Capitolo
4
Il mattino dopo Philip, si svegliò di soprassalto aveva
avuto il sonno agitato
tutta la notte. Si guardò intorno, e si rese conto che
era ancora nella
camera d'albergo di Julian. Philip guardò il letto di
Julian era vuoto,
ma dal bagno si sentiva l'acqua scorrere?si stava
lavando, ma uscì subito.
- Buongiorno Philip- disse Julian sorridendogli
- Buongiorno a te Julian. Mi hai messo tu a letto?-
Julian annui
- Mi sembravi stanco, e poi la poltrona non è proprio
comoda, così ho pensato
di metterti a letto.-
- Grazie, sei un amico-
- Figurati, ora però alzati pigrone!- gli disse
scherzoso Julian
Philip si alzò si andò a lavare, si rese conto che suoi
abiti erano stropicciati,
e avevano odore di birra.
- Julian, posso chiederti un favore?- gli disse dal bagno
Philip
- Ci ho già pensato, sullo sgabello trovi una camicia a
maniche lunghe e
dei pantaloni!-
- Come facevi a saperlo? Grazie comunque- disse Philip
Dopo dieci minuti era vestito ed usciva dal bagno,
fortunatamente Julian
e Philip avevano le stesse misure e gli abiti di Julian
gli stavano a pannello,
solo i pantaloni erano leggermente corti, Julian infatti
era un po' più
alto di lui.
- Dai scendiamo per la colazione- disse Julian
- Non ci provare nemmeno Julian! Non vorrai fare
colazione, qui in albergo,
mi auguro?dopo tutto quello che hai fatto per me il
minimo che possa fare
e offrirti la colazione in un posto decente!- Esclamò
Philip
- Ma Philip, non è necessario!-
- Non provare ad opporti sai!- gli disse Philip con un
tono di voce che
non lasciava addito a opposizioni- Dai, così facciamo
quattro passi e due
chiacchiere!- gli disse infine Philip
- Ok, come vuoi!-
I due uscirono dall'albergo e si diressero in un bar,
parlarono pochissimo,
ma si divertirono... Julian però non si arrendeva voleva
scoprire cosa c'era
sotto.. lo avrebbe fatto a qualsiasi costo.
Poi Philip disse a Julian che c'era un posto dove voleva
portarlo, lo seguì
e rimase sorpreso da dove lo portò: un campo da calcio.
Julian lo guardò con aria interrogativa. Ma Philip non
ci badò. Lo guardò
con un sorriso, poi prese un pallone e glielo tirò,
Julian lo stoppò di
petto.
- Ti va di fare due tiri Julian?- gli chiese Philip
- Cos'è una sfida?-
- Si, più o meno, vince chi per primo fa una tripletta.
allora ci stai?-
- Ok!-
Julian non capì, però pensò che fosse positivo il
fatto che l'amico avesse
voglia di giocare. I due erano entrambi bravissimi, ma
Julian si trovava
leggermente in difficoltà a causa della neve?Philip
invece era perfettamente
a suo agio, lui c'era abituato ad allenarsi sotto la
neve, d'altronde era
inevitabile giocando ad Hokkaido non poteva fare
altrimenti. Mezz'ora più
tardi l'incontro era finito con la vittoria di Philip,
Julian aveva segnato
solo due gol.
- Complimenti!- disse Julian
- Grazie, tutto ok Julian? Non vorrei averti fatto
stancare troppo - gli
disse tendendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi dal'
ultima scivolata
che aveva fatto per impedire il terzo goal di Philip.
Julian l'afferrò e si tirò su
- tutto a posto, non ti preoccupare, però la mia
carriera è finita!- esclamò
Julian
- Perché?- chiese stupito Philip
- Il principe del calcio battuto dalla neve! T'immagini
se lo sapessero
i giornali? Potrei dire addio alla nazionale, anche solo
come aiuto allenatore!
Ti prego dimmi che manterrai il segreto!- disse
scherzando Julian
- Bè ci penserò?.potrebbe essere un ottimo modo per
farti fuori!- gli rispose
l'altro strizzandogli l'occhio.
- Ah, che bell'amico che sei!- gli disse Julian
tirandogli addosso una
palla di neve.
I due scoppiarono a ridere, e Philip pensò che quella,
oltre alla serata
precedente, era la prima volta che rideva così di gusto,
da quel giorno?
i due si sedettero su una panchina a bordo campo e per un
po' rimasero in
silenzio.
- Non ti ho ancora risposto- disse Phlip
- Eh?- disse Julian stupito, non capendo quello che
volesse dire.
