FQ vs F4

CAPITOLO 1

“ Un violino…?”

Rui Hanazawa cercò di orientarsi verso quella musica. Non poteva sbagliarsi, era proprio un violino… Ma che cosa stava suonando?
La sonata, lieve ed impalpabile, proveniva proprio dal luogo in cui si stava dirigendo: il giardino, dov’era solito suonare lui.
Si fermò. Una figura sottile si stagliava al centro del cortiletto, accanto alla vasca. Il volto concentrato dalla melodia, quasi catturato da essa, il corpo teso come se vibrasse ad ogni movimento dell’archetto.
Rui si fermò, appoggiandosi ad una siepe.
Socchiuse gli occhi. Quella musica… sembrava penetrargli l’anima. Era triste, molto.
Dopo tanto, qualcosa riusciva a toccarlo in modo diretto.
Ma cos’era?
Riaprì gli occhi. La musica era cessata. Un paio di occhi castani lo osservavano, silenziosi. Alzò lo sguardo e incrociò quello di lei. Non era una delle ragazze di prima, con cui Tsukasa aveva iniziato un’altra, inutile e noiosa lotta al peggior insulto?
Eppure, rispetto a prima, ora che l’aveva vista suonare gli era sembrata completamente diversa… Più effimera e al tempo stesso concreta.

La ragazza abbassò dopo qualche istante lo sguardo, poi si avvicinò alla panchina e ripose il proprio violino nella custodia lì abbandonata.
- Che cosa stavi suonando? – le chiese lui, mentre già lei si stava allontanando.
La ragazza si voltò – Una musica composta da mio padre, si intitola Mongolian Blue –
- Mongolian Blue? – ripeté il ragazzo spalancando gli occhi – Ecco perché non la conoscevo, è la versione originale vero? Quella non riarrangiata dal maestro Mikami… Sei la figlia di Tendo Kawahara? –
- Proprio così! – rispose, sorridendo timidamente – Il mio nome è Kawahara Miyae – e si inchinò lievemente verso di lui.
Rui annuì distrattamente, poi fece per andarsene, quando la voce dolce di lei lo fermò – E tu? Non mi dici il tuo nome? Devo forse chiamarti “il ragazzo misterioso che ascolta patetiche performances al violino”? –
A quelle parole dette così semplicemente, Rui dovette voltarsi. Sorrise a sua volta – Non era patetica. Era triste – e si allontanò, prima di scomparire nel giardino si volse un’ultima volta – Chiamami Rui – disse soltanto.


Tsukasa Doumyouji era ancora accasciato a terra, e si contorceva per il dolore.
Makino gli si avvicinò e si inginocchiò accanto a lui.
- Doumyouji, come stai? – chiese, preoccupata.
- Be…bene… - balbettò il ragazzo sottovoce, mentendo spudoratamente. In realtà, oltre al dolore lancinante che continuava a tormentargli le parti basse, era anche molto preoccupato per le conseguenze che quella ginocchiata avrebbe potuto avere…in una zona così delicata poi… (in pratica sta pensando:“Me funziona o nun me funziona…?”) (Per consigli, delucidazioni ed efficacissimi rimedi, rivolgersi a MrPacco ….la guarigione è garantita!) (O__o come?? Non sapete ancora chi è MrPacco?!?!? Ereticiiiii!!!!!!!!)
La ragazza lo fissò con aria incerta. Anche Nishikado e Mimasaka si avvicinarono all’amico.
- Ehi, Tsukasa, come ti senti? È tutto a posto…? – domandò Mimasaka (il vero senso è “è ancora tutto al posto giusto…?”)
- Penso…penso di sì… - mormorò Doumyouji, cercando di tirarsi su.
Nishikado gli si mise di fianco e disse:
- Bene Tsukasa, adesso non ti resta che controllare se tutto funziona come dovrebbe! Basterà semplicemente portare Makino in un motel ed avrai la risposta! Fidati del tuo amico Soujirou, che è un vero esperto in materia! Così finalmente riuscirai anche tu a perdere la verginità! -
Tsukasa prese un profondo respiro. Non bastavano quelle rompiscatole di FQ o come diavolo si chiamavano…adesso ci voleva anche la demenza di Soujirou… Stava iniziando ad arrabbiarsi sul serio…
- Razza di imbecille, ma che diavolo stai dicendo?! Perché non la smetti di dare aria a quella boccaccia che ti ritrovi?! – sbottò, alzandosi finalmente in piedi, rosso come un peperone.
Anche Makino intanto si era tirata su, e stava seguendo con lo sguardo le tre nuove arrivate, che si allontanavano confabulando e ridacchiando. Non sapeva proprio come comportarsi…
Tsukasa non era stato molto gentile con loro…ma d’altra parte, quelle non avevano neanche tentato di recitare la parte degli angioletti… Ma perché non si limitavano a pensare ognuno ai fatti propri, si chiese, continuando a non afferrare l’importanza di quelle assurde beghe.
Scosse il capo con aria di disapprovazione, poi iniziò ad allontanarsi.
“Che si scornino tra di loro, io me ne lavo le mani” pensò (e questo è un omaju alla mitica J.D.!!!!!!!)
- Makino, dove vai?! – la chiamò immediatamente Tsukasa.
La ragazza si voltò e gli lanciò un’occhiataccia.
- In classe, idiota! E faresti bene ad andarci anche tu! – rispose, gelida.
- Ma…ma… Hai visto anche tu come si sono comportate, quelle tre?! – esclamò lui, che aveva sperato che Tsukushi prendesse le sue difese, almeno una volta…
- Si sono comportate esattamente come te! Io non voglio sapere niente di tutta questa storia, veditela tu! – disse infine lei, allontanandosi.


