22.
Il lungo ritorno
Legolas, Grainne e Aragorn partirono il mattino
successivo, dopo che il principe ebbe chiesto e ottenuto
una piccola scorta di cavalieri che li accompagnassero
durante il loro viaggio di ritorno verso il Bosco Atro,
in modo che la fanciulla potesse avere tutte le cure a
lei necessarie per rimettersi completamente.
Grainne non aveva ancora ripreso conoscenza, e non ebbe
in tal modo l'occasione di rivedere Theoden, ancora
debole e stanco, né di salutare Beretar, che non aveva
abbandonato neppure per un istante il capezzale del suo
Re. Nel momento stesso in cui vide il volto del
guerriero, Legolas capì che le loro strade si sarebbero
irrevocabilmente divise.
- Sei proprio deciso a non venire con noi, Beretar ? -
disse Legolas dopo che lui e Aragorn ebbero lasciato
insieme al guerriero la stanza di Theoden, dal quale si
erano appena congedati - Il Bosco Atro è accogliente,
vivresti in pace per il resto della tua vita... -
Beretar scosse la testa. - Io resterò qui, Legolas. -
rispose - Non intendo infrangere due volte lo stesso
giuramento. Il mio posto è accanto al mio Re, nella città
in cui sono nato e vissuto...così come il tuo posto è
accanto a colei che fu e che continuerà ad essere il
Capitano... -
Legolas sorrise.
- Nel tuo regno crescono molti splendidi fiori, fragili e
delicati... - continuò il guerriero - Ma di essi è lei
il più prezioso, ora. Hai una grande fortuna tra le
mani, Principe ; non permettere che appassisca. - Il
guerriero sospirò e alzò lo sguardo. - Avrei voluto
salutarla, ma temo che disturberei il suo riposo, se lo
facessi. Tanto meglio così ; non sono bravo negli addii.
Un tempo l'amavo e l'ho lasciata ; tu non ripetere il mio
stesso errore. Ma ogni tanto ricordale il mio nome...e
dille che attenderò sempre il ritorno del Capitano. -
- Lo farò, Beretar, se non le causerà troppa sofferenza
ricordare ciò che è accaduto in questi terribili giorni.
- rispose Legolas - Credo tuttavia che non ce ne sarà
bisogno. Né io né Grainne potremo dimenticare la tua
lealtà e l'aiuto che ci hai dato. Abbiamo trovato in te
un grande amico, e anche se ti lasciamo ora, ti porteremo
per sempre nel nostro cuore. -
Entrambi con le lacrime agli occhi, il guerriero e l'elfo
si abbracciarono per l'ultima volta.
- Abbi cura di te, Beretar - disse Legolas sciogliendosi
dalla stretta del gigante dai capelli rossi - Forse ci
rivedremo, un giorno...e ricorda che sarai sempre il
benvenuto nel Reame Boscoso. -
- Non lo so, Principe - rispose Beretar - Forse non ci
vedremo più, se non quando viaggeremo nei nostri ricordi.
Addio anche a te, Ramingo... - disse poi rivolgendosi ad
Aragorn - Mi rammarico di non averti potuto conoscere
meglio. Avremmo potuto essere amici...sento che sono
molte le cose che ci accomunano. -
- Può darsi, Beretar - disse Aragorn stringendo la mano
che il guerriero gli porgeva - Ma tu hai finalmente
ritrovato la tua strada...io non ancora, e temo che ci
vorrà molto tempo prima che ciò accada. -
I cuori dei tre erano pesanti quando si separarono
definitivamente. Dalla finestra, Beretar vide la piccola
compagnia allontanarsi da Edoras, Legolas e Aragorn che
cavalcavano a fianco della portantina in cui giaceva
Grainne, ancora addormentata, e rimase a guardarli fino a
quando non furono scomparsi dalla sua vista. Poi rivolse
lo sguardo verso il cielo.
