicissima. - dicendo così lo abbracciò
ancora di più.
- Credo di aver capito. Ieri sera tu mi hai raccontato
che i tuoi avevano deciso questo fidanzamento per
assicurare un futuro alla ditta di famiglia, vero?
- Si, ma cosa c'entra?
- Sicuramente dicendogli il mio cognome avranno capito
che io sono il figlio di Louis Price. E' un famoso
imprenditore, non lo sapevi?
- No, anche perché a me interessa il figlio e non il
padre.
I due ragazzi si diressero ridendo verso l'uscita dove ad
aspettarli trovarono Lenders.
- Mark che ci fai qui?
- Sono venuto a riprendere il nostro portiere anche perché
credo che si sia dimenticato della partita di domani
- Cavolo! Hai ragione. La partita contro la Cina!
- Avanti, sbrigati brutto fannullone, a riportare a casa
la tua dolce metà.
- Ne riparliamo domani Lenders!
Quella notte non si vide nessuno in giro. La casa di Eve
sembrava disabitata. La stanza silenziosa. Il letto
intatto. Ma dov'era? Nell'immensa villa di Benji, insieme
a lui, nello stesso letto che la vide piangere ma anche
ridere. Si addormentarono una nelle braccia dell'altro
con il sorriso sulle labbra.
Fine
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