CAPITOLO 5
Il
giorno dopo, a sorpresa, fece la sua comparsa
l'allenatore. Come mi vide mi venne in contro e mi
abbracciò con forza. Io lo guardai sconcertata. Chi era
costui?
I giocatori lo guardarono come per dire, eccolo un'altra
volta.
- questo è il nostro allenatore
- lo presentò Tom
arrossendo.
- oh che bello vedervi così in forma!!!! Sono così
contento di essere qui!!! E avete anche scelto una
manager davvero carinaaa!!!!-
Lo guardai male, lo stava facendo apposta, a sembrare così
stupido?
- eh! Eh! sono così feliceeeee! Finalmente sono tornato
dai miei cari ragazzi! Vi siete allenati bene! Vero? Ne
sono sicuro! Siete sempre così responsabili!-
Benji era al mio fianco e si abbassò leggermente.
- è così normalmente
- disse sottovoce come
rassegnato.
- ah
- risposi io sorridendo divertita.
- ma ogni tanto le usa le virgole o utilizza solo punti
esclamativi?-
lui sogghignò.
- però, bisogna ammettere che è bravo, ha fatto parte
della nazionale giapponese per dieci anni
e sa il
fatto suo
semplicemente è sempre contento, e
questo lascia un po' perplessi
c'è anche una
scommessa in palio
per chi riesce a farlo diventare
serio per un po'
c'è in palio un bel premio.-
- ah sì? E cioè?- chiesi curiosa.
- una giornata tutta pagata da un membro del gruppo, cioè
se qualcuno vince può scegliere una persona che gli
paghi il conto che vuole in tutta la giornata
-
- a beh, allora chiunque vinca sceglie te, sei il più
ricco.- commentai, mi avevano raccontato della sua villa.
- non se vinco io.- disse sorridendo malizioso.
Risi divertita.
E così questo era l'allenatore.
Nonostante la sua allegria in effetti mi diede subito da
fare, le maglie da lavare, le schede sui giocatori da
compilare, le borracce da riempire, i palloni da
raccogliere. Ero arrivata esausta alla fine della
giornata.
Stavo raccogliendo lentamente i palloni a bordo campo.
Vidi una lunga ombra avvicinarsi da dietro.
- sei ancora qui?- mi chiese Tom.
Era già il tramonto.
- eh sì, devo raccogliere ancora questi palloni, poi ho
finito.- dissi rizzando la schiena, che mi mandò un
leggero dolore al cervello. Mi asciugai il sudore sulla
fronte.
- quell'uomo è uno schiavista
anche se non sembra
-
disse accucciandosi di fianco a me. Appoggiò la sua
borsa a terra e iniziò a raccogliere i palloni insieme a
me.
In un attimo avevamo finito.
- non so come ringraziarti!- dissi infine.
- figurati, è un attimo quando si è in più di uno.-
- grazie!- dissi ancora porgendogli un largo sorriso.
- prego.- rispose.
Era incredibilmente dolce il viso di questo ragazzo, che
sembrava ancora bambino, ma aveva un che di adulto, molto
più adulto di quanto potessi essere io e di quanto
potesse essere qualsiasi altro membro della squadra.
- beh, adesso inizia il lavoro vero
ora che è
tornato.- commentai mentre ci dirigevamo verso lo
sgabuzzino.
- con quell'uomo è sempre così
ci inganna con le
sue belle parole e poi ci distrugge
-
- ormai sarete abituati
-
- beh, insomma
come ci abituiamo lui aumenta il
carico, ma in fondo è così che si diventa forti
-
ammise alzando le spalle.
- anche questo è vero
chissa se esiste un
campionato per manager? Magari potrei vincere nella
categoria della raccolta dei palloni, o magari della
stesura dei panni appena lavati
- dissi sorridendo.
Lui rise.
- con lui andresti sul sicuro
di certo saresti la
prima in ogni categoria
non lascia niente fatto
male.-
sorrisi.
- già, è anche per questo che siete così forti
dimmi un po' pensate di vincere il campionato?-
lui mi guardò sorpreso.
- non lo so
- rispose.
- come non lo sai? Devi dire sì, certo che lo vinceremo!
Siamo i più forti!- lo rimproverai.
- ah okay
sì lo vinceremo di certo! Siamo i più
forti! Nessuno può batterci!- disse con una voce
austera, ovviamente finta.
- bah! Che poca serietà!- commentai ridendo.
Lui rise.
- sono contento! In fondo ho scelto bene la nostra
manager!- mi disse davanti alla porta dello spogliatoio
facendomi arrossire. Avevamo portati i palloni nello
sgabuzzino ed ora era arrivata anche per me l'ora di
cambiarmi.
- grazie.- dissi dolcemente.
- sono contenta di essere la manager di questa squadra.-
lui mi sorrise allontanandosi.
- ci vediamo dopo.- disse infine, ma quando mi girai
interrogativa lui non c'era più.
Guardai l'orologio alla parete dello spogliatoio. Erano
le sei e mezza.
"spero di finire più presto domani, altrimenti mi
scordo di andare a vedere quel gruppo suonare"
pensai cambiandomi. Avevo proprio voglia di sentirli
suonare ancora.
Oggi non se ne parlava neanche di andare fuori con la
squadra, ero troppo stanca, dovevo sdraiarmi sul letto e
addormentarmi cullata dalla musica.
Guardai la doccia dello spogliatoio, poi osservai il mio
zaino. Avevo tutto l'occorrente per godermi una doccia
fresca. Allora presi l'asciugamano e lo appoggiai al
muretto antistante.
Aprii l'acqua e la lasciai scorrere un po' mentre mi
spogliavo.
Era stata una giornata molto dura, sentivo la stanchezza
fin nelle ossa.
Domani avrei dovuto impegnarmi a fondo per finire prima.
Appena fui pronta uscii dalla porta vestita con una bella
gonna e una magliettina azzurro cielo leggermente
aderente. Mi ero portata solo quello come ricambio.
"che strano!" pensai tranquillamente.
Quando arrivai davanti al cancello della scuola vidi
l'intera squadra raggruppata davanti all'insegna di
entrata della scuola, qualche ragazza, tutti vestiti di
tutto punto.
Mi avvicinai confusa.
I giocatori si girarono verso di me.
Benji mi si avvicinò seccato.
- finalmente!- disse.
- cosa finalmente?- chiesi perplessa.
- beh, stavamo aspettando solo te
l'allenatore ci
aspetta al ristorante.-
- cosa?-
Price mi guardò divertito.
- non dirmelo! Te ne eri dimenticata! Oggi c'è la cena
della classe
l'appuntamento era qui alle sette. E
sono le sette e un quarto adesso
-
lo guardai sgranando gli occhi.
- ecco perché ho portato un cambio così elegante!-
dissi pensando ad alta voce.
Lui scoppiò a ridere.
- incredibile!- disse poi.
- andiamo va! Che è ora di andare!-
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