LA FAMIGLIA NOGAMI IN
PERICOLO?
Capitolo quinto
Vendetta e dolore
Notte fonda a Tokyo.
Il cielo invernale è rischiarato solo da un piccolo
spicchio di luna crescente.
In un giardino alla tsukiyama, mentre lacqua scorre
rumorosa, una fanciulla guarda il cielo. Lo sguardo è
triste e lontano. Si chiede il perché di tutto quello
che è successo. Ricorda la visita medica fatta qualche
giorno prima di partire.
Signorina Wolfe, lei dovrebbe riposare di più e
lavorare meno. Il suo fisico è veramente fiaccato, non
potrà reggere ancora per molto questo ritmo.
Quanto potrò vivere ancora?
Mantenendo questo ritmo non più di sei mesi,
massimo un anno, se invece stesse a riposo potrebbe
vivere tranquillamente almeno altri cinquantanni.
Quando avrò catturato quel macellaio farò come
vuole, ma per ora non posso mollare.
Deve stare attenta, lanidride carbonica nel
suo sangue ha raggiunto il livello di guardia, ogni tanto
usi un po di ossigeno, almeno quello.
Vedrò cosa posso fare. Le mie ginocchia invece?
Stanno subendo molte sollecitazioni, ma per ora le
protesi stanno facendo il loro lavoro, ma se dovessero
gonfiarsi venga immediatamente che aspireremo il liquido.
Grazie dottore Heimer, alla prossima visita.
Arrivederci Ariel
spero di vederti presto.
Lo spero anchio Ulrich.
Siamo tornati ai giorni nostri.
Devo farcela
devo prenderlo e poi andrò al
mare e mi riposerò.
Scricchiolii
rumori di passi
Chi è là?
Detective Wolfe, che ci fa ancora in piedi?
E lei Mallory? Non riesce a dormire?
Più o meno. Nemmeno lei?
No, non si tratta di questo,
stavo solo
riassaporando laria di casa.
Come laria di casa?
Ho vissuto qui fino ai tredici anni. Poi Sir
Aldrich è stato trasferito e siamo partiti per il
vecchio continente. Sai non cero mai stata
o
meglio
ci sono nata
ma per poco. La morte di
mia madre aveva sconvolto mio padre, qui ritrovò la
serenità necessaria per svolgere il suo lavoro.
Capisco, non lo sapevo. Io invece non ho messo
piede fuori dallIrlanda fino ai diciotto anni. Mi
sono laureato ad Oxford e poi ho cercato di fare lavvocato,
ma non era la mia strada, avevo bisogno di più movimento
così ho deciso di passare all'M15 un paio di anni fa.
Storia interessante! Di movimento qui ce ne sarà
finché vorrà
ma guai a lei se dovrò riportare le
sue spoglie in patria in una bara
la scaricherò
nelloceano, come si faceva con i marinai un tempo.
Si signora.
Buona notte agente Mallory.
Buona notte detective Wolfe.
La mattina seguente.
Buon giorno professore!
Buon giorno Ariel! Dormito bene?
Erano anni che non dormivo così bene. Non credevo
che il Giappone mi fosse mancato tanto!
Sono felice della cosa. Vuoi una tazza di tè e
diventare la mia assistente?
Grazie per la tazza di tè, ma per ora sono al
servizio dellM15, quando mi licenzierò potrò
prendere in considerazione che lei possa divenire il mio
assistente. Per ora le consiglio di togliere le mani
dalle mie gambe, se vuole preservare lintegrità
del suo corpo e della sua mente.
Era solo per saggiare le sua qualità nascoste!
Naturalmente. Ma per il momento preferisco che
rimangano nascoste.
Ariel si serve una tazza di tè e si mette in un angolo
ad assaporare la fragranza del tè appena preparato.
Dalla porta spunta Mallory, tutto stravolto.
Buon giorno Mallory! Come ha dormito?
Male
non dormivo così male dallultima
uscita che ho fatto con gli scout!
Non è abituato al futon sui tatami?
No!!! La prego detective Wolfe
domani andiamo
in albergo!
Ci penserò su
in ogni caso si abitui ad
andare a dormire prima la sera.
La ringrazio per il prezioso consiglio!
Allora professore
quandè che
incontreremo il nostro uomo?
Oggi pomeriggio, prima di mezzo giorno non si alza
di certo, soprattutto se la sera ha lavorato!
Capisco. Spero mi vorrà far vedere di quali armi
potremo disporre.
Naturalmente, subito dopo colazione.
