Per Sempre
Capitolo 2

Jean Vs. Jules

 

La Hanson's car Tecnology era stata fondata nel 1891. L'abilità tecnica di Hanson e il fiuto per gli affari di Sanson avevano contribuito a frane in poco tempo una tra le più conosciute del settore sul territorio francese. Dopo tre anni vantava un notevole capitale ed assorbiva circa l'85% degli affari di Parigi. Nel 1892, Jean era stato assunto e grazie alle sue conoscenze in poco tempo era avanzato velocemente di livello fino a diventare un vero e proprio capo di un settore. Il presidente riponeva in lui la massima fiducia e nessuno dei dipendenti era al corrente che i due erano amici ormai di vecchia data. Infatti molti operai non vedevano di buon occhi di essere comandati da un ragazzino di 17 anni, ma Jean sapeva il fatto suo e tutti lo rispettavano.

L'arrivo improvviso di Nadia nel reparto scatenò l'interesse generale degli operai che mai prima di allora si erano trovati davanti una bellezza esotica di quel tipo: capelli lunghi e neri come l'ala di un corvo ed occhi di un verde-blu intenso.

"Scusate sapete dove posso trovare Jean?" chiese ad un giovane operaio.

"C…certo. Il capo si trova su in ufficio, venga che l'accompagno."

L'ufficio progetti era situato in un punto strategico della fabbrica, era composto da un gabbiotto sopraelevato da dove si poteva vedere l'intero reparto e si raggiungeva attraverso una scala mobile.

"Comoda questa scala." Disse fingendosi stupita.

"E' stata una idea del presidente e del capo. Quella scala laggiù infondo e dello stesso tipo, ma porta alla direzione generale." Spiegò.

Congedato l'operaio e la segretaria, Jean si chiuse la porta alle spalle. Si sentiva terribilmente a disagio a trovarsi solo con Nadia dopo tutto quel tempo.

"Di cosa vuoi parlarmi?" chiese mentre era impegnato a correggere una bozza.

" Ti spiacerebbe guardarmi? Mi sembra di parlare con un muro."

"Sei già di cattivo umore?"

"Da quanto tempo lavori con Electra?"

Jean a stento trattenne un sorriso. Era il classico tono che la donna usava quando era gelosa.

"Da un anno circa. Non trovi che tuo fratello sia bellissimo?"

"Da mangiare."

"Chi era il pagliaccio che ti accompagnava?"

"Si chiama Jules Verne."

"Non sapevo trovassi interessanti tipo come quello."

"Sei per caso geloso?"

"Io? Figuriamoci, ho di meglio a cui pensare."

"Dimenticava sua signoria la Scienza!"

"Hai voglia di fare del sarcasmo? Non ho troncato io la nostra relazione. TU avevi bisogno di riflettere. Io non avevo bisogno di allontanarmi da te per sapere che mi saresti mancata."

Nadia non sapeva cosa rispondere, in quel periodo di lontananza Jean era cambiato in maniera tale che stentava a riconoscerlo.

"Jean, io avevo paura. Tu rappresenti il mio legame con il PASSATO e cose che avrei voluto dimenticare."

"DIMENTICARE? Vuoi dimenticare davvero tutti quelli che sono morti per noi? Hai dimenticato anche tuo padre?"

"No. Speravo di riuscire a cogliere i cocci della mia vita senza l'aiuto di nessuno…"

"Così quel Jules rappresenta la tua nuova vita?"

"Lo credevo inizialmente, ma poi…"

"Ma poi cosa? Ti sei resa conto di quello che mi hai fatto passare? Io ti amo e non ho smesso di amarti per un solo secondo della mia vita e quando mi hai lasciato, hai lasciato una persona a pezzi. Ho faticato molto per riuscire a ricomporre il puzzle…Ora che ci ero quasi riuscito riappari come un fantasma nella mia vita."

"Io…" Nadia scoppiò in lacrime.

Si avvicinò a lei e le asciugò il viso: "Adesso calmati. Nadia se hai bisogno di una mano io sono qui…Non potrei mai lasciarti da sola…"

I due si abbracciarono e rimasero per molto tempo così senza muoversi.

 

Immersa nella campagna londinese vi era una tenuta elegante in perfetto stile inglese, il proprietario era un nobile della famiglia dei Grenavan, figlio unico aveva ereditato in giovane età quella casa. Si diceva che per noia avesse addirittura fatto il cuoco su una nave che dava la caccia ai "mostri marini" e per lungo tempo la casa era rimasta del tutto incustodita.

Da circa due settimane la servitù si dava da fare per rassettarla al meglio, Ayrton e Marie avrebbero trascorso lì le loro vacanze estive abbandonando la casa che l'uomo possedeva a Brighton. La bambina era cambiata molto in soli tre anni portava i capelli lunghi, le lentiggini sul viso si erano schiarite ed era aumentata in altezza di ben sette centimetri in un solo anno.

