Capitolo
1
La
nuova casa
Com'era possibile? Tutto stava accadendo troppo in fretta
per i suoi gusti
anzi
a dir la verità
era
solo il fatto in sé che lo faceva rodere da quasi due
settimane!
La sua casa, se ancora poteva chiamarla tale, si era
praticamente trasformata in un campo di battaglia.
C'erano cose un po' dovunque.
Scatoloni pieni di cianfrusaglie, valige varie pieni di
vestiti di tutte le stagioni.
Sia sua madre che i suoi fratellini erano agitati e non
facevano che parlare del loro prossimo trasferimento.
Dio, quanto odiava quella situazione! Eppure, nonostante
tutto il suo impegno a sabotare quella decisione, non era
ancora riuscito a far desistere sua madre dai suoi
propositi.
Era davvero frustrante!
L'unica soluzione che aveva trovato fino a quel momento
era stata quella di vagare come un automa per le stanze
ormai irriconoscibili.
La cucina era l'unico luogo ancora utilizzabile, nel
salotto ormai era stato tolto tutto e i mobili coperti da
larghi teloni bianchi e le stanze da letto stavano per
subire la stessa sorte.
Com'era possibile che sua madre non riuscisse a capire?
Come poteva comportarsi in quel modo? Non capiva che
stava sbagliando? Come poteva dimenticare cosa
rappresentava quella casa per tutti loro? Erano nati lì,
vi erano cresciuti sopportando e superando con dignità
tutti gli ostacoli che la vita gli aveva messo davanti.
Avevano lavorato sodo
lui e sua madre
per
poterla mantenere dopo la morte del padre
E ora
tutti quei ricordi sembravano allontanarsi,
sembravano sfumare attraverso la febbrile eccitazione che
aveva contagiato non solo sua madre, ma anche i suoi
fratelli.
I suoi fratellini
Si sedette sul bordo della finestra della sua stanza.
Loro non si ricordavano molto del padre
ormai erano
molti anni che non c'era più. Però
perché
sembrava essere il solo a sentirne così tanto la
mancanza?
L'immagine dell'uomo che era la causa di tutti i suoi
problemi apparve davanti ai suoi occhi.
Maxi.
Solo a pensare quel nome il disgusto e l'irritazione lo
pervadevano. E a peggiorare quella situazione già
disgraziata mancava solo la scoperta che quel mollusco
vivente fosse il padre del suo eterno rivale Benji.
Lui e Benji che vivevano nella stessa casa? Neanche a
parlarne! No, no e poi no!
Non era ancora morto e non voleva entrare all'inferno
prima del tempo.
Deciso, si alzò di scatto e a passi sicuri raggiunse la
madre che stava finendo di aiutare uno dei suoi fratelli
a fare i bagagli.
- Mamma, ma sei sicura?
- Certo caro! - rispose gentilmente la donna.
- Evviva! Non riesco a crederci! Finalmente avrò una
camera tutta mia! - urlò il bambino al colmo della gioia.
Henry si mise poi a correre tutto contento intorno alla
donna e al fratello che lo guardava con aria scura.
- Cosa succede Mark? - domandò senza alzare gli occhi
Clare - Hai già terminato con i tuoi vestiti?
Invece di risponderle il giovane si voltò verso il
fratello e gli disse:
- Henry! Puoi andare un attimo in cucina? Mi prepari la
merenda? Stò morendo di fame! Finisco di parlare con la
mamma e poi ti raggiungo!
Henty sorrise.
- Certo Mark! Preparerò una super merenda! - esclamò
orgogliosamente il ragazzino mentre si fiondava in cucina
con la mente già rivolta al compito affidatogli.
Mark attese qualche secondo prima di voltarsi verso la
madre che nel frattempo si era alzata e si stava
accupando dei vestiti ancora sul letto.
- Mamma! Ora stammi a sentire...
- Oh caspita! Ho dimenticato l'altra valigia nella mia
stanza, caro...puoi andare a prendermela?
- Mamma! Ma mi vuoi ascoltare! Io non sono assolutamente
d'accordo con questa cosa! E non posso credere che tu
abbia acconsentito in questo modo! Come fai a fidarti di
quel tipo? Da quanto lo conosci? Noi non abbiamo bisogno
di nessuno! Ce la siamo sempre cavata egregiamente da
soli! Ti prego! Cerca di capire...noi siamo felici qui...perchè
non riesci a comprenderlo?
La donna non sembrava nemmeno ascoltarlo.
- Si caro...allora me la porti la valigia?
Mark aveva smesso un attimo di parlare e la guardava
stralunato.
