Parte
prima
Scully era
appena tornata a casa dal lavoro: era stanca, ma una
doccia l'avrebbe senz'altro rimessa in sesto. Era un
periodo di calma, alla sezione degli X Files: cose di
routine, tipo Ufo e hackers su Internet, insomma. Mulder
era sempre Mulder, fantasioso, stravagante, con il suo
sguardo tenero e il suo fare gentile. Mulder... se non
fosse stata rapita, e non le avessero fatto quello che le
avevano fatto, forse la sua vita avrebbe potuto essere
diversa... Ma forse no, era destino che i due più
inseparabili agenti dell'FBI rimanessero gli eterni amici
di sempre.
Si stava spogliando per fare la doccia, quando squillò
il telefono: sapeva che suo fratello sarebbe venuto forse
in città per il week end ed andò tranquilla a
rispondere. Una voce la prese di sorpresa: Diana Fowley,
la nuova direttrice di dipartimento dell'FBI, quella che
le era giunto alla voce che fosse stata la moglie di
Mulder. Mulder era stato vago in proposito: Ero
giovane, le aveva detto.
Carissima Scully, sono contenta di sentirla. Sa, io ho
molta fiducia nelle donne nell'FBI e ritengo che lei sia...
sprecata ad occuparsi degli X Files.
Signora, io sono contenta del mio lavoro: posso mettere a
frutto le mie conoscenze mediche, chirurgiche e le mie
doti di agente....
Ma lei può avere di più dalla vita! Ho pronto per lei
un posto di capo di dipartimento a New York, in una sede
prestigiosa, con possibilità di interagire con le
Nazioni Unite....
La ringrazio molto, ma...
Forse non ha capito: io pretendo che lei consegni le sue
dimissioni da questa sede e vada là il più presto
possibile!
Il tono di Diana Fowley era diventato duro, di colpo:
Signora, io la ringrazio per il suo interessamento, ma
perché dovrei andarmene...
Vede, le era stato dato un incarico, sei anni fa:
ostacolare l'agente Mulder se non ricordo male. Lei lo
aiuta, invece, e lui si è messo ancora più nei guai...
Vede a questo punto, per il bene e la salute di entrambi...
sarebbe meglio che lei se ne andasse!
L'agente Mulder cosa farà?
Penseremo a lui, non si preoccupi. Lei pensi a preparare
la sua lettera di dimissioni, e di consegnarla domani
mattina. Non sia triste: la aspetta uno stipendio il
doppio di quello che prende ora, con un alloggio vicino a
Central Park. Basta solo che lei parta, e lasci gli X
Files.... e Mulder! Mi raccomando, allora!
Diana Fowley mise giù il ricevitore e Scully scoppiò
a piangere. Sì, piangeva: gliela avevano fatta, gliela
avevano fatta, a lei e a Mulder. Doveva andarsene, e in
fretta. Non lavorare più agli X Files, non vedere più
Mulder. Mulder che le sorrideva al mattino, le portava il
caffé ed insisteva sempre per offrirle il pranzo; Mulder
disperato per la perdita della sua sorellina, che l'aveva
strappata quante volte dalle braccia della morte; Mulder
che l'aveva stretta vicino al Polo quando avevano visto
qualcosa di incredibile...
No, non potevano fare loro questo! Ma l'avevano fatto,
eccome. Con chi era in combutta la Fowley? Certo con i
loro nemici! E cosa avrebbero fatto a Mulder se lei non
partiva!
Con il cuore a pezzi e piangendo, aprì il suo portatile
ed iniziò a comporre la lettera di dimissioni: IO
sottoscritta Dana Katherine Scully dichiaro con la
presente la mia intenzione a dimettermi dall'FBI....
Per fortuna Mulder era andato dai Gunmen, stasera.
Per fortuna che non le avrebbe telefonato. Scully decise
che si sarebbe presentata sul lavoro presto l'indomani:
Mulder arrivava in media per le nove, Skinner per le
sette e mezza. Lei sarebbe arrivata alle otto ed avrebbe
chiesto la giornata poi libera. Mezz'ora, e tutto sarebbe
stato finito. Raccolte le ultime cose e poi via, per
sempre. E che lui non la vedesse più per favore.
Scully pianse, quella notte: e si addormentò, sognando
Mulder. Era strano quel sogno: era il giorno delle api,
il giorno che era stata punta. Lui la stava implorando di
rimanere... e la baciava, sulla bocca, con passione. Era
tutto strano, ma lei si ritrovava nuda tra le sue
braccia, come un'amante, stretta a lui... La sveglia la
strappò al sogno: l'aveva messa prima, per andare al
lavoro prima e non vedere più Mulder. In sogno, ecco
dove l'avrebbe visto d'ora in poi.
Scully entrò alle otto in punto nell'ufficio del
vicedirettore Skinner e gli porse la lettera senza una
parola: Skinner la aprì, la lesse e guardò Scully: Cosa
significa? Perché se ne vuole andare
Signore, mi hanno offerto un bel posto, avevo inviato il
mio curriculum...
Agente, d'accordo, ma mi dica il perché...
Non posso, signore.
E si ricordi che prendo una settimana prima che le
dimissioni vengano prese in esame, chiaro? L'agente
Mulder lo sa?
No signore. Vorrei andare a prendere alcuni effetti
dall'ufficio e chiederei la giornata libera.
