L'Ombra e la Speranza

14. Beretar





All'interno della locanda non si trovavano più di sei avventori, e nessuno di loro alzò lo sguardo quando Grainne e Legolas entrarono.
I due si guardarono intorno, e il primo pensiero di Grainne fu di andarsene, pensiero condiviso da Legolas, a giudicare dall'occhiata che scambiò con la ragazza. L'interno non era così accogliente come l'esterno suggeriva ; dalle travi che sostenevano il soffitto pendevano lanterne ad olio arrugginite la cui la luce fioca illuminava vecchi tavoli scrostati e sgabelli traballanti ; le pareti erano spoglie e in ogni angolo si trovavano grosse ragnatele. Tutto sembrava lasciato a se stesso, eppure intorno non vi era sporcizia né disordine.
Dietro il bancone, l'ostessa non sembrò curarsi dei due stranieri appena entrati e continuò ad asciugare e riporre su uno scaffale le caraffe sbeccate che aveva appena lavato.
Grainne e Legolas si fecero lentamente strada verso un piccolo tavolo appartato accanto alla finestra. Mentre camminava, l'elfo osservò da sotto il cappuccio i volti degli avventori ; volti scavati e barbe ispide che dovevano appartenere, a giudicare dall'abbigliamento, a cacciatori, boscaioli o soldati che cercavano nel vino un po' di compagnia.
- Hai fame ? - domandò Legolas sedendosi.
- Un po'. - rispose Grainne abbassandosi il cappuccio sulle spalle mostrando i lunghi capelli castani.
Legolas, inquieto, si guardò intorno. - Rimettilo. - disse alla ragazza facendo un rapido cenno al cappuccio. Al momento Grainne non capì il perché di quell'ordine, ma le fu chiaro quando vide che quel gesto ingenuo e spontaneo aveva richiamato su di lei l'attenzione di tutti i presenti, ed era ormai troppo tardi per rimediare.
Gli sguardi degli uomini erano quasi tutti rivolti verso di lei, tranne quello di un individuo piuttosto corpulento dai lunghi capelli rossi raccolti in una coda di cavallo, seduto di spalle ad un tavolo d'angolo, che aveva continuato a mangiare in silenzio.
Grainne, piuttosto nervosa, vide con la coda dell'occhio uno di loro sorriderle con la bocca sdentata e rivolgerle uno sguardo che le fece accapponare la pelle dal disgusto. Altri due si scambiarono qualche commento all'orecchio, senza staccare gli occhi dalla ragazza e dal suo misterioso accompagnatore.
- Credo sia meglio andarsene. - sussurrò Legolas.
- Sì, credo di sì... - rispose Grainne.
Legolas annuì e fece per alzarsi, ma due robuste mani lo afferrarono per le spalle e lo costrinsero a sedersi con violenza.
- Non vorrete privarci così della vostra compagnia, amici ? - gracchiò una voce dietro di lui. Grainne alzò gli occhi, spaventata, e vide che tre dei presenti avevano circondato il loro tavolo e li guardavano sogghignando. Altri due si erano alzati dal loro tavolo e li stavano osservando. Nell'angolo, l'uomo dai capelli rossi continuava a mangiare. L'ostessa era sparita.
- Cosa volete... ? - disse Grainne cercando di mantenere la calma.
- Solo sapere come mai una bella fanciulla come te si trova in un posto come questo... - L'uomo che aveva parlato, dagli ispidi capelli corvini e un enorme naso schiacciato, si avvicinò ancora di più a Grainne, seguito dagli altri e ignorando completamente Legolas. La ragazza si strinse contro il muro.
- Su, bambina, non fare la ritrosa... - continuò l'uomo dai capelli neri - Non siamo altro che uomini soli...e tu stasera avrai l'onore di tenerci compagnia... -
Nel dire ciò, allungò una mano verso il viso di Grainne, che spostò la testa di scatto, spaventata. - No ! - esclamò.
In quel momento, l'espressione spavalda dell'uomo mutò in un insieme di sgomento e sorpresa.
