Il
demone e le carte maledette
Prologo
"Lo sento.
Finalmente il momento è arrivato. È qui, qui da me.
Ho atteso anni ed anni, unicamente per questa roccia,
fuso con la dura e fredda pietra,
costretto a respirare la gelida aria che mi ha torturato
i polmoni, la candida neve che è caduta intermittente
durante la stagione più fredda e che mi ha brutalmente
perforato lenta ma inesorabile la pelle, costretto a
subire ogni singolo organismo vivente che vive su questa
montagna, che ha vissuto inconsapevolmente sul mio corpo
schiacciandomi
e calpestandomi
inconsapevolmente
ma
provocandomi tanto dolore è tanta vergogna
vergogna
per la mia prigionia, vergogna per questa maledetta
punizione che gli dei a me avversi mi hanno inflitto
senza
alcuna pietà
miei nemici
nemici
una
tortura durata più di mille anni
che sarebbe
cessata solo quando essi si fossero dimenticati di me,
completamente dimenticati di me
fino a che il mio
nome non fosse significato più nulla alle loro orecchie
per
secoli ho vissuto beffato dagli altri, preso in giro,
trattato come nullità, deriso
per tanti, tantissimi
anni ho sofferto, profondamente, come se fossi l'ultimo
dei demoni, ma non solo
anche degli uomini
gli
insulsi uomini, infimi mortali, deboli creature
anche
loro si sono presi crudelmente gioco di me
calpestandomi
calpestando
questa montagna che è me
me che sono la montagna
Un'altra folata di vento mi investe.
Gelida.
Penetrante, ma né meno né più terribile delle altre.
L'aria pesante mi corrode, mi gela sempre di più,
provocando in me il peggiore dei fastidi. Dura per un
poco, ma poi immediatamente si placa. Anche se termina
molto prima del dolore che provoca sibilando fra le mie
crepe
che però non saranno più mie. Questo vento
sarà l'ultimo che dovrò sopportare, lo continuo a
ripetere e la sicurezza non cessa di crescere in me.
L'ultimo.
La mia agonia sta per terminare, dimostrerò a tutti di
non essere ai piedi di questa piramide
ma al punto
più alto di essa. La pagheranno, potrei giurarlo su
qualunque cosa, anche su me stesso, e non avrò per
nessuno alcuna pietà.
La luna è coperta da fitte e nerissime nuvole, il buio
mi avvolge, mi imprigiona, mi circonda inesorabilmente,
ma è tutto perfetto. Manchi solo tu, Raija. Vieni,
liberami
fai presto, ti prego
io
ti sto
aspettando
"
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