3.
Fidarsi è bene
Grainne si svegliò verso sera.
Aveva dormito a lungo senza sognare, ma si sentiva ancora
spossata. La spalla le faceva ancora male, e il suo corpo
le doleva tanto da farle pensare di essere coperta di
lividi.
Girò lentamente la testa verso la finestra per vedere il
tramonto ; il colore del sole, rosso acceso e non più
alto nel cielo, le ricordò il sangue versato dagli
orchi, ed anche il suo stesso sangue, provocandole
un'ondata di nausea.
La sua vista era ancora offuscata e non riuscì a
distinguere perfettamente l'alta e robusta sagoma di
Aragorn in piedi accanto alla finestra.
Portandosi una mano alla fronte si voltò dall'altra
parte.
- Ben svegliata ! - le disse sorridendo Legolas, che era
seduto accanto al suo letto. La ragazza sussultò,
spaventata dalla sorpresa.
- Che ti venga... - bofonchiò Grainne con voce roca.
L'elfo stava per risponderle a tono, quando Aragorn,
avvicinandosi a lui, disse con ironia :
- Attento, Legolas ! Non è onorevole morire di paura
dopo essere sopravvissuti all'attacco di un orco ! -
- Aragorn... - sussurrò Grainne tentando di mettersi a
sedere - Sai una cosa ? Mi dispiaceva quasi di averti
interrotto mentre mi prendevi in giro, prima, nel bosco...ma
vedo che stai recuperando in fretta... -
- Anche tu stai recuperando in fretta. - disse il Ramingo
accennando un sorrisetto - Vado a chiamare Vardarantir. -
Detto ciò, uscì dalla stanza.
- Vardarantir ? Cosa vuole Vardarantir ? - domandò
Grainne stringendo gli occhi.
- E' stato lui a curarti, con l'aiuto degli altri
guaritori. - rispose Legolas - Se sei ancora viva è
merito suo. Hai perso davvero molto sangue e quel morso
ti stava provocando una brutta infezione. Avevamo paura
che non resistessi. Vardarantir non ti ha lasciata un
attimo, finchè non è stato sicuro che tu fossi fuori
pericolo. -
- Così si è dato tanto da fare per salvare la sua
peggiore allieva...significa che dovrò anche
ringraziarlo, maledizione. - disse Grainne, stupita, in
tono più scherzoso che sarcastico.
Legolas inarcò un sopracciglio. - Comunque Aragorn non
ti stava prendendo in giro. Non del tutto, almeno ! -
Rise. - Non te la sei cavata per niente male con quegli
orchi, piccola guerriera ! Un giorno mi dirai dove hai
imparato a combattere in quel modo ? -
Grainne tacque per un istante. - Forse. - disse - O forse
no. Quando pensi che potrò alzarmi ? Non ho voglia di
perdere tempo a letto ! - disse poi per eludere il
discorso.
- Presto, Enedore - disse Vardarantir entrando
nella stanza, seguito da Aragorn - I miei allievi hanno
fatto un buon lavoro. Sarai libera di andare dove vorrai
in due giorni al massimo. Anche meno, se tu fossi stata
un'elfa. -
Grainne incassò quel commento, ulteriore affermazione
della superiorità degli Elfi sugli Uomini anche nella
capacità di guarigione dalle ferite, e tenne gli occhi
fissi sul suo Maestro, che mostrava il solito aspetto
austero e indifferente. La ragazza era sicura che lui
l'avesse curata solo perché quello era il suo compito,
e, se fosse morta, sicuramente non glie ne sarebbe
importato nulla. Ma le aveva salvato la vita, e lei gli
era comunque grata, anche se ammetterlo le costava
parecchio.
- Grazie, Maestro. - disse - Grazie per avermi aiutata.
Sono in debito con te e i tuoi allievi. Cosa posso fare
per ripagarvi ? -
Vardarantir sogghignò. - Ripagare ? Questo è un debito
così grande che non riusciresti mai ad onorarlo. Per ora
mi basta che tu segua con attenzione le mie lezioni. Poi
si vedrà. -
Detto ciò, Vardarantir si voltò e fece per andarsene,
senza salutare nessuno tranne Legolas, a cui rivolse un
freddo e rispettoso inchino. Il principe non si mosse.
- Lei non ha chiesto di essere curata. Salvare una vita
non ha un prezzo. Mi meraviglio delle tue parole, Maestro
dei guaritori. - disse.
- Ma...Principe, io... - farfugliò Vardarantir, sorpreso
dal tono severo che aveva usato Legolas.
- Solo perché non appartiene al nostro popolo ti senti
così superiore a lei ? Sappi che questa mattina ha
combattuto con grande valore, per cui esigo che d'ora in
avanti la tratti con rispetto. Sono stato chiaro ? -
- Ma... - cercò di protestare Vardarantir.
- Sono stato chiaro ? - ribadì con fermezza
Legolas, alzandosi in piedi.
