PER
SEMPRE Londra 1893
Erano passati sei mesi da quando Nadia aveva chiesto a Jean un periodo di riflessione. In realtà sentiva il bisogno di staccarsi da tutto quello che aveva un legame con il passato ed anche se erano passati tre anni dalla morte del padre, lei non riusciva ancora a raccogliere i pezzi. In un primo tempo aveva lavorato come apprendista reporter in un giornale locale, ma poco dopo venne assunta da un signore che per diletto faceva lo scrittore. Si chiamava Jules Verne. Il suo primo libro "I figli del capitano Grant" ebbe un discreto successo sia in patria che allestero, per cui lui aveva bisogno di qualcuno che prendesse gli appuntamenti e si occupasse della sua casa. Tra le tante giovani presenti nel giornale di sua proprietà, Nadia lo colpì per la seducente bellezza che in quei mesi si era accentuata maggiormente, i grandi occhi di un verde intenso e la pelle dorata. "Da domani sarai la mia segretaria." le aveva ordinato. "Non sono interessata a tale proposta." Rispose intuendo i veri motivi che avevano spinto luomo a sceglierla. Il capo ufficio dopo aver chiesto scusa per il comportamento della giornalista, la fece chiamare nel suo studio e le spiegò che se non avesse accettato tutti avrebbero perso il posto. "Avete cambiato idea?" ironizzò lui. "Accetto il posto che mi offrite." Borbottò lei. Una mattina Verne la chiamò nel suo studio: "Prepara le valigie! Partiamo per Parigi. Ho sentito che cè una fiera internazionale e voglio visitarla." "Va bene." Disse uscendo. Parigi e la fiera universale. Nadia tornò con la memoria a cinque anni prima ed allincontro avuto con Jean alla Tour Eiffel una lacrima scese su suo volto. Come aveva potuto dimenticare la sensazione provata quel giorno? Come aveva potuto dimenticare cosa aveva significato Jean per lei? "A cosa stai pensando?" chiese Verne mentre scendevano al porto di Le Havre. "Nulla che possa riguardarla." "Smettila di essere così fredda con me." "Lei invece per i miei gusti è troppo appiccicoso." Sbuffò allontanandolo. Jules tentò nuovamente di baciarla, ma qualcuno lo afferrò per un braccio: "Mi pare che questa graziosa signorina non gradisca le vostre attenzioni." "Lasciatemi maleducato!" gemette lui. "Detesto le persone che usano il potere per far fare agli altri i loro comodi." Nadia guardò in faccia colui che laveva difesa dalle avance pesanti di Verne ed ebbe un tuffo al cuore, conosceva bene quel volto e quel dolcissimo sorriso. "Jean!" "Nadia?!" disse appena ebbe il tempo di guardare la ragazza negli occhi. "Lascia andare Jules. Per piacere." "Come vuoi." Allontanato con una spinta il terzo incomodo il ragazzo si concentrò su Nadia, non si sarebbe aspettato più di rivederla dopo tutti quei mesi di silenzio. "Partecipi anche questanno alla gara internazionale di volo?" chiese ignorando le proteste del suo accompagnatore. "Naturalmente e vincerò come sempre." Ironizzò lui. "Jean ho bisogno di parlarti, ma non adesso." Sussurrò indicando Verne che si stava avvicinando. "Da qualche tempo lavoro per Hanson, quindi potrai trovarmi sempre alle Hansons car Tecnology. E una azienda medio-grande che in città conoscono tutti." Concluse lasciandole il biglietto da visita prima di andarsene. Jules la raggiunse: "Chi era quel tipo?" "Un mio vecchio amico." Rispose mentre si avviavano a piedi verso la locanda.
CONTINUA .
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