L'Ombra e la Speranza

15. La promessa


La camera di Legolas e Grainne era piuttosto piccola, ma, contrariamente al resto della "Sosta della volpe rossa", pulita ed accogliente. Accanto al muro si trovava un letto ad un solo posto ; una lampada a olio spenta era posata sul tavolo vuoto, in mezzo alla stanza, insieme a due sedie. In un angolo vi era un camino acceso, che dava un certo senso di calore all'ambiente, e davanti ad esso si trovava una panca in legno con lo schienale grezzo e piuttosto scheggiato. Legolas vi si avvicinò e, dopo essersi tolto il mantello, ve lo stese sopra.
- Io dormirò qui. - disse - Il letto è tuo. -
- Ma tu sarai molto stanco...non... - tentennò Grainne.
Legolas scosse la testa. - Tu lo sei sicuramente di più. E' stata una serata molto pesante per te. - disse con una punta di preoccupazione nella voce.
Grainne sospirò e si tolse il mantello, buttandolo con noncuranza sul letto. Poi si sedette sulla panca e rimase in silenzio a contemplare le fiamme che ardevano nel focolare.
Legolas le si sedette accanto, senza dirle nulla.
- Mi ricordo le serate passate davanti al camino, sulle ginocchia di mio padre che mi raccontava meravigliose favole per farmi addormentare... - disse la ragazza - Tutto sembrava perfetto, allora. I giorni trascorrevano felici e spensierati...e mio padre diceva che il sole avrebbe sempre illuminato il mio cammino, ovunque fossi andata. Ero il suo orgoglio, diceva. Il coronamento dei suoi sogni, una figlia guerriera... -
Grainne scosse il capo, mentre le lacrime cominciavano ad offuscarle la vista. - Quando entrai a far parte dei Cavalieri di Rohan, fu come se avessi realizzato tutti i desideri di mio padre. Avrei servito con onore la mia terra e il nome della mia famiglia avrebbe brillato nella gloria dei secoli. Che illusa ! Ero solo una sciocca ragazzina sognatrice. Ben presto mi resi conto che la vita in mezzo ai Rohirrim non era così meravigliosa come credevo. Ma tutti i soprusi che dovetti subire non servirono a farmi tornare sui miei passi, ma mi resero ancora più forte e battagliera. Tutta la mia rabbia emergeva in battaglia...finchè Theoden si rese conto del mio valore e decise di nominarmi Primo Maresciallo del Mark. -
- Una nomina ben meritata, allora. - disse Legolas sorridendo.
- Anch'io lo credevo. Ma non gli altri Cavalieri. Theoden nutriva una profonda fiducia in me, nelle capacità strategiche che avevo dimostrato, e sapeva che io l'avrei servito con fedeltà fino alla morte, come un vero soldato...e invece gli altri Rohirrim, invidiosi, malignavano che avessi usato ben altri metodi per convincere il Re a nominarmi Capitano... - Grainne fece una smorfia di disgusto. - Alcuni soldati ambiziosi abbandonarono l'esercito, vedendo deluse le loro aspettative. Beretar era tra loro ; credo che mi abbia sempre detestato profondamente, ed essere costretto a sottostare ai miei comandi doveva essergli insopportabile. In breve rimasi sola ; pochi soldati mi restarono fedeli, e anche se obbedivano ai miei ordini capivo perfettamente che dietro ogni loro atteggiamento di sottomissione si celavano derisioni a non finire. Io non me ne curai fino a quando...fino a quando... -
La voce della fanciulla si ruppe. Legolas, preoccupato, stese una mano verso quella di Grainne, intrecciando le sue dita con quelle della ragazza, la cui voce si fece dura e piena di rancore.
- ...fino a quando, una notte, fui costretta a subire la più terribile delle umiliazioni...ad opera dei miei stessi uomini... -
Legolas la interruppe. - Non raccontare più, se per te è troppo doloroso. Non ti chiederò nulla, lo sai. -
Grainne volse di scatto la testa verso l'elfo, mentre lacrime di rabbia le solcavano il viso. - Ma ebbi subito la mia vendetta, Legolas...la vendetta più terribile, perché non fui io a cercarla ! Nove Cavalieri persero la vita... - La ragazza si interruppe, e, notando l'espressione interrogativa dell'elfo, capì che era meglio non aggiungere altro a quel proposito. Legolas, comprendendo il dolore della ragazza e soffrendo con lei, non le chiese nulla.
- Il giorno seguente mi recai da Theoden e gli dissi che volevo abbandonare il mio incarico. Gli restituii il medaglione, e gli confessai ciò che era successo, ma senza rivelargli tutta la verità sul comportamento dei miei soldati, confessando solo che non ero stata in grado di difenderli. Gli dissi che non ero degna di essere il Primo Maresciallo del Mark, perché un Capitano non abbandona mai i suoi soldati, e provai un'immensa vergogna per ciò che stavo facendo. Poi gli rivelai i dubbi che ormai da tempo mi tormentavano...su come ritenessi più giusto salvare le vite altrui anziché sopprimerle...Theoden accettò le mie dimissioni, ma rifiutò di riprendere il medaglione, dicendo in quel momento ero l'unica persona in grado di ricoprire quell'incarico, e che era certo che, anche se me ne fossi andata, non avrei mai abbandonato la mia terra, ma sarei stata di nuovo pronta a difenderla nel momento del bisogno... -
- Ma è quello che stai facendo in questo momento, non te ne sei accorta ? - disse dolcemente Legolas.