- Mio Signore - disse rivolgendosi a Theoden, il quale
dormiva nel suo letto e non potè sentirlo - Le nubi se
ne sono andate e il freddo vento del nord ha cessato di
soffiare. Il sole è tornato e resterà per molto, molto
tempo. -
Il ritorno nel suo regno non diede a Legolas il sollievo
che avrebbe desiderato.
Per tutto il tempo in cui era rimasto al fianco di
Grainne, non aveva mai smesso di interrogarsi sul destino
che l'avrebbe attesa. La fanciulla aveva ormai perso per
sempre i suoi poteri, e questo non poteva essere che un
bene, ma cosa sarebbe effettivamente rimasto di lei,
quando si fosse svegliata ? Sarebbe stata ancora la
stessa donna che Legolas amava profondamente ? E il loro
amore avrebbe continuato a vivere ?
Grainne si mosse nel letto, borbottando poche parole
sconnesse. Legolas la guardò teneramente e le accarezzò
piano una guancia ; sorrise pensando a quando un tempo
lei aveva vegliato su di lui...e ora sarebbe stato lui a
vegliare su di lei.
Come avrebbe potuto rinunciare a quel piccolo fiore,
tanto forte e delicato ?
- Dovresti riposare, Principe. Lei non si sveglierà
molto presto. -
Legolas alzò di scatto la testa ; smarrito nei suoi
pensieri, non aveva notato l'ingresso di Gandalf e suo
padre Thranduil nella stanza di Grainne.
- Non ho bisogno di riposare - rispose - Forse Grainne
dormirà ancora a lungo, ma prima o poi si sveglierà, e
desidero esserle accanto in quel momento. -
Thranduil guardò il figlio con apprensione. - Dal primo
istante in cui ho visto gli occhi di questa fanciulla
incrociare i tuoi sapevo che la tua vita avrebbe cambiato
il suo percorso. Credimi, non posso fare altro che
piegarmi alla nobiltà del sentimento che vi unisce,
perché esso è più forte di qualunque cosa....ma sai
bene che non posso approvarlo fino in fondo. -
- Cosa vuoi dire ? - chiese Legolas guardando suo padre
con occhi sospettosi.
Thranduil sospirò. - Devi prendere una decisione, figlio
mio. Che ne sarà di lei, una volta che sarà guarita
completamente ? -
Legolas sospirò e uscì sulla terrazza. - Come posso
rispondere alla tua domanda in questo momento, Padre ? -
- Non ti capisco. - disse Thranduil raggiungendo il
figlio.
Legolas si appoggiò alla balaustra e guardò lontano,
oltre i confini del bosco. - Mi chiedi cosa vorrei ?
Vorrei che Grainne restasse qui e diventasse la mia sposa.
Ecco la mia risposta. Ma come posso dedurre dalla tua
espressione, non è esattamente quello che tu avresti
voluto. -
Il Re rimase senza parole. - Dunque tu non ricordi... ? -
- I miei doveri ? Li ricordo anche troppo bene. Sposare
Arwen Undòmiel sarebbe una soluzione estremamente
vantaggiosa per il nostro popolo, e io non posso
dimenticare che il suo bene viene prima di tutto. Ma
anche se dovessi trascorrere l'eternità accanto ad
Arwen, il mio cuore sarebbe sempre rivolto ad un altra
fanciulla...perché è a lei che mi sono votato, Padre.
Rinunciare a lei significherebbe rinunciare ad una parte
di me. So che queste parole non sono degne del futuro
sovrano del Bosco Atro, e ti chiedo di perdonarmi...ma ho
fatto una promessa, e sono deciso a mantenerla fino in
fondo, anche se questo potrebbe costarmi caro. -
Thranduil guardò suo figlio negli occhi, ma il suo
sguardo non era né irritato né severo.
- Saresti disposto a rinunciare al trono...per l'amore di
una donna mortale ? -
- Non solo al trono. -
Il Re sospirò e pose una mano sulla spalla del figlio.
