BYE BYE LOVE
Lo osservò accasciarsi contro il muro...
Con tutta se stessa desiderava domandargli cosa fosse
accaduto... Non lo aveva mai visto in quello stato se non
una volta, anni prima, quando aveva trovato per la prima
volta il padre in gradevole compagnia, e non era quella
di sua madre...
Poteva ovviamente chiedergli cosa lo stesse turbando in
quel modo ma, lo sapeva con certezza, sarebbe stato
inutile, era chiuso nel suo silenzio da un'ora ormai, da
quando, a notte ormai innoltrata, aveva suonato alla
porta della sua grande villa...Lei non dormiva affatto,
ma, come molte sere da quando era accaduto, rifletteva
nel silenzio della sua stanza...
Lui era entrato. Si erano guardati e lei aveva
immediatemente capito che qualcosa lo turbava...
Finalmente, dopo avergli portato un thé caldo, glielo
chiese:
- Cosa è successo?
Lui alzò lo sguardo, fisso sul pavimento da molto tempo,
e semplicemente disse:
- Lo ama ancora, l'ha sempre, sempre amato... Mi ha solo..
- Preso in giro?
Terminò la frase per lui... Ormai si conoscevano da così
tanto tempo...
Lui la guardò, come folgorato dalle sue stesse parole
- Anche gli uomini piangono
Disse lei semplicemente. Lui la guardò per un istante,
poi affondò la testa sulla spalla di lei, la sua
migliore amica e iniziò a piangere.
Lei passò dolcemente la mano tra i suoi capelli,
piuttosto lunghi, poi disse:
- Satoshi, me ne vuoi parlare?
Era un patto silenzioso tra loro, quello di chiamarsi per
nome quando erano soli, in qualche modo la faceva sentire
più a suo agio...
- Stavamo andando a mangiare qualcosa prima del concerto
e...
- E? Continua, ti ascolto
- E' arrivata una sua compagna di classe e ci ha
raccontato di aver visto Namura per le strade della città...
- E Akizuki è subito andata a cercarlo
Non era una domanda, Julie sapeva perfettamente che era
così. Anche a lei era accaduta la stessa cosa, solo che
lei era stata abbastanza intelligente da allontanarsi il
più possibile dai luoghi in cui avrebbe potuto vederlo...
Quando ancora pensava a lui, un brivido le percorreva la
schiena, ma come aveva promesso a se stessa tre mesi
prima, quando aveva conosciuto per la prima volta Meiko e
Miki, non lo avrebbe più cercato e non avrebbe risposto
ai suoi messaggi e alle sue lettere... Meiko
evidentemente non era come lei...
- Non potevi davvero pensare che dopo così poco tempo lo
avesse dimenticato seriamente... Senza contare che è il
suo primo amore, il primo amore, capisci? Se tu fossi
stato con Meiko per lungo tempo e poi vi foste dovuti
separare, saresti riuscito ad amare un'altra come avevi
amato lei?
Sapeva che era una menzogna. Si poteva, solo che Akizuki
non capiva, nè, Giulia lo sapeva per certo, avrebbe mai
capito. Purtroppo.
- Non lo so... Io... Io non avevo mai... Oh Julie-chan,
io non avevo mai amato nessuno! Non in questo modo almeno!
- Lo so Satoshi-san, lo so...
Restarono abbracciati per una buona mezz'ora. Placato il
pianto lui si alzò.
- Ora vado.
Disse solamente questo e Julie lo osservò, ancora
inginocchiata sul pavimento. Lui le tese la mano, la aiutò
ad alzarsi, e la avvicinò a sè, abbracciandola
dolcemente.
- Non so che farei se non avessi te, grazie. Domani le
parlerò.
Fu in quello stesso istante, tra le braccia di Satoshi,
che Julie provò una sensazione che non provava da tempo...
Un brivido le percorse la schiena... improvvisamente si
accorse di star piangendo mentre lo accompagnava alla
porta...
- Buona fortuna- gli bisbigliò all'orecchio, in modo che
quasi lui non sentisse...
Quando, dopo una buona mezz'ora si buttò sul letto
ancora fatto, era ancora scossa e frastornata... Come
aveva potuto, come aveva potuto anche solo pensare quello
che aveva pensato? Baciarlo? Era forse impazzita?