Accordato, ma lei mi dovrebbe delle spiegazioni.
Non ci
sarebbe stato bisogno di queste spiegazioni: la Fowley
avrebbe sistemato tutto, e lei se ne sarebbe andata.
Scully entrò nell'ufficio, si chiuse la porta alle
spalle ed andò a prendere una foto di Melissa, che
teneva vicino al computer, una foto di lei bambina vicina
a suo padre e un gattino portafortuna che le aveva
regalato Mulder a Natale. Le lacrime le annebbiavano gli
occhi, era triste, distrutta, in tensione. Talmente presa
dai suoi pensieri da non sentire che la porta
dell'ufficio si era aperta ed era entrato qualcuno. Si
girò: era Mulder.
Credo che tu mi debba delle spiegazioni, Scully,
disse lui avvicinandosi. Parlava a voce alta ed era
stravolto.
Sei arrivato presto!
Certo, i Gunmen mi hanno dato delle cose su una strana
forma di malattia che sta colpendo del bestiame nel
Wyoming... Voglio scrivere una relazione: ma non cambiare
discorso: cos'è sta storia delle dimissioni?
Mulder, io voglio cambiare lavoro... Con la morte nel
cuore, Scully decise di fare la figura della stronza: Sai,
ero stanca di starti addosso, tu e le tue cose assurde...
Come puoi dire questo? No, non puoi! le si era
avvicinato, sempre di più.
Mulder, io me ne vado, è finita!
Questo lo dici tu!
Le mise una mano sulla spalla e Scully ebbe una
reazione disperata:
Toglimi le mani di dosso, spostati! Cercò di
spingerlo, ma lui la afferrò per i polsi con una mano e
portò il suo volto vicino al suo.
Tu non mi lasci, Scully! Scully vide il suo
volto avvicinarsi, sempre di più, finché le labbra di
lui non si impossessarono delle sue. Un bacio. Un bacio
appassionato, violento, disperato, pieno di desiderio
represso. Un bacio vero, da amante. Un bacio in cui lui
le apriva di forza la sua bocca, le metteva dentro la
lingua, le mordicchiava le labbra. Un bacio proprio da
amante.
Mulder la spinse con il suo peso verso la sua scrivania,
dove c'erano scartoffie varie. Scully si trovò con la
testa sopra le sue carte. Ecco, ora sapeva cosa non
avrebbe più avuto di Mulder: anche i suoi baci, i suoi
baci da amante, che le divoravano le labbra, facendole
affiorare sensazioni che credeva di non potere più
provare. Lacrime silenziose iniziarono a scorrerle sulle
guance. Mulder la teneva ferma con una mano per i polsi:
con l'altra mano le aprì la giacca e la camicetta, con
forza, ma senza strapparle. Poi arrivò al reggiseno, e lì
strappò, e con forza. Affondò le sue labbra sul suo
collo, sui suoi capezzoli, verso l'ombelico, mentre
Scully continuava a piangere e a stare ferma, in silenzio.
Le alzò la gonna, e strappò il collant e le mutandine.
Le passò un dito sulla vulva, le stuzzicò un attimo il
clitoride ed inserì solo per un momento il dito nella
sua vagina. Ma voleva lei, la voleva presto. Si aprì la
lampo dei pantaloni, li calò insieme ai boxer e tirò
fuori il suo pene.Scully emise un gemito quando lo
appoggiò alla sua vulva, spingendoglielo dentro con
decisione. Ma poi si sentì sciogliere dentro, mentre lui
la penetrava, avanti ed indietro. Venne, prima di lui,
che si accasciò riempiendola del suo seme, dentro e
fuori.
Le lacrime erano copiose: perdeva un amico, un
confidente, un salvatore della sua vita, ed ora anche un
amante. Un amante che aveva fatto nascere in lei
sensazioni che credeva morte per sempre. Mulder alzò lo
sguardo ed impallidì: cosa aveva fatto? Aveva stuprato
la sua collega Scully, la sua più fedele amica,
rovinando tutto. Scully era lì, con gli abiti strappati,
lacrimante e sporca di lui. Non poteva passarla liscia,
lui, no.
Si staccò da lei, si rinfilò boxer e pantaloni ed uscì
di filato dall'ufficio: aveva sistemato tutto, era un
vero e proprio mostro.
Il vicedirettore Skinner stava parlando delle dimissioni
di Scully e di altre cose con altri colleghi, tra cui una
sorniona Diana Fowley, quando entrò Mulder. Con gli
occhi rossi, la voce rotta dal pianto e leggermente
scarmigliato disse: Signori, dovete arrestarmi. Ho
appena violentato la mia collega Dana Scully. Skinner
spalancò gli occhi: Ma che vi succede oggi? Scusi ma
cosa sta dicendo?
L'ho violentata: l'ho sbattuta sulla mia scrivania e l'ho
fottuta, contro la sua volontà. Mi mandi dal dottor
Anderson, per una visita. Se Mulder non fosse stato
così sconvolto, avrebbe notato lo sguardo soddisfatto di
Diana Fowley, mentre diceva: Bisogna fare una visita
medica anche all'agente Scully. Con il suo comportamento
ha offeso l'FBI: non se la caverà facilmente! Sotto
sotto la Fowley pensava: Meglio del mio piano
originale per dividerli!
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