- Sai bene che puoi avere molto di più. Cos'ha dunque
lei che una nobile fanciulla elfa non possiede ? -
Legolas sorrise amaramente. - Lei non è nobile, Padre.
E, forse non è nemmeno aggraziata e leggiadra come la
dolce Arwen o Finarien dai capelli d'oro, anche se è
bella come il mattino d'estate. Ha mille imperfezioni, ma
sono proprio queste a renderla perfetta...e quando lei mi
sorride mi sembra di volare verso il cielo, a danzare con
la luna e le stelle...perché so che sorride per me,
Padre. E per nessun altro. -
Thranduil alzò gli occhi pieni di tristezza verso il
cielo.
- So cosa stai per dire - disse Legolas - Ed hai ragione.
Le mie sono le parole di un egoista ; ma credimi, ho
pensato a lungo a tutto questo, e mi sono più volte
considerato uno sventato. Ma ora guardala, Padre. -
L'elfo fece un cenno con la mano verso il letto di
Grainne, che dormiva nella stanza luminosa, vegliata da
Gandalf. - Non ha più nulla, è sola e ferita, non
soltanto nel corpo ma anche nel cuore. Lei crede in me e
mi ha amato al punto da essere disposta a togliersi la
vita per salvare la mia ; come posso lasciarla al suo
destino ? Puoi scegliere di dividerci, Padre, e rispetterò
la tua scelta, ma io sarò sempre con lei... -
Thranduil tacque per un istante. - Ciò che hai detto mi
ha ferito profondamente, figlio mio...questo non posso
nascondertelo. Ma nelle tue parole non ho visto altro che
l'immagine di chi soffre per un amore disperato. Il mio
cuore vorrebbe solo la tua felicità ; anch'io amavo tua
madre allo stesso modo, e quando morì, sentii che
qualcosa dentro di me si era spezzato per sempre. -
- Tu almeno hai potuto trascorrere lunghi anni felici
accanto a lei... - disse Legolas.
- E' vero - rispose il Re - Ma anche se ritengo che la
tua volontà ti faccia onore e una parte di me vorrebbe
accettarla, mi trovo costretto ad impedirtelo, e questo
mi addolora...Figlio mio, Grainne non può rimanere qui.
-
Legolas spalancò gli occhi in uno sguardo disperato. -
Ma...perché, Padre ? ! Sauron non ha più alcun potere
su di lei, ora ! Che male può fare alla nostra gente ? -
- Non è per il bene della tua gente, ma per il suo. -
Gandalf apparve sulla soglia del balcone, il bastone in
mano. - La sua ferita è molto profonda, non tanto nel
corpo quanto nello spirito. Sauron si è fatto strada
troppo lontano dentro al suo cuore...ha indebolito le sue
difese e l'avrebbe certo condotta alla distruzione, se la
sua volontà non avesse avuto la meglio. Ma lo sforzo a
cui si è sottoposta rischia di esserle fatale...ha
completamente esposto la sua anima all'essenza stessa del
male, ed ora è del tutto indifesa nei suoi confronti. Lo
scontro ha prosciugato tutte le sue forze, ed ora Grainne
è così debole che basterebbe un soffio per spegnerla. -
Legolas, incredulo, corse al capezzale della fanciulla
che amava, e si inginocchiò accanto a lei, il cuore
gonfio di dolore. Gandalf e Thranduil lo seguirono.
- Allora ogni nostro sforzo per curarla è stato vano...è
destinata comunque a morire...non c'è proprio nessuna
possibilità di salvarla ? -
- Sì - rispose Gandalf - Una c'è. -
Quella notte, Grainne fece uno strano sogno.
Sognò un alto albero dalle foglie d'oro, con i rami
slanciati protesi come braccia verso il sole, e un tronco
sottile che affondava le sue robuste radici nella terra
fresca. La fanciulla cercò di tendere una mano verso
quella visione meravigliosa, e si accorse che il suo
braccio era mutato in una piccola ala, e lei stessa era
un'allodola che volteggiava nel cielo. Senza esitazione,
andò a posarsi sul ramo più alto, accanto a quello che,
senza alcun dubbio, doveva essere il suo nido.