- Sì, anche se mi fa paura...ma Rohan è la mia patria, e farò di tutto per salvarla, anche se, quando me ne andai, ero più che decisa a non tornare mai più. Portai a termine il mio incarico recapitando messaggi ai sovrani dei popoli liberi della Terra di Mezzo...poi partii per Minas Tirith, dove rimasi come apprendista guaritrice fino a quando giunsi da te. -
- Allora...venisti anche a Bosco Atro, prima di lasciare Edoras ? - disse Legolas, sorpreso.
- Sì. Tuo padre mi conosceva bene, così come mi conosceva Elrond di Rivendell. Sono stata più volte nel tuo regno, a capo della scorta di Theoden. -
Legolas rise. - Allora era te che vedevo, dietro l'elmo del Capitano, quando rimanevo nascosto tra le file dei consiglieri di mio padre...come ho potuto dimenticare i tuoi occhi ? -
Grainne sorrise a sua volta. - Vedevi quella che ormai non sono più, Legolas. Nei miei occhi un tempo vi era orgoglio, ora solo rimorso e vergogna. -
- Non dovresti parlare così - disse Legolas - Ben poche sono le fanciulle che hanno avuto il coraggio di prendere la strada che tu hai scelto... -
- Sono stata solo un'ingenua, Legolas. Ero convinta che quella strada mi avrebbe portata lontano, verso l'onore e la gloria...nella mia mente avevo ben chiara come sarebbe stata la mia vita, e invece ho scoperto che era solo un sogno sfuocato... -
Legolas la guardò negli occhi, il viso illuminato dalla calda luce delle fiamme che si stavano indebolendo.
- A nessuno viene data la mappa della propria vita, Grainne - disse - Tutto ciò che possiamo fare è tracciarla noi stessi, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Vedere fin dove siamo giunti senza sapere dove andremo. A volte la fine del viaggio sembra vicina ma non lo è affatto, e dobbiamo creare in noi il coraggio di affrontare ciò che verrà, per quanto terribile possa essere. E quando non ti sentirai in grado di farlo da sola, mi troverai accanto a te a sostenerti... -
- Stai parlando quasi come faceva mio padre...quando ero triste, aveva sempre dolci parole per rassicurarmi, e io sento di averlo deluso profondamente. Chissà cosa avrebbe detto, sapendo della mia decisione... -
Legolas strinse la mano della fanciulla nella sua. - Ti avrebbe detto di tornare a casa - le disse - E ti avrebbe accolta a braccia aperte, come farebbe ogni padre che ama la propria figlia e ne sente il dolore. -
Grainne vide lo sguardo limpido e sincero di Legolas, e sentì il suo cuore battere sempre più forte, traboccante di gioia e amore per l'elfo che le stava accanto e le parlava come se avesse cancellato tutto il male dalla sua vita. Se solo avesse potuto essere così...se solo avesse potuto lasciarsi andare ai suoi sentimenti...
La ragazza tacque per un istante. - Io ho bisogno di te, Legolas... - gli sussurrò timidamente - Fino...fino a quando mi resterai vicino ? -
L'elfo sentì rafforzarsi una sensazione che aveva provato spesso negli ultimi tempi, e capì che la sua vita non avrebbe mai avuto un senso se fosse rimasto lontano da Grainne. Guardandola nei luminosi occhi verdi, la vide meravigliosa, leggiadra e forte come un fiore, come una bianca nuvola nel cielo, come il vento che agita le foglie e accarezza l'erba.
- Per sempre - le rispose, sentendo l'anima in subbuglio - Resterò con te per sempre. -
Rimasero così, trepidanti, a guardarsi negli occhi senza parlare, per la paura di spezzare l'incantesimo che si era creato tra loro, e l'unico suono che potevano avvertire era il crepitio delle braci nel camino.
- Io...non merito tanto... - disse Grainne.
- Hai ragione. - rispose Legolas - Meriti di più. -
Lentamente, i loro volti si avvicinarono e, nel momento in cui Grainne sentì le morbide labbra dell'elfo schiudersi sulle sue, temette di stare sognando. Portò una mano al viso di Legolas, e gli accarezzò la guancia ; poi la fece scendere piano sul suo collo, posandogliela infine sul petto, dove sentì il suo cuore e ne percepì ogni singolo battito...e sapeva che ogni battito era per lei, era suo, le apparteneva, come lei, ormai, apparteneva a lui...
- Ti amo, Enedore - sussurrò Legolas accarezzando dolcemente i lunghi capelli della fanciulla, rapito dal suo sorriso - Ma non me ne sono mai reso conto fino a quando ho creduto di averti persa. Ti prego, non lasciarmi di nuovo... -
- Non ti lascerò mai più, Principe - disse Grainne abbracciando l'elfo, ricambiata, e baciandolo nuovamente - Mai, mai più. -
Così, mentre Legolas e Grainne si scambiavano sulle labbra quella dolce promessa, le braci morivano nel focolare, lasciandoli soli nell'oscurità, uniti da quell'amore che il destino non avrebbe mai potuto spezzare.



NdA : Ueh, non pensate male ! Ricordatevi che questa fic è RIGOROSAMENTE PG-13 !
Piccola nota di copyright : il discorso di Legolas sulla "mappa della vita" è basato sulla canzone "One way donkey ride" di Sandy Denny.
Su ciò che è veramente successo a Grainne, si saprà di più prossimamente (se non l'avete ancora capito...io sono estremamente prevedibile, sigh !).
RCB



Continua...