- Eccola, la demente! – urlò Shion, indicando con foga Miyae, immobile davanti alla porta che conduceva alla loro nuova classe.
- Ma che fine avevi fatto? Non sai che spettacolo ti sei persa! – ridacchiò Miaka – Kaoru è stata a dir poco grandiosa! Ha preso a calci quel fanfarone e… -
- Ora basta, Miaka… Sai che a Miyae queste cose non piacciono – la interruppe Kaoru. Si avvicinò all’amica, che si era voltata verso di loro appena le aveva sentite arrivare – Comunque non avresti dovuto andartene. Sei una di noi, dopo tutto! E proprio ora, dobbiamo assolutamente mostrarci unite! – poi si scostò leggermente da Miyae, allungò la mano e con l’indice indicò un punto qualsiasi del muro – Perché l’Eitoku intera deve cadere ai nostri piedi!!! –
- Sì! FQ alla conquista del mondo! – la incitò ridendo sguaiata Shion.
- Ahem… - balbettò Miyae arrossendo di vergogna – Ragazze, non vi sembra di esagerare? In fondo siamo qua per studiare… -
- Non ricomincerai con questa storia assurda dello studio? Miyae-chan, tu hai qualche problema… Qualche istinto troppo represso, forse! – esclamò Miaka avvicinandosi all’amica e mettendole una mano sulla spalla – E’ ora che metti da parte il tuo violino e ti interessi a qualcosa di più costruttivo e interessante! –
Miyae tolse con eleganza la mano della ragazza dalla propria spalla, poi, sospirando, si rivolse a Kaoru – Lo sapete come la penso… trovo questo genere di cose assolutamente inutili… Perché imporci sugli altri solo perché i nostri genitori sono ricchi e famosi? – zittì immediatamente Shion, che stava per rispondere alla domanda – Io non lo capisco – sospirò – ma se ci tenete tanto, sarò con voi… Solo, cercate di non esagerare! –
- NOI? – esclamò Kaoru ridendo – NOI che esageriamo? E quando mai…? – ed spalancò la porta della classe, facendo voltare tutti gli studenti che attendevano l’entrata dell’insegnante.