Un'indescrivibile sensazione di pace e felicità la
pervase mentre, dal punto in cui si trovava, osservava il
paesaggio circostante. Ma, ad un tratto, qualcosa la
costrinse a voltare il capo altrove, come una sorta di
richiamo.
Fu allora che vide il mare. Limpido, calmo e brillante
come l'aveva sempre immaginato dalle descrizioni dei
viandanti che avevano avuto la fortuna di vederlo.
In quel momento Grainne, l'allodola, seppe che doveva
raggiungerlo, ma sapeva anche che avrebbe dovuto
abbandonare per sempre il suo nido e il suo albero. Con
il cuore colmo di tristezza, prese nel becco un fiore,
unico ricordo della sua casa, e spiccò il volo. Ma
mentre si dirigeva verso l'orizzonte, si accorse che il
sentimento di malinconia che l'aveva pervasa stava
svanendo e al suo posto cresceva la certezza che avrebbe
nuovamente rivisto i rami dorati che tanto amava.
Ad un tratto, in lontananza, vide delinearsi i contorni
sfumati di una terra di cui non conosceva nemmeno
l'esistenza...e fu allora che il sogno finì.
Grainne si svegliò sentendosi debole e confusa, e,
guardandosi intorno, capì di essere tornata a Bosco
Atro, e di essere ancora viva. Quando vide Legolas,
addormentato su una sedia accanto al suo letto, gli occhi
le si riempirono di lacrime. Avrebbe voluto prendergli la
mano e stringergliela forte, per fargli capire che era di
nuovo con lui, ma sentì di non avere forze sufficienti
nemmeno per muovere un dito.
Con gli occhi ancora stanchi, nonostante il lungo sonno,
rimase a guardare l'elfo e a studiare i contorni forti e
delicati del suo viso ; le sopracciglia sottili, gli
occhi leggermente obliqui, il profilo dritto del naso, le
labbra perfette e la pelle liscia e morbida tesa sui
tratti ben delineati di quel viso che avrebbe tanto
desiderato di poter accarezzare di nuovo.
Con un sospiro doloroso, cercò di imprimere nella sua
memoria ogni particolare della figura dell'elfo
addormentato, sapendo che presto non avrebbe più potuto
vederlo.
Tutti i ricordi che la univano a Legolas le tornarono in
mente, sin dal primo giorno in cui l'aveva incontrato
nella foresta. Le loro lunghe conversazioni, la lite che
li aveva divisi, il giorno in cui l'aveva ritrovato
ferito davanti alla sua porta...quello doveva certamente
essere un segno del destino. Sì, forse era destino che
lei avesse quegli straordinari poteri dall'origine
sconosciuta. Forse le erano stati donati proprio per la
salvezza del Bosco Atro...certo non perché potesse
vivere felice al fianco di Legolas. Amaramente, ripensò
a tutto ciò che implicava il suo legame con il Principe...e
capì che non poteva fare altro che rassegnarsi a dirgli
addio.
Chiuse gli occhi e li strinse forte. Non era stata altro
che una marionetta nelle mani di un destino crudele, che
l'aveva usata per il suo scopo e poi l'aveva abbandonata
a se stessa.
Tutti avevano cercato di usarla ; quel destino aveva
certamente nobili fini, ma non era stato meno crudele
dell'Oscuro Signore...
Una calda lacrima le scese lentamente lungo la guancia
mentre riapriva gli occhi guardando nel vuoto. Se era
questo ciò che la vita le offriva, perché era stata
risparmiata ? Tanto valeva che morisse semplicemente...
Ad un tratto, sentì una mano morbida posarsi sulla sua
fronte.