" Sanson è un bugiardo, King! Mi aveva detto che sarebbe venuto a prendermi e vivo con Ayrton da tre anni! Si può sapere perché ci mette tanto?" brontolò Marie accarezzando la folta criniera.

Il leone la guardava senza risponderle, anche lui desiderava tornare a vivere con la sua padrona, ma gli impegni di questa non gli avevano permesso di seguirla.

Il conte aveva notato il cambiamento di umore in quella bimba della quale aveva promesso di prendersi cura. Fino a quel momento aveva mantenuto fede alla promessa, ma ora sperava che Sanson non venisse a prenderla. Gli teneva compagnia e il pensiero che Marie potesse lasciare la tenuta lo faceva sentire triste.

 

Mentre Nadia era assente, Jules cominciò a prendere informazioni sul giovane che avevano incontrato al porto, era sicuro che tra di loro c'era qualcosa oltre l'amicizia. L'investigatore Ledoux si presentò alla locanda con un grosso plico sul quale era indicato il curriculum del giovane.

"Perché tra il 1889-1890 c'è un buco? Cosa diavolo a fatto in quel periodo?"

"Nessuno lo sa con certezza purtroppo, nemmeno i suoi famigliari."

"Cosa nasconde quel tipo?"

"Sembra che però lui e la signorina Nadia si siano conosciuti cinque anni fa alla fiera universale di Parigi. Da quello che mi ha detto lo zio sono partiti insieme."

"Interessante…"

"Risulta che uno strano macchinario che loro chiamano Grantan li abbia inseguiti per tutta Parigi fino ad affondare nella Senna. Ecco questo è l'articolo del giornale dell'epoca."

"Mostri marini?" domandò Verne guardando l'articolo con più attenzione.

"Se non ricordo male erano in realtà dei sottomarini."

"Nadia e quell'inventorucolo da strapazzo mi nascondono qualcosa e voglio scoprire la verità. Datti da fare Ledoux e verrai ben ricompensato!"

"Agli ordini Signor Verne!"

 Sanson scoppiò su tutte le furie quando venne a sapere della visita di Nadia, sicuramente Jean si sarebbe lasciato nuovamente incastrare come uno sciocco.

"E' innamorato che pretendi che faccia?" disse Hanson.

"Bisogna essere degli stupidi."

"Ti ricordi come ci comportavamo noi quando eravamo innamorati di Gradis?"

"Già. Non si è mai comportata in quel modo con noi, però."

"Quando amava il capitano Nemo siamo stati veramente male."

"Io ho rinunciato a farle la corte…Mi sono reso conto di essere talmente subordinato a lei che non potrei essere di sicuro un buon marito."

"Non sei certamente il suo tipo."

"Nemmeno tu se per questo." Si accese un sigaro appoggiando i piedi sulla scrivania.

"Sei sempre il solito. Ah! Ti ricordi di Jules Verne?"

"Quello stupido che faceva la corte a Grandis circa 10 anni fa? Al quale ho dato una lezione?"

"Proprio lui. Sembra che sia a Parigi per la fiera universale…"

"Si dice che i guai non vengono mai soli."

"Non è tutto. Pare che Nadia sia la sua segretaria personale."

"Ci mancava pure questa!" sbuffò lui ed osservando in faccia l'amico si accorse che le brutte notizie non erano ancora terminate.

"Ha fatto fare delle ricerche su Jean…"

"Tu come l'hai saputo?"

"L'ispettore Ledoux è un mio carissimo amico e quando beve parla un po’ troppo."

"Bisogna stare attenti."

Proprio in quell'istante Jean varcò la porta dell'ufficio.

"Mi hai fatto chiamare?"

"Volevo sapere se le modifiche alla bozza sono concluse."

"Beh…veramente…" balbettò lui rosso in volto.

"Geez! Non l'hai ancora corretto?" gridò Sanson

"Mi spiace, ma improvvisamente è piombata Nadia in lacrime nell'ufficio ed io…"

I due scoppiarono a ridere come al solito non riuscivano mai a restare arrabbiati per molto tempo con il loro amico. Sapevano che quando c'era di mezzo Nadia tutto il resto non aveva importanza.

"Non importa. Ti ho chiamato anche per un altro motivo."

"Quale?"

"Conosci un certo Verne?"

"Sì. E' uno che fa la corte a Nadia."

"Credo sia qualcosa di più. Ha fatto fare delle ricerche sul tuo passato."

"Cosa?"

"Credo che conosca anche il Gratan…i giornali ne parlarono all'epoca."

"Arriverà sicuramente a noi." Disse Sanson.

"Mi è venuta una idea per confondere le acque." Aggiunse Jean dopo aver riflettuto

"Avanti parla!" disse i due i coro.

"Io pensavo…"

CONTINUA...