Capitolo
6
Philip tornò a casa, aveva gli occhi gonfi di lacrime,
era bagnato fradicio,
in quanto aveva cominciato a nevicare e lui non aveva
l'ombrello, e le gambe
gli facevano male, tanto aveva corso. Era rimasto
sorpreso nel vedere che
Julian non l'avesse seguito, ma ne era stato felice,
aveva bisogno di stare
un po' da solo. Tornato a casa si accorse che i suoi non
c'erano, andò in
camera sua, seduto sul letto accanto al suo c'era Julian
che leggeva un
libro. Appena sentì la porta aprirsi Julian alzò lo
sguardo dal libro. Vide
l'amico in uno stato pietoso. Non sapeva cosa dire
-Philip?bentornato- fu tutto quello che riuscì a dire
Ma Philip non rispose, si tolse la giacca bagnata e
l'appoggiò sul termosifone
per farla asciugare.
- vado a fare un bagno- sussurrò tanto che Julian riuscì
a stento a capire
quello che diceva.
Julian aveva il cuore a pezzi, nemmeno se avesse giocato
per tre partite
di seguito il cuore gli avrebbe fatto tanto male, vedere
l'amico in quelle
condizioni lo faceva stare terribilmente male, e avrebbe
dato chissà che
cosa per non vederlo soffrire così.
Dopo mezz'ora Philip ritornò in camera si asciugo e si
vestì in silenzio.
A Philip cadde l'occhio sulla sua scrivania e vide delle
buste, dapprima
pensò che fossero cose di Julian, poi però si accorse
che non era così :erano
tutte indirizzate a lui, ma per la maggior parte erano
pubblicità, l'ultima
però era proprio una lettera guardò il mittente: F.S.C
( Flynet Soccer Club)
l'aprì era il suo allenatore anzi ex allenatore che gli
diceva che non aveva
ancora accettato le sue dimissioni, e che se voleva
tornare o semplicemente
parlare poteva farlo, allegato c'era un foglio con dei
messaggi dei suoi
ex compagni, i quali gli chiedevano di tornare. Philip
strinse il pugno
stroppicciando il foglio della lettera.
- Accidenti, perché non mi lasciano stare?- gridò il
ragazzo e così dicendo
prese una fotografia dalla sua scrivania e la scaraventò
a terra.
Julian sussultò dallo spavento , non era abituato a
simili scatti da parte
del l'amico. La cornice era in frantumi, e una scheggia
di vetro aveva sfiorato
la mano di Philip e sanguinava leggermente. Incurante
della ferita Philip,
stava per sferrare un pugno allo specchio che era vicino
alla scrivania
, ma Julian si alzò di scatto e lo fermò.
- Dico ma sei impazzito? Si può sapere che ti prende?-
gli chiese l'altro
con uno sguardo severo.
Philip si calmò e abbassò i pugni si sedette. Julian
prese un fazzoletto
lo andò a bagnare e fasciò la ferita del compagno.
- Grazie.- fu tutto quello che riuscì a dire Callaghan.
- nulla- gli rispose Ross sorridendo.
- Julian-
- Dimmi -
- Sai oggi quando stavamo passeggiando?il motivo per cui
sono corso via
è?- Julian scosse la testa e lo azzittì
- So tutto . Gli ho visti anch'io quei ragazzi.-
- Capito?il fatto è che quando li ho visti giocare così
spensieratamente,
mi è ritornato alla mente tutte le volte che ho giocato
a calcio, e pensando
che forse io non potrò più farlo?-
Ma Julian , per la seconda volta lo interruppe e fini la
frase al posto
suo.
- gli hai invidiati, forse quasi odiati. Ho indovinato?-
- Julian tu?come fai a saperlo?-
Julian sorrise, ma era un sorriso amaro malinconico.
- Cosa pensi che abbia provato nei confronti degli altri
giocatori, quando
mi hanno detto che soffrivo di cuore? Quando vedevo te,
Mark e Holly giocare
un'intera partita mi chiedevo perché anch'io non potessi
fare altrettanto.-
fece una pausa e sospirò, poi riprese - devo confessare
che a volte vi
invidio ancora.-
- Julian ?-
- Però ora va bene così! Posso giocare a calcio per
venti minuti, certo,
non è molto ma per adesso mi accontento, almeno posso
sognare un gol. E
poi quando mi sarò operato potrò giocare
tranquillamente. Tutto sommato
sono stato fortunato!-
Nell'ascoltare le parole dell'amico Philip rimase colpito
dalle sue parole,
Julian era un ragazzo davvero forte, nonostante tutto
quello che gli era
successo non aveva mai abbandonato i suoi sogni, e faceva
di tutto per realizzarli.
- Sei davvero un ragazzo forte Julian! T'invidio io non
so essere così determinato
e forte come te!- gli disse Philip
- Anche tu lo sei. Solo che tendi a sottovalutarti- gli
rispose l'amico.