- Finalmente ti sei svegliata... -
Grainne riaprì gli occhi e vide Legolas sorriderle. Il
suo sguardo colmo d'apprensione le fece stringere il
cuore, e, con uno sforzo sovrumano, riuscì a prendere la
mano dell'elfo e a stringerla quanto più potè.
- Sei...sei stato tu... ? - sussurrò faticosamente - Sei
stato tu a riportarmi indietro...alla vita ? -
Legolas annuì. - Io e Beretar ti abbiamo semplicemente
reso ciò che ci avevi dato. Mai un debito è stato
saldato con più gioia ! -
Grainne tacque, gli occhi tristi. - Quanto vorrei che
tutto questo fosse un sogno...per portarti con me
nell'unico luogo in cui potremo incontrarci di nuovo... -
- Cosa dici ? Non stai sognando, questa è la realtà...e
io ora sono qui con te... -
- Ora lo sei...ma tra breve non potrai più esserlo.
Dimmi, Legolas...dove potrò andare quando sarò guarita
? -
Lo sguardo dell'elfo si rabbuiò. Deglutì, temendo quasi
ciò che avrebbe dovuto dirle.
- Grainne...io sarò sempre con te, questo lo sai... -
- Ma... ? -
Legolas la guardò, senza capire.
- Completa la tua frase, Legolas... - continuò Grainne -
So quello che vuoi dire. Io sarò sempre nel tuo cuore,
come tu sarai nel mio, ma non potremo mai più stare
vicini come lo siamo ora...il Principe e la guerriera non
sono fatti per appartenersi. -
L'elfo tacque, stringendole forte la mano.
- Mi dispiace di averti ferito, amore mio...ma so che non
posso rimanere... -
- E dove andrai ? - disse l'elfo.
- Questo non lo so. - rispose Grainne - Non tornerò di
certo ad Edoras. Soffro solo a sentirne il nome, anche se
una parte di me appartiene a quella città e non potrà
mai fare a meno di amarla. Potrei tornare nella mia casa
nel bosco...ma lì ogni cosa mi ricorderebbe la tua
presenza. Tutto mi ricorderebbe la tua presenza, ormai...non
potrei sopportare nemmeno la vista del cielo perché in
esso vedrei i tuoi occhi. Sarò costretta a vagare senza
mai trovare la pace, con il vento che mi perseguita...come
unico compagno. Credimi, Legolas, avrei preferito che tu
mi avessi lasciato morire nei sotterranei di Meduseld...piuttosto
che condannarmi a questa lenta agonia... -
Legolas scosse piano il capo, e un triste sorriso gli
comparve sulle labbra.
- Le tue parole non mi hanno ferito, ma potrebbero
offendermi - disse - Perché significano che non solo non
credi alle mie promesse, ma anche che non consideri ciò
che io sto provando. -
- Ma... - disse Grainne confusa.
- Credi che io possa resistere a lungo senza averti
vicino ? L'unione delle menti è qualcosa di
meraviglioso, che va oltre la normale comprensione, ma io
ho bisogno di poterti vedere ogni giorno...di svegliarmi
al mattino e trovarti accanto a me...è solo questo che
mi dà forza. -
Grainne spalancò gli occhi umidi. - E tu ti illudi che
sia possibile ? Grande Eru, che cosa ti ho fatto,
Legolas, quando ho posato per la prima volta le mie
labbra sulle tue ? Devo aver lanciato un incantesimo
davvero terribile su di te, per averti reso cieco di
fronte agli ostacoli che si sono tra noi... -
- Ti sbagli, Enedore. Non ci sono più ostacoli, ormai. -
La voce che aveva sorpreso Grainne e Legolas apparteneva
a dama Arwen, che stava dritta sulla soglia, la sua mano
in quella di Aragorn, che si trovava accanto a lei.
Entrambi avevano negli occhi una luce di serenità che
Legolas non aveva mai visto prima.
- Tuo Padre mi ha parlato, Legolas - disse Arwen
avanzando verso l'elfo - E ha parlato anche con mio Padre.