- Non provare nemmeno a sfiorarla - sibilò una voce alle sue spalle - Altrimenti ti giuro che non vedrai l'alba, domani. -
Grainne guardò oltre l'uomo e vide che Legolas, silenzioso come un gatto, si era avvicinato al gruppetto e, con un movimento fulmineo, aveva estratto il pugnale che portava alla cintura e l'aveva puntato alla nuca dell'uomo. Alzando le mani, il bieco individuo fece un passo indietro.
- Ma guarda...invece che di uomini forti...la sgualdrina preferisce la compagnia di un maledetto elfo... - disse un altro, un boscaiolo dagli abiti marroni e dal volto squadrato. A causa di quel rapido movimento, il cappuccio che copriva la testa di Legolas gli era caduto sulle spalle, rivelando i lunghi capelli biondi, il viso sottile e le orecchie appuntite.
- Vieni qui, Grainne. - disse l'elfo. La ragazza si allontanò velocemente dal muro, mettendo le sue spalle contro quelle di Legolas.
Dal suo angolo l'uomo con i capelli rossi alzò un attimo la testa, anche se nessuno vi fece caso ; poi la riabbassò nuovamente sul piatto, ignorando ciò che stava accadendo intorno a lui.
Senza allontanare la lama del pugnale dalla nuca dell'uomo, Legolas lo costrinse a procedere lentamente verso l'uscita, con Grainne al suo fianco. - Ora noi ce ne andremo - disse, facendosi scudo con il corpo del suo prigioniero - Non tentate mosse false o non penserò due volte a tagliargli la gola. -
Ma, senza che l'elfo lo notasse, uno degli altri due uomini che fino ad allora erano rimasti immobili era scivolato rapidamente alle sue spalle.
- Attento, Legolas ! - esclamò Grainne troppo tardi.
- Voi non andrete da nessuna parte ! - gridò l'uomo, sferrando un colpo a pugni chiusi nelle reni dell'elfo. Legolas lanciò un grido di dolore e barcollò in avanti, lasciando andare l'uomo dai capelli neri il quale, ghignando, alzò una mano per colpire l'elfo alla testa.
- La pagherai, maledetto ! - disse, abbassando il braccio. Ma non fu abbastanza rapido perché Grainne, in un istante, afferrò uno sgabello e glie lo sfasciò in testa, facendolo crollare sul pavimento privo di sensi.
Colti alla sprovvista da quella reazione inaspettata, due dei rimanenti estrassero i loro coltelli, pronti a colpire. Con un potente calcio, Grainne ne disarmò uno, che si accasciò al suolo stringendosi la mano rotta.
- Sarete voi a pagarla, maledetti bastardi ! - esclamò Grainne, furiosa
- Attenta, Grainne ! -
Udendo l'esclamazione di Legolas, la ragazza si voltò di scatto, giusto in tempo per vedere l'uomo dai capelli neri avventarsi su di lei brandendo un candeliere che aveva preso da un tavolo, unica arma a sua disposizione, con un urlo rabbioso. Ma il suo impeto fu eccessivo ; alle sue spalle, Legolas, che si era ripreso dal violento colpo che gli era stato inferto, lo colpì di lato con l'arco ; poi, afferrando di nuovo il suo pugnale, si abbassò di scatto e trafisse il ventre del boscaiolo che si stava lanciando su di lui con la scure alzata.
Il boscaiolo crollò a terra, morto, e i suoi compagni, a quella vista, si fecero ancora più rabbiosi. Quelli che erano caduti si rialzarono e circondarono il principe elfo e la guaritrice, che, guardinghi, si trovavano ora nel mezzo della sala, coprendosi a vicenda le spalle. Grainne sfoderò la spada di suo padre, imitata da Legolas che, con un rapido movimento, aveva riposto l'arco e il pugnale. Muovendosi in cerchio, i due attesero che i loro avversari gli si lanciassero contro.
- Lurida cagna... - sibilò a denti stretti il cacciatore a cui Grainne aveva rotto la mano, avvicinandosi ai due - E tu, dannato elfo...vi taglieremo quelle belle teste e le appenderemo al muro di questo porcile come trofeo... -
In quel momento, l'uomo dai capelli rossi si pulì la bocca in una manica e si alzò in piedi.