Eh? Lui un ragazzo forte cos'è lo stava prendendo in
giro? Lui forte? Ma
se aveva abbandonato il calcio e la ragazza che più
d'ogni altra amava al
mondo?li aveva abbandonati entrambi, così di botto,
senza dare a nessuna
delle due cose delle spiegazioni. Semplicemente era
scappato come avrebbe
fatto un debole, un codardo. Aveva optato per la scelta
più facile davanti
a un problema, invece di fermarsi e affrontarlo. Non si
sentiva un ragazzo
forte.
- Julian non dire cretinate per favore, non prendermi in
giro- disse Philip
ridendo leggermente.
Per tutta risposta Julian rimase a fissarlo con aria
seria, lui non lo stava
affatto prendendo in giro. Anzi non era mai stato più
serio di così.
- perché dovrei prenderti in giro? Io sto parlando molto
seriamente!!!-
gli disse guardandolo dritto negli occhi - ti posso fare
una domanda?
- Certo, domanda pure.-
- Philip?ti piace giocare a calcio?-
- Julian, sicuro di sentirti bene? Che razza di domande
fai? Certo che mi
piace giocare a calcio, non c'è nient'altro al mondo che
mi piaccia fare,
niente riesce a darmi la gioia che provo quando tengo fra
i piedi un pallone
da calcio. Per giocare a calcio mi sono abituato a
giocare a calcio sotto
la neve, al freddo vento di Hokkaido.- gli rispose Philip
con una strana
luce negli occhi.
- Appunto. Tu sei un ragazzo forte, per giocare a calcio
hai addirittura
sfidato il clima di questo paese, non ti sei arreso
davanti a questo ostacolo,
così come non ti sei arreso davanti a qualsiasi
avversario in campo. Per
non parlare del fatto che a volte hai continuato a
giocare pur essendo ferito.
E per te questo non è essere forte? -
Philip rimase ammutolito. Le parole del suo amico lo
avevano colpito ma
non riuscirono a convincerlo del fatto che lui fosse
forte, un tempo ne
era stato convinto, ma ora?ora non più. Avrebbe voluto
combattere ancora
ma?
Julian continuò.
- Philip, non puoi arrenderti così, accidenti, pensa a
tutte le persone
che ti vogliono bene e tifano per te! Tira fuori la
grinta, e affronta questa
malattia come hai affrontato questo clima gelido e tutti
gli avversari che
hai affrontato in campo! Non lasciare che sia la tua
malattia a decidere
per te!-
- Oh, Julian credi che per me la decisione di lasciare
tutto sia stata facile?
Affatto! ho pensato una miriade di volte a continuare a
giocare e a combattere
ma se alla fine fosse tutto inutile e io dovessi morire?-
Julian rimase bloccato dalle parole del capitano della
Flynet, doveva ammetterlo,
non ci aveva pensato, non ci aveva voluto pensare, ma
alla fine doveva guardare
in faccia la realtà: purtroppo, esisteva questa
terribile possibilità il
suo amico poteva morire. A Julian sembrava che qualcuno
gli avesse sferrato
un pugno in pieno stomaco. Se gli esami di Philip fossero
andati male con
quale coraggio gli avrebbe chiesto di continuare a
lottare una battaglia,
che sapeva già, essere persa in partenza? No, doveva
essere positivo fino
a quel giorno, doveva riuscire a tirare un po' su
l'amico, lo doveva fare
per Philip, quante volte lui lo aveva consolato quando si
era sentito male
e non poteva giocare? Oddio si sentiva male al pensiero
di non poter fare
tutto quello che Philip aveva fatto per lui voleva
aiutarlo, ma non sapeva
come fare. Si sedette sul letto, accanto a Philip e guardò
fuori dalla finestra,
nevicava ancora.
- Philip? io vorrei tanto trovare le parole per poterti
aiutare, ma purtroppo
non ci riesco, perdonami se non riesco ad aiutarti più
di così! Devo ammetterlo,
come amico non valgo niente!-
Solo allora Philip si rese conto di aver posto all'amico
una domanda a cui
probabilmente nessuno, nemmeno un adulto di ottant'anni
sapeva rispondere,
figuriamoci un ragazzo di diciott'anni. Philip lo prese
per una spalla,
lo obbligò a guardarlo negli occhi.
- Non dirlo più! Non dire mai più che come amico non
vali niente! Da quando
sei qui mi sento molto più tranquillo e sereno. Sapere
di poter contare
sulla tua amicizia mi rende felice?anche perché è
l'unica cosa che mi sia
rimasta dopo aver abbandonato Jenny e il calcio! Non hai
assolutamente nulla
da farti perdonare , chiaro???-
- Philip?-
Philip per tutta risposta gli diede una pacca sulla
spalla , poi si alzò
e raccolse i pezzi della cornice. E ripose la foto in un
album fotografico.
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