E' un grande sovrano, ma è anche capace di compiere
insospettabili gesti d'amore verso suo figlio... -
- Cosa significa ? - disse Legolas mentre l'attesa gli
faceva battere il cuore più velocemente.
- Significa che adesso puoi scegliere, Legolas - disse
Aragorn - Arwen non ti è più promessa, ora. Elrond ha
saputo capire e accettare le motivazioni che tuo Padre
gli ha offerto...e, dato che anche lui ama sua figlia...
-
- Siamo liberi entrambi, ora. - disse Arwen sorridendo al
Ramingo.
Sì, erano liberi...liberi, finalmente, di amare senza
nascondersi.
Ricacciando indietro le lacrime, Grainne guardò il viso
di Legolas, ora illuminato dalla speranza, e una nuova
fiamma si riaccese in lei.
- Non immaginate quanto le vostre parole mi abbiano dato
sollievo, amici...grazie. - disse l'elfo.
- Ora puoi darle ciò che le spetta, Legolas. - disse
Aragorn.
Sorridendo, Legolas trasse dalla tasca il piccolo anello
di legno chiaro e lo mostrò alla fanciulla.
- L'hai finito... - disse Grainne.
Legolas annuì. - Mentre aspettavo che tu aprissi gli
occhi. - Con delicatezza, le infilò l'anello al dito. La
fanciulla sollevò lentamente la mano per ammirarlo
meglio in tutta la sua splendida semplicità.
- Come vedi, mia madre non sbagliava. - disse Legolas.
Grainne sorrise, ancora titubante. - Ma...tu hai l'oro e
l'argento ai tuoi piedi...perché dunque hai scelto me ?
Preferisci al tuo fianco una sposa stracciona piuttosto
che la Stella del Vespro ? -
- Se questa sposa stracciona sarà il mio sostegno in
ogni avversità e mi donerà per sempre la gioia, come ha
fatto finora...allora sì, è questo che voglio. Ma c'è
ancora una cosa. -
Grainne, confusa, vide che il volto di Legolas era
risoluto ma turbato.
- La tua ferita, Grainne. - disse l'elfo - Questo posto
non è adatto perché possa essere curata. Il Male è
ancora vicino, e presto tornerà a stendere la sua mano
di morte su tutta la Terra di Mezzo, e il Bosco Atro non
sarà certo risparmiato. Tu e Sauron siete stati legati
troppo a lungo, e tu ne porti ancora i segni. La sua
malvagità ti schiaccerà inesorabilmente, ancora prima
che tu possa accorgertene. La tua presenza qui non
costituisce un pericolo per nessun altro che per te
stessa. Dovrai partire e restare lontana fino a quando
non sarai guarita, ma io non potrò venire con te. -
La fanciulla sospirò dolorosamente. - Non esiste un
posto tanto lontano perché l'Oscuro Signore non possa
raggiungerlo. E poi, non potrò mai guarire se non ti avrò
accanto. Tanto vale, per me, rimanere qui ad attendere la
fine... -
- No. Il posto di cui parlo esiste. - disse Legolas - Tol
Eressëa, l'Isola solitaria...nelle terre al di là del
mare, dove gli Elfi si riuniranno quando il tempo sarà
giunto. -
Il mare...pensò Grainne. - Ora...capisco il
significato del sogno che ho fatto stanotte... -
La fanciulla raccontò a Legolas ciò che aveva visto.
Quando finì di parlare, l'elfo le sorrise dolcemente.
- Questo sogno è portatore di speranza, Grainne - disse
- Tu sei l'allodola e io sono l'albero...-
- E anche il fiore che porti ha un significato molto
importante. - aggiunse Aragorn.
- Sì - disse Legolas - Perché significa che la nostra
riunione, per quanto lontana, non potrà non avvenire...