- Ma che diavolo sta accadendo qua? – esclamò Tsukasa Doumyouji buttando violentemente il proprio vassoio sul tavolo che divideva con il resto degli F4.
- Che intendi dire? – chiese Akira, voltandosi nella direzione che Doumyouji continuava a fissare.
- Com’è possibile che mezza scuola sia al tavolo di *quelle* e stia pure sbavando per un filo di attenzione da parte loro??? –
- Tsukasa, calmati – tentò di farlo ragionare Soujirou – Dopotutto sono le FQ –
- NON ME NE FREGA NIENTE DI CHI SONO!!! – urlò il ragazzo, sbattendo le mani sul tavolo e facendo voltare mezza scuola, oltre a rovesciare il contenuto dei rispettivi vassoi dei suoi compagni di tavolo.
- A me piacerebbe saperlo invece – mormorò una voce accanto a lui. Tsukasa abbassò lo sguardo e vide Tsukushi seduta al posto accanto al suo… per la rabbia si era dimenticato di averla invitata nuovamente a pranzo con lui! – Sono in classe con me e stamattina le mie compagne sembravano pendere dalle loro labbra… mi chiedo come mai….-
- E’ semplice – le rispose Soujirou, mentre anche Doumyouji rinunciava ad arrabbiarsi e si sedeva – Vedi quella col caschetto biondo? Si chiama Shirazaki Miaka, è figlia dei proprietari della compagnia che gestisce sale da gioco più grande di tutto il Giappone e, che ha sedi anche all’estero. Quella accanto a lei invece – ed indicò la ragazza dai lunghi capelli rossi – è Kobayashi Shion. Suo padre possiede un’importantissima casa editrice e diverse stazioni televisive. Tratta soprattutto di manga e anime! Quella che ha fatto quel brutto scherzetto a Tsukasa stamattina, invece, è Nishikiori Kaoru, suo padre è un politico molto importante, si dice che l’imperatore gli affidi molti incarichi diplomatici, che sia il suo uomo di fiducia, insomma. Ed infine, quella nell’angolo che cerca di passare inosservata è Kawahara Miyae. Sua madre è una violinista di fama internazionale, suo padre un compositore molto noto e quotato un tempo, che ora è proprietario di un’importante casa discografica. Non solo, poiché la madre era la sua allieva prediletta, Gen Mikami, il famoso direttore d’orchestra e compositore l’ha adottata facendone l’erede unica dei beni della famiglia Mikami –
- Quella famiglia Mikami? – domandò Akira interrompendo il discorso.
- Esattamente. Inoltre, sembra che la ragazza abbia ereditato il talento di sua madre –
- Cosa suona? – chiese, con voce piatta, Rui. Tutti si voltarono verso di lui. Sedeva dirimpetto a Tsukasa, accanto a lui, da quando era entrato nella caffetteria della scuola, gli era appiccicata una ragazza.
- Beh, ecco… - balbettò Nishikado.
- Il violino. Suona il violino – rispose la ragazza seduta vicino a Rui. – Ed è certamente dotata. Basta sentirla suonare una volta soltanto –
- Sei stata ad un suo concerto? – si interessò improvvisamente Rui.
- Miyae Kawahara non da concerti. Si dice sia troppo timida. Ma sono stata alle prove del gruppo del conservatorio che frequenta mio fratello. E’ di proprietà del signor Mikami, e talvolta vi fa suonare la nipote. –
- Credo di aver afferrato il concetto… ma TU chi sei? – chiese immediatamente Tsukasa.
- Oh, che sbadata, non mi sono presentata? Il mio nome è Arika Hayama! – rispose la ragazza sistemandosi dietro l’orecchio una lunga ciocca di capelli biondi e sbattendo le lunghe ciglia che le incorniciavano i begli occhi marroni-verdi – E sono pazza di Hanazawa-san –

Un momento di silenzio glaciale calò nel gruppo sbigottito dalla naturalezza e sfacciataggine della ragazza. Solo Rui continuava a mangiare senza badare a quello che si era appena detto.
- Ahahahahah… ecco quella che si dice una ragazza che va subito al sodo – ridacchiò Soujirou – Sicura che ti interessa solo Rui? – si propose poi il ragazzo.
Arika ridacchiò, poi scosse il capo con fermezza – Assolutamente sicura! –

Tsukushi era a dir poco sconvolta. La testa le girava ad una velocità inaudita! Non bastavano tutti i casini che aveva per la testa prima? Ci si mettevano anche quelle ragazze folli che litigavano con Tsukasa –il che le avrebbe sicuramente procurato problemi – e questa Arika… che cos’era successo ad Hanazawa Rui per farlo cambiare tanto?