- Se c'è una cosa che non tollero - disse, massaggiandosi il ventre con entrambe le mani - E' di essere disturbato mentre mangio. -
Tutti gli uomini si voltarono verso di lui, stupiti nel sentirlo parlare, e Legolas approfittò di quell'attimo di distrazione per colpire con un fendente l'uomo che lo aveva assalito. Spalancando gli occhi dal dolore e dalla sorpresa, questo si accasciò a terra, mentre Grainne, facendo roteare la spada, cercò di colpirne un altro che si fece scudo con il suo lungo pugnale. Ma la ragazza fece un giro su se stessa e gli sferrò un fortissimo calcio ad un fianco, facendolo precipitare contro un tavolo che si ruppe in due per l'urto.
Mentre l'elfo e la fanciulla combattevano corpo a corpo con gli ultimi due aggressori rimasti in piedi, l'uomo dai capelli rossi si avvicinò lentamente a loro, con aria imperturbabile.
- Egoisti ! - esclamò - Non vorrete togliermi tutto il divertimento ? -
In men che non si dica, sollevò da terra l'uomo dai capelli corvini e lo scagliò contro il muro, dal quale poi scivolò a terra privo di sensi.
Grainne si voltò verso di lui e la sua bocca si spalancò dallo stupore. - Tu... ? ! - esclamò guardando quello strano personaggio che si spolverava le mani con noncuranza.
In quel momento l'ultimo degli avventori le si scagliò addosso con furia, ma Legolas lo fermò colpendolo sul dorso con il piatto della spada. L'uomo barcollò e finì dritto nelle mani del gigante fulvo, il quale lo afferrò per il bavero della veste, lo guardò un attimo scuotendo il capo e lo colpì forte con un pugno sulla testa, facendolo cadere svenuto ai suoi piedi.
Grainne e Legolas si guardarono intorno, ansimando, e quando videro che tutti i loro avversari erano ormai fuori combattimento, rivolsero i loro sguardi interrogativi all'uomo che li aveva aiutati.
- Tutto qui ? - disse lui allargando le braccia con la delusione di un bambino.
Grainne si avvicinò a lui barcollando e gli si piantò davanti con gli occhi spalancati.
- Beretar... ? - disse.
- Proprio io. Vedo che sei rimasta battagliera come un tempo. - rispose l'uomo.
Grainne rimase ammutolita. Nel frattempo, coloro che erano sopravvissuti ai colpi dei tre strisciarono in silenzio fuori dalla locanda e fuggirono più in fretta possibile.
- Ti stupisce così tanto vedermi qui, Grainne Skylark ? - disse Beretar in tono altero, pronunciando quasi con disprezzo il nome della ragazza.
- Mi stupisce vederti, semplicemente. - rispose lei - Ti credevo morto. -
Beretar scoppiò in una fragorosa risata, e Legolas notò, con raccapriccio, che un'orrenda cicatrice che procedeva dall'angolo sinistro della sua bocca fino all'orecchio gli allargava le labbra in un inquietante, innaturale sorriso.
- Sono in molti a crederlo - disse - O forse dovrei dire sperarlo ? Mi dispiace deludervi tutti, ma io ho molte vite...anche se ne ho già sprecate diverse. Quello che stupisce me, invece, è trovarti fuori da Edoras in compagnia di un elfo...e in questi abiti, per giunta. Devono essere cambiate molte cose da quando me ne sono andato. -
- Più di quante immagini - rispose Grainne.
- Oh, posso immaginarle, invece... - Voltando le spalle ai due, Beretar prese uno sgabello e vi si sedette pesantemente. - Ostessa ! La mia gola brucia ! Voglio un'altra birra, subito ! -
Tremante, la donna fece capolino da sotto il bancone e obbedì all'ordine del gigante dai capelli rossi.
- Nonostante sia trascorso molto tempo, la tua prepotenza è rimasta la stessa. - disse seccamente Grainne.