(- Cosa diavolo ti sta succedendo Julie, eh? Stai
diventando pazza? E' un tuo amico, un caro amico! Quello
che è successo non ti è forse bastato? Non sei stata
colpita duramente al cuore abbastanza? )
La mattina seguente
- Buongiorno Julie-chaaaaaaaaan
- Miki-san, come stai?
Miki la raggiunse correndo, e lasciando indietro Matsuura-kun
di diversi metri
- Io bene, e tu? Hai l'aria stanca!
- Ieri sera ho guardato un film bellissimo alla tv, ma
era alle undici!
- Capisco... una volta ogni tanto si può fare, io nonm
ho la televisione in camera e non posso...
- Potresti venire a dormire a casa mia se vuoi! Potrebbe
venire anche Meiko-chan e...
Mentre erano state raggiunte da Yuu, Julie aveva visto
tra la folla una persona...
- Scusami, Miki, ma devo andare a fare una cosa, ci
vediamo in classe, va bene? Ciao Yuu-kun!
- Sembra strana oggi, non trovi Yuu?
- Sinceramente non saprei... Sta andando da Satoshi...
- Allora? Dovrà dirgli qualcosa...
Yuu non aveva parlato a Miki della telefonata che Satoshi
gli aveva fatto, ancora sconvolto, la sera prima...
(- Probabilmente ne ha parlato anche con lei) Pensò Yuu,
preoccupato per colui che aveva considerato suo fratello
per molto tempo... Non era tipico di Satoshi comportarsi
in quel modo... Yuu combattè dentro di sé il desiderio
di raggiungere l'amico... Se l'avesse fatto avrebbe
dovuto dare spiegazioni a Miki in seguito...
- Satoshi-san? Miwa-san!Miwa-san!
- Julie-chan?
Satoshi si voltò ad osservare l'amica raggiungerlo.
- Dormito bene?
Domandò lei scherzosamente. L'auto ironia era uno dei
lati migliori della loro amicizia, non potè fare a meno
di pensare lui.
- Mai in vita mia meglio!
Risero all'unisono...Le cose sembravano migliorate
rispetto alla sera prima...
(- Sicuramente Satoshi ha una capacità di ripresa
incredibile...)
Glielo disse e lui rise...
- Capitano a tutti attimi di sconforto...No?
Le fece un occhiolino significativo, prima di arrivare
nell'androne principale e avviarsi verso la sua classe...
Lei sorrise felice di avergli parlato... Tutte le
impressioni della sera prima si erano infrante come onde
sugli scogli...Cancellò tutti i pensieri riguardanti a
quello che aveva provato, e si diresse allegra verso la
sua classe...
Vide Meiko e poi Satoshi uscire dalla
biblioteca, ed entrambi non avevano affatto un'aria
felice... Decise di raggiungere Meiko... Probabilmente un
colloquio con lei sarebbe stato più confortante che con
Miki, anche se Koishikawa era la sua migliore amica...
Julie sapeva cosa si provava, senza contare che sapeva
perfettamente che Miki aveva ben altro a cui pensare a
causa dell'amica di Yuu, Anju... No, avrebbe raggiunto
Akizuki. era la cosa migliore da fare...
- Meiko?
- Julie, io vorrei restare sola.
- Lascia che io ti parli Meiko. Ho una cosa importante da
dirti.
- So cosa vuoi dirmi. "Satoshi è mio amico e non
deve soffrire"
- No
- No?
Erano ora entrambe sedute sulla panca del gazebo nel
centro del giardino, quello in cui tante volte Meiko
aveva chiacchierato con Miki e Julie, segretamente, nel
suo cuore, aveva provato una fitta al cuore, tra la
gelosia e lo sconforto...
- Cosa vuoi dirmi?
- Terrai per te quello che ti dirò?
- Certo, ma...
- Satoshi-san ti ha raccontato il motivo per cui mi sono
trasferita qua?
- Mi ha detto, mi ha detto solamente che avevi avuto
problemi, problemi di cuore...
- L'ha sempre fatto...
- Cosa?
- Satoshi l'ha sempre fatto, raccontare le cose da una
prospettiva alquanto vaga, voglio dire... In realtà non
è un semplice "problema di cuore". Quello che
sto per raccontarti potrebbe creare molti disconsensi se
venisse a saperlo un'altra persona... Solo che la mia
situazione è molto simile alla tua, e te ne voglio
parlare...