- Sì, mio Principe. - rispose il guaritore con rabbia,
inchinandosi nuovamente prima di uscire dalla stanza.
Legolas aspettò che la porta si chiudesse, poi si
risedette al capezzale di Grainne.
- Credo che d'ora in poi ci penserà due volte prima di
mandarti nel bosco a frugare tra le ortiche. - le disse.
Aragorn sorrise, ma la ragazza non cambiò la sua
espressione dura.
- Non era necessario che tu lo rimproverassi. Ho imparato
da sola a guadagnarmi il rispetto della gente... - disse,
orgogliosa. Legolas rimase di stucco nel sentire quelle
affermazioni, mentre Aragorn scosse la testa.
- ...tuttavia ti ringrazio. - continuò Grainne, in un
tono più dolce, guardando l'elfo nei suoi occhi azzurri
- Sei la prima persona che mi difende da anni, ormai. E'...una
bella sensazione. -
Legolas sorrise. - Sei una strana ragazza...Enedore,
Vento-tra-le-foglie. -
Grainne si voltò di nuovo verso la finestra ; il sole
era ormai calato da poco, tingendo il cielo blu di
riflessi dorati lungo la linea dell'orizzonte.
- Lascia perdere il mio nome elfico - rispose la ragazza
sorridendo - Chiamami semplicemente Grainne. E questo
vale anche per te, Ramingo...guai a te se ti sento ancora
chiamarmi "ragazzina" ! -
- D'accordo, ragazzina ! - disse Aragorn sorridendo a sua
volta - Devo dedurre che finalmente mi sono guadagnato la
tua fiducia ? -
- Hai tutta la mia gratitudine. Ma, per ora, non
chiedermi una cosa che non sono in grado di darti. -
rispose Grainne.
Aragorn la fissò di nuovo con i suoi freddi occhi grigi.
- Va bene. Ma ricordati che la stessa cosa vale anche per
te. - ribattè serio, avviandosi fuori dalla stanza.
Legolas perse del tutto la pazienza.
- Adesso basta ! - esclamò balzando in piedi. Aragorn e
Grainne si voltarono verso di lui, quasi intimoriti da
quello scatto di nervi. - Grainne, smettila di
comportarti come una bambina ! Stai lasciando i tuoi
stupidi pregiudizi prevaricare la ragione ! Ti lamenti di
essere considerata inferiore solo perché appartieni ad
una razza diversa e poi applichi gli stessi criteri di
giudizio nei confronti di un uomo che dovresti
ringraziare solo per il fatto che stai ancora respirando
! Ti stai comportando come...come Vardarantir ! ! -
Grainne spalancò la bocca e scosse la testa, incredula.
- Tu...tu non ti rendi conto di chi sono queste persone,
Legolas ! I Raminghi del Nord sarebbero capaci di vendere
la loro madre al miglior offerente ! Lui potrebbe essere...
-
- Ti dico io chi è quest'uomo, Grainne Skylark - la
interruppe Legolas - Lui è Aragorn, figlio di Arathorn...
-
- Legolas, per favore... - disse Aragorn alzando una mano
e scuotendo lentamente il capo. L'elfo lo ignorò.
- ...discendente di Isildur. Sai cosa significa, vero ? -
Grainne impallidì e spalancò gli occhi, incredula.
Certo che lo sapeva...e la verità l'aveva sconvolta.
- Ti trovi di fronte al legittimo erede al trono di
Gondor...nonché grande amico degli Elfi. - continuò
Legolas.
Grainne non sapeva più cosa dire. - Io...mi dispiace.
Sul serio, non intendevo...se avessi saputo che...Oh,
grande Eru ! Ho insultato prima il Principe del Bosco
Atro, poi il Re di Gondor ! Che altro combinerò adesso ?
-
- No - disse amaramente Aragorn - Non chiamarmi con un
titolo che non mi spetta. Io non regnerò mai su Gondor,
né lo desidero. - Detto questo, uscì dalla stanza a
capo chino.
Grainne e Legolas rimasero un attimo in silenzio, mentre
la ragazza continuava a scuotere la testa, incredula.
- Cosa devo fare, Legolas ? - disse.
- A parte cucirti la bocca, intendi ? - rispose l'elfo.