- Ieri sera mi hai chiesto come mai ho deciso di
abbandonare il calcio,
poi ti ho fatto quella domanda?dopo di che sono scoppiato
a piangere mi
sono addormentato?.ti devo una spiegazione.-
- Se non vuoi non sei obbligato? solo una cosa?vuoi
davvero rinunciare a
tutto questo? A sentire l'erba sotto i piedi, a calciare
un pallone, a l'emozione
di segnare un gol?-
Lo sguardo di Philip si fece serio e triste insieme , nel
suo animo, c'erano
due risposte alla domanda che l'amico gli aveva appena
fatto, una era si,
l'altra era no. Ma la risposta più vera era no.
- No, non lo voglio ma quale altra scelta mi rimane? Io
amo giocare al pallone,
è la sola cosa che mi piaccia davvero fare, l'unica cosa
che mi faccia sentire
vivo?l'unica che mi permetterebbe di realizzare tutti i
miei sogni. Non
vorrei smettere di giocare ne tanto meno rinunciare
all'amore di Jenny ,
tu sai quanto io la ami? quanto vorrei passare il resto
della mia vita con
lei, ma non altra scelta Julian!
Nelle parole di Philip, c'era un tono di malinconia e
nostalgia, c'era amore
nei confronti del calcio e della ragazza che amava?ma
c'era anche un tono
di leggera disperazione.
- Spiegati meglio, non riesco a capirti?c'è qualcosa che
ancora mi nascondi.
Ieri sera quando mi hai chiesto se ha causa dei miei
problemi al cuore avrei
mai lasciato Amy o il calcio?il riferimento alla mia
malattia non era a
caso, vero? Confidati con me, ti prego Philip, fidati di
me!-
gli disse Julian prendendolo per una spalla e
obbligandolo a guardarlo negli
occhi. Gli occhi di Philip si velarono di lacrime. Voleva
confidarsi con
lui, renderlo partecipe al suo dolore, ma come poteva
farlo? Se lo avesse
fatto lo avrebbe fatto soffrire e lui non lo
voleva?sapeva che Julian aveva
già abbastanza problemi con la sua malattia.
- Julian ti ricordi quello che dicesti ad Oliver alla
fine della semifinale
di qualche anno fa?- gli chiese Philip a brucia pelo.
Julian annuì poi chiuse gli occhi...ecco aveva davanti
agli occhi la scena
poi gli sembrò di risentire le sue stesse parole "Oliver!
Io non smetterò
di giocare a calcio! Scenderò in campo anche se dovessi
giocare solo per
1 o 2 minuti, e un giorno sconfiggerò questa malattia!
Io sono molto più
forte di lei!"
Lo sguardo di Julian, si fece d'improvviso serio, la sua
mente fu abbagliata
da un'intuizione terribile, guardò Philip in faccia?.possibile
che Philip??
-Philip stai forse cercando di dirmi che sei malato?-
disse il capitano
della Mambo con un filo di voce.
- Si, hai indovinato Julian, due settimane fa mi hanno
diagnosticato un
tumore alle ossa.- disse Philip tutto d'un fiato.
Ecco glielo aveva detto, non avrebbe voluto farlo, ma non
riusciva più a
tenere quel terribile segreto da solo.
Julian non si aspettava una simile rivelazione? neanche
nei suoi incubi
peggiori si era aspettato una simile rivelazione.
- Philip?io non so che cosa dirti?-
- Non ti preoccupare è la stessa reazione che ho avuto
io quando me l'anno
detto-
- Ma non c'è niente da fare? Possibile non ci sia una
possibilità?-
- Non lo so?dopo domani mi faranno degli accertamenti per
vedere se si
può operare. Ma?-
- Ma?- chiese Julian
- Ma non so se avrò la forza per lottare, Julian dove
diavolo trovi la
forza per reagire alla tua malattia?- gli chiese l'amico
guardandolo negli
occhi.
- Bè vedi ho sempre cercato di non rassegnarmi così
passivamente al mio
destino?volevo una vita che mi permettesse di essere
vivo? di fare ciò che
volevo?non volevo che fosse lei a decidere per me? e poi
il calcio rappresenta
tutto per me?voglio giocare a calcio?a qualsiasi costo!-
- Anche se questo costo è la vita?-
- Si, anche se dovessi morire!- negli occhi di Julian
c'era determinazione,
voglia di vivere e soprattutto di giocare
- Non hai paura di morire?- gli chiese Philip guardandolo
negli occhi.