- Non credo , tu non sai...Lui ha un'altra, un'altra
capisci... La professoressa Ryouko!
- Ryouko-sensei?!?!
Meiko scattò in piedi, la testa verso il basso, intenta
a piangere e sfogarsi...Julie le si avvicinò e
l'abbracciò confortandola dolcemente e mettendola a
sedere. Mentre Meiko ancora aveva il volto tra le mani
Julie si alzò, poggiando la mano su un pilastro, e iniziò
a narrare, il volto rivolto verso altri giorni tristi e
felici.
- Quando avevo 14 anni iniziai a penetrare nell'olimpo
degli scrittori...Iniziai allora a fare amicizie
importanti, e tra queste conobbi una donna molto in vista
in Inghilterra. Sebbene ci dividesse un enorme divario di
anni, divenimmo immediatamente amiche, confidenti. Lei
riusciva a capire il mio stato d'animo in quel difficile
momento di transizione, tempestata di domande,
perseguitata dai fotografi e censurata dai critici... Ero
stanca e desolata, e lei mi aiutò a destreggiarmi in
quell'intrico di cui non capivo assolutamente nulla...Mi
convinse lei ad andare a studiare in Inghilterra, e per
questo mi iscrissi allo stesso liceo che frequentava suo
figlio, il maggiore. Ci conoscemmo durante le vacanze,
prima dell'inizio della scuola, e come avrai già capito,
me ne innamorai follemente, corrisposta...Lui aveva
solamente un anno in più di me, e credetti che fosse
tutto perfetto... Dopo un anno e mezzo che le cose
andavano meravigliosamente, accadde ciò che sconvolse il
nostro rapporto... Sua madre, la mia cara amica, morì.
Julie si bloccò per un istante, forse oppressa dal
ricordo penoso...
- L'unica cosa che in quell'anno e mezzo non avevo
considerato era che l'unica persona a vedere di buon
occhio il mio rapporto con lui era lei... Scoprii poi in
seguito in quanti della sua famiglia si fossero opposti e
quanto tenacemete lei abbia difeso noi due... In breve
tempo il mondo mi crollò addosso. Persi una carissima
amica e il ragazzo che amavo...
- Ma ti costrinsero i suoi parenti a lasciarlo, no?
- Fui io a lasciarlo.
Meiko la guardò. Non aveva mai visto Julie sotto quella
luce. Sembrava stanca, stanca in qualche modo della vita...
In quei mesi era migliorata rispetto alle prime settimane
in cui i sorrisi erano rari... Rideva e scherzava con
tutti...E quando sorrideva era tanto bella da far
ingelosire, per chissà quale motivo, Meiko...
- Perché?
- Perchè lui era ciò che era. Non potevamo stare
insieme, non solo per via della sua famiglia, ma anche
perché lui sarebbe diventato qualcosa, qualcuno di
troppo importante...Troppo in alto...
- Ti sei sacrificata per lui?
- Sì. Ora ti dirò una cosa, non scordarla...Quando si
ama, si ama davvero, si fa tutto per l'altra persona,
tutto perché sia felice, a scapito della propria felicità...
- Con questo cosa vuoi dirmi?
Julie sorrise
- Che se io fossi un uomo e ti amassi veramente avrei
cercato in tutti i modi di starti vicino.
Meiko la guardò per un istante. Poi Julie sorrise e se
ne andò...Sparì come una foglia portata via dal vento...
Meiko non era stata, anche se lei non
poteva saperlo, l'unica persona a trovare Julie piuttosto
stramba. Passava facilmente da momenti di estrema
allegria a tristezze improvvise. Ginta diceva,
scherzando, che questo la accumunava a Miki, ma Meiko
aveva notato una volta, quando oltre a lei vi era solo
Yuu-kun, che Miki mutava d'umore a seconda dei giorni,
semmai delle ore, e non dei minuti. Ora Meiko capiva,
comprendeva in un modo nuovo Julie. E ancora di più
l'ammirava ed era gelosa di lei. Julie sembrava la parte
perfetta di lei. Meiko era carina, o almeno così le
dicevano in molti, ma Julie era decisamente bellissima;
Lei scriveva piuttosto bene, e a chi l'aveva letto (
quando il pensiero di quella persona la sfiorò, un
brivido la percorse tutta) era davvero piaciuto, ma Julie-chan
era una scrittrice apprezzata non solo nel suo paese,
l'Italia, ma in tutto il mondo. E ora Julie, una ragazza
della sua età, le aveva dato una lezione di vita,
risultando molto più matura di lei, sebbene in molti
dicessero che fosse la sedicenne più matura che avessero
mai conosciuto.