Beretar inghiottì rumorosamente una lunga sorsata di birra e si pulì la bocca con il dorso della mano. - Prepotenza ? - disse - Sì, forse hai ragione...che ci vuoi fare, io sono fatto così. Ma almeno posso permettermi di andare in giro senza dovermi nascondere sotto un mantello. Quale terribile crimine puoi aver commesso per esservi costretta, Grainne ? - Si alzò in piedi. - Oh, scusami. Devo forse chiamarti... -
- Non aggiungere una parola. - lo zittì Grainne con un brusco cenno della mano - E' stato sgradevole conoscerti ed è stato altrettanto sgradevole averti ritrovato. Se esiste qualcuno che deve provare vergogna per le proprie azioni, quello sei tu, prima di tutti. -
Beretar si mise di fronte alla ragazza, le mani sui fianchi. La sua imponente statura faceva apparire Grainne un esile fuscello pronto a spezzarsi, al suo confronto, eppure la fanciulla non indietreggiò di un passo.
- Devo dedurre che le tue parole significano che nemmeno tu hai le mani completamente pulite, Grainne. Sai, prima o poi dovrai imparare a frenare la tua lingua, altrimenti tutto ciò che dici potrebbe ritorcersi contro di te... - le disse squadrandola da capo a piedi.
Inquieto, Legolas si frappose tra i due.
- Ora basta ! La tua insolenza ha superato il limite ! - disse al gigante puntandogli contro l'indice - Chi sei ? Come ti permetterti di parlarle in questo modo ?-
Senza smettere di guardare Beretar negli occhi, Grainne aprì la bocca, ma l'uomo le impedì di parlare.
- Mi presento da solo. - disse - Io sono Beretar, figlio di Beriador, ed ero un Rohirrim. -
Legolas lo guardò, incredulo. - Un cavaliere di Rohan ? - disse.
- Tra i migliori, a mio tempo - continuò Beretar - Questa fanciulla a cui tieni tanto può confermartelo. -
L'elfo si voltò verso Grainne, che lo guardò con espressione sgomenta.
Beretar sogghignò. - Credo che ci siano molte cose che non sai di lei. Lo capisco dalla tua espressione. -
- Ne sei convinto, Beretar ? Io la conosco abbastanza da darle tutta la mia fiducia. -
- Legolas... - disse Grainne portandosi una mano al viso.
Beretar rise. - Oh, no. Ti sbagli di grosso, Elfo. - disse - Tu pensi di conoscere questa donna...in realtà non la conosci affatto. Tu non sai chi si cela sotto il suo viso innocente...hai davanti a te il Capitano dei Cavalieri di Rohan...Primo Maresciallo del Mark. -
Legolas guardò la ragazza, sbigottito. - Tu... -
- Non mi credi ? Te ne darò la prova. Guarda cosa porta al collo. - Beretar allungò una mano verso Grainne, ma lei, fulminea, la afferrò con una forte presa, fissandolo con occhi duri.
- E' questo che cerchi, Beretar ? Non lo porto più al collo, ormai. -
Con l'altra mano, la fanciulla frugò in una tasca interna della tunica e ne estrasse un medaglione rotondo, di ferro battuto, che rappresentava un cavallo impennato. Il simbolo del Primo Maresciallo dal Mark.
Legolas era rimasto senza parole. - Grainne...ma... -
- Non mi appartiene più, ormai. - disse la ragazza, lasciando andare la mano del guerriero dai capelli rossi. Con sguardo spento, osservò a lungo il medaglione, come se lo vedesse per la prima volta dopo molto tempo. - Non sono più io il Capitano. -
Anche Beretar apparve sorpreso nell'udire quella notizia. - Perché ? - domandò semplicemente.
- Perché ho fatto in modo che i dubbi mi divorassero. - rispose, senza staccare gli occhi dal medaglione - Perché ho lasciato che i miei soldati venissero massacrati senza poterlo impedire. Ho abbandonato il mio incarico e sono fuggita per la vergogna. Non ero degna del mio incarico...non lo sono mai stata. -
Beretar tacque e tornò a sedersi - La tua sincerità ti fa onore, ma non ti offre alcuna giustificazione. - disse.