- Makino-san, scusami, potrei parlarti un attimo? – sussurrò una voce dolcissima alle sue spalle. Tsukushi si voltò e vide… la ragazza di cui parlavano poco prima, Kawahara!
Ripensò al discorso di Soujiro e deglutì, poi rispose, un po’ esitante:
- Certo…
Miyae le rivolse un sorriso timido, poi la prese delicatamente per un braccio e le fece cenno di seguirla.
- Non qui… Meglio un posto un po’ più riservato… - mormorò – Mi sento un po’ troppo osservata…
- Beh, non si parla d’altro che di te e delle tue amiche, da stamattina… Anche se questa è una scuola per famiglie benestanti, non capita certo tutti i giorni di incontrare delle persone così importanti… - disse Tsukushi, accorgendosi ormai troppo tardi di aver parlato senza riflettere. Per un attimo temé che la ragazza si fosse offesa per quei suoi commenti non esattamente lusinghieri, ma la Kawahara continuava a camminare accanto a lei con un’espressione distesa e tranquilla sul volto.
- Tutto perché Kaoru e le altre non ce la fanno proprio a passare inosservate… E’ più forte di loro… - sorrise.
- Come Doumyouji e gli altri, del resto… E poi, bisogna riconoscere che le tue amiche sono delle ragazze abbastanza appariscenti… - sorrise anche Tsukushi, rilassandosi finalmente un po’.
Si fermarono in un angolo abbastanza appartato della mensa, e dopo un attimo di silenzio, Miyae ricominciò a parlare.
- A proposito di Doumyouji… - esordì, esitando, come se stesse cercando le parole più adatte.
- Sì? – chiese Tsukushi, incuriosita dal fatto che quella ragazza così affascinante volesse parlarle proprio di un idiota come Tsukasa.
- Beh… Volevo soltanto ringraziarti per prima… - disse la Kawahara – Se non lo avessi fermato, magari adesso Kaoru si ritroverebbe qualche livido in faccia…
Tsukushi ridacchiò, ripensando alla ginocchiata che Tsukasa si era preso da quella tipa incredibile.
- Mi sembra piuttosto improbabile… Comunque non c’è bisogno di ringraziarmi, l’avrei fatto per chiunque. Non lo sopporto quando fa il prepotente – rispose.
Miyae annuì.
- Capisco, capisco… Nemmeno io amo molto l’atteggiamento delle altre… Ma sai, non lo fanno con cattiveria… E’ soltanto un gioco… - spiegò. S’interruppe per un istante, poi proseguì: - Kaoru è troppo orgogliosa per venire a ringraziarti… Sai, lei è fatta così, vuole fare tutto da sé, senza l’aiuto degli altri. E qualche volta supera il limite…
Makino fece una risatina imbarazzata.
- Non riesco a spiegartelo bene… Se non la si conosce, Kaoru appare soltanto come una tipa arrogante e presuntuosa… In realtà non è affatto così… Anche se non lo lascia trasparire, e cerca di nasconderlo a tutti i costi, è una bella persona. E ti assicuro che ti è grata per quello che hai fatto…ma non aspettarti che venga a dirtelo, ecco… – concluse sorridendo Miyae.
La ragazza annuì, un po’ dubbiosa. L’unica cosa che le veniva in mente in quel momento era la famosa ginocchiata, e la furia umana che l’aveva scagliata così freddamente non le sembrava esattamente una bella persona… Povero Doumyouji, chissà in che condizioni erano i suoi preziosi gioielli di famiglia…
A quel pensiero Tsukushi avvampò e iniziò a tirarsi una serie di pugni sulla testa, sotto lo sguardo attonito della Kawahara.
- Makino-san, ti senti bene? – domandò quest’ultima, un po’ preoccupata.
Tsukushi rise, imbarazzata.
- Sìsìsìsì sto benissimo, non farci caso… - disse, e l’altra annuì, ancora un po’ incerta.