Avrebbe pensato meglio alle sue scelte? Sarebbe tornata
con Satoshi? Cosa doveva fare? Dimenticare per sempre il
suo Na-chan? Era questo che Julie aveva cercato di dirle?
No, lei voleva farle capire che se Shin'ichi l'avesse
veramente serebbe rimasto, solo per lei. Ma era vero? Era
stata solo una cosa passeggera per lui? Per lei non lo
era stata. Percorrendo la strada verso casa si chiese se
Julie avrebbe mai avuto il coraggio di innamorarsi
nuovamente.
Aveva fatto bene a parlarle? Il pensiero
la tormentò per diverse ore, fino a quando non decise
che pensarci era la cosa peggiore e uscì a prendere una
boccata d'aria, ascoltando con mezzo orecchio Dora che le
diceva quando la cena sarebbe stata pronta, che i suoi
avevano avvertito quando sarebbero tornati e Nicola che
le urlava dietro qualcosa su un ospite a cena.
Quella sera, si accorse camminando per strada, si era
vestita meglio del solito. Di solito portava cose larghe,
usate, che la imbruttivano e nello stesso tempo la
riportavano ai giorni in cui non era ancora una
scrittrice, o meglio, non aveva ancora puibblicato i
libri che scriveva. Portava dei jeans nuovi, stretti, e
un maglioncino di cotone rosa, che profumava sempre di
fiori, il suo favorito, piuttosto scollato. Si era
vestita senza neanche pensarci, ancora turbata da come
aveva parlato ad Akizuki. Senza accorgersene si trovò di
fronte a un palazzo che le era molto familiare. (-Perché
sono qua?) si chiese. Quando però vide uscirne la
persona che, inconsciamente, aspettava, lo capì
immediatamente.
- Satoshi-san!
- Julie-chan? Come mai da queste parti?
- Facevo un "giro"
- Uhm... Guarda che non devi...
- Cosa?
- ...Non devi controllarmi.
- Ma io...
- No, ora ascoltami, sono grande abbastanza da sbattere
la testa contro un muro e capire da solo che ho
sbagliato, davvero, sia tu che Yuu, siete assillanti!
Posso vivere la mia vita da solo!
- Come fai a pensare che io sia qua per te?Sei solo un
presuntuoso, egocentrico, egoista e...-disse lei seriosa
- Cosa?!?!- Miwa sembrava stupito, esterrefatto
- Sì, insopportabile. Non sai far altro che imbambolarci
tutti con i tuoi problemi: O povero Satoshi di qua, O
povero me di là...
Julie gli diede di scatto le spalle, iniziando a
camminare in direzione del lungomare. Satoshi rimase in
mezzo alla strada esterrefatto per qualche secondo, poi
la raggiunse a passo sostenuto.
- Sono così terribile? Mi dispiace Julie io, non volevo...
Quelle parole la fecero tremare. No, non le parole, il
suo nome. Julie. Julie, non Julie-chan. Per un istante
temette di scoppiare a piangere. Poi si voltò di scatto
e gli fece una linguaccia, scoppiando a ridere.
- Maledetta, e io che pensavo di essere diventato davvero
insopportabile e volevo farmi perdonare, ma se ti prendo....
Iniziarono a correre vicino al lungo mare, il tramonto
alla destra. Chi li vedeva rincorrersi in quel modo, e
non poteva sapere che era un loro modo di scherzare, li
prendeva per due pazzi. Continuarono a ridere e a correre
per diversi minuti, fino a quando Julie non si fermò,
sfinita anche a causa dello scarso esercizio che
ultimamente aveva fatto. Anche lui si fermò e le porse
la mano per rialzarsi, dato che si era inginocchiata a
terra e respirava a pieni polmoni. In quell'istante
dovettero guardarsi negli occhi e lo stesso brivido della
sera precedente le attraversò la schiena.