Legolas, sconvolto, non sapeva cosa pensare. Non riusciva a capire il comportamento di Grainne, eppure non la accusava di nulla, né la denigrava per esso. Non sapeva nemmeno lui perché, ma tutto ciò che avrebbe voluto fare in quel momento, vedendo la vergogna e il dolore manifestarsi insieme negli occhi della ragazza, era andare da lei e stringerla fra le braccia per consolarla...
Ma quando Grainne alzò lo sguardo verso Beretar, Legolas vide che la forza e l'orgoglio avevano preso il posto di quei sentimenti.
- Ma non abbandonerò la mia terra, Beretar. - disse - Una minaccia è partita da Edoras, e rischia di mettere in grave pericolo il Bosco Atro... -
- Bosco Atro ? - disse Beretar aggrottando la fronte.
- Hanno tradito l'Alleanza, Beretar. I Cavalieri di Rohan. Sembra impossibile, eppure è così. Qualcuno vuole scatenare una guerra senza senso che si rivolgerà anche contro Edoras... -
Beretar scoppiò a ridere. - I Cavalieri di Rohan ? ! Non ho mai sentito una sciocchezza del genere ! I Rohirrim non saranno irreprensibili, ma sono troppo ottusi per arrivare ad una strategia tanto sottile...sottile e insensata, perché, in tutta onestà, non vedo chi potrebbe ottenere vantaggio da una soluzione del genere ! -
Legolas si fece avanti. - Ciò che dice Grainne è la verità. Chiunque sia, va fermato prima che sia troppo tardi. -
- Anche se lo fosse - aggiunse Beretar - Perché raccontate tutto questo proprio a me ? Potrei essere anch'io uno di quei traditori... -
Grainne scosse il capo. - Ti conosco bene, Beretar. Hai sempre voluto fare tutto di testa tua, non hai mai obbedito ad un ordine che non avessi voglia di eseguire. Eppure eri un buon soldato, anche se non ho mai capito per quale motivo abbia lasciato i Rohirrim. -
- Vuoi sapere perché ? - disse Beretar ergendosi in tutta la sua statura davanti alla fanciulla e all'elfo - Perché non potevo tollerare che i Rohirrim venissero comandati da una donna, che per quanta famigliarità potesse avere con le armi, restava sempre una donna ! Voi non siete fatte per combattere ! Io lo ero ! E avrei potuto servire Theoden con fedeltà se me l'avesse permesso...invece ha preferito te...una ragazzina che amava giocare con la spada...per questo me ne sono andato. - Si rimise a sedere pesantemente. - Puoi disprezzarmi per questo, Capitano ? -
Grainne rimase un momento senza parlare. - No - rispose con amarezza - Tu almeno hai avuto il coraggio di fare ciò che gli altri non hanno voluto...e che con i loro gesti meschini e miserabili hanno contribuito a far sì che io prendessi la tua stessa strada. Nonostante tutto apprezzo la tua franchezza, Beretar. -
- Un momento, Grainne...di cosa stai parlando ? - domandò Legolas, preoccupato, mentre lo stesso Beretar la guardava con aria interrogativa.
La ragazza lo guardò con occhi tristi, ma colmi di dignità. - Di nulla di importante, Legolas. Credimi, nulla di importante. -
Il guerriero si portò una mano alla fronte, pensieroso.
- Manco da Edoras da molto tempo, ormai - disse - Ma ho sentito diverse voci su quello che sta accadendo. In effetti nemmeno io sono tranquillo. -
- Spiegati meglio. - disse Grainne.
Beretar si alzò e camminò verso la finestra. - Dicono che Theoden si sia recato a nord in missioni di ricognizione e non sia ancora tornato. Il governo della terra di Rohan ora è in mano al suo consigliere...Grima Vermilinguo. -
- Vermilinguo... - ripetè Grainne - Non mi sono mai fidata di lui. Eppure Theoden l'ha sempre tenuto in grandissima considerazione. -
- Il solo nome ispira tutto fuorché fiducia. - disse Legolas.
- Quindi i traditori potrebbero stare ordendo le loro trame all'insaputa di Theoden... - disse Grainne.
