MAISON
ZIGOKU
CAPITOLO 3
Coincidenze
Suggerimento musicale <<
Burning down the house>> (Tom Jones & the
Cardigans)
-Un dojo di Aikido?!- Priss letteralmente
urlò, facendomi fare un balzo sul sedile del furgone.
-Bè, si, che ti aspettavi che ti facessi vedere, un club
sado- maso?
-Mi avevi promesso qualcosa di completamente diverso!-
Priss non voleva mollare l'osso e i suoi occhi parevano
uno scuro mare in tempesta, mentre dava fondo a tutta
l'aria che aveva nei polmoni.
-Davvero?- Cercai di tenere la mia posizione, leggermente
intimidito, per non dire completamente terrorizzato dalla
valanga che si stava abbattendo su di me- Ripensa a
quello che ho detto allora.
-Avevi detto che mi avresti portato in un posto in cui
avrei potuto picchiare delle persone vestite in maniera
str...- tutto di colpo la mia nuova e tempestosa amica si
fermò, battè le palpebre e guardò di nuovo la strada,
riprendendo a parlare con un volume di voce più umano-
Oh. Bè, si, in effetti la descrizione non è del tutto
sbagliata.
Tirai un sospiro di sollievo, felice che la tempesta
fosse alle mie spalle.
-MA POTEVI ANCHE DIRLO SUBITO!- sobbalzai ancora una
volta.
-Devi per forza avere l'ultima parola, vero?- Protestai
debolmente.
Priss incrociò le braccia sul petto e mise su un broncio
per nulla sportivo; io mi voltai verso Linna, che stava
guidando il furgone, alla mia destra.
Per mia fortuna adesso guidavano dalla parte giusta, la
strada che stavamo percorrendo, infatti, non aveva troppe
vie di fuga, poiché attraversava una serie che sembrava
infinita di piccoli paesini, uno dietro l'altro, tanto
che mi ero sempre chiesto come diavolo fossero stabiliti
i confini dei comuni e le rispettive zone di influenza.
Linna si accorse che la guardavo e mi diede un'occhiata
senza distogliere per troppo tempo gli occhi dalla strada.
Mi sporsi leggermente verso di lei e sussurrai- Ma come
fate a sopportarla?
Linna mi guardò con un'espressione incuriosita, poi
allungò la sua mano sinistra verso il corrispondente
orecchio e ne pescò fuori un piccolo tappo in gomma.
-Che hai detto, scusa?- Chiese.
Pausa.
-Lascia perdere.- Risposi asciutto- Ho appena trovato la
risposta...
Linna annuì sorridendo e si rimise alla guida della
macchina dopo avere rimesso al suo posto il tappino.
Nene aveva visto tutta la scena e stava ridacchiando, mi
voltai verso di lei, cercando di non guardare Priss nel
frattempo, cosa non semplicissima, visto che lei si
trovava fra noi due.
-Avete mai fatto dell'Aikido Nene?
Nene annuì sorridendo- Abbiamo fatto un po' di tutto,
Aikido, Judo, Karate, sai con il nostro lavoro...
Quest'ultima frase aleggiò nella mia mente per un paio
di secondi, in effetti non ci avevo pensato.
Per quanto il livello del mio Dojo fosse buono ( non per
merito mio, purtroppo), portarci un gruppo di guerriere
del livello delle Knight Saber, forse era eccessivo.
Un'immagine di mucchi di Aikido- ka frantumati si fece
strada nella mia mente...
-Sentite, volevo precisare che quando dicevo "picchiare",
intendevo in senso lato.- Decisi di precisare
-Lato?- Priss mi squadrò di sbieco.
-MOLTO lato.- calcai la mano io.
-Vuoi dire che non sono in grado di reggere nessuna leva?!-
Priss cominciava a riscaldarsi di nuovo.
-No, questo no.- Pensai agli avanzati del mio corso e
alle leve a cui sottoponevano me- Sono tutti piuttosto
bravi, il problema è che da lì a dire, vai e picchiali,
soprattutto quando parliamo del VOSTRO livello ce ne
passa un po'!- Cercai di porre la frase nella maniera più
diplomatica possibile, ma ogni volta che vedevo Priss
guardarmi male perdevo dieci anni di vita.