Quasi nello stesso istante, in un appartamento di
Shinjuku
Avanti Ryo
alzati
il professore ci ha
chiamati!
Non ho voglia di andare dal professore e poi ho già
il caso di Saeko!
Ha assicurato che una bella ragazza inglese ha
bisogno del tuo aiuto!
Non ti credo! Ho sonno e voglio dormire ancora. Con
tutte le ricerche che abbiamo fatto ieri non abbiamo
concluso nulla! Sono stanco
abbiamo camminato per
miglia su qui maledetti moli e mi avete fatto fare anche
un bagno! No grazie
oggi resto a letto.
Che succede Kaori?- chiede Saeko.
Il professore ci ha chiamati per un lavoro e Ryo
non si alza! Provaci tu Saeko!
Posso provarci io se vuoi?
Reika che ci fai qui?
Sono venuta a vedere se mi potete prestare delle
uova e dello zucchero
volevo farmi delle frittelle!
Capisco. Come intenderesti svegliare Ryo?
Naturalmente andandoci a letto! Meglio se magari
firma il contratto prematrimoniale che ho qui!
Scordatelo Reika
ci penso io
alla mia
maniera!
Va bene, va bene
era solo unidea!
Grazie per la colazione!
Circa le tre del pomeriggio ora di Shinjuku
Eccoci arrivati! Spero che il professore abbia un
super compito e che ci sia veramente quella fantastica
ragazza
altrimenti io
altrimenti tu cosa fai?
Nulla di particolare
potrei tornare a letto
magari con qualcuno che comprenda appieno il mio stie di
vita!
Stizzita chiede Kaori: - E chi sarebbe???
Non so
magari Reika
o Saeko
Non contarci
esclama Saeko
Almeno non da parte mia!
Magari potrebbe venirci Miki!
Credo che tu ci tenga poco alla pelle!
esclama Kaori Secondo me ci sarebbe qualcuno
che non te lo permetterebbe.
Ryo, dentro la sua testa immagina la mole di Umibozu ed
è sicuro che non sarebbe vissuto molto a lungo.
Improvvisamente Ryo si sente in pericolo e trascina Kaori
a terra con se.
Una Korth 357 Magnum e una Colt 357 Pyton sono una di
fronte allaltra, stanno per fare fuoco.
La Korth lentamente si abbassa.
Avevate ragione professore, mi ha percepito quindi
è piuttosto bravo, non eccellente, avrebbe dovuto
accorgersi di me appena lho mirato, ma bravo in
ogni caso!
Avanti Ariel, non essere pignola!
Sapete come sono fatta, con me lavorano solo i
migliori!
Ryo lentamente si rialza sempre guardando negli occhi la
sua bella avversaria, portando con se Kaori, che
stranamente è ammutolita.
Ariel distoglie gli occhi da Ryo e fissa prima Saeko
quindi Kaori.
Kaori non riesce a togliere gli occhi da quella ragazza,
le ricorda qualcuno, ma non riesce a ricordare chi.
La straniere dai rossi capelli sorride e dice:
Ciao Kaori, ne sono passati degli anni! Quanti?
Almeno quindici!
Ariel
sono passati almeno dieci anni
dalla tua ultima lettera
pensavo ti fossi
dimenticata di me!
Ne sono passati solamente nove, laccademia mi
ha impegnato molto e poi ho avuto molto da fare!
mi dispiace
ho saputo di tuo fratello solamente
qualche anno fa!
Capisco! Sono felice di rivederti! Come mai in
giappone?
Signorina Wolfe, è meglio rientrare
ci
devono vedere il meno possibile. sussurra
Mallory.
Hai ragione Mallory, avanti, entriamo!
Poco dopo, nella casa del professore.
Dunque sei tu la ragazza inglese che ha bisogno del
nostro aiuto!
Infatti!
Parlaci del caso!
Facciamo parte dell'M15, abbiamo bisogno del vostro
aiuto per catturare un terribile Killer.
Mi dispiace non facciamo servizi del genere
anche se lo facessimo ora abbiamo un altro caso!
esclama Ryo.
Capisco! Le informazioni che abbiamo avuto allora
erano errate!
Circa cosa?
Che dai aiuto alle belle donne in cambio di mokkori!
Tu mi concederesti un mokkori!- chiede Ryo
allupato.
Tutti quelli che mi chiederesti! Prendere questo
killer per me è troppo importante!
No! Poi tu farai come tutte le altre e mi
pianteresti in asso!