-
L'elfo guardò Grainne negli occhi. - Ecco un'altra
promessa, amore mio ; quando tutto questo orrore sarà
finito, e la luce avrà finalmente sconfitto l'oscurità,
io tornerò a prenderti...e ti riporterò a casa. -
Arwen e Aragorn si allontanarono senza far rumore mentre
Legolas si chinava a baciare la sua adorata compagna, e
questo accese nei loro cuori la certezza che la speranza,
se non viene lasciata morire, può allontanare anche
l'ombra più cupa.
Il viaggio verso i Porti Grigi fu lungo e faticoso, ma
Grainne, nonostante la preoccupazione di Legolas,
resistette con coraggio pensando a ciò che l'attendeva e
a ciò che avrebbe ritrovato al suo ritorno. Ricordò con
gioia il commiato da Aragorn e Arwen ; prima della
partenza aveva parlato a lungo con la Stella del Vespro,
e questa si era confidata con lei come con una sorella,
rivelandole tutta la sua felicità per quanto lei stessa,
sebbene inconsapevolmente, aveva potuto permettere.
- Se tu non fossi giunta in questo regno, io e Aragorn
non avremmo mai potuto godere della gioia che proviamo
ora. - aveva detto Arwen - E forse il Bosco Atro non
esisterebbe nemmeno più, come molti altri regni della
Terra di Mezzo...ti dobbiamo molto, Enedore. -
Aragorn l'aveva abbracciata senza dire nulla, e Grainne
fu felice di vedere nei suoi profondi occhi grigi la
serenità al posto della malinconia che vi aveva sempre
albergato. Voleva bene al Ramingo, e gioiva finalmente
per la sua felicità.
Grainne aveva voluto porgere un ultimo saluto anche a
Thranduil, per ringraziarlo per quanto aveva fatto per
lei ; il Re le aveva semplicemente sorriso e stretto le
mani tra le sue, augurandole una buona guarigione. -
Nonostante tutto sono lieto che mio figlio abbia scelto
te - aveva detto - Un sovrano felice è un buon sovrano.
Sono certo che lo saprai guidare e consigliare con
saggezza. -
Tutte queste parole avevano riempito il cuore di Grainne
con la più grande gioia ; tuttavia, quando giunse ai
Porti, si rese conto che la separazione da Legolas
sarebbe stata molto, molto difficile.
- Questo è tutto ciò che ho di te, per ricordarti -
disse la fanciulla guardando l'anello che portava al dito
- Ma tu cos'hai di me ? Io non ti ho lasciato nulla... -
- Nulla ? - disse Legolas prendendole le mani e
guardandola negli occhi - Sbagli. Ho il profumo dei tuoi
capelli, il sapore delle tue labbra, il calore della tua
pelle. Mi basterà chiudere gli occhi per vederti. E poi,
ogni notte, verrai a farmi visita nei miei sogni...e io
spero di essere nei tuoi... -
- Sempre. - disse Grainne prendendo il viso di Legolas
tra le mani e baciandolo. L'elfo la abbracciò e la
strinse forte a sé.
- Ogni sera, al tramonto, recati al porto e guarda ad
ovest...ovunque io sarò, guarderò nella stessa
direzione e allora saprai che sto pensando a te. -
- Quanto dovrò aspettarti ? - disse la ragazza.
- Non lo so - rispose Legolas con una nota di malinconia
nella voce - Ma non temere ; il vento ti annuncerà il
mio ritorno. -
Grainne volse lo sguardo verso Cìrdan il Timoniere, che
la attendeva con pazienza. Poi tornò a guardare Legolas
e lo strinse nel suo ultimo abbraccio.
Lentamente, senza dire una parola, la fanciulla salì
sulla barca che l'avrebbe condotta a Tol Eressëa, e,
mentre si allontanava dal porto e scompariva nella
foschia, Legolas non staccò nemmeno per un momento gli
occhi dalla sua figura.
Era triste, ma sapeva che il cuore di Grainne era rimasto
con lui e che un giorno il Vento tra le Foglie l'avrebbe
di nuovo accolto tra le sue braccia.
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