Julian rimase in silenzio , no , non aveva paura della
morte?ma capiva che
l'amico doveva averne e d'altronde chi poteva dargli
torto? Non c'era paragone
con la sua malattia. Si è vero, lui soffriva di cuore ma
la sua malattia
era operabile, e una volta operato nulla più l'avrebbe
tenuto lontano dai
suoi amati campi di calcio. Ma Philip poteva dire
altrettanto? Un ragazzo
di 18 anni a cui veniva diagnosticato un tumore osseo era
ovvio che fosse
spaventato?certo magari si poteva operare e poi? Poi
avrebbe riavuto così
facilmente la sua vita? No, avrebbe dovuto aspettare
cinque anni, per vedere
se il tumore fosse ricomparso, se ciò non fosse avvenuto
poteva dirsi salvo?ma
in caso contrario il suo destino era segnato. Julian
cominciò a capire come
mai Philip avesse preso delle decisione così drastiche.
Poi rispose alla
domanda.
- No, non ho paura di morire.-
- t'invidio io ne ho molta!- gli disse Philip.
- Philip, di questa cosa non ne hai parlato con nessuno?-
gli chiese Ross
- No.-
- Neanche con Jenny?-
- Neanche con lei, ho preferito non farla soffrire di più!-
- E l'hai lasciata, così senza una spiegazione?-
- Già , a dire il vero non volevo dirlo nemmeno a te,
però non ce l'ho
fatta a tenermi tutto dentro.- ora Philip si sentiva meno
solo.
- Hai fatto bene- disse Julian.
I due s'incamminarono verso un campo ricoperto
interamente dalla neve. Fecero
una passeggiata molto lunga, mangiarono un panino e
parlarono un po'. Philip
capì subito di aver fatto bene ad essersi confidato con
Julian era un buon
amico e lo capiva perfettamente, inoltre stava bene in
sua compagnia.
-Julian quanto tempo hai intenzione di fermarti qui ad
Hokkaido?- chiese
Philip
- cos'è, ti sei già stufato di me? Mi stai cacciando? -
Chiese divertito
- assolutamente no e che vorrei chiederti un favore.-
- dimmi.-
- Ecco dopodomani mi faranno degli esami, ed entro la
prossima settimana
dovrei avere i risultati ? vorrei che tu restassi qui
fino al giorno del
responso, sempre che tu voglia e che i tuoi te lo
concedano. Oh, ma forse
hai degli allenamenti o delle partite.- gli disse Philip
- No, non ho partite ne tanto meno allenamenti, il
dottore mi ha consigliato,
o meglio, ordinato un periodo di riposo , riprenderò
quando verranno dati
i nomi per la nazionale, cioè fra circa due tre
settimane. E per quanto
riguarda i miei non credo che si opporranno, basta che
gli avverta.- disse
il ragazzo di Tokyo
- Allora vuoi dire che resterai- chiese l'ex capitano
della Flynet
- Certamente! - Gli disse l'amico guardandolo negli occhi
e sorridendogli.
Philip si sentiva molto più sereno sapere che Julian gli
sarebbe stato vicino
in un momento difficile lo tranquillizzava ,l'amico , non
sapeva come, gli
trasmetteva serenità.
-Grazie- gli disse Philip appoggiandogli una mano sulla
spalla.
- e di che? Non faccio nulla di eccezionale, sono o non
sono un tuo amico,
e allora a cosa servono gli amici se non nel momento de
bisogno?- Julian
si portò l'orologio sotto gli occhi , ed esclamò-
accipicchia com'è tardi
sono quasi le sette e mezza devo rientrare in albergo,
vorrei farmi una
doccia prima di cenare!-
- Si, hai ragione devi andare in albergo?a prendere i
tuoi bagagli!- rispose
Philip
- Eh? Scusa ma cosa vuoi dire? Non ti capisco- gli chiese
esterrefatto Julian
- Che fino a quando resterai qui non ti tratterrai in
albergo ma a casa
mia, nella mia stanza c'è un letto in più! -
- Ma Philip ?io non so se posso disturbarti così!-
replicò l'altro
- Oh, si che puoi, in fondo sono io che ti ho chiesto di
restare ed è giusto
che io ti ospiti, mi sembra il minimo!-
- Ma non ti devi sentire obbligato, e poi scusa, i tuoi
genitori saranno
d'accordo?-
- Adesso basta Julian ! tu fai come dico io, non voglio
sentire scuse.
Per quanto riguarda i miei non faranno storie, credimi,
non è la prima volta
che ospito un amico per qualche tempo. E poi tu non
faresti lo stesso per
me?- gli disse Philip serio.
- Ok, ho capito mi arrendo farò come vuoi, vado in
albergo a prendere la
mia roba!- si arrese Julian alzando le mani in segno di
rassegnazione
- Bravo così mi piaci! Vuoi che venga con te e ti dia
una mano?-
chiese gentilmente Philip.
- No, grazie, tu vai a casa ci vediamo li fra un po'-
- Ok, ti aspettò.-
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