Si appoggiarono alla balaustra e per diversi minuti
osservarono il mare, in silenzio. Poi, delicatamente, lui
le pose sulle spalle il suo giubbotto di pelle.
- Non ti sembra di vestire un po' troppo leggera per
Novembre? Anche se siamo ai primi del mese ed è stato
bello in questi giorni, un maglioncino di cotone, per
quanto sexy sia, non può fare molto.
Julie arrossì di botto, e si volse dall'altra parte.
Perché? Perché non era abituata, non lo era più, ad
avere qualcuno che le facesse i complimenti? O era perché
l'aveva fatto lui?
- Sai, oggi ho fatto una cosa che non mi aspettavo, non
pensavo che avrei mai fatto- disse, per cambiare
argomento e per poter tornare a guardarlo. Quando si voltò
lo vide sorridere, e provò nuovamente una fitta al cuore.
- Cosa? Avermi sopportato?
- No, io, io ho parlato a Meiko della mia storia con lui-
disse, tutto ad un fiato
Satoshi la osservò per un attimo, alquanto perplesso.
- Perché?
- Perché voglio che capisca.
- Uhm, ma sei sicura di essere la persona adatta?
Lei lo osservò per un istante, ma quando anche lui volse
il suo sguardo al viso di lei, si voltò verso il mare.
- Sì.
- Cosa intendevi farle capire raccontandole di quello che
hai fatto?
- Che probabilmente lui non la amava abbastanza e per
questo deve dimenticarlo.
- Lo fai per me?
- No. Sì. Anche. Per te, per lei, e per me.
- Perché tu non puoi dimenticarlo e vuoi che lei lo
faccia? Che lo faccia con un altro? E' così?
Lei riflettè un attimo poi si voltò e lo guardò negli
occhi, poi parlò, e si sorprese di quello che disse,
anche se poi, pensandoci in seguito, sapeva che era la
verità.
- Ma io l'ho già dimenticato.
- Cosa?- Satoshi la osservò esterrefatto. Non era
possibile!
- Io, mi sono innamorata
Stava per chiederle di chi, ma qualcosa nella sua voce,
lo fermò. Meglio non sapere.
- E' la verità?
Lei tornò a guardare verso il mare per un istante, e così
rimanettero, silenziosi, per qualche istante. Poi Julie
si voltò di scatto sorridendo e disse:
- Mi dai della bugiarda?
In quell'istante Satoshi non potè fare a meno di pensare
quanto la sua più cara amica fosse bella, sbalordendosi
di quel pensiero all'istante.
- No- disse, serio- Non potrei mai pensarlo.
Lei sorrise ancora una volta e Satoshi-san ebbe la
sensazione, la certezza, che una tenebra se ne fosse
andata dalla vita di Julie.
Mentre la accompagnava per un tratto verso casa, si stupì
di trovarla allegra e vivace come anni prima. Quando fu
il momento di congedarsi, e Julie stava per togliersi il
giubbotto per ridarglielo, Satoshi sorrise
- No, tienilo, o tuo fratello mi ucciderà se ti prendi
una broncopolmonite
- Già, dato che lui la prenderebbe subito dopo di me!
Risero, ricordandosi entrambi vecchi aneddoti infantili,
poi, mentre lui si era già allontanato di qualche passo,
a Julie venne in mente una cosa, una sensazione
meravigliosa e forte che non sentiva da molto tempo,
frammista al profumo di lui che ora le aleggiava addosso.
- Satoshi!
Lui si voltò. Satoshi? In mezzo alla strada?!?!
- Sì?
Lei gli elargì un grande sorriso
- Tornerò a scrivere. Volevo che tu fossi il primo a
saperlo.
Lui le sorrise, rivedendo finalmente la Giulia che aveva
conosciuto, e capendo che era stato ingiusto da parte sua
fare la parte della vittima in quei due giorni.
- E io tornerò a dare la caccia a Meiko.
Nonstante quello che aveva detto, era felice di vederlo
così determinato.
- Ed io, gli urlò dall'altra parte della strada -
Aspetterò il giorno in cui lei capirà che siete fatti
l'uno per l'altra!
(- O in cui tu capirai che noi siamo fatti l'uno per
l'altra)
FINE
SECONDO CAPITOLO
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