Grainne non fece caso alle sue parole. - Il discendente
di Isildur è un Ramingo... E io che ero convinta che
Gondor fosse destinata a rimanere senza un Re ! -
- Aragorn ha rinunciato da un pezzo a quella vita - disse
Legolas - Credimi, la sua eredità gli grava sulle spalle
come un pesante fardello... -
Grainne tacque per un momento. - Ora capisco perché il
Sovrintendente è tanto guardingo...io pensavo che fosse
convinto che la casa di Elendil si fosse estinta da tempo...invece
lui lo sapeva...sapeva che c'era ancora un erede, da
qualche parte... -
- Stai dicendo che Denethor è apertamente ostile verso i
Raminghi perché sa che uno di loro potrebbe prima o poi
scalzarlo dal potere ? -
- Sì. - rispose Grainne, seria - Anche se non lo
ammetterà mai, Denethor teme il ritorno del Re. -
Legolas e Grainne conversarono fino a tardi ; l'elfo
abbandonò il suo capezzale quando il padre Thranduil si
recò dalla ragazza per porgerle i suoi auguri di pronta
guarigione e ascoltare le notizie che, con lei, erano
giunte dalle lontane terre di Gondor. Poi il Re aspettò
che Grainne, stanca e ancora debole, si addormentasse
profondamente, e tornò nelle sue stanze.
Il mattino successivo, quando si svegliò, la ragazza
vide che la sedia accanto al suo letto era vuota, e le
dispiacque di non trovare nessuno accanto a lei, a
vegliare sul suo sonno. Anche se era abituata alla vita
solitaria, soprattutto da quando si era trasferita a
Minas Tirith, Grainne provava comunque piacere nel sapere
che qualcuno si preoccupava ancora per lei ; era da tempo
che non sentiva più quel calore quasi famigliare di cui
aveva ormai soltanto un vago ricordo, un ricordo della
sua infanzia felice e spensierata a Edoras, quando non
era ancora diventata ciò che era, ma era solo la
piccola, innocente Grainne. Era tutto così bello, allora...
Sforzandosi di levarsi quei pensieri nostalgici dalla
mente, la ragazza uscì dalle coperte e, pur con una
certa fatica, si mise a sedere sul letto. Nonostante le
raccomandazioni in cui si era profuso Legolas, ne aveva
abbastanza di rimanere inattiva.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta. Grainne, più
in fretta che potè, si ricacciò sotto le lenzuola.
- Avanti ! - disse sbuffando.
Aragorn, con la solita andatura dritta e nobile, fece il
suo ingresso e si chiuse la porta alle spalle.
- Come stai ? - le chiese, semplicemente.
- Bene. Sì, decisamente molto meglio...la medicina
elfica fa davvero miracoli ! - rispose Grainne, sorpresa
per quella visita inaspettata.
Aragorn fece un cenno con il capo, e si diresse verso la
finestra.
- Una giornata davvero splendida. - disse - L'aria è
fresca e leggera, e sembra quasi musica quando passa
attraverso le foglie. -
La ragazza lo guardò con aria interrogativa, avendo
capito benissimo che Aragorn non era andato da lei per
parlare del tempo. Infatti, dopo una breve pausa, l'uomo
riprese la parola.
- Volevo chiederti scusa per come ti ho trattata ieri.
Spero di non aver rafforzato la tua convinzione che i
Raminghi del Nord siano tutti delle persone villane e
sgradevoli. -
Grainne sgranò gli occhi. - Ma sei pazzo ? - esclamò -
Sono io che ti devo chiedere scusa ! Purtroppo ho un...un
pessimo carattere...Legolas l'ha già sperimentato di
persona... - Ridacchiò nervosamente. - Sai, aveva
ragione ieri a rimproverarmi. Sono stata proprio una
stupida a sputare in faccia all'uomo che mi ha salvato la
vita... -
- Non è stato solo merito mio. E poi capita a tutti di
sbagliare. - disse Aragorn sorridendo.
- ...l'erede di Isildur, oltretutto ! Se solo ci penso...
- continuò la ragazza.
Aragorn alzò una mano. - Ti prego - disse con voce
gentile ma ferma - Penso che tu abbia capito che
preferisco evitare questo argomento. -
Grainne annuì, imbarazzata. - Perdonami. - Fece una
breve pausa. - Legolas mi ha parlato un po' di te, ieri
sera. -
- Ti ha parlato di me ? - disse Aragorn, sorpreso.
- Non mi ha detto nulla che tu non voglia far sapere, non
preoccuparti. Mi ha raccontato solo poche cose, di quando
vi siete conosciuti, di come hai servito con fedeltà gli
Elfi della Terra di Mezzo, e non solo loro...da quanto ho
capito, lui ha un'altissima considerazione di te, e tiene
molto alla tua amicizia. -
Aragorn si lasciò andare ad una risata. - Legolas perde
troppo tempo con le persone sbagliate. - disse - Un rude
Ramingo che non sa se per lui ci sarà un domani, e una
guaritrice novellina senza storia...dove potranno portare
il futuro sovrano del Bosco Atro, delle amicizie tanto
sconclusionate ? -
- Lontano. - rispose Grainne, seria - Più lontano di
quanto potranno mai portarlo tutti gli Elfi di questo
mondo. -
A queste parole, Aragorn sorrise, e, con un cenno del
capo, uscì dalla stanza.
La ragazza sorrise a sua volta, e capì di aver
finalmente trovato non uno, ma due amici di cui potersi
fidare.
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