Pagamento anticipato!
Allora se ne può parlare!
Ryo, ma che dici? chiede esterrefatta
Kaori.
Saeko bisbiglia a Kaori: Lascialo fare!
ma
Vedrai!
Quanti ne vorresti?
Quanto vale per te la catture di questo killer!
Non ho altra ragione di vita!
Qualcosa di personale?
Se vogliamo metterla su questo piano, sì!
Del tipo?
Mi ha sparato addosso!
Notevolmente personale!
Noi vi diamo una mano per il caso che state
seguendo adesso e voi ci aiutate a trovare quel killer
anoressico e pazzoide! Ci state?
con il lavoro che fai non credo che sia il
primo che ti spara addosso!
no, infatti, ma a parte che gli altri che ci
hanno provato o sono in galera o sotto terra, lui mi ha
sparato da meno di tre metri con una Smith &Wesson
4506, calibro 45 ACP. Sufficiente?
Ti ha ferito?- chiede timorosa Kaori.
Facevo le bolle rosa!
Saeko e Kaori rabbrividiscono, Ryo rimane silenzioso e
poi le chiede: - E tutto?
Sì! sussurra Ariel.
Lo sguardo di Mallory scatta veloce verso il volto della
sua collega.
Dunque, sarebbe la tua è vendetta?
Sì! In parte, oltre al mio incarico, naturalmente!
Non ti aiuteremo!
Ma Ryo
No Kaori, noi non laiuteremo, prima deve
chiarirsi con se stessa e non credo che sia tutto!
"Maledizione! Maledizione!"
Ariel impugna con ferocia inaudita la sua nuova Korth e
spara ai bersagli mobili posti a più di quaranta metri.
"Quell'imbecille di Saeba non mi vuole aiutare, che
posso fare
che posso fare?"
Una lacrima salata solca il suo zigomo e con più rabbia,
dolore e desiderio di vendetta distrugge i bersagli
mobili che ha davanti a se.
I proiettili cadono sul pavimento rimbombando nel
poligono deserto.
"Nemmeno sparando riesco a calmarmi, devo fare
qualcos'altro."
Ore dopo troviamo la focosa inglese nel tranquillo
giardino del professore che si muove aggraziatamente sul
terreno con meravigliosa elasticità, è come se stesse
facendo miriadi di combattimenti con altrettanti
immaginari nemici. Le sue movenze ricordano un miscuglio
di arti marziali dove però prevale nettamente l'aikido.
I rossi capelli sfuggiti al fermaglio le fanno da corona,
si muovono al suo ritmo, il viso concentrato, gli arti
che saettano nell'aria, il sudore che le cola addosso, il
vento che muove i suoi larghi pantaloni, per una persona
che la sta osservando è la cosa più bella che non abbia
mai visto, l'unica che gli dia sensazioni simili.
Il vento di fine autunno fa alzare un piccolo turbinio di
foglie che danzano attorno ad Ariel, sembra che il vento
la voglia portare con se.
Il suo cuore è straziato dal dolore, le lacrime le
appannano la vista.
Ricorda
ricorda il suo ultimo bacio, il suo ultimo
abbraccio, il suo ultimo addio, il suo ultimo sussurrato
ti amo, l'ultimo battito del cuore, l'ultimo respiro
l'ultimo di tutto.
L'aria nei suoi polmoni brucia dopo che i proiettili
l'avevano perforata, le gambe ormai non le sente più, il
dolore è troppo intenso, si appoggia al suo cuore e
spera di morire con lui. La sua mente è vuota, sola,
sola un'altra volta, la sua mente nell'ultima invocazione
chiede di solamente di non sentire più tanto dolore. Un
altro sparo
poi
più nulla.
E' tornata al presente e mentre il suo corpo continua a
librarsi nella fredda aria di fine autunno, gli occhi
piangono delle lacrime che ormai credeva di non avere più.
"Ed ora non ho che la vendetta!"
Shinjuku, più o meno nella stessa ora
"Adesso mi devi spiegare perché non l'aiutiamo!"
"Non mi convince ciò che a detto!"
"Non la credi sincera?"
"Non esattamente, credo solo che non ci abbia detto
tutto! Preferisco le cose chiare sin dal principio."
"Ma anche tu non sei convinto di non volerla aiutare!"
Ryo sorride a Kaori, l'ha capito in pieno, come solo lei
sa fare.
"Sai che nei giorni passati sono andato a fare quel
lavoro ad Okkido
"
"
si e allora?"