Sua madre sembrava impazzita...non l'aveva mai vista così.
Era completamente su un altro pianeta.
- Vallll! Cara...puoi portarmi la valigia che è vicino
alla porta in camera mia?
- Subito mamma! - rispose la piccola.
Mark si era appoggiato alla parete e rifletteva
velocemente su quale tasto doveva insistere per poter
incrinare quella barriera che la sua famiglia aveva
creato, volutamente o no, sull'argomento..."trasferimento".
- Mamma...senti...è vero quello che mi ha detto Maxi
l'altro giorno?
- Cosa tesoro?
Mark tese le orecchie al discorso delle due.
- Mi ha detto che una volta che saremo andati ad abitare
a casa sua io potrò avere una camera tutta mia piena di
bambole! E mi ha fatto promettere che se per caso al mio
arrivo non la trovassi di andare subito a dirglielo che
sarebbe venuto lui personalmente con me a sceglierle!
Mark chiuse gli occhi rabbioso.
Ecco cos'aveva fatto! Quel...quel...Maxi...
Li aveva comprati!
L'orgoglio del ragazzo ribolliva sotto le ceneri della
sua coscienza. Mai! Mai avrebbe permesso a quell'idiota
di sottometterlo!
E se non c'era modo di convincere sua madre a parole...avrebbe
usato i fatti!
Avrebbe reso la vita di quell'uomo talmente impossibile
che alla fine li avrebbe cacciati via lui dalla
disperazione.
Avrebbe fatto capire a sua madre di che pasta era fatto
veramente quello spocchioso damerino.
Un ghigno apparve sul viso di Mark mentre si allontanava
dalla stanza e raggiungeva Henry in cucina.
- Eccoci finalmente! - disse Maxi fermando l'auto davanti
al portone di un'immensa villa - Questa è la mia casa...e
da oggi...sarà anche la vostra!
- E' una meraviglia Maxi! - esclamò estasiata Clare
mettendo una mano su quella dell'uomo.
I ragazzi emisero gridolini eccitati, mentre Mark sempre
silenzioso scese dall'auto senza commentare.
La famigliola seguì l'uomo sugli scalini che conducevano
all'ingresso.
La porta si aprì al loro avvicinarsi.
Un maggiordomo si scostò per farli passare, il suo
aspetto era composto e formale, così come il suo tono di
voce era rigido.
- Bentornato Signore!
- Grazie Nobuyuki! Questa è Clare e questi i suoi 4
figli...
Il maggiordomo li squadrò da capo a piedi e rispose al
loro saluto con un piccolissimo movimento del capo.
- Bene..ora seguitemi...che vi mostro il resto della casa
e le vostre stanze.
Mark era l'ultimo del piccolo corteo che da quasi dieci
minuti vagava per quell'immensa casa
Tutti erano rimasti letteralmente affascinati dal lusso e
dall'eleganza che contraddistinguevano ogni locale.
Infine giunsero alle camere da letto.
Mark rimase l'ultimo insieme a Maxi e a Clare
gli
altri erano già nelle rispettive stanze
- E questa
- disse l'uomo mentre apriva una pesante
porta di noce in fondo al lungo corridoio - E' la tua
stanza Mark!
Il ragazzo vi entrò lentamente. La prima cosa che vide
fu un immenso letto e una finestra da cui entrava
gentilmente la luce dell'esterno. Voltandosi verso
sinistra si accorse del grande armadio e della porta che
dava su un piccolo bagno personale.
- Spero che ti piaccia! E' una delle nostre camere
migliori! - il tono dell'uomo era gentile, ma Mark non si
fece impressionare.
Sempre senza parlare buttò la sua giacca sul letto e posò
la sua sacca. Poi con sguardo serio ritornò alla porta,
prese la maniglia e richiuse la porta con un tonfo secco.
All'esterno i due adulti rimasero a fissare il vuoto
increduli.
Poi Clare si girò verso Maxi con sguardo imbarazzato
- Mi spiace
purtroppo Mark non era molto d'accordo
sul
L'uomo non la fece finire.
- Tranquilla Clare! Non preoccuparti così! Capisco
benissimo! Vedrai
si calmerà!
All'interno di quell'immensa, elegantissima e anonima
stanza
Mark si era gettato sul letto stanco morto.
Erano giorni che non dormiva. Passava le notti sveglio a
pensare a quell'assurda situazione e a cercare un modo
veloce per tornare ai vecchi tempi.
Purtroppo sembrava non esistere
Chiuse gli occhi.
Senza quasi rendersene conto scivolò nel sonno e per una
notte riuscì a dormire pacificamente senza incubi a
tormentarlo.
Continua....
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