- Può darsi. - rispose Beretar - Ma può anche darsi che stiano agendo ai suoi danni. - Il guerriero tornò a sedersi.
- Cos'altro sai ? - domandò Grainne, sinceramente preoccupata.
- Nient'altro. - rispose Beretar - Ora dovete dirmi ciò che voi sapete, così forse le mie idee saranno un po' più chiare. -
Legolas andò a sedersi accanto all'uomo. - Allora tocca a me parlare. - disse.
L'elfo raccontò a Beretar tutto quello che era accaduto nella foresta di Fangorn, inclusa la scomparsa di Aragorn, e di come Grainne gli avesse salvato la vita, e il guerriero lo ascoltò con attenzione. Poi, quando Legolas ebbe terminato, disse :
- Non credevo che tu avessi abbandonato la guerra per l'arte della guarigione, Capitano. Anche se non condivido pienamente la tua scelta, devo dire che è ammirevole. Quanto al tuo racconto, Legolas, devo dire che, se è tutto vero, e temo che lo sia, è preoccupante. Soprattutto perché credo di cominciare a capire quale mente malvagia possa trovarsi dietro a tutto questo. -
Grainne chiuse gli occhi.
- In molte città si parla di un Oscuro Signore che ha la sua fortezza a Barad Dûr...alcuni ritengono che si tratti di una leggenda, ma... -
- Non è una leggenda ! - esclamò Legolas - Sauron è tornato e la sua mano nera si sta stendendo sulla Terra di Mezzo ! Sta cercando l'Anello del Potere, e se dovesse trovarlo sarebbe la fine ! -
- Lo so benissimo, Elfo - disse Beretar - Se non mi avessi interrotto ti avrei anche spiegato perché sono sicuro che sia tutto vero. - Il guerriero tracciò con un dito il percorso della lunga cicatrice che gli solcava il viso. - Questa è opera dei suoi maledetti Orchi. - continuò - Tempo fa ebbi la disgrazia di imbattermi in una loro squadriglia...questo fu il ricordo che mi lasciarono, in nome del loro nero Padrone, prima che li sterminassi. La condanna a sorridere per tutta la vita. Da allora ho giurato a me stesso di fare in modo che Sauron non potesse mai più sorridere, qualunque forma abbia dietro a quell'orribile occhio rosso che i suoi mostri portano impresso sull'armatura. -
- Allora vieni con noi ! - esclamò Grainne - Non permettere che Rohan cada nelle mani dell'Oscuro Signore ! Tu puoi aiutarci... -
Beretar rise. - Certamente...un Rohirrim rinnegato, un elfo male in arnese e una donna soldato che guarisce invece di uccidere ! Faremo grandi cose, noi tre ! - Poi il suo sguardo si fece cupo. - Non credo di essere un ospite gradito ad Edoras. Ma potrei comunque accompagnarvi là. Ormai non ho più nulla da perdere. Quanto al vostro amico Ramingo, non sperate di trovarlo vivo. Le prigioni di Edoras non perdonano...tantomeno i loro carcerieri. -
Grainne e Legolas si guardarono negli occhi, sconfortati da quelle parole.
- Fino a quando ci sarà vita ci sarà speranza, Beretar - disse poi Legolas - Non abbandoneremo Aragorn proprio adesso che gli siamo vicini. Allora, sei con noi ? -
- Lo deciderò domani mattina. - rispose Beretar - Se mi troverete ancora qui, allora verrò con voi ad Edoras. Ma ora ho bisogno di dormire. Il movimento di questa sera mi ha stancato. -
Detto questo, il guerriero dai capelli rossi salì le scale e si diresse nella sua stanza.
Legolas lo seguì con lo sguardo. - Anche noi abbiamo bisogno di dormire, Grainne. - disse. La ragazza annuì.
Da dietro il bancone, l'ostessa alzò timidamente una mano. - Ho ancora una stanza libera, se volete. Una sola. - disse.
Legolas guardò Grainne, ma la ragazza sfuggì timidamente i suoi occhi.
- La prendiamo. - disse.


Continua...