- Senti, ragazzina, ne ho fin sopra i capelli delle tue arie di superiorità! Anche se sei la figlia di un politico, non m’interessa proprio per niente! In questa scuola sono gli F4 che dettano le regole, e tu e le tue amiche dovete obbedire come tutti gli altri! – tuonò Tsukasa, tentando di spaventare l’interlocutrice alzando il più possibile la voce.
Kaoru Nishikiori rimase impassibile, e accavallò le gambe, fissandolo con aria indifferente. Doumyouji e gli altri si erano avvicinati al loro tavolo con aria bellicosa, e quella discussione durava ormai da dieci minuti. Anche la sua pazienza aveva un limite. Però prendere in giro quel tipo era troppo divertente.
- Ascoltami tu adesso, testa da carciofo… Prima di tutto, non sei ancora andato dal barbiere a farti estirpare quei cespugli dalla testa (miii quanto sono stronza……..), quindi ringraziami se ti presto attenzione… Seconda cosa, non me ne frega niente di te e dei tuoi amici che giocate a fare i padroni in questa topaia. Io faccio quello che mi pare e piace, e né tu né nessun altro potrete impedirmelo. È una questione di principio… E sulle questioni di principio non cambio mai idea… - sorrise infine la ragazza, notando l’irritazione di Doumyouji che cresceva di minuto in minuto.
- Se non la smetti immediatamente di chiamarmi carciofo, giuro che te ne pentirai amaramente! – replicò Tsukasa, sempre più nervoso.
- Ma davvero…? Sto già tremando, non vedi…? – fu la risposta, unita a tre risate.
Ormai Doumyouji non ci vedeva più dalla rabbia, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di far tacere quella ragazza impertinente, anche a costo di doverle tappare la bocca con le sue stesse mani. Si avvicinò ancora di più, con aria minacciosa, e l’afferrò per le spalle, costringendola ad alzarsi.
- Tu e la tua superbia mi avete stufato, piccola. È arrivato il momento di risolvere la questione una volta per tutte! – disse, stringendole le braccia nel tentativo di strapparle un lamento.
La ragazza gli puntò in viso un paio di occhi ardenti di rabbia, e rispose:
- E va bene, razza di carciofo-pallone-gonfiato-borioso-sfigato Doumyouji… Per una volta siamo d’accordo… Come proponi di risolvere la cosa…?
- Certo che ce ne vuole di fegato ad insultare così Tsukasa, soprattutto se lui è a due centimetri di distanza… Quella è tutta matta… Non trovi, Soujirou? – commentò Akira, rivolto all’amico. Ma il ragazzo non l’aveva neanche sentito: era concentratissimo su quello che succedeva tra i leaders dei due gruppi.
La domanda di Kaoru lasciò spiazzato Tsukasa, che esitò, e lei non perse l’occasione per prenderlo in giro.
- Ma bene, grande uomo, prima proponi di risolvere la questione e poi non hai nessuna soluzione pronta? Complimenti, davvero! – disse, mentre Shion e Miaka scoppiarono a ridere.
Quello era davvero troppo per la scarsa pazienza di Doumyouji. Il ragazzo, ormai in balia della collera, si avventò sulla Nishikiori, che indietreggiò leggermente per evitarlo (aho, sarò faiga ma non sono mica masochista!), ma all’improvviso la sagoma di Soujirou Nishikado si materializzò tra loro, separandoli.
- Ragazzi, ragazzi, calmatevi un attimo, non c’è bisogno di picchiarsi… - disse, tentando di sdrammatizzare.
- Togliti dai piedi, Soujirou! – replicò subito Tsukasa, trattenuto anche da Mimasaka.
- Cosa vuole quest’altro cretino…? – fu l’acido commento di Kaoru.
Il ragazzo ridacchiò, fingendo di non aver sentito. Poi riprese a parlare:
- Ho avuto un’idea geniale, che ci permetterà di risolvere il problema senza usare la violenza! Quelli che perderanno, rinunceranno ad imporre la propria volontà all’altro gruppo e a tutti gli studenti della scuola, che ve ne pare…?
Le ragazze si scambiarono un’occhiata, dubbiose.
- Voi che ne dite…? – chiese Kaoru alle amiche.
- Non sembra male come idea… Tanto vinceremo noi… - sorrise Miaka, molto fiduciosa.
Shion annuì.
- Almeno non ci saranno spargimenti di sangue né eventuali ripercussioni sulla fertilità dell’ultimo erede della famiglia Doumyouji… - disse maliziosamente, suscitando l’ilarità delle amiche.
Sentendo i discorsi delle ragazze, Tsukasa si fece ancora più battagliero.
- Certo, va benissimo! Gli F4 non si faranno certo sconfiggere da un gruppo di ragazzine petulanti! – disse.
- Bene, bene… - fece Nishikado, soddisfatto.
- Allora, Soujirou, qual era la tua idea? – chiese Mimasaka.
- E’ semplice… Una gara di rimorchio! – esclamò il ragazzo, fiero di se stesso.
Un gocciolone enorme si formò sulle teste di tutti i presenti.
- Una gara di…cosa…? – domandò Shion, incredula.
- Di rimorchio! Cioè, il gruppo che riesce a rimorchiare più esponenti del sesso opposto in una serata vince! – spiegò lui. (coglione ndme)
Un nuovo ed enorme gocciolone sostituì il precedente.
- Che stupidaggine… Solo un cretino degli F4 poteva avere un’idea tanto idiota! – fu il commento di Kaoru.
Doumyouji rise.
- Cosa c’è, hai paura di perdere, forse…? – chiese ironicamente.
La Nishikiori gli rivolse uno sguardo gelido.
- Perdere…? Io…? È una parola che non rientra nel mio vocabolario, mi dispiace… - replicò. Poi, rivolta agli altri: - Se volete una gara di rimorchio, la avrete! Vi dimostreremo che le FQ sono migliori di voi in tutto! Mi chiedo se ci sia una sola donna sulla faccia della terra disposta a farsi rimorchiare da voi quattro idioti… Vi schiacceremo come vermi!
- Staremo a vedere… -