-NOSTRO livello?- Priss sorrise così malvagiamente che
mi chiesi se quella era la sua espressione compiaciuta,
in quel caso, lungi da me l'idea di farle altri
complimenti- Per tua norma e regola, quella che picchia
come una selvaggia è quella che fa finta di niente alla
guida...- Linna arrossì leggermente, evidentemente
nessun tappo poteva fermare il sarcasmo di Priss- ...E
per quanto riguarda Nene, forse è il caso che tu ti
preoccupi di ricordare ai tuoi amici di andarci piano con
lei, non il contrario!- Priss rise sonoramente.
-EHI!!- Nene protestò energicamente- Chiudi quella
boccaccia!
-Altrimenti che fai, mi picchi?- Priss sorrise a
trentadue denti verso la piccola ross... pesc... ros...
verso Nene.
-Calma, calma.- Tentai di sedare gli animi- Il dojo è
molto vicino, fate ancora in tempo a portare i vostri
problemi sul Tatami, anche se preferirei il contrario.
Nene sbuffò e mise su il broncio, incrociando le
braccia, replicando la posa di Priss di pochi minuti
prima.
Priss la ignorò e si voltò verso di me- Sicuro che al
tuo maestro non dispiaccia se facciamo una lezione, così,
tanto per fare? Non abbiamo neppure i Keikogi.
Scossi la testa- Figurati, avete delle tute da
ginnastica, va benissimo, se poi vi iscriveste vedremo di
trovarvi un vestito adatto.- Cercai di rispondere
restando serio, ma da dietro alle spalle di Priss scorsi
Nene che le faceva una nutrita serie di boccacce- Come vi
ho detto, cercate di capire con chi potete tirare forte e
con chi no, non è un Dojo di Boomer, quindi, per favore,
andate piano.
Priss annuì e io mi voltai verso la strada.
Pensai a Silya e mi voltai nuovamente verso Priss- Perché
Silya non è voluta venire?
-Lascia perdere, è una persona molto riservata e in
questo momento è sulla difensiva.- Sorrise- Quando sarà
il momento verrà anche lei.
Annui, cercando di distogliere gli occhi dalle boccacce
che si riversano copiose sulla mia amica, ogni volta che
si voltava verso di me, dando le spalle alla sua compagna
di squadra.
Guardai a lato sinistro della strada e diedi un colpetto
sulla spalla di Linna.
-Linna? Parcheggiamo, siamo arrivati.
L'ingresso della palestra in cui risiede
il mio Dojo è semi nascosto dentro ad una corte, ci si
arriva dopo avere percorso un piccolo viottolo coperto di
sassolini bianchi, di quelli che si trovano sul fondo dei
ruscelli.
In realtà, della quiete epicamente Zen, a cui, un luogo
in cui si studino arti marziali, aspira, questa palestra
ha ben poco.
Attrezzi per pesistica e tre piste per scuole di ballo al
piano di sopra.
Il mio piccolo Dojo ha la sfortuna di essere collocato
sotto dette piste, quindi, se si riesce a concentrarsi
abbastanza per escludere dal proprio cosciente la musica
disco che viene utilizzata nella zona pesi, i ritmi sud
americani e jazz del piano di sopra renderanno la vita,
anche al più incallito monaco zen, con trenta anni di
esperienza meditativa alle spalle, piuttosto dura.
Ad ogni modo io mi trovo molto bene, si lavora con tutta
la serenità che ti possa provenire dal fatto di passare
tre sere alla settimana a rotolarsi sul terreno di uno
stanzone in seguito a leve articolari su giunture che non
sapevi neppure di possedere.
Entrai e mi diressi verso la porta della stanza dei
Tatami, le stuoie imbottite che servono per evitare danni
troppo gravi quando si cade. Sopra la porta l'orologio a
muro indicava le sette e quaranta; sapevo che
quell'orologio andava dieci minuti avanti e sorrisi.
<Perfetto orario.> Aprii la porta e un leggerissimo
odore di incenso accarezzò il mio naso. Il mio maestro
usava accenderne una bacchetta prima di cominciare la
lezione, credo per rendere l'ambiente più sereno, oppure
semplicemente per. eliminare i cattivi odori
Girai lo sguardo alla sinistra della porta e lo vidi in
ginocchio sul tatami, la parte inferiore del suo corpo
coperta dalla nera Hakama, i pantaloni tipici dell'
Aikido- ka, acquisiti tempo prima, quando aveva raggiunto
la cintura nera.
Era intento ad esaminare un mucchietto di carte sparso
sulla morbida superficie del fondo della sala- Maestro?-
Mi annunciai.
Lui alzò lo sguardo e sorrise- Ciao Gianluca.- Poi si
rituffò nella sua lettura.
Mi voltai verso le ragazze e feci segno loro di entrare,
poi lo guardai di nuovo- Maestro, le vorrei presentare
delle mie amiche.
Alzò lo sguardo e vide entrare il terzetto, raccolse in
fretta le carte, le infilò in una piccola cartella che
aveva a portata di mano e si alzò venendo verso di noi
sorridendo.
Arrivato di fronte a noi ebbe solo un istante di
esitazione, poi si inchinò leggermente, cogliendo alla
sprovvista le mie amiche, che, probabilmente, da un
italiano si aspettavano una stretta di mano o qualcosa di
simile.
Si riebbero subito e risposero al saluto.
Feci le presentazioni- Maestro, Priss, Nene, Linna,
vorrebbero provare a fare una lezione con noi, se per lei
va bene.
-Ho sentito grandi cose di lei, maestro, spero che ci
permetterà di restare...- Nene irruppe nervosamente
nella conversazione, evidentemente era un po' intimidita
dalla formalità del dialogo.
-Ma vuoi lasciargli il tempo di decidere?- Linna la
interruppe seccamente, poi si girò di nuovo verso il
maestro e, sorridendo, si inchinò leggermente- La prego
di scusarla maestro, non avevamo intenzione di
interromperla.
L'ampia fronte del mio maestro si corrugò leggermente;
un silenzio inquietante aleggiò nella stanza, dopo un
secondo i suoi occhi scuri si fissarono su di me, una
luce interrogativa negli occhi.
Deglutii, c'era qualcosa che non andava- Maestro?
-Ti spiace tradurre? Io non ho capito.
-Non ha capito cosa?- Non ero sicuro di avere inteso bene.
-Non ho capito che cosa hanno detto, io non parlo il
giapponese.
-Neanch...- Mi fermai all'istante e sgranai gli occhi,
tutto di un colpo mi resi conto che c'era un aspetto di
quella situazione a cui non avevo pensato.
Voltai lo sguardo verso le ragazze e notai che anche loro
sembravano perplesse.
-Che ha detto?- Priss aggrottò le sopracciglia.
-Ha detto che non capisce quello che dite.- Sillabai
incerto.
Nene si strinse nelle spalle- Bè neanche io capisco
quello che dice, perché non parla in giapponese, come
fai tu?
-Ma io non...- Mi fermai un attimo e decisi che forse
questo dettaglio poteva essere chiarito in seguito-
Lasciamo perdere, traduco io, avete già esperienza di
Aikido, vero?
-Bè, si...-Linna cominciò, mi voltai verso il maestro-
Ecco, loro hanno già molta esperienza in Dojo
giapponesi, sono venute a farmi una visita e pensavano di
provare a fare Aikido con noi.
Il mio maestro inclinò la testa di lato, non del tutto
sicuro di avere capito l'ultimo scambio, poi scosse
leggermente la stessa e annuì- Certamente, andate pure a
cambiarvi.
Priss si girò verso di me, intuendo la risposta
affermativa- Dove possiamo cambiarci?
Indicai uno stretto corridoio in fondo alla stanza- Li in
fondo.
Mi girai e raccolsi il mio zaino, mentre Linna, Priss e
Nene si avviavano dopo avere salutato con un piccolo
inchino.
-A sinistra in fondo.- Il maestro indicò con la mano e
Priss annuì sorridendo-Gianluca?- Il mio maestro mi
guardò incuriosito.
-Si?- Chiesi, rialzandomi.
-Da quando in qua parli giapponese?
Oramai non c'erano più dubbi su cosa avesse creato
l'equivoco di prima; mi chiesi come fosse possibile il
fatto che io e le ragazze parlassimo tra di noi, ognuno
nella rispettiva lingua, capendoci alla perfezione, come
se ognuno parlasse la lingua dell'altro e,
contemporaneamente dessimo l'impressione, ad un
osservatore esterno di parlare in Giapponese.
Un altro mistero da aggiungere alla lista.
-Ecco io...
Pausa.
Strabuzzai gli occhi sentendo il rumore di una porta che
si apriva nel corridoio.
-Ahia...- Feci appena in tempo ad avere un presentimento
che un urlo di Nene squarciò il silenzio della palestra.
CONTINUA...
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