CAPITOLO 6°:
PROBLEMI NEL GRUPPO?

Weston, tempo dopo.
Bbbbbastaaaa!!!
Erano cinque giorni che esploravano la zona come degli idioti, tutto quello che avevano trovato erano macerie e tranquilli villaggi. Mistai aveva anche controllato le montagne in ricognizione aerea, ma non c’era proprio niente. Avevano tutti quanti il morale sotto le suole, ma proprio quella mattina Zelas si era fatta viva ordinando di proseguire con le ricerche.
“Come sarebbe a dire? -era esplosa Lina- Non c’è un cavolo di niente qui!!!”
“E anche se ci fosse –aveva fatto notare Mistai- E’ come cercare un ago in un pagliaio!”
Zelas lo aveva squadrato freddamente da capo a piedi, poi si era voltata verso il suo general.
“... Quindi, continuerete fino a nuovo ordine. Chiaro?”
“Sì, Master.” aveva risposto lui con un leggero inchino. La Dark Lady era sparita.
“COME SAREBBE A DIRE “SI’, MASTER”????” aveva strillato Kisca.
“Sei completamente scemo! Dovevi dirle di no!” lo aggredì Phiria.
“Dirle di no? –il demone l’aveva guardata sbalordito- Ma sei pazza?”
Phiria contò mentalmente fino a dieci per mantenere un briciolo di calma.
“Perchè?” aveva chiesto poi, un tantino perplessa.
“Non si discutono gli ordini di Master Zelas.” aveva risposto lui, come se la cosa fosse ovvia.
“Avresti potuto almeno farle notare che non ha senso” suggerì Ameria.
“Ma non è mica scema, lo sa benissimo! E comunque, se lei dice di fare così, si fa così, punto e basta.” per Xel la discussione era finita. Zel roteò gli occhi esasperato e Mistai sbuffò.
La verità era che non ne potevano più. Nessuno. Erano stanchi, demotivati e si stavano annoiando mortalmente. Faceva un caldo infernale e per di più non avevano raggiunto neppure un microscopico successo.
In questo clima di sconforto generale iniziava il sesto giorno di ricerche. Nessuno, nemmeno i due demoni, aveva la benchè minima intenzione di continuare a girovagare. Così, si piazzarono in un prato mangiando fragole.
Accadde tutto molto velocemente.
Una squadra di esseri comparve all’improvviso a pochi metri di distanza. Xel fece appena in tempo a buttare a terra Kisca, la più vicina a lui, quando una pioggia di colpi si riversò su di loro. Sentì Lina castare un dragonslave.
“Ma sei scema??? –urlò- Sono troppo vicini!!”
“Scudo protettivo!” esclamò Zel, presagendo il peggio.
“Sarà poco coraggioso ma... Io me la batto!!” urlò Ameria scappando di corsa.
“Dove credi di andare?” l’apostrofò Fain con aria incuriosita, materializzandosi davanti a lei e bloccando un colpo che stava per colpirla alla testa.
“Ehm... Ehehehehe... Da nessuna parte....”
Gourry stava dando il meglio di sè con la sua fida spada, Mistai aveva fermato Lina prima che li facesse esplodere tutti e gli slayers si lanciarono in furiosi corpo a corpo. Ma ben presto fu chiaro qual’era, o meglio chi era l’obbiettivo dell’attacco: Xel aveva intorno almeno una dozzina di esseri che peraltro sembravano essere i più accaniti. Fain stese con un potente Zelas Bleed il suo avversario e si precipitò verso l’amico.
“Come scusa?” chiese all’autrice.
“Ehm... Ho detto “amico”? Desolata, volevo dire: general.” rispose Suni innocentemente.
Dicevo... Si precipitò verso l’am... il general per dargli una mano, ma non vide uno degli esseri sbucare all’improvviso e lanciargli una grossa fire ball, che non riuscì ad evitare.
Phiria aveva una brutta ferita sulla spalla, ma sembrava non essersene neanche accorta, mentre Skywise aveva tirato fuori la sua vecchia grinta di generale degli elfi. Fu una battaglia decisamente più dura, questa volta gli esseri erano molto più potenti, ma alla fine i nostri la spuntarono (anche perchè se no finiva la storia...)
Gourry, l’unico illeso, si guardò intorno.
“State bene?” chiese.
Lina, iniziando a curarsi un fianco con il , fece cenno di sì, mentre Skywise si teneva una gamba, ferita. Phiria era piena di tagli, ma superficiali. Kisca voltò lo sguardo, e rimase inorridita. Alzò un braccio e indicò col dito. Gli altri seguirono l’indicazione.
Xel, coperto di ferite, sorreggeva la testa di Fain, sdraiato per terra esanime con una lunghissima, profondissima ferita che gli attraversava il torace.
Si precipitarono verso di loro.
“Ommioddio! Com’è successo?” chiese Lina angosciata.
Xel non le rispose neanche, creando una sfera rigenerante, ma era così a corto di energìe che non gli riuscì.
“Fa’ qualcosa tu.” la implorò, senza fiato.
Lina non se lo fece ripetere due volte e si mise all’opera.
Kisca intanto strattonava Skywise per il bavero.
“Pensi che se la caverà? Eh? EH????” ripeteva, fuori di sè.
“Ahio! Spero di sì... Ma non eri tu quella che lo odiava?” Skywise cercava disperatamente di respirare nonostante l’impegno che la sorella metteva nello strozzarlo.
“MA-MA... CERTO CHE LO ODIO!!! E’ SOLO CHE... POVERINO...” s’impappinò.
Già che c’erano, potevano far fuori Xelloss, questo mi sembra più simpatico... Zel si sentì immediatamente in colpa per aver pensato una cosa del genere: dovevano essere uniti.
“Questa è la dimostrazione che Metallium non sa dirigere i suoi uomini: a me una cosa del genere non sarebbe successa!” proclamò Mistai. Phiria lo guardò allibita, senza sapere se saltargli addosso o prenderlo a pugni. Ma i suoi dubbi furono interrotti improvvisamente.
Ai tempi della Kouma Sensou, Phiria era troppo giovane per poter prendere parte ai combattimenti; di conseguenza, non aveva mai visto all’opera il dragon slayer.
Semplicemente agghiacciante.
L’espressione angelica era completamente svanita dal viso di Xelloss, lasciando posto a una maschera mostruosa e terribile.
“Hai finito di dire stronzate, grand’uomo.” sibilò, gettandosi sul drago.
“STA FERMO!!! -Kisca cercò di tirarlo per il mantello... Lei sapeva bene di cosa era capace!!- Siamo una squadra ora, non possiamo metterci uno contro l’altro!”
Xel si voltò rivolgendole uno sguardo carico di disprezzo, ma lasciò Mistai, che si premette una ferita del demone.
“L’hai sentito? Hai sentito cosa ha detto?” le chiese con rabbia.
“Sì ma questo non è un buon motivo per combatterci tra noi!”
“Oh, naturalmente... Certo, dopotutto lui è Mistai, no? Tutto quello che dice va bene, lui è dalla tua parte, draghi e elfi sono alleati, hai ragione, sono io che non sono un buon generale.” disse amaramente il demone. Si allontanò stancamente , tornando verso Lina e Fain.
Zelgadiss scrollò la testa. Magari Xel fosse stato un incapace! Così almeno non avrebbe fatto tutti quei disastri!
STATE ZITTI, DEVO CONCENTRARMI!!!” sbraitò Lina.
Ammutolirono tutti, sentendosi un po’ in colpa.
Fain mosse leggermente la testa, e Xel riprese un po’ di colore.

Altrove.
Il generale Octagon ripercorse il corridoio fino alla sala del trono pieno di terrore. Vi entrò titubante.
“Mio Signore”cominciò con voce strozzata.
“Che notizie mi portate, generale? -lo interrogò la voce dell’Oscuro- Avete portato a termine la missione?”
“S.. Signore... I miei uomini hanno fallito...” balbettò.
“FALLITO?? INCAPACE!!! IMBECILLE!!!” lo aggredì il sovrano.
“Mi... Mio Signore... Noi avevamo sottovalutato il nemico... Vi assicuro che non accadrà più” si affrettò ad assicurare.
“Di questo sono più che sicuro, Octagon, anche perchè non ci sarà un’altra occasione.” rispose freddamente la voce lugubre.
“No!! VI PREGO!! –implorò il generale presagendo la morte- Datemi un’altra possibilità... Non vi deluderò!!”
Il Sovrano taque per alcuni istanti, che a Octagon sembrarono secoli.
“E va bene, voglio essere generoso. Liberatevi di Metallium... E dei suoi slayers. Tutti.”

Weston.
Fain si era ripreso totalmente, e anche Xel si era rigenerato. Gli slayers sedevano in cerchio intorno al fuoco, su cui stavano abbrustolendo galline che Zelgadiss aveva ... ehm... preso in prestito in una fattoria vicina.
Xelloss si alzò in piedi improvvisamente.
“Potresti venire con me, Fain?” chiese gentilmente.
“Certo...” rispose lui, seguendolo.
Appena si furono un po’ allontanati, Lina balzò in piedi per seguirli.
“Lina!! Che fai?” chise Mistai indignato.
“Ehm... Vado a ...vedere che fanno...” rispose lei con innocenza.
“Non si origlia!!” la rimproverò il drago.
“Vengo anch’io.” disse Skywise raggiungendola.
“Sky! Tutto mi aspettavo da te ma non che fossi un ficcanaso! E’ una cosa che non si fa!” disse la sorella.
“Allora perchè mi stai seguendo?” s’informò lui.
Tre secondi dopo, solo Mistai e Zel erano rimasti seduti.

“Non mi sono mai vergognato tanto in vita mia! Il mio uomo migliore che si fa fregare come un idiota!” urlava Xelloss, fuori di sè dalla rabbia. Fain era immobile, a capo chino di fronte alla sfuriata del superiore.
“Che racconterà Mistai ai suoi? Che siamo degli idioti! E’ questo perchè sei un cretino! Non sono disposto a tollerare cose del genere, ti avverto!” urlò ancora Xel, voltandosi per tornare indietro. Poi sembrò ripensarci, e si girò di nuovo.
“Ti meritavi di morire.” disse semplicemente.
Poi tornò verso il bivacco, mentre il gruppo di spie se la dava a gambe per arrivarci prima di lui.
Il sole stava tramontando.




Continua...