"Ecco
io dovevo pedinare un uomo decisamente
anoressico, con una strana macchina gialla!"
"Allora?"
"Era un killer europeo."
"Stai pensando che sia l'uomo che deve catturare
Ariel?"
"Interessante coincidenza. Non trovi?"
"Come si chiamava?"
"Non ne ho idea, ma ti posso dire i nomi delle
persone che ha incontrato."
"Spara un nome!"
"Hirokazu Yashuda."
"Scusa la mia ignoranza, ma chi è?"
"E' il segretario personale del deputato Hattory
Hayo."
"Ma è l'uomo su cui stiamo indagando!"
"Ti pare una coincidenza?"
"Tu dici che le coincidenze non esistono!"
"Esatto! E ora sappiamo anche chi ci ha sparato
addosso l'altra sera."
"Dobbiamo dirlo a Saeko!"
"Si, ma non ora, lasciamola dormire in questi giorni
credo abbia dormito poco!"
"Hai ragione. Ma se è pericoloso come sostiene
Ariel dovremmo farci dire qualcosa di più su questo
killer!"
"Si! Ma voglio che rifletta un po, inoltre sono
certo che siamo sorvegliati, per cui è meglio che Ariel
non si faccia vedere con noi."
"Giusto! Ma che faremo?"
"Per ora nulla. Voglio che sia lui a scoprirsi e
quando avremo maggiori informazioni sapremo come muoverci."
Il giorno dopo al cat's eye Umibozu e Miki stanno finendo
di sistemare le tazze che nella mattinata hanno
utilizzato i loro clienti.
Una ragazza dai grandi occhi verdi tristi, entra nel caffè.
Si siede su uno sgabello.
Estrae dalla borsa una fascio di sterline, delle foto, un
dossier voluminoso e il biglietto da visita che le ha
consegnato il professore.
"Ho bisogno di voi come swepper, il professore mi ha
indirizzato a voi."
"Mi dispiace ma al momento abbiamo altri impegni e
non possiamo aiutarla."
"Allora aveva ragione Ryo Saeba, lei è un codardo!"
"Umibozu s'infiamma! Cosa sarei io?"
"Un codardo con il terrore dei micetti!"
"Io quello lo ammazzo!"
"Mi dispiace ma noi non accettiamo!" - esclama
Miki.
"Non sapete neanche quello che voglio proporvi."
"Se Saeba ha rifiutato vuol dire che nemmeno noi
possiamo farlo."
"Capisco."
Ariel rimette nella borsa gli oggetti che aveva sparso
sul tavolo e sta per andarsene.
"Non volete nemmeno pensarci? Ho solo bisogno di
informazioni, il lavoro poi lo farei io. Manco dal
giappone da troppo tempo, non ho i contatti necessari per
muovermi. Voglio solo che lo troviate, nient'altro."
Si ferma a guardarli negli occhi.
"Se cambiate idea alloggio dal professore o comunque
lui saprà rintracciarmi."
Esce dal locale e scompare tra la folla.
"Che triste che aveva!" - dice Miki.
"Già molto triste, sotto la giacca doveva avere
qualcosa di grosso per come si muoveva."
"E' vero, probabilmente una Kort, magari con la
canna da sei pollici."
"Le ragazze normali non girano con un arnese del
genere."
"Credo che lei non sia come tutte le ragazze, credo
che anche lei faccia un lavoro simile al nostro."
"Forse. Magari dovremmo chiedere qualcosa a Saeba."
"Già, sembrava che lo conoscesse bene."
Ariel con aria infuriata si dirige ai giardini Imperiali
di Shinjuku. La mente le si affolla di allegri ricordi.
"Papà, papà. Mi porti sulle spalle?"
"Si mia piccola principessa, com'è andata la
scuola? Bene, mi sono divertita un sacco, abbiamo cantato."
"E cosa?"
"Una canzone che parlava delle cose che fanno i
bambini."
"Ti è piaciuta?"
"Non lo so!"
"Come non lo sai?"
"Sono stata fuori dalla porta."
"Ti hanno messo in castigo?"
"No! L'ho deciso io."
"E perché?"
"C'era una bambina di un'altra classe che piangeva
così sono rimasta con lei."
"E come si chiama questa bambina che piangeva?"
"Non lo so! Non glielo chiesto. Non voleva parlare.
Così siamo state a guardare il giardino."
Ariel riapre gli occhi e si ritrova
nella realtà di un parco non in piena fioritura come lo
ricordava, ma spoglio e dormiente.
Riprende il cammino cercando di ignorare la confusione
che c'è per la strada.
Improvvisamente due uomini la affiancano. Uno la minaccia
con un temperino, l'altro cerca di strapparle di mano la
borsa.
Senza scomporsi estrae la pistola e la punta contro il
ragazzo che la minaccia.
"Credo un proiettile sia più veloce di un temperino
usato da un pivello."
"Hei, avanti non fare scherzi, metti via la bambina."
"Come volete, ma forse per voi era meglio che
tenessi in mano la mia bambina."
Con un movimento deciso rinfodera la pistola.
Con il braccio libero fa volare sopra la sua testa il
ragazzo che aveva in mano il temperino, l'altro viene
brutalmente spinto a terra da un poderoso calcio
all'inguine. Senza scomporsi riprende la sua strada.
I due malviventi, per il dolore provato, si rotolano a
terra e maledicono la donna che da preda è divenuta
cacciatrice. La folla li guarda con occhi riprovevoli e
se non fosse per dei poliziotti che intervengono,
avrebbero la possibilità di venire linciati.
Poche ore dopo, in un tranquillo quartiere di Tokyo, la
nostra eroina torna a casa del professore, più
scoraggiata che mai.
"Sono tornata!"
"Ben tornata mia piccola Ariel, hai concluso qualche
affare?"
"Niente professore. quei due hanno rifiutato. Non ho
idea di come fare per trovare quel pazzo. Dovrò
inventarmi qualcosa. Mi vado a fare un bagno."
"Mia piccola ospite, ha bisogno che le lavi la
schiena?"
"La ringrazio professore, ma devo pensare e per
farlo ho bisogno di essere da sola."
Nella piccola onsen della casa del professore, Ariel si
abbandona al relax più completo, ma mentre si passa una
pezzuola di spugna insaponata, le sue dita entrano in
contatto con le vecchie cicatrici e rivive la scena.
"Piccola bambina, hai giocato con il fuoco e ora ti
scotterai!"
Bang!!! Il primo proiettile le trafigge il ginocchio
destro.
"Il tuo collega non era un gran che, è stato più
interessante giocare con te!"
Bang! Il secondo proiettile le perfora il ginocchio
sinistro e la chiazza di sangue si allarga sempre di più.
Non ha più fiato, non prova nemmeno dolore, solo un
inconsolabile vuoto. L'uomo che ha amato più di se
stessa è in una grande pozza di sangue, morto e il suo
corpo si sta già raffreddando. Il suo sangue si mischia
a quello di lui.
La sua mente il suo cuore gridano vendetta, ma la sua
pistola è ormai lontana. Stringe a se il suo corpo
martoriato.
Qualcosa di freddo sbatte contro il suo addome. La
beretta special di lui è ancora nella fondina del suo
padrone.
"Non ha nemmeno potuto difendersi."- pensa la
piccola bambina spaurita.
Impugna la pistola e con fredda determinazione si volta
velocemente ignorando il dolore e il freddo che dalle
gambe sta salendo. Spara! Lo colpisce al volto, ma solo
di striscio. Spara di nuovo e lo colpisce alla spalla
destra, ma per il killer, questo è troppo.
Reagisce.
Due colpi colpiscono la piccola bambina in pieno petto,
lacerandone le carni.
Lei spara ancora e lo colpisce in pieno nella gamba
destra.
Il killer vacilla, ma la colpisce una terza volta il
corpo ormai accasciato della piccola bambina.
Le sirene della polizia lo fanno fuggire senza accertarsi
che lei sia realmente morta, ma nella sua mente sa che
nessuno può salvarsi da ferite del genere.
Nei polmoni della piccola bambina l'aria entra bruciano,
lasciandola senza fiato.
"Fammi morire o Dio, non sopporto questo dolore."
-questa è l'ultima invocazione della bambina ormai
morente.
Dopo tre anni il desiderio è sempre lo stesso. Lacrime
amare scendono sul viso di Ariel. Da con vigore un pugno
all'acqua e con rabbia dice: "Perché io sono viva?"
Improvvisamente un dolore al petto, come uno squarcio, la
fa rimanere senza respiro, senza voce per chiedere aiuto.
Nella sua mente sorge un pensiero: "Se non dirai
nulla finalmente morirai."
Ma un pensiero opprimente le dice:"No, devi vivere,
per compiere la tua vendetta! Poi, ma ora devi vivere."
Con voce flebile chiede aiuto